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Autore: Spensieratezza    10/09/2018    0 recensioni
come sarebbe andata, se la prima volta che Clark si lascia condizionare dal rubino rosso, corresse ad esprimere i suoi desideri nascosti per il suo miglior amico Lex? Come sarebbe andata se da quell'episodio, le cose tra i due migliori amici fossero cambiate a tal punto da far decidere a Clark di rivelare il suo segreto a Lex?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Clark Kent, Lex Luthor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Come ti senti? Stai meglio ora?” gli chiese Lex, andando a trovarlo alla fattoria, nel fienile.

“Sì, sto molto meglio, anche se, ovviamente, quando ero sotto l’incantesimo del rubino, credevo di stare bene.”
Lex lo fissò con sguardo ardente.
“Ricordi cosa hai fatto?”

“No.” si affrettò a dire Clark, imbarazzandosi. “Però i miei genitori me ne hanno dato un’idea..e..non so cosa dire, davvero, Lex, ho passato la giornata a scusarmi con tutti e per qualche ragione, sento di doverlo fare anche con te. Non ho..fatto niente o detto niente di imbarazzante?”

Lex lo fissò per un po', poi disse. “Nah, eri soltanto un po' su di giri. Comprensibile. Per il resto eri il solito Clark Kent, solo un po' più sicuro di te.”
“Meno male! Sono davvero sollevato!”

“è un vero peccato che quel’anello sia andato distrutto. Sarebbe stato intersssante scoprirne gli effetti..”
Clark lo guardò con sguardo accusatorio.

“Era un potere pericoloso, Lex, non dirmi che avresti acconsentito a fare esperimenti su cavie umane.”
Lex lo fissò e poi sembrò incupirsi.

“Per chi mi hai preso, Clark?”
“Scusami..io..non volevo dire questo..”

“Va bene, accetto le scuse. Comunque a me non sembrava che stessi così male, anzi, mi sembravi più..LIBERO di esprimerti, in un certo senso.”

“Se la pensi in questo modo, perché hai chiamato i miei?”
 
Lex lo fissò di nuovo.

“Perché quello non eri tu. Semplicemente. E io in qualità di tuo amico, dovevo aiutarti.”

Clark lo fissò con qualcosa che sembrò trasparire frustrazione.
“Devo saperlo, Clark..quando eri sotto l’incantesimo di quell’anello, sei venuto da me e hai detto delle cose strane..”

“Mi avevi detto che non avevo detto niente di imbarazzante. Mi hai mentito?” chiese Clark, a disagio, ma abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo in faccia, per timore che Lex potesse leggergli dentro e capire che stesse mentendo.

Lex reclinò il capo e lo fissò intensamente.

“Tu mi menti continuamente, Clark, perché per te deve essere diverso?”

“Io..non so che cosa dire..ti ho già detto che non ricordo cosa ho detto, quando ero sotto l’influenza dell’anello..che cosa vuoi che dica?” chiese Clark, sbattendo le braccia.

Lex era così vicino. Poteva sentire il suo profumo.
 
“Non voglio forzarti a dire nulla, Clark, ma quello che è successo, mi ha fatto rendere conto di quante cose nascondiamo alle persone, anche a quelle che ci stanno più vicine. Dentro di noi esiste un mare, dalle profondità sconosciute, come un abisso e quando ci guardi attraverso, rimani scioccato da quello che vedi, ti chiedi: come ho fatto a non vederlo prima?”

“Sono delle belle metafore, Lex, te le ha dette tuo padre?” chiese Clark, senza cattiveria.
Lex rise.
“Mi spaventa scoprire quanto non sappiamo veramente delle persone che ci stanno più vicine..noi crediamo di conoscere tutto..ma non è così e quindi volevo solo chiederti questo, amico mio, se c’è qualcosa che tu desideri dirmi. Qualsiasi cosa. C’è niente che tu vorresti dirmi, che ti tieni dentro? Se è così, questo sarebbe il momento adatto, per farlo.”

Clark lo fissò a lungo, in frustrazione. Da una parte si sentiva irritato. Ecco la solita arroganza dei Luthor. Lo decideva Lex, qual era il momento adatto per fare le cose?

“Nonostante le tue parole siano degne di un leader e in una circostanza in cui io abbia qualcosa da nasconderti, tu mi avresti praticamente convinto, devo purtroppo deluderti, Lex. Non c’è niente che devo dirti, più di quello che tu non sappia già su di me o su di noi e il nostro rapporto.”

Lex lo fissò intensamente, come se cercasse di tirargli fuori la sua falsità, poi sorrise.

“Deludermi? E perché? Sono felice che tra noi non ci siano segreti e bugie, Clark. Davvero. Non posso che esserne felice.”
 
Se ne andò come era apparso e Clark si sentì spezzare dentro dalla sofferenza.

Forse era nel suo destino, soffrire nel desiderare quello che non poteva avere.
 
 
   
 
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