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Autore: elelunare    07/09/2018    1 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ammazza..che belva! Non me la farei mai per nemico quella!” disse Jo divertito. “E che fa quest'altro? Se la ride?! Ma non sono amici?!

Jo guardava il monitor che inquadrava uno Zoro fuori dalla porta serrata da decine di mani, stava trattenendo a stento una risata premendosi la bocca con un palmo. Stava origliando e se la stava spassando alla grande.

“Ma..non sai la storia di questi pirati? Come mai la Black ti ha assunto? Continuo a chiedermelo!” gli fece Jako “Quei due tizi si odiano da sempre, è logico che lo spadaccino rida in quella situazione...sono come cane e gatto, non si sopportano”

“Ma davvero?? E perché cavolo stanno ancora nella stessa ciurma allora?!” gli rispose Jo.

“Tu non sei qui per fare domande, sei qui per eseguire gli ordini” ribattè Jako, lui sì che meritava quel posto.

“Lo so, lo so..è venuto bene comunque lo scherzetto del fantasma eh?! Ehi! Non mi guardare con quella faccia! Apriamo le danze per la fase 3??”

“CERTAMENTE caro Jo!” la voce della signora Black piombò tra i due e Jo non potè non sussultare sulla sedia stupito, non si era minimamente accorto dell'arrivo di quella donna. “Ti stai divertendo vedo.. Ho seguito un po' i movimenti della marina, per questo ho ritardato..Non c'è da preoccuparsi, sono ancora in alto mare, con i codici a nostra disposizione poi è tamente facile confonderli..uno scherzo da ragazzi! Beh, che aspettate?! La zona D6 è stata evacuata?”

“Sì, signora!”

“Perfetto...anche le postazioni di accoglienza lo sono, ho verificato personalmente. Avete sentito cosa ha detto quel cuochetto, no? Ci ha sfidato..peccato che anche a noi piaccia giocare con il fuoco quanto piace a lui..”

 

-----

 

Nami respirava in affanno. Cosa aveva avuto il coraggio di dire quello stupido? Era l'ultima cosa che avrebbe dovuto pronunciare quella sua maledetta bocca. Dopo quello che avevano fatto per recuperarlo in quella dannata isola di dolciumi..! La rossa era furibonda, e più se ne rendeva conto, più si chiedeva il perché lo fosse. Non era forse quella la soluzione più ragionevole? Sì, lasciarlo andare e mandarlo al diavolo! Dopo quello che aveva combinato! Sarebbe stata una liberazione! Certo, una liberazione... E allora perché l'aveva schiaffeggiato? Perchè si sentiva così delusa? Perchè ora ce l'aveva irrimediabilmente a morte con quell'uomo? Perchè aveva voglia di picchiarlo come non mai?! Perchè desiderava dirgli che era solamente un idiota, che non capiva nulla, non aveva MAI capito nulla e perché aveva una voglia irrefrenabile di piangere?!

Nami lasciò il cuoco ancora immobile e corse via verso la porta, questa si spalancò. La mora aveva fatto sparire tutte le mani e Zoro si tolse appena in tempo, prima che quell'anta marcia gli arrivasse giusto dritto in faccia.

Con una smorfia stupita lo spadaccino vide la rossa precipitarsi su per scale e lui se ne andò in cucina esordendo con un “Butta male!” all'archeologa. Lei lo guardò impassibile, ancora seduta vicino al fuocherello.

Poi, non contento, Zoro si avvicinò a Robin e accarezzandole i capelli ancora umidi, da dietro, le disse : “Ho un 'dre jà vu' signora strega...mi sa che lei dovrà, come dire, andare a riacciuffare di nuovo quella ragazza, ma stia attenta a quello che fa, mi pareva molto alterata..” e finì ridendosela.

Robin si alzò in piedi e fece per uscire senza dire una parola, poi all'ultimo si girò un attimo verso lo spadaccino ancora sorridente.

“Non prevedevo che avrebbero fatto pace, almeno non subito, sia chiaro. Vado..e torno” gli disse con un sorriso incerto e sparì dietro la parete.

“Buona fortuna!..caspita, se ne hai bisogno!” le disse ma lei era già andata via.

 

Nel frattempo Sanji era ancora impalato nell'altra stanza, con la testa girata nella direzione dello schiaffo. Era frastornato dal colpo ma ancor di più dal comportamento della rossa. Era corsa via piangendo.. Di sicuro era stata una reazione data dallo stress del momento e nulla più. Lei non poteva che desiderare di non vederlo e basta.

Mosse un piede. Spense quel mozzicone sul tappeto che minacciava di far prender fuoco a tutto e sbuffò stremato. Si passò una mano sulla faccia, preoccupato.

Gli stava venendo un gran mal di testa.

 

 

Dopo qualche minuto uno strano “Bip bip” iniziò a risuonare dentro quella casa decrepita. Era tipo una sveglia, decretò Zoro.

Si alzò dalla sua postazione vicino al fuoco e uscì nel corridoio, venne raggiunto in un istante anche da Sanji che aveva una guancia incredibilmente arrossata. Lo spadaccino si trattenne dal ridergli in faccia e si chiese più che altro da dove venisse quel suono fastidioso.

Sembrava dal piano superiore, dove c'erano pure le ragazze.

“Non mi sembrava di aver visto una sveglia in quella putrida camera..” disse e iniziò a far le scale seccato, il cuoco lo seguiva solo con lo sguardo, lui rimase lì fermo al piano inferiore a braccia incrociate e uno sguardo spento.

Sanji stava ancora pensando a quello che gli aveva detto quella rossa, non poteva farne a meno e malediceva in ogni modo quella situazione in cui si erano cacciati, non sapeva più con che faccia andare avanti. Lei ora lo odiava, ed era giustificato. Doveva solamente stringere i denti e sperare che tutto quel casino con i compagni si risolvesse il più presto possibile, stava diventando tutto troppo insopportabile da sostenere..

CAXXO!...

Il cuoco sentì quell'esclamazione al piano superiore, era lo spadaccino ovviamente. Si fece coraggio sperando di non incrociare di nuovo Nami e salì le scale anche lui, quel “Bip bip” non si era fermato.

Giunto sul pianerottolo lo vide subito. Zoro era davanti all'entrata del bagno e sul grande vetro scheggiato, di fronte a lui, illuminato di rosso, brillava un conto alla rovescia, era da lì che proveniva quel segnale acuto. Si leggeva 00:32...00:31...

“Che..che significa?!” fece Sanji dietro di lui notando che lo spadaccino era impalato e guardava in basso, non quei numeri che apparivano e scomparivano.

“Le ho detto io di venire qui...” disse debolmente e il cuoco non ci capì nulla ma lo scostò e guardò a terra pure lui.

Sul pavimento, illuminati un poco dalle luci delle poche candele, c'erano un orecchino nero dalla luna luccicante e un bracciale di perle.

“Non può essere....” disse il biondo capendo tutto “le...le hanno fatte sparire?! Le hanno PRESE?!”. Anche il cuoco si bloccò un attimo sbigottito, era lampante che era proprio così ma non ci credeva, la cosa l'aveva sconcertato.

“!! I numeri!” fece Zoro subito dopo guardando quel conteggio arrivato a 00:09.

I due si guardarono per un decimo di secondo e senza dire nulla si fiondarono giù dalle scale e poi fuori da quella casa in rovina, se c'era un conto alla rovescia di solito era per...

 

Un boato assurdo squarciò l'aria.

 

Zoro e Sanji vennero catapultati via di qualche metro ma fortunatamente erano riusciti ad uscire in tempo da quella catapecchia. Si sfracellarono al suolo mentre i pezzi di legno volavano in ogni direzione sfiorando le loro teste.

Restarono a terra frastornati per un po' nella fanghiglia, non ci sentivano più dalle orecchie. Quel botto li aveva temporaneamente assordati. C'erano macerie ovunque e al posto della casa un bel cratere.

Zoro si tirò su a fatica sputando il fango che gli era entrato nella bocca. Sentiva la spalla bruciare, girò la testa ancora a carponi e notò che il giubbino chiodato era lacerato e la sua pelle aveva qualche graffio lì sotto quello strappo. Meno male che l'aveva rimesso addosso, si disse. Era completamente coperto di fango, almeno davanti.

Sanji fece qualche colpo di tosse e si girò su un fianco, i suoi capelli non erano più biondi, erano marrone melma, era caduto di schiena, non sapeva nemmeno lui come e sentiva un dolore acuto all'osso sacro. Si ritrovò a respirare a fatica in preda a quella fitta e aspettò un poco fermo, in attesa che passasse. A qualche metro notò lo spadaccino seduto a terra, guardava in direzione dell'esplosione, aveva i pantaloni strappati ma sembrava intero..e livido di rabbia. “Ce l'ho spedita io là..” sentì che diceva “PORCA MISERIA!!” Zoro con un imprecazione tirò un pugno a terra e il fango schizzò in tutte le direzioni, anche in faccia al cuoco.

“EHI!! Cretino!! Piantala! Che stai blaterando..??” gli fece Sanji cercando di tirarsi su un poco con una smorfia, sentiva ancora parecchio dolore.

“Ho detto io a Robin che doveva andare da Nami di nuovo...magari l'avrebbe comunque fatto, però...però è anche vero che sei stato TU a maledirli, stupido cuoco! E loro ora sono ANDATE!” gli sbraitò dietro Zoro.

Stava ricominciando a piovere forte, come se non bastasse.

“Sì..esatto, avevano detto che due di noi sarebbero spariti..sono stati di parola. Dai pure la colpa A ME, TANTO NON CAMBIA NULLA ORMAI! Piuttosto, sei sicuro che lì dentro loro non c'erano?! Hai guardato BENE?! Col tuo senso dell'orient..” insinuò il cuoco.

“CERTO CHE NON C'ERANO SCEMUNITO!! VAI AL DIAVOLO TU E CHE VADANO A FARSI FOTTERE ANCHE QUEGLI STRONZI! Ne ho piene le scatole di questa storia!” urlò lo spadaccino e si alzò in piedi diretto alla voragine a terra. “DOVE..dove cazzo le avranno portate adesso, ah?! Come diavolo le troviamo?!” Pioveva a dirotto ormai, sembrava che quella pioggia andasse a pari passo con la sua ira.

Zoppicando un poco, anche il biondo si avvicinò a quel cratere, quel buco si stava già riempiendo d'acqua, guardava a terra, quella devastazione. Non era proprio rimasto nulla di quella casa, se qualcuno ci fosse sfortunatamente rimasto dentro..

Un barlume accecante esplose dalla voragine e si materializzò un grande cubo, un ologramma. I due si misero una mano agli occhi a quel bagliore e poi, subito dopo, videro lì dentro il viso di quella donna oscura, era il governatore della città nera. Aveva un sorriso fiero in viso. Iniziò a parlare..

“Buongiorno signori, o dovrei dire, buonasera? Ah! Ah! Come avrete notato qui è sempre piacevolmente notte! Come state? Vi è piaciuta la nostra accoglienza? Vi piace la nostra pioggia? Qui piove spesso..”

“Siete un branco di DELINQUENTI BASTARDI!!” urlò Sanji e la donna in nero si fece una grassa ed elegante risata.

“AHHAHAhah! NOI?! Ma non siete VOI i pirati qui?? Che vi aspettavate? Che vi accogliessimo a braccia aperte? Con la reputazione che avete poi..”

“Dove sono i nostri compagni? E' meglio che ce lo diciate in fretta..” disse Zoro trattenendo a stento la rabbia. Metà della sua faccia era una maschera di fango. La pioggia stava lavando via a poco poco quel pantano.

“Dio che bello sguardo minaccioso!...Peccato che non siate proprio nella posizione per intimidire alcunchè né per impartire ordini” disse la donna alzando una mano, fece dondolare un orecchino familiare tra le dita. Lo sguardo dello spadaccino diventò più torvo che mai. E quella donna continuò dopo un diabolico sorriso.

“Quindi non sprecherò altro tempo. Sono qui per lanciarvi una sfida. Le ragazze sono vive, non ancora per molto comunque”

“Non vi conviene torcergli nemmeno un capello..” sussurrò lo spadaccino con un aura spaventosa. La donna non lo sentì e proseguì.

“..mentre gli altri vostri compagni...non so come dirvelo, beh, non siamo in grado di capire se lo siano ancora, vivi intendo. Avrete tre possibili mete: passo rosso, vi porterà dalle fanciulle, passo blu, dai vostri altri compagni e passo verde..a morte assicurata (non vi consiglio un suicidio, sarebbe disonorevole!). Io...vi suggerirei di dividervi, magari riuscirete prima nell'impresa! Buona fortuna! E caspita! Fate un sorriso! Siete in diretta se non lo sapete! Non immaginate quante persone vi stiano seguendo in questo momento!...Sono vostri fan! Meritano almeno un sorriso, no? Anche perché stanno sborsando fior fior di berry! Ah! Ah! Ah! Un ultima cosa, dovrete arrivare in tempo per...salvare chi avete deciso di salvare, ovviamente non vi è dato sapere quanto ne avrete, di certo sarà un tempo limitato..”

Così, senza dare tempo di replica, l'ologramma con quella donna sparì.

“Avete già perso, stronzi...e non ne siete ancora consapevoli” disse Zoro fissando lo spazio ora buio e un folle sorriso nacque sul suo volto. Era fradicio di nuovo, come il suo compagno.

“Quella donna...è un demonio. Siamo rimasti io e te in questo folle gioco allora..” fece Sanji.

“A-hà! Peggio di così..”

“Peggio di così per loro, vorrai dire.” disse il biondo e Zoro lo guardò interessato, il cuoco continuò, pareva ridestato all'improvviso, più carico che mai. Aveva i capelli bagnati attaccati al viso, era in uno stato pietoso e ribolliva di vendetta.

“Ha detto che ci sono tre 'passi'..ma non credo ci abbia detto gli abbinamenti giusti. Che senso avrebbe aiutarci così tanto? E' logico che eviteremo subito il verde...e forse è proprio quello che dobbiamo intraprendere, no? O forse..”

“Forse è quello pericoloso sul serio, invece!” disse Zoro “Magari loro prevedono questo nostro ragionamento, ci hanno riferito che il verde è quello da evitare per farci andare proprio lì! E poi ci finiremo dentro a quella trappola sul serio!..Non so se capisci..” fece poi gesticolando.

“Certo che capisco! Non sono come TE!” gli fece il biondo (che con tutta quell'acqua era sul serio tornato color paglia). “Inoltre l'arpia ci ha detto di dividerci..niente di più sbagliato per me, per quanto non desideri vedere la tua faccia s'intende!”

“La cosa è reciproca, cuoco! Ma, strano ma vero, concordo con te su questa cosa, è un tentativo per farci perdere..” disse lo spadaccino incrociando le braccia. “Quindi?”

“Quindi che?! Cerchiamo questi caspita di 'passi' intanto! Che poi non mi è ancora chiaro cosa...” disse il biondo iniziando a camminare e proprio in quel momento, davanti a sé, per terra, iniziarono ad illuminarsi delle lucine, erano blu.

“Guarda qua!” fece allo spadaccino che iniziò a muoversi. Dopo pochi passi anche di fronte a lui iniziò a comparire una fila di luci a terra, quelle erano rosse, più si muoveva verso di loro e più quella fila di luci si allungava mostrando la direzione da percorrere.

“Che diavolo....Ehi! Qui c'è il percorso rosso!” urlò.

“Ah bene..e quindi quale prendiamo? Qua c'è il passo blu...” fece il biondo impaziente.

“ E che ne so io! Dobbiamo provare! Non c'è certezza di nulla. Io direi di provare questo!”

“Io invece dico che è meglio questo blu..”

“E certo! Ovvio!...adesso capisco perché quella ci ha detto di separarci!..Perdiamo un sacco di tempo insieme! E io non ho voglia di perdere nemmeno un secondo!”

“Perchè ti aspetta la tua bella eh?” lo punzecchiò il cuoco.

“Che hai detto, idiota?!”

“Huuh! Guardalo come si agita! Quello che snobbava il sottoscritto! 'Che pena..sempre dietro alle gonne! Che debole! Una vergogna!'...E ORA C'E' DENTRO FINO AL COLLO! Potrei pure ridere ma la situazione non lo consente!” fece canzonandolo.

“Finiscila!! Chiuditi quella fogna razza di mentecatto!”

“La finisco solo perché neanche io ho voglia di perder tempo, stronzetto! Quindi facciamo a morra cinese! Non daremo colpa a nessuno così se...”

“Certo che daremo la colpa a qualcuno! Perchè io avevo detto di andare di qua!” insistè Zoro.

“Guarda, solo per questo dovremo prendere il tragitto blu! Solo perché hai insistito col rosso!!”

“AH! AL DIAVOLO!! FACCIAMOLO!” sbraitò Zoro e abbandonò il percorso che iniziò a spegnersi.

I due fecero a morra cinese guardandosi in cagnesco e vinse Zoro. Soddisfatto, lo spadaccino tornò sui suoi passi e il percorso rosso si riattivò.

Lo spadaccino e il cuoco iniziarono ad andatura moderata a seguire le luci rosse che via via si accendevano davanti a loro. Nel frattempo pioveva, tuonava e quel bosco sembrava non avere una fine.

 

  
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