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Autore: SabrinaPennacchio    04/09/2018    1 recensioni
Vi ricordate quando da bambini vi raccontavano che tutto avesse un equilibrio? Di fare i bravi perché altrimenti sarebbe arrivato il lupo cattivo per mangiarvi?
Quando si cresce ci si ritrova catapultati in un mondo dove non si crede più alle fiabe e il lupo cattivo sono gli esseri umani, per cui tu, Cappuccetto Rosso, devi usare artigli affilati e forza di volontà per non permettergli di divorarti.
In un mondo popolato solo da normalità e da crudeltà umana, dove la fantasia ormai è concessa solo ai bambini, tre amiche, tre luci pure saranno coloro che eviteranno al mondo di conoscere cosa sia la vera oscurità, utilizzando la più grande delle magie: amore e speranza.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇᴄᴏɴᴅᴏ




«Ti stavo cercando.»

Jude urlò, risvegliandosi nel suo letto prima del suono della sveglia, pronta a ricordarle che quel giorno avesse il turno mattiniero, al Café. Sua madre e suo padre a quell'ora erano sicuramente già usciti per andare a lavoro.
La figura di quello strano essere era ancora viva nella sua mente, nonostante adesso potesse dire di essere del tutto sveglia: dall'aspetto esile e quasi etereo, poteva essere alta più o meno quanto un suo braccio compreso di avambraccio, con i capelli che le ricadevano oltre i piedi, mentre fluttuava nell'aria. Era bella, quasi paragonabile ad un folletto o ad una banshee, eppure le aveva fatto immensamente paura.
Possibile che fosse stato solo un sogno? Ricordava di aver salutato Sarah e Hertz, quella notte, e poi quello che sembrava un terremoto l'aveva presa alla sprovvista prima che apparisse quell'essere. Ma se i suoi ricordi erano giusti: come si trovava nel suo letto? E per di più in pigiama?
Probabilmente la paura l'aveva condotta a casa senza che se ne accorgesse?
Accese la tv in camera sua per ascoltare le ultime notizie ma a parte l'allerta tifone, non vi era nulla che parlasse di un terremoto e la stessa cosa accadde cercando su Google.
"Ma com'è possibile..."

«Ehi, Sarah, sono arrivati dei nuovi romanzi, dovresti sistemarli mentre io carico il DTT» la sua collega di lavoro era una tipa abbastanza arrogante ma nonostante tutto, Sarah pensava che lavorare in biblioteca fosse molto più bello del negativo che portava quella persona.
«Vado subito» raccolse il carrello dove erano depositati in pedana i romanzi in questione e lo trascinò per i corridoi, andando per scaffalatura: fortunatamente a quell'ora le persone non entravano molto, quindi potevano fare tutto senza disturbare o essere disturbati.
Quello che era successo la notte prima era ancora al limite del normale e non sapeva spiegarselo bene: aveva avuto un allucinazione o c'era davvero stato quel terremoto che l'aveva spinta a trovarsi davanti quella strana creatura che aveva detto di star cercando proprio la sua persona? Eppure era astemia, quindi non beveva, ma come spiegava il fatto che poi fosse svenuta e si fosse ritrovata nel suo letto? Nulla poteva spiegarlo, anche perché viveva da sola, quindi nessuno avrebbe potuto trovarla e portarla dentro.
Lei scriveva romanzi, lavorava fra i libri, ma aveva troppo la testa sulle spalle e pensava troppo razionalmente per credere a qualche fenomeno paranormale... eppure...
"Forse dovrei parlarne con Jude e Hertz... ma se non si parla da nessuna parte di un terremoto, cosa dovrei pensare? Io sono sicura che ieri sera ci siamo viste."

"Con quale cazzo di testa lo preparo un briefing?"
Hertz sbuffò, portando alle labbra una tazza di caffè mentre smanettava col pc, al Café Leclamp. La sua trasmissione era sempre nel pomeriggio, dalle diciannove alle ventuno, quindi avendo tutto il giorno davanti, avrebbe potuto fare un bel lavoro e approfittarne per vedere anche Jude, casomai dopo andare a trovare anche Sarah in biblioteca, così da vedersi anche prima del suo stacco da lavoro, ma la sua testa non era per niente al suo posto, dopo la sera precedente. Lei era una speaker, una Dj radiofonica, e quando si trattava di notizie paranormali era sempre quella che nella sua trasmissione le smontava, quindi ora non riuscire a capire com'era arrivata a casa sua dopo quel terremoto di cui nessuno parlava, era un dilemma che la stava facendo uscire pazza. Aveva anche chiamato il capo redattore ma le aveva riso in faccia, dicendole che forse aveva bevuto troppo. La cosa l'aveva innervosita ma forse era ciò che di più sensato poteva pensare.
Jude varcò la soglia del locale del tutto zuppa e Hertz inarcò un sopracciglio, confusa «Stai bene? Che fine ha fatto l'ombrello?»
«Sono zuppa, potrei mai stare bene?» non era da Jude essere così rude nelle risposte quindi l'amica pensò che probabilmente si fosse solo svegliata con la luna storta.
Bene: a quanto sembrava era una pessima giornata per due.

Jude sbuffò, scendendo nello spogliatoio dipendenti per abbandonare gli abiti bagnati ed asciugarsi, prima di mettere la divisa e scusarsi per il ritardo che aveva portato gli altri dipendenti a lavorare alla zona caffetteria, nell' attenderla. Solitamente era puntuale ma quella mattina la testa altrove, l'ombrello dimenticato, e la pioggia che sembrava scendere ancora di più quando si innervosiva per la situazione, quasi a farle dispetto, l'avevano messa nel completo malumore.
"Se Hertz è già andata via, le manderò un messaggio di scuse su WhatsApp".
Per andare peggio quella giornata aveva solo bisogno di Mr. Sfogliatella, quindi sperava di non ritrovarselo al bancone per nessuna ragione al mondo, o era la volta buona che avrebbe risposto in malo modo.

«Sei davvero sicuro di ciò che stai facendo?» il ragazzo, molto più giovane di quello a cui si stava rivolgendo, gli si avvicinò con espressione incerta, seppur nel suo sguardo vi fosse la stessa determinazione dell'altro. Mettersi contro il loro popolo era davvero la scelta giusta? Eppure lui non aveva potuto fare a meno di seguirlo in quella follia, quando mesi prima era stata proposta.
L'altro gli sorrise, giocherellando con il misterioso oggetto che stringeva fra le mani «Mai stato più sicuro in vita mia.»

L'appuntamento con Hertz e Sarah era in serata al Leclamp, quindi dato che aveva appena concluso il suo turno, sostituita da Marco, aveva ben sei ore davanti per riposarsi. Tornare nel luogo dove lavoravi anche quando hai finito il turno, per un caffè, per chiunque sarebbe stato un incubo, ma Jude amava così tanto quel posto e chi vi lavorava che lo vedeva come una seconda casa... tranne quel giorno, che invece non riusciva a sopportare nulla.
"E per fortuna Sfogliatella non si è visto".
La mente era ancora ferma sul perché di quella stranezza della sera prima e per quanto volesse parlarne con le sue amiche, al tempo stesso pensava di essere stupida a pensare a qualcosa che non aveva poi chissà quanta importanza, dandole una spiegazione umana.
«Ci vediamo!» uscì dal locale con l'ombrello d'emergenza che avevano sempre nel deposito e sbuffò, notando che la pioggia non aveva alcuna intenzione di abbandonare l'isola, quel giorno. Se fosse andata avanti così avrebbe sicuramente portato qualche danno, altro che tifone!
L'auto quella mattina serviva a suo padre quindi andare a lavorare a piedi era stato scocciante, ora medesima noia per il ritorno.
"Ma perché non vuoi smettere?"
Amava la pioggia ma quando si sentiva di pessimo umore, non faceva altro che peggiorare le cose.
"Dico io, ma non potevo svegliarmi meglio? Che lato del letto ho usato?"
Ma cosa strana era che più si innervosiva, più la pioggia sembrava aumentare, tanto che all'ennesima scaricata d'acqua ne seguì un tuono che la fece urlare, spingendola a rintanarsi sotto il porticato di una casa sfitta, a pochi passi dalla propria.
«Se non ti calmi, non smetterà.»
Una voce soave, quasi come il canto di una bambina, riecheggiò nelle sue orecchie, facendola sussultare. Jude iniziò a guardarsi intorno ed inizialmente non trovò nulla, finché, all'ennesimo sguardo, stavolta davanti ai suoi occhi comparve quello strano essere che era convinta di aver sognato e non aver davvero visto, la notte prima.
Lo spirito(?) le sorrise e Jude, in tutta risposta, urlò, spingendosi quanto più lontano possibile dalla sua figura, finendo per ritrovarsi schiena al muro «Oh, no, no, sto iniziando ad avere le visioni... no, no, no, non sei reale, non sei reale!» eppure per quanto continuasse ad aprire e chiudere gli occhi, la realtà non cambiava «C-cosa sei, tu?»
«Oh, finalmente, temevo che avessi intenzione di scappare e balbettare tutto il tempo. Questo mi facilita le cose. Voi umani siete sempre così poco credenti, eppure da bambini credete alle fiabe senza batter ciglio» l'essere iniziò a sproloquiare, fluttuando intorno alla sua figura, mentre Jude continuava a tenersi lontana quanto possibile, e più si sentiva spaventata, più la pioggia aumentava «Io sono Keiros e vengo da un Regno chiamato Arcadia. L'equilibrio dell'umanità è stato distrutto e per impedire che fenomeni tremendi portino il vostro mondo ed il mio alla fine, cercavo da tempo un'anima pura in grado di contenere l'essenza del guerriero della grande Terra.»
D'accordo, adesso doveva davvero star sognando: un folletto che parlava della fine del mondo? Doveva essere uno scherzo stupido o un reality, insomma, qualcosa che spiegasse quella cavolata assurda. Lei era un artista, era stravagante, certo, ma pensare che credesse a quelle cose, insomma, aveva smesso di credere a Babbo Natale da piccola, figurarsi una cosa simile «Scusami, Keiros, giusto? Folletto, Banshee, qualsiasi cosa tu sia-»
«Non sono una Banshee e nemmeno un folletto: sono uno spirito di Arcadia. Insomma, hai mai visto uno dei due? Sono molto diversi da me» la interruppe la creatura, portando le braccia al petto come offesa per quei paragoni poco consoni alla sua persona.
Jude inarcò un sopracciglio «Si-insomma, se è uno scherzo l'ho già scoperto, quindi possono uscire le telecamere.»
«Scherzo? Ti dico che il tuo mondo sta per finire e me lo chiami scherzo?» Keiros si accigliò e si avvicinò di più al volto di Jude che ancora una volta urlò, tenendosi con le spalle al muro per paura di toccarla «Sei la prescelta, Jude, che tu lo voglia o no, Arcadia ha scelto te e questa pioggia è la prova esatta che senza il mio aiuto, i poteri che ti ha donato finiranno per procurare solo danni, velocizzando la fine per la tua isola. Al momento potresti preoccuparti di questo?»
Jude si fermò un attimo a studiarla, logicamente ancora restia. E se avesse avuto ragione, invece? In fondo non aveva trovato anche lei anomala quella situazione, da quando si era svegliata? Ora ammetterlo o meno era una sua decisione, si era al limite dell'assurdo ma c'era anche da dire che era impossibile elaborare uno scherzo su tutta la città. «Dimostramelo» disse, allora «Dimostrami che dipende da me e deciderò di ascoltarti.»
Keiros sorrise, allungando una mano verso di lei «Pensieri felici, Jude: ti basterà chiudere gli occhi» la ragazza la guardò sospettosa e lei rise «Se si dimostrerà davvero uno scherzo hai il diritto di fare di me ciò che vuoi.»
Era una magra consolazione ma cosa ci perdeva?
«Mi sembra di essere in un film di serie B su Peter Pan» borbottò, prima di fare come le era stato detto. Nel momento in cui chiuse gli occhi le bastò pensare alla gioia che provava ogni volta che prendeva fra le mani i suoi strumenti artistici, alla pace che sentiva nel cuore, per sentir scorrere nelle vene come una scarica elettrica, qualcosa che le procurava una piacevole pelle d'oca.
Fu quando sentì la luce del sole sfiorarle il viso che riaprì di colpo gli occhi neri, restando totalmente basita dal cielo limpido sopra di lei. Lo sguardo ricadde su Keiros che intanto sorrideva ancora ma con una luce del tutto nuova negli occhi «Bene, credo che ora tu sia disposta ad ascoltarmi.»
Era ancora titubante, questo era certo, ma non si poteva dire che al tempo stesso, per quanto fosse strano, stavano accadendo cose insolite «Si... credo di sì.» Jude era comunque un artista e come ogni artista che si rispettava aveva una punta di eccentricismo che le permetteva di dare una possibilità anche all'impossibile, arrivata a quel punto «Quindi: perché io sarei la prescelta? Che ho di così speciale?»
Keiros rise, di una risata cristallina e quasi confortante, come il suono dell'acqua che scorreva in un torrente in mezzo alla natura «Arcadia ti ha scelto, non c'è una risposta o un perché, semplicemente quando il suo equilibrio è andato perduto, ti ha trovato e ti ha donato il potere per riportare tutto come deve essere.»
«Continuo a non capire» Jude si guardò intorno per assicurarsi che ancora nessuno fosse da quelle parti e la prendesse per matta. Meglio non attirare l'attenzione più del necessario «Quindi quali sono i miei poteri? E cosa dovrei fare esattamente?»
«La tua essenza è collegata al corpo di Arcadia, il suo intero essere, ciò che nutre il nostro mondo e anche il vostro: l'acqua. Non puoi solo scatenare una pioggia incessante, Jude, puoi plasmarla come vuoi, usarla per calmare gli imminenti danni che si abbatteranno a Talas, così che non possano espandersi nel mondo velocemente per distruggerlo. Questo luogo sin dall'antichità è stato il Tempio Sacro che collegava Arcadia al mondo degli uomini. Con il corso degli anni esso si è evoluto e noi non abbiamo più fatto ritorno fra voi perché ormai non si credeva più nella nostra esistenza. Ma tu, Jude:» poggiò una mano sul suo viso, carezzandolo dolcemente «Hai in te lo spirito di una delle sacre sacerdotesse di Talas e devi usare tutto ciò per trovare le gemme sacre.»
«Delle gemme? E dove dovrei cercarle?» troppe informazioni, troppe cose assurde nel cervello che le facevano pensare ancora di più a storielle da serie tv o anime.
Keiros intristì lo sguardo, scuotendo appena il capo «Purtroppo non lo so. Uno dei principi del nostro regno è impazzito e ha portato Arcadia nel caos. All'interno del Regno, nel suo cuore, vi era una bilancia sacra dove l'equilibrio dei nostri due mondi era racchiuso in tre sacre gemme: Corpo, Spirito e Mente. Il loro peso equilibrato su di essa, permetteva al mondo magico e a quello umano di vivere serenamente, ma bastava che anche solo una di loro vacillasse e il mondo umano subiva danni tremendi: ci sono stati molti pericoli nel corso dei secoli, molti procurati dagli uomini, questo è vero, ma quelli causati dalla terra stessa erano dovuti tutti alla bilancia sacra.» aspetta... questo voleva dire che i disastri dovuti ai vulcani, ai terremoti... Jude ancora stentava a crederci «Nel corso dei secoli molti hanno tentato a distruggere tutto per avere il controllo ma siamo sempre riusciti a risolvere le cose... ma stavolta nessuno si sarebbe aspettato che un membro della casata reale perdesse i lumi della ragione e facesse sparire tutte e tre le gemme. Nessuno sa dove sia, adesso, ma abbiamo la certezza che abbia perso il controllo dell'immenso potere delle gemme sacre che si sono poi nascoste da qualche parte qui a Talas. Dobbiamo trovarle prima che sia troppo tardi.»
«Stai pretendendo troppo, da me.» forse era solo ancora incredula o spaventata, ma, insomma, quello strano essere appariva dal nulla e pretendeva che diventasse una super guerriera. Lei non riusciva quasi a lottare per sé stessa, figurarsi per il mondo intero! «Io- io devo pensarci.»
«Jude! Jude ti prego aspetta! Senza di te il mondo è perduto! Jude!» ma prima che Keiros potesse dire altro, la ragazza era già corsa lontana.


★·.·'¯'·.·★



Ciao bimbi bellissimi, come state? Io sono tornata ieri dalle ferie quindi questa settimana torno a lavorare sulla revisione del mio nuovo romanzo da consegnare entro fine anno, di conseguenza andrò molto a rilento con Arcadia e il riprendere le vecchie mie FanFiction che mi avete chiesto di continuare (lo so, sono una brutta persona ahah). Che ne dite di come sta procedendo la storia? Come vi ho già detto è una cosa sciocca, un qualcosa che mi ricorda un copione per una nuova serie anime con le super eroine, ma adoro già i personaggi, non solo perché li abbiamo inventati in tre. Fatemi sapere che ne pensate, non siate lettori silenziosi che sapete che adoro leggere i vostri pareri.
Vi mando un bacio ;)

Sabrina
   
 
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