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Autore: Lirio    10/07/2009    3 recensioni
- E tu vuoi dirmi che riuscirai dove io fallisco da ben due anni ?
- Si. E ti dirò di più ci metterei non mesi ma giorni.
- Ah davvero? Allora visto che la sai così lunga provaci. Avanti trova un modo in … 40 giorni!
- Mi stai proponendo una scommessa Zabini?
- Perché no?
- Va bene ci sto!- Ron guardò la sua ragazza come se di colpo avesse scoperto di stare con una lumaca carnivora.
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Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Faccia da poker

               

 

 

              Faccia da poker

 

 

 

 

Incredibile.

Non c’era un aggettivo migliore per definire il comportamento di Draco Malfoy.

Harry oscillava tra l’ammirazione per la sua faccia tosta e la voglia matta, irresistibile, di picchiarlo. Il fatto di essere diventato improvvisamente un amante della box, cosa che gli ricordava troppo suo cugino e che quindi lo trascinava in una depressione ancora più nera, quando lui invece era sempre  stato così pacifista, menefreghista addirittura, come dimostrava il suo discorso post caduto di Voldemort ( “Non me ne frega niente se esce fuori qualche nuovo pazzo, io per i prossimi 50 anni sono in vacanza”), la diceva lunga su quanto Malfoy fosse incredibile.

Ron aveva ipotizzato Malfoy fosse affetto da personalità multipla, e perchè Ron pensasse qualcosa di così difficile era davvero grave. Malfoy era da quasi una settimana che non si arrabbiava o si lamentava per qualcosa. Ogni volta che stava per scoppiare in una delle sue tipiche scenate da io- sono il padrone non mi scocciare se non vuoi morire-  il che era successo parecchie volte visto che Finnigan lo aveva tormentato senza tregua per scoprire la causa di quel suo cambiamento, Draco aveva emesso un sonoro sbuffo e poi se l’era squagliata. Ovviamente Seamus aveva tormentato lo stesso Harry perché, come andava dicendo in giro, sospettava legittimamente che centrasse qualcosa la loro tensione sessuale e se così era, voleva dire che, essendosi verificato qualcosa, il gioco era finito e c’erano giocate da riscuotere. Ma ovviamente non avendo trovato prove, il gioco continuava e la voce messa in giro ad arte da Blaise, sul fatto che a Draco erano stati ridotti i fondi per ristrutturare Malfoy Manor e che era quella quindi la causa del comportamento, fu accettata da tutti come verità. Tutti sapevano infatti quanto Draco tenesse ai propri capricci e l’idea di non poterli più soddisfare tutti era sicuramente per lui motivo di sconforto. Dio solo sapeva, anzi Harry solo sapeva, quanto in realtà fosse una balla e quanto invece Finnigan avesse ragione. Il fatto che Blaise avesse escogitato una copertura così credibile faceva sorgere a Harry inquietanti dubbi e congetture sul fatto che probabilmente Zabini era al corrente di tutto. Tuttavia sapeva per certo che, quella cosa che era successa nel laboratorio di Piton, era l’unica cosa che Draco non avrebbe mai confidato ad anima viva, perfino se  si trattava del suo migliore amico Blaise. Quindi… Come faceva Zabini a sapere? Oppure non sapeva niente e aveva coperto l’amico per semplice affetto fraterno? Zabini affettuoso non se lo immaginava proprio eppure se avesse saputo avrebbe usato sicuramente quella informazione per il gioco, cosa che fino ad allora non aveva fatto. Era strarisaputo che Blaise era il re delle scommesse. Avrebbe usato quell’informazione anche se a spese di Malfoy?

Tuttavia, contrariamente a quel che si può pensare, non erano queste le urgenze maggiori e più pressanti. No. Zabini e le sue macchinazioni si trovavano all’ultimo posto nella classifica delle sue priorità. Perché il primo e il secondo posto erano saldamente occupati da Draco Malfoy e dal suo bacio. Perché Draco Malfoy lo aveva baciato. Lui, Harry Potter. E non era stato un bacetto a stampo, no, no. Era stata una gran bacio, di quelli che ti rimangano stampati a fuoco, di quelli che ne vorresti ancora e ancora, di quelli che se ci pensi ancora ti fanno venire i brividi e una grande inestinguibile voglia di fare un mucchio di cose non meglio identificate e non certo caste con l’elargitore del bacio, ossia Draco Malfoy. Tanto che per  la prima volta fin da quando aveva sentito quell’assurdità della tensione sessuale, pensava che la vecchia Emily Bones avesse ragione da vendere. E non era stata una cosa facile da digerire ma era così e Harry non era tipo a cui piaceva mentire a se stesso, una volta scoperta la verità. Desiderava Draco Malfoy. Con un certo ardore per giunta. E sospettava che l’unico modo per mettere un po’ di freno a quella fiamma ardente era lasciare che essa lo consumasse. Assieme a quel biondo petulante ma estremamente desiderabile. Harry si sarebbe volentieri sbattuto da solo la testa contro il platano picchiatore per questo. Peccato che l’altra parte fosse per niente collaborativa. Ogni volta che a Harry capitava di incrociarlo, non faceva in tempo a salutarlo e a dire un “ti devo parlare” che Malfoy dopo un vago sorriso e un “Giorno Potter” scappava alla velocità della luce o abbrancava un serpeverde qualsiasi fingendo di avere un discorso in sospeso con lui. Oppure più semplicemente si faceva scortare da Tiger e Goyle ovunque, per scoraggiare ogni manovra di avvicinamento. Era riuscito a farla franca in quel ridicolo modo per tutta la settimana. Naturalmente quando erano forzosamente messi assieme, non potevano parlare della cosa. Sia perché Harry non voleva renderla pubblica, visto che già tutto di lui era pubblico, sia perché Draco a quel punto non lo avrebbe solo evitato ma gli avrebbe staccato la testa a morsi. Oltretutto l’idea di far vincere uno dei loro aguzzini non gli piaceva affatto, preferiva tacere.

Perciò era un Harry scoraggiato quello che vagava per i corridoi in cerca del suo libro di incantesimi. Lo aveva sicuramente dimenticato in qualche aula durante i cambi d’ora. Ma visto che non aveva troppa fretta di finire i compiti  si aggirava pigramente per il castello, attraversando passaggi segreti noti solo a lui, come un'anima in pena. Magari se avesse vagato abbastanza a lungo avrebbe trovato una soluzione. Magari.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal momento che Blaise non era ancora affetto da cataratte e meno che meno da deficit intellettivo, non accorgersi che Draco aveva qualcosa era assolutamente impossibile. Aveva concepito un centinaio di ipotesi, una più probabile dell’altra, ma –naturalmente- per avere una conferma era necessario chiedere direttamente alla fonte. Tuttavia quella volta non sarebbe intervenuto. Seppur il comportamento di Draco avesse rasentato il ridicolo (si meravigliava ancora che la scusa da lui inventata avesse retto) dal suo sguardo si intravedeva una certa serietà di pensiero. Non era il solito muto orgoglio di cui si ammantava Draco per nascondere le proprie debolezze. La sua riservatezza era di natura riflessiva, di chi vuole pensare a una certa cosa da solo e da solo vuole uscirne. Il fatto stesso che non riuscisse come suo solito a incanalare il suo timore dietro la sua faccia da poker e che addirittura avesse intaccato il suo comportamento, a cui invece fin da sempre era stato molto attento, significava che tutte le sue energie erano impegnate in una questione seria e non aveva tempo di badare troppo alle sue maniere. Molti potevano vedere in lui solo un biondo capriccioso e schizzoide, ma lui era anche quell’amico che gli era sempre stato accanto, seppur nel suo personalissimo modo, ogni qualvolta si profilava all’orizzonte ennesima orrida figura paterna. Per cui avrebbe lasciato che il biondo ci arrivasse da solo alla risposta. Alla risposta sbagliata ma in quel caso non era affatto un male. Certe volte le risposte giuste non servono a niente.  O perlomeno non servivano allo scopo che Blaise si prefiggeva. Seduto nella poltrona davanti al camino mentre fingeva di leggere un libro, Blaise non poté fare a meno di ridacchiare a quel pensiero.

-          Che fai? Ridi da solo adesso?- Blaise levò gli occhi per trovarsi davanti inaspettatamente l’oggetto delle sue elucubrazioni, apparso apparentemente dal nulla. Aveva una finta espressione beffarda stampata sul viso.

-          Perché no?- rispose nello stesso tono.

-          Per favore di pazzi a Hogwarts  bastano la Cooman e Finnigan, non ti aggiungere anche tu!-

Blaise scoppiò a ridere.

-          Comunque dov’eri, ti credevo disperso – disse il moro.

-          Ah stavo cercando di schiacciare un sonnellino, ma visto che non ci riesco vado a fare un giro. Magari vado in guferia a spedire certe lettere a mia madre. Ci vediamo più tardi a cena-

-          Ok -.

Draco gli diede le spalle e si diresse verso l’uscita del dormitorio. A un certo punto però si voltò e disse – Non mi chiedi niente?-

-          Dovrei?- rispose sardonico il moro.

-          No. Penso di no. Però se ti azzardi di nuovo a insinuare che sono un poveraccio ti do in pasto a uno dei mostri del guardiacaccia senza battere ciglio. Anche se dovessi andare dalla MacGranitt e fargli una proposta di matrimonio, io sono sempre e soltanto schifosamente ricco!-

-          Va bene, va bene, me ne inventerò una migliore la prossima volta. Tu però cerca di non fare proposte indecenti ai professori d’accordo?- aggiunse soffocando una risata.

Il biondino gli rispose sventolando pigramente una mano mentre si dirigeva nuovamente verso l’uscita.

-          Ah, già che ci sei passa per l’aula di incantesimi e prendimi gli appunti che ho dimenticato per favore! – gli urlò prima che sparisse.

Sentì solo un borbottio inconsulto che suonava come un “non sono il tuo elfo domestico”, poi più nulla. Pacifico, si rimise a leggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è che fosse sconvolto. Non del tutto per lo meno. Forse lo era stato all’inizio, le prima due ore dopo quella cosa che era successa nel laboratorio di Piton, quando si era rifugiato nella stanza delle necessità per urlare come un ossesso. Una mancanza di contegno che ancora lo tormentava la notte, ma sfidava chiunque a mantenere un contegno dopo quello. Eppure la cosa sarebbe stata assolutamente digeribile, dopotutto era bravo a raccontare balle perfino a se stesso, se non fosse stato per il comportamento di Potter. Quello si che l’aveva sconvolto. Perché lui si aspettava di essere ucciso entro le ventiquattro ore, o quantomeno una sfuriata in pieno stile grifondoro con maledizioni e sortilegi che volavano nella sua direzione. Era pure pronto ad essere avvelenato durante la colazione tanto che aveva  avuto l’accortezza di sgraffignare un antidoto dalle stanze di Piton. Eppure non era successo niente di tutto questo. Potter si era presentato davanti a lui con uno sguardo limpido, privo di qualsiasi malevolenza, ma piuttosto acceso di uno strano ardore. E questo l’aveva spaventato a morte. In un primo momento aveva pensato si trattasse di pietà. Potter doveva pensare che era impazzito a causa della scommessa e quindi veniva a fare da lui il ruolo del buon samaritano. Tuttavia se così fosse stato, una volta che aveva visto la sua riluttanza, avrebbe desistito. E invece lo tampinava ogni benedetto giorno come se si aspettasse qualcosa da lui. Ed era strano, mostruoso, ridicolo che Potter lo guardasse così quando neanche un mese prima si insultavano allegramente e se le davano di santa ragione. 

A un certo punto aveva pensato di attentare alla vita di Potter, così magari sarebbe tornato ad odiarlo. Così tutto sarebbe tornato normale. Tuttavia quando si era messo seriamente ad architettare qualcosa si era accorto che in realtà non voleva farlo. E questo lo aveva sprofondato in un abisso depressivo. Non era stupido. Aveva una vaga idea di quello che significava ma non era ancora pronto ad arrendersi all’evidenza. E non c’era Finnigan, per quanto rompiballe potesse essere, e lo era stato parecchio, che fosse riuscito a distoglierlo dal problema. Era orribile perché non aveva mai rimuginato su qualcosa tanto a lungo. Si era scoperto incapace di reprimere la cosa e questo aveva dato il via a una sequela di interrogativi che pretendevano una risposta. Probabilmente parlare con Blaise sarebbe stata la soluzione più semplice. Blaise sapeva tutto anche quelle cose che lui non pensava di sapere. Però per quanto fastidiosamente onnisciente potesse essere il suo amico, l’unico che sapeva perché aveva fatto, quel che aveva fatto, era lui stesso.

Alla fine era riuscito ad arrivare a una risposta che non ferendo troppo il suo orgoglio, era discretamente ragionevole: lo aveva fatto perché lo voleva. E quando un Malfoy vuole una cosa, se la prende. Anche se quel qualcosa è Potter, l’essere che odi di più su questa terra dopo …dopo niente. Questa affermazione lo aveva impegnato per parecchio tempo. Perché quale persona sana di mente bacia la persona che detesta? Non gli pareva di essere corso a baciare Weasley. Ma in quel caso il sentimento era disgusto.  Infine era arrivato alla conclusione che una cosa non doveva per forza escludere l’altra. Essendo lui un ragazzo nel pieno sviluppo ormonale era perfettamente normale provare impulsi sessuali nei suoi confronti. Il fatto che fosse attratto da un ragazzo non lo turbava affatto. Nel mondo dei maghi era estremamente normale. Dopotutto doveva ammettere che esteticamente parlando, Potter era molto meno carciofo di quanto si ricordasse. Va bene, era bello. Ed essendo lui un estimatore delle cose belle era naturale che il suo corpo istintivamente ne fosse attratto. Questo non cambiava l’opinione sul di lui carattere, ossia che fosse terribilmente fastidioso, rompiscatole e noioso. Era enormemente soddisfatto di sé per essere giunto a quella conclusione. Perché gli dava il via libera a  tutte quelle azioni che moriva dalla voglia di fare, ma che non aveva avuto il coraggio di ammettere. Alla faccia di Blaise e delle sue panzane da analista!

Era perciò così di buon umore mentre se andava in giro per i corridoi di Hogwarts che per festeggiare tolse una ventina di punti a degli intimoriti tassorosso del primo anno, e sempre più estatico pensò che dopotutto poteva anche concedere un favore a Blaise e andare a prendere i suoi appunti.

 

 

 

 

 

 

Harry pensò che il posto più ovvio per andare a cercare il suo libro di incantesimi fosse appunto l’aula di incantesimi. Non pensava certo di trovarci lì il biondo turbatore dei suoi pensieri. Fu come rivivere la stessa scena del giorno della punizione, con qualche particolare distorto però. Innanzitutto la faccia sorpresa di Malfoy mostrava chiaramente che era l’ultima persona che si aspettava di vedere . In secondo luogo lui era piuttosto lontano dal sentimento di rabbia di allora. Poi per chissà quale motivo nessuno dei due aveva trovato ancora qualcosa da dire nonostante si stessero fissando da tre minuti buoni. Per cui Harry non trovò niente di meglio che chinarsi e vedere se sotto il suo banco ci fosse il suo libro. E in effetti c’era. Quando si alzò si trovò di fronte Draco Malfoy a due spanne di distanza che lo guardava come se stesse per fare una dichiarazione di guerra.

-          Ho deciso che va bene!-

Harry rimase in silenzio, perplesso, riuscendo a stento a dire- Va bene… cosa?-

-          Baciarsi ecco cosa. Mi stai ancora allegramente sulle scatole, non fraintendere!- aggiunse svelto e minaccioso- però insomma, non centra nulla con il resto dopotutto…-

Dopotutto Harry decise che bastava e che non voleva ascoltare altro per cui decise di compiacere entrambi. E con la naturalezza di uno che sembrava fare quello da una vita mentre in realtà era tutto il contrario, Harry lo baciò.  Poi chissà come finirono addosso a un banco, il suo, su cui sedette Malfoy e si diede la libertà di far vagare le sue mani ovunque mentre il biondo gli piantava le dita nei capelli e incrociava le gambe al suo bacino. Quando però iniziò a baciargli il collo e un primo sospiro uscì dalle labbra del biondo, le mani di quest’ultimo lo afferrarono saldamente dalle spalle e con forza lo spinsero via. Trafelati si guardarono con intensità.

-          No, così non va Potter!- disse spezzando il silenzio Malfoy. E iniziò a vagare per la stanza nervoso.

-          Io invece penso proprio che ce la stavamo cavando benissimo- disse maliziosamente gettando uno sguardo eloquente al biondo, il quale si sentì fremere. Improvvisamente entrambe si volevano saltare addosso e se non fosse stato per il banco che si frapponeva tra loro, Harry l’avrebbe fatto.

-          Non hai capito un accidente come al solito! Ah ma perché devi essere così idiota?- e poi aggiunse sottovoce- beh in effetti non posso pretendere che tu sia intelligente come il sottoscritto -

-          Malfoy se stai cercando di irritarmi a morte, ebbene ci stati riuscendo- disse accigliato. In tutta risposta il biondo oltrepassò il banco e gli si avvinghiò addosso. Il moro rispose subito all’invito, tuttavia fu di nuovo bruscamente interrotto dal biondo. A quel punto Harry si stava seriamente arrabbiando, ma quando affrontò lo sguardo dell’altro capì che fermarsi gli era costata un enorme fatica e che era desideroso quanto lui e frustrato per l’interruzione. Harry aggrottò la fronte, cercando di trarre le conclusioni.

-          Vedi? - disse ancora Malfoy- Ora che abbiamo innescato questa cosa, temo sarà molto molto difficile fermarci. E  invece noi dobbiamo fermarci, altrimenti sarà un disastro!-

Harry capì quello che il biondo stava cercando di dirgli. Non è che lui fosse poco intelligente. Sfidava chiunque a capire le parole deliranti e inframmezzate di quel biondo pazzo.

-          Vuoi dire che dobbiamo stare attenti al tempo, al luogo e alle circostanze, no? Siamo ancora sotto il periodo di questa orrida scommessa per cui teoricamente non possiamo fare niente, a meno di non volere darla vinta a Seamus e far vincere uno dei nostri orridi aguzzini. Il fatto che tuttavia ci sentiamo così attratti rende il tutto molto più difficile, perché ora per giunta dobbiamo stare attenti a non farci scoprire!- disse serafico il moro.

Draco scioccato non solo perché era il primo discorso intelligente che gli aveva  mai sentito fare ma anche perché l’altro sembrava non prendere la cosa sul serio, disse: - E ti sembra poco? Levati quel ghigno dalla faccia Potter, questa cosa è…-

Non seppe mai cosa fosse perché dei passi nel corridoio li fecero zittire di colpo. Dei passi che sembravano voler proprio entrare in quell’aula. Con una mossa fulminea degna del suo ruolo di cercatore, Harry attirò a sé il biondo con un braccio mentre con l’altro coprì entrambi con il mantello dell’invisibilità, contemporaneamente spegneva con le sue labbra l’insulto che stava per uscire dalla bocca di Draco. I passi si allontanarono e Harry liberò Draco dalla sua stretta. Sempre sotto il mantello dell’invisibilità il biondo disse serpentino: - Ecco come hai fatto ad evitare le sparizioni per una settimana! – e minaccioso aggiunse- e come fai a cavartela sempre e comunque!

Harry sorrise.- Grazie a questo basta solo essere cauti e non dovremmo preoccuparci di niente!-

-          Scusa ma se avevi questa cosa utilissima perché non l’hai usata sempre? – disse con un tono che valeva quanto un “ sapevo che eri stupido ma non fino a questo punto”. Harry sbuffò.

-          Hai idea di quanto sia difficile cercare di nascondere sempre il mantello sotto i vestiti? Oltretutto va usato con enorme accortezza perché se sparissi all’improvviso davanti ai loro occhi capirebbero subito che ho un vantaggio e a quel punto cercherebbero di rubarmelo. Inoltre il mantello mi rende invisibile ma non mi avverte delle trappole. Sono riuscito a usarlo la settimana scorsa perché non era la sola cosa utile a disposizione - sorvolò sulla mappa del malandrino e concluse - Comunque è stata un faticaccia, che ho fatto solo perché ero così arrabbiato con te che volevo fare di tutto pur di non vederti-.

Draco che l’aveva osservato a braccia conserte fino a quel momento, si avvicinò a lui dandogli un bacio a stampo che sorprese Harry e lo lasciò piuttosto insoddisfatto.

-          Ora basta con le spiegazioni Potter. Ormai che siamo qua sotto direi che è meglio approfittare- e così dicendo lo baciò di nuovo e stavolta senza interruzioni.

E se ne stettero in quella stanza nella loro gustosa attività per un bel po’.

 

 

 

 

NdA: a tutti quelli che ormai disperavano…ecco il nuovo capitolo. Mi è piaciuto troppo scriverlo, Draco mi fa divertire un sacco! Alla prossima !(sperando di metterci di meno)

Se lasciate un recensione mi fate felice ^^!

 

 

Axyna: la fuga di Draco è stato un classico! Troppo lui, a mio parere. Comunque Harry non l’ha presa poi cos’ male, non credi?^^ bacio!

Emogirl in pink: grazie per il tuo supporto! Sapere di non essere così pessima mi solleva!^^

Ragazza silenziosa: spero di continuare ancora a coinvolgerti e il bello non è ancora arrivato! Il gran finale non avrà paragoni!

Suicidal_love: mi fa un sacco piacere che questa mia fiction sia riuscita farti ridere. Draco e Harry sembrano usciti da una gag, e si sono d’accordo con te, Harry è un sacco carino da incazzato. Grazie per aver recensito, a presto!

JessyInPink: Ah hai centrato il punto! Sono felicissima che qualcuno abbia notato il comportamento ambiguo di Blaise. Ci ho lavorato molto sul suo personaggio. Capire Blaise è capire l’andazzo di tutta la storia e il suo finale.^^ ti ho incuriosito? Tra Harry e Draco va meglio del previsto, anche se probabilmente li strapazzerò ancora per un po’!Alla prossima! Besos

Riashi Hasegawa: purtroppo per questo capitolo niente Granger, ma non ti preoccupare riapparirà! Blaise però rimane il mio preferito, sono contenta che tu abbia notato questa sua qualità, ossia che non si capisce cosa pensi. Credimi tutti i miei sforzi sono incentrati appunto su quello! XD le elucubrazioni mentali li hanno impegnati parecchio, soprattutto Draco, che poi dopo tanta fatica ha comunque finito col mentire a se stesso almeno un pochino! Grazie per aver recensito! ^^ a presto!

 

  
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