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Autore: bloodymary79    06/09/2018    2 recensioni
Sei anni di distanza, sei anni in cui l'unico contatto erano state poche email piene di silenzi. Due giovani donne si ritrovano e decidono di affrontare il loro passato, ognuna a suo modo, per salvare il loro presente (scritta in due diversi POV, andando avanti e indietro nel tempo)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Bologna, 10 gennaio 2005. Maddalena
 
Il lunedì mattina a Bologna aveva sempre un sapore particolare: dopo il weekend in cui la città si popolava di gente di tutte le età ed estrazioni sociali e riempiva le vie del centro, a quell’ora del mattino i portici erano silenziosi e l’aria fredda si incanalava per i vicoli facendole venire la pelle d’oca. Nemmeno sei anni nel freddo Nord l’avevano preparata per questo.
Quando era rientrata dal fine settimana con Lisa aveva declinato l’invito a dormire a casa sua e si era presa una stanza alla pensione Marconi. A casa dell’amica aveva solo cenato ed aveva conosciuto il marito ed il figlio, sorridendo in ogni istante ma domandandosi cosa diavolo ci facesse lì. Sapeva che doveva andare a riaprire gli armadi pieni di scheletri che aveva lasciato lì in sospeso e lasciare Annalisa con i suoi. Lei era di troppo.
 
Si era diretta a piedi verso piazza Maggiore, fermandosi in una caffetteria a fare colazione e assaporando il sapore di un cappuccino italiano, domandandosi come diavolo avesse fatto ad accontentarsi di Sturbucks per tutti quegli anni.
 
Arrivare a casa dei suoi genitori avrebbe comportato una bella camminata, ma aveva intenzione di godersela tutta: avrebbe fatto via Santo Stefano ammirando la piccola piazza, poi sarebbe passata per via Cartoleria dove aveva lavorato come maschera al teatro Duse e dove aveva visto Davide per la prima volta, fino a porta Castiglione dove avrebbe fatto una breve sosta ai Giardini Margherita prendendosi un altro caffè. Una volta uscita dai giardini avrebbe dovuto fare ancora un po’ di strada per arrivare fino a via Paolo Fabbri.
Sapeva che stava solo prendendo tempo per affrontare il momento più difficile della sua vita: non aveva nemmeno telefonato per dire che stava tornando, del resto nessuno aveva cercato di fermarla quando era partita e nessuno l’aveva più cercata facendole credere di poter andare avanti facendo finta di niente; ma le ferite erano troppo profonde per permetterle di andare avanti senza prima affrontarle.
 
Quando suonò il campanello non rispose nessuno per cui decise di sedersi in una panchina poco distante ammirando i murales dedicati a Guccini lungo la via. Si sentiva esausta e quell’attesa non preventivata  la rendeva un po’ nervosa.
 
“Maddalena, sei tu?”
Maddy si alzò di soprassalto, come se la panchina avesse iniziato improvvisamente a scottare. Sollevò gli occhiali da sole e si trovò a fissare la sua storica vicina di casa.
 
“Elena, ciao. Sì, sono io. Mi trovavo a Bologna per altri motivi e son venuta a trovare i miei, ma non risponde nessuno”
“E’ tanto che non li vedi vero?”
“E nemmeno li sento se è per quello”
 
Elena si guardò intorno con nervosismo, poi sospirò e guardò la bellissima donna bionda che era davanti a lei e che era stata la bambina che veniva a bussare alla sua porta per chiamare i suoi amichetti e mangiare una fetta di torta alla marmellata. Maddalena aveva frequentato la sua casa fino alle medie, quando qualcosa era cambiato terribilmente, ma Elena non aveva mai saputo, e nemmeno intuito, il motivo. Quella bellissima ed intelligentissima bambina era diventata improvvisamente schiva, di poche parole, sempre sulle sue.
 
“Vieni da me, ti preparo qualcosa di caldo e parliamo un po’”
 
Maddalena la seguì lungo le scale che tante volte aveva fatto da bambina quando era ancora spensierata e correva a giocare con gli amici del quartiere. Tante volte era caduta sbucciandosi le ginocchia ed era sempre stato suo padre a prendersi cura di lei. Aveva perso il lavoro e si era messo a fare il manovale qua e là, mentre la madre di Maddalena lavorava facendo i turni in fabbrica per mantenere la famiglia.
Suo padre allora non era un mostro, a parte quando beveva. Di solito lo faceva quando Maddalena dormiva, si sedeva sulla poltrona e trangugiava liquori di vario genere fino a svenire.
 
“Ti piace ancora il karkadè?”
 
Maddalena sorrise. Forse non lo beveva più da allora, ma era sicura che quei sapori della sua infanzia non avrebbero potuto farle male
 
“Sì Elena, grazie”
 
Si sedettero nel tavolino rotondo vicino alla finestra, sorseggiando la tisana bollente.
 
“Maddalena, non è facile spiegarti quello che è successo negli ultimi sei anni per cui te lo dirò senza giri di parole dato che non credo esista un modo per indorare la pillola. Tua mamma se ne è andata di casa poco dopo la tua partenza e nessuno sa dove sia. Tuo padre da qualche tempo è ricoverato al Roncati. Non so chi se ne occupi, so che il vostro appartamento è stato venduto. Ora ci vivono degli studeno di medicina che fanno tirocinio al Sant’Orsola in affitto, ma nel weekend spesso tornano a casa”.
 
Maddalena fece molta fatica a mantenere il suo contegno nonostante tutti gli anni di allenamento, in cui aveva esercitato un autocontrollo così forte nel non far capire quello che realmente succedeva dentro di lei e dentro casa sua, avrebbe preso la tazza con cui stava bevendo scaraventandola contro al muro.
Aveva passato quei sei anni a scappare da suo padre ed ora tornava per chiudere i rapporti con lui, ma il pensiero che sua madre potesse sparire non l’aveva mai sfiorata. Parlare con suo padre a questo punto non sarebbe stato per niente facile: era in Diagnosi e Cura, per cui con ogni probabilità imbottito di psicofarmaci e sotto stretto controllo di psichiatri e lei dubitava che l’avrebbero lasciata parlare liberamente con lui.
 
“Avrei voluto contattarti, ma non avevo idea di dove fossi. Ho chiesto qui intorno, ma nessuno sapeva niente, c’era qualcuno che conosceva la tua destinazione?”
“Qualche compagno di università sapeva che mi sarei trasferita a Berlino, ma i miei contatti li aveva solo una persona che non conosci”
“Mi spiace davvero, per tutto”
 
Elena si alzò da tavola e si diresse verso la finestra che dava su via Paolo Fabbri, sbriciando fuori dalle tende bianche ricamate con motivi tirolesi.
 
“Mi rendo conto di essere stata una  pessima vicina, mi ero resa conto che qualcosa non andava già da quando hai smesso di frequentare casa mia. I miei due figli in quel periodo erano adolescenti e mi davano da fare, pensavo solo che cambiando scuola avessi cambiato giri: eri sempre così seria e composta, salutavi sempre ma eri così distante…. Non volevo impicciarmi, ma ho capito che si è trattato di un enorme sbaglio”
“Non è colpa tua di niente, forse avrei dovuto essere io a venire da te. Eri presente più di mia madre durante la mia infanzia, ma ti ho allontanata dalla mia vita, dalla mia mente e dal mio cuore, non volevo che sapessi”
“Tuo padre beveva vero? Non si è mai fatto vedere in giro in pessime condizioni e io ho cercato di non vedere, ma quando son venuti a prenderlo con l’ambulanza è apparso tutto chiaro”
“Elena, non è stato solo il bere. Ora devo risolvere questa questione e poi, prima di partire, prometto che passerò a salutarti, lasciami il tuo numero di telefono”
 
Maddalena sorrise, baciò sulle guance la sua vicina e uscì da quella casa per sempre.
 
 
Bologna, dicembre 1988. Maddalena.
 
Era un inverno molto strano quello: si passava da giornate estremamente calde, di cui Maddalena era molto contenta dato che odiava il freddo, a giornate di gelate improvvise, con neve che sembrava quasi chimica.
Aveva compiuto da poco 13 anni, tolto l’apparecchio ai denti e i capelli finalmente avevano raggiunto una lunghezza che a lei piaceva, oltre metà schiena. Era estremamente magra, ma iniziava pian piano ad avere una forma femminile. Tutti le dicevano che aveva delle belle gambe e lei aveva iniziato a mettere qualche mini gonna, non troppo mini, ma abbastanza per sentirsi carina. Sua mamma le andava a comprare in montagnola e a lei piacevano tanto. Le piaceva sentirsi così, l’aiutava a superare tutte le insicurezze e la sua enorme timidezza.
A casa le avevano insegnato a comportarsi come una signorina, per cui accavallava le gambe, in modo da non mostrare più del dovuto, sorrideva all’occorrenza e cercava di non essere troppo esuberante, per non attirare troppa attenzione. Sarebbe potuta passare per una figlia dell’alta borghesia bolognese, da dove arrivava sua madre, prima che cadesse tutto a rotoli.
All’inizio della seconda media aveva iniziato a sentirsi in qualche modo grande, ma non sapeva quanto sarebbe dovuta crescere da lì a breve: le cose stavano andando male in casa, suo padre non riusciva a trovare lavoro e stava iniziando a bere più del dovuto, trascurando la moglie, che intanto lavorava come una matta, la casa, ma non la figlia. La riempiva di attenzioni e domande, quasi soffocanti, su cosa facesse durante il giorno, a casa da chi andava a studiare, come si vestiva, a che ora sarebbe tornata, che musica ascoltava.
Era rientrata a casa dopo un compito in classe di Italiano particolarmente riuscito bene e non vedeva l’ora di dirlo a sua madre, che ci teneva tanto che lei avesse una buona istruzione per trovare un lavoro migliore di quello che faceva lei, ma come sempre era a lavorare ed avrebbe fatto degli straordinari , rientrando molto tardi, probabilmente dopo cena. Il padre era seduto sulla poltrona con la bottiglia di jack daniel di fianco a lui. Maddalena ritenne opportuno non disturbarlo e corse in camera sua, voleva cambiarsi ed uscire con le sue amiche, magari a fare un giro in Piazza Maggiore.
 
“Maddalena dove sei?”
“Sono qui Pa’. Mi sono appena cambiata… vado con Isabella e Valentina a fare un giro in Piazza maggiore, abbiamo preso un ottimo voto nel compito di Italiano e volevamo festeggiare”
 
Il padre di Maddalena entrò in camera senza bussare, guardando la figlia con i capelli ancora sciolti che si stava preparando per uscire infilandosi le scarpe col piccolo tacco che le aveva regalato sua madre.
 
“E vai fuori vestita così?”
“Sì… beh, la gonna non è poi così corta….”
 
Prima di finire la frase si trovò con l’enorme mano di suo padre sulla bocca mentre la spingeva verso il letto di legno bianco pieno di peluches di gattini e cuscini a forma di cuore.
 
“Non vorrai attirare l’attenzione di qualche ragazzo eh Maddalena?”
 
Lei non poteva rispondere perché lui continuava a coprirle la bocca, ma cercò di dare una risposta negativa scuotendo leggermente la testa.
 
“Non devi attirare l’attenzione dei ragazzi Maddalena, l’unico uomo della tua vita sono io hai capito? Nessuno ti ama come il tuo papà….”
 
Lei lo guardava con occhi pieni di terrore, aveva capito cosa stava per succedere, ma aveva paura di quello che lui avrebbe potuto fare se l’avesse contraddetto. Aveva amato suo padre quando era bambina, ma negli ultimi due-tre anni era cambiato qualcosa, lui aveva iniziato a bere e lei non era più stata la sua figlia adorata, ma quasi una spina nel fianco. Se non ci fosse stata lei sarebbe stato tutto più facile, non avrebbero avuto una bambina da mantenere.
Abbandonò le difese e lasciò che suo padre le dimostrasse fino a che punto l’amava, quel giorno e molte altre volte ancora. Non ne aveva mai parlato con sua madre, con gli amici…. Era suo padre e le voleva bene, la amava. Ci sarebbero voluti anni per capire che quello che lui le dimostrava non era per niente amore.
 
 
Bologna, giugno 2005. Annalisa.
 
Annalisa era uscita da lavoro, ormai l’anno scolastico volgeva al termine e presto avrebbe avuto tutta l’estate da dedicare a suo figlio.
I suoi genitori avevano affittato un appartamento a Levanto, vicino alle cinque terre, dove avrebbe trascorso tutto luglio, suo marito l’avrebbe raggiunta nei weekend.
Erano passati sei mesi da quando Maddalena era rientrata in Italia, e nella sua vita, portando il passato di entrambe a galla in due notti particolarmente alcoliche, scombinando in modo irruento la vita di entrambe, più o meno come quando si erano conosciute otto anni prima.
Annalisa aveva la sensazione di conoscerla da sempre, ma ripensandoci gli anni passati assieme non erano stati così tanti, anzi, erano molti di più gli anni che avevano passato distanti. Ciononostante il loro legame era rimasto invariato, ogni momento passato con lei era naturale come con una sorella.
 
Dopo le reciproche confessioni di dolori, ferite e segreti erano rientrate in città e Lisa era stata accolta nella sua bifamiliare a Casalecchio dal marito, che l’aspettava sulla porta di casa assieme al figlio che, per quel che ne sapeva Annalisa, poteva anche non essere il suo.
Fu difficile affrontare quella serata tenendosi tutto dentro, dare la colpa alla stanchezza del viaggio avrebbe messo una pezza per quella giornata, ma poi doveva prendere urgentemente una decisione. Il pomeriggio dopo avrebbe fatto un aperitivo con Maddalena, l’unica persona, oltre ad Andrea, a sapere come erano andate le cose quella sera di tre anni prima. Forse avrebbero parlato e Maddalena non le avrebbe dato soluzioni, ma l’avrebbe costretta a guardarsi dentro per prendere la decisione più adatta a lei.
Era stato un aperitivo piacevole, in cui Maddalena aveva decantato le lodi del prosecco, che in Germania faceva schifo, e Lisa aveva staccato la mente da quello che l’aspettava. Ancora più piacevole era stata la cena: aveva preparato le lasagne ed avevano mangiato in compagna, chiacchierando del più e del meno. Alex aveva fatto molte domande a Maddalena su Berlino, lui da architetto aveva una vera passione per quella città ed aveva promesso che sarebbero andati a trovarla al più presto.
 
“Berlino offre tanto a tutti… agli amanti della musica, del divertimento, dell’arte, della storia… è una città che a me in questi anni ha dato tantissimo. Una città che per tanti versi mi assomiglia, ed in cui mi sento completamente a mio agio… ora però devo proprio andare… domani mi aspetta una giornata intensa. Posso chiamare un taxi?”
“Non starai mica scherzando… ti accompagno io”
 
Lisa si era alzata ed era andata a prendere la giacca. Non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di fare una bella chiacchierata con Maddy, dato che avrebbe potuto passare ancora parecchio tempo prima di rivederla.
 
 
 
Bologna, 9 gennaio 2005. Maddalena e Annalisa
 
“Come stai Maddy?”
Maddalena sospirò guardando fuori dal finestrino. Non sapeva come rispondere, dato che non era sicura nemmeno lei di quello che le passava per la testa in quel momento. Si sentiva come se, giocando al gioco dell’oca, fosse a un passo dal traguardo, ma con il rischio concreto di finire sulla casella ‘Torna al Via’. Avrebbe voluto dire che stava bene e si sentiva pronta per quello che l’aspettava, ma non era così.
 
“Non lo so Lisa… so che è quello che devo fare, anzi, lo voglio fare. Ho troppi conti in sospeso qui: i miei genitori, mia zia, che non sa nemmeno che suo figlio sia morto, scheletri nell’armadio e nella mia testa. Non posso riportarmeli a Berlino e non so bene da che parte iniziare. Ma ce la farò questa volta, ne sono sicura. Te come stai?”
 
Annalisa parcheggiò sulle righe blu nei dintorni della pensione e spense il motore.
 
“Nemmeno io lo so. Non so ancora cosa fare, cosa dire. Credo di avere il cuore diviso in due… una parte di me è ancora legata ad Andrea ed a quello che abbiamo vissuto assieme. Lui è quello che ha aperto la porta all’uccellino dentro alla gabbia dorata, anche se l’uccellino non era ancora pronto per volare. Ma amo anche mio marito e mio figlio, più di quanto mi sia mai resa conto di amarli. Ricordare quello che ho fatto mi ha anche fatto ricordare perché non ho mandato tutto all’aria”.
“Andrea è stato il tuo grande amore, ma forse non è l’amore della tua vita. Le relazioni sono complicate Annalisa”.
 
Si abbracciarono forte, era giunto il momento di salutarsi.
 
“Mi mancherai Maddy, non sai quanto. Adesso che ti ho ritrovato è ancora più difficile salutarti”
“Non vado in missione nello spazio, continueremo a sentirci tutte le volte che potremo. E ci rivedremo presto, questa volta per davvero, aspetto te Alex e Giacomo al più presto… la primavera è molto bella a Berlino, ma anche il Natale.. so quanto ti piacciano i mercatini… ti accompagnerò ubriacando di Gluh Wein, come ai vecchi tempi, mentre gli uomini baderanno al piccolo Jack”
 
 
Maddalena aveva capito ancora prima di lei quale sarebbe stata la sua scelta, come al solito, e l’appoggiava pienamente.
 
“A presto…. Quando vorrai parlare dei prossimi giorni io ci sarò… non ti chiederò nulla, ma sarò lì per te. In bocca al lupo. E se Andrea è stato il mio grande amore e mio marito è l’amore della mia vita, tu sei la persona che più mi conosce, mi capisce, mi supporta. Sei la mia Amica, parola di cui tanto si abusa, ma io son fortunata perché so davvero cosa significa”
 
Maddalena si diresse verso il portone con il suo passo leggero e femminile, in perfetto equilibrio sui tacchi alti, girandosi un’ultima volta con gli occhi lucidi e facendo un gesto di saluto con la mano. Aveva poco tempo per sistemare i pezzi della sua vita e ritornare dall’uomo che amava come una persona completamente nuova.
 
 
 
  
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