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Autore: Riikah    11/09/2018    0 recensioni
Min Yoongi, figlio di una prostituta, fin da bambino è cresciuto suonando un pianoforte abbandonato nel bosco. Park Jimin è invece nato da una prestigiosa famiglia di pianisti, e l'unico amico è sempre stato il suo pianoforte. La loro comune passione li porterà ad incontrarsi.
{Ispirato all'anime Piano No Mori}
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 5: Quel Tempo

Il trucco di Yoori era ormai colato per tutto il suo viso macchiandolo di nero. Gli occhi continuavano ad arrossarsi e i capelli arruffati non smettevano di intrecciarsi da soli. I suoi muscoli erano ormai talmente stanchi da non riuscire più a seguire il proprio volere. Chi la conosceva un minimo o anche chi solo l'aveva guardata una volta, in quel momento non l'avrebbe sicuramente riconosciuta, scambiandola per un'altra persona che vagamente le poteva somigliare. Yoori è sempre stata una donna solare, allegra e gentile. Chiunque avrebbe potuto confonderla per una nobile dama grazie alla sua eleganza, alla squisitezza dei modi, dal portamento che possedeva e dalla sua loquacità particolare nel parlare ed esprimersi.

Ironica. Era quasi ironica la sua figura di donna perbene di giorno contrapposta a colei che si trasformava di notte. Nessuna giovane ragazza madre come lei avrebbe probabilmente avuto la possibilità di scegliere un lavoro diverso. Questa era la prima difficoltà che ha dovuto accettare dal momento in cui ha deciso di mantenere suo figlio, crescerlo, proteggerlo e provare a concedergli un futuro felice. La felicità, qualcosa che le è spesso mancata nonostante portasse sempre in volto uno dei suoi larghi sorrisi. La solitudine era invece, qualcosa che non le era mai mancata nonostante non se ne fosse mai lamentata. La mancanza più grande però, era stata quella del suo fidanzato che l'aveva abbandonata come aveva già fatto la famiglia. Sola, senza famiglia e con un figlio. Il suo destino era già scritto, nessun'altra donna in quelle condizioni avrebbe potuto avere un futuro migliore.

Ciò che era diventata faceva ormai parte di lei. Una donnaccia di malaffare, una cortigiana di strada che una sera, per puro caso, era stata in grado di trovare un locale, un posto in cui vivere, un luogo da chiamare casa e una nuova famiglia. In quel bordello ebbe l'opportunità di conoscere tante altre ragazze provenienti da situazioni sfortunate. Ragazze oneste che non andavano fiere del proprio lavoro, come lei, ma convinte che tutti alla fine si meritavano di vivere, anche se significava lasciare da parte l'orgoglio e la dignità. Per Yoori si trattava anche di doveri, doveri di una madre, come quello di concedere un'istruzione scolastica che lei non ha mai avuto.

Quel giorno le ragazze del posto stavano aiutando Yoori a cercare il suo unico figlio, Yoongi. Il bambino di tre anni era riuscito a scappare dalla sua stanza senza che nessuno se ne fosse accorto. Yoori ne rimase sconvolta, e disperata pianse per ore cercandolo ovunque. Aveva sempre avuto ogni situazione sotto controllo, mentre in quel momento non aveva la minima idea di come doversi comportare.

Alla fine si concesse una pausa per riflettere meglio dove il bambino si poteva essere cacciato. Yoongi è sempre stato curioso. Annoiato e curioso. Entrò nella stanza del piccolo e si sedette sul letto con i gomiti sulle ginocchia, asciugandosi le interminabili lacrime. I suoni di un pianoforte entrarono dalla finestra spalancata. Ciò che Yoori trovò più strano era proprio la finestra, poiché Yoongi era sempre stato parecchio freddoloso e si lamentava spesso se essa rimaneva aperta. Quando si affacciò sul balcone quasi le venne un colpo. Il solo pensiero che suo figlio fosse caduto da una simile altezza la fece panicare. Le uniche cose che riuscì a vedere furono solo l'edera che si arrampicava sulla parete dell'edificio, e gli immensi alberi che coprivano la maggior parte della vista. Yoori aveva setacciato tutto il quartiere tranne la foresta dietro il locale, l'ultimo luogo rimasto.

Nonostante le urla della proprietaria sul doversi andare a preparare per il lavoro, Yoori la ignorò ed uscì, addentrandosi subito nel pericoloso bosco guidata dal pianoforte. Poco dopo si accorse di avere i piedi completamente nudi e pieni di ferite, in più il suo vestito si era impigliato talmente tanto tra i rami che si era ormai strappato e rovinato. Nel momento in cui i suoni si fecero più alti, ignorando il suo stato fisico e continuando a cercare, finì per ritrovarsi davanti un pianoforte abbandonato e la schiena di un bambino, arrampicato su un basso sgabello e intento a premere ogni tasto disordinatamente. Yoori urlò il suo nome e corse subito ad abbracciare il figlio, che la guardava con il più grande sorriso sdentato che lei avesse mai visto fargli. Si sedette vicino a lui e lo guardò giocare con il piano, sospirando di sollievo per averlo ritrovato.

Da quell'occasione il pianoforte divenne il nuovo gioco di Yoongi. Ogni giorno prima del lavoro, Yoori avrebbe accompagnato il bambino dentro la foresta e lo avrebbe ascoltato suonare. Pochi anni dopo, quel ragazzino ormai cresciuto, sarebbe semplicemente passato dalla finestra ogni volta che avrebbe voluto giocare con il suo amico. Anche se ormai Yoori non lo accompagnava più per guardarlo, ogni persona del locale riusciva ad ascoltare quel pianoforte e ne conosceva il nuovo proprietario.

🎵🎼🎶  

La noia di Yoongi venne interrotta dall'atterraggio di una pallina di carta sul suo banco. Premette le labbra formando una linea sottile per nascondere un sorriso. Neanche il tempo di spostare la sua mano, che un'altra pallina finì accanto alla prima. Un'altra. E un'altra ancora. Se non fossero stati nel bel mezzo di una lezione, probabilmente Yoongi avrebbe appallottolato il suo unico quaderno solo per scaraventarlo sul banco di Jimin. Non gli dispiacevano le sue attenzioni, affatto. Ma avrebbe preferito avere almeno la possibilità di leggere e di rispondere ai biglietti uno alla volta e con calma, prima di ritrovarsi una cassetta delle lettere al posto del banco.

Quando apre con un po' di fatica la prima pallina, domandandosi come Jimin faccia ad accartocciarle sempre così tanto, la sciatta calligrafia dell'amico fa la sua comparsa "Anche oggi andremo nella foresta?", accompagnata da alcuni disegni di alberi e di un pianoforte abbastanza dettagliato. Prima di rispondere, apre con curiosità gli altri biglietti, non sorpreso quando mostrano nient'altro che disegni diversi come un gatto chiazzato d'inchiostro, palloncini, caramelle e l'abbozzo di due ragazzi che si tenevano per mano sotto le stelle. Yoongi si acciglia a quest'ultimo per poi arrossire furiosamente, prendendo i biglietti e nascondendoli furtivamente in tasca con il resto della collezione. Con molta rapidità prende il primo foglietto scarabocchiando un veloce "Sì" con un fiorellino sbilenco accanto, per poi lanciarlo sull'altro banco. Yoongi realizza di non aver mai avuto una particolare passione per il disegno.

«I signorini Park Jimin e Min Yoongi sono ora disposti a seguire la lezione dopo aver conversato abbastanza?»

Yoongi alzò le spalle e roteò gli occhi all'insegnante, ormai abbastanza abituato ai richiami. Al contrario di Jimin che dopo aver mormorato delle scuse, sembrava fissare con rimorso il proprio banco deciso a non voler alzare lo sguardo mentre tutti i compagni lo fissavano.

Al suono della campanella ogni studente esce con stanchezza dalle proprie aule, chi diretto in giardino e chi in mensa. Jimin trascina letteralmente Yoongi in giardino (entrambi approvano di più l'aria aperta), per potersi sedere sotto un albero e mangiare la merenda preparata dalla madre. Anche se Yoongi sembra sempre essere riluttante ogni volta che gli viene offerto da mangiare, alla fine accetta solo per via degli occhi da cucciolo dell'amico, soddisfatto di vederlo cedere.

«Sai che avresti potuto aspettare l'intervallo per potermi chiedere qualcosa, vero?» Continua Yoongi, dopo aver rilasciato un lungo sospiro. «Come se poi non andassimo già ogni giorno nella foresta.»

L'espressione di Jimin appare pensierosa. E' una scenata, Yoongi lo sa. Ha ormai capito che Park Jimin il più delle volte pensa prima di agire, anche se ha sempre creduto il contrario.

«Ero annoiato e volevo scriverti. Oh, ti sono piaciuti i disegni? Sai che posso vederti infilarli nella tua tasca, vero?» Jimin regala apertamente un sorriso malizioso a Yoongi, che gli da solo un suono gutturale in risposta, troppo occupato a girare la faccia nella direzione opposta e fissare il nulla in particolare per potersene accorgere. Anche se all'inizio era compito di Yoongi, Jimin si era ormai preso l'abitudine di stuzzicarlo e prenderlo in giro. «Spesso ti vedo fissare la finestra, ti piace così tanto guardare il bosco?» Chiede soffocando qualche parola per via del cibo accumulato nella sua guancia. «Se mi concentro posso sentire una melodia..» Prima che Jimin potesse reagire e rispondere al ragazzo pallido, più della metà del suo cibo ordinato nel contenitore venne violentemente scaraventato sul prato a causa di un calcio. Jimin emette un sussulto spaventato che fa voltare in allerta l'amico.

Yoongi contrae istintivamente la mandibola e stringe i pugni, avvicinandosi a Minho per poterlo spingere lontano da Jimin. Si domanda perché Minho adesso se la prenda insistentemente di più con il suo amico che con lui. Forse ha capito che lo fa solo più arrabbiare e vuole continuare a provocarlo.

«Smettila di prendertela con lui!» Avverte Yoongi, mentre Jimin si alza rapidamente ad afferrargli il braccio per poter evitare che perda il controllo. «Yoongi non fa niente, lascia perdere.» Gli sussurra all'orecchio per farlo calmare. Jimin è riconoscente delle preoccupazioni che riceve, ma ha capito che a volte è meglio ignorare. Minho continua a ridacchiare con altri due ragazzi alle sue spalle che appaiono disgustati. «Sei patetico, lo proteggi come se fosse la tua ragazzina!» Yoongi urla loro di andarsene, usando il suo tono di voce nel modo più minaccioso possibile. I tre finalmente lasciano dissolvere le loro risatine e se ne vanno, soddisfatti di avergli dato un po' di fastidio.

Yoongi raccoglie il recipiente con il poco cibo rimasto ancora mangiabile e lo porge in silenzio a Jimin, tornando a sedersi con la schiena poggiata al tronco dell'albero. Jimin lascia che il suo corpo scivoli giù vicino a lui, allungando qualcosa di commestibile con le bacchette alla bocca di Yoongi. Jimin non sa se il ragazzo sia ancora rosso in viso dalla rabbia o stia arrossendo. Ma una cosa la sa'.

«Grazie, Yoongi.»

E' felice di avere Yoongi.

   
 
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