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Autore: Hil 89    06/09/2018    4 recensioni
Cinque situazioni in cui Magnus si innamora di Alec.
E' un'idea che mi è venuta cosi. Spero che possa piacere.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Lettore, 
Innazitutto volevo ringraziare chiunque ha avuto il tempo di leggere il primo capitolo e sta per leggere questo. 
Vorrei dire un sincero "Grazie!" anche a chi ha lasciato un commento, inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate... 
Ecco il secondo capitolo.. se devo essere sincera, non mi convince troppo... ma ho la storia in testa e doveva essere scritto. Spero di non deludere o di sembrare troppo prevedibile. 
Chiedo scusa in anticipo se gli aggiornamenti non saranno veloci, ma tra il lavoro e la crisi da foglio bianco che mi coglie un giorno si e l'altro pure.. è già un mezzo miracolo questo aggiornamento!
Ma non sto a dilungarmi ancora ... vi lascio alla lettura! 
Commenti (positivi e non) sono sempre ben accetti! 

Saluti, HiL



CINQUE VOLTE IN CUI MAGNUS BANE SI INNAMORA DI ALEXANDER LIGHTWOOD 


CAP. 2




Quando ad Anne fu diagnosticato il cancro, fu ormai troppo tardi per cercare di prolungare quel poco tempo che le era rimasto da vivere.
Magnus aveva diciotto anni quando, in una fredda mattina di dicembre, lo sguardo dolce di sua madre si spense. Sul viso stanco e provato dalla malattia c’era ancora l’ombra di un tenero sorriso, l’ultimo regalo lasciato a quel figlio che tanto amava.
Le mani del ragazzino iniziarono a tremare ed il respiro diventò più rapido ed irregolare, con passo malfermo l’orientale uscì dalla stanza ormai vuota della madre e si lasciò cadere contro il muro, la testa infossata tra le gambe ed il visto nascosto delle mani.
Non seppe per quanto tempo rimase in quella scomoda posizione, fino a che non si sentì sollevare da una presa delicata, ma decisa.
Sentiva le gambe pesanti e non riusciva a muoverle bene, ma chiunque fosse al suo fianco non sembrava preoccuparsene più di tanto.
Alle narice di Magnus arrivò un profumo particolare: muschio bianco mischiato all’odore di medicinali e di stanze sterili. Molto probabilmente si trattava di un infermiere.
Non aveva la forza di alzare il capo per controllare se le sue supposizioni erano esatte, si lasciò andare contro quel corpo solido e si fece trasportare fino ai divanetti presenti nella sala d’aspetto del reparto.
Quando sentì la morbidezza dei cuscini, dalla sue labbra scappò un sospiro tremante e solo allora si accorse che non aveva ancora allontanato le mani dal suo volto rigato dalla lacrime.
Sentì una delicata pressione sui polsi e lasciò che lo sconosciuto gli scoprisse il viso.
Magnus trattenne il fiato quando si specchiò in due iridi di un blu profondo come l’oceano, quegli occhi erano lucenti come stelle, ma allo stesso tempo erano velati di dolore. Un’analisi più attenta rivelò che il ragazzo di fronte a lui non era un inserviente dell’ospedale, ma un giovane della sua stessa età se non addirittura più piccolo. Aveva la pelle bianca come il latte e i capelli neri come il petrolio.
Le mani dello sconosciuto non avevano ancora abbandonato la presa sui suoi polsi, si accorse inoltre che le dita del moro avevano iniziato a disegnare dei cerchi concentrici sulla sua pelle ambrata.
Chi?” chiese solo con voce appena udibile.
“Mia madre” rispose debolmente, mentre nuove lacrime presero a sgorgare dai suoi occhi verde-oro. Un singhiozzo scosse il suo corpo ed il ragazzo, senza aggiungere altro, si sedette al suo fianco passandogli un braccio intorno alle spalle per stringerselo contro.
Magnus era sempre stato una persona solare, fin da bambino, ma non amava particolarmente il contatto fisico, se non con le persone di cui si fidava, ma la presenza silenziosa di quel ragazzo gli trasmetteva una sensazione di pace. Fu proprio per questo che si lasciò andare nuovamente contro di lui, passandogli un braccio intorno alla vita e nascondendo il viso nel suo collo.
Restarono in quella posizione fino a quanto il respiro di Magnus non tornò regolare e le lacrime lasciarono una scia fredda sulle sue guance. Il moro non aveva smesso per un solo istante di accarezzare con il pollice il dorso della sua mano, l’asiatico sentiva contro l’orecchio il battito leggermente accelerato del suo cuore.
C'era silenzio intorno spezzato solo dai loro respiri, fino a quando una voce non interruppe la quiete che li aveva avvolti.
“Alec” Magnus percepì la perdita delle dita del ragazzo sulla sua pelle, ma non si scostò visto che il giovane non aveva abbandonato la presa sulle sue spalle.  Lo sentì voltarsi verso la persona che lo aveva chiamato, sospirando leggermente.
“Ero sicura che ti avrei trovato qui. Torna a casa con me” continuò la voce femminile.
“Tra un po'” sussurrò lui in risposta
“Alec”
“Sto bene, Izzy” il tono del moro si era fatto più deciso
“Non è vero. Perché continui a tornare qui?”
Magnus senti il corpo di Alec tendersi come una corda di violino e d’istinto rafforzò la presa sul suo fianco, il ragazzo sospirò senza rispondere.
“Alec. Per favore” la voce della ragazza si incrinò notevolmente e a quel punto Alec fu costretto a separarsi dal corpo dell’orientale, mormorando uno “scusa” appena sussurrato per alzarsi ed avvicinarsi alla ragazza per stringerla in un saldo abbraccio, al quale la giovane rispose in ugual maniera.
Magnus alzò lo sguardo sui due ragazzi, fino a che non si accorse di un ragazzo dai capelli biondi come il grano appoggiato al muro poco distante che li osservava con uno sguardo triste.
Il biondo gli restituì lo sguardo, prima di abbandonare la sua posizione per avvicinarsi ai due mori, passò un braccio intorno al collo di Alec ed uno sul fianco di Izzy. La ragazza si lasciò sfuggire un singhiozzo disperato e nascose il volto nel petto del moro, mentre faceva scorrere un braccio intorno al collo del biondo. Una mano di Alec accarezzava con dolcezza i suoi capelli lunghi, mentre l’altra mano era stretta sulla spalle dell’altro ragazzo, che nel frattempo aveva aumento la presa sul fianco della giovane ed aveva immerso le dita tra i capelli d’ebano di moro.
Magnus non riusciva a distogliere lo sguardo da quel trio.
Sembravano un’unica persona.
Non sapeva chi fossero l’uno per l’altra, ma di una cosa era più che sicuro: il sentimento che li legava era qualcosa di unico ed indissolubile.
Restò ad osservarli fino a che non furono loro ad allontanarsi.
“Alec” il ragazzo biondo parlò per la prima volta, “So come ti senti, fratello. Sai che lo so. Ma devi tornare a casa con noi.”
Alec si passò una mano tra i capelli, prima di rispondere: “Resto solo un altro po'. Promesso. Hai la mia parola, Jace”
Jace socchiuse gli occhi, prima di annuire e prendere Izzy per mano, “Lasciamolo solo” disse rivolto a lei mentre intrecciava le dita con le sue.
La ragazza fece scorrere lo sguardo tra i due ragazzi, prima di alzarsi sulle punte per baciare la guancia di Alec, “Ti aspettiamo per cena. Non fare tardi. Sai che mamma non ama i ritardatari”
“Va bene” rispose il moro scompigliandole i capelli, guardò Jace negli occhi prima di stringergli una spalla.
Si scambiarono un altro lungo sguardo, prima di separarsi definitivamente.
Magnus osservò i due ragazzi allontanarsi, prima di spostare la sua attenzione sulla figura di Alec che ancora gli dava le spalle.
Lo vide stringere forte i pugni lungo i fianchi, mentre faceva dei respiri profondi.  Il suo corpo era scosso dai fremiti e l’orientale non potè evitare al suo corpo di alzarsi del divanetto per raggiungere quel ragazzo che solo pochi attimi prima gli aveva offerto una spalla su cui piangere la sua perdita, senza chiedergli nulla in cambio.
Si avvicinò piano a lui e gli sfiorò la spalla con una mano, lo sentì fremere per un secondo e quel tocco inaspettato, per poi rilassarsi sotto le sue dita.
Alec si voltò e Magnus si specchiò in due paia di occhi blu completamente lucidi di lacrime non versate.
In un battito di ciglia, la sua vista di offuscò e sentì nuove lacrime bagnargli le guance.
Percepì le braccia di Alec attirarlo verso il suo corpo e Magnus si ancorò a quel giovane come un naufrago, affondando il viso nell’incavo tra collo e spalla e stringendo la stoffa del maglione con tutta la forza che gli era rimasta.
Sentì la presa di Alec farsi più salda quando l’ennesimo singhiozzo scappò dalle sue labbra e fu scosso da un altro fremito quando si accorse che anche il moro stava piangendo lacrime silenziose.
Rimasero stretti in quell’abbraccio per minuti interi e soltanto quando i respiri di entrambi divennero più calmi, si separarono lentamente. Stettero a fissarsi negli occhi, in religioso silenzio, ancora per qualche istante.
Alec si passò una mano sul volto per cancellare le tracce delle ultime lacrime e regalò al giovane un mezzo sorriso storto, “Io dovrei andare…” sussurrò a voce bassa, si passò le dita tra i capelli spettinandoli ancora di più mentre le sue guance presero a colorarsi di un leggero rossore.
Magnus tirò su col naso ed annuì senza però distogliere lo sguardo da quel blu accecante che erano gli occhi di Alec.
Il moro si morse un labbro prima di allungare la mano verso di lui, “Sono Alec. Comunque”
“Magnus” rispose l’orientale stringendo le sue dita.
“Io..” tentennò ancora il moro
“Dovresti andare..” concluse l’altro debolmente
Si guardarono ancora negli occhi per qualche istante fino a che Alec non ruppe il silenzio “Ci vediamo” disse solo con le guance rosee, Magnus gli regalò un lieve sorriso ed annui “Certo”.
Il moro gli dette le spalle e mosse i primi passi verso l’uscita, sotto lo sguardo attendo dell’orientale che prese a torturarsi le dita delle mani. Voleva dire cosi tante cose a quel ragazzo dai tratti gentili, ma nessun parola riusciva a raggiungere la sua bocca.
Si morse il labbro prima di chiamarlo: “Aspetta!”
Alec si fermò e si voltò verso di lui, Magnus lo raggiunse e lo guardò dritto negli occhi “Grazie” disse a voce bassa, senza distogliere lo sguardo del suo.
Il moro arrossi nuovamente e si passò le dita tra i capelli, “Figurati”
Magnus si dondolò appena sulle punte dei piedi prima di buttargli le braccia al collo ed abbracciarlo stretto un’altra volta, la risposta di Alec non si fece attendere molto.
Restarono stretti l’uno all’altro per una manciata di secondi, poi si separarono con un lieve, imbarazzato sorriso ad illuminare i volti di entrambi.
“Ciao Magnus”
“Ciao Alec”
Magnus seguì la figura del giovane allontanarsi, prima di uscire dalla porta del reparto Alec si voltò verso di lui e gli regalò un altro sorriso storto al quale lui rispose con un’alzata di mano e fu in quel preciso istante che un flash attraversò la mente dell’orientale: un pomeriggio al parco di tanti anni prima, un bambino dagli occhi blu che soccorreva una bimba dai lunghi capelli neri, l’infinita dolcezza di quei gesti e le sue guance imporporate.
 
“Hai conosciuto un nuovo amico, tesoro?”
“No mamma. Ho incontrato un principe azzurro”

 
Magnus chiuse gli occhi e sospirò lievemente, un dolce sorriso dipinto sul volto.
Quanto riaprì gli occhi Alec non c’era più, ma uno strano calore avvolse il suo cuore: si sarebbero incontrati ancora. 
  
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