Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: momoallaseconda    10/09/2018    4 recensioni
Zoro scosse il capo. “Il sesso risolve qualsiasi problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga? Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni, palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle sempre perdere solo perché già impegnato o perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Se una mi si presenta davanti visibilmente interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a trovare la strada verso il letto di una ragazza, con il senso dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si vede che non ne fai abbastanza...”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rufy mise le mani avanti allargando il sorriso.
Ok, adesso sono Sanji!” socchiuse gli occhi in una posa maliziosa, modulando la voce “Ehi bellezza, come mai qui tutta sola?”
Robin ridacchiò sommessamente mentre Nami si limitò a guardarlo seccata prima di distogliere lo sguardo.
Rufy se ne accorse e ammiccò verso sua sorella. “Nami-swaaaan!!!” esclamò tentando di abbracciarla con un salto e fallendo miseramente.
Nami rinfoderò il pugno squadrandolo dall'alto con sufficienza esasperata. “Piantala con le imitazioni Rufy! Ci fai solo perdere tempo, aiutaci a trovarlo piuttosto!”
Robin lo aiutò a disincagliare la faccia dal cemento.
Nami si passò una mano sul viso. “Robin, sono stanca. Che ne dici di provare a contattare almeno Viola? Sanji sembra essersi volatilizzato!”
La mora spolverò la camicia di Rufy dalla polvere, con noncuranza. “Ci ho provato poco fa, quando ho capito perché il vostro amico ha avuto bisogno di farsi accompagnare in questo viaggio da almeno altre tre persone.”
Nami la guardò in attesa. “E quindi?”
Robin sorrise serafica. “Ha il telefono spento.”
L'altra si lasciò sfuggire un gemito di nervoso.
Purtroppo non ho i numeri dei suoi cugini...” concluse con un'alzata di spalle.
Uffa, Nami! Viola non è rintracciabile e Sanji è quasi mezz'ora che lo aspettiamo! Quelle viuzze sono un labirinto, potrebbe anche non trovare mai la piazza!” esclamò Rufy massaggiandosi la guancia dove era stato colpito. “Potremmo dover restare qui una vita, almeno io cerco di tenere alto il morale!” commentò ancora piccato per il poco senso dell'umorismo della sorella.
Robin gli rivolse un sorriso dolce. “Ci stai riuscendo, almeno con me.”
Lui la guardò innamorato. “Per fortuna ci sei tu...”
Si, d'accordo! Robin è un angelo e io sono la sorella cattiva!” sbuffò Nami tornando con gli occhi sulla piazza e ignorando volutamente le loro moine. Tanto nemmeno l'ascoltavano più.
Sbuffò e sbuffò di nuovo. Ormai non faceva altro da mezz'ora.
Aveva maledetto Sanji almeno una quarantina di volte da quando si erano seduti all'ombra di quella fontana ma la cosa non riusciva a farla sentire meglio. Ora doveva maledire pure la sua fiamma che nel ventunesimo secolo teneva il cellulare spento!
Il loro amico non si vedeva, Viola idem, la folla non accennava a diradarsi, Rufy faceva l'idiota e lei aveva bisogno una buona dose di calmanti. Una volta terminato quel viaggio avrebbe dovuto cercarsi uno psicologo che potesse guarirla dagli stati d'ansia.
Che poi, perché si preoccupava tanto?? Era l'unica a farlo! Zoro dormiva, Rufy e Robin sussurravano sdolcinatezze tra loro. Perché accidenti lei era l'unica che sembrava tenere alla faccenda?? Non era affatto giusto e si era stufata!
Strinse i pugni, indispettita e tirò fuori il suo albo da disegno, decisa a distrarsi. Se potevano farlo gli altri, ne aveva tutto il diritto anche lei!
Nel rimuoverlo dallo zaino, toccò distrattamente un braccio del bell'addormentato che si svegliò di soprassalto.
Che succede? Avete trovato torcigliolo?” le chiese Zoro confuso, guardandola aprire il blocco con uno scatto teso e cercando di trattenere uno sbadiglio.
Nami sbuffò per l'ennesima volta. “No...” commentò asciutta senza staccare gli occhi dal foglio bianco.
Zoro si rimise seduto guardandosi attorno, il sonno ormai rotto. “Nessuna notizia nemmeno di Viola, immagino...”
Immagini bene.”
Lui annuì e la guardò con la coda dell'occhio. Nami era irritata, lo notava dagli scatti nervosi con cui tracciava le linee sul foglio, la matita che correva aggressiva e opprimente sulla carta.
La capiva, anche lui non vedeva l'ora di mettere la parola fine su tutta quella ridicola vicenda, ma per farlo occorreva che Sanji per lo meno raggiungesse la piazza e sembrava essere diventata un'utopia.
Nami disegnava come una forsennata e lui non si azzardò a farle notare che se continuava così avrebbe bucato il foglio, preferiva fosse lui a subire la sua ira al posto suo. Però sapeva anche che lei ci teneva a quell'albo e aveva notato che c'erano due disegni già completi sotto a quello che stava distruggendo ma sembrava che non se ne fosse nemmeno accorta. Senza riflettere, rischiò la vita di sua iniziativa e le mise le mani a coppa sul foglio, fermando la matita. Nami lo guardò allargando gli occhi e lui ne approfittò per sfilarle gentilmente l'albo dalle mani. Sorrise quando vide che non opponeva resistenza.
Stai tranquilla, Sanji arriverà prima o poi. Vedrai che risolveremo la cosa e torneremo a casa senza più drammi.” esclamò cercando di suonare incoraggiante.
Nami chiuse gli occhi annuendo e gli provocò un'appagante senso di soddisfazione vederla dargli retta senza lamentele.
Riposati un po', resto io di guardia.”
Nami appoggiò la testa contro la base della fontana mettendo in pratica all'istante il consiglio.
Zoro ghignò soddisfatto e si sistemò meglio guardando avanti a sé. Non passarono più di due minuti prima di capire che era un lavoro di ricerca estremamente noioso. Come avesse fatto Nami a non addormentarsi fino a quel momento per lui era un mistero.
Sbadigliò piano per evitare di farsi sentire. Nami teneva ancora gli occhi chiusi ma non dormiva, sapeva che stava solo cercando di calmare i nervi e non voleva darle fastidio.
La folla era sempre la stessa, nessun ciuffo biondo, né sopracciglia arcuate all'orizzonte. La noia era assoluta, almeno fino a che l'occhio non gli cadde sull'albo che ancora teneva in grembo.
Guardò Nami di sottecchi, appurando che aveva ancora gli occhi chiusi e non riuscì a trattenersi. Lo sfogliò piano, cercando gli unici disegni presenti che aveva intravisto poco prima e si lasciò sfuggire un sorrisino quando li trovò. Erano quattro in totale e nessuno ritraeva paesaggio o monumenti. Erano ritratti. Fatti a carboncino o a matita e magistrali, come tutto quello che la riguardava.
Rufy, Franky e Robin che ridevano insieme seduti sul camion. Loro quattro attorno al falò quella notte passata nel bosco in Belgio. Sanji che leggeva le lettere di Viola in treno mentre lui e Rufy giocavano a carte. E poi...
Zoro si bloccò sull'ultimo.
Le lanciò un'altra occhiata per essere certo di non venire beccato in flagrante. Nami era ancora immersa nel suo momento di relax, troppo impegnata per accorgersi di quello che lui aveva scoperto.
Zoro riportò gli occhi sul disegno. C'era solo una persona ritratta su quel foglio ed era lui. Lui addormentato su una poltrona. Riconobbe al volo la circostanza, era quel pomeriggio a Punk Hazard, poco prima della festa a casa di Perona. Ricordava di aver schiacciato un sonnellino nel suo salotto ma non si era accorto che Nami lo avesse ritratto. Sentì il cuore accelerare mentre osservava sé stesso disegnato sulla carta.
Sapeva già che la sua amica aveva un dono e tutti i ritratti ne erano un esempio calzante, ma in quello c'era qualcosa di diverso. Era l'unico protagonista e il tratto a matita sembrava più curato, meno frettoloso, più concentrato sui dettagli. Si era soffermata molto di più sui particolari del suo viso che su qualsiasi altro aspetto. Si stupì nel vedere come fosse stata capace di riprodurre con precisione il taglio degli occhi chiusi, le spalle rilassate, il profilo del naso e le labbra socchiuse. Queste ultime le aveva disegnate piene e rosa e, se non fosse che stava guardando se stesso e la cosa era piuttosto strana, avrebbe detto che sembravano le classiche labbra invitanti da baciare.
Arrossì rendendosi conto che forse era esattamente quella l'idea che voleva trasmettere. Tutto nel suo ritratto gridava a gran voce quanto fosse stata meticolosa nel cercare di riprodurre ogni minuscola sfumatura, ogni piega, ogni piccola imperfezione o espressione facesse il suo viso o il suo corpo, per creare quello che sembrava essere il suo lavoro migliore. Era stata capace di trasformare ogni suo più piccolo difetto in un quadro armonico e, a differenza di quello che vedeva quando si guardava allo specchio, Zoro si rese conto che quel ritratto era perfetto.
Rimase senza fiato nel realizzare che era così che lei lo vedeva. Si stava guardando attraverso i suoi occhi e il solo pensiero di essere visto da Nami in quel modo, rischiò di fargli scoppiare il cuore.
La sentì muoversi accanto a sé e chiuse repentinamente l'albo.
Sentiva di aver oltrepassato una sorta di linea immaginaria e preferì tenerla allo scuro della sua scoperta, almeno fino a che non sarebbe riuscito a mettere a tacere quel dannato cuore che pompava come se fossero stati i suoi ultimi istanti di vita.
Nami aprì gli occhi e li incrociò con i suoi. “Novità?”
Zoro la guardò confuso, prima di ricordare. “Ah, Sanji!” sorrise tentando di non farle capire che si era già distratto con ben altro che la ricerca infruttuosa dell'amico. “Eh, no. Nessuno in vista.” mormorò convinto.
Nami annuì, poco sorpresa.
Ragazzi, io vado al chiosco a prendere degli altri panini, ne volete?”
Rufy si parò davanti a loro con un gran sorriso che fece accigliare Nami.
Ancora?”
Lui mise il broncio. “Ho fame, Nami! E anche Robin ne vuole un altro!”
Zoro ridacchiò. “Si, prendine anche per noi.” esclamò prima di incrociare lo sguardo inquisitorio della rossa e risponderle con un alzata di spalle. “Le ricerche fanno venire fame.”
Lei alzò gli occhi al cielo guardando il fratello avviarsi al chioschetto felicissimo.
Non è colpa di Rufy se Sanji è un idiota.”
Nami sospirò. “Lo so ma di questo passo non ci rimarranno più i soldi per i biglietti aerei...” commentò divertita dando due generose sorsate alla sua bottiglietta d'acqua. In fin dei conti, capiva suo fratello. Era una noia mortale aspettare senza fare nulla, accidenti a Sanji!
Zoro si voltò a guardarla.
Che c'è?” chiese notando il suo sguardo fisso.
Niente...” rispose con un sorriso che la fece arrossire.
Non mi sembra non ci sia niente...” sussurrò dubbiosa.
Lui scrollò le spalle. “Beh, stavo pensando... mi dispiacerà un po' lasciare l'Europa.”
Nami sorrise. “Si, lo capisco.”
Zoro si grattò una guancia. “Sono successe talmente tante cose... è pazzesco se penso che solo due settimane fa non saremmo mai riusciti a rimanere seduti vicini così a lungo...” sorrise al suo piccolo cenno.
Sapevano bene entrambi che non avevano ancora affrontato quel discorso. Ci avevano pure provato un paio di volte ma non erano mai riusciti a superare l'imbarazzo. Aleggiava su di loro incombente e minaccioso da giorni e sapevano che avrebbero dovuto parlarne prima o poi. Era una ferita che doveva essere sanata, non si poteva semplicemente fare finta di non essersi odiati per tanti anni. Sembrava non fosse mai il momento giusto per parlarne e Nami si era chiesta diverse volte se ci sarebbe mai stato un momento giusto.
Quello di sicuro non lo era, però Zoro pareva non pensarla così.
Lo guardò avvicinarsi un po' di più facendo finta di nulla e lei rimase immobile a fiato corto. Una piccola parte del suo cervello che le faceva notare come si fosse già fin troppo addentrato all'interno del suo sacro spazio vitale.
Ci siamo voluti male per troppo tempo.” commentò lui sottovoce.
Nami non era in grado di dire nulla, annuì semplicemente, il cuore in gola.
E sono stanco.”
Nami sgranò gli occhi, il cuore che batteva forte sulle tempie. “Zoro, non credo che sia...”
C'è qualcosa in sospeso tra di noi.”
Nami trattenne il respiro, era troppo vicino per poter dire o fare qualcosa di sensato. Non riusciva a pensare ad altro che a quelle labbra che si avvicinavano sempre di più.
Quello che era quasi accaduto sul camion prima che Sanji li interrompesse le aveva fatto riesaminare tutto quello che pensava di sapere di lui. Ormai poteva dirsi certa di non essergli per nulla indifferente. Si era ritrovata le gambe di gelatina al pensiero di averlo quasi baciato, ora nemmeno le sentiva mentre lui era ad un battito da lei. Forse avrebbe dovuto dirgli che era difficile riuscire a parlare del loro rapporto se le stava a due centimetri dal viso, ma fermarlo era diventato l'ultimo dei suoi pensieri. Potevano parlare dopo aver assaggiato quella bocca invitante che si avvicinava. Era a due centimetri, potevano senz'altro discutere di ogni cosa più tardi!
Un centimetro... e socchiuse gli occhi. Poteva anche sparire il mondo.
Lo sentì sfiorarla e per un attimo tutto sparì davvero.
Almeno fino a che un urlo perforante non gli fece perdere vent'anni di vita, interrompendo per la seconda tragica volta il sogno della sua vita.
RAGAZZI!!!! SONO LOROOOOO!!!!”
Nami deglutì portando una mano al cuore che correva come un forsennato, cercando di identificare suo fratello in mezzo al marasma della folla.
Sentì Robin oltrepassarla e la seguì con lo sguardo.
Rufy era vicino al chiosco con in mano dei panini e li agitava come un ossesso verso il piccolo molo.
Quello è Brook!!!” urlò indicando un punto in lontananza.
Nami si alzò in piedi, imitata da Zoro e entrambi aguzzarono la vista. Il sole era accecante ma l'inconfondibile afro nero del cugino di Viola si stagliava imponente a pochi metri da loro.
Ormai dimentica di quello che era quasi accaduto, Nami cercò frenetica anche il resto dei suoi compagni e individuò immediatamente Viola. Le sembrò quasi un miraggio per un attimo ma era tutto vero. L'avevano trovata davvero, era lei!
Raggiunse Robin in poche falcate, tallonata da Zoro. Rufy era già schizzato verso il gruppetto che si apprestava a salire su uno degli Yagara.
Nami sudò freddo e rifletté rapidamente. Sanji ancora non si vedeva e loro stavano per prendere il mare, non aveva idea di quando sarebbero riusciti a recuperarli.
In mezzo secondo decise cosa fare. Si scambiò un'occhiata d'intesa con Robin che stava già correndo verso la sua amica e si apprestò a fare altrettanto, quando una grossa mano la prese per il braccio e le impedì di muoversi. Si voltò di scatto trovandosi davanti un omone enorme che la guardava con gli occhi iniettati di sangue.
Dove pensate di andare??”
Nami batté gli occhi. “Che cosa?” chiese affannata cercando di liberarsi. Viola stava per andarsene, dovevano muoversi!
Lui strinse gli occhi. “Non fate i finti tonti! Vi ho visti con il nanerottolo! Quei panini che ha preso me li dovete pagare!!”
Nami non fece in tempo a sgranare gli occhi che Zoro assestò una poderosa spinta all'uomo che cadde malamente di lato mollando la presa su di lei.
Mi scusi ma ora non abbiamo tempo per questo!” si scusò urlando, afferrando Nami per un braccio e spingendola avanti facendosi largo tra la folla.
Farabutti!!”
Nami si voltò appena, sinceramente dispiaciuta. “Ci scusi! Torneremo più tardi a pagare, glielo garantisco!”
Quello però sembrò non averla sentita, o semplicemente non le credette, perché si alzò da terra doppiamente irritato e prese a correr loro dietro urlando un'oscenità dopo l'altra, attirando l'attenzione di numerose persone.
Nami aumentò la corsa con il cuore che batteva forte e la voglia di riempire Rufy di sberle, facendo strada a Zoro per evitare di perderlo. Lei nemmeno lo voleva il panino!
Non c'erano più Yagara ormeggiati al molo quando finalmente ci arrivarono e di Viola, Rufy o Robin nessuna traccia.
Di là!” ansimò Zoro, indicando il marciapiede affollato dove intravide suo fratello e Robin correre lungo il fiume urlando qualcosa verso l'acqua. Nami seguì i loro sguardi e li vide il secondo successivo. Viola e i cugini erano saliti su uno degli Yagara e stavano costeggiando la piazza per poi prendere il largo. Non avevano molto tempo, lo sbocco verso il mare era poche decine di metri più avanti, poi non sarebbero più stati a portata d'orecchi per chissà quanto.
Si voltò indietro vedendo l'uomo del chiosco che li seguiva instancabile, ma per Nami era già diventata una questione di principio. Erano lì per trovare Viola, ci avevano messo una vita ed ora era là davanti a loro! Non se la sarebbero lasciata sfuggire così! E poi quell'energumeno doveva pagarlo Rufy, col cavolo che sborsava ancora per lui!
Riprese a correre cercando di raggiungere il fratello, che a sua volta tallonava Viola tentando di farsi sentire nel caos.
Ancora non aveva capito come riuscivano sempre a ficcarsi in certe situazioni ma -cascasse il mondo- le cose sarebbero finite quel giorno!

*


Con il morale un po' più sollevato, Sanji svoltò dopo la quinta colonna, come gli era stato detto da quei due palloni gonfiati del ristorante che se ne stavano fuori a fumare. Già si sentiva ridicolo, quelli lo avevano pure schernito parecchio dopo aver capito che era quasi un'ora che cercava la piazza principale senza rendersi conto di averla appena dietro l'angolo.
Sanji aveva ingerito la bile insieme a tutte le imprecazioni che aveva dovuto trattenere per avere quella vitale informazione e ormai avrebbe dovuto esserci.
Svoltò di nuovo, stanco morto ma deciso ad andare fino infondo. Si ritrovò in una viuzza costeggiata da un fiumiciattolo e si ricordò che era un buon segno. Gli era stato detto che bastava seguirlo in direzione nord e si sarebbe trovato la piazza davanti in pochi minuti.
Aumentò l'andatura, galvanizzato, schivando la folla che iniziava a formarsi davanti a lui man mano che si faceva largo. Anche tutta quella gente era un buon segno, decise. Tanti turisti volevano dire che il suo obiettivo era più vicino.
Senza rallentare superò un gruppetto di anziani chiacchieroni e proseguì dritto verso la sua meta sorridendo.
All'iniziò nemmeno lo notò. Si era trattato solo di un colpo d'occhio, di un'immagine fugace che gli era passata accanto in velocità, veleggiando sul fiumiciattolo che stava seguendo, ma l'aveva fatto vacillare per un attimo e decelerare.
La parte predominante del suo cervello gli disse di smettere di perdere tempo che il suo obiettivo era davanti a lui, la piazza si vedeva bene in lontananza. Eppure quell'immagine gli era sembrata familiare...
Frenò del tutto la corsa, voltandosi verso il fiume, preda dei dubbi, in ansia senza nemmeno capire perché. La piazza era a pochi metri, perché lo stava facendo?
La risposta se la trovò davanti non appena riuscì a mettere a fuoco quell'immagine fugace.
Uno degli Yagara di cui aveva parlato il counsierge dell'albergo. Però non era l'animaletto in sé ad aver attirato la sua attenzione, ma la persona che aveva in groppa.
Sanji sgranò gli occhi incredulo nel riconoscere Viola nella ragazza seria che veleggiava sul fiume, diretta in mare aperto.
Gli ci volle qualche secondo per realizzarlo e ci pensò il cuore che batteva nelle tempie a farlo rinsavire dallo shock.
Viola!!!”
Provò a chiamarla con tutto il fiato che gli era rimasto dopo la corsa, facendo subito dietrofront e correndo a ritroso, scansando la folla. Erano già molto lontani, non li avrebbe mai raggiunti!
VIOLA!!!”
Lei non si voltava, non lo sentiva e il mare si faceva sempre più vicino. Sanji aumentò l'andatura, i polmoni in fiamme ma non si sarebbe arreso, non ora che l'aveva trovata!
Si schiantò contro un banchetto di frutta e verdura che sostava vicino alla banchina, ribaltandolo con tutta la merce e rischiando a sua volta di cadere a terra. Il fracasso che fece attirò fin troppi sguardi e nonostante il dolore al fianco per l'urto e il senso di colpa per il danno, la sua priorità era ancora un'altra. Tentò il tutto per tutto. “VIOLAAAAA!!!”
Forse fu l'insieme di cose, il rumore della bancarella, gli urli del commerciante, il brusio della folla attorno a lui, ma questa volta il suo urlo non passò inosservato.
Il proprietario lo prese per il bavero lanciandogli ogni sorta di ingiurie ma Sanji non aveva occhi che per lo Yagara in lontananza.
Viola non era più seduta fissando l'acqua davanti a sé. Era in piedi, si era voltata curiosa verso di lui e l'aveva sentito.
Pur rischiando fisicamente grosso -quel commerciante aveva le braccia più grosse di Franky- Sanji esultò dentro di sé.
Cercò di divincolarsi dall'omone gridando ancora, doveva farle capire che era lì!
L'uomo gli mollò la maglia, preso in contropiede per lo spavento e Sanji ne approfittò per riprendere la corsa, scusandosi silenziosamente per quello che aveva combinato, ma internamente entusiasta. Viola lo aveva visto!!
Riuscì a guadagnare un po' di terreno anche se ormai era del tutto stremato.
Viola era a pochi metri, al centro del fiume e lo guardava sconvolta. Doveva parlarle, doveva farla scendere da lì!
Viola, ti prego torna indietro!! Devo parlarti!!”
Non era sicuro che riuscisse a sentirlo, la sua espressione non era virata di una virgola, continuava solo a fissarlo incredula.
Scansò un altro gruppo di turisti, cercando di riprendere fiato, quando sentì dietro di sé il suo nome urlato ai quattro venti. Sgranò gli occhi alla vista di quello che si trovò alle spalle e rischiò nuovamente di sbattere contro una delle bancarelle ma riuscì a frenare in tempo.
Dietro di lui c'erano Nami e Zoro che correvano come avessero avuto il diavolo alle calcagna. Era stata lei a chiamarlo, avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille.
Ragazzi, l'ho trovata!!!” riuscì solo a dire, felicissimo ma con i polmoni in fiamme.
Correre tre volte a settimana a quanto pareva non bastava per sentirsi allenato, avrebbe dovuto intensificare.
Nami gli si affiancò, bloccando Zoro prima che svoltasse per una via laterale. Sembravano entrambi esausti. “Lo sappiamo! È dalla piazza che la seguiamo!!” urlò aspra. “Per colpa di quel babbeo...” e indicò dietro di sé. “...siamo pure in un bel casino!”
Per la seconda volta, Sanji dimenticò la sua priorità e si voltò. Sperava che le sorprese fossero finite per quel giorno, aveva fatto male i calcoli. Poco dietro di loro, Rufy e Robin correvano tenendosi per mano o, per meglio dire, trotterellavano allegramente, ridendo tra loro. Guardando ancora un po' più indietro, vide le chiare e inequivocabili divise di tre poliziotti che li tallonavano insieme a due tizi grossi come armadi che li seguivano infuriati e in uno di loro riconobbe il proprietario della bancarella che aveva distrutto.
Perché la polizia vi insegue??” non poteva essere arrivata per lui, non c'era stato abbastanza tempo!
Perché Nami ha un fratello idiota!”
Con una buona dose di timore Sanji si rese conto che non fermarsi nemmeno davanti ai poliziotti poteva diventare un bel problema, ma aveva lasciato il buon senso nella camicia che gli avevano rubato a Marijoa e ormai le cose non avrebbero potuto essere peggio di così.
Ritornò al proprio obiettivo, relegando la cosa a più tardi, non aveva tempo per sentirsi sia eccitato che terrorizzato per l'assurda situazione in cui si erano ficcati.
Guardò Viola e i suoi parenti, ancora al centro del fiume. Nessuno di loro toglieva gli occhi da quell'insensata processione ma nemmeno davano idea di voler fermare lo Yagara.
Sanji non aveva più ossigeno, le gambe e il fianco gli facevano un male cane, così come i polmoni. Erano inseguiti e lei stava per andarsene, era la sua occasione, non poteva più perdere tempo.
Attirò l'attenzione di Nami e Zoro, ancora al suo fianco nonostante cominciassero a dare chiari segni di cedimento.
Ragazzi, devo parlare con lei!”
Nami buttò fuori l'ultimo residuo di ossigeno. “Ormai è troppo lontana. La recuperiamo domani! Ora direi di concentrarci sulla polizia!”
Zoro annuì ma Sanji negò col capo. “Non posso, mi ha visto e non ha fermato lo Yagara! Pur di evitarmi scapperà stasera e non la ritroverò più!”
Nami sgranò gli occhi. “Che cosa stai dicendo?”
Non avrò un'altra occasione per parlarle!” esclamò fin troppo serio.
Cercò di afferrarlo per un braccio. “Aspetta... cosa hai intenzione di fare??”
Continuando a correre, Sanji si buttò di lato, arrivando a costeggiare l'acqua. Lo Yagara di Viola ormai era quasi in mare, non distingueva più i suoi lineamenti e quello fu lo stimolo decisivo.
Sotto gli occhi impotenti di Nami e Zoro, si tolse al volo le scarpe e si tuffò in acqua senza ripensamenti.
Sanji!!”
Lo shock bloccò i due ragazzi che si gettarono verso il bordo. Sentirono qualcuno urlare tra la folla e altri strilli dallo Yagara mentre il loro amico cercava di nuotare verso di lui, lottando a tratti contro le piccole onde che si formavano al passaggio delle imbarcazioni.
Sta cercando di farsi ammazzare??”
Rufy e Robin si fermarono dietro di loro a riprendere fiato, la mani sulle ginocchia e lo stupore nello sguardo.
Nami provò a richiamarlo ma Zoro la fermò.
Lascia perdere...” mormorò stendendosi a terra, il respiro ancora corto. “Sta andando a farsi sentire.” concluse con una risatina affannata sentendo il vociare della folla attorno a loro che si acuiva quando anche la polizia riuscì a raggiungerli.
Si lasciarono ammanettare e portare via con il sorriso.
Sanji aveva raggiunto lo Yagara.






Angolo Autore:

Vi devo chiedere scusa, è una vita che non aggiorno! Spero ci sia ancora qualcuno che ha voglia di leggere nonostante la mia presenza saltuaria! XD

Tenete duro... ormai siamo quasi alla fine!!!!
PS. leggo sempre tutte le recensioni, appena posso vi rispondo ma sappiate che mi scaldano sempre il cuore! Vi adoro!!
Un bacione!!!

-la vostra sempre più in ritardo- Momo

   
 
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