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Autore: SabrinaPennacchio    04/09/2018    0 recensioni
Vi ricordate quando da bambini vi raccontavano che tutto avesse un equilibrio? Di fare i bravi perché altrimenti sarebbe arrivato il lupo cattivo per mangiarvi?
Quando si cresce ci si ritrova catapultati in un mondo dove non si crede più alle fiabe e il lupo cattivo sono gli esseri umani, per cui tu, Cappuccetto Rosso, devi usare artigli affilati e forza di volontà per non permettergli di divorarti.
In un mondo popolato solo da normalità e da crudeltà umana, dove la fantasia ormai è concessa solo ai bambini, tre amiche, tre luci pure saranno coloro che eviteranno al mondo di conoscere cosa sia la vera oscurità, utilizzando la più grande delle magie: amore e speranza.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴘʀɪᴍᴏ




Iꜱᴏʟᴀ ᴅɪ Tᴀʟᴀꜱ - Oɢɢɪ.


Non era male quel posto, o almeno per chi ci aveva vissuto praticamente tutta la vita, era un'isola confortante e con molto turismo, un bel luogo in cui vivere, insomma, a meno che non si avessero grandissime ambizioni.
I suoi passi si mossero velocemente sull'asfalto, dopo aver finito il turno lavorativo in biblioteca, per raggiungere il Café Leclamp, dove una delle sue migliori amiche stava quasi per concludere la propria giornata lavorativa.
Sarebbero dovute passare a prendere al lavoro la terza del loro trio, per godersi insieme quella serata che avevano organizzato da un po' ma che a causa dei vari impegni di tutte e tre, era stata rimandata già abbastanza.

"Uɴ ᴛɪғᴏɴᴇ ᴀɴᴏᴍᴀʟᴏ ᴘʀᴏᴠᴇɴɪᴇɴᴛᴇ ᴅᴀʟ Sᴜᴅᴀғʀɪᴄᴀ è ᴘʀᴇᴠɪꜱᴛᴏ ꜱᴜʟʟᴇ ɴᴏꜱᴛʀᴇ ꜱᴘɪᴀɢɢᴇ. Rɪᴄᴏʀᴅɪᴀᴍᴏ ᴀʟʟᴀ ᴘᴏᴘᴏʟᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅɪ ᴇᴠɪᴛᴀʀᴇ ᴅɪ ᴀʟʟᴏɴᴛᴀɴᴀʀꜱɪ ᴛʀᴏᴘᴘᴏ ᴅᴀʟʟᴀ ᴘʀᴏᴘʀɪᴀ ᴀʙɪᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ, ɪɴ ϙᴜᴇꜱᴛɪ ɢɪᴏʀɴɪ. Lᴇ ғᴏʀᴢᴇ ᴅᴇʟʟ'ᴏʀᴅɪɴᴇ ꜱᴛᴀɴɴᴏ ɢɪà ᴘʀᴇɴᴅᴇɴᴅᴏ ʟᴇ ɢɪᴜꜱᴛᴇ ᴍɪꜱᴜʀᴇ ᴘᴇʀ ᴍᴇᴛᴛᴇʀᴇ ʟᴀ ᴄᴏᴍᴜɴɪᴛà ᴀʟ ꜱɪᴄᴜʀᴏ."


Le venne da sorridere, nonostante quella notizia non molto confortante, quando la voce della terza amica in questione, risuonò nella trasmissione radio quando varcò la soglia del locale.
Sarah sorrise a Jude che era intenta a pulire le ultime stoviglie prima di finire il turno, ed alzò una mano per salutarla senza volerla disturbare, indicandole che l'avrebbe attesa seduta ad un tavolino.
L'amica le sorrise a sua volta, afferrando velocemente quel bicchiere che stava asciugando ma che a causa della sua solita sbadataggine stava per finire in frantumi sul pavimento. Sarah cercò di non ridere: lei, Jude e Hertz si erano conosciute per caso durante una fiera ed era bastata una sola chiacchierata a farle divenire ormai amiche per la pelle da cinque anni: diverse nell'aspetto e nel carattere, erano l'una ciò che completava le altre.
Sarah cacciò dalla sua borsetta un block notes dove aveva ormai abitudine da un annetto, di annotare ogni cosa le venisse in mente per quel famoso romanzo che voleva pubblicare in self non appena si fosse sentita pronta e soddisfatta del suo lavoro, eppure anche se era riuscita da qualche mese ad entrare come bibliotecaria nella biblioteca di città, non riusciva più ad avere una grande ispirazione.
Sospirò, portando dietro l'orecchio una ciocca dei corti capelli bruni, mentre gli occhi marroni si muovevano veloci su quel testo ormai ancora ad un bel punto morto.
«Ehi, Sara, scusa se ti ho fatto aspettare.» Jude le si avvicinò, chinandosi a darle un bacio per salutarla, Sarah, invece, in tutta risposta si alzò per stringerla in un abbraccio caloroso «Jude! Mi sei mancata!» non che non si vedessero da così tanti giorni, ma anche quello era il loro rapporto: forse poteva sembrare esagerato, troppo appiccicoso, ma si sapeva che spesso le persone erano così tristi da vedere anomalo il più profondo e sincero degli affetti.
«Aspetta, metto le cose in borsa e andiamo» posato il tutto, mise la borsa in spalla e si mise a braccetto dell'amica per avviarsi fuori dal locale.
«Hai avuto molto da fare, oggi?» Sarah guardò di sbieco Jude, prima di dare attenzione alla strada che stavano percorrendo. Non era sera tardi eppure forse a causa del tempo pericoloso, non c'era molta vita per le strade. La scelta quella giornata di camminare a piedi e non prendere l'auto di qualcuna di loro, era stato per la vicinanza tra lavoro, casa e luogo d'uscita.
Jude lasciò il braccio di Sarah per legare in un codino i lunghi capelli mori. L'amica adorava il colorito in contrasto fra i capelli e gli occhi scuri, e la pelle chiara dell'altra, le ricordava un po' la bellezza eterea di Biancaneve.
Sulla capigliatura di entrambe spiccavano dei cerchietti dalla rifinitura elegante, con delle rose in azzurro per Jude, in rosa per Sarah e in rosso lo aveva anche Hertz. Forse potevano risultare infantili, in fondo avevano quasi trent'anni, ma era un regalo che si erano fatte insieme, giusto per avere un simbolo che le unisse anche se lontane, anziché usare anelli, collane, bracciali o classici orecchini divisi tra amici. Si poteva dire che ormai li usassero quasi come un amuleto, dato il grande valore affettivo che vi era impresso.
«Marco oggi aveva il giorno libero, quindi fare doppio turno per dare qualche dritta al nuovo assunto per coprire appunto i nostri turni durante il free day, è sempre dura. Ma non sarà per molto» Marco era il collega di lavoro perfetto, uno di quelli difficili da trovare: divertente, solare, e sempre pronto a darti una mano. Jude lo adorava «Peccato che abbia avuto l'ennesima delusione da un ragazzo conosciuto su un sito d'incontri.»
«Own. Diciamo che è sfigato quanto noi. E tu, invece?» Sarah non poté fare a meno di punzecchiarla con una risatina, anche se quell'argomento in realtà non le piaceva molto, ma non poteva farla preoccupare «Con signor "Sfogliatella"?» Mr. Sfogliatella era un ricco uomo italiano che da quando si era trasferito sull'isola per affari, aveva messo gli occhi addosso a Jude, tanto da non riuscire a non farle continue avance e inviti sui social e sul lavoro. L'avevano soprannominato in quel modo perché come primo approccio aveva tentato di invitarla a prendere un dolce tipico napoletano in una pasticceria apposita. Sarah e Hertz lo trovavano troppo invadente e avevano pensato spesso che se avesse insistito più del normale, avrebbero fatto ricorso a maniere diverse.
«Per fortuna oggi non si è presentato, ma l'altro giorno ho messo una foto nostra su Facebook e mi ha mandato un messaggio su Messenger per farmi i complimenti. L'ho trovato nelle richieste di messaggi» sospirò, Jude, alzando le spalle.
«Mh, beh, se dovesse diventare troppo invadente, parlane, mi raccomando.» Sarah aveva abbastanza paura di persone del genere e andava nel panico per un nonnulla, in fondo se ne sentivano tante, alla tv, quindi pensava che fosse sempre meglio non abbassare la guardia con nessuno.
Insomma, essere previdenti non faceva mai male.
«Non preoccuparti, in caso insista e inizi a darmi seriamente fastidio, lo farò presente a voi per prime. Sai che non sono un tipo che si tiene le cose che la preoccupano, per sé» la mora non poté fare a meno di sorridere intenerita dalla solita dolcezza di Sarah che come una mammina, nonostante fossero coetanee, si preoccupava sempre per tutti, amici o sconosciuti che fossero. Forse era troppo buona, troppo ingenua e troppo pura per quel mondo, tanto che lei e Hertz la consideravano una principessa delle fiabe. L'abbracciò, avvicinandola al suo fianco «Ti voglio bene» sperava solo che quella sua purezza un giorno non venisse inghiottita dall'oscurità, facendo del male al suo bellissimo spirito.

«Si, ci vediamo domani. Buona serata.» Hertz uscì dall'edificio radio, decidendo di aspettare le sue amiche all'ingresso, per non tardare ancora. Controllò i messaggi WhatsApp per vedere se vi fossero novità ma se Sarah non le aveva scritto nulla, voleva dire che erano vicine. Sistemò il cerchietto sui capelli ramati per portare le lunghe ciocche dietro le orecchie, dove invece i capelli erano cortissimi: un taglio folle, quasi come lei. Gli occhi neri si alzarono al cielo mentre le braccia li seguivano per lasciar andare un mugolio di stanchezza.
«Hertz!» la voce squillante e allegra di Sarah la fece uscire dai suoi pensieri, spingendola a muovere i primi passi verso le sue amiche, prima di abbracciarle.
«Vi prego, anche se vicine, alla prossima prendo ugualmente la macchina: sono esausta» si lamentò con un sorriso, quando iniziarono il loro percorso verso la pizzeria/pub dove avrebbero cenato e perso tempo per un po'.
«Oggi non era comunque il caso» rispose Jude, rivolgendosi a lei in modo ingenuo: a volte era così distratta e sbadata che le due amiche si chiedevano se ci facesse o ci fosse, ma era così adorabile proprio per quello «Hai sentito del tifone? È già pericoloso che ci siamo noi, per strada.»
«Davvero? Quale tifone?» Hertz, sarcastica come al solito, non poté fare a meno di afferrare la palla al balzo per prenderla in giro: insomma, aveva dato lei la notizia alla radio, Jude avrebbe dovuto saperlo. Si trattenne dal ridere «È pericoloso?»
Sarah scosse il capo, accanto a lei, e ridendo le diede un colpo sul braccio «E smettila, scema.»
«Dicono- ehi!» solo in quel momento Jude ricordò del fatto che fosse stata appunto Hertz a parlarne in trasmissione, e le diede un pizzico sulla guancia «Prendimi pure per scema, vedrai che mi vendicherò, nanerottola.»
«Ma zitta, gigante, che so che mi ami» la speaker rise a sua volta, abbracciando la mora. Anche in altezza erano diverse, difatti Jude era molto più alta delle altre due mentre Hertz era la più bassina.
«Comunque, la notizia del tifone ha qualche sorpresa che come al solito viene nascosta alla popolazione oppure si sa davvero così poco?» Sarah prese a braccetto entrambe, spostandosi nel mezzo, dando però l'attenzione a Heatz.
«Ci è stato detto solo ciò che ho annunciato in radio, ma credo che potremo stare tranquille, stasera» rispose, quest'ultima, non sapendone davvero più di quanto non avesse già detto.

Il tragitto verso il locale non durò molto e quando le tre amiche varcarono la soglia, quello che doveva essere un luogo chiassoso e ben frequentato, specialmente nel week-end, si rivelò quasi vuoto e con poche persone, probabilmente proprio per quella notizia meteorologica.
La musica in sottofondo era un blues quindi un degno rilassamento dopo una giornata di stressante lavoro. Si accomodarono poco lontane dalla band che suonava e ci misero un po', prima di decidere di ordinare alla fine la stessa pizza, come ormai capitava spesso. Insomma, non si poteva dire che non fossero davvero in sintonia.
«Ho fame.» Sarah si lamentò, portando una mano allo stomaco brontolante «Speriamo non ci mettano molto. Hertz, come vanno le cose in radio?»
L'amica ingoiò un sorso di birra, prima di risponderle «Beh, diciamo che sto portando una vera rivoluzione, con la mia trasmissione» il gioco di parole, tipico delle freddure della ragazza, era dovuto al nome per l'appunto di "Revolution Radio" «Penso che se continuiamo così, ci ascolteranno sempre più persone, non solo gli abitanti dell'isola» il suo sogno era quello di sfondare e di essere sempre più conosciuta, portando la radio ad una crescita sempre maggiore e magari, chissà, anche lei un giorno sarebbe finita in uno spot pubblicitario «E tu, piuttosto? Ti sei sbloccata col romanzo?»
Sarah scosse il capo, prima di cacciare dalla sua borsa quel block notes che aveva usato per poco nel Café Leclamp «Ho tanti appunti, tante idee basilari, ma non so davvero come metter su il tutto. I primi capitoli sono stati semplicissimi, poi è successo un fattore importante che mi ha bloccato e non so come andare avanti senza essere banale, ripetitiva o già vista. Ormai devi solo pregare per non essere paragonata a nulla.»
«Io credo che oggi come oggi sia quasi impossibile fare qualcosa di mai visto, in fondo quasi tutte le idee sono uscite fuori nei secoli, e la mente umana si muove in base a ciò che vede, quindi credo venga naturale prendere spunto da altre cose, anche senza volerlo: tu puoi anche non ricordare di sapere quella cosa perché vista altrove, forse da bambina, ma la mente ha un magazzino apposito che apre quando serve. Sono pochi i fortunati che hanno colto una novità e l'hanno messa su per primi. Vai a vedere che anche loro hanno usato ciò che hanno visto ma nessuno lo saprà mai perché boh, forse è capitato in un luogo sperduto.» Jude rigirò fra le mani il suo bicchiere, mentre l'amica dai capelli corti riposava il block «Anche l'idea di modernizzare il Leclamp in stile Steampunk, nonostante sia stata mia quando il titolare ha deciso di ristrutturare per dare un tocco di nuovo, non è una vera novità. Forse lo è qui sull'isola, ma altrove ve ne sono tantissimi di locali su questo tema. All'inizio io ero tutta gasata di aver portato qualcosa di diverso e mai visto, qui, poi un po' mi è morto l'entusiasmo quando ho compreso che tanto brillante come idea non fosse, dato che non era una cosa sconosciuta ovunque.» Jude parlava poco, ma quando lo faceva diceva cose sagge e attente, era per questo motivo che confidare a lei i propri dubbi e problemi era un qualcosa di positivo, perché si era sempre certi che lei ti avrebbe messo davanti un piattino pieno di tanti punti di vista ma detti da un'unica voce.
«Beh, ma non tutti i locali possono dire di avere delle bellissime rappresentazioni artistiche sulle pareti, firmate Jude» Sarah ammiccò, stringendole una mano e Hertz strinse una di entrambe, parlando a sua volta «Vedrai che un giorno, durante i tuoi debutti di artista di strada, troverai qualcuno che ti farà sfondare» Jude desiderava lavorare nel campo artistico ma non riuscendoci aveva finito per lavorare in quel Café. Non demoralizzata, però, vendeva e mostrava il suo lavoro come artista di strada ogni week-end nelle ore in cui non lavorava.
«Voi siete troppo buona con me» un lieve rossore le coprì le gote pallide.

«Sono piena come un pallone» Sarah sospirò compiaciuta, massaggiandosi lo stomaco. Alla fine lei era così: sembrava avere una fame micidiale, mangiava e poi lasciava il cibo perché tremendamente sazia con poco. Peccato che il suo fisico robusto lasciasse intendere diversamente.
«Io un gelato me lo prenderei ma ho sonno» Hertz si fermò all'angolo della strada che portava al suo appartamento, alzando poi le braccia in direzione delle amiche per stringerle forte «Ci becchiamo domani? Un salto veloce al Leclamp quando finisco di lavorare?»
«Si» l'amica dai corti capelli annui, prima di ricambiare con Jude il suo abbraccio.
Quando Hertz fu abbastanza lontana e loro avevano già fatto qualche altro passo, anche Jude lasciò sola Sarah per dirigersi nella casa che ancora condivideva con i suoi genitori, a differenza delle due amiche che invece vivevano da sole. Avevano pensato spesso di condividere un appartamento in tre, ma per ora non lo avevano messo ancora in atto.
"Spero proprio che domani sia di nuovo una splendida giornata."
Come a voler andare contro al pensiero di Sarah, accadde qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato: la terra iniziò a tremare e un boato spinse le tre amiche, ognuna ormai vicina alla propria abitazione, a stringersi al primo appoggio vicino: un terremoto o un maremoto?
Avevano insegnato spesso che in momenti del genere il panico era il peggior nemico possibile, ma nel momento in cui un fascio di luce abbagliò loro la vista e dinanzi ai loro visi prese la forma di una strana entità, fu impossibile ricordare quella regola.
«Ti stavo cercando.»

*✿。:. *.:。✿*


Ed eccoci qua al primo capitolo revisionato dal cellulare! In più è anche la prima volta che posto da Android.
Che dire di questa storiella? È un po' sciocca, almeno per ora, ma si sa che io le cose che dico di aver iniziato come una c****a alla fine mi diventano così angst che voi mi bestemmiate dietro.
Ok! Detto ciò, per ora quale delle tre pulzelle vi è più simpatica? Ah si, ho scritto quasi trent'anni ma hanno dai venticinque ai ventisette, eh ahah.
Se ci sono errori di battitura, sorri mi ma dal cellulare già è tanto (?)
Mr. Sfogliatella è qualcosa che mi fa ridere ogni volta che scrivo. Grazie Chiara per averlo inventato ahah.
Passate buone vacanze e non sperate in aggiornamenti veloci. Sono cattiva ma vi amo.
Bye.

Sabrina.
   
 
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