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Autore: Colarose    05/09/2018    2 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Viscide, lucide e disgustose

 
La Luna Piena brillava nel cielo, mentre si udiva un ululato in lontananza, che fece venire la pelle d’oca a quattro ragazzi nel bagno del dormitorio.

Sul lavandino erano poste quattro foglie, viscide, lucide e di color verde melma.

Peter era depresso di fronte a questa nuova avversità della vita, che consisteva nel mettere in bocca quelle cose disgustose. Sirius e James avevano una faccia riluttante, invece Harry osservava con sguardo assente le mani tozze del biondino che si torcevano nervosamente.

Ultimamente era sempre distratto, con la testa fra le nuvole e un’espressione amara. Lo stavano cominciando ad adocchiare più spesso, con sospetto malcelato. 

Dopo aver discusso sulla sanità mentale dell’autore di quel libro, che sosteneva Sirius, vivesse ai tempi in cui, per curare la Spruzzolosi, ci si spalmava addosso il sangue di qualche animale sacro mentre si ballava nudi intorno al fuoco, cantando in una sorta di lingua arcana, si decisero a metterle in bocca.

Remus aveva immaginato a lungo le facce che avrebbero fatto gli altri quando le avrebbero messe in bocca, e si era rammaricato di non poterle vedere. Se le avesse viste, si sarebbe trattenuto dallo scoppiare a ridere per pura solidarietà e gratitudine.

 « Sse l’accattossiamo a palrina crdedo sarà più fascile» disse Harry, masticando lentamente la foglia per appallottolarla, attento a non romperla. A differenza degli altri, non la trovava tanto disgustosa.

Certo, non era proprio gradevole, ma era sopportabile. Più o meno.

Peter gonfiò le guance come un criceto, strizzando gli occhi e appallottolando quella roba, con la faccia che diventava più verde di prima.

Sirius se la era già attaccata al palato, strofinandola con la lingua in modo da incollarla con la saliva.

Aveva già testato il sapore orripilante, acido e freddo della foglia, e non ci teneva a riassaggiarlo, quindi la lasciò lì, sbavando sul lato della bocca.

Osservò James, che a sua volta si osservava allo specchio. Aveva un’espressione parecchio concentrata, e masticava la foglia lentamente. Era inoltre molto pallido.

Probabilmente stava pensando al gusto di una torta alla melassa, per cercare di ignorare il sapore.

Nonostante questo, a Sirius sembrava un patetico erbivoro, ma evitò di dirlo, giusto perché James avrebbe sputato la foglia per l’indignazione.

«A di lli Occiuu»  commentò alla fine l’amico, dopo aver rinunciato ad ignorare il sapore, pensando alla sua amata torta.

«Uhm?» biascicò Sirius in risposta, asciugandosi per l’ennesima volta il rivolo di bava, che sembrava non finire mai.

«Za di ailli Vocciuu» ripetè James. Sì, sapeva proprio di capelli di Mocciosus.

Non li aveva mai assaggiati, ma era sicuro che quello fosse il sapore. I capelli di Piton erano rivoltanti già da lontano, e probabilmente lo erano in tutti i sensi, non solo alla vista.

«Se lo dici tu» Sirius fece spallucce, notando che a differenza dell’amico sapeva parlare ancora decentemente.

«Aimo a domie.»

«E se ci stlozziamo?» chiese Peter timoroso, mentre uscivano fuori dal bagno.

«Moriremo per una vuona causa» rispose Sirius con un ghigno.

Gli occhi celesti del biondino si spalancarono come pluffe, increduli e terrorizzati.

«Sta schersanto, Peve» Lo rassicurò Harry dandogli una pacca sulla spalla.

«On emo, on chesta vota aemeno*» disse James, sputacchiando leggermente.

Si misero a letto, spegnendo la luce.

Erano le undici di notte, ma solo alle tre del mattino riuscirono a dormire.



Il giorno dopo, il momento di lavarsi i denti era arrivato. Non potevano non lavarseli, altrimenti il loro alito avrebbe puzzato ancor di più, talmente tanto da far svenire qualcuno nel raggio di chilometri. Oltre al fatto che non ci tenevano ad avere le carie.

La Sveglia-Banshee – comprata recentemente da Remus- aveva svegliato tutti con un urlo a pieni polmoni, e Sirius l’aveva buttata fuori dalla finestra senza mezzi termini.

Anche quel mese, una sveglia era stata brutalmente uccisa.

«FIGURATI SE QUEL LUPASTRO SI DIMENTICA PER UNA VOLRTA DI TIVARLA! NAVURALMENTE NO! ANCHE QUANDO NON SC’È, NON SI DIMENTICA DI TIVARLA!» aveva urlato Sirius, mentre si asciugava automaticamente la bava «E per Morgana! Sto sbavando come uno stupido cane!»

James, dopo essersi svegliato buttandosi volontariamente oltre il bordo del letto, si mise una mano davanti alla bocca e alitò.

«On chesto aglito podei stezere chiumche*» disse in Mandrajamiliano, agitando la mano per scacciare la puzza.

Sirius sbadigliò, e credette di aver visto una mosca cadere a terra, morta.

«Ragazzi» la voce di Harry giunse, li osservava con un’espressione colpevole e depressa.

«Mmh?»
«Ho ingoiato la foglia» annunciò.

«COSA?!» Urlò James incredulo e arrabbiato.

«È-è che mi sono svegliato p-prima di voi, tossendo! Per non morire soffocato l’ho dovuta ingoiare e farla scendere giù, dato che non usciva fuori!» spiegò Harry goffamente, gesticolando agitato.

«Com’era?» chiese Peter sussurrando.

Harry lo guardò «È un’esperienza che augurerei a tutti i Mangiamorte e Voldemort.»

Peter squittì spaventato al nome, Sirius e James spalancarono gli occhi.



Successivamente uscì fuori che Peter aveva trovato la pallina d’erba, zeppa di saliva, sul cuscino, uscita fuori mentre dormiva poiché aveva la bocca spalancata.

Sirius e James, gli unici che avevano ancora la foglia in bocca, tentarono di lavarsi i denti.

Il dentifricio da bianco passò a verde fogna, e Sirius dovette ficcare in dito in bocca a James per tenere ferma la pallina. Ma alla fine, quando il corvino sputò, ne uscirono fuori anche pezzettini verdi, pezzettini di foglia.

Toccò poi a Sirius, ma lo spazzolino raschiava la superficie della foglia, anche se lui cercava di evitarlo, e alla fine nel lavandino si aggiunsero altri pezzi di foglia di Mandragola.

I Malandrini, dopo aver lavato decentemente i denti, andarono a prepararsi mogi mogi.

A neanche otto ore dalla Luna Piena avevano fallito, tutti si sentivano terribilmente in colpa.

Ogni loro fallimento costava una notte in più a Remus senza di loro, a ferirsi e graffiarsi.

Un altro taglio profondo, un’altra cicatrice.

E si aspettava la prossima Luna Piena.

Tra un mese.


*


Nei giorni seguenti, i Malandrini non furono tanto di buonumore.

Però, si rallegrarono un po’ quando Remus tornò a sentirsi bene e inoltre, recentemente Sirius aveva ricevuto una lettera da Andromeda, una sua parente.

Lei era ufficialmente la cugina preferita del Black.

Andy (come la chiamava Sirius) si scusava per non essersi fatta sentire, dicendo che gli ultimi anni erano stati piuttosto difficili per lei, ma che ora si era ripresa.

Non si sentiva da anni con la famiglia, e non sapeva che Sirius non era andato a Serpeverde, e neanche delle divergenze in casa.  Aveva comunque pensato di contattarlo, poiché ci era stata sempre molto affezionata, e anche perché era sicura che Sirius fosse diverso dagli altri.

Gli diceva inoltre di essere incinta e felicemente sposata. Il sesso del bambino non lo aveva voluto sapere, voleva che fosse una sorpresa.

Sirius gli aveva subito risposto, e da lì iniziarono a scambiarsi almeno una lettera a settimana. La Signora Tonks era felice del fatto che Sirius fosse riuscito a far cambiare idea a Regulus,  ed era orgogliosa ma anche preoccupata per loro.



Giunse il primo aprile, una data terrificante per tutti gli studenti di Hogwarts.

Il primo Aprile, la giornata degli scherzi.

Significava che potevi aspettarti le cose più assurde quel giorno, mentre cinque malefiche figure tramavano nell’ombra.

Quell’anno, come l’anno scorso, fu il pandemonio.

Dalle 9.00 di mattina alle 17.oo del pomeriggio, gli studenti avevano subito un gran numero di scherzi.

Una mandria di pipistrelli aveva fatto irruzione dal camino della Sala Comune di Serpeverde, alla ricerca di Severus Piton, inseguendolo per tutto il castello, tutti innamorati di lui, giudicandolo un loro simile.

Molti studenti si ritrovarono con i pantaloni abbassati da una forza invisibile, tirati a terra oppure trascinati sul pavimento. Nel caso delle femmine, le gonne si alzarono.

Svariati libri attentarono alla vita delle mani degli allievi durante le lezioni, mordendo all’improvviso (qualcuno si ritrovò morso il naso).

Per tutta la lezione di Storia della Magia sul professor Ruf cadde un'incantevole polvere rosa, la McGranitt si ritrovò con lunghi capelli boccolosi, del color dell’oro. Al professor Lumacorno la cattedra si ruppe, quando vi si appoggiò. Lily Evans fu costretta a girare per il castello con i capelli multicolor, le banali tazzette del water bianche furono sostituite, lasciando il posto ad altre molto più fantasiose, che una volta avevano alloggiato a Potter Manor.

Pix cantò canzoni per tutto il giorno, rovesciando trofei e libri, i letti buttarono fuori ogni persona che vi si sedeva sopra, degli Snasi rubarono dei galeoni agli studenti e Silente si ritrovò la barba blu, e se la tenne per tutto il giorno, sostenendo che gli piaceva e che dava un tocco di stile (si abbinava meravigliosamente con la sua toga gialla, stile Hawaii).

Durante la cena, invece, una serie di armature con sopra un tutù marciarono in Sala Grande.

Dopo il piccolo momento di rigidità, partì una musica di danza classica, e si misero a ballare come i ballerini più professionisti.

Piroette, salti da favola e spaccate.

I Malandrini ci avevano messo molto per modificarle, renderle più flessibili e resistenti.

Boccoli d’oro (nuovo soprannome ideato da Sirius per la McGranitt), osservava il tutto con gli occhi spalancati, più rigida di un palo. Silente si godeva lo spettacolo, mentre la Professoressa Gollen, l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure di quell’anno, una signora molto burbera, osservava il tutto accigliata.

Le armature finirono il loro spettacolo, inchinandosi con grazia.

Ma gli studenti erano troppo sconcertati anche solo per applaudire.

C’era un silenzio tombale.

«BRAVI!» urlò James battendo energicamente le mani, con un sorriso euforico in faccia.

«Fortissimi! Ah, belle gambe, comunque!» ammiccò Sirius unendosi agli applausi.

«Se lo meritano un applauso, non siate maleducati!» esclamò inaspettatamente Harry, in modo sfacciato.

Lentamente tutti iniziarono a battere le mani, mentre le armature se ne andavano saltellando.

Silente si alzò in piedi, mentre si toccava distrattamente la barba blu.

«Ah, la musica… un’autentica magia.» Disse sorridendo benevolmente «Bellissimo balletto. E dopo questo inaspettato avvenimento, direi che possiamo cenare. Mi raccomando, state attenti» concluse, e Remus giurò di aver visto un occhiolino.



«Come le avete incantate?» chiese Marlene dopo un po’, sedendosi al fianco di Harry.

«Cosa ti fa pensare che ci siamo noi dietro?» chiese James indignato.

La biondina lo osservò scettica, prima di rubare come se niente fosse l’insalata dal piatto di Harry, che la guardava sconcertato.

«Ma guarda che quella è mia!» esclamò.

«Lo so, Harry, per questo l’ho presa» rispose Marlene sorridendogli, prima di mangiare.

«Benissimo!» disse Harry, rubandole tre pezzetti di carne.

«Ma io ti ho preso solo l’insalata!»
«E io solo tre pezzetti di carne.»

Marlene lo osservò con il broncio, mentre Harry sorrideva beffardo.

Arrossì di fronte al sorriso, prima di distogliere lo sguardo.

«Allora, non nascondetevi, prometto che non dico niente a nessuno» li incoraggiò Lene, rivolta agli altri.

James le fece l’occhiolino.

«È un segreto» disse suadente.

Marlene alzò le sopracciglia prima di sbuffare, lasciando perdere.

«Potter!» qualcuno urlò, facendo voltare Harry e James contemporaneamente.

Lily marciava verso di loro, con i capelli indaco (un’ora prima erano grigi) e gli occhi che lanciavano fulmini.

James si bloccò, la stava evitando da tutto il giorno.

Poi scoppiò a ridere, perché non era affatto paurosa con capelli del genere.

«Tu…» sibilò Lily «Sei..!» iniziò quando fu abbastanza vicina. James si passò immediatamente una mano fra i capelli.

«Geniale? Stupendo? Assolutamente Fenomenale?» la interruppe Potter.

«Idiota!» concluse Lily

«E tu sei bellissima.» James ammiccò, con il sorriso che faceva svenire le bambine.

«Il tuo parere lo puoi anche bruciare nel camino, Potter!» quasi strillò Lily, e si tratteneva solo perché erano presenti i professori .

«Evans, smettila di dire il mio cognome come se fosse un insulto» replicò James,poi si avvicinò al volto di Lily, facendole fare una smorfia di disgusto «Ci saranno problemi, quando sarà il tuo.» sussurrò.

«Il giorno in cui deciderò di sposarti, Potter, sarà il giorno in cui prenderai un ’Eccellente’ in Pozioni.»

«Ma questo è impossibile, Evans!» esclamò James perplesso.

«Appunto» confermò Lily, con un sorrisetto crudele. James smise di passarsi la mano fra i capelli, guardandola indignato.

Pff, pensò James, Evans si illudeva soltanto.

«Piccola ingenua carotina- »
«Non chiamarmi così, deficiente!»
«Bene, preferisci Candido Giglio?»
«No!»
«Pel di carota?»
«Permettiti sol- »
«Lily Flower?»
«Potter…»
«OcchiVerdi?»
«Mi chiamo Lil- »
«Smeraldina?»
«POTTER!»
«Grazie, so come mi chiamo. Che ne dici di Furia Rossa?»
«Ho voglia di appenderti alla Torre di Astronomia.»
«Furia Indaco?»

«LA FURIA, POTTER! LA FURIA! LA MIA FURIA» esplose Lily, sguainando la bacchetta. Con un movimento netto tagliò i capelli a James.

Potter osservò come in trance, i suoi bellissimi, morbidi, attraenti ciuffetti di capelli cadere a terra. Si toccò i capelli rimasti in testa.

Corti, troppo corti.

Come aveva osato Evans profanare i suoi capelli? Marchio di fabbricazione dei Potter da generazioni? Come?

Continuò a osservare i suoi ciuffetti di capelli a terra con una faccia da pesce lesso.

I suoi bellissimi capelli…

Tutti osservarono con gli occhi spalancati James, soprattutto i Malandrini e Marlene.

Prima regola del libro Jamsio:
1) MAI  danneggiare i capelli di James Potter.

Lily osservò per un attimo sconcertata i capelli a terra, prima di tornare con uno sguardo deciso e infuriato sulla faccia scioccata di James.

«EVANS!» strillò acutamente Potter come una primadonna, alzandosi di scatto.

«Credo che Lily sarà vittima di scherzi per tutta la settimana» sussurrò Harry a Marlene, che arrossì per la vicinanza.

«È-è stata una mossa azzardata, non sa quel che ha fatto» riuscì ad annuire lei.

«Sì, Potter?» chiese Lily, immensamente soddisfatta.

«C-Cosa hai fatto ai miei bellissimi c-capelli…?» balbettò James continuando a toccarsi la sua chioma corvina.

«Li ho tagliati.»

«T-tu» Lily evidentemente non si rendeva conto che questo poteva essere un forte trauma per James «P-perché? I… capelli…. B-belli. Cosa?»

«Mi stavi dando fastidio Potter.» rispose Lily facendo spallucce «Ora siamo pari.» aggiunse voltandosi.

L’orgoglio di Grifondoro di James stava piagnucolando nel proprio petto, ma evitò di darlo a vedere.

«Ehi, Evans!» esclamò, e Lily si voltò di malavoglia, solo per ritrovarsi a pochi metri da lei James con un sorriso serafico

«Mi hai tagliato i capelli in Sala Grande… dove sono presenti professori e testimoni…» disse calmo, facendo spalancare gli occhi alla ro- ah no, alla ragazza dai capelli indaco «Quindi sei nei guai, Evans» continuò, indicando con il pollice la professoressa McGranitt che si avvicinava al tavolo, rigida e severa, dietro di loro.

Lily sbiancò.

«Signorina Evans!» esclamò Boccoli d’Oro «Punizione stasera nel mio ufficio! Non me lo sarei mai aspettato da lei! E 10 punti in meno a Grifondoro!»

Lily chinò la testa colpevole, annuendo.

Poi, quando la Professoressa se ne era ormai andata, si voltò verso quell’essere dal cervello ridotto.

Aveva preso una punizione per colpa di Potter. Si era rovinata la reputazione per colpa di Potter.

Era sempre colpa di Potter.



 
*


Lord Voldemort non era molto soddisfatto delle notizie che Yaxley e  Nott gli avevano portato quel pomeriggio.

La comunità dei Vampiri, che come leader aveva il Conte Vermiculia, si era rifiutata di schierarsi tra i suoi ranghi nel caso di una guerra.

In realtà si rifiutava anche soltanto di prenderci parte, alla guerra.

Neutrali.

Inutili, in poche parole.

Per la frustrazione, aveva lanciato la Maledizione Cruciatus sui suoi due Mangiamorte.

Stupidi, non sapevano neanche contrattare come si deve. Aveva già dalla sua parte Fenirir Grayback, l’Alfa di una piccola comunità di Lupi Mannari, i Vampiri servivano per rafforzare ulteriormente un attacco.

Ma no, gli idioti, volevano restare neutrali.

Lui gli avrebbe dato del sangue umano, una prelibatezza per loro. Ma avevano lo stesso rifiutato.

Almeno, restando neutrali, neanche Silente (Sì, perché era sicuro che di lì a poco avrebbe iniziato a capitanare il ‘Lato della Luce’) sarebbe riuscito a portarli dalla sua parte.

A soli cinque giorni da quando aveva ricevuto la notizia, Avery aprì la porta della grande Sala scura, dove di solito riceveva i suoi Mangiamorte.

«Mio Signore, abbiamo un ospite.» Annunciò «Un Vampiro.»

Il Signore Oscuro distolse lo sguardo dalla pergamena che stava leggendo, zeppa di appunti scritti da lui stesso, illeggibili per chiunque.

«Perché mi cerca?»

«Sostiene di avere informazioni importanti.» spiegò Avery, rigido.

Voldemort alzò un sopracciglio.

«Fallo entrare.» concesse, facendo scomparire la pergamena mentre nella Sala entrava un  uomo dalla pelle molto chiara, dai capelli lunghi e scuri, ordinati e tirati indietro. Gli occhi erano neri, come le tenebre più oscure, il fisico snello e alto.

Lo raggiunse con una camminata elegante, inchinandosi.

«Leyton Trocar, Signore.»

Voldemort lo osservò un attimo, valutandolo.

«Alzati» disse svogliatamente  «Mi hanno detto che hai da darmi informazioni importanti… ma mi chiedo perché vuoi dirmele, poiché la tua specie si è definita neutrale.»

Trocar annuì «Esatto, ma non posso definirmi d’accordo con questa scelta. Da anni mangiamo solo sangue di animale, che proviene dalla Comunità Magica, e non ho idea da quanto non assaggiamo il sangue umano, il sangue che ci rende più potenti.» Il vampiro si leccò le labbra «Quindi, io sarei disposto a entrare nei suoi ranghi, insieme ad alcuni Vampiri della Scozia, dove noi abitiamo.»

«Quanti siete?» chiese il Signore Oscuro, interessato.

«Dieci.»

«Dieci?» ripetè Voldemort facendo una smorfia «Non credo che potreste fare tanta differenza.»

«Siamo potenti, e credo, se mi permette, che sia meglio avere una specie in più.»

«Perché vi state offrendo?» chiese il Lord sospettoso, assottigliando gli occhi.

Dei vampiri della Scozia si offrivano di punto in bianco di far parte del suo esercito, cosa li aveva spinti a prendere una decisione del genere?

Trocar mantenne sempre una postura calma e composta «Perché siamo a conoscenza di un avvenimento recente, e crediamo sia meglio schierarci da una parte dalla guerra, poiché alla fine tutti  verremo coinvolti, anche giudicandoci neutrali. E dato che voi sembrate al momento il più potente, crediamo sia meglio schierarci da questa parte.»

«Quale avvenimento?» il fatto che il Signore Oscuro sembrasse sempre più interessato compiacque Trocar, e si lasciò sfuggire un ghignetto.

L’espressione di Voldemort si fece più minacciosa, ma il vampiro non fece una piega.

Come si permetteva di comportarsi in modo così sfacciato e irriverente…

«È avvenuto ad Hogwarts, e sono stato proprio io ad assistervi» sussurrò quasi compiaciuto Trocar.

«Taglia corto, Leyton, stai mettendo la mia pazienza a dura prova» sibilò irritato Voldemort dalle lunghe pause che si prendeva l’interlocutore.

Gli ricordava quasi Silente, anche se a differenza del vecchio pazzo non si era messo a ciarlare di caramelle e altro.

«C’è stata una profezia» lo informò schiettamente Trocar «Una profezia che riguarda voi.»

Per un attimo aleggiò un’espressione sorpresa sul volto serpentesco di Voldemort, prima di sparire immediatamente.

«Una profezia?» chiese vagamente scettico.

«È stata proferita nell’ufficio di Silente.»
Ovviamente, pensò sarcastico il Lord, Silente doveva sempre essere a conoscenza di tutto, prima di lui.

Questa cosa sarebbe cambiata.

«Come mai ti trovavi lì? Silente ti aveva per caso invitato?» chiese, appoggiandosi allo schienale della sedia , o meglio, trono, su cui era seduto.

«No, io ero lì solo per fortuna. Mi ero appoggiato al bordo della finestra, leggermente aperta» spiegò Leyton  semplicemente.

«Quindi tu, » iniziò Voldemort, sorridendo derisorio «vorresti farmi credere che ti sei arrampicato sulla torre più alta del castello, e che ti sia appeso alla finestra e che Silente non ti abbia notato?» domandò ironico.

«Non credo che un pipistrello abbia bisogno di fare tutto questo. Inoltre, non penso sia facile notarmi in quella forma in una notte completamente buia, oltretutto quando si è presi da una chiacchierata» replicò Trocar con una punta di sarcasmo.

«Non rivolgerti a me così, vampiro!» sibilò il Signore Oscuro.

«Vorrei mettere in chiaro una cosa: non vi aspettate che io e i miei compagni vi baciamo le vesti come i vostri patetici servitori, nè che vi trattiamo con riverenza, da noi avrete solo la nostra collaborazione e il nostro rispetto. Non ci abbasseremo così tanto.» Chiarì Trocar freddo.

«Crucio!»

Leyton lo schivò annoiato, tornando a guardare il Lord.

«Le difese di Hogwarts! Come hai fatto ad introdurti?»

«Non ci sono difese poste su Hogwarts specifiche per i vampiri, poiché non siamo considerati una minaccia dal Mondo Magico. Ci sono per gli intrusi, ma nella forma animale i nostri poteri vengono attutiti, facendoci passare come se fossimo semplici pipistrelli.»

«Come faccio a sapere che non menti?» domandò Voldemort.

«E per quale motivo? Sono anche disposto a cedere i miei ricordi» disse Trocar.

Una profezia…
Poteva essere benissimo una sciocchezza, ma poteva anche portare buone notizie.

«Riferisci questa stupida profezia, e dopo verificherò» sbottò il Signore Oscuro impaziente.

 
 
 
 
* «Non moriremo, non questa volta almeno.»
*«Con questo alito potrei stendere chiunque.»

 

Angolo Autrice
Ecco un nuovo capitolo!
Non contiene molti avvenimenti particolari, è una sorta di capitolo di passaggio, credo. E non so neanche se giudicarmi pienamente soddisfatta
Nella prima scena abbiamo il primo tentativo fallito dei Malandrini, a neanche otto ore dalla Luna Piena. Non so se è uscita almeno un po’ divertente.
Harry si ingoia la foglia, a Peter esce dalla bocca e a James e Sirius si rompe mentre si lavano i denti.
Sirius sbava come uno stupido cane (...) e James sembra un erbivoro (…).
Sopra, inoltre, ci sono le traduzione dal Mandrajamiliano all’italiano.
Nella seconda scena giunge il primo aprile, la giornate degli scherzi!
La McGranitt si trasforma nella versione più vecchia di Riccioli d’Oro (che il nome sia diverso sono dettagli. Ha cambiato nome con l’avanzamento dell’età -.-), Silente ama la sua nuova e fantastica barba blu, Lily diventa Rainbow Evans e le armature ballano con il tutù! Tutto nella norma!
A James vengono tagliati i suoi bellissimi, morbissimi e fantasticissimi (?) capelli, un trauma che non dimenticherà facilmente.
Infine Leyton Trocar, un vampiro facente parte di una piccola comunità di Vampiri in Scozia (E se non lo avete notato, Hogwarts è in Scozia), era il pipistrello che è volato via quella stessa sera!
Ed è così che Voldemort viene a sapere della profezia.
Trocar decide di schierarsi dalla parte di Voldemort, oltre che per il sangue, anche perché secondo lui è il più potente, con molti seguaci (di Instagram, ovviamente XD) e magia.
 
Lo sapete che la prima parte originariamente era di sette pagine? Poi l’ho riscritta tutta, mi sembrava troppo inutile e lunga XD.
Vi saluto!
P.s. mi scuso per eventuali errori di grammatica o/e battitura
 






Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, (armata di santa pazienza)
   
 
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