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Autore: _doubled_    01/09/2018    1 recensioni
SEQUEL DI "EL FUEGO Y EL MAR"
Mi avevi promesso che non ti saresti mai dimenticato di ciò di cui ho bisogno e che avresti passato il per sempre al mio fianco, eppure adesso mi hai lasciato da solo, con tutte le mie debolezze che nessun altro capisce, a parte te.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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5. Andrea è con te
Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea, Fada, Fadani
Simone De Pisis
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffins, Roffini
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Andrea, Losco, Marianni
Fabio, Langio, Langello
Paolo, Masco, Mascolini
Alessio, Batto, Battistini
Gabriele Lolli
Jacopo Galieni
Alice Ferrari


GALIENI'S POV

Da: Lisu <3

Piccolo, stasera si va tutti all'Heath, andiamo in bici non ti preoccupare, ma non accetto un no come risposta, è Ferragosto!

 

Sbuffai, non avevo per niente voglia di uscire, era dal giorno dell'incidente che tutti mi chiedevano di svagarmi, ma io proprio non ci riuscivo. Ultimamente mi sentivo sempre peggio, a volte pensavo addirittura di togliermi la vita, ma, per fortuna, Andrea mi stava sempre accanto; avevo bisogno della sua vicinanza in quel momento e lui era disposto a rimanere al mio fianco: dopo che l'avevo baciato, il Lisu aveva lasciato Simone e io mi sentivo in colpa, anche se mi aveva assicurato che non era accaduto a causa mia, ma a causa dei loro continui litigi; dopo qualche giorno, avevamo parlato di ciò che era successo tra di noi, io gli avevo confessato di avere bisogno di lui e lui aveva proposto di provare a iniziare una relazione seria, così stavamo insieme da circa tre settimane. Nonostante fossi consapevole che ciò che stavamo facendo fosse sbagliato, sia per Simone sia per Fada sia per noi, mi stava aiutando a superare tutti i miei momenti peggiori, ma, a volte, anche Andrea falliva in questo: Fada mi mancava così tanto che tre giorni prima gli avevo spostato la mascherina dal viso, mettendo in pericolo la sua vita, pur di poterlo baciare di nuovo. In tutto quello, però, i genitori di mio marito si erano allontanati da me, e suo padre, inizialmente, mi aveva anche proibito di entrare nella sua stanza, quindi Jacopo aveva tentato di farlo ragionare ed era riuscito a fargli cambiare idea; nonostante mio babbo mi avesse aiutato, neanche lui era d'accordo con la relazione tra me e il Lisu. Ero davvero grato a mio padre, anche perché dopo una decina di giorni sarebbe stato il compleanno di mio marito e io volevo passare tutta la giornata al suo fianco.

«Zia, possiamo parlare un po'?» domandai ad Alice, seduta sul divano con Manuele tra le braccia.

«Certo» disse, facendomi segno di accomodarmi accanto a lei.

Mi sistemai al suo fianco, poi cominciai: «Andrea mi ha chiesto di uscire con tutto il gruppo, ma non ne ho per niente voglia, cosa devo fare?».

«Vacci, Lory, sono sicura che, se vorrai, Andrea ti riporterà subito a casa».

«Forse hai ragione» farfugliai, giocando coi capelli del piccolo Manu, «tu come stai?».

«Meglio, Lory, mi riprenderò, tranquillo» rispose, tossendo.

«A me non sembra, perché non mi dite la verità?» domandai, triste, abbracciandola.

Lei mi accarezzò la schiena, senza rispondere, e io non indagai oltre, perché in realtà non volevo sapere che zia Alice stava per morire. Per eliminare quel pensiero, ragionai sull'invito di Andrea e decisi di provare a uscire per non rimuginare troppo né su mio marito in coma né su mia zia col cancro, così risposi al suo messaggio e andai a prepararmi. Cenai con Alice e Manuele, poi, quando i miei amici arrivarono sotto casa, mi feci coraggio e li raggiunsi: mi commossi nel vedere tutto il gruppo in bici, soprattutto perché avevano già percorso circa sette chilometri per venire da me, poi ne avremmo dovuti fare un'altra dozzina insieme per giungere all'Heath; erano proprio gli amici migliori del mondo.

Salii sulla mia bicicletta, evitando di avvicinarmi ad Andrea perché c'era anche Simone, ma il mio ragazzo mi affiancò e mi diede un bacio a stampo, così: «Ne abbiamo già parlato, non davanti a lui» sussurrai.

Quando io e Andrea ci eravamo messi insieme, avevamo chiarito che non volevo che Simone soffrisse troppo, quindi, quando eravamo con lui, non avremmo dovuto interagire come una coppia, ma il Lisu sembrava fregarsene, soprattutto da quando Simone si era rimesso con Gabriele.

«Non ti preoccupare, tra me e Simone è tutto a posto» mi rassicurò, sorridendo.

A quel punto, partimmo e, dopo un'oretta -avevo avuto qualche attacco di panico negli attraversamenti e nelle rotonde-, arrivammo alla location; parcheggiammo tutte le bici ed entrammo: il posto era all'aperto, c'era un tendone con sotto i tavolini con il buffet, e accanto, sul prato, c'erano quelli per la cena, poi, nel resto del giardino, c'erano i bar, il palco e tutta la gente che ballava; dalla parte del palco, l'Heath era costeggiato da un fiume con barche e yacht ancorati. Subito mi pentii di essere uscito, l'aria da discoteca mi fece ricordare quel primo bacio con Fada a Salou, quasi quattro anni prima, e iniziai a sudare; Andrea si accorse del mio stato d'animo, così: «Amore, calmati, vuoi tornare a casa? Forse non è stata una buona idea» disse.

«No, non adesso, sto bene, sono solo i ricordi» spiegai, cercando di respirare regolarmente e di non scoppiare a piangere.

Andrea mi abbracciò e rimanemmo così finché non mi rilassai; quando Masco, il Losco e Batto ci invitarono ad andare in pista, Andrea chiese: «Andiamo anche noi?».

«Vai pure, io sto un po' con Roffo e gli altri» risposi, indicando i miei amici a qualche passo da noi.

«Sei sicuro?» domandò.

Annuii, e lui continuò: «Tengo il telefono sempre a portata di mano, chiamami per qualsiasi cosa».

«Certo, vai tranquillo» sorrisi, andando dagli altri.

Parlammo un po' del più e del meno e nessuno tirò fuori né l'argomento Fada né l'argomento Lisu; dopo un po' mi accorsi della presenza di Simone poco lontano da noi, stava parlando con un gruppo di ragazze, probabilmente sue fan: infatti, due anni prima era riuscito a pubblicare il suo primo album e, adesso, era abbastanza famoso. Era da qualche giorno che non mi rivolgeva parola, pensavo che fosse per la mia relazione con Andrea, così decisi di andare a parlargli.

«Ehi, possiamo stare un po' da soli?» proposi.

«Certo» affermò, esitando, «scusate ragazze, ci si vede in giro».

Ci allontanammo e raggiungemmo un posto più tranquillo; Simone rimase in silenzio, aspettando che parlassi io, quindi: «Scusami Simo, lo so che sei arrabbiato con me, non avrei voluto finire insieme a lui, ma mi fa stare bene -per quanto io possa stare bene-, è grazie a lui se non ho ancora ammazzato né me né Fada».

«Non sono arrabbiato con te, tra me e Andrea è finita, sto con Gabriele e sto bene; non aggiungere me alle tue preoccupazioni, non ci sono problemi tra me e te, ti voglio ancora tantissimo bene» confessò, abbracciandomi e iniziando a piangere.

«E allora perché stai piangendo?».

«È solo che non mi aspettavo che succedesse tutto questo, solo due mesi fa mi aveva chiesto di sposarlo, e adesso tra noi non c'è più niente» spiegò, sciogliendo l'abbraccio e asciugandosi le lacrime, «scusa, non avrei dovuto dirtelo, è acqua passata ormai».

«Non ne avevo idea, mi dispiace tanto» dissi, a disagio.

Non comprendevo perché Andrea non me ne avesse mai parlato, prima di tutto quello io ero il suo migliore amico, e in quel momento non stavo più capendo niente.

«Tranquillo, davvero, però prenditi cura di lui, ti prego, ora torniamo dagli altri» concluse, prendendomi per un polso e trascinandomi con lui, «io vado a cercare Masco, Lory, te vuoi venire in pista?».

«Preferisco di no, ci vediamo dopo».

Passai il resto della serata soprattutto con Matteo e Giacomo, finché, verso mezzanotte, non annunciarono l'inizio dei fuochi d'artificio; non vedevo Andrea da quando era andato a ballare, così lo chiamai per vedere lo spettacolo insieme, ma lui non rispose. Iniziai a pensare che potesse essergli successo qualcosa, ma forse semplicemente non sentiva il cellulare, così tentai di rilassarmi guardando lo show insieme agli altri. A mezzanotte e mezzo, poco dopo i fuochi, ci ritrovammo tutti all'ingresso, ma notai subito che mancava Andrea, così: «Ragazzi, ma il Lisu?» chiesi, preoccupato.

Il Langio si guardò intorno, poi: «E Simone?» aggiunse, «Dovremmo andare a cercarli?».

Tutti lo fulminarono e, solo in quel momento, pensai alla possibilità che fossero insieme, probabilmente a discutere; dovevamo lasciarli da soli, quindi: «Ah, no, scusate, mi sono dimenticato che mi aveva scritto che andava a casa ché non si sentiva bene» inventai, sperando che gli altri se la bevessero.

Perplessi, mi assecondarono, così uscimmo e salimmo sulle nostre bici; notai che quelle di Andrea e Simone erano ancora lì e questo confermò la mia ipotesi: erano entrambi ancora lì e stavano litigando.

Prima di partire, scrissi un messaggio.

 

A: Lisu <3

Andre, noi stiamo andando a casa, rispondimi, non farmi preoccupare. Simone mi ha detto del matrimonio, non prendertela con lui.

 

Quando arrivai a casa, salutai e ringraziai i miei amici, poi andai subito in camera mia; controllai il cellulare per vedere se Andrea mi aveva risposto, ma non trovai niente, così scrissi anche a Simone.

 

A: Simo

So che Andrea è con te, sono preoccupato, non mi risponde, rispondimi almeno te. Non fate cazzate.

 

NdA

Ciao a tutti! Sappiamo di essere in terribile ritardo, di nuovo, e sappiamo che questo capitolo non è un granché, quindi scusateci tanto; appena possibile vedremo di revisionare tutte le nostre storie. Grazie a chi continua a seguirci lo stesso! Fateci comunque sapere cosa pensate del capitolo.
Un abbraccio,
Sofia e Luna

   
 
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