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Autore: Colarose    31/08/2018    4 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ah, i Cooman… sempre a profetizzare!


«Veramente squisite queste caramelle al limone, Albus.» Commentò la signora seduta dall’altro capo della scrivania del preside, succhiando la caramella. «Devi dirmi assolutamente dove le compri...»

Era una donna di mezz’età, ma poteva sembrare più giovane. I capelli erano biondi e ricci, e aveva due grandi occhi di un grigio molto chiaro, impressionanti e suggestivi.

Silente ridacchiò «Mi dispiace, Breana, ma è un segreto. Tuttavia, sono felice che tu abbia accettato di assaggiarle! Sei solo la quarta in settant’anni di carriera»

«Onorata allora» rispose felicemente Breana, poi si mise più composta «Allora, Albus, per cosa mi hai chiamato?»

Avevano chiacchierato per almeno dieci minuti, tra convenevoli e altro, credeva che fosse venuto il momento di rivelargli il perché l’aveva invitata lì.

Silente sospirò e incrociò le mani.

La finestra dietro di lui era leggermente aperta, facendo entrare la lieve brezza di quella notte di inizio marzo.

«Vorrei proporti di occupare la cattedra di Divinazione a settembre. Il professor Khan ormai è diventato troppo anziano e non se la sente più di continuare. Quindi mi ritrovo con un posto libero nel personale l’anno prossimo. Ho subito pensato a te, dopotutto sei la discendente di una famosa veggente.»

La signora stette in silenzio «Ormai il dono della mia bisnonna sta andando sempre più a sfumarsi, Albus. Il mio Occhio Interiore non è abbastanza acuto per occupare una cattedra del genere. Inoltre non ho mai sognato di insegnare. Per non parlare di fare l’insegnante di divinazione… quando seguivo il corso notavo sempre gli sguardi scettici e quasi derisori dei miei compagni alla professoressa di quei tempi. E sinceramente, non mi va di ricevere quegli stessi sguardi»

«Un vero peccato, Breana. Capisco che per i veggenti non è facile farsi prendere sul serio, ormai noi umani siamo molto attaccati alla logica e alle cose oggettive… Tuttavia insisto.»

Albus non aveva mai preso molto in considerazione la Divinazione, sin da giovane l’aveva giudicata un’arte inesatta e non molto utile. Fosse per lui l’avrebbe tolta di mezzo, ma c’erano studenti che se ne appassionavano e che ci credevano fermamente. Con lui non aveva mai funzionato, non aveva mai scelto quelle lezioni al terzo anno, tuttavia una volta Cassandra Cooman (l’unica volta che la incontrò) provò a fargli leggere una tazzina da tè. Inutile dire che non vide proprio niente, ma la veggente ci aveva visto una croce. Da quel momento la sua opinione verso la Divinazione si era abbassata di più. Ma dopotutto, si sa, la Divinazione funziona solo con quelli che hanno la ‘Seconda Vista’. Anche su quello era stato piuttosto dubbioso, ma forse lui era solo un vecchio ottuso che non capiva una ceppa.

«Rifiuto ancora, sono quasi totalmente priva del dono.» Disse Breana decisa «È diminuito da generazione a generazione. Però sembra che Sibilla, mia nipote, lo abbia ereditato più di tutti. Ma ha ancor 10 anni… inutile che te lo dico» confidò poi

«E va bene, vedrò di trovare un altro possibile candidato…» si arrese il preside

Breana gli sorrise «Mi dispiace molto, spero che lo troverai. Io devo andarmene, ormai si è fatto tardi.»

«Vuoi un’altra caramella al limone, prima che tu ne vada?» chiese cortesemente Albus

«Si, gra-» Breana si bloccò di colpo, lo sguardo si fece improvvisamente vuoto e le pupille si dilatarono in modo inquietante, mentre la signora prendeva a espirare l’aria bruscamente.

«Breana, stai bene?» domandò preoccupato Silente.

Breana prese a parlare, con una voce aspra, rauca.

«Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore... Nato in un tempo non ancor compiuto, eroe di una guerra che non esiste. Colui che ha violato il fato, colui che è sfuggito due volte alla Nera Mietitrice...Destinato a confrontarsi con l’Oscuro Signore, in qualunque spazio, in qualunque tempo...E uno dovrà morire per mano dell’altro... perchè nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive...Il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore è giunto...»


Poi roteò gli occhi, quasi facendoli andare all’indietro. Poi scosse la testa. Breana si voltò verso Silente, che la osservava assorto. Era anche agitato, ma lo nascose per bene.


«Beh… grazie per l’ospitalità Albus! Arrivederci!» esclamò allegramente, prendendo una caramella al limone e alzandosi.
Sembrava non ricordarsi niente di quel che era successo giusto pochi secondi fa.


«Arrivederci» rispose Silente con un sorrisetto accennato. La signora uscì dall’ufficio, e Silente si poggiò pesantemente sulla poltrona.


Un pipistrello, passato inosservato per tutto quel tempo ai due, lo osservò brevemente con i suoi occhietti scuri. Era poggiato sul davanzale della finestra, e poco dopo spiccò il volo, confondendosi in quella fresca notte nera.




*



Remus, da quella notte di gennaio, vedendo Harry rifiutarsi categoricamente di dire qualcosina in più, aveva preso a fare mille congetture (dopo aver passato una notte insonne).

Naturalmente, si era subito chiesto se Harry li conosceva nel futuro, di chi era figlio, e che fine i Malandrini avevano fatto.

Era, ovviamente, palese, che Harry era un discendente della famiglia Potter. Ma di quale Potter era figlio?

Remus non voleva accettare quella unica, ovvia, risposta (perché accettarla lo avrebbe scioccato profondamente. Lui doveva conservare la sua salute mentale finchè poteva, soprattutto quando questa veniva leggermente danneggiata ogni giorno dai suoi amici)

Quindi, sicuramente, Harry non era il figlio della-persona-che-pensava.

«Ci sono molte possibilità… n-no? Potrebbe essere il figlio del figlio di James, oppure… o addirittura il pronipote di James! Però questo significherebbe che la guerra con Tu-sai-Chi è durata per più di trent’anni… Magari ci è stato qualche incesto, tipo la sorella e il fratello, figli di qualche figlio di James. O forse è imparentato con James tramite la figlia di suo figlio. Oppure è qualche sorta di fratello perduto di James, che negli anni a venire, si rifarà vivo…» Remus capiva perfettamente che queste teorie erano davvero improbabili, ma voleva mettersi al riparo. Perché considerare la cosa in quel modo era troppo difficile.

Non la nominava neanche nella sua mente, figurarsi se era pronto.

Ma ormai un mese era passato, e quella teoria prese sempre più piede nella sua mente.

«Remus, per Merlino, vuoi smettere di fissarci?!» sbottò James «Sei inquietante!»

Remus sobbalzò, risvegliandosi dallo stato cationico in cui era caduto. Da qualche mezz’ora osservava i due, con un pallore che faceva invidia a un cadavere e con gli occhi spalancati come due palline da ping-pong.

«Dovresti andare in infermeria, sembra che potresti svenire da un momento all’altro» sussurrò Peter preoccupato. Remus scosse energicamente la testa. Troppo energicamente.

«N-No, io sto bene» Disse con un sorrisetto incerto e tremolante «Una meraviglia! Mai sentito meglio! E perché dovrei stare male? Insomma, guardate che bella giornata!!» blaterò velocemente, gesticolando.

«Ma se piove» disse Sirius inarcando un sopracciglio.

Remus fece una risatina, alzandosi di scatto «Oh! Non me ne ero accorto! Una pioggia proprio silenziosa!»

«Ci sono i tuoni.»

Remus scrutò Sirius con gli occhi spalancati «Vabbè! Sono sicuro che domani sarà proprio una bella giornata! Ma che c’entra questo! Io sto bene comunque, no? App- »

«Sei sic- »

«HO DETTO CHE STO BENE» Strillò Remus istericamente facendo saltare Peter.

Poi uscì dalla Sala Comune a passo di marcia.

I quattro si cambiarono uno sguardo sconcertato.





Quella stessa sera, Harry correva come un maniaco per i corridoi, un libro stretto al petto. Evitò istintivamente tutti i corridoi in cui sapeva che a quell’ora c’era la ronda, e prese varie scorciatoie.

Salì velocemente le scale del dormitorio maschile, spalancando la porta e chiudendosela dietro.

Osservò i ragazzi addormentati.

Doveva svegliarli, poco importava se erano le due di notte.

Gettò velocemente un Muffliato molto potente.

«Sonorus» si schiarì la gola «SVEGLIAAAAAAAAAA»

Peter fece un salto e si rifugiò sotto le coperte in cerca di riparo, Remus alzò di scatto il busto, Sirius balzò in piedi sul letto andando a sbattere la testa contro una delle colonne. Cercò di aggrapparsi alla tenda, ma questa si ruppe e cadde a terra.

«Oggi morirà qualcuno!» urlò furioso

James urtò la fronte contro lo spigolo del comodino «Per Merlino impanato con l’impasto fatto dalla sua barba! Cucinato al forno e pure mangiato!»

Passò qualche secondo di silenzio, prima che Sirius alzasse la testa dal pavimento, con un’espressione dolorante. Notò Harry in piedi davanti alla porta.

«SI PUÒ SAPERE CHE CAVOLO TI PRENDE ALLE TRE DI NOTTE?!» lo aggredì, alzandosi

«In realtà sono le due» replicò tranquillamente Harry, non posando la bacchetta. Non si sa mai

Peter uscì da sotto le coperte, mentre tutti lo guardavano ancora storditi. Il corvino era consapevole che tra poco sarebbe arrivata l’esplosione, quindi meglio distrarli.

Alzò in alto il libro che aveva in mano. Sembrava molto vecchio e fragile, dava l’impressione che da un momento all’altro si sarebbe sbriciolato.

«L’ho trovato, ragazzi!» esclamò euforico «Ho trovato il libro sugli Animagus!»

«C-cosa?!» balbettò James, alzandosi in fretta e furia e per poco non inciampando per mezzo delle coperte.

«Ma allora esiste in questa maledetta scuola…» sussurrò Remus, che non sapeva se essere contento o no.

«Dove l’hai trovato?» domandò Sirius

«Era nell’ufficio della McGranitt. Non riuscivo a dormire, quindi ho pensato di andare a fare altre ricerche» rispose Harry rapidamente, aprendo delicatamente il libro e cercando sull’indice.

In realtà lo aveva trovato nella Stanza delle Necessità, in mezzo a tutti quei libri e scaffali. Si era dato mille volte dello stupido, per non averlo notato prima. Anche se, ora che ci pensava, era sullo scaffale più in alto.

Tutti si sedettero compostamente sui propri baldacchini, ascoltando attentamente Harry.

«In questo libro ci sono molti rituali e altre magie stravaganti. Per la maggior parte sono anche illegali… credo che risale almeno a duecento anni fa, sapete?»

«Non se li porta molto bene, a quanto vedo…» borbottò Sirius ironico.

«Harry… sei sicuro che la McGranitt non si accorga che non c’è il libro?» chiese Peter incerto.

«Certo» annuì l’amico «L’ho duplicato» inventò poi «Oh, ecco, ho trovato! Pagina cinquecentosettantadue.»

Tutti si misero ritti, neanche a una lezione erano stati così attenti

«Vabbè… qui parla di cosa sono… i rischi… e altre robe che non ci importano» glissò rapidamente Harry.
Li avevano letti circa un migliaio di volte, dopo un po’ ci si stufava.

Remus spalancò gli occhi

«Oh, ecco!
Primo: trovare una foglia di Mandragola e tenerla in bocca per un intero mese (da Luna Piena a Luna Piena) questa non deve essere né tolta né ingerita e né rotta, altrimenti il processo deve ri-iniziare da capo.»

«No no, ripeti» lo interruppe James inorridito «Forse non ho sentito bene.»


Harry ripetè «Trovare una foglia di Mandragola e tenerla in bocca per un intero mese (da Luna Piena a Luna Piena) questa non deve essere né tolta né ingerita né rotta, altrimenti il processo deve ri-iniziare da capo.»

«Ripeti di nuovo» disse Sirius sforzandosi di avere un tono calmo e inespressivo

Harry rilesse pazientemente.

«Rip- »

«Per l’amor del cielo, ragazzi! Dobbiamo prendere una fottuta foglia di Mandragola, mettercela in bocca e non togliercela per un intero fottuto mese! Questo c’è scritto!» sbottò Harry infastidito.

Gli altri lo guardarono stupiti.

«Ha detto… ha detto "fottuto"... Jamie…. Capisci?» sussurrò Sirius emozionato
«Sì… sì Sirius… che giorno è oggi?»
«Il 5 marzo mi pare…»
«Dobbiamo segnarlo.»

«Ma riuscite a essere seri per più di dieci secondi?!» Remus gettò loro un’occhiataccia

Sirius ricambiò «Quanto si può essere seri quando si scopre che dobbiamo mettere in bocca quelle schifosissime foglie di Mandragola?! Come mangeremo? Come parleremo? Come ci laveremo i denti? Il nostro alito puzzerà talmente tanto da far svenire tutti!»

«Magari se sdrammatizziamo la cosa sembrerà meno schifosa!» continuò James convinto

«Secondo» Harry alzò la voce irritato, sovrastando gli altri e calcando esageratamente la parola. «Mentre si tiene in bocca la foglia di Mandragola, si possono iniziare a cercare gli altri ingredienti. Ovvero una crisalide di una sfinge testa di morto- »

«Una crisalide di CHE?!» lo interruppe Peter confuso

Harry si trattenne dal digrignare i denti. Perché proprio lui doveva leggere?! Perché?!
Solo ora capiva quella pover’anima di Hermione

«Una crisalide di una sfinge testa di morto» sibilò a denti stretti.

«E dove la troviamo?!» domandò Sirius incredulo

«Che vuoi che ne sappia io!» esclamò il corvino, impaziente di continuare a leggere

«Comunque» riprese «e la rugiada raccolta con un cucchiaino in argento in un luogo che non sia stato contaminato nè dalla luce del sole, nè dalla presenza di un essere umano per sette giorni interi.»

«Se neanche un solo essere umano ci è andato, ci sarà un motivo.» Borbottò Remus, pensando al peggio.

Peter rabbrividì

«Ci ritroveremo probabilmente un esercito di gigantesche Acromantule» disse James pensieroso.

«Oppure un mucchio di belve enormi pronte a ucciderci» immaginò Sirius

«Sì, probabilmente sì» confermò Harry tranquillamente

«Moriremo tutti…» piagnucolò il biondino, mettendosi le mani a coppa in faccia.

«Potreste evitare di dire le vostre idee ad alta voce?!» se ne uscì Remus, che era già sbiancato «Può anche essere che sia un luogo tranquillo» continuò cercando di rassicurare Peter. E anche sé stesso.

«Continua.»

Terzo» iniziò Harry «Arrivata la seconda Luna Piena, rimuovere la foglia dalla bocca senza pulirla dalla saliva e riporla in una fialetta di cristallo posizionata in modo che riceva i raggi diretti della Luna, se la notte è nuvolosa, ripetere l’intero procedimento. Alla fiala di cristallo, aggiungere gli ingredienti che avete preso, e infine, un proprio capello.»

«Questo è da pazzi! Ripetere l’intero procedimento?! Questo vale a dire che non solo dobbiamo farci ri-puzzare l’alito, ma dobbiamo anche affrontare le bestie un’altra volta!» Sirius era incredulo e oltraggiato.

Probabilmente quel libro era stato scritto da un vecchio pazzo!

«Non è detto che ci saranno bestie!» insistè Remus disperato. Mannaggia a Harry che si era fatto venire quella idea, ora rischiava anche di perdere per sempre i suoi unici amici!

«E io dovrò pure strapparmi un mio fantastico capello!» si disperò James, toccando i suoi capelli con affetto. «Quarto: Riporre quindi il miscuglio in un luogo tranquillo e buio, dove non andrà nè guardato, nè toccato fino al temporale successivo. L’attesa di un temporale potrebbe durare settimane, giorni, anni- »

«Magari pure secoli, va’!» sbottò l’altro Potter.

Harry lo ignorò «Nel frattempo la fiala di cristallo deve rimanere completamente ferma e al sicuro dalla luce del sole. In caso di contaminazione, si possono verificare mutazioni tremende.»


«Molto rassicurante» borbottò Sirius.

«Sono certo che la nostra fine è vicina» disse tetramente Peter.

«Resistere alla tentazione di andar a vedere la pozione fino all’arrivo dei primi lampi. Se si continua a ripetere l’incantesimo "Amato Animo Animato Animagus” all’alba e al tramonto, arriverà il momento in cui toccando il petto con la punta della bacchetta, si sentirà un secondo battito, a volte più potente del primo, altre volte meno. È fondamentale non interrompere la procedura.»

«Amato Anoma Animeto Animagus…?» disse Remus confuso.

«Amato Anota Animati Animagus» lo corresse Peter

«Stupidi! È Amito Animo Enimato Animagus» li smentì Sirius.

«In realtà è Tamato Amimo Animato Animagu» intervenne James convinto.

«Non so voi, » cominciò Harry ironico e divertito «Ma qui c’è scritto chiaramente: "Amato Animo Animato Animagus" »

«Oh» esalò Peter imbarazzato.

«Ma che è?! Uno scioglilingua?» chiese Sirius aggrottando le sopracciglia incredulo.

Il corvino scosse la testa con un piccolo sorriso e continuò: «Quinto: Subito dopo la prima comparsa del primo lampo in cielo, dirigersi al luogo dov’è nascosta la fiala di cristallo, se i passaggi precedenti sono stati eseguiti correttamente, si noterà una piccola quantità di pozione color rosso sangue, all’interno della fiala. È fondamentale spostarsi in un luogo spazioso e sicuro, dove la trasformazione non possa causare preoccupazione o danni fisici.»

«Infatti, immaginate se qualcuno di noi si trasformasse in un elefante» costatò Sirius ragionevole.

«Beh, un elefante sarebbe un problema… non credo che possa passare inosservato durante le notti di Luna Piena» riflettè James preoccupato.

«Oltre al fatto che in poco tempo può schiacciare chiunque con le sue zampe» aggiunse Peter, mordicchiandosi le unghie.

«Non credo che nessuno di noi si trasformerà in un animale del genere» asserì Harry.

Lui già sapeva le forme degli altri, lo domanda che si poneva era lui in che animale si sarebbe trasformato.

«Non credo che nessuno di voi rifletta la personalità di un elefante» intervenne Remus svogliatamente.

«Perché, tu sai la personalità di un elefante?» domandò Sirius scettico.

«Sesto» riprese Harry d’un tratto «Bere la pozione, e con la punta della bacchetta sul cuore pronunciare l’incantesimo. Si avvertirà un doppio battito molto intenso e un dolore bruciante. Nella propria mente prenderà forma la creatura in cui ci si trasformerà. Non mostrare alcun timore, ormai è troppo tardi per sfuggire alla trasformazione.»

«Figurati se siamo così idioti» disse James indignato «Certo, ci sarà un dolore bruciante, ma poi dopo potremmo trasformarci quando ci pare senza alcun dolore» continuò.

«Settimo: per ritornare umani, si deve visualizzare la propria immagine il più nitidamente possibile.»

«Vedete che passare tutto quel tempo allo specchio è utile?» domandò compiaciuto Sirius ghignando «Io so ogni particolare del mio bellissimo viso.»

«Vedi di visualizzare anche il minuscolo neo, che più che altro è un puntino, all’attaccatura dei capelli» disse Remus sbuffando divertito.

«Ovviamente!» esclamò il Black, poi rivolse un sorriso sghembo a Remus «Ma tu come facevi a saperlo? Non immaginavo che mi guardassi così tanto. Anche tu non resisti al mio fascino?»

Remus spalancò gli occhi e le orecchie si arrossarono leggermente «No, idiota. Te ne sei solo lamentato per un giorno intero, dicendo che ti rovinava il viso» disse acidamente.

«Ah, giusto» Sirius scrollò le spalle con nonchalance.

«Perfetto!» esclamò James a caso «Che ne dite se domani prendiamo le foglie di Mandragola?» chiese allegramente.





*



Circa una settimana dopo, i Malandrini erano seduti in cortile. Avevano raccolto le foglie di Mandragola, e stavano aspettando il 22 Marzo, il giorno delle Luna Piena, per mettersele in bocca.

Un primino si avvicinò rapidamente a Harry, con una pergamena in mano, avvolta e chiusa con un nastro arancione fosforescente.

«Dal Preside!» esclamò dando rapidamente il foglio a Harry e andandosene prima che quest’ultimo potesse aprire bocca.

Il corvino lo osservò un attimo allontanarsi, prima di scrollare le spalle confuso.

Aprì la pergamena, leggendola rapidamente.

«Che dice?» chiese Sirius incuriosito

«Che mi vuole vedere il prima possibile» rispose Harry inespressivo chiudendo rapidamente la pergamena «Vado ora, tanto non abbiamo lezione» disse poi alzandosi.

Sorrise loro brevemente, prima di avviarsi.

James sospirò «Anche a Natale scorso il Preside ha voluto parlare con lui, chissà di cosa poi.»

«Davvero? Perché non ce l’hai detto prima?» domandò Sirius con tono accusatorio

«Me ne ero dimenticato! Solo ora mi è tornato in mente!» si difese James

«Non gli hai chiesto perché?» chiese Peter

«Non mi sembrava tanto di buonumore, ho preferito non chiederglielo. Poi quando ci ho provato il giorno dopo, ha evitato di rispondere cambiando argomento» disse il corvino, ricordando.

Gli era sembrato strano, se voleva dirla tutta

«Sicuramente non è niente di tanto importante.» intervenne Remus, cercando di nascondere il nervosismo.

Poteva immaginare facilmente di cosa parlavano. Il Preside non era stupido, ci era sicuramente arrivato prima di lui a scoprire chi era davvero Harry.

«Per essere chiamati addirittura dal Preside deve essere importante!» insistè Sirius

Cinque minuti dopo quel momento, Harry era seduto davanti alla scrivania del Preside.

«Perché mi ha chiamato?» chiese Harry, dopo aver rifiutato come al solito la caramella al limone.

«Come va la vita scolastica, ragazzo?» chiese Silente con un sorrisetto

«Bene, signore. Anche se giusto due mesi fa Remus ha scoperto la verità» lo informò

«Non mi dire che gli hai detto il futuro, vero?» Gli occhi di Silente si fecero preoccupati.
Harry scosse la testa

«No no, ovviamente no. Non sono così stupido» rispose «Ma ora mi scusi se sembro scortese, ma perché mi ha chiamato?» domandò di nuovo impaziente

«Va bene, giungiamo rapidamente al punto» esordì il preside «Ti ho chiamato qui per darti due importanti notizie.»



«La prima?» chiese Harry curioso

«Una settimana fa, invitai Breana Cooman qui, in quest’ufficio, per offrirle la cattedra di divinazione» spiegò Silente

Harry già al nome "Cooman" aveva capito tutto. Evidentemente tutta la famiglia si divertiva a intromettersi nella sua vita. Perché chi era Harry Potter senza una profezia di mezzo, dopotutto?
Il fatto che poi, ci fosse stata un’altra profezia proprio durante un colloquio per la cattedra, la giudicava davvero un’ironica coincidenza. Poiché, anche la scorsa profezia, era avvenuta proprio durante un colloquio. Per fortuna non si erano incontrati alla Testa di Porco, perché altrimenti si sarebbe seriamente chiesto se per caso il Fato lo stesse prendendo in giro.
«Ha fatto una profezia, vero?» chiese schiettamente, con tono rassegnato.

Silente sembrò vagamente colpito «Esatto» confermò «Era già successo una volta?»

Harry annuì «Si, ma da Sibilla Cooman. Una profezia riguardo al fatto che io avrei dovuto sconfiggere Voldemort, che mi avrebbe designato come suo uguale ma con un potere a lui sconosciuto, e che nessuno dei due poteva vivere se l’altro sopravviveva» spiegò in poche parole

«Sibilla Cooman? Breana me l’ha accennata, è suo nipote, attualmente ha solo 10 anni» affermò il professor Silente pensieroso.

Povero ragazzo, ancora una volta si ritrovava segnato da una profezia. All’inizio, e neanche tuttora, era sicuro dell’affidabilità della profezia, ma credeva fosse saggio prenderla in considerazione. Ci aveva riflettuto, in quella settimana, parte per parte, aveva collegato in poco tempo, e solo ora che ne era assolutamente certo aveva deciso di informare Harry. Aveva tentennato nel dirgliela così presto, ma poiché l’età mentale del ragazzo era ormai di diciotto anni, si era convinto che poteva farlo.
Poi, dallo scorso confronto, gli era sembrato che il ragazzo volesse dirgli di non tentare di nascondere informazioni importanti che riguardavano lui.
E ora, di informazioni importanti ce ne erano due.

«Comunque, cosa dice la profezia?» chiese Harry, raddrizzandosi.

Silente evocò il Pensatoio, poi si puntò la bacchetta alla tempia ed estrasse il ricordo.

Dal bacile uscì una figura, una donna piuttosto magra, i capelli biondi e ricci e gli occhi spalancati.
Harry notò alcune somiglianze con la Professoressa Cooman.

«Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore...» iniziò con tono roco«Nato in un tempo non ancor compiuto, eroe di una guerra che non esiste. Colui che ha violato il fato, colui che è sfuggito due volte alla Nera Mietitrice...Destinato a confrontarsi con l’Oscuro Signore, in qualunque spazio, in qualunque tempo...E uno dovrà morire per mano dell’altro...
perchè nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive...Il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore è giunto...»

La figura si dissolse, lasciando il silenzio fra i due.

«Ci sono alcune frasi simili all’altra profezia, ma il resto è completamente cambiato» confidò Harry dopo un po’.

«In questa settimana ci ho pensato a fondo, e sembri proprio tu colui che dice la profezia. Non che poi ci voglia molto ad arrivarci, una volta che uno sa che vieni dal futuro» spiegò Silente, incrociando le mani in una posa particolarmente saggia, come suo solito.

«Il secondo verso: "Nato in un tempo non ancor compiuto, eroe di una guerra che non esiste", dice così proprio perché tu sei nato nel futuro, e questo futuro, deve ancora arrivare. "Eroe di una guerra che non esiste" dato che sei appunto, l’eroe, della Seconda Guerra dei Maghi, una guerra che non è ancora esistita, poiché questa sarà solo la Prima. Poi, al terzo verso "Colui che ha violato il fato, colui che è sfuggito due volte alla Nera Mietitrice" fa riferimento al fatto che tu sei tornato indietro, hai violato il fato, questo non era programmato e ha stravolto la linea temporale. C’è inoltre il riferimento a quel che tu mi hai detto lo scorso Natale, cioè che sei sopravvissuto a due Avada Kedavra, questa viene, naturalmente, considerata la maledizione della Morte, quindi Nera Mietitrice, appunto, uno dei tanti nomi che si danno alla Morte. Verso la fine parla, annunciando che sei destinato a confrontarti con Voldemort in qualunque spazio, in qualunque tempo. Ovvero, che non puoi sfuggire a questo, solo e sempre tu dovrai confrontarti con lui, che tu sia negli anni 70’ o negli anni 90’. Diciamo, che accenna impercettibilmente che tu lo hai già affrontato da un’altra parte. I penultimi versi: "E uno dovrà morire per mano dell’altro… perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravviv" sono in qualche modo collegati, dice che uno di voi due dovrà uccidere l’altro, quindi che nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive. Intende che non potete vivere per davvero se l’altro non è morto, entrambi non avrete pace finchè l’altro vive ancora. In sintesi, uno di voi due deve morire per forza» concluse Silente con tono serio, la faccia stanca lo faceva apparire vecchio come era realmente.

Harry ascoltò attentamente tutto quanto, riflettendo e analizzando.
Poi annuì comprensivo.

«Gli ultimi due sono gli stessi dell’altra profezia, questa parte non mi è nuova.» Commentò passandosi una mano fra i capelli «Anche se, profezia o no, l’avrei affrontato comunque.»

«Per questo non la ritengo molto affidabile» dichiarò Silente, prendendo distrattamente una caramella.

Seguì il silenzio

«La seconda notizia?» chiese Harry, ricordandosela.
Silente si bloccò nell’atto di masticare. Poi ingoiò e parlò:
«Sei sicuro di poter reggere entrambe in una sola sera?» chiese preoccupato.

Harry annuì sicuro, nonostante la stanchezza.

«Forse dovremmo incontrarci domani, o dopodomani per parlarne, sei stanco» insistè il professore.

«Passerò la notte insonne a chiedermi quale era la seconda notizia, professor Silente, quindi è meglio che la sappia ora.» Chiarì Harry deciso.

Il preside sospirò, appoggiandosi allo schienale.

«Ti ricordi la mia confusione quando mi hai confidato che eri tornato indietro di ventisette anni attraverso un sogno?» chiese

Il corvino annuì

«Ho fatto delle ricerche, era molto curioso riguardo questo, insomma. Non ho trovato molto, a dir la verità. Quel che ti sto per dire sono solo semplici teorie, diciamo, non prenderle quindi troppo seriamente, o come certezza» ci tenne a specificare.

Harry annuì di nuovo, e si decise a continuare.

«Il viaggio che tu hai fatto, non è solo diverso per l’esecuzione, ma soprattutto per il tipo. Usando una Giratempo, il tutto è già stato programmato nella linea temporale . Gli avvenimenti che succedono dopo, sono successi proprio perché il viaggiatore è tornato indietro, se non fosse tornato indietro quindi, e non avesse viaggiato compiendo azioni, allora sì che avrebbe cambiato per davvero il futuro. Ma questo non può succedere, perché come ti ho detto, era tutto già stato programmato nella linea temporale. Per esempio, un uomo vuole uccidere un suo acerrimo nemico che ha perso il fratello quando era ancora piccolo. L’uomo decide di tornare indietro di anni con una Giratempo –anche se questo non è possibile con uno strumento del genere- e assassinare il nemico quando era ancora in fasce. Trova il bambino che lui crede sia il nemico, lo uccide, e torna avanti di anni. Il futuro sarà esattamente come lo aveva lasciato, perché tutto era programmato, e probabilmente, avrà ucciso il fratello invece del nemico. Perciò, questo significa che la linea temporale non può essere cambiata in alcun modo.» Disse, cercando di rendere il più chiaro possibile il concetto.

Si rendeva conto che l’esempio che aveva fatto era esagerato, ma non gli era venuto in mente altro.

«Ora, i Malandrini nel tuo tempo erano quattro o cinque?» chiese poi.

«Quattro» rispose Harry confuso dalla domanda. Che c’entrava ora?

«Ecco, se erano quattro e non cinque, vuol dire che il tuo viaggio nel tempo non era programmato. Altrimenti, i Malandrini sarebbero stati cinque con un te stesso più vecchio, ma dato che non c’era, vuol dire che tutto questo non doveva accadere» spiegò Silente, in modo enfatico.

«Capisco» sussurrò Harry «Quindi io, secondo la linea temporale, dovevo rimanermene nel 1998.»

«Esatto» asserì Silente «La maggior parte dei viaggi è così, e se ne conosce solo uno nella storia diverso (come il tuo). Era il 1694 quando un uomo piuttosto vecchio, ha raccontato che con una serie di rune segrete, che non ha voluto dire, sostenendo che se cadute nelle mani sbagliate sarebbero potute essere pericolose, è tornato indietro nel tempo, salvando la sua moglie babbana, morta nel suo tempo, dal un rogo del 1682. Non ha detto le rune, ma ha raccontato nel dettaglio il viaggio, e nei seguenti studi insieme ad altri maghi specializzati nei viaggi nel tempo, è giunto alla conclusione che o aveva cancellato il tempo o aveva creato una dimensione parallela. Gli studi non sono poi stati approfonditi ulteriormente, poiché la magia non può spingersi così oltre. Non possiamo vedere tutto il multiverso, purtroppo. E non credo potremmo vederlo mai. Quindi, ho ipotizzato, che poiché i vostri viaggi sono molto simili, abbiano anche la stessa conclusione. Quel che sto cercando di dirti, è che c’è la possibilità che tu abbia cancellato definitivamente ventisette anni di futuro, oppure che tu stesso abbia creato una dimensione parallela» spiegò

Harry si congelò, sbiancando «Quindi… può essere che ho cancellato tutto?» chiese flebilmente.

Aveva cancellato Ginny, Hermione, Ron e tutti gli altri studenti della generazione futura?! E come se li avesse uccisi. È come se non fossero mai esistiti.

Silente annuì solennemente «O una dimensione parallela.»

«Ma io sono tornato indietro soprattutto per salvarli, se ho creato una dimensione parallela, allora li ho fatti rimanere morti in quell’altra dimensione!» esclamò il corvino.

«Puoi far avere loro un futuro migliore, qui. Sono le stesse persone alle fine. Ma ricordiamoci che sono solo teorie» cercò di rassicurarlo Silente.

Harry sospirò massaggiandosi le tempie, sentendo un gran mal di testa. Tutti quei viaggi, teorie, insieme all'interpretazione della profezia gli avevano fatto venir un gran mal di testa.

«Comunque, c’è una parte ancor più importante» aggiunse Silente.

Harry si trattenne dal far uscire un lamento, sentendo già il mal di testa aumentare.

«Cosa?»

Silente lo scrutò attentamente. Capiva che la testa di Harry scoppiava, ma ormai tanto valeva andare fino in fondo. Ah, a diciotto anni, a preoccuparsi di tutto questo… quando si sarebbe dovuto preoccupare di ragazze, voti a scuola e di divertimento.

«Tu tornando indietro, hai creato una specie di paradosso. Hai cambiato molte cose, e tra queste, c’è la tua nascita. Mi dispiace, Harry, ma credo che tu abbia il tempo contato. Tornando indietro, potresti anche aver impedito la tua nascita, e se non nascerai, scomparirai, perché appunto, non potresti mai essere nato.»

«COSA?!» urlò Harry , balzando in piedi, e guardando rapidamente il suo corpo, giusto per accertarsi che non stesse scomparendo proprio in quel momento.

«Vorrebbe dire che c’è il rischio che i miei genitori non si mettano mai insieme?!»

«Non necessariamente» disse Silente tranquillamente «Il Signor Potter e la Signorina Evans potranno anche sposarsi e avere figli, ma non è detto che tra questi figli ci sia tu. Nel momento di un concepimento di un figlio, un attimo è fondamentale. Se un maschio caccia lo spermatozoo in un momento, c’è la probabilità che se l’avesse fatto l’attimo dopo lo spermatozoo sarebbe stato diverso, quindi diverso sarebbe stato anche il figlio.» Spiegò.

Harry annuì «E fino a quando avrò tempo?» chiese.

«Non saprei, Harry, forse fino al giorno della tua nascita, oppure nove mesi prima… non lo so» disse il preside sospirando.

Harry strinse i pugni «E se… e se non dovessi nascere, scomparirei del tutto?»

«Si, morirai in un certo senso. A quel punto cambierà di nuovo tutto, i ricordi che hanno le persone di questo tempo su di te scompariranno, tutto cambierà di nuovo, tornando esattamente come era nel tuo tempo. La magia aggiusterà il paradosso.»

«E… c’è un modo per evitarlo?» chiese Harry camminando avanti e indietro.

«Non saprei Harry, dovresti in qualche modo essere immortale, o trovare un collegamento con gli altri tuoi genitori, distinguendoli dai James e Lily di quell’altro tempo dai James e Lily di questo. Il tutto è molto complicato» riflettè stancamente Silente.

Il corvino annuì rigidamente, sforzandosi di sedersi sulla sedia.
«Tutto questo potrebbe essere inutile, in sintesi» disse con voce neutra.

Albus Silente lo guardò con occhi pieni di compassione, cosa che non fece altro che irritare Harry.
«Tutto quello per cui combatti, e combatterai, non potrebbe mai essere inutile.» Disse

Harry sospirò «Sì, ha ragione. Devo ancora sperare, come sempre.»

«Credo che per oggi abbiamo finito, Harry, puoi andare a riposarti, credo che tu ne abbia bisogno» lo congedò gentilmente il preside.

Il corvino si alzò «Ci può contare, signore.»













Angolo Autrice

Ce l’ho fatta!! Ho finito questo capitolo di 15 pagine!
Due capitoli consecutivi così (pagina più, pagina meno)… sembra che io voglia uccidermi.
Ho pubblicato ancora tardi, e molto probabilmente questo capitolo è pieno di errori, uno perché sono talmente distratta da non notare niente alla prima revisione, due perché sono pigra e non ho voglia di fare anche una seconda revisione.
Ma ora, passiamo a commentare il capitolo!

Nella prima scena siamo nell’ufficio di Silente, con una sua amica di nome Breana Cooman, naturalmente.
Non c’è molto da dire, su questa scena, poiché il solo punto fondamentale è la profezia. Ho fatto la scena solo per quella.
Quindi parleremo più che altro della profezia.
E vi prego! Aiutatemi! Io devo ancor capire per bene la frase “nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”.
Cosa significa?
COSA?!
Del tipo: “Entrambi devono morire se l’altro vive”, oppure: “Uno dei due deve morire se l’altro sopravvive”?!
Perché questa maledetta frase può essere interpretata in due modi, e nel caso della saga, credo che abbia il primo significato, perché alla fine, muoiono entrambi (Harry muore temporaneamente). Ma qui Harry non è un Horcrux, non deve per forza morire per uccidere Voldemort, quindi mi chiedo se ho fatto bene a mettere quella maledetta frase e se c’è un modo per non confondere tutto.

Passiamo alla seconda scena. Remus sembra aver fatto supposizioni assurde, ma alla fine si arrende all’evidenza.
Tutto molto scioccante, insomma.
Immaginate di scoprire che il vostro migliore amico/a è la madre/padre dell’ altro/a vostro/a migliore amico/a, ma entrambi hanno la stessa età.
Non penso che lo prendereste sul serio, probabilmente scoppierete e a ridere istericamente.
Ma come darvi torto, dopotutto questa cosa non è possibile, no? Noi siamo babbani, mica maghi! (accettatelo, soffrirete di meno).

Dopo questo, i Malandrini finalmente hanno le informazioni che servono loro per trasformarsi! E vi dico che davvero, cercare il procedimento è stato difficile.
Il web italiano è sfortunatamente ignorante sul procedimento, e quindi sono andata a cercare dagli inglesi.
Ho trovato qualcosina, ho tradotto con Google Traduttore (Perchè non è che io sia tanto British da tradurre un intero testo correttamente). Ma come sapete, Google Traduttore traduce qualcosa per un'altra, e non era poi molto chiaro (o sono io che sono cretina, dipende).

E quindi, non mi restava che riporre le mie speranze in Youtube! E ho trovato il maledetto, santo, video!
Anche se poi ho trascritto tutto quel che diceva lo Youtuber, ma non è la prima volta che lo faccio.


Andiamo alla terza scena, Harry viene chiamato da Silente e gli altri notano una sola della tante stranezze che ci sono in Harry.
Il Preside spiega nel dettaglio la profezia, e spero solo che sia stato abbastanza chiaro. Non lo so, la terza scena mi pare un mucchio di cose complicate, e sicuramente è così, soprattutto quando ci si mette a parlare di viaggi, dimensioni, figli e sparizioni.

Harry potrebbe aver cancellato tutto, oppure aver creato una dimensione parallela.
Oltre questo, ha il tempo contato e potrebbe sparire, cancellando tutto quello che ha fatto.
Ma niente è inutile, perché anche se non ci riesce, qualcosa ci ha ricavato.
Ha conosciuto i suoi genitori, e ha molti più ricordi di loro di quanti non ne aveva prima.
Una piccola consolazione ce l’ha, almeno.

Non ero sicura di far rivelare a Silente queste cose, perché il personaggio in sè rivela le cose solo quando ne ha la certezza.
Ma poiché probabilmente la certezza non ci sarà mai, è completamente inutile nascondere tutto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci!
Madame_Potter18

P.s. MI SCUSO per eventuali errori di grammatica o/e battitura





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, e non vorrei mettere sempre "grazie" perchè tipo sembro un disco rotto, però vabbè, grazie!
   
 
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