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Autore: Lyla Vicious    30/08/2018    1 recensioni
Un viaggio di qualche minuto alla scoperta della mia mente, il tempo di sorseggiare una tazza di tè al limone. Non si tratta di una trama vera e propria, ma di semplici flussi di coscienza.
Genere: Generale, Poesia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una parte di me avrebbe essere in vita per vivere l'edonismo e l'ottimismo che caratterizzava gli anni ottanta.

Cosa amo di quel periodo? La musica, addirittura la migliore di sempre, gli abiti e gli eccessi, oltre ai capelli e all'impressione che ogni dettaglio fosse un'assoluta novità.

Attendo il giorno in cui brevetteranno la prima macchina del tempo, cosicchè mi sia possibile sperimentare gli albori della new wave, contemporaneamente allegra e oscura, quasi ottenebrante.

Le mie prime mete saranno Londra e Berlino, mentre abbigliata in maniera dark, incontrerò i Cure, ancora un gruppo esordiente, e i Propaganda, di cui adoro Duel in maniera quasi totalizzante.

Dicono che gli anni ottanta siano stati anni di plastica, vuoti e privi di valori memorabili, sprovvisti di una qualsiasi profondità dimensionale, ma la mia visione in merito è del tutto differente.

Sono perfino affascinata dagli spot pubblicitari dell'epoca, per quanto il sessismo palese e ancora imperante mi abbia fatto storcere il naso non poco.

Per quanto concerne i capelli, amo quelle acconciature uniche e stravaganti, a mo' di “dita infilate nella presa elettrica” o “disastro di elettricità”, non ne conosco la ragione, ma so che ne sono innamorata perché la mia testa vi si adatta in modo estremamente naturale, avendo dei capelli dall'indole disastrosa e che godono di vita propria.

Credo inoltre che sia stato semplice capire come io sia rapita dalla sottocultura dark e di come io desideri emularla, vestendomi di nero e bistrattandomi gli occhi dal colore palustre anche durante quel decennio.

Tuttavia quello stile non è l'unico a catturare la mia attenzione, infatti non disdegno neppure il look eccentrico e stravagante alla Madonna.

Esatto, dimenticavo, amo anche la prima Madonna, quella ragazzina scatenata che cercava costantemente di spodestare la coetanea e rivale (per l'evidente somiglianza) Cindy Lauper.

Ne ho sempre adorato il dinamismo, il brio, la frizzantezza, la personalità sbarazzina e l'aura di positività che irradiava, come se ogni problema potesse sparire per almeno cinque minuti della propria vita.

Infine, ma non per ultimo, sono rimasta anche stregata dal film “La ragazza di San Diego”, con i due bellissimi Nicholas Cage e Deborah Foreman.

Trattava della possibilità che l'amore trionfasse nonostante le differenze di classe e di sottoculture, ovvero tra quella preponderante degli yuppies della Valley californiana e quella punk, più controversa, sotterranea e disturbata.

Ma ora termino qui la mia digressione, non vorrei avervi annoiati con le mie divagazioni innamorate, specialmente riguardo ad un periodo storico ubriaco di ottimismo a cui nessuno assisterà mai più.

  
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