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Autore: Dreamer47    04/09/2018    2 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 2.
All we see is bad blood and mistakes.




Passarono due lunghe settimane molto intense da quando aveva saputo che suo fratello era tornato sulla terra, due settimane in cui il suo cuore aveva ricominciato a battere come prima, riusciva anche a sorridere ultimamente.
Era così dannatamente felice che fosse tornato, che la sua famiglia si fosse riunita, era felice persino di aver conosciuto Samuel, Guen ed anche Cristian. 
Poter cacciare insieme a suo fratello come una volta, passare la notte da Bobby con Sam e Hailey, era tutto perfetto. O quasi.
Aveva comunque una relazione a distanza con Lisa: non riusciva a mantenerla quando stava sotto lo stesso tetto, figuriamoci adesso!
Da quando aveva ricominciato a cacciare, le aveva insegnato tutto ciò che ci fosse da sapere riguardo la protezione della casa dai demoni, ma anche dagli angeli.
Nonostante ciò, il cacciatore restava sempre e comunque preoccupato per la sua incolumità e per quella di Ben, ma come poteva scegliere fra lei e suo fratello?
Ci teneva a Lisa, lo aveva accolto quando tutto stava andando a rotoli, quando non aveva la più pallida idea di dove andare, ma non voleva incasinarle la vita ancora di più di quanto avesse già fatto.


La sua Impala ruggì quando affondò il piede sull’acceleratore, mentre delle calde lacrime scesero lungo il suo viso; il buio avvolse l’abitacolo e la strada, la luna era la sola fonte di luce presente nell’abitacolo e attorno a sé.
Si asciugò con una mano, ma senza che se ne potesse rendere conto, altre lacrime si fecero strada, fino ad arrivare al collo; tirò su col naso. Era sconvolto.
Cos’aveva appena fatto? Come aveva potuto fare una cosa del genere? 
Era un mostro.
Sfrecciava sulla strada mentre l’aria venne a mancargli, così abbassò il finestrino e sperò che l’aria fresca della notte lo facesse calmare; era una crisi di panico?
Il telefono posato sul sedile della sua auto si accese e prese a lampeggiare più volte, quando lo afferrò e lesse il nome sullo schermo non poté fare altro che scuotere la testa.
Non poteva risponde a Katherine, non poteva dirle dove si trovasse.
Lanciò il telefono dal finestrino e acceleró di più, fin quando arrivò a destinazione; sgommó con l’auto e posteggiò in mezzo al vialetto.
Corse alla porta e bussò freneticamente, non rendendosi conto di quanto fosse tardi e che avrebbe svegliato chiunque si trovasse dentro la casa; dopo qualche secondo la porta si aprì e apparve una donna assonnata ed avvolta in un maglione, quasi spaventata.
“Dean?!” Chiese Lisa con stupore, mentre il sorriso scemò quando lo guardò meglio. “Sono le quattro del mattino! Che è successo?”.
“Lisa, io.. non sapevo dove altro andare” sussurrò il ragazzo con un filo di voce.
“Quello è sangue?” Chiese la donna aggrottando le sopracciglia, cominciando a spaventarsi, indicandolo e facendo un passo indietro.
Il ragazzo scosse la testa, poi si guardò e si rese conto che la camicia fosse interamente imbrattata di rosso, così come le sue mani, e parte dei pantaloni; non aveva avuto la lucidità neanche di cambiarsi prima di fuggire da quella casa.
“Si..” sussurrò Dean sospirando e sentendosi l’uomo più orribile della terra, continuando a fissare le sue mani sporche di sangue.
Sangue di Katherine.
Lisa indugiò per qualche secondo, poi aprí completamente la porta e gli consentì di entrare e di rifugiarsi da lei.





Scosse la testa e si rigirò nel suo letto, nella sua stanza a casa di Bobby; era quasi mattina e lui era pronto ad iniziare una nuova giornata.
Si considerava quasi felice, ma era quel quasi che non gli consentiva di stare bene.
Katherine era il suo problema.
E non c’entrava il fatto che i suoi sentimenti fossero riemersi nel momento in cui l’aveva rincontrata, non c’entrava il fatto che lei avesse una quasi relazione con suo cugino.
Dean non riusciva a perdonarsi ciò che le avesse fatto.
Sbuffò quando le luci dell’alba si infiltrarono nella sua stanza e si girò ad osservare il lato vuoto del suo letto, immaginando quando gli bastasse allungare la mano per toccare la sua compagna.
Scacciò quei pensieri e pensò al lavoro fatto in quel periodo: durante quelle settimane si erano occupati di svariati casi, aveva passato molto tempo con suo fratello ed Hailey, e un dubbio atroce si insinuò nella sua testa: Sammy aveva qualcosa che non andava?
Non si seppe spiegare perché, ma lo percepiva diverso da prima; più freddo verso il resto del mondo.
Lo sguardo era cambiato, anche le sue espressioni. Non gli importava chi uccidesse durante un caso, era disposto a sacrificare anche degli innocenti pur di arrivare al mostro e ad ucciderlo.
Era chiaro che qualcosa non andasse e non era solo riconducibile al fatto che fosse stato all’inferno con Lucifero e Michele; c’era qualcosa di oscuro, qualcosa che lo spaventava giorno dopo giorno.
“Buongiorno!!” Esclamò Hailey aprendo di scatto la porta ed entrando con un sorriso stampato sul viso.
“Hailey sono le sei del mattino” sussurrò il ragazzo nascondendo il viso sotto il cuscino, dandole le spalle.
La donna sorrise e si sedette sul bordo del letto, ridendo e scuotendolo leggermente; in quel momento Dean aggrottò le sopracciglia e si chiese mentalmente perché si trovasse li.
“Che ci fai qui?” Chiese l’uomo guardandola con gli occhi e la voce ancora impastati dal sonno. “Non dovresti essere con Samuel?”.
“Si, beh, abbiamo trovato un altro caso” sussurrò Hailey sorridendo.
“Passo” rispose il ragazzo rigirandosi nel letto e dandole le spalle.
“Tu verrai con noi!” Esclamò la Cacciatrice schioccandogli un bacio sulla guancia. “La colazione è quasi pronta, ti aspetto giù!!”.
Dean sorrise quando la vide schizzare fuori dalla stanza in maniera molto euforica; cosa aveva da saltellare alle 6 di mattina ?
Il ragazzo scosse la testa e si alzò dal letto, per poi entrare nel bagno e farsi una doccia per svegliarsi del tutto.
Un’altra giornata che iniziava e Dean era quasi felice. 






“Tre ragazze scomparse?” Chiese aggrottando le sopracciglia, addentando con foga la sua colazione dopo aver ascoltato il caso da suo fratello. “E avete bisogno di me ?”.
“Vedilo anche come un modo per recuperare il tempo perduto” disse Sam sorridendo, sedendosi al tavolo della cucina di Bobby.
“In sei non ci riuscite?” Chiese Dean facendo spallucce, sorpreso.
“Siamo solo noi due” rispose Hailey abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro, cercando di nascondere qualcosa. “Dov’è Bobby?”.
Quel segno non passò inosservato, Dean la conosceva bene; così sollevò un sopracciglio e li fissò entrambi.
“Segue un caso nel Nebraska” tagliò corto il maggiore sospirando, posando la forchetta e smettendo di mangiare. “Che è successo?”.
“Kath se n’è andata” sussurrò Sam alzandosi e sistemando i piatti nel lavandino, dando le spalle ai due.
“Dove?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“A casa sua” rispose Hailey abbozzando un sorriso amaro. “Con Cristian..”.
Dean sospirò, chiedendosi perché fosse andata via proprio con Cristian ed inevitabilmente fu invaso da una sensazione di gelosia atroce.
“Sta giocando all’allegra famigliola con lui.. Adesso andiamo?” Chiese Sam voltandosi nuovamente, avendo finito di pulire la cucina.
Il maggiore annuì e prese la sua roba infilandola in un borsone; dopodiché entrò all’interno della sua Impala con un sorriso, mentre l’arietta fresca del mattino gli solleticò il viso.








Arrivati in città, i cacciatori si diressero verso la casa dell’ultima ragazza scomparsa per cercare di scovare qualche informazione; quando entrano nella sua stanza, capirono quanto la ragazza fosse devota ai vampiri.
Estremamente rosa, con poster di attori che interpretavano dei vampiri in dei film, attacchi alle pareti; tutto ciò fece venire la nausea ai tre.
“Adolescenti..” commentò Hailey scuotendo la testa e ringraziando che non avesse mai avuto figli.
Sam si mise ad hacherare il computer presente nella stanza, riuscendo a trovare l’ultimo luogo frequentato dalla ragazza; senza pensarci due volte, si recarono davanti al locale indicato nel pc e si appostarono fuori, notando la scarsa affluenza.
“Siete sicuri che il posto sia questo?” Chiese Dean sbuffando, finendo il panino, stanco di aspettare.
“Dean, sono solo le 10 di sera..” rispose Sam sorridendo, conoscendo la scarsa pazienza del fratello.
“Dovremmo occupare il tempo in qualche modo mentre aspettiamo che si popoli..” sussurrò Hailey sorridendo, avvicinando il viso al ragazzo dal sedile posteriore, fissandolo con attenzione. “..potremmo iniziare col parlare del perché cazzo te ne sei andato un anno fa?!”.
Dean rimase sorpreso dalle parole della ragazza e dalla rabbia con la quale le aveva pronunciate, rendendosi conto che Katherine non avesse raccontato a nessuno di ciò che accadde quella notte a casa sua; rise nervosamente e sospirò, prima di rispondere: “Scusa bambolina! Non sono affari tuoi”.
“Non sono affari miei? Noi vivevamo insieme Dean!” Sbottò Hailey per tutta risposta, incrociando le braccia ed appoggiandole al sedile. “Lo sai che ti voglio bene, sei un fratello per me!”.
Il maggiore distolse lo sguardo, fissandolo davanti a se e scosse la testa; non voleva parlarne, non voleva ricordare ciò che avesse fatto.
“Ehi, laggiù..” sussurrò Sam indicando  due ragazzi uscire dal locale in maniera troppo strana. “Ci sta provando un po’ troppo, non credete?”.
“Anche lì..” sussurrò Dean indicando una seconda coppia uscire dal locale, dirigendosi però nella direzione opposta.
“Merda! Dividiamoci!” Esclamò Hailey  scendendo velocemente dall’auto, non perdendo mai di vista i due ragazzi.
“Io ed Hailey andiamo a destra!” Esclamò Sam avvicinandosi alla ragazza con un sorriso.
“Io vado a sinistra..” sussurrò Dean chiudendo l’auto, stringendo il suo pugnale nascosto nella tasca interna della giacca. “..ci rivediamo sul retro”.
Il maggiore si diresse nella direzione della seconda coppia, cercando di ignorare come si comportassero i ragazzi e chiedendosi perché nessuno denunciasse i titolari del locale, dato la quantità di ragazzini ubriachi che cominciavano a ronzare lì intorno.
Senza farsi vedere si appostò in un angolo e spiò la coppia appartata sul retro, appoggiati contro un muro mentre si scambiavano dei baci passionali; dopo qualche minuto di eccessive effusioni, il ragazzo si chiese se non avesse sbagliato ad adocchiare quella coppia e che fossero dei semplici ragazzini troppo fatti e stonati dall’alcol.
“Voglio diventare come te..” sussurrò la ragazza ridendo, stringendosi ancora di più.
“Sei pronta?” Chiese il ragazzo sorridendo, mostrandole i canini.
In quel momento, prima che il vampiro potesse morderla, il cacciatore avanzò a grandi falcate e lo scaraventò a terra, intimando alla ragazza di scappare via; si concentrò sul vampiro e nuovamente lo colpì in pieno viso, prima di colpirlo con la sua lama e staccargli di netto la testa.
Rise di cuore e pulì la lama sulla sua con la felpa del ragazzo, prima di riporla all’interno della sua giacca.
“1 a 0 per me, Twilight!!” Esclamò Dean ridendo, voltandosi e facendo per andare verso la macchina, ma improvvisamente un rumore lo fece voltare nuovamente nell’altra direzione.
Un altro vampiro sbucò dall’oscurità e si lanciò contro il cacciatore, atterrandolo e bloccandolo sotto di se con il suo peso; Dean provò a dimenarsi, ma venne brutalmente colpito al viso più volte, fino a restare quasi incosciente.
Il vampiro si morse il polso, facendo si che il suo sangue sgorgasse nella bocca del cacciatore, mentre lo sguardo di Dean vagava per il vicolo, sperando che Sam ed Hailey arrivassero il più presto possibile. 
Ormai era troppo tardi però, pensò il maggiore quando sentì il sangue scorrere all’interno della sua gola.
“Nooo!!” Esclamò Hailey correndo nella sua direzione, colpendo il vampiro e fiondandosi sul cacciatore. 
Sam si concentrò sul fratello, preoccupato per ciò che gli potesse succedere; lasciarono scappare il vampiro e velocemente aiutarono il maggiore ad arrivare nella sua Impala per portarlo immediatamente in un posto sicuro.




In fretta si recarono nel primo motel disponibile e, dopo aver pagato la stanza, vi fecero arrivare Dean il più silenziosamente possibile e stando sempre attenti che nessuno li vedesse; il maggiore stava male, non sopportava i rumori e non riusciva a controllare la sua nuova forza.
Una volta arrivati lo adagiarono delicatamente sulla poltrona presente nella stanza, notando come si contorcesse dal dolore e come si sentisse male.
“Che cosa facciamo? Dean si sta trasformando” disse Hailey in preda al panico, guardando il ragazzo con preoccupazione.
“Informo Samuel!” Esclamò Sam scuotendo la testa e voltandosi dal lato opposto rispetto ai due ragazzi. “Ci deve essere una soluzione”.
“Non c’è soluzione, dovete uccidermi..” sussurrò Dean avanzando, sentendosi ancora stonato e togliendo la giacca di pelle. “Sono pronto!”.
“Sei impazzito?! Non ti uccideremo!” Esclamò Hailey allargando le braccia, sentendosi terribilmente impotente davanti a quella situazione. 
“Dacci un po’ di tempo!” Esclamò Sam annuendo ed estraendo il telefono dalla tasca.
Un giramento di testa improvviso lo travolse, facendo sì che si reggesse al tavolo presente nella stanza; sentiva ogni rumore, anche quelli più lontani, e quelli vicini non riusciva a sopportarli.
“State zitti, non urlate!! La testa, mi sta esplodendo!” Esclamò sentendo il cuore prendere a battere freneticamente.
Sentí la fronte imperlassi di sudore freddo e sentí dei brividi attraversarlo; scosse la testa e si addentrò all’interno del bagno della stanza.
Aprí il rubinetto e fece sgorgare l’acqua finché non divenne ghiacciata e si sciacquò il viso un paio di volte, cercando invano di trarre qualche beneficio.
Ormai era solo nella stanza e sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo: avrebbe chiesto a Samuel di farsi tagliare la testa, piuttosto che sopravvivere come vampiro.
Dalla tasca dei jeans estrasse il suo telefono e compose il numero di Lisa, sentendolo squillare quasi all’infinito, finché attaccò la segreteria, e con tono basso disse: “Ciao Lisa, sono io.. volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto per me, mi hai accolto in un momento così tragico della mia vita.. ti ringrazio! Non so se riuscirò a cavarmela questa volta..”.
Il segnale acustico interruppe la registrazione e si chiuse la chiamata, così con un sospiro ripose il telefono nella tasca e aprì di soppiatto la porta del bagno, sentendo i due ragazzi discutere con Samuel su una possibile cura; ciò lo fece ride, non esisteva, altrimenti suo padre glielo avrebbe detto. O Bobby. O qualsiasi altro cacciatore.
Un rumore proveniente dalla strada catturò la sua attenzione e lo fece voltare verso la finestra: vi si avvicinò e sentí i suoi denti da vampiro uscire senza che lui potesse controllarsi.
Aveva fame, voleva nutrirsi, ma non poteva dilaniare ed uccidere qualcuno.
Si sentì così debole, sapeva che quando Samuel sarebbe arrivato al motel lo avrebbe ucciso, per questo doveva farlo prima; aprì di scatto la finestra e si gettò di sotto senza neanche rendermene conto. Atterrò e piegò le ginocchia per ammortizzare la botta e si rialzò come se nulla fosse, con un’unica destinazione in mente.




Non riuscì a capacitarsi di come si fosse trovato lì davanti quella casa: l’aveva semplicemente pensato e le sue gambe si erano mosse così velocemente da non rendersene conto.
Aveva corso e in pochissimo tempo si era ritrovato davanti la casa che conosceva bene: quante volte vi era stato? Quante volte aveva dormito lì? Per un po’ era anche diventata casa sua, casa loro.
Erano le 2 di notte, forse chi vi era all’interno stava già dormendo, ma non gli importava, voleva entrare; con uno scatto provó ad aprire la porta, trovandola inspiegabilmente aperta.
Di soppiatto entrò, trovando la luce accesa nell’ampia cucina e si fermò ad osservare la scena: c’era Katherine, appoggiata contro il top della cucina intenta a fissare un punto indecifrabile fuori dalla finestra. 
Stava pensando a qualcosa. Qualcosa che la rendeva triste, date le labbra incurvate verso il basso e gli occhi leggermente lucidi.
Dean provó un tale peso sullo stomaco a vederla in quel modo, che non si rese conto quando altre immagini riguardanti quella notte presero a scorrergli davanti agli occhi: ricordò il sangue sparso per la cucina, il coltello che ancora stringeva fra la mani, fin quando non aprì gli occhi e si rese conto di ciò che avesse appena fatto.
Scosse la testa per allontanare le immagini ed emise un mugolio, forse troppo forte, dato che la ragazza si girò nella sua direzione. Lo fissò, lo scrutò, ma non poteva vederlo data l’ombra. 
Decise di avanzare e di farsi vedere, così lentamente, passo dopo passo, entrò all’interno della grande cucina, sentendo gli occhi infastidirsi per via della luce accesa.
“Sei matto?” Urlò Katherine portandosi una mano al petto e sgranando gli occhi. “Mi hai quasi fatto venire un infarto! Che ci fai in casa mia?”.
“Katherine...” sussurrò il ragazzo respirando lentamente e rumorosamente, non riuscendo a fissarla negli occhi.
”Dean, stai bene?” Chiese la ragazza avanzando verso di lui e fissandolo con aria interrogativa, capendo però che qualcosa non andasse.
“Non volevo spaventarti..” sussurrò il cacciatore alzando lo sguardo. “Io volevo solo vederti un’ultima volta..”
“Un’ultima volta ? Che significa?” Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
“Sono stato fregato da un vampiro” Scherzò Dean accennando un sorriso amaro.
Katherine rimase a guardarlo, sentendosi quasi paralizzata, mentre il sangue le si congelò nelle vene; nella sua mente quella frase non aveva senso, non era ammissibile che qualcuno gli avesse fatto del male. Non a lui. Non poteva essere vero.
Istintivamente gli posò la mano sulla fronte, per sentire la temperatura, e sgranando gli occhi gli disse: “Scotti!”.
“Non avvicinarti, potrei farti male..” rispose il ragazzo scattando indietro e scuotendo la testa. “..di nuovo!”.
“Dean.. “ iniziò la ragazza avvicinandosi nuovamente ma venne brutalmente interrotta.
“Sento il tuo sangue scorrere e pulsare nelle tue vene, sento il tuo cuore accelerare da quando sono entrato..” disse il ragazzo afferrandola per le braccia con poca delicatezza e facendola indietreggiare finché con le spalle toccò il muro; avvicinò i loro volti di scatto e continuò a fissarla negli occhi. “Tu sei l’unica per me, l’unica che mi fa impazzire così”.
Dean continuò a scrutarla, come se potesse scavare dentro di lei attraverso i suoi occhi, e gli sembrò passare un’eternità. I loro visi si ritrovarono così vicini e fece oscillare lo sguardo fra i suoi occhi e le sue labbra, mentre le sue mani arrivarono ai fianchi della ragazza e vi si arpionarono, sentendo sotto i polpastrelli la sua pelle nuda per la prima volta dopo oltre un anno.
Con estrema lentezza, continuò e sussurrò con voce rauca: “Non sarei mai dovuto andare via”.
Katherine deglutì a fatica, trovandosi incastrata fra il corpo massiccio del cacciatore e il muro, e non aveva la più pallida idea di ciò che gli stesse succedendo.
Improvvisamente Dean si allontanò e si voltò di scatto: emise un urlo di dolore e sentì le zanne uscire nuovamente senza che lui potesse controllarle, la fame continuava ad urlare dentro di lui.
Katherine scattò in avanti e osservò con occhi impauriti e addolorati quella scena: non poteva essere vero! Non Dean! Non Dean! Pensò in preda al panico.
“Ma che succede? Che ci fai tu qui?” Chiese Cristian irrompendo nella stanza e sgranando gli occhi alla vista del cacciatore.
Tu.. “ Urlò Dean con un ringhio animalesco, spostando la sua attenzione sull’uomo appena entrato di cui aveva completamente rimosso l’esistenza. “Che ci fai tu qui?! Questa è casa mia!”.
“Adesso è casa mia!!” Esclamò Cristian infuriandosi, guardandolo in cagnesco ed avanzando.
“Arrivi tu, ti prendi la mia ragazza, la mia casa..” disse con tono acido e glaciale, facendo qualche passo. “.. scommetto che anche Judith ti ama?!”.
“Ho provato ad essere gentile con te, brutto idiota” disse Cristian scuotendo la testa e scrocchiando le sue dita.
“Vuoi dire che sei ancora più idiota di come sembri ?” Chiese ironicamente il ragazzo, avventandosi con tutta la sua rabbia contro l’uomo.
Gli diede una serie di pugni, finché l’uomo riuscì a ribaltare le posizioni e a ricambiare con il cugino; erano settimane che avrebbe voluto andare da lui e pestarlo come si deve. Ora ne aveva l’occasione.
Senza pensarci due volte, la ragazza colpí con forza Dean alla nuca, facendogli perdere i sensi e cadere rovinosamente sopra Cristian.
I due ragazzi si guardarono scioccati, senza sapere cosa stesse succedendo; l’unica frase che uscì dalle labbra di una Katherine ancora scossa e in preda al panico fu: “Chiamo Sam”.




“L’avete lasciato scappare?” Urlò scuotendo la testa e stringendo i pugni.
Dopo aver chiamato il minore dei Winchester, Katherine e Cristian avevano portato Dean ancora incosciente nella stanza del motel affittata dai due ragazzi; quando Sam ed Hailey gli spiegarono la situazione, non poterono che sentirsi indubbiamente scossi.
“Ci siamo distratti un solo momento e lui è scappato dalla finestra!” Esclamò Hailey scuotendo la testa, sospirando e sentendosi in colpa.
“Dovevate stargli addosso!” Esclamò Katherine ancora scossa, girovagando per la stanza, osservando il ragazzo ancora incosciente sdraiato sul grande letto matrimoniale. “Avrebbe potuto nutrirsi e questa cazzo di bevanda non gli avrebbe salvato il culo!!”.
Eh si, perché la cura esisteva eccome, solo che nessuno lo aveva mai saputo, a parte Samuel e qualche altro cacciatore della sue generazione.
Il maggiore emise qualche suono, segno che si stesse per svegliare e tutti i presenti rimasero in silenzio a fissarlo con aria interrogativa; cosa sarebbe successo da lì a poco? Avrebbe attaccato di nuovo uno dei presenti?
“Cos’è successo?” Chiese con voce ancora impastata dal sonno, sentendo tutte le ossa indolenzite, e sollevandosi lentamente, mettendosi seduto.
“Ti sei svegliato, idiota!” Esclamò Cristian guardandolo in cagnesco, mentre Katherine lo fulminò con lo sguardo.
“Come ti senti?” Chiese Hailey con voce calma e dolce, avvicinandosi e sedendosi accanto al ragazzo.
“Come uno che è diventato un succhia sangue” sussurrò scherzando il maggiore, volgendo lo sguardo verso gli altri e trovandoli a fissarlo con aria interrogativa.
“Cos’hai visto Dean ?” Chiese Sam avvicinandosi. “Hai avuto qualche visione?”.
“Visione?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Non riesco a sentirti Sammy, il tuo sangue scorre troppo forte” sussurrò Dean portandosi una mano alla testa. “Anzi, sento quello di tutti voi!”.
“Dobbiamo procurarci il sangue di chi ti ha vampirizzato per trasformarti da supercoglione a coglione semplice, ergo dobbiamo andare nel loro nido” disse Cristian sedendosi sulla poltrona e sbuffando. 
“D’accordo, è facile, ci vado io” sussurrò Katherine annuendo e sospirando, ignorando le parole offensive del ragazzo.
“Da sola? Non se ne parla!” Esclamò di getto Cristian fissandola in cagnesco.
“Non sai quanti nidi ho sterminato in vita mia” rispose Katherine ricambiando l’occhiataccia.
“Ma non eri da sola!” Esclamò ancora il ragazzo, allargando le braccia.
“D’accordo, uno di voi può venire con me, gli altri rimarranno qui con lui” sussurrò la ragazza sbuffando, dando le spalle ai presenti per preparare la sua borsa.
“No, verrò io..” sussurrò Dean massaggiandosi la nuca ed alzandosi dal letto. “..solo io posso riconoscerlo! Non mi vorrai portare il sangue di ogni vampiro del nido?”.
Katherine, dopo aver riflettuto sulle parole del ragazzo, scosse la testa e sbuffò; anche se gli dava le spalle, sapeva che espressione avesse messo su e quanto lui fosse deciso a seguirla.
“Ok, andremo noi due allora..” sussurrò voltandosi con sguardo perentorio e sospirando. “Voi cercate gli altri ingredienti..”.




Dean aprì la porta del grande edificio tenendo per la gola  Katherine con un braccio, mentre con l’altro le bloccava la vita e la teneva incollata al suo corpo; era questo il loro piano: irrompere nel nido, facendola passare per una vittima portata in dono al suo creatore.
Come se sentisse il richiamo del suo sangue, Dean riuscì subito ad identificare la stanza in cui si trovasse; silenziosamente salí le scale situate al centro del grande salone, quando gli si pararono davanti due ragazzi sui 17 anni, con un sorriso macabro sul viso, mentre delle zanne gli uscirono dalla bocca.
“È arrivata la cena” sussurrò uno dei due continuando a sorridere e fissando Katherine immaginando già il gusto del suo sangue.
“Non è per voi, levatevi dai piedi..” sussurrò Dean perentorio, mostrando anche lui le sue zanne.
La ragazza sussultò, percependo il fiato del maggiore direttamente sul suo collo, mentre la sua stretta diventava sempre più forte; le sue mani la stringevano contro il proprio corpo, voleva proteggerla, lo sentiva.
“La voglio..” sussurrò l’altro ragazzo guardandola come si guarda la cena dopo una giornata faticosa.
In quel momento un ringhio gelò la stanza, facendo venire i brividi a tutti i presenti, principalmente alla ragazza che lo percepì più di tutti, dato che era stato generato proprio vicino al suo orecchio.
Lei è mia!” Esclamò Dean con una smorfia sul viso, fissandoli in cagnesco, pronto ad avventarsi su di loro e a strappare la loro testa a mani nude.
I ragazzi si dileguarono in pochissimo tempo, lasciando i due da soli in quell’ampio salone; il respiro accelerato del maggiore fece spaventare la cacciatrice, che deglutì a fatica.
“Dean, calmati..” sussurrò la ragazza stringendo con delicatezza la mano con la quale il cacciatore la stesse stringendo al suo petto. “.. va tutto bene”.
Il ragazzo annuì e si rilassò, rimanendo sempre in allerta nel caso qualche altro vampiro spuntasse e volesse farle del male; avrebbe ucciso tutti, tutti quanti, ma nessuno doveva farle del male.
Avanzarono lentamente fino ad arrivare alla stanza nella quale percepiva la presenza di quel vampiro; aprì la porta di scatto, trovando colui che lo avesse trasformato intento a fissarlo con un sorriso sulle labbra, tracannando da un bicchiere una sostanza rossastra.
“Figlio mio, ti stavo aspettando!!” Esclamò il vampiro sorridendo, facendogli segno di entrare.
Lentamente avanzò, stringendo la ragazza fra le sue braccia, che catturò l’attenzione dell’uomo.
“Per me?” Chiese sorridendo, sfregando le mani.
Si avvicinò e le sfiorò il viso, guardandola negli occhi e percependo il suo sangue scorrere nelle vene, notando con disappunto che il suo cuore battesse con un ritmo regolare; non aveva paura di lui, ne di Dean, come poteva essere una vittima? Dopo poco il vampiro smise di studiarla e cambiò espressione.
Alternò lo sguardo fra i due e dopo pochissimi secondi, uscì dalla tasca un coltellino, che porse al ragazzo, intimandogli di eseguire i suoi ordini.
“Tagliale la gola” sussurrò sorridendo.
Dean rimase impietrito sul posto, non aspettandosi un’evoluzione del genere; la ragazza si agitò, fingendo il panico, ma aveva già capito che qualcosa non andasse. Erano stati scoperti.
Con uno scatto si liberò dalla presa del ragazzo ed estrasse il suo pugnale, cercando di colpire il vampiro alla testa per tagliargliela, ma lui fu più veloce, afferrò le braccia della ragazza e la scaraventò contro la parete, facendola finire contro una vetrina con la schiena, provocando così un’esplosione di schegge di vetro.
Dean sentí la rabbia ribollire e si avventò, ma le sue batterie erano scariche, e si ritrovò bloccato nella presa del vampiro, che senza problemi lo schiacciava contro il suo corpo.
“Calmati, rilassati, su..” sussurrò il vampiro trattenendo ogni tentativo del ragazzo di divincolarsi. “Concentrati, lo senti? Il sangue, il suo richiamo”.
Il cacciatore aggrottò le sopracciglia e si paralizzò sul posto, cambiando immediatamente atteggiamento; alle sue narici arrivò un odore così delicato e squisito, e sentí le sue zanne farsi largo fra le sue gengive, mentre gli occhi divennero neri.
Katherine emise qualche mugolio sentendosi molto indolenzita per com’era atterrata e si sedette a terra con fatica, appoggiando la schiena contro la parete, e sentendo una sostanza calda e densa scivolarle lungo la fronte; istintivamente si toccò, trovando una grande ferita sulla testa con una copiosa fuoriuscita di sangue.
Spostò lo sguardo sul ragazzo, trovandolo però a fissarla con un’aria che non le piaceva proprio; lentamente fece leva con le braccia sul muro e si sollevò, strisciando contro la parete.
“Dean..” sussurrò respirando faticosamente.
Istintivamente mise il suo pugnale fra di lei ed il ragazzo, per proteggersi da un eventuale attacco, sapendo però benissimo che non lo avrebbe mai usato su di lui.
“Dean..” Ripetè la ragazza guardandolo negli occhi e facendo segno di stare indietro, sentendosi però molto confusa data la grave perdita di sangue.
Il cacciatore la guardò in una maniera così diversa, tanto da farla spaventare; sentiva il suo sangue sgorgare e le gengive presero a pulsare intensamente. La voleva, voleva bere da lei.
“Va tutto bene..” sussurrò Katherine annuendo e sorridendogli, per poi lasciare cadere a terra la sua arma. “Non mi farai del male, lo so, mi fido di te”.
“Immagina il suo sapore, il suo sangue..” sussurrò il vampiro all’orecchio del ragazzo, sicuro di riuscire a farlo cambiare del tutto. “..dissanguala, lo so che lo vuoi”.
Dean emise un ringhio, esattamente come qualche momento prima con quei due vampiri, sentendosi tormentato e diviso in due: sapeva di non volerle fare del male, ma il suo sangue lo stava chiamando.
Si avvicinò di qualche passo, continuando a guardarla negli occhi ed osservando il suo sorriso; si fidava di lui, non poteva farle del male. Non a lei. 
Il ragazzo strinse forte fra le mani il suo coltello e le schiacciò l’occhio: si girò di scatto e staccò di netto la testa del vampiro, che rotolò velocemente, finendo ai piedi della ragazza.
Katherine tirò un sospiro di sollievo e sorrise, avvicinandosi per riprendere la sua arma ed estrasse dalla sua giacca una siringa con la quale aspirò il sangue del vampiro ormai morto; si sollevò di scatto, sentendo la testa girare, e fece per cadere in avanti, ma Dean prontamente l’afferrò fra le sue braccia.
Non c’era più la sete di sangue, c’era solo la sua preoccupazione per ciò che potesse accaderle; le controllò la ferita sulla testa, notando quanto fosse grande, e ne notò un’altra poco profonda sulla spalla, oltre che il labbro inferiore spaccato e sanguinante.
“Usciamo di qua..” sussurrò Katherine con un filo di voce, tenendosi al ragazzo, sentendo le forze venire meno.
Dean annuì, capendo di dover far in fretta, e si mosse velocemente, arpionando la sua mano destra al fianco della ragazza, e si fece passare il suo braccio sinistro lungo il collo, bloccandola con l’altra mano; si augurò di non incontrare altri vampiri, ma le sue preghiere non furono esaudite, dato che i due ragazzi di prima si presentarono nuovamente davanti a loro.
Gli occhi erano neri, le zanne nuovamente fuori, con il pensiero fisso di dissanguare la donna ansimante; con uno scatto Dean si avventò e tagliò la gola ad uno dei due, non aspettando il loro attacco ed anticipandoli, mentre l’altro avanzò e si lanciò verso la ragazza, che cadde rovinosamente a terra, mente il vampiro la sovrastava.
I denti stavano quasi per affondare nella sua carne, quando la sua testa rotolò sul pavimento; Dean immediatamente la prese fra le braccia e la portò velocemente all’esterno di quel nido, prima che gli eventuali altri vampiri li attaccassero.
Una volta usciti, con uno scatto aprì la portiera di un’auto parcheggiata fuori e la fece stendere sui sedili posteriori, per poi manomettere i fili e far partire l’auto, alla quale diede gas per arrivare il più velocemente possibile al motel.
“Katherine, rimani sveglia” supplicò il cacciatore guardandola dallo specchietto retrovisore, trovandola quasi del tutto incosciente.
“Ho solo bisogno di chiudere gli occhi un minuto..” sussurrò a voce bassa sentendo le forze venirle sempre meno.
“No, stai sveglia, resta con me!” Esclamò Dean preoccupato, continuando a guidare e trovandosi ormai molto vicino al motel.
“È troppo faticoso...” sussurrò la ragazza faticosamente, ma trovando la forza per mettersi seduta sul sedile, facendo leva con le sue mani.
Sapeva di non dover chiudere gli occhi, così si sforzò di tenerli aperti e si concentrò sul cacciatore, trovando il suo sguardo profondamente preoccupato.
“Hai un aspetto orribile..” sussurrò Katherine sorridendo debolmente.
Dean sorrise, accostò l’auto e scese, aprendo nuovamente la portiera posteriore, per poi prendere fra le braccia la ragazza e correre su per le scale del motel, dando alla porta un calcio che la fece aprire con uno scatto.
“Aiutate Katherine” Urlò il ragazzo entrando, scioccando i presenti.
“Che diavolo è successo?!” Esclamò Cristian avvicinandosi velocemente e prendendo la donna fra le braccia, trovandola però a protestare.
“Sto bene, preparate l’intruglio per Dean..” sussurrò debolmente, cercando di divincolarsi dalla presa del cacciatore per tornare dal maggiore dei Winchester.
“Ha perso troppo sangue..” sussurrò Dean scuotendo la testa e sospirando, sentendosi profondamente in colpa e addolorato.
“Pensate a Dean, curatelo per favore..” sussurrò Katherine aggrappandosi al divanetto della camera, per poi lasciarsi scivolare su di esso.
“Piccola, ci penso io a te” disse Cristian prendendo una valigetta del pronto soccorso ed estraendo disinfettante e aghi.
“Ci pensiamo noi a Dean..” sussurrò Hailey annuendo con un sorriso, prendendo dalle mani del ragazzo la fialetta di sangue del vampiro che mischiò agli altri ingredienti.
“Sta tranquilla Kath..” sussurrò Sam schiacciandole l’occhio, per poi aiutare la maggiore delle Collins e dandole le spalle.
Cristian la guardò con sguardo preoccupato e addolorato, notando come poco le importasse di se stessa, nonostante fosse messa male; tutto ciò che le interessava era Dean.
Con un sospiro, prese a disinfettare l’area della ferita vicino alla testa, per poi ricucirla e impedendo ulteriormente al sangue di defluire; non emise neanche un mugolio quando Cristian infilò l’ago con il filo nel primo lembo di pelle, era semplicemente troppo attenta ad osservare cosa Hailey e Sam stessero facendo.
Ma soprattutto i suoi occhi erano concentrati su Dean, esattamente come quelli del maggiore erano puntati su di lei; entrambi erano tristi e con occhi dispiaciuti, fregandosene di ciò che gli stesse accadendo intorno.
“Bevi” sussurrò Sam porgendo al fratello una scodella con un liquido rosso, con aria quasi divertita.
Quando il maggiore se lo portò alla labbra e prese dei lunghi sorsi, rimasero tutti a fissarlo, in attesa di una reazione, e Katherine si distaccò completamene da Cristian, fregandosene che stesse per dare l’ultimo punto, avvicinandosi lentamente.
“Non è successo nulla” sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia, sentendosi però un po’ più strano del normale.
Improvvisamente fu colpito da dei conati di vomito nero, così come i suoi occhi cambiarono colore e il suo corpo lasciò uscire per l’ennesima volta le sue zanne; urlò in preda agli spasmi e cadde rovinosamente sul pavimento, perdendo i sensi e rimanendo del tutto immobile.
Katherine si avvicinò velocemente e gli prese la testa fra le mani, intimandogli di svegliarsi, scuotendolo e dopo qualche secondo l’uomo riprese conoscenza, sorridendole e sedendosi accanto a lei.








Il telegiornale nella grande televisione della stanza del cacciatore stava annunciando la morte misteriosa di alcuni ragazzi, aggrediti e dissanguati in un vicolo e Katherine sbuffò, sapendo benissimo di cosa si trattasse.
Dopo essere andati via dal motel, i ragazzi tornarono nella fortezza di Samuel per permette principalmente a Dean e a Katherine di riposare; dopo ciò che avevano passato era il minimo.
Così per un giorno intero alloggiarono tutti da lui, permettendo a tutti i cacciatori di ricaricare le pile; ma niente era bastato a distogliere l’attenzione di Cristian da Dean e Katherine, così come tutti gli altri.
“Altri vampiri? Non ne voglio sentire parlare per una settimana!” Scherzò la ragazza sedendosi sul letto e ridendo, riferendosi alle notizie appena date al telegiornale.
Cristian non rispose, continuando a leggere il giornale, e non la guardò, rimase in silenzio e rispose solo con una smorfia, di nuovo. Sapeva che qualcosa non andasse, lo aveva capito dal momento in cui Dean era piombato a casa sua nel cuore della notte, ma non voleva affrontare il discorso. Non voleva litigare ancora, era troppo stanca.
“Che diavolo hai Cristian?” Chiese Katherine sospirando, preparandosi all’ennesimo battibecco su Dean.
“Sono incazzato! Quell’idiota piomba nel cuore della notte a casa tua, mi da un pugno in faccia e come se non bastasse ti porta lì dentro e ti fa quasi ammazzare!” Esclamò il cacciatore guardandola in cagnesco, sentendo il sangue ribollire nelle vene per la rabbia... e la gelosia.
“Non puoi fare sul serio, non era in se!” Esclamò Katherine allargando le braccia e ridendo nervosamente.
“Non mi piace quello che succede quando ci sta vicino..” sussurrò Cristian scuotendo la testa e abbassando lo sguardo, sentendo gli occhi pizzicare. “..tu lo guardi in un modo, non mi hai mai guardato così..”.
“Non è così..” sussurrò la ragazza scuotendo la testa, cercando di negare, ma i suoi occhi la tradirono.
“Oh, si che è così..” sussurrò Cristian alzando lo sguardo e sentendosi impotente davanti a quella situazione. “Tu lo ami più di quanto potrai mai amare me..”.
“Mi dispiace” sussurrò Katherine scuotendo la testa ancora e serrando la mandibola.
“Avevo detto che ci avrei provato, ma proprio non ci riesco..” sussurrò Cristian sospirando, incastrando i suoi occhi dispiaciuti con quelli della ragazza. “Me ne andrò”.
Katherine annuì e non oppose resistenza, sapendo che quella fosse la scelta giusta per lui e cosciente che non avrebbe potuto fare proprio niente per farlo rimanere; non poteva forzarsi ad amarlo, non poteva forzarsi a metterlo sempre a primo posto. 
Con uno scatto, Cristian riempí il suo borsone con le sue cose e lo chiuse, per poi voltarsi nuovamente verso di lei; voleva cercare le parole giuste, gli dispiaceva andare via in quel modo, in fondo Katherine era sempre stata chiara e lui sapeva benissimo in che guaio si stesse cacciando quando cominciarono a nascere all’interno di se i primi sentimenti per la ragazza.
“Io lo so che prima o dopo tornerete insieme, e mi sta bene così..” sussurrò il cacciatore calmando la voce è sospirando, posando di scatto il borsone e sedendosi accanto a lei. “Voi vi amate ancora così tanto..”.
“Ti sbagli” rispose la ragazza scuotendo leggermente la testa ed abbassando il capo, sentendo un peso sul petto crescere.
“Come puoi dirlo?” Chiese Cristian allargando le braccia, sbalordito che la ragazza continuasse a negarlo.
“È tutto fin troppo complicato fra me e Dean” sussurrò Katherine scuotendo la testa ed alzando finalmente lo sguardo fino a lui. “Vorrei solo ricominciare, lasciarmelo alle spalle per sempre”.
“Io ti avevo offerto questa possibilità..” disse il cacciatore sorridendo amaramente. “..ma lui è tornato”.
“Fino a due anni fa ero convinta che.. Dean fosse l’amore della mia vita..” sussurrò con voce rotta, sentendo gli occhi pizzicare e lo stomaco rigirarsi. “Ma abbiamo distrutto tutto troppe volte. Io non mi perdono per ciò che ho fatto sotto l’influenza della Maledizione e lui non si perdona ciò che ha fatto prima di andarsene”.
“Senti, io non sono un grande esperto di relazioni, ma so che non è mai troppo tardi per ritrovare l’amore; tutto quello che vi è capitato non può compromettere il vostro futuro” disse Cristian sicuro di se, andando contro se stesso e sapendo che un amore come quello non lo avrebbe mai più provato.
Katherine lo guardò negli occhi e il ragazzo riuscì a cogliere tutto il dolore che avesse provato nel corso del tempo ma che non aveva mai avuto il coraggio di raccontare; così accennò un sorriso amaro e sospirò.
“È troppo tardi”.
“Non fare l’errore di lasciare andare ciò che ami. Lascia da parte l’orgoglio, il dolore e tutte le emozioni negative, lui ti ama ancora..” sussurrò Cristian scuotendo la testa, carezzandogli una guancia.
“Non è come pensi tu” rispose di getto la ragazza, sentendo delle calde lacrime rigarle le guance.
“Davvero? L’occhio nero che mi ha fatto l’altra notte non è d’accordo con te..” Scherzò l’uomo sospirando, alzandosi in piedi e sorridendole un’ultima volta.
“Grazie Cristian” sussurrò Katherine sorridendo, sollevandosi da letto ed asciugandosi le lacrime.
“Sarò felice di saperti felice..” disse avvicinandosi e schioccandole un dolce bacio sulla fronte; afferrò il suo borsone ed aprì la porta, ma prima di andare via, con un sorriso sulle labbra aggiunse: “Però ricorda: se non lo sarai ti verrò a riprendere!!”.
La ragazza rise e lo osservò andare via, cosciente che una volta andato via, non lo avrebbe mai più visto; gli augurò ogni meglio, dopodiché il cacciatore si chiuse la porta alle spalle e andò via, lasciandola sola a riflettere su ciò che fosse giusto e ciò che fosse sbagliato.








Senza rendersene conto, dopo quasi un’ora da quando Cristian era andato via, Katherine mosse le sue gambe e si ritrovò all’esterno della proprietà di Samuel, dove trovò Dean seduto sul dondolo, intento a fissare il vuoto perso dietro qualche pensiero che gli attanagliava il cervello.
“Come stai?” Chiese la ragazza avvicinandosi e sorridendogli, appoggiando la schiena al dondolo ed incrociando le gambe.
Sorseggiò la sua birra, chiedendosi perché avesse proprio deciso di sedersi con lui e trascorrere la serata li; era l’unico posto in cui si sentiva al sicuro. L’unico in cui sapeva di poter essere se stessa. Sapeva di libertà, sapeva di.. casa.
“Bene per essere stato un vampiro la notte scorsa” ironizzò il ragazzo spostando lo sguardo su di lei e sorridendo.
Katherine chiuse gli occhi per qualche secondo, godendosi il momento e sentendo il profumo del cacciatore entrare nelle sue narici; sospirò e ricambiò lo sguardo.
“Pensavo che non volessi ricominciare a cacciare..” sussurrò la ragazza sorridendo. “..hai lasciato Lisa e Ben da soli?”.
“Cacciare è la mia vita, lo è stata da sempre e non posso ignorare il richiamo..” osservò il ragazzo sospirando, scuotendo la testa e rubando qualche sorso di birra dalla bottiglia della ragazza. “Ho visto Cristian andare via poco fa. Avete rotto ?”
Katherine strabuzzò gli occhi e lo guardò stranito, notando come avesse cambiato discorso con estrema velocità; lo studiò e il suo volto esprimeva tutto fuorché gelosia o rabbia.
“Si..”.
“Mi dispiace” sussurrò il ragazzo sospirando e facendo spallucce.
“Non mentire “ rispose Katherine ridendo di cuore per la prima volta dopo tanto tempo, appoggiandosi leggermente al suo braccio.
“Hai ragione, non lo farò..” sussurrò Dean sorridendo, bevendo ancora qualche sorso della sua birra. “..però mi dispiace che tu soffra”.
“Perché sei venuto da me ieri sera ?” Chiese la ragazza senza neanche rendersene conto, sollevando le sopracciglia e sospirando.
“Volevo vederti” rispose il cacciatore facendo spallucce e sorridendole teneramente.
Katherine sorrise di getto, sentendo il suo cuore sobbalzare per qualche secondo; non poteva far finta di nulla, non ci riusciva, poteva solo soffocare quei sentimenti.
Abbassò il capo e scosse la testa, volgendo lo sguardo davanti a se, scrutando il buio della notte.
“Perché sei così stupita?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Sei andato nella direzione opposta rispetto a casa tua..” rispose facendo spallucce, giocherellando nervosamente con la sua cintura.
“Forse i sensi di ragno mi hanno suggerito che fosse la cosa giusta da fare; potevo venire solamente da te..” sussurrò Dean sospirando, guardando la ragazza accanto a se con aria sollevata.
“Non puoi dire sul serio..” sussurrò Katherine scuotendo la testa e sollevando la testa, fissandolo con gli occhi sgranati. “..insomma, stai con Lisa”.
“Le ho lasciato un messaggio” tagliò corto il ragazzo, facendo una smorfia. “Poi sono venuto dritto da te”.
“Cosa speri di dimostrare così?” Chiese Katherine irrigidendosi, cambiando atteggiamento e sentendosi quasi arrabbiata nei suoi confronti.
“Sto solo dicendo la verità! Tutto quello che ti ho detto quando sono entrato in casa tua è vero..” sussurrò il cacciatore scuotendo la testa e sorridendo amaramente. “.. mi dispiace così tanto, se potessi tornare indietro cambierei ogni cosa”.
Katherine si alzò di scatto, decisa più che mai a non continuare la conversazione che la turbò più che mai; Dio solo sapeva quanto lei ancora tenesse a Dean, ma non poteva sentirgli dire certe parole.
Si sentì così presa in giro, che sentì la sua rabbia salire alle stelle; fece per andare via, per rientrare in casa, ma di scatto si girò e lo guardò dritto negli occhi, incastrandolo con i suoi occhi azzurri e quasi delusi.
“Tu mi hai lasciata dopo avermi abbandonata in un cazzo di ospedale senza dire una parola, hai rifiutato le mie chiamate, mi hai respinta dopo che sono venuta a cercarti a kilometri di distanza da casa mia senza neanche preoccuparti del fatto che non avessi un posto dove riposare date le mie condizioni fisiche, adesso cos'è successo? Non hai più paura di starmi accanto? Torni ad incasinarmi la vita?” Esclamò vomitando tutto ciò che aveva tenuto dentro di se per settimane, guardandolo e parlandogli con estrema freddezza. “Io non so cosa speri di ottenere, ma non fare il sentimentale con me perché non credo ad una sola parola”.
Dean non riuscì a replicare, si limitò a fissarla, per poi abbassare il capo; aveva ragione, dannatamente ragione ed entrambi lo sapevano. Non era stato un santo, si era comportato come mai avrebbe immaginato. Aveva dato il peggio di se facendo ciò che aveva fatto quella dannata notte, e non se lo sarebbe mai perdonato. Ci avrebbe convissuto per il resto della sua vita.
Non avendo altro da aggiungere ed essendosi finalmente sfogata, la ragazza rientrò in casa senza indugiare ulteriormente, sapendo però che, nonostante le brutte azioni e ciò che fosse successo, non avrebbe mai e poi mai smesso di amarlo.

 
  
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