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Autore: gigliofucsia    01/09/2018    0 recensioni
Lucia si é appena trasferita nell'accademia della Spada, dove si insegna l'arte della spada, del tiro con l'arco e dello spionaggio. Lei è iscritta al corso di spada, ma poi si cominciano a notare delle sparizioni che riguardano il suo corso, iniziate nel giorno stesso in cui si é trasferita. Ma Lucia non centra niente e non riesce a spiegarsi il perché.
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento scuoteva le fronde dei pini. Il cielo diveniva sempre più grigio. L'aria autunnale invadeva il cortile. L'atmosfera era pesante. Lucia era al centro di un cerchio fatto di ragazzi che la guardavano. Doveva concentrarsi sul suo avversario e stare calma.

Chiara aveva lo stesso sguardo di tutti gli altri. La guardava come se avesse fatto qualcosa di orrendo. Ma Lucia non aveva fatto nulla di male, o meglio, niente che giustificassero quegli sguardi. Sapeva benissimo a cosa stavano pensando.

Chiara puntò gli occhi si di lei, poi attaccò: fendente, attacco al braccio destro, al sinistro, affondo, passo indietro e poi ripresa in avanti. Lucia era un muro, rimanendo nella stessa posizione deviava ogni attacco.

Per lei combattere era diventata una questione personale, come lo era per Chiara. Sentiva l'odio di lei anche senza che dicesse nulla, lo sentiva dai suoi colpi, dai suoi respiri, era ovvio. Il solo pensiero di lasciarla vincere era fuori discussione. Era costretta a tenere per sé le sue emozioni ed i suoi pensieri, quindi non poteva fare altro che dire la sua con le semplici azioni, mostrando loro che non avrebbe ceduto in nessun modo. Lottare contro Lucia, sarebbe stato come lottare contro una montagna, per quanto potessero corroderla sarebbe rimasta in piedi. Prima o poi l'artefice dei rapimenti sarebbe stato preso e allora si sarebbero ricreduti

Chiunque si fosse disturbato a rapire quei ragazzi e quelle ragazze, era un criminale e sarebbe stato preso, o almeno se lo augurava. Se non fosse successo c'era il pericolo che venisse presa come la colpevole, le cose avrebbero potuto solo peggiorare.

Ad un tratto l'istruttore alzò le mani e ordinò imperioso:

– Ferme! Ferme! – chiara smise di attaccare e Lucia abbassò l'arma. La sua barba bianca era arruffata sul mento. I suoi occhi marroni e guardinghi viaggiarono su di loro mentre le mani rugose si afferravano i fianchi.

– Allora... – mormorò, andando da Lucia a Chiara come a decidere da quale cominciare.

– Lucia, quando ti troverai davanti ad un soldato nemico, lui cercherà di ucciderti, puoi difenderti in ogni modo, ma se non attacchi finirai con il perdere, ci siamo? –

Poi parlò a tutta la classe:

– Qui, non stiamo giocando capito? Se non sapete come combattere non durerete un attimo sul campo di battaglia –

Poi si girò verso Chiara e disse:

– Chiara, va bene tenere occupato l'avversario, ma quando sei davanti ad una difesa che non ammette errori, come quella di Lucia, attaccare a caso non serve a niente. Devi aspettare che sia l'altro ad attaccare, altrimenti anche tu potresti perdere le energie prima del tuo avversario –

Era ovvio che dovesse attaccare, ma non voleva, per lei sarebbe stato come ammettere una colpa. L'istruttore fece un paio di passi indietro e ordinò di riprendere.

  
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