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Autore: Chiaroscura69    30/08/2018    0 recensioni
''Non ti riconosco più''disse Alessandro guardandomi con intensità negli occhi.
Anche se sotto il suo sguardo mi sentivo morire ormai avevo costruito una corazza così forte che sarebbe stato difficile infrangerla.
Sorrisi con garbo e con un movimento che ormai mi veniva naturale alzai gli occhi al cielo con noncuranza.
''Perchè mi hai mai conosciuta davvero?''risposi ridacchiando con sdegno.
''Un giorno mi dicesti che il mio difetto più grande è quello di non saper dire la verità a nessuno, nemmeno a me stesso. Io ho lavorato su questo e ora non è più così. Tu invece quanto hai cercato di migliorare il tuo lato più rancoroso, quello che non sa dimenticare il passato?''
Una risposta troppo matura per lui, pensai. Tuttavia mi lasciò interdetta per qualche istante, perciò rimasi a fissarlo un minuto di troppo.
''Tori io ho ancora questo con me''sussurrò poi avvicinandosi e mostrandomi la mano.
Guardai il suo palmo e ci vidi il cadavere del braccialetto che mi aveva dato tanto tempo prima.
Il mio cuore ebbe un sussulto senza che riuscissi a fermarlo ma la mia razionalità si impose e sospirai mestamente.
''Cosa ci dovrei fare con quello?''sussurrai guardandolo a mia volta negli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorrisi nervosamente e mi lisciai le pieghe del vestito con le mani sudate per l'agitazione.
''Lo sai che sembri uno stupratore? Non puoi appostarti a quest'ora nei parcheggi per molestare le giovani insegnanti''scherzai fingendo disinvoltura.
Alessandro osservò con attenzione la mia espressione e poi gli cadde lo sguardo sul movimento compulsivo delle mie mani in preda all'angoscia.
Dovevo imparare ad essere un'attrice migliore se volevo vincere la guerra.
''Ora hai paura di me?''rispose intendendo ciò che entrambi sapevamo, cioè che la nostra storia non era superata come volevo fargli credere.
''Ho sempre avuto paura di te!-ridacchiai con una smorfia- ora però son proprio stanca, è il caso che torni a casa. Buonanotte Alessandro''.
''Ehi, ehi aspetta un attimo. Non mi sfugge il fatto che questa macchina fosse la stessa di cui ti parlavo sempre ai tempi in cui uscivamo insieme e tu non solo l'hai comprata, ma casualmente anche dello stesso colore''
Lo guardai con indifferenza. ''Ti ho sempre detto che piaceva anche a me, no?''
''Mmm, in realtà no. Deve esserti sfuggito''rispose fingendo di pensarci per qualche istante.
Allargai le braccia con un certo fastidio.
''Me ne sarò dimenticata. Sei qui per qualche ragione sensata o solo per accusarmi di cose sensa senso?''mi spazientii subito.
Feci per voltarmi ma lui mi afferrò per un braccio. Il contatto ci provocò la scossa e il fatto del tutto inaspettato ci permise di incrociare lo sguardo improvvisamente.
Il ricordo del giorno in cui ci eravamo conosciuti balenò nei nostri occhi per un istante e ci fece perdere il senso dell'orientamento.
Fui la prima a riscuotermi.
''Senti, Alessandro, non so che idee tu ti stia facendo oggi ma voglio essere onesta: non ci sarà più nulla fra noi. Nulla di nulla. Intesi?''chiesi guardandolo con serietà.
 ''Non ti riconosco più''disse Alessandro guardandomi con intensità negli occhi.
Anche se sotto il suo sguardo mi sentivo morire ormai avevo costruito una corazza così forte che sarebbe stato difficile infrangerla. Sorrisi con garbo e con un movimento che ormai mi veniva naturale alzai gli occhi al cielo con noncuranza.
''Perchè mi hai mai conosciuta davvero?''risposi ridacchiando con sdegno.
''Un giorno mi dicesti che il mio difetto più grande è quello di non saper dire la verità a nessuno, nemmeno a me stesso. Io ho lavorato su questo e ora non è più così. Tu invece quanto hai cercato di migliorare il tuo lato più rancoroso, quello che non sa dimenticare il passato?''
Una risposta troppo matura per lui, pensai. Tuttavia mi lasciò interdetta per qualche istante, perciò rimasi a fissarlo un minuto di troppo.
''Tori io ho ancora questo con me''sussurrò poi avvicinandosi e mostrandomi la mano.
Guardai il suo palmo e ci vidi il cadavere del braccialetto che mi aveva dato tanto tempo prima. Il mio cuore ebbe un sussulto senza che riuscissi a fermarlo ma la mia razionalità si impose e sospirai mestamente.
''Cosa ci dovrei fare con quello?''sussurrai guardandolo a mia volta negli occhi.
''Non ricordi? Avevi detto che finchè lo avresti avuto saremmo rimasti uniti da un legame invisibile''
Lo guardai senza capire.
''E' per questo che l'ho strappato via, ricordi?''risposi senza scompormi.
Alessandro prese il mio polso e prima che potessi fare qualsiasi cosa vi legò di nuovo quel poco che rimaneva del braccialetto, ovvero tre misere cordicelle marroni.
''Ma che fai?''chiesi ritraendo di scatto il braccio.
''Ti ho appena mostrato cosa dovevi farne''
''Intendo dire, perchè? Non ti è chiaro ciò che ti ho detto prima?''
''Stai calma, Tori. E non fare quella faccia, anche se non ti piace, tu sarai sempre Tori per me. Comunque quel che voglio fare è proporti una cosa''
Lo guardai cercando di mascherare la mia curiosità ma trasparì inevitabilmente.
''Parla''esclamai.
''Hai presente quell'idea che avesti tanto tempo fa secondo la quale dovevo mostrarti i 10 peggiori difetti?''
''Quell'idea stupida che non ha portato a nulla? Certo che la ricordo!''esclamai ironicamente.
Alessandro alzò gli occhi al cielo e proseguì.
''Ti propongo di diventare mia amica, solo questo''
Strabuzzai gli occhi sbigottita.
''Non capisco come potrei fidarmi di te e nemmeno cosa c'entri con la questione dei difetti''mormorai confusa.
''Sta proprio qui il punto, ti darò dieci motivi per fidarti di me''
Quella volta fui io ad alzare gli occhi al cielo.
''Non funzionerà Alessandro, esattamente come la mia idea''
''Dacci una possibilità, secondo me c'è speranza''sussurrò citando una nostra conversazione avvenuta anni prima.
''Non- non mi sembra il caso''balbettai nel tentativo di non cedere.
Sapevo razionalmente che sarebbe stata una cattiva idea, ma il mio cuore traditore mi riempiva di pensieri stupidi.
'Tori magari stavolta è sincero' 'In effetti potrebbe essere destino.Quante probabilità c'erano di incontrarlo qui dopo cinque anni?' 'Se dici di no sembra che tu ne abbia ancora paura' 'E' una cosa che potresti gestire'
Alessandro comprese che stavo iniziando a cedere e ne approfittò per mettermi le mani sulle spalle e appoggiarmi lievemente sulla macchina.
''Lascia che mi prenda cura di te, lascia che mi dedichi a te senza nessun obiettivo se non il tuo benessere''mormorò in modo serio.
Intuivo che ci fosse un senso molto più profondo di quello che sembrava e mi si formò un groppo alla gola difficile da smaltire. Prima che potessi impedirlo gli occhi mi divennero lucidi.
Abbassai lo sguardo e mi rifiutai di rialzarlo. Lui mise una mano sotto il mio mento e mi alzò il viso guardandomi negli occhi.
Sorrise dolcemente.
''Allora da qualche parte sei ancora tu''sussurrò continuando a sorridere.
''E' per colpa tua che ora sono così''lo accusai senza nascondere il dolore nella mia voce.
''Lo so'' rispose con serietà Alessandro.
Non dissi nulla e lui continuò.
''Lascia che ti guarisca, Toricarotina'' disse rirpendendo a sorridere.
Tornai in me per l'indignazione e mi scostai incrociando le braccia e sbuffando.
''Oh avanti, ho quasi trent'anni, non puoi chiamarmi così''borbottai.
Alessandrò rise e mi mise un braccio intorno alle spalle.
''Sei ancora una ragazzina dentro, come me''
Scostai il suo braccio con fare disinvolto e feci una smorfia.
''Parla per te, io la sindorme di Peter Pan l'ho superata da un pezzo''lo presi in giro con una frecciatina innocua.
''Non cambierai mai''ridacchiò alzando gli occhi al cielo.
   
 
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