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Autore: Laly of the Moonlight    01/09/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gray vide l’immenso istrice tracciare un arco in aria e puntare direttamente su di loro, un ghigno sadico dipinto sulle labbra troppo lunghe da cui sporgevano una serie di canini che parevano rostri. Gli occhi rossi brillavano sinistri mentre gli aculei metallici che gli ricoprivano la schiena si torsero, fino a rivolgere le loro punte acuminate verso il terreno sottostante, minacciandoli di morte.
Tutta la scena si svolse come al rallentatore davanti ai suoi occhi scuri, senza che lui riuscisse effettivamente a fare alcunché.
Si accorse solo in quell’istante di essere completamente immobilizzato, incapacitato a muoversi così come i suoi due compagni.
Il Mago del Ghiaccio cercò disperatamente di scrollarsi di dosso l’intorpidimento che gli era crollato addosso, senza successo. Si sentiva come se il suo corpo fosse stretto da una morsa ferrea.
Continuava a guardare verso l’alto, mentre Kyogai, lentamente scendeva verso di loro, trasportato dalla forza di gravità.
 
Rya fu veloce a teletrasportarsi tra l’enorme istrice affamato e i tre Maghi di Fairy Tail. Ancora in volo, la schiena rivolta a terra, allungò la mano destra verso l’avversario.
  • Lancia di Genesis! – la luce bianca, accecante si accese sulle punte degli artigli, confluendo tra indice e medio e per poi lasciare il luogo d’origine, una lunga scia candida diretta alla testa di Kyogai. Ewan sollevò immediatamente il Talismano, contrastando con l’aura nera in esso contenuta il potente attacco della Dragon Slayer. La barriera si incrinò in più punti, ma riuscì a reggere l’impatto. Rya, dopo un paio di acrobazie aeree, tornò con i piedi per terra, piegando un ginocchio per attutire il contraccolpo. L’istrice, ancora in aria, ma molto più vicino, era pronto ad attaccare.
  • Levati di mezzo, mi stai ostacolando. – la voce cavernosa e bassa del Demone fu chiaramente udibile, gli occhi rossi fissi sulla ragazza e le punte metalliche pronte a staccarsi dal suo corpo.
  • Vai all’inferno. – ringhiò lei in risposta, scoccandogli un’occhiata di fuoco. Di nuovo le spine percossero l’aria e si fiondarono addosso alla ragazza e ai tre Maghi dietro di lei, prontamente respinte dal Fairy Sphere di Rya.
 
In quell’istante, l’aura immobilizzante da cui erano circondati svanì e i tre ragazzi caddero a terra. Rya si voltò a squadrarli con la coda dell’occhio.
  • Tutto bene? – chiese brevemente, ricevendo dei cenni di assenso in risposta. Annuì a sua volta e tornò a concentrarsi su Kyogai, che nel frattempo era sonoramente atterrato a terra e veniva incalzato dalla furia di Gildarts.
  • Quel mostro mi ha stufato, ora lo faccio a pezzi! –
  • LUXUS, NO! – urlò Rya, cercando di girarsi per fermare l’attacco suicida del ragazzo, invano. Utilizzando la velocità del fulmine, in un attimo Luxus fu accanto al mostro, brandendo un’enorme alabarda fatta interamente di energia elettrica.
  • Alabarda Celeste del Drago del Fulmine! – gridò lui, scagliando l’ammasso di fulmini nella sua mano verso il mostro. Questi ghignò e si limitò a puntare tutti i pungiglioni in direzione del ragazzo, lasciando che si illuminassero di una strana luce aranciata. Un istante dopo, l’arma elettrica si diramò in più fulmini singoli, venendo rapidamente assorbita da Kyogai.
  • Grazie per il pasto, stupido umano. –
  • Dannato! –
  • Ice Make Hammer! – fu la volta di Gray di intromettersi nel combattimento, seguito a ruota da Cana e dalle sue carte.
  • Deficienti, che diamine state cercando di fare?! – sbraitò Rya, infuriata.
  • Far fuori questo coso, mi sembra ovvio. – replicò il Mago del Ghiaccio, guardandola come se fosse una cosa ovvia.
In quel momento si accorse che qualcosa non andava.
Ricordava bene il viso della ragazza, quel giorno, a Crocus. Ed era diverso.
Gli occhi dal taglio draconico, i canini sporgenti, le orecchie appuntite e poi… gli artigli, talmente acuminati da poter tranciare di netto la giugulare a qualcuno. Lei inspirò profondamente, storcendo la bocca in una smorfia, pensierosa. Diede un’occhiata a Gildarts che continuava a contrattaccare, coadiuvato da Cana, mentre il mostro cercava in ogni modo di raggiungere Luxus.
Il Mago del Crush lasciò che la sua magia avvolgesse interamente il suo pugno, avventandosi su Kyogai colpendolo in pieno, ma venendo respinto dalla barriera nera del Talismano. Sua figlia cercò di intervenire con le sue carte, rendendole affilate come rasoi e scagliandole addosso al mostro, finendo per cozzare pesantemente contro alcuni spuntoni e disintegrandosi al contatto.
Lunghe lance di ghiaccio si alzarono in volo, partendo dalle mani di Gray, infrangendosi contro gli spuntoni metallici che ricoprivano il corpo dell’istrice come un’armatura, rendendo il mostro sempre più estatico.
  • Sì, sì, continuate pure a cercare di colpirmi. Siete solo dei miseri insetti! –
  • Artiglio di Genesis! – proprio non si era avveduto di Rya, che aveva spiccato quasi il volo e gli era atterrata sul dorso, distruggendo le sue protezioni e squarciandogli parte della carne dorsale, frantumando ossa e cartilagine.
Kyogai urlò dal dolore, cadendo a terra e cominciando a rotolarsi sulla schiena, cercando di infilzare la pulce che aveva osato ferirlo. Rya gli assestò un poderoso calcio, sollevandolo dal terreno e riuscendo a sgusciare via dal groviglio di punte ferrate, rotolando dietro lo Shell prontamente alzato da Gray.
  • Maledetta sgualdrina! Me la pagherai! –
  • Sì, sì. Risparmia il fiato, lurido bastardo! – lo apostrofò lei, alzandosi in piedi.
 
Lo aveva ferito, ma anche lei non era uscita indenne dallo scambio. Sganciò le fibbie del mantello, ormai talmente lacero da non servire più a nulla, e lo scagliò lontano. Al di sotto di esso, il danno apparve in tutta la sua enormità: uno spuntone faceva capolino dalla spalla sinistra, trapassandola da parte a parte, altri due si erano conficcati nel ventre, senza però riuscire a perforarlo del tutto e l’ultimo faceva bella mostra di sé nella gamba destra. Rabbiosamente, la ragazza estrasse gli aculei uno per uno, partendo dal basso, ringhiando di dolore mentre il sangue rosso scuro fuoriusciva copioso dai tagli. Quando sfiorò quello del braccio, mugolò sordamente. Era conficcato dannatamente vicino al nervo, ogni movimento le provocava delle fitte lancinanti.
Attorno a lei, i suoi compagni si stavano dando da fare nel tentativo di abbattere l’avversario. Ghiaccio e Fulmini si fondevano assieme, creando schegge talmente veloci da essere quasi invisibili ad occhio nudo, le carte di Cana danzavano nell’aria attorno alla ricerca di punti deboli, sfiancando l’avversario. L’attacco frontale era portato avanti da Gildarts, che menava colpi a ripetizione, incurante dei graffi che si procurava ogni volta che entrava in contatto con gli spuntoni acuminati dell’istrice.
La Dragon Slayer appoggiò violentemente la mano allo spuntone ancora piantato nella spalla, spostandolo indietro finché non ricadde inerte sul terreno alle sue spalle. Il nervo scoperto vibrò al contatto con l’aria, subito anestetizzato dal potere di Genesis, che ricostruì gli strati di carne e muscolo che lo ricoprivano.
Rya ansimava, gli occhi appannati da un velo rossastro.
Così non va… di questo passo…
Vide di nuovo Kyogai spiccare un balzo. I suoi occhi di Drago registrarono il movimento, notando un tremolio nell’aria circostante al mostro.
Abbassò le palpebre, cercando di acuire ulteriormente i suoi sensi, accorgendosi che qualcosa non andava.
Lui non…
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da qualcosa che le arrivò alle narici impregnandole completamente e allarmandola. Lo avrebbe riconosciuto tra mille.
Odore di sangue. L’odore del suo sangue.
Un grido di dolore, greve e penetrante.
Gray rimase immobile, solidamente ancorato allo spuntone che gli attraversava l’addome, fuoriuscendo dalla schiena e tenendolo sollevato a mezz’aria. Sputò un fiotto di sangue, rantolando.
Rya si voltò di scatto.
  • Luxus! Sopra di te! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre ancora la sua testa non era del tutto girata. Non le serviva. Sapeva dove si trovava il vero corpo del mostro, perché quella che avevano davanti era solo un’illusione.
Invano.
Quando gli occhi della ragazza riuscirono a raggiungere il cielo plumbeo dietro di sé, si trovò di fronte il Demone che sogghignava soddisfatto davanti al corpo martoriato di Luxus. Lunghi aculei sbucavano dalle sue spalle, mentre una cascata di sangue colava incessante dalle ferite e dalla bocca.
Gli spuntoni metallici si illuminarono di nuovo, l’alone aranciato era di nuovo ben visibile attorno a loro, mentre le energie abbandonavano velocemente il corpo del ragazzo, percorso da brividi e scariche elettriche.
Il mostro lo stava prosciugando di tutte le sue riserve magiche.
Poco tempo dopo, troppo poco per essere quantificato, un sonoro “crack”, come di vetro rotto, si sparse nella piana. Luxus allargò appena gli occhi, mentre i sensi lo abbandonavano definitivamente, insieme ad un altro grumo di sangue. La testa scivolò in avanti, mollemente abbandonata, mentre gli occhi si chiusero stancamente.
Aveva lottato contro quella bestia immonda, uscita da chissà quale Inferno.
Era stato tutto inutile.
Il suo stesso cuore era stato spezzato.
Riuscì a mettere a fuoco appena i capelli mossi e castani di Cana, mormorando un “mi dispiace” a labbra strette.
Aveva promesso di portare a casa Gildarts e Rya indenni.
Aveva fallito.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi nell’oceano dell’oblio più nero e fitto, senza possibilità di ritorno.
 
  • No! NO! LUXUS! – le urla di Cana furono udibili distintamente da tutti i componenti della squadra, il panico che si trasformava in terrore puro. Rya digrignò i denti. Doveva agire. Subito.
  • Teleport! –
La sua magia la portò immediatamente di fianco al Dragon Slayer del Fulmine, con un colpo ben assestato dei suoi artigli di drago tranciò di netto tutti gli aculei che tenevano il corpo del ragazzo ancorato al Demone e lo riportò velocemente a terra, proteggendolo dietro alla Fairy Sphere. L’istante successivo polverizzò la scheggia metallica che inchiodava Gray, portandolo agonizzante dietro alla barriera protettiva che aveva eretto attorno a Luxus. Con un movimento veloce, frantumò i rimasugli degli aculei dell’istrice ancora incastrati nei corpi dei suoi compagni, mentre la luce bianca della Genesi andava a lambire lieve i bordi slabbrati delle ferite, recando sollievo alle membra dei due ragazzi.
Un attimo ancora ed era di nuovo sopra Kyogai, il bagliore accecante di un bianco intenso ad infiammarle la mano destra.
  • Fendente della Genesi di Sangue! –
Con un solo movimento fluido, la ragazza abbatté un fascio di luce su Kyogai. Ewan alzò nuovamente la barriera del Talismano di Acra, ghignando malefico, pensando di essere al sicuro.
Povero illuso.
La luce abbacinante perforò la difesa nera che attorniava il Demone, troncando di netto la zampa anteriore sinistra.
Le fauci di Kyogai stridettero dal dolore, mentre un liquido viscoso e violaceo zampillava dal moncherino slabbrato.
Genesis non perdona.
Con la coda dell’occhio aveva notato che Cana si era avvicinata ai due ragazzi feriti, cercando di tamponare alla bell’è meglio gli squarci nelle loro carni. Gildarts aveva approfittato della momentanea impotenza del Demone per fiondarsi sulla sua testa e afferrare il padre di Luxus, scaraventandolo a terra e separandolo dall’istrice.
Non resta più molto tempo.
Rya si volse e in un lampo fu accanto a Cana, analizzando la situazione dei due feriti più gravi con occhio critico: Gray aveva una bella lacerazione, ma se la sarebbe cavata con un po’ di riposo, tutt’altra storia era la ferita di Luxus. I suoi sensi allertati compresero immediatamente la gravità della situazione, e lei reagì serrando la mascella e imprecando mentalmente.
Ci mancava solo questa…
Scrollò Cana per una spalla molto poco delicatamente, riscuotendola dal suo torpore disperato.
  • Cana, ora ascoltami bene. Abbiamo un solo tentativo. – le afferrò malamente il braccio destro e stringendolo – Conto su di te. -
 
Intanto, al di fuori della pallida sicurezza della Sphere, Gildarts si batteva come un leone, misurandosi da una parte col Demone inviperito per lo smacco subito e dall’altra con Ewan, che continuava a cercare di sfuggirgli nel tentativo di riappropriarsi della sua posizione di privilegiato sul dorso di Kyogai.
  • Gildarts, levati! – la voce di Rya rimbombò nella piana, decisa. Il Mago non se lo fece ripetere due volte, aveva imparato che la Dragon Slayer non amava sprecare fiato, se parlava aveva un buon motivo per farlo. Era decisamente il caso di assecondarla. Creò un’esplosione con il Crush e sfruttò il contraccolpo per allontanarsi di diversi metri dal centro dello scontro, rifugiandosi sotto la cupola protettiva della Sphere, insieme a Cana, ancora sconvolta per il brutale attacco subito dai suoi compagni. Quando si voltò per vedere cosa aveva in mente la ragazza, ringraziò mentalmente per l’avvertimento.
 
I polmoni di Rya erano tesi allo spasimo, il petto gonfio e tremante. Gildarts sapeva bene cosa stava per accadere, aveva visto quelle caratteristiche molte volte, sul corpo di Natsu.
  • Ruggito del Drago della Genesi! – un ruggito acuto fuoriuscì dalla gola di Rya, mentre la luce inondava il campo di battaglia, aprendosi a ventaglio e investendo gli avversari, la grotta e la foresta circostante.
 
Gildarts ricordava perfettamente il soffio di Acnologia, quel giorno, oltre sette anni fa. Forse quello di Rya non era altrettanto potente, ma era ugualmente spaventoso.
Quando il polverone alzato dai raggi di luce si diradò, la desolazione più totale si palesò agli occhi dei presenti: la grotta che prima svettava al centro della piana era sparita completamente, abbattuta dalla furia di Genesis, così come gli alberi che la attorniavano, di cui restavano solo alcuni tronchi spezzati.
La cosa che stupì di più il Mago, però, fu il cielo azzurro che riuscì a scorgere dall’altra parte della piana. Si trovavano sulla cima di una montagna, quello era vero, ma alla vetta mancava ancora un po’.
Possibile che…
Un pensiero si materializzò nella mente incredula dell’uomo, che si guardava intorno, cercando di scorgere tracce del fianco della montagna, le pareti rocciose, la vetta scoscesa.
Nulla di tutto questo fu visibile. Tutto ciò che si trovava nel raggio d’azione del Ruggito era sparito, completamente disintegrato dalla furia distruttiva della magia della Dragon Slayer.
Kyogai e Ewan erano stati spostati indietro di diverse decine di metri.
Le vesti dell’uomo erano logore e strappate, mentre un buon numero degli aculei del Demone erano infilzati nel paesaggio circostante, strappati a viva forza dalla potenza di Genesis insieme alla pelle e a pezzi di carne e muscolo di Kyogai. Sangue e viscere costellavano il campo di battaglia, rendendolo viscido e raccapricciante.
La potente difesa del Talismano di Acra aveva ancora una volta salvato loro la vita, frapponendosi tra loro e la morte bianca che aveva rischiato di ghermirli e ridurre a brandelli i loro corpi.
Avrebbero dovuto sparire, ma non erano morti.
Rya si accasciò su un ginocchio, stremata.
Sapeva di non aver ancora recuperato le forze, ma sperava di averne qualcuna in più. Ansimando, osservò i suoi avversari alzarsi lentamente, scrollandosi di dosso la polvere e i detriti.
  • Dannata bastarda, adesso avrai ciò che meriti! – latrò infuriato Kyogai, avvicinandosi pericolosamente.
Gildarts fece per muoversi, cercando di correre in aiuto della ragazza, ma trovò la resistenza di qualcosa di morbido, eppure fermo.
La Sphere.
Fairy Sphere lo stava fermando, come se lo stesse gentilmente invitando a non mettersi nei guai.
  • Ohi, che… succede? – Gildarts si voltò, riconoscendo la voce di Gray. Il ragazzo si era svegliato, il respiro mozzato e la ferita ancora aperta. Lentamente cercò di tirarsi a sedere, subito bloccato dall’uomo.
  • Fermo, razza di incosciente! Cosa credi di fare conciato così? –
  • Io… devo… - le parole gli morirono in gola, quando riuscì a mettere a fuoco la situazione. Rya, accasciata al suolo e Kyogai che avanzava lentamente, inesorabilmente verso di lei. Fece per divincolarsi dalla stretta do Gildarts, andando a cozzare con la Sphere, che ancora una volta lo respinse, come se non volesse permettere loro di uscire.
Che diamine stava succedendo?
 
Un passo, pesante.
Un altro, un tonfo sordo. Gli aculei dell’immenso istrice erano già piegati, pronti a trapassare da parte a parte quella pulce che lo aveva malridotto al punto di rendergli faticoso persino camminare. Ma lui era ancora in piedi, lei no. Lei era piegata, immobile, sostenendosi con un braccio per non cadere a terra, in mezzo alla fanghiglia.
Voleva vederla strisciare, come un verme. Voleva vedere il suo bel visino imbrattarsi di sporco e sangue, voleva sentirla urlare di dolore, già gli sembrava di udire la sua vocina femminile gridare straziata…
  • Fiumi di luce! -
Appunto, la voce era femminile, però non c’era traccia di angoscia… e poi non… era…
  • Cana! – urlò disperato Gildarts. Al limitare del bosco, uscita miracolosamente indenne dal devastante attacco di Rya, si ergeva in tutta la sua fierezza sua figlia, Cana Alberona, il braccio destro sollevato verso il cielo e lo sguardo rabbioso fisso sull’istrice al centro della piana. Il Mago del Crush si voltò verso la figura al suo fianco, vedendola sparire in uno sbuffo di fumo.
Un’illusione…
  • Riunitevi sotto la guida delle Fate! – le fece eco Rya, reggendosi a stento in piedi e alzando a sua volta il braccio destro, già avvolto dalla luce gialla.
  • Risplendete! – continuò la formula Cana, abbassando il braccio e facendogli compiere un movimento semicircolare, mentre il tatuaggio nero sull’avambraccio cominciava ad illuminarsi.
  • Estirpate gli Artigli del Male! – completò Rya, chiudendo il cerchio immaginario tracciato dalla Maga delle Carte.
  • Fairy... – il cerchio di luce divenne finalmente visibile sopra le teste di Kyogai e Ewan, mentre aumentava gradualmente la sua illuminazione, diventando fulgido come la corona solare e altrettanto incandescente – Glitter! –
La luce gialla della Magia delle Fate invase il campo di battaglia, travolgendo gli avversari di Fairy Tail e riducendo in cenere il Demone di Zeref.
Pochi secondi dopo, le due ragazze si accasciarono a terra, esauste. La Sphere si dissolse in una miriade di scintille gialle, permettendo a Gildarts di alzarsi finalmente in piedi e correre verso sua figlia, riversa a terra. Gray tentò nuovamente di alzarsi in piedi, ma i muscoli presero a bruciare immensamente per lo sforzo, impedendogli di riuscire nel suo intento.
Dopo un po’, anche Rya si mosse, riuscendo a mettersi seduta in un qualche modo, ansimando.
Il mago del Ghiaccio poté notare che buona parte del vestiario della ragazza era completamente sparito, lasciandole scoperte intere porzioni di pelle. Il braccio sinistro, che lui non aveva mai visto, si rivelò in tutta la sua brutale interezza. Grosse cicatrici, segno di profonde artigliate, percorrevano la pelle chiara dalla spalla fino al polso, sfigurando orribilmente l’arto della ragazza. Anche la sua schiena era quasi completamente a nudo, mostrando il tatuaggio di Fairy Tail, posizionato nella parte più bassa della schiena e sulla sinistra, la parte inferiore a lambire l’intimo azzurro di Rya. La fata stilizzata, nera, era intarsiata di disegni tribali bianchi, tremendamente simili a quelli che decoravano la livrea di Acnologia.
Con fatica, Rya si rimise in piedi, tenendosi il braccio destro con la mano sinistra, cercando di fermare il colare copioso del sangue da un brutto taglio nella parte alta.
Con uno sguardo, adocchiò Gildarts trasportare delicatamente Cana accanto a Gray e Luxus, radunandoli tutti in un solo punto.
Lei lo ringraziò mentalmente per aver avuto, finalmente, una brillante intuizione.
Lasciò scorrere gli occhi sulla Maga delle Carte, sfinita, ma viva e cosciente, poi su Luxus, malridotto al punto di essere ancora svenuto nonostante l’intervento di Genesis e infine su Gray. I loro sguardi si incrociarono per un solo istante, poi lei si voltò, guardando di nuovo davanti a sé il poco che rimaneva del conflitto. Non c’era più nessuna traccia né di Kyogai né di Ewan, solo una larga chiazza di sangue fresco macchiava il terreno, non ancora assorbita dall’assetata terra.
Rya alzò lo sguardo verso l’alto, osservando il cielo grigio e nuvoloso che minacciava pioggia in qualsiasi istante. Inspirò profondamente l’aria fredda e umida, cercando di rilassare i muscoli e di calmare il respiro affannoso.
Era stato uno scontro davvero duro.
Deglutì, schiarendosi la voce e abbassando gli occhi sugli alberi della foresta circostante, abbattuti dalla forza devastante del suo Ruggito prima e del Fairy Glitter combinato poi, lasciando solo tronchi spezzati, cespugli avvizziti e terra brulla.
  • Vieni fuori. Lo so che sei lì. –
La sua voce risuonò decisa, anche se flebile.
Alla sua destra, l’aria si increspò leggermente, come quando in una pozza d’acqua calma cade una goccia. Cerchi concentrici apparvero su una superficie invisibile, rivelando un velo d’illusione che fino ad allora era rimasto nascosto. Mentre le onde vaporose aumentavano di dimensione e di ampiezza, un’immagine cominciò a rendersi visibile, come al di sotto del pelo dell’acqua.
Una figura umanoide si delineò nelle pieghe acquee dell’etere, definendosi maggiormente ogni secondo che passava.
Quando l’aria smise di tremare, finalmente il suo aspetto fu chiaramente visibile.
Cana si portò le mani alla bocca, incapace di proferire parola, la testa di Luxus appoggiata alle sue gambe.
Gildarts e Gray spalancarono gli occhi, increduli davanti a ciò che era apparso davanti a loro.
Rya si voltò lentamente verso il nuovo arrivato, fronteggiandolo a testa alta. Strinse la mano destra a pugno, tesa, rivolgendo un’occhiata di fuoco alla creatura che le stava davanti.
Mosse la testa a destra e poi a sinistra, scrocchiando rumorosamente le vertebre del collo, preparandosi all’ennesimo scontro della giornata.
Il più duro.
  
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