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Autore: Lady_Night    03/09/2018    1 recensioni
Ho sempre voluto scrivere la mia storia. Far conoscere agli altri ciò che sono e ciò che ho passato per diventare la me stessa di adesso. Spero di potervi aiutare a vedere la vita come il dono prezioso che é.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si, anche io ho avuto, ed ho tuttora, problemi ad accettare me stessa. Voi vi direte “Quale adolescente non li ha?”, ma se io vi dicessi che i miei sono cominciati alla tenera età di soli 6 anni cosa pensereste? Sapevo bene di non essere come le altre bambine della mia scuola, non guardavo “Il mondo di Patty”, o “Violetta”, o una di quelle serie Tv spagnole in cui ci sono intrighi amorosi e la trama è noiosa e ripetitiva. Anzi, diciamo che io li detestavo. Io ero più un maschiaccio, se le mie compagne volevano la bambola gigante delle Winx, io desideravo disperatamente un Beyblade. Non mi interessavano i discorsi sugli smalti, né mi interessava sapere chi fosse il ragazzo più carino. Preferivo giocare a prendi e scappa o tirare i capelli alle persone che mi avevano fatto un torto. C’erano delle differenze tra me e le altre che mi facevano sentire esclusa, non perché le altre non mi volessero bene o non cercassero di farmi integrare, ma perché sentivo di non appartenere al loro mondo. Da quel momento è cominciata la caduta. Cominciai a comportarmi come le altre, guardavi i loro stessi programmi, leggevo le stesse riviste, provai anche a mettermi lo smalto. Ma più andavo avanti e più non ero io, ed io non lo capivo al tempo. Mi stavo perdendo e questo mi rendeva infelice. Poi, un giorno, arrivò una nuova bambina, era diversa dalle altre… Non guardava i soliti cartoni da bambine. Lei guardava Inazuma Eleven, giocava ai videogiochi e aveva un modo di vestire che mi affascinava. Inutile dire che facemmo amicizia. Io la idolatravo, ogni cosa che diceva, che faceva o che pensava era come nettare degli Dei per me. Ma anche in questo venni vista come diversa, le mie migliori amiche la odiavano e cominciarono a sgridarmi perché stavo sempre insieme a lei. Ed io non capivo, cosa aveva di sbagliato quell'amicizia se io stavo bene insieme a lei? Eravamo buone amiche, e solo ora mi rendo conto che in realtà non provavo solo un sentimento di amicizia per lei. Penso sia stata una delle mie prime cotte; e pensare che all’epoca non ne ero nemmeno consapevole… All’ultimo anno di elementari i dissapori tra il gruppo delle mie migliori amiche e quello della Ragazza-Non-Più-Tanto-Nuova erano arrivati a livelli insostenibili. Così presi una decisione, e poco a poco mi allontanai da entrambi, e divenni neutrale… Avevo deluso delle persone per non far star male delle altre, e nonostante questo mi sentii ancora peggio di quanto già non facessi. All’età di 11 anni ero una bambina senza amor proprio e depressa. Stavo vivendo un periodo orribile della mia vita. La mia famiglia era ancora instabile dopo la morte di mia mamma e quell’anno avrei dovuto cambiare scuola per iniziare le medie. Avrei perso tutte le sicurezze che mi ero costruita in 5 anni, le maestre, i compagni, i giochi… quando cominciai a frequentare la nuova scuola fu un trauma, venni subito classificata come la tipica sfigata. Ci misi moltissimo a fare amicizia con i miei compagni, se amicizia si può chiamare. Non avendo un minimo accenno di autostima lasciavo andare il mio corpo alla deriva, mi nutrivo male, non facevo allenamento e poco alla volta divenni abbastanza robusta. Quelli di terza cominciarono a prendermi in giro perché ero sempre sola e triste. I rari momenti in cui avevo degli sprazzi di energia vitali erano quelli in cui facevo a pugni con uno dei miei compagni. Insomma, ero un caso perso. In quei 2 anni pensai a cose orribili. Non pensavo di riuscire ad andare avanti. E, purtroppo, mi balenò in mente più di una volta di porre fine alla mia vita (di questo, però, parlerò più avanti). Arrivai alla terza che ero ormai un derelitto. Ma delle persone ebbero il coraggio di allungare la mano e salvarmi. Erano 3, in un primo momento mi si avvicinò “Sara”, ma non legammo più di tanto, avevamo dei tratti del carattere “da maschio”, quindi entravamo in conflitto facilmente. La seconda a gettarmi un ancora di salvezza fu “Stefania”, con lei legai di più. Era gentile, simpatica, disponibile. Mi invitò spesso a casa sua, conobbi la sua famiglia e mi trattò come una persona normale, cosa per me non scontata. La terza, infine, fu “Carlotta”, con lei instaurai un rapporto molto bello. Parlavamo di noi stesse, dei nostri problemi familiari e dei nostri sogni, facevamo chiamate che duravano ore ed ore, ed io ero felice. Avevo perso i contatti con le mie vecchie compagne, con le mie amiche non ci vedavamo quasi mai e mi sentivo sola. Ma poi erano arrivate loro e tutto sembrava andare alla grande. Peccato, però, che delle volte, il destino ci riservi avvenimenti inaspettati e talvolta sgradevoli. Ma io ero ancora una ragazza ingenua, come potevo anche solo immaginare ciò che mi attendeva?
   
 
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