Non
c'è molto da raccontare. Sono figlia di un pastore. O meglio dire un
uomo che alleva pecore e le vende al mercato cittadino. Probabilmente
la mia vita è la più triste del mondo.
Ho quattro
fratelli, che amo abbastanza, e un cane, un pastore del
Lagorai.
Sono felice
qualche volta, poi mi cade una lacrima.
«Patty, mi
fai lo stufato?» chiede Jimmy, il più piccolo dei miei fratelli.
Così, chiudo
il libro e mi dirigo in cucina a preparare il suo piatto preferito.
Affetto le
carote mentre la pioggia cade contro i battenti.
È triste
anche il cielo.
Papà non è
casa, lui lo si vede poco. Porta le pecore in montagna, rimane via
anche per giorni. Così, io, la sorella maggiore, devo badare ai miei
fratelli. A volte non mi sentivo considerata per quella che
sono.
Faccio
cuocere.
Jimmy sta
giocando con dei cavalli in miniatura mentre i gemelli, Bart e John,
guardano la televisione. Probabilmente Austin sta dormendo, lui dorme
sempre.
A
diciott'anni vorresti essere fuori casa, al college insieme alle tue
amiche, studiando e facendo festa fino alla mattina del giorno
successivo, ma per me è diverso. Non ho i soldi per pagarmi gli studi.
E non sono riuscita ad avere una borsa di studio.
Anche per
questo sono triste.
Mio padre
non ha mai tirato in ballo questo argomento, sapeva che non avrebbe
avuto un lieto fine. Ci mancavano i soldi. E io non potevo oppormi.
Più volte
avevo cercato un lavoro, cosicché da guadagnarmi qualche spiccio, ma
lui me l'aveva sempre negato.
«Chi baderà
ai miei figli?» diceva, e io non venivo considerata una di
essi.
Essere
l'unica donna in casa fa male. Tante cose le ho dovute cercare su
Google o chiederle alla mia unica amica di infanzia, Josie. In casa
nessuno mi capisce e nessuno si mette nei miei panni.
Anche per
questo sono triste.
Jimmy mi
tira un cavallo sui piedi. «Giochi con me? Mi manca un altro soldato.»
Annuisco.
Non mi considera nemmeno come donna.
Abbozzo un
sorriso e mi siedo sul tappeto consunto del salottino, beccandomi
un'occhiata amara dai gemelli.
«Spostati
che non vediamo le chiappe di Megan Fox» dice Bart, il più schietto dei
due.
Così,
scivolo su un fianco e presto la mia attenzione al piccolo.
I gemelli ed
io non ci amiamo particolarmente. Loro hanno sempre fatto fatica ad
accettarmi, forse perché sono gli unici a capire che avrei preso
l'incarico di essere la donna, la madre in
casa.
Gli
accompagnai io a scuola, per la prima volta. E sempre io, parlavo con i
loro professori.
Bart e John
hanno quindici anni e per quindici anni non hanno fatto altro che
detestarmi.
Al
contrario, il piccolo Jimmy mi ama. E io amo allo stesso modo lui.
Forse per l'innocenza dei suoi cinque anni, non capisce il ruolo della
sua sorella maggiore e non si pone tutte queste domande. Spero rimanga
per sempre così, il nostro rapporto.
Austin è il
fratello più taciturno e riflessivo del gruppo Sinclair. Lui non ha un
bel rapporto con nessuno di noi, parla poco ed esce dalla sua camera
solo per mangiare ed andare in bagno. Il restante del tempo lo passa
leggendo fumetti della DC comics. Non conosco molto Austin, ogni volta
che cercavo di avvicinarmi, lui si allontanava e la sua presenza
diveniva sempre più spettrale in casa. Ora, la è totalmente.
«Hai perso!»
trilla il piccolo, facendo cadere tutte le pedine sul cartone.
Faccio
spallucce. «Oramai sei un campione.» So che un giorno sarà un vincente,
lo vedo dal suo sguardo.
«Grazie Pie»
dice, abbracciandomi calorosamente. Poi si stacca, stupito. «I veri
uomini non abbracciano mai.»
Sorrido. «I
veri uomini dovrebbero portare i pantaloni in casa.» Sposto lo sguardo
sui due gemelli. Sono seduti sulla stessa poltrona.
«Ti abbiamo
sentita, strega» borboglia Bart. Non lo sopporto in questo
momento.
Così, ordino
a Jimmy di mettere a posto il gioco. Lui cerca di svignarsela, ma poi
mi asseconda.
Lo stufato è
quasi pronto e di papà non c'è ancora traccia. Guardo fuori, mentre un
fulmine colpisce il campo.
Non mi fanno
più paura i temporali, da quando mio padre mi ha affidato la casa, ho
dovuto combattere contro le mie insicurezze. Ora non mi spaventa più
niente e nessuno.
Sento dei
passi pesanti dietro di me, mi giro. La faccia assonnata di Austin mi
scruta perplessa.
«Hai fatto
lo stufato?» chiede.
«È bello
rivederti» dico, incrociando le braccia sotto il seno. Finalmente si è
degnato di uscire.
«Perché lo
hai fatto?»
«Me lo ha
chiesto Jimmy» abbozzo un sorriso verso il piccolo.
Austin
arriccia il naso e mi lancia uno sguardo collerico. So perché è dovuto,
quello era il piatto preferito di nostra madre.
«Spero sia
degno di essere chiamato stufato» insinua, sedendosi a tavola e
portando un tozzo di pane alla bocca.
«Che dici,
Austin! Nostra sorella fa lo stufato più buono della contea» lo canzona
Jimmy.
Non ha tutti
i torti, però. Nessuno faceva uno stufato buono come quello di nostra
madre.
A volte mi
mancava in cucina.
Ho imparato,
ma non sono ancora brava come lei. Preparo tutto quel che mi chiedono i
ragazzi, ma lo vedo dall'espressione di Jimmy che i miei waffles non
sono buoni come i suoi. E così, mi rattristo.
«Ho fatto
anche una torta pere e cioccolato» mi intrometto nel loro discorso,
impedendogli di continuare quel battibecco.
Austin ama
quel dolce. Così, mi sorride. Non lo fa quasi mai e mi si scalda il
cuore.
«Papà a che
ora torna?»
John avanza
verso il tavolo della cucina, mentre sistema i suoi capelli biondi con
un pettine.
«Credo si
sia fermato per via della tempesta» rispondo, guardando nuovamente il
punto colpito dal fulmine.
Non gli è
successo niente, lui sta a duemila metri di quota, probabilmente là non
ci arrivano nemmeno queste nuvole. È al riparo.
Prendo
cinque piatti e li poso sotto i nasi dei miei fratelli.
«Se fai la
brava questa volta ti lasciamo un pezzo di carne» sghignazza Bart,
mordendosi il labbro famelico.
L'ultima
volta ha mangiato tutto purché non toccassi cibo.
«Tranquillo,
i lombi li ho già mangiati io» affermo.
Lo sento
ringhiare, ma non gli do importanza. Lui è l'ultimo a ricevere il cibo.
«Sono
rimaste le frattaglie. Io opterei per il cervello, non ne avrai mai
abbastanza.»
John
sghignazza, Bart gli tira un calcio da sotto il tavolo.
Quell'ingrato
non mi avrebbe presa in giro di nuovo. Questo mi rende un po' più
felice.
Hey,
hey.
Ho scritto questa storia breve ancora tempo fa, ma non ho mai avuto la
possibilità di pubblicarla. Sarà molto corta, i capitoli avranno questa
lunghezza, e credo non superino i 20. E' una lettura molto leggera e
spero, piacevole.
Vi lascio il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=tZa-W54CoYc&feature=youtu.be
Spero tanto vi piaccia.
Mi trovate sempre su wattpad come whatlou.
Patty Sinclair