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Autore: Sora_D_Aoi    31/08/2018    0 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla fine della sanguinaria Guerra dei Vertici, scontro epico che ha visto affrontarsi i più grandi esponenti della Marina Militare e le flotte del pirata conosciuto come l'uomo più forte del mondo, l'Imperatore Edward Newgate, giunto fin lì per soccorrere il suo amato figlio nonché Comandante della sua Seconda Divisione Portgas D. Ace. In quella battaglia di smisurate dimensioni entrambe le fazioni hanno subito innumerevoli e dolorosissime perdite, di cui la più clamorosa è stata costituita dalla dipartita dello stesso Imperatore Bianco, che con la sua morte ha inaugurato l’inizio di una Nuova Era.
Tuttavia, questo violento conflitto non ha portato solo sofferenze, ma ha anche spinto dei giovani a compiere delle scelte necessarie per realizzare i loro sogni e soprattutto per proteggere le persone a loro care.
Per una di loro, la 'Vendicatrice degli Abissi' Sora D. Aoi, sarà l'inizio di una grande avventura, ma anche il momento di affrontare un doloroso passato intriso di sangue e morte...
[Sequel di "Cronache di un'Assassina - La Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi": per comprendere appieno le vicende e soprattutto la caratterizzazione della protagonista ne è caldamente consigliata la lettura.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Rivoluzionari, Sabo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...
 
In seguito a cinque giorni di navigazione che si concludono con l’inaspettato ingresso di Rai nella Quarta Divisione e la suddivisione di questa e delle altre in gruppi che prenderanno rotte diverse, i Pirati di Barbabianca giungono finalmente alla meta consigliata da Sabo, ovvero Evergreen, l’Isola Sempreverde, sulla quale la Rivoluzionaria Karen è rimasta in loro attesa.

Una volta sbarcati, i Comandanti delle prime quattro flotte decidono di dirigersi verso la locanda più famosa della città di Pine, la Scott’s Inn. Qui vengono a sapere dal proprietario e loro vecchio amico, Scott, che la ciurma di Mugiwara no Rufy si è riunita il giorno prima a Sabaody mettendo l’intero arcipelago in subbuglio, riuscendo poi a scappare con la propria nave negli abissi, diretta verso l’Isola degli Uomini-Pesce; vengono inoltre informati che Karen si trova effettivamente in città, spingendoli perciò a dividersi per trovarla.

Dopo una ricerca apparentemente fallimentare Ace incappa proprio in quella che sembra essere la ragazza descritta dal locandiere, e i suoi dubbi vengono confermati quella sera stessa, quando tornato alla locanda assieme ai suoi compagni la ammira danzare su un palcoscenico che fa andare in visibilio l’intero pubblico. Terminato lo spettacolo, Karen riesce finalmente a parlare in privato con i quattro Comandanti di Barbabianca, informandoli dell’inaspettata scomparsa del compagno Ryuu ad Haifa e consegnando a Marco un Den-Den Mushi, in modo da potergli fornire in futuro nuove informazioni sui Cavalieri Fantasma.

Mentre i pirati ritornano alla nave vengono fermati da Scott, che chiede loro di salvare la Rivoluzionaria dall’attacco di alcuni cacciatori di taglie. Giunti nella piazza dove Karen è stata circondata dal gruppo di assassini, però, assistono all’inaspettato massacro di questi ultimi da parte della stessa ragazza, che dimostrando una forza e un’agilità fuori dal comune riesce ad abbatterli tutti con la sola potenza dei suoi calci.

Confermata così l’abilità in combattimento della ‘Ballerina Rosso Sangue’, i Comandanti delle prime quattro Divisioni fanno ritorno alla Moby Dick Jr., consapevoli di aver trovato un’altra importante alleata.
 
⑰ - PARTENZA
IL SIMBOLO E LE RESPONSABILITÀ DI UN COMANDANTE

I quattro giorni presso l’Isola di Evergreen volarono veloci per la Seconda e la Quarta Divisione, che sia per comodità organizzative sia soprattutto per desiderio di una sempre più impaziente Aoi sarebbero state le prime a partire.

Il ‘trasloco’ su una delle altre quattro navi della ciurma era stato lungo e sfiancante, ma grazie alla relativa inferiorità numerica rispetto agli altri gruppi, tutti erano riusciti infine a trovare il proprio spazio e a creare un ambiente confortevole quasi quanto quello della Moby Dick Jr.; anche la Vendicatrice degli Abissi era rimasta soddisfatta della cabina che le era stata lasciata, soprattutto perché nonostante i numerosi vestiti stipati nell’armadio aveva ancora molto spazio a disposizione.

La partenza era stata fissata per il primo pomeriggio, in modo che l’equipaggio potesse godersi un ultimo pranzo tutti insieme, ma anche quel momento di comune allegria e serenità passò presto, tanto che il tempo dei saluti sembrò arrivare quasi all’improvviso. I due stessi Comandanti che si erano riuniti per ultimi alla ciurma si ritrovavano ad essere i primi a separarsi nuovamente da quest’ultima, e sebbene si trattasse di un semplice ‘arrivederci’, in molti ne sentivano già la mancanza.

Marco e gli altri tredici ufficiali decisero di accompagnarli fino alla nave, mentre gli altri membri furono costretti a salutarli prima per poter tornare ai preparativi sulle altre navi; nessuno di loro voleva ammettere il proprio dispiacere per quella temporanea ma probabilmente abbastanza lunga separazione, benché non fosse un mistero il fatto che tutti sarebbero un po’ mancati a tutti, soprattutto considerando che non si poteva sapere quando la ‘famiglia’ si sarebbe nuovamente riunita.

“Sicuri di aver preso tutto? La mia Vivre Card l’avete ancora, vero?” domandò la Fenice come un fratello maggiore ai propri fratellini “Mi raccomando, vedete di razionare bene le scorte. Da qui ad Haifa è quasi una settimana di viaggio, e non ci sono punti di sosta; inoltre state sempre all’erta durante il viaggio: pare che la zona attorno all’isola pulluli di mostri marini che potrebbero attaccarvi in qualsiasi momento.”

“Tsk! Con chi credi di parlare, Pennuto? Anche se non come pirata ho viaggiato molto per mare, e teoricamente anche questo idiota dovrebbe sapere il fatto suo!” sbuffò in risposta Aoi, che se da un lato era dispiaciuta di doversi già dividere dai suoi compagni dall’altro non capiva perché già dalla sera prima tutti si fossero comportati come se quello fosse il loro ultimo momento assieme.

“Tranquillo, Marco! Ce la caveremo!” sorrise fiducioso Ace scompigliando i capelli della sorella “Con lei a bordo neanche un Re del Mare oserebbe avvicinar... AHIA!”

“Così impari, stupido Succo di Frutta! E voi smettetela con quelle facce da funerale! Ci rivedremo prestissimo, ve lo dico io!”

“Ci piacerebbe avere il tuo ottimismo, Aoi...” sospirò Speed Jil sforzando un piccolo sorriso.

“Solo che questo mare è pieno di pericoli!” terminò per lui Izou.

“Anche se sappiamo quanto siete forti tenete sempre gli occhi aperti, mi raccomando.” si aggiunse anche Curiel sistemandosi meglio l’elmetto sul capo.

“E tenete il Den-Den Mushi a portata di mano!” raccomandò Halta “Noi faremo il possibile per essere sempre contattabili.”

“Ma sì, smettetela di preoccuparvi! Sappiamo badare a noi stessi!” ribadì Pugno di Fuoco non capendo il perché di tutta quell’apprensione.

“Da che pulpito!”

“Se l’avesse detto Aoi avrei anche potuto crederci...”

“Vedi di non attirare a te un’intera squadra della Marina come hai fatto a Sabaody, caro il nostro genio del travestimento!”

A quella frecciatina non soltanto i Comandanti, ma anche alcuni pirati intenti a trasportare alcune casse su una delle altre navi risero fragorosamente, suscitando un sonoro sbuffo da parte del corvino: “Spiritoso come sempre, Fossa!”

“Tranquilli, gli impedirò di farsi catturare come un cretino. In mia presenza sarà obbligato a rigare dritto.” assicurò la biondina facendo scrocchiare le nocche e congelando il fratello con lo sguardo.

“... C’è nessuno che vuole andare al posto mio...?! Credo di aver fatto un terribile errore a voler... Ahia! Per l’orecchio no!”

“Taci, brutta testa vuota!” intimò l’ex mercenaria tirandolo per l’orecchio “Non so davvero perché abbiate voluto rendere la nostra partenza un evento strappalacrime, ma io conto di rivedere almeno qualcuno di voi al massimo tra un paio di mesi, quindi basta musi lunghi! Anche voi fate attenzione e non esitate a chiamare nel caso aveste bisogno: anche se i Cavalieri Fantasma saranno la nostra priorità non significa che non cambieremo piani per venirvi eventualmente a dare una mano! Dopotutto aiutarsi a vicenda in qualunque situazione è la regola principale di questa ciurma, giusto Pennuto?”

“Sì...” annuì il biondo guardandola per un breve istante e sorridendo appena.

“Che hai da guardare?” chiese lei notando il suo sguardo.

“Nulla... pensavo solo che forse mi mancherà sentirmi chiamare ‘Pennuto’ o ‘Testa d’Ananas’.” confessò il maggiore facendola arrossire appena come suo solito.

“M-ma ti senti?! Vedi ti tornare in te, brutta Testa d’Ananas di mezza età che non sei altro! Possibile che pur essendo io l’unica donna del gruppo siate voi uomini a sparare simili sdolcinatezze?!”

“A me invece penso che mancherà il suo imbarazzarsi per niente!” ci si mise anche Rakuyou ridendo di gusto.

“Già, e le sue espressioni sono impagabili!” gli diede corda il grosso Atomos.

“V-volete che questo sia davvero il nostro ultimo saluto, brutti idioti?!” li minacciò la Vendicatrice degli Abissi allungando un pugno, palesemente imbarazzata.

“Ecco, l’avete fatta arrabbiare.”

“Forse ci mancherà anche il suo umore altalenante...”

“No, quello non credo...”

“La volete piantare sì o no?! Basta: adesso andiamo! Abbiamo già perso troppo tempo, senza contare che non ho intenzione di rimanere qui a farmi prendere in giro!” si offese definitivamente la giovane salendo rapida la passerella che conduceva al ponte della loro nave, per poi girarsi e far loro una linguaccia.

“Forse ci stiamo davvero preoccupando troppo, ragazzi...” fece notare Vista pizzicandosi come al solito i baffi.

“Credo anch’io...! Oltretutto lei sembra felice all’idea di non vederci più per un bel po’...!” commentò Bramenko con il solito ghigno stampato in faccia.

“Se non l’aveste presa in giro magari avrebbe reagito diversamente...” sospirò Marco, in realtà quasi sollevato che nonostante la nuova situazione in cui si sarebbe ritrovata di lì a breve Aoi avesse mantenuto il suo solito atteggiamento “Salgo un attimo anch’io, devo darle una cosa da parte degli altri.”

“Aspettami, vengo con te. Allora ci si vede, ragazzi! Sempre in gamba!” salutò Ace regalando ai suoi compagni un ultimo grande sorriso.

“Buona fortuna, Ace!”

“Fate attenzione, mi raccomando!”

“Niente colpi di testa stavolta!” 

“Ascolta cosa ti dice tua sorella, d’accordo?”

“Stacci bene!”

“Fatevi sentire spesso e teneteci aggiornati!”

“Spero ci rivedremo presto!”

“Sicuro! Alla prossima!”

Fu così che Pugno di Fuoco diede le spalle agli altri Comandanti e si avviò assieme a Marco sulla nave che avrebbe accompagnato lui e sua sorella in chissà quante e quali avventure, rimanendo di sasso nel ritrovare quest’ultima accucciata in un angolo del ponte con gli occhi leggermente umidi e intenta a tirare su col naso: “Sorellina...! Stai... piange”-

“No! È-è quest’odore di pino e salsedine che è troppo forte e mi fa lacrimare gli occhi!” lo zittì subito lei scattando in piedi e soffiandosi in uno straccio il naso gocciolante “P-piuttosto... che cosa vuoi ancora, Pennuto...?! Ho già dato ordine di levare l’ancora, sai?”

“Volevo solo darti un regalo da parte dei ragazzi delle altre Divisioni.” spiegò il Comandante della Prima Flotta allungandole quello che a prima vista sembrava un fazzoletto di stoffa nero piegato in quattro “In realtà un po’ tutti avevano insistito sul volerti dare qualcosa per celebrare il tuo ingresso ufficiale nella ciurma, ma visto che nemmeno Ace aveva idea di cosa potesse piacerti ci hanno messo un po’ prima di decidere quale fosse il dono più adatto. Aprilo.”

La ragazza spiegò perplessa lo strano telo, ma una volta del tutto disteso le fu chiaro di che cosa si trattasse, tanto che per poco non rischiò di lasciarsi sfuggire una lacrima: si trattava di una bandana identica a quella che indossava di solito, con l’unica differenza che nel centro vi era cucito in stoffa viola e bianca il Jolly Roger della loro ciurma, il teschio con gli inconfondibili baffoni del Babbo.

Con quella indosso sarebbe stata in tutto e per tutto un membro dei Pirati di Barbabianca, come aveva sempre desiderato.

“Ti piace, vero? A cucirlo ci ha pensato Wendy, una delle infermiere dell’equipaggio. L’idea è venuta loro quando hanno notato che a prescindere dai vestiti tu indossi sempre una bandana nera al collo... direi che ti si addice.”

“In effetti è davvero bella! Perché non te la provi, sorellina?” le propose il pirata lentigginoso, intenerito dall’espressione di pura meraviglia mista a commozione che lesse sul suo viso.

“A-adesso?” chiese spaesata la biondina, quasi come se le avessero appena chiesto di indossare un prezioso abito da sera o un vestito da sposa.

“E quando sennò? Dai, mettitela!” la incoraggiò il corvino ridacchiando del suo impaccio, osservandola insieme a Marco mentre con vago timore sciolse la sua solita bandana per poi annodare con delicatezza quella appena ricevuta.

Come i due primi Comandanti si aspettarono le calzava a pennello in ogni senso, donandole un’aria minacciosa ma affascinante al tempo stesso; il marchio del Babbo troneggiava ora incontrastato sulla sua figura, rendendo chiaro non solo che fosse della loro ciurma, ma anche che fosse un membro di spicco.

“È perfetta! Ti sta benissimo, Aoi!”

“È molto piratesca. Con quella indosso nessuno oserebbe importunarti senza un valido motivo.”  

“Confermo! Stai benissimo, Aoi-chan!” s’intromise Rai, che stava passando di lì con alcune assi e alcuni chiodi in mano “Degna del mio Comandante!”

“T-tu chiudi il becco e torna al lavoro, stupido Elfo! D-dannazione... Se me l’avessi data prima li avrei ringraziati come si deve...” mormorò con un cipiglio la Vendicatrice degli Abissi, cercando di nascondere la sua felicità.

“In realtà sono stati loro a chiedermi di dartela quando li avessi già salutati: hanno detto che non volevano metterti in imbarazzo o peggio ancora farti commuovere, e visti i lacrimoni di poco fa direi che hanno fatto bene.” spiegò la Fenice sogghignando.

“H-ho già detto che non stavo piangendo, stupido Pennuto! Ascoltami quando parlo!” obiettò lei lanciandogli un’occhiataccia “A-ad ogni modo... grazie...”

“Scusa, puoi ripetere l’ultima parola? Parlavi a voce così bassa che non ti ho sentito.”

“Invece sono sicura che hai sentito benissimo, inutile Testa d’Ananas! Ora scendi dalla mia nave prima che ti costringa io a suon di calci nel didietro!”

“Sapevo che l’avresti detto. Tranquilla, adesso che ho adempiuto al mio compito me ne vado.” sorrise il Comandante della Prima Divisione accarezzandole brevemente il capo “Mi raccomando, cerca di andare d’accordo con tutti e di non strafare. Fatevi vivi appena avrete risolto i problemi ad Haifa.”

“Sì, sì...! E smettila di fare il paparino apprensivo! Per quello c’è già Succo di Frutta!”

“E quando mai lo sarei stato?” inarcò il sopracciglio il corvino.

“Ma soprattutto cercate di non litigare, e tu non essere troppo dura con Ace: proprio perché lo conosci bene dovresti sapere che certe cose non le fa apposta.”

“Ehi! Smettetela di parlare come se non ci fossi!” si alterò il diretto interessato.

“Ho capito, ho capito! Adesso vai, Pollo smielato che non sei altro!” lo spinse via l’ex mercenaria nel timore di cedere a quel leggero pizzicore agli occhi.

“Va bene, non spingere...! A presto, Ace. Le raccomandazioni che ho fatto a lei valgono anche per te, ovviamente.”

“Non avevo dubbi in merito! Anche voi però fate attenzione e teneteci aggiornati su cosa succede sulle altre isole! Buona fortuna, amico!” augurò lo zolfanello battendo il pugno con il biondo, fiducioso che anche il loro viaggio sarebbe andato a gonfie vele.

“Anche a voi. Ci vediamo...!”  salutò per l’ultima volta Marco, prima di spiccare un salto e ricongiungersi agli altri Comandanti sulla terraferma.

Proprio in quel momento la nave che aveva già levato l’ancora da qualche minuto iniziò a muoversi, allontanandosi sempre di più dal porto di Pine. Non ancora soddisfatto Ace si affacciò al parapetto e agitò il braccio verso i compagni con i quali aveva già vissuto mille avventure e con cui sicuramente ne avrebbe vissute altrettante in futuro; Aoi l’affiancò ma non partecipò al saluto, limitandosi ad osservare con un timido sorriso le loro figure che nel frattempo si facevano sempre più piccole e indistinte, fino a che né loro né i contorni dell’Isola di Evergreen furono più visibili.

Un nuovo viaggio era iniziato per i Comandanti della Seconda e della Quarta Divisione, e anche se il suo sapore era dolceamaro e forse avrebbero corso molti pericoli entrambi non vedevano già l’ora di giungere alla prossima isola.

§

Ad Aoi quella giornata era già sembrata fin troppo piena di emozioni, tanto che quando ricevette una chiamata da nientedimeno che Jinbē le venne naturale domandarsi se poco dopo la loro partenza Marco non l’avesse contattato chiedendogli di tirarle su il morale; invece, a detta dell’uomo-pesce, la Fenice non c’entrava nulla.

Così, dopo nemmeno un’ora dalla loro partenza, la Vendicatrice degli Abissi si ritirò nella sua cabina per poter parlare in privato con il suo maestro, al quale aveva pensato spesso negli ultimi giorni dopo aver saputo che Rufy si era messo in viaggio per raggiungere la sua isola.

“Capisco. Anch’io trovo che sia stata un’ottima trovata... come ci si poteva aspettare dal braccio destro del Babbo, del resto.” annuì l’azzurro dall’altra parte della cornetta dopo aver appena saputo di come si erano organizzati “Mi spiace che i Cavalieri Fantasma ti abbiano già creato problemi, Aoi-san... ma per fortuna oltre al sostegno di Ace-san e dei vostri nakama avrai anche quello dell’altro tuo fratello e dei Rivoluzionari! Come ti avevo detto ormai non sarai più sola!”

“Già... Infatti una delle nostre priorità una volta raggiunta Haifa sarà proprio rintracciare un loro compagno, che dal suo arrivo sull’isola non ha più dato sue notizie. Mi hanno tutti assicurato che è un tipo in gamba, per cui sono fiduciosa.” spiegò l’ex mercenaria sorridendo appena “Invece... mi dispiace davvero per tutte le grane che ti ha dato Rufy! Quella brutta testa vuota non ascolta mai nessuno! Oltretutto... sfidare Big Mom in quel modo... già mi si accappona la pelle al pensiero di cosa combinerà una volta arrivato da questa parte! Spero di non dover correre da lui troppo presto!”

“Ah, non preoccuparti! Avrei dovuto saperlo, vista la sua condotta ad Impel Down e a Marineford... però senza il suo intervento temo che Hody e la sua banda avrebbero davvero avuto la meglio su quest’isola... Alla fine lui e i suoi amici ci hanno salvati, e adesso tutta l’isola li considera degli eroi! Oltretutto il suo allenamento con Rayleigh ha dato degli ottimi risultati...!” la rassicurò l’ex Shichibukai.

“Almeno una cosa l’ha fatta giusta, allora! Sono felice di sentirlo... Avrò già abbastanza a cui pensare anche senza preoccuparmi per lui!”

“Immagino...! Per il momento pensa solo ad arrivare sulla prossima isola, poi il resto verrà da sé. Un’ultima cosa, Aoi-san...” la voce dell’uomo-pesce si fece stranamente titubante, lasciandola perplessa.

“Che c’è? Non sarai anche tu preoccupato per noi, spero! Ci hanno già pensato gli altri Comandanti a farci una testa così a suon di raccomandazioni, grazie!”

“No, non è quello... riguarda ancora Rufy... Vedi, poco prima che lasciasse l’isola mi ha fatto la stessa proposta che mi avevi fatto tu prima di partire...” ammise Jinbē, palesando un leggero disagio che la lasciò sorpresa “Al momento ho rifiutato, poiché anche con la sconfitta di Hody ho ancora delle mansioni importanti da svolgere, primo tra tutti svincolarmi da Big Mom... tuttavia, una volta portati a termini i miei compiti...”-

“Ho capito, non c’è bisogno che tu dica altro.” lo interruppe lei con un sospiro.

“Te la sei presa...?”

“Un pochino, ma so che è solo egoismo. Anche se come hai detto tu non sono più sola, una parte di me vorrebbe avere al proprio fianco tutte le persone che mi hanno aiutata nel corso di questi anni, sia per ripagarle di quanto hanno fatto per me sia soprattutto per proteggerle... Tu, la ciurma di Rufy, Sabo e i suoi compagni, Hancock e le Kuja... addirittura quell’insopportabile chirurgo da strapazzo! Però so che è un desiderio impossibile e soprattutto egoista, perché così facendo finirei per privarvi delle vostre esperienze e dei vostri sogni... per questo motivo voglio ignorarlo e andare avanti per la mia strada.” spiegò lei mentre un sorriso un po’ amaro si dipinse sulle sue labbra “Non devi sentirti in colpa perché preferisci seguire quello stupido anziché venire con me... però devi promettermi che se e quando lo farai lo terrai d’occhio anche da parte mia. L’hai visto anche tu, no? È talmente incosciente e spensierato... finirebbe sicuramente per farsi ammazzare se non ci fossero i suoi nakama a contenerlo! Mi fido di te e delle tue decisioni, perciò... a questo punto conto di rivederti nell’equipaggio del futuro Re dei Pirati.”

Il suo maestro rimase in silenzio per quasi un minuto intero, per poi trattenere una risata e affermare: “Non sono passate nemmeno tre settimane da quando ci siamo salutati e sei già maturata un sacco...! Questo viaggio sarà un vero toccasana per te!”

“N-non prendermi in giro, brutto panzone! Se fossi lì con te non oseresti!” arrossì subito il Comandante della Quarta Divisione, sinceramente seccato.

“Scherzi a parte... ti ringrazio per la tua comprensione, Aoi-san. Le tue parole mi hanno davvero risollevato...! Quando arriverà il momento farò il possibile per ripagarti! Prima che quel giorno arrivi, però... sarò sicuramente diventato un membro dei Mugiwara no Ichimi, e darò qualunque cosa pur di condurre il mio nuovo Capitano fino al traguardo. Te lo prometto.”

“Allora ci conto, Jinbē. Mi ha fatto piacere sentirti e soprattutto sapere che quel Moccioso di Gomma sta finalmente per arrivare qui nel Nuovo Mondo. Spero che quando lo incontrerò tu sarai già diventato dei suoi...! Adesso devo andare, il viaggio è ancora lungo e voglio assicurarmi che tutto stia procedendo per il meglio. E poi...” si interruppe un attimo prima di alzare volontariamente la voce “Devo dare una lezione a due idioti che non sanno farsi gli affari propri e pensano di poter origliare davanti alla mia cabina senza che io me ne accorga!” asserì minacciosa, sentendo dei passi allontanarsi velocemente fuori dalla sua porta.

“Ace-san e quel biondino che trovi particolarmente assillante, immagino.” indovinò l’uomo-pesce ridacchiando “Non essere troppo dura con loro, mi raccomando...!”

“Figurati, sarò un angioletto!” promise la sua allieva facendo scrocchiare le dita “Allora ci sentiamo, Jinbē! Vedi di non farti uccidere da Big Mom quando andrai a parlarle!”

“Tranquilla, non succederà: ho la pellaccia dura! Tu invece fa’ attenzione con quegli assassini!”

“Naturalmente! A presto!”

Aoi riattaccò la cornetta al guscio della piccola lumachina, posando poi quell’ultima sulla sua scrivania e avviandosi a grandi passi fuori dalla stanza, un ghigno malvagio sul viso: “Venite fuori, brutti impiccioni che non siete altro! È ora della vostra punizione!!!”

§

“Quindi Rufy ha dato una lezione a quell’uomo-pesce che voleva distruggere la sua stessa isola e ora sta venendo qui nel Nuovo Mondo?!” domandò entusiasta Pugno di Fuoco cercando di ignorare il forte dolore alla testa, sulla quale era spuntato un enorme bernoccolo causato naturalmente da un pugno della sorella.

“Incredibile! Anche vostro fratello minore sembra un fenomeno!” si aggiunse Rai massaggiandosi la nuca, avendo ricevuto lo stesso trattamento del corvino.

“Non fate i finti tonti! Lo sapete benissimo: stavate origliando!” rimase impassibile la Vendicatrice degli Abissi sedendosi al tavolo della più modesta mensa e incrociando le braccia al petto “Sbaglio o ti avevo già dato una lezione per quello che avevi fatto a me e a Koala, razza di Elfo piantagrane? Non ti è bastata?! Guarda che se non la smetti di farti gli affari miei ti rispedisco via aerea ad Evergreen!” minacciò poi l’aiuto-carpentiere mostrandogli il pugno “Ora fila al lavoro!”

“Lo farei se ne avessi, Aoi-chan, però...”

“Mi stai dicendo che non hai nulla da fare?! Non ci credo! Sbaglio o sei un carpentiere?”

“Un aiuto-carpentiere, per la precisone, anche se effettivamente sono l’unico carpentiere di questa nave! Finché qualcuno non rompe o non mi chiede di costruire qualcosa sono del tutto libero, il che è il massimo perché così posso fare compagnia a te e a Ace-san!” spiegò il biondino con un enorme sorriso “Non sei felice, Aoi-chan?!”

“Nemmeno un po’! E poi ti ho detto e ripetuto di smetterla con quel ‘-chan’! Sei davvero insopportabile!” sbottò la ragazza fulminandolo con lo sguardo “Non m’interessa che non ci siano mansioni di tua competenza: alzati e vai a chiedere agli altri della nostra e della Seconda Divisione se hanno bisogno di una mano per qualcosa! Non tollero che i miei sottoposti e ne stiano in panciolle!”

“M-ma”-

“Fila!”

“E dai, sorellina! Non essere così dura con lui! Se non ha nulla da fare che si riposi e si diverta! Ti ho già detto che le avventure per mare non sono fatte solo di doveri! Rilassati!” cercò di calmarla Ace “Anche molti dei miei ragazzi in questo momento sono nelle loro stanze a giocare a carte o a dormire, ma va bene così! Quando ci saranno compiti da svolgere li porteranno a termine senza aver bisogno che io li comandi a bacchetta!”

“E-ecco, ascolta Ace-san! Oltretutto io voglio diventare tuo amico, e per farlo ho bisogno di passare più tempo possibile con te!” le ricordò l’aiuto-carpentiere “Se non lo facessi non potresti abituarti alla mia compagnia!”

“Non diventeremo mai amici se il tuo piano consiste nell’assillarmi in continuazione e invadere i miei spazi personali! A me piacciono le persone discrete e tranquille, mentre tu incarni l’esatto contrario, stupido Orecchie a Punta!”

A quell’affermazione Rai parve scoraggiarsi, tanto che le sue buffe orecchie appuntite sembrarono quasi abbassarsi come quelle di un cagnolino triste, ma si riprese subito e tirò fuori da una tasca della sua giacca un blocchetto per appunti e una matita, asserendo mentre scriveva: “Nota numero uno: ad Aoi-chan piacciono le persone tranquille e discrete...”

“Che accidenti stai facendo, idiota?!” scattò il suo Comandante cercando di colpirlo di nuovo sulla testa.

“Non di nuovo...!” supplicò lui schivando il colpo per un pelo, prima di rispondere “S-stavo prendendo appunti! Non posso diventare tuo amico se prima non imparo a conoscerti, no?! Con Ace-san è stato tutto molto più facile, abbiamo parlato parecchio e io so già molte più cose su di lui... ma con te è impossibile! Pure quando eravamo con tutte le altre Divisioni preferivi comunque startene per i fatti tuoi, dando retta esclusivamente agli altri Comandanti! E anche prima, quando ti sei chiusa nella tua cabina per parlare in privato con il tuo maestro al Den-Den Mushi...” sembrò quasi rattristarsi “Credo che anche gli altri ragazzi della Quarta Divisione vorrebbero sapere qualcosa in più sul loro nuovo Comandante, per quanto questo possa essere introverso e riservato di natura!”

Aoi lo guardò, sorpresa da quella dichiarazione, e realizzò solo in quel momento che effettivamente il ragazzo aveva ragione: i suoi nuovi sottoposti non sapevano nulla di lei, così come lei a stento sapeva collegare qualche nome a qualche viso... Anzi: il fatto che alla fine avessero deciso di regalarle una bandana dimostrava quanto a lungo l’avessero osservata per cercare di capire quale fosse il dono più adatto da farle, mentre lei... lei non sapeva niente di nessuno esclusi suo fratello e gli altri Comandanti; non poteva nemmeno dire di conoscere Rai, visto che neppure a lui aveva mai chiesto qualcosa di personale.

Fino ad un paio di ore prima si era sentita così fiera, così felice di avere una prova tangibile della sua appartenenza alla ciurma del Babbo... ma la verità era che non lo sarebbe mai stata veramente, se non si fosse prima impegnata ad imparare a conoscere quantomeno i membri della Flotta che le era stata assegnata; il suo era semplicemente un titolo: non sarebbe mai stata un Comandante del calibro di Marco o di suo fratello se prima non avesse almeno provato a dare la giusta importanza alla sua nuova famiglia.

Come aveva fatto a non rendersene conto prima?!

“Ah...! La conosco, quella faccia... è quella che fa quando si rende conto di aver fatto qualcosa di sbagliato e si sente la creatura peggiore di tutto il Creato.” affermò il corvino, avendo capito subito dalla sua espressione che in qualche modo il discorso dell’aiuto-carpentiere era riuscito a mortificarla “Ehi...! Non fare così! Rai non voleva farti sentire in colpa! Ti ha solo fatto notare una cosa...”

“S-sì! Non era affatto mia intenzione, Aoi-chan! Scusami, forse ho esagerato...”

“No...! Hai ragione... Io... non so niente dei miei sottoposti, e loro non sanno nulla di me... Ci sono delle cose che non mi sento ancora pronta a rivelare, ma ce ne sono altrettante che i miei nakama avrebbero il diritto di sapere sul mio conto! Come possono fidarsi di me se le uniche cose che sanno sono il mio nome, quali sono i poteri del mio Frutto del Diavolo e che sono la sorella del Comandante della Seconda Divisione?! Non è giusto...”

“Ehi... Non è nulla di irrimediabile...! Avrai tutto il tempo del mondo per imparare a conoscerli, così come loro ne avranno per conoscere te...!” cercò di rassicurarla il fratello posandole una mano sulla spalla e sorridendole affettuoso “Credi forse che io abbia imparato tutto e subito? Quando io e la mia ciurma ci siamo uniti al Babbo non hai idea di quante emicranie mi siano venute a forza di ficcarmi in testa nomi e visi! Una volta superato quel momento è arrivato quello di imparare a conoscerli a livello personale... ma ti dirò, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare quella è stata la parte più facile: semplicemente vivendo giorno dopo giorno assieme viene naturale scoprire e voler scoprire aspetti del carattere e della personalità di ciascuno di loro ancora ignoti! Il passo più importante che devi compiere è quello di imparare ad aprirti con loro, senza aver paura di venire giudicata... vedrai che una volta fatto questo riuscirai a conoscerli tutti in pochissimo tempo e a fidarti di loro a tal punto da riuscire a parlare anche delle cose che ti spaventano!”

Forse fu perché l’aveva sentito quello stesso pomeriggio, ma quelle parole le riportarono alla mente il discorso che prima Jinbē e poi lo stesso Ace le avevano fatto sull’Isola degli Uomini-Pesce, poco più di due settimane addietro: “Sì... hai ragione... Anche perché l’avevo promesso sia a te che a Jinbē... Devo cercare di aprirmi sia con voi che con tutti gli altri nostri nakama, se voglio poter instaurare quel rapporto di fiducia incondizionata su cui si basa la nostra ciurma... Approfitterò di questi sei giorni di viaggio per imparare a dialogare di più con i miei uomini e per permettere loro di fare altrettanto, iniziando già da stasera...! Diventerò un Comandante serio ma affidabile del quale la mia Divisione possa fidarsi ciecamente.”

“Questo sì che è un bel proposito, sorellina!” si congratulò Pugno di Fuoco fiero di lei “E noi ti aiuteremo a sbloccarti, vero Rai?”

“Certamente! È questo l’obbiettivo principale che mi sono imposto!” annuì il biondino scoprendo i denti bianchissimi in un sorriso “Non temere, Aoi-chan!”

“Rai!” lo richiamò la stessa Aoi facendolo sobbalzare.

“S-sì...?”

Si sorprese non poco, l’aiuto-carpentiere, nel vedere il suo Comandante arrossire appena e girare il capo dall’altra parte: “M-mio malgrado... mi hai ricordato una promessa importante che avevo fatto a Succo di Frutta e al mio maestro, nonché un obbiettivo che mi ero prefissata... Grazie...”

Il giovane pirata rimase sbigottito, ma ci volle poco perché dei grossi lacrimoni per nulla virili minacciassero di scivolargli sulle guance e il suo naso si tappasse di muco: “A-Aoi-chan...! D-di niente, era il minimo che potessi fare per il mio Comandante...!” singhiozzò scattando verso di lei “Abbracc”-

“Scordatelo, stupido Elfo!” lo scacciò in malo modo lei tirandogli un ceffone “Anche se ti ho leggermente riconsiderato non significa che mi piaccia l’idea di farmi toccare da te! Farò del mio meglio per aprirmi con te e gli altri nostri compagni, ma il contatto fisico è precluso a tutti! Sono pur sempre una Kuja!”

“E-e io che ci avevo sperato...” si massaggiò la guancia il biondino, scoraggiato “Beh, pazienza... Scusami, Aoi-chan...”

“Aspetta un attimo... è precluso anche a me?!” si agitò subito Ace.

Soprattutto a te.” replicò lei con un ghigno “Magari questa è la volta buona che anche tu impari a rispettare i miei spazi privati e a smettere di usare ogni scusa buona per toccarmi i capelli.”

“M-ma io sono il tuo fratellone! Devo dimostrarti il mio affetto e”-

“Provaci, poi vediamo che succede!”

“S-sei davvero un piccolo demonio, sai?”

“Lo prendo come un complimento.”

“Nota numero due: ogni tanto Aoi-chan manifesta forme di violenza psicologica e verbale nei confronti di Ace-sa”-

“E tu smettila con quel quaderno! E poi che accidenti di appunto sarebbe quello?!”

§

Similmente al soggiorno ad Evergreen, anche i sei giorni di viaggio passarono rapidi e fortunatamente senza complicazioni, a parte il raro attacco di qualche mostro marino finito poi in padella.

Come si era ripromessa di fare, in quel lasso di tempo Aoi aveva imparato molte più cose sui suoi sottoposti di quanto non avesse fatto prima, e anche se con un po’ di difficoltà era riuscita anche a parlare loro di sé, tanto da sorprenderli con la sua inaspettata ‘loquacità’. Tutti i nakama della Quarta ma anche della Seconda Flotta erano venuti a conoscenza delle sue origini, delle numerose difficoltà che avevano caratterizzato la sua infanzia e la sua adolescenza e delle circostanze che le avevano permesso di trovare in Ace, Sabo e Rufy i primi autentici membri della sua famiglia; in cambio loro le avevano parlato a lungo di Satch, il suo sempre allegro e affidabile ‘predecessore’, ricordando con nostalgia tutti i bei momenti passati assieme. Quegli scambi di informazioni e soprattutto di memorie avevano permesso alla Quarta Divisione di consolidarsi ulteriormente, e la Vendicatrice degli Abissi non sarebbe potuta essere più felice di quel piccolo ma significativo risultato.

Intanto, il momento previsto per lo sbarco ad Haifa si stava facendo sempre più vicino, ma nonostante ciò sulla nave non c’era ancora tensione, il che se da un lato era positivo dall’altro avrebbe potuto essere pericoloso una volta raggiunta l’isola, sulla quale si era deciso che sarebbero sbarcati quasi tutti eccetto una ventina di persone incaricate di fare la guardia alla nave.

“È davvero sicura, Comandante? Koala-chan ha descritto quel monastero come un posto sinistro, soprattutto per tutte le bestie selvatiche che abitano nel bosco ad esso sottostante!” domandò timoroso uno dei pirati della Quarta Divisione dopo che Aoi ebbe richiamato tutti in sala mensa per illustrare il piano che avrebbero seguito una volta giunti a destinazione “Anche se lei e Ace siete molto forti forse sarebbe il caso di andare tutti...”-

“E far sapere al nemico che siamo arrivati? No, grazie! Solo io ed Ace raggiungeremo la cima della montagna: escluso chi rimarrà a guardia della nave, voialtri ci accompagnerete fino in città, e una volta lì vi limiterete a tenere d’occhio la situazione e a respingere le eventuali belve o nemici che potrebbero spingersi al suo interno!” ripeté la ragazza con un tono che non ammetteva repliche “E comunque ti ho già detto di non darmi del ‘lei’, Jean!”

“V-veramente mi chiamo John...” la corresse lui, facendola arrossire appena.

“... Giusto. Scusa, John.”

“Non fa niente...!”

“Ma cosa intendi con ‘tenere d’occhio la situazione’, Comandante?” chiese un altro perplesso.

“Intendo dire che dovrete osservare i movimenti e i comportamenti dei cittadini facendo però in modo di non sembrare loro ostili! Considerando quello che stanno passando non sappiamo che accoglienza ci riserveranno una volta arrivati, per cui è meglio procedere con cautela. Io ed Ace cercheremo di guadagnarci la loro fiducia, e una volta ottenute nuove informazioni vi organizzerete di conseguenza. Ad esempio, se secondo le fonti locali i proprietari delle navi che non sono più ripartite si fossero apparentemente smarriti nei boschi circostanti... sareste voi a dover indagare su che fine hanno fatto, visto che la nostra priorità sarà invece scoprire chi c’è dietro tutti questi strani avvenimenti e soprattutto ritrovare Ryuu. Rai... mi scoccia un po’, ma voglio che sia tu il loro capogruppo.”

“D-davvero...?!” volle conferma l’aiuto-carpentiere, sorpreso.

“Sì... volevi che ti dessi più fiducia, no? Questo sarà il tuo banco di prova dove potrai dimostrare le tue capacità. Spero non abbiate nulla in contrario, voialtri.”

“Figurati, Comandante!”

“È una tua decisione e noi non possiamo che accettarla! E poi Rai è in gamba!”

“Anche voi della Seconda Flotta siete d’accordo?”

“Sicuro!”

“Perfetto, allora. Vedi di non deludere nessuno, Orecchie a Punta.”  

“Non preoccuparti, Aoi-chan! Farò del mio meglio!” promise il biondo entusiasta.

“E per quanto riguarda i bambini scomparsi, invece?” domandò Pugno di Fuoco.

“Beh... visto che secondo le informazioni sono stati tutti condotti nel monastero è probabile che li troveremo là... tuttavia il loro ritrovamento va al secondo posto. Siamo pirati, e anche se non siamo senza cuore come lo sono altri non possiamo aiutare tutti: se li incontreremo sul nostro cammino li libereremo e li metteremo al sicuro, altrimenti mi spiace... ma lasceremo quest’incombenza a Sabo e agli altri quando arriveranno.”

“Non condivido del tutto questa scelta, ma immagino che per il nostro bene non possiamo fare altrimenti...” concesse il corvino non del tutto convinto.

“Non possiamo farci condizionare. I nostri obbiettivi devono essere chiari, se vogliamo che tutto vada per il meglio. Lo stesso vale per tutti voi!”

“SÌ!”

“Ace-Taichō! Aoi-Taichō!” s’intromise uno dei pirati che era stato esentato dalla riunione per rimanere in vedetta “Terra in vista! Dovremmo arrivare tra mezz’ora al massimo!”

“Caspita, è già ora?!”

“Tenetevi tutti pronti! Non sappiamo che cosa troveremo una volta sbarcati! Attenetevi al piano e andrà tutto per il meglio!”

“SÌÌÌ!!!”

“Eh, eh...! Sembri proprio un vero Comandante, sorellina!” cercò di sdrammatizzare Ace con un sorriso “Sono fiero di te!”

“P-piantala, idiota! Vedi piuttosto di non darmi problemi!” lo ammonì lei guardandolo di traverso “Mi aspetto la massima efficienza anche da te, stupido Succo di Frutta!”

“Sì, sì, non preoccuparti! Non sono mica partito ieri!”

“Quest’affermazione non mi consola per niente, viste tutte le pessime figure che hai fatto da quando ci siamo rivisti...”

“Pungente come al solito, eh? Sorella di poca fede...!”

Con uno sbuffo vagamente divertito la Vendicatrice degli Abissi uscì sul ponte a prua, identificando in lontananza una grossa montagna e un’imponente costruzione sulla sua cima; forse sarebbero bastati venti minuti per raggiungerla, anche se a lei quel lasso di tempo sembrava un’eternità.

Non aveva idea di che cosa avrebbe trovato una volta toccata terra, ma sapeva che con suo fratello e i suoi compagni non avrebbe avuto nulla da temere.

Un perverso e spaventoso nemico, però, li stava già aspettando.
 
  
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