Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Blue Flash    06/09/2018    1 recensioni
«Prego, sedetevi pure dove preferite—… anzi, Killian, potresti fare portare qualcosa da bere per i nostri ospiti? Io prendo il mio solito caffè e latte ghiacciato con la cannella.» e dopo aver detto tali parole la ragazza si voltò verso di loro. «Voi cosa volete?»
«Io del tè.» rispose All Might sorridendo.
«Io dell’acqua, grazie.» aggiunse il preside.
«Io che iniziamo a discutere di quello che dobbiamo proporti, Stoner.» concluse Aizawa beccandosi, ancora una volta, le occhiatacce dei propri colleghi.
La ragazza, invece, che era la diretta interessata, incurvò leggermente le labbra in un sorriso accennato ed allora inarcò un sopracciglio.
«Odio quel nome, non chiamarmi più così, te ne sarei davvero grata, Eraser—… in ogni caso noto che avete fretta quindi, esponetemi pure quel che avete da dire. Signori, avevate la mia curiosità ma ora avete la mia attenzione.»
---------------------------------------------------------------------
Fanfiction ambientata dopo la terza stagione e che vede coinvolti un po' tutti i personaggi e la missione segreta dell'eroina Stoner, ovvero quella di infiltrarsi alla UA per far uscire allo scoperto la spia della Lega dei Criminali. [Oc]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: All Might, Hawks, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1. A quiet place


Lo sguardo perennemente annoiato di Aizawa era puntato fuori dal finestrino. I capelli scuri ed indomiti, per quell’incontro, erano stati legati dietro il capo, donandogli un’aria decisamente più ordinata, niente a che vedere con il classico look da Eraserhead che di solito aveva. Il preside, che adesso sedeva esattamente al proprio fianco, gli aveva consigliato di indossare una giacca ed una cravatta, in modo tale da risultare più maturo ed anche serio.
Quando erano entrati nel suo studio, il preside ed All Might, mormorandogli che dovevano parlargli, Aizawa aveva creduto che si trattasse di qualcosa di incredibilmente pericoloso, ed infatti così era stato. Le ultime vicende che vedevano coinvolta la prestigiosa scuola per eroi, di cui lui era parte del corpo docenti, erano così gravi da far rabbrividire chiunque. Era chiaro, dopo gli attacchi che si erano susseguiti, sia fuori che dentro le mura, che qualcuno ormai facesse da spia per la Lega dei Criminali.
Chi?
Non si sapeva.
Come riusciva a farlo?
Altro dubbio esistenziale che aveva iniziato a preoccupare tutti quanti, specialmente il preside. Per cercare di avere una maggiore sicurezza ed un controllo non indifferente dei ragazzi li avevano addirittura spostati nei dormitori all’interno della scuola, ma i problemi non erano finiti li, poiché l’attacco ed il salvataggio della piccola Eri non costituivano che la punta dell’iceberg per quanto riguardava le azioni criminali. Il legame fra la Yakuza e la Lega dei Criminali era ormai assodato, anche se certi eventi avevano messo tutto in dubbio, ma da allora eccezione fatta per il combattimento di Endevor non vi erano più state tracce di quegli esseri e del loro capo.
Fatto alquanto preoccupante, ovvio, per questo nessuno, all’interno della scuola ma anche facente parte della pubblica sicurezza, aveva abbassato la guardia, e proprio per tale motivo che si stavano dirigendo fin li, presso le Nishimura Industries, nel pieno centro della città. Un bel grattacapo, senza ombra di dubbio, perché sapendo con chi avrebbe avuto a che fare si sentiva parzialmente nervoso. Come lui anche All Might, in uno sgargiante completo giallo, non faceva altro che tamburellare le dita sulla propria gamba, mostrando evidenti segni di nervosismo. E se lui, che era la rappresentazione della serenità, si sentiva così figurarsi come stava Aizawa.
«Perché quei musi lunghi, voi due?» li apostrofò il preside con tono bonario prima di dare un colpetto alla spalla del corvino.
Solamente allora, con estrema lentezza, Aizawa voltò il viso in direzione del proprio preside e sospirò profondamente, limitandosi a rispondere a tale domanda con una scrollata di spalle.
«Siamo sicuri che quello che stiamo facendo è davvero necessario?» domandò il moro andando a stringere le braccia all’altezza del petto, coperto dalla camicia e dalla cravatta.
«Ne abbiamo parlato tutti, Aizawa, lo sai che non possiamo fare altrimenti. Stiamo facendo la cosa migliore non solo per la UA, ma anche per la sicurezza del paese.»
Quell’opossum era estremamente intelligente ed anche superiore, riusciva a ragionare con calma senza mai perdersi d’animo, ecco perché Nezu era la persona, o meglio l’animale, migliore a poter gestire la UA. Ed Aizawa, purtroppo,a aveva da sempre piena fiducia in lui, quindi non poteva che fare diversamente anche quel giorno.
«E voi credete che riuscirà in quest’impresa?»
Domanda più che logica quella del professore, ma questa volta, a rispondergli, fu lo stesso Yagi, che mostrò il suo miglior sorriso, quello che era solito usare per incoraggiare anche gli altri.
«Non è una vera e propria impresa, lo sai benissimo anche tu, però sono abbastanza fiducioso perché, appunto, questa situazione non può continuare ad andare avanti in tale maniera. Ne va del bene di tutti quanti.»
Shota roteò gli occhi per via di quell’eccessiva fiducia del biondo, ma lui era fatto così. A parole e con i gesti era davvero bravo, non a caso il titolo di Eroe Numero Uno apparteneva da sempre a lui ed anche dopo la nuova classifica nessuno si sarebbe mai dimenticato di All Might. Per tale motivo se Nezu e Yagi erano assolutamente favorevoli a quella cosa, allora anche lui lo sarebbe stato, o almeno avrebbe provato a vedere il lato positivo: meno lavoro per lui, anche se di questo non ne era del tutto certo.
La grande auto scura appartenente alla UA si fermò esattamente ad i piedi di un imponente grattacielo, ed allora un uomo in divisa scura si precipitò ad aprir loro la portiera in modo da permettergli di scendere. Certo che alle Nishimura Industries facevano le cose in grande, e questo non lo poteva negare. Chiunque, nell’intero stato Giapponese, conosceva quel logo bianco ed azzurro che era impresso sulla facciata del palazzo. Jason Nishimura, americano di origini giapponesi, era riuscito a sfondare grazie alla sua mente brillante ed alle invenzioni che si usavano per gli eroi. Erano sue alcune fra le più belle armature che si vedessero in circolazione, niente a che vedere con certa roba di pessima qualità. Purtroppo persino Shota doveva ammetterlo che quelle industrie erano piuttosto riconosciute, magari non quanto altri nomi ancora più importanti, ma nel mercato avevano un loro guadagno non indifferente.
Però, quel giorno, loro non erano li per occuparsi di affari, almeno non affari riguardanti le Indistries. Più che altro avrebbero dovuto discutere con il dirigente e questo andava decisamente meno bene perché sapeva benissimo di chi stavano parlando.
Quando la portiera si aprì, l’uomo che era giunto verso di loro reggendo in mano un elegante ipad dalle tecnologiche fattezze, sollevò lo sguardo da sotto gli occhiali da vista e poi sospirò profondamente prima di parlare.
«Preside Nezu, All Might ed Eraserhead, è un vero piacere che siate giunti fin qui per parlare con il nostro dirigente.»
Aizawa avrebbe tanto voluto rispondere a quell’uomo che in realtà lui non aveva assolutamente intenzione di parlare, ma per fortuna lo precedette il proprio preside.
«Lei deve essere Killian, giusto? Spero di non essermi sbagliato.» ed allora l’opossum scese dalla macchina, sistemandosi la giacca.
«Esattamente, piacere mio di conoscerla, signor Preside e—… voglio ancora ringraziarla per la proposta che farete al mio capo.»
Una risata divertita si lasciò sfuggire il preside, anche se in realtà Aizawa voleva spiegargli che non c’era nulla da ridere e che si sarebbero dovuti giocare le loro migliori carte per ottenere una risposta positiva, ma il preside, come sempre, prendeva tutto troppo alla leggera.
«Come ho già detto per noi sarebbe semplicemente un vero onore poter fare tale offerta al vostro capo.»
«Ha ragione, saremmo così felici di collaborare con la Signorina.» si aggiunse All Might che a sua volta era sceso dall’auto lasciando Aizawa l’unico ancora li dentro, silente, e senza voglia alcuna di  muoversi davvero.
Solamente quando gli altri due iniziarono a camminare capì bene di doverli raggiungere e dopo un profondo sbuffo, fece forza sulle proprie gambe e li seguì all’interno del grande edificio.
Una volta oltrepassata la porta d’ingresso rigorosamente automatica ed a vetri l’aria calda lo investì in pieno, tanto da farlo acclimatare. Fuori, essendo iniziato da poco ottobre, il tempo diventava sempre più uggioso ed al contempo le temperature si abbassavano.
Quanto avrebbe preferito rimanere a casa abbracciato ad uno dei propri gatti, anche se il suo attuale trasloco nelle dimore degli insegnanti non era stato preso troppo bene dai propri compagni di disavventure. Ma anche quella era una “misura di precauzione” che adesso vedeva Aizawa vivere a fianco di Mic, e questo ne andava della propria salute mentale perché prima o poi avrebbe ucciso il biondo, o lo avrebbe soffocato con le proprie bende. Le possibilità erano innumerevoli e tutti lo sapevano bene.
Cercò di distrarsi, mentre seguiva il suddetto Killian lungo la grande ed imponente hall dove dovevano ricevere persone. C’era gente che si muoveva, facendo avanti ed indietro e sbracciando per farsi vedere da qualcuno. Chi teneva fogli in mano, chi ipad e chi ancora camminava con ricetrasmittenti. Insomma c’erano davvero tantissime persone a lavorare per le Nishimura e questo era un bene, almeno funzionavano in maniera efficiente come gli era stato detto.
Lungo tutto il percorso, che li vide giungere dinnanzi ad un grande ascensore, il preside parlottò con il loro accompagnatore mentre Yagi lo raggiunse, camminando alla sua stessa andatura.
«Sembra quasi un parco giochi questo posto. Chissà quante invenzioni hanno nei loro laboratori.» ammise il biondo, deciso a fare conversazione non richiesta.
«Decisamente troppe per i miei gusti.»
«Magari potresti trovare dei nuovi paraocchi, Aizawa.»
«Può darsi, ma prima cerchiamo di convincere la “Signorina”—…» e con tali parole mimò il classico gesto delle virgolette. «… ad unirsi a noi. Da quel che ho capito non sembra esattamente propensa a qualsiasi genere di rapporti.»
Il biondo si passò una mano fra i ciuffi lunghi e poi annuì appena, mentre entrarono nell’ascensore e si posizionarono a fianco degli altri due.
«Staremo a vedere, io sono molto curioso di conoscerla.»
«Beato te.»
Concluse il corvino prima di riprendere a guardare altrove mentre le porte si chiudevano e l’ascensore partiva alla velocità della luce verso l’alto. Rimasero tutti e quattro in silenzio per qualche istante, forse imbarazzati, forse ansiosi, ma ad irrompere in quel fatidico momento vi fu il colpo di tosse che diede Killian. Era un uomo abbastanza grande, con il viso segnato dall’età e dalla fatica. I capelli, ormai tendenti al bianco, erano un chiaro segno degli anni passati e le rughe intorno agli occhi gli donavano un’aria stanca.
«Qualsiasi cosa succeda li sopra vi chiederei, per favore, di insistere e di non lasciarvi scoraggiare dalle parole della Signorina, lei è—… attualmente non è presa bene ed io sono seriamente convinto che la vostra proposta non possa che farle bene.»
Con tali parole l’uomo, Killian, sembrava premettere che qualcosa di difficile stava per presentarsi dinnanzi agli eroi. Eppure nessuno sembrò scoraggiarsi, men che mai All Might che rivolse uno dei suoi sorrisi a colui che gli stava accanto.
Qualsiasi cosa volesse far intendere li stava mettendo dinnanzi ad una situazione abbastanza strana, ovvio, ma se fosse stato per Aizawa lui non avrebbe pregato nessuno, ma gli altri due, probabilmente, non erano della stessa identica idea.
Passarono una manciata di secondi prima che il display dell’ascensore non indicasse l’ultimo piano, segno che erano arrivati, e così qualche attimo dopo le porte metalliche si aprirono, rivelando un’ampia stanza con una vista mozzafiato sulla città. Era un palazzo altissimo, quello delle Nishimura Industries, che permetteva a chi stava li sopra di godere dell’intero panorama e di una città che si estendeva ad i suoi piedi. L’eleganza e la modernità, in quell’attico, sembravano regnare sovrane. Colori chiari e pareti in vetro erano ovunque, mentre al centro della stanza, con le spalle rivolte verso una parete chiara, vi era una scrivania. Ma ciò che maggiormente colpì Aizawa non fu la scrivania moderna e piena di monitor, bensì chi era seduta su di essa. Infatti, la sopra, vi era appoggiata una ragazza a gambe intrecciate ed intenta a studiare qualcosa su un monitor. Indossava jeans strappati, come la moda del momento, scarpe da ginnastica rosse ed un maglione di qualche taglia più grande. I suoi capelli, biondo cenere, le arrivavano all’altezza delle spalle ed erano perfettamente in ordine. Quella, che con molte probabilità, doveva essere la Signorina, sembrò non far caso a loro, almeno fino a quando Killian non si fermò a pochi metri dalla scrivania e tossicchiò per richiamare la sua attenzione.
«Signorina Nishimura, mi permetta di presentarle i nostri ospiti di oggi—…» e con un ampio gesto della mano indicò i tre della UA.
Solamente allora, molto lentamente, la ragazzina, perché se non ricordava male, aveva circa vent’anni, sollevò i grandi occhi nocciola per studiarli attentamente. Le labbra schiuse in un’espressione stupita, s’incurvarono allora in un mezzo sorriso, cosa assai improbabile viste le premesse fatte dall’uomo.
«Killian, grazie per averli portati fin qui—… alcuni di loro già li conosco.» ed infatti allungò la mano tenente l’ipad per indicare l’opossum.
Era ovvio che lo conoscesse visto che aveva studiato anche lei alla UA. Sì, Aizawa era stato costretto a leggersi tutto il fascicolo prima di accettare quell’incontro, non sarebbe mai voluto giungere impreparato.
«E’ sempre un piacere per me vederti, mia dolce Rin.» rispose con felicità il preside prima d’avvicinarsi ad ella.
Con un fluido movimento Rin Nishimura slacciò l’intreccio delle gambe e poi scese dalla scrivania, inginocchiandosi per abbracciare l’opossum che sembrò ricambiare la stretta.
«Il piacere è mio, preside, lo sa.» replicò la biondina prima di lasciarlo andare, e solamente dopo qualche attimo focalizzò tutta la propria attenzione su Aizawa e Yagi. Cosa che in fondo mise a disagio il corvino, tanto che decise di guardare altrove. «All Might ed Eraserhead—… è un vero onore avervi qui nel mio studio e soprattutto è un vero onore conoscervi di persona, finalmente.»
Se Yagi fu assolutamente a proprio agio nel conoscere quella ragazza, tanto da allungare una mano per stringergliela con integrità e professionalità, Aizawa rimase immobile con le mani in tasca e provò a rivolgerle un cenno del capo.
«Piacere mio di conoscerti, Rin, sappi che il Preside Nezu non ha fatto altro che parlare di te da quando ci ha proposto questa cosa e—…»
Ed ecco che il biondo aveva decisamente parlato troppo, perché nelsentire tali parole la fanciulla alternò lo sguardo fra tutti loro e poi intrecciò le braccia all’altezza del petto.
«Davvero? In realtà sono una persona decisamente molto poco interessante.»
«In realtà gestiti le Nishimura Industries, non sei per nulla “poco interessante”, almeno per la stampa e per l’economia del paese.» aggiunse Shota con assoluta tranquillità e forse anche un pizzico di fastidio, anche se non riusciva a spiegarsi il perché di tale uscita. «Ed aggiungerei anche per i servizi segreti
Ecco che Aizawa aveva osato tantissimo, buttando quell’ultima parola con assoluta tranquillità quando in verità nascondeva molto di più, ed infatti si beccò un’occhiataccia da tutti e tre, compreso il preside che non sembrava mai capace di perdere la calma.
«Non so se Killian ve l’ha detto, ma non sono dell’umore giusto per scherzare, Eraserhead.»  rispose piccata quella ragazzina, prima di allontanarsi, andandosi ad appoggiare contro il bordo della scrivania sulla quale qualche attimo prima era comodamente seduta. Le braccia di Rin s’intrecciarono all’altezza del seno ed allora piegò il viso di lato, sospirando profondamente.
«Certo che ci ha avvertiti, Rin, ma giuro che quello che stiamo per dirti è davvero molto, molto importante—…» la tranquillizzò il preside annuendo in maniera impercettibile.
«Quanto isolata è questa stanza, Signorina Nishimura?» domandò All Might mentre i suoi grandi occhi azzurri ed il viso scavato dal tempo si guardavano intorno, come a voler studiare quel posto.
Rin, dal canto suo, allargò le braccia, in un ampio gesto vanesio e poi accennò un sorriso.
«Non esiste posto più isolato nell’intera città. Vetrate oscuranti ed anti missile, pareti interne insonorizzate e niente videocamere od altro—… ho imparato qualcosa da quei tempi, All Might.»

Yagi le sorrise, soddisfatto da tale risposta e poi indicò una poltrona.
«Posso sedermi? Purtroppo—… mi stanco parecchio ultimamente.»
Cosa che effettivamente anche Aizawa aveva notato, ma che cercava di non fargli pesare. Da quando tutti conoscevano la vera forma di All Might, dopo aver ceduto il proprio potere al giovane Midoirya, non poteva che limitarsi a proteggerlo fungendo da sua ombra. Ma come si occupava di Yagi doveva anche occuparsi della piccola Eri di cui era stato propriamente riconosciuto come tutore legale che l’avrebbe scortata alla UA. Però Eri era un altro discorso, totalmente differente da quello affrontato al momento.
«Prego, sedetevi pure dove preferite—… anzi, Killian, potresti fare portare qualcosa da bere per i nostri ospiti? Io prendo il mio solito caffè e latte ghiacciato con la cannella.» e dopo aver detto tali parole la ragazza si voltò verso di loro. «Voi cosa volete?»
«Io del tè.» rispose All Might sorridendo.
«Io dell’acqua, grazie.» aggiunse il preside.
«Io che iniziamo a discutere di quello che dobbiamo proporti, Stoner.» concluse Aizawa beccandosi, ancora una volta, le occhiatacce dei propri colleghi.
La ragazza, invece, che era la diretta interessata, incurvò leggermente le labbra in un sorriso accennato ed allora inarcò un sopracciglio.
«Odio quel nome, non chiamarmi più così, te ne sarei davvero grata, Ereaser—… in ogni caso noto che avete fretta quindi, esponetemi pure quel che avete da dire. Signori, avevate la mia curiosità ma ora avete la mia attenzione.» e con quelle parole fissò i tre uomini dinnanzi a lei, che ricambiarono quello sguardo serio, mentre Killian annuiva e si dirigeva verso una delle vetrate digitando sul suo ipad dal quale non sembrava separarsi mai.
I tre, alla fine, dopo tali parole, si scambiarono rapidi sguardi ed alla fine, come d’accordo, decisero di far parlare il preside, perché era lui ad aver stabilito il tutto ed aver organizzato ogni singolo dettaglio.
«Innanzitutto ti ringrazio, mia dolce Rin, per averci accolto qui, però come il nostro collega Aizawa ha detto, vorremmo parlarti di questo—… piano che ti stiamo per sottoporre.» iniziò l’opossum prima di trarre un profondo sospiro.
«Che genere di piano e quanto tutto questo avrà a che fare con i servizi segreti?» domandò risoluta quella ragazza, che non sembrava scomporsi più di tanto.
«Come ben sai ultimamente la UA è sotto attacco. Non importa se abbiamo catturato All for One, il suo arresto sembra solamente una maschera, perché il suo secondo in comando, Tomura, ha continuato a mandare avanti la Lega dei Criminali, ma questo suppongo che tu già lo sappia.»
Ecco, proprio come avevano provato e riprovato svariate volte nella sala del preside.
«Purtroppo la nostra scuola è stata fra le prime bersagliate e subito dopo l’incidente col campeggio—…» aggiunse All Might, che aveva appena unito le mani all’altezza del petto, con sguardo tetro.
Purtroppo Aizawa ricordava fin troppo bene entrambi gli attacchi, quindi si limitò a distogliere lo sguardo ed a digrignare i denti.
«Già so tutto—…» mormorò la biondina continuando a mantenere un’aria seria.  «Hanno cercato di screditarvi, ma non ci sono riusciti grazie ad All Might.» e lo indicò con una mano.
«E’ vero, ma col mio ritiro la gente ha bisogno comunque di un simbolo.» replicò il biondo sempre con aria pensierosa.
«C’è Endeavor, o sbaglio? Lui è il numero uno ed ha combattuto contro uno di quegli esseri, ed ha vinto. Anche li c’entrava la Lega dei Criminali, secondo le fonti riportate dai giornali—… Ha tutto sotto controllo, ma voi dove volete arrivare? A che cosa vi servo io?»
Domanda più che logica da parte della giovane Nishimura che si limitò a scrollare le spalle, ed ecco il culmine della conversazione, il fulcro di tutto quel piano, ciò di cui avevano discusso attentamente.
«Riteniamo che—… all’interno della nostra scuola possa esserci una spia che dia informazioni riguardo gli spostamenti e gli eventi dei ragazzi, così da renderci più vulnerabili ad attacchi esterni. In fondo buttare giù la UA ed attaccare All Might sarebbe come far crollare ancora una volta tutte le speranze.» a parlare era stato lo stesso preside, mentre i suoi uomini rimasero in silenzio senza avere la forza di commentare o dire altro, quindi il silenzio calò fra di loro.
Nessuno parlò per qualche secondo, almeno fino a quando Rin non scosse la testa e sospirò profondamente, forse perché aveva capito dove stavano per andare a parare.
«Una spia? Voi ne siete sicuri?»
«Abbastanza considerate le misure di sicurezza che avevamo preso per il campus estivo, eppure ci hanno attaccati. Qualcuno dei ragazzi deve avere contatti con la Lega dei Criminali.» spiegò Aizawa con la massima freddezza possibile, perché ammettere una simile cosa faceva male perfino a lui.
«E con i futuri eventi non possiamo rischiare che la spia faccia sapere ad i criminali ogni nostra singola mossa—… purtroppo la situazione è peggiore di quanto appaia nei giornali.»
Quelle parole aggiunte da All Might non fecero altro che far abbassare il morale, ed allora Rin, quasi in preda al panico, iniziò a camminare avanti ed indietro dinnanzi la scrivania, pensando.
«Quante persone sanno di questa vostra teoria?»
«Solamente noi del corpo insegnanti ed un mio amico nella polizia, non vogliamo mettere in allarme la spia.» continuò il biondo, rispondendo alle domande.
«E se fosse qualcuno del corpo insegnanti?»
«Io mi fido ciecamente dei miei collaboratori, Rin, se fosse qualcuno fra di loro lo avrei saputo molto tempo fa—…» il preside si fece sentire, annuendo in maniera impercettibile. «Ti stiamo dicendo tutto questo perché vorremmo che tu—…»
«Trovassi quella spia?» chiese retorica la ragazza, prima di sorridere ma senza divertimento, anzi, con una nuova espressione esasperata.
«Siamo qui per chiederti d’infiltrarti nella UA e cercare quella spia, non possiamo rischiare ancora la sicurezza dei nostri ragazzi  e dell'intero paese e tu sei la migliore, non a caso sei stata allieva di—…» ed allora l’opossum si alzò in piedi allargando le minute braccia.
«No, non pronunci quel nome, la prego.» ma Rin lo bloccò indietreggiando e sospirando profondamente.
«Va bene, ma ascoltami, non possiamo chiedere a nessun altro, è stato lui stesso a dircelo prima di—… morire.» e con tali parole All Might si alzò in piedi e lentamente raggiunse quella ragazza. Si toglievano svariati centimetri d’altezza, ma come se la conossse da sempre le poggiò una mano sulla spalla. «Lui aveva da sempre fiducia in te, lo sai, anche se dopo quello che ti è successo vi eravate allontanati
Lentamente Rin si scostò dalla presa di All Might e poi scrollò le spalle, smuovendo i capelli.
«Lo so che aveva fiducia in me, e l’ha anche detto l’ultima volta che ci siamo visti ma—… sentiamo, come vorreste farmi infiltrare?» domandò con un velo di curiosità.
«Ottima domanda, Aizawa, prego, spiegale tu.» concluse il preside puntando una mano verso di lui.
Maledizione, ecco che arrivava la sua parte ed infatti fu costretto a guardarla attentamente, ricordando il discorso che aveva preparato.
«Assistente dei professori, semplice ed efficace. Sei giovane abbastanza da provare ad essere un’assistente ma non tanto da passare per un’allieva, anche perché sei uscita dalla UA da appena due anni e mezzo—…» e cercò di risultare il più diplomatico possibile per quanto le proprie espressioni glielo permettessero.
«Quindi voi volete che finga di essere un’assistente per—… conoscere i ragazzi e capire chi sia la spia? Ma ci sono tante classi.» protestò Rin, sempre più confusa.
«In realtà crediamo di aver ristretto il cerchio fra due classi, quelle coinvolte negli attacchi, quindi dovrai unirti a loro—… e poi tu sai essere discreta visto quello che sei riuscita a fare. Ti sei infiltrata per quasi un anno in quell’organizzazione ed alla fine—…» ma le parole di All Might, che aveva preso a parlare senza trattenersi, vennero interrotte da una risata amara della ragazzina.
«Sappiamo tutti com’è finita, o sbaglio? Ho già fatto questo lavoro per i servizi segreti ed adesso mi rimangono solo due lapidi con cui parlare ed un’azienda da gestire. Ho perso troppo, mi dispiace, infiltrarvi nella UA è l’ultima cosa che voglio anche perché io—…» ma Rin sembrò annaspare, come se quella discussione l’avesse scossa nel profondo, cosa che effettivamente sembrò avvenire. «Io ho da portare avanti le Nishimura Industries, non posso lasciare che tutto ciò per cui lui ha lavorato vada in fumo semplicemente perché voglio giocare a fare l’eroe.»
E per quanto dure potessero essere le parole della ragazza alla fine si trattava di una triste verità, considerato quale fosse la sua storia.
«Ma tu sei un vero eroe, tu sei Stoner! Sei stata promossa alla UA con i migliori voti, ti sei sempre impegnata tanto ma gli incidenti di percorso capitano a tutti—…» provò ad addolcirla il preside, poggiandole una mano sul ginocchio. -Lo sai che non è stata colpa tua, Rin, non puoi abbandonare ciò in cui credi semplicemente per paura.»
«Ho abbandonato perché volevo stare tranquilla—… e perché non mi rimane più niente.» mormorò lei allontanandosi e camminando si fermò proprio davanti ad una delle vetrate che davano sulla città, e fu allora che Aizawa, per la prima volta, si rese conto di quanto di quanto una persona come lei, nonostante possedesse così tanto, in verità era estremamente sola.
Così si ritrovò a lanciarsi uno sguardo d’intesa con i propri colleghi, che in silenzio annuirono lentamente sospirando.
«Rin, non volevamo farti star male, lo sai—… ma volevamo solamente il tuo aiuto. In ogni caso, se volessi ripensarci, ti lasceremo una penna usb con tutte le informazioni che ti serviranno per il tuo compito.» ammise All Might tirando fuori dalla tasca la pennetta che conteneva tutto ciò che vi era da sapere, tipo i ragazzi interessati, le zone degli attacchi, i filmati dei combattimenti. Insomma lei era la regina delle infiltrazioni, lo sapeva bene  anche Aizawa dopo essersi letto il fascicolo su Stoner. Ancora non riusciva a capire come avesse fatto a rimanere sotto copertura per quasi un anno, ma questo lo avrebbe chiesto allo stesso preside, che al momento pareva parecchio demoralizzato.
«Spero di vederti lunedì nel mio ufficio, ne va della salvezza dell’intero paese perché se trovassimo la spia potremmo arrivare alla Lega ed a catturarli, finalmente. Ti prego vivamente di rifletterci.»
E con il commento del preside pacifico come sempre, e forse anche un po’ triste per non essere riuscito subito nel suo intento, vide All Might poggiare sulla scrivania ciò che serviva ed allora decisero di non insistere turbando la quiete della ragazza. Ne andava della sua salute mentale e soprattutto della sicurezza e della riservatezza di tutte le informazioni che avevano appena passato.
Killian, a pochi metri di distanza, che stava tornando con le loro cose da bere, si lasciò sfuggire un’espressione amareggiata e scosse leggermente il capo. Insistere, come aveva chiesto lui, non avrebbe portato a nulla e questo lo si poteva benissimo capire dall’espressione della ragazzina. Aveva vent’anni ma sulle sue spalle c’erano fin troppi pesi da portare, a partire da un’azienda di quelle dimensioni. Era chiaro che dovevano andarci piano, ma magari, riflettendoci e leggendo quel che vi era scritto sulla penna usb, sarebbero riusciti ad averla con loro per cercare di poter scoprire qualcosa, anche se in verità Aizawa temeva il voler sapere chi fosse per davvero la spia.
Attimi di silenzio si susseguirono, mentre Rin, ormai intenta a guardare dinnanzi a sé fuori dalla finestra, non si voltò neanche dopo i loro saluti, ma si limitò semplicemente a sollevare appena una mano.
Non era andata nel migliore dei modi, se ne rendeva perfettamente conto, ed a giudicare dalle espressioni dei colleghi Aizawa intuì che il preside ed All Might avevano sperato in qualcosa di meglio dalla non risposta della ragazza.
«Ha solamente bisogno di pensarci, suvvia. Mi fido della sua scelta, preside.» sorrise Yagi, come sempre, cercando di essere incoraggiante.
«Sicuro, anche io mi fido ciecamente delle mie scelte, spero solo che anche lei lo capisca.» concluse il preside battendo un pugno contro il palmo della sua mano. Era ovvio che non volesse vederla in quello stato, specialmente se si pensava a quello che aveva subito, ma era altrettanto vero che la scelta spettava solo e soltanto a lei, ed Aizawa credeva nella sua buona capacità di giudizio.
Anche se l’idea di avere una possibile assistente non lo entusiasmava, tutto ciò era necessario, e prima ancora di rivolgere i pensieri al proprio gatto, sperò vivamente che ella si guardasse i file della penna usb, magari in quella maniera l’avrebbero convinta.
In ogni caso molte cose dipendevano dalla sua scelta, anche l’idea di trovare un possibile sostituto che s’infiltrasse.
Ma loro avevano bisogno della migliore.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Blue Flash