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Autore: OmbraAla    11/09/2018    1 recensioni
Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto [...] Il sole sorgeva alto su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce ma… fu un attimo. [...] Harry Potter cadde al suolo con gli occhi chiusi, le mani che ancora stringevano le due bacchette.
Quali saranno le sorti dell'Eroe del Mondo Magico? Fine o nuovo inizio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO XVI:

Quando giunse di fronte al Gargoyle di Pietra, Severus si chiese se la parola d’ordine per attivarlo fosse rimasta la stessa che aveva impostato Silente e che egli stesso aveva deciso di non cambiare.

« Api Frizzole », scandì il Professore.

E le scale, per magia, iniziarono a salire.

Entrò lentamente nello studio del Preside e aprì con eleganza la porta.

Alla scrivania erano seduti la professoressa McGranitt e l’Auror, adesso Ministro della Magia, Kinglsey Shackelbolt che sorseggiavano un thé scuro.

Non appena la donna si accorse della presenza del suo collega, si alzò di scatto, interrompendo la conversazione con Kinglsey e a passi molto rapidi giunse di fronte a Severus.

« Severus! Che gioia finalmente vederti in piedi – disse la Professoressa prendendo delicatamente per mano l’uomo – prego, siediti pure e serviti… Io e Kingsley stavamo chiacchierando un po’ ».

A Severus non sfuggì il contatto che c’era stato con la sua collega ma, tutto sommato, era contento anche lui di rivederla. Anche se spesso avevano discusso, Severus aveva sempre ritenuto Minerva una grande donna, dai forti ideali e dai modi sempre cortesi, cosa che apprezzava tanto.

Si era sentito un vero verme quando quella notte aveva dovuto attaccarla dinanzi agli studenti… Fu per quel motivo che decise di scappare, prima di poter provocare ulteriori danni che nuocessero alle persone presenti.

« Oh Severus – disse Kinglsey, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi più rassicuranti – ero ansioso di incontrarti ».

E gli porse la mano, che fu stretta immediatamente Severus.

« Beh Minerva, credo che adesso sia arrivato il momento per me di andare via, ci sono molte cose da fare al Ministero », concluse il Ministro.

« A presto Kingsley, e grazie di essere passato » disse Minerva, congedandosi da lui.

« Buona giornata, Ministro » lo salutò di rimando Severus.

Dopo qualche secondo il corpo del mago stava scomparendo nella Metropolvere.

La McGranitt prese posto dietro alla scrivania e il Professore la imitò sedendosi davanti ad essa.

« Bene Severus, sono davvero felice che tu abbia letto la mia lettera – prese a dire la donna – e, da come hai potuto capire, avevo veramente necessità di vederti per poterti parlare da vicino ».

« Me ne sono reso conto, Minerva, per questo ho ritenuto opportuno non mancare al tuo appuntamento » rispose Severus, spostandosi le ciocche di capelli che gli cadevano sul viso.

Minerva si passò una mano davanti al volto.

« Per cominciare, devo dirti, Severus, che non hai motivo di temere che qualcuno possa intaccare la tua posizione, dal momento che Harry stesso ha garantito per te, e con il Ministero sta lavorando affinché il tuo nome sia riscattato. Come puoi immaginare, Kingsley non ha esitato un attimo quando Harry gli ha chiesto di lavorare con lui. Ci sarà naturalmente un processo a cui dovrete prendere parte entrambi, ma non è questo quello di cui dobbiamo preoccuparci al momento » esordì la maga.

« Vorrà dire che seguirò le vostre indicazioni, a tal proposito » rispose Severus.

« Sono sicura comunque che le cose andranno per il meglio… Harry si sta occupando personalmente della questione e, certamente, il Wizengamot dovrà tenere presente che il tuo garante sia il Salvatore del Mondo Magico. Non è, tuttavia, questo il motivo per cui ti ho convocato adesso.. » continuò la McGranitt.

« Credo tu abbia capito che, ormai, le vacanze estive stiano volgendo al termine e che c’è bisogno che il corpo insegnanti venga rimesso al completo. E non è solo questo. Da due mesi sto facendo le veci del Preside, ma è più che ovvio che questa carica non spetti a me. E’ per questo, Severus, che ho due richieste da farti. La prima è che ti chiedo di restare come Professore di Pozioni e la seconda, indubbiamente più importante, è che tutti noi colleghi vorremmo che tu assumessi l’incarico di Preside di questa scuola ».

Severus sgranò gli occhi. Con Harry aveva ipotizzato che Minerva potesse chiedergli di restare come Professore a disposizione della scuola e che rientrasse a far parte del corpo insegnanti. Ma mai avrebbe immaginato che Minerva gli chiedesse una cosa del genere.

« Sono sinceramente lusingato dalle tue proposte, Minerva, ma, sarò sincero, non so cosa risponderti », disse schietto Severus.

« Me ne rendo conto… Infatti non devi darmi una risposta adesso. Voglio che tu ci pensi e nel frattempo mi occuperò io degli affari un po’ più importanti. Ma desidero che ti sia chiara una cosa – gli disse la donna, facendosi seria –qui c’è un gran bisogno di persone come te. E ti chiedo scusa, adesso, per non aver capito le tue vere intenzioni. Voglio che tu mi perdoni per non averti compreso. Avrei dovuto esserti vicina e invece ti ho voltato le spalle. Credevo che non soffrissi per la perdita di Albus, per le morti che si sono verificate in seguito e sono arrivata a pensare che dietro questi abomini potessi esserci soltanto tu. Ti ho incolpato per tutto questo tempo e non mi sono mai resa conto di quanto, in realtà, tu in prima persona avresti voluto evitare tutto questo ».

« Non credo ci sia bisogno di scusarti, io non ho nulla da perdonarti perché, nonostante questi avvenimenti si siano verificati contro la mia volontà, ho dovuto commettere comunque cose che, spero, nessun mago sia più costretto a fare. Ti ringrazio per le belle parole e assolutamente pretendo che tu non ti senta in colpa per quello che hai pensato. Era tutto previsto, dovevo agire in questo modo per tenervi al sicuro il più a lungo possibile prima che Voldemort giungesse in questa scuola ».

« Abbiamo bisogno di te » concluse Minerva.

« Ti darò mie notizie quanto prima » le disse Severus.

E alzandosi dalla sua sedia, strinse le mani di Minerva e in meno di pochi secondi, uscì dallo studio, lasciando la donna con un sorriso di serenità sulle labbra.

Nel frattempo, in Infermeria, il Dottor Jones stava tornando dalla sua breve permanenza forzata al San Mungo.

Non appena varcò la soglia della stanza, Nate inviò un Patronus ad Harry dandogli notizia del suo ritorno.

In quei giorni che aveva trascorso lontano da Hogwarts, aveva cercato di fare alcune ipotesi per chiarire come fosse possibile che Severus si fosse risvegliato e come avesse fatto a sopravvivere con il veleno di Nagini che, per più di qualche ora, gli era entrato in circolazione.

Non era riuscito ad arrivare ad una risposta, dal momento che la situazione clinica di Severus non aveva mai registrato scompensi o anomalie di sorta.

Il mistero si infittiva senz’altro, probabilmente stava valutando le cose dal lato sbagliato.

Dopo aver messo al loro posto i suoi effetti personali, decise di andare dal Professore per vedere come stava e per controllare i dati che Harry gli aveva lasciato.

Passarono velocemente le ore del giorno e finalmente giunse la sera.

Erano le 19.30 ed Harry sapeva che Severus lo aspettava per le 20.00, per cui non voleva tardare e andò a prepararsi.

Si fece una doccia veloce e con i capelli ancora umidi tornò nella sua stanza per vestirsi.

Afferrò degli abiti informali ma li scelse con cura: un semplice pantalone di cotone leggero beige a cui abbinò una camicia bianca.

Gli conferivano un’aria curata ma per nulla altolocata o troppo elegante per l’occasione.

Si guardò allo specchio un’ultima volta e finalmente scese nei sotterranei, diretto verso il Professore.

Bussò delicatamente alla porta di legno e dopo qualche minuto, la maniglia si girò: Severus in persona era andato ad aprire.

« Buonasera Signor Potter – lo salutò il Pozionista - ha intenzione di restare lì impalato per tutta la sera?» disse senza cattiveria.

« No Professore, la ringrazio per la proposta ma credo che sarebbe stancante essere in quella posizione per tutto il tempo» rispose Harry sorridendo.

Entrò nella stanza e notò con piacere che non c’erano tracce di cena o altro, Severus non doveva aver mangiato.

« Spero che non le dispiaccia, ma ho pensato di ripagare la sua gentilezza di questa mattina offrendole una buona cena per stasera » gli disse il ragazzo, per nulla imbarazzato.

Severus si trovò spiazzato per un momento, così prese la bacchetta per trasfigurare la sua scrivania in un comodo tavolo. Harry si avvicinò e abbassò il braccio del Professore.

« No, aspetti, non si preoccupi… In realtà avevo in mente di non cenare nelle sue stanze », gli disse il giovane sempre sorridendo.

« E va bene Signor Potter, vorrà dire che questa sera staremo alle sue regole» gli rispose Severus incuriosito quanto divertito.

Onestamente, chi mai avrebbe immaginato che un giorno Harry Potter avrebbe potuto preparagli una cena?

Severus era ancora vestito con i jeans e la t-shirt, così Harry gli consigliò di prendere qualcosa che lo proteggesse dal fresco estivo della sera.

In un attimo, con un incantesimo di richiamo, il Professore aveva tra le mani un giubbotto di pelle.

Harry non poté fare a meno di pensare che quel capo doveva stare una meraviglia sul corpo del Professore.

Essendosi resto conto di stare fantasticando già troppo, uscì dallo studio, permettendo a Severus di chiudere la porta.

Harry condusse l’uomo al di fuori delle mura di Hogwarts e durante il cammino, parlavano tranquillamente del più e del meno.

Severus raccontò al giovane che nel pomeriggio aveva ricevuto visite dal dottore Jones e che si complimentava con lui per aver svolto al meglio il compito che gli era stato assegnato.

Giunsero ad Hogsmeade e dopo aver camminato attraverso un paio di vicoletti, giunsero dinanzi ad un locale che Severus non aveva mai notato.

Era davvero un posto singolare: sembrava essere appena stato trapiantato dalla Grecia in Inghilterra… Severus pensò di trovarsi al British Museum davanti alle rovine del Partenone.

Harry aveva provveduto alla prenotazione di un tavolo più in disparte, così, pensò il Professore, avrebbero potuto parlare senza essere disturbati da nessuno.

« Spero che il posto non deluda le sue aspettative » cominciò a dire il ragazzo.

« No e non l’avevo mai visto prima » rispose Severus sinceramente ammirato.

Vi sedettero ed ordinarono pietanze tipiche della cultura Greca abbinate a dell’ottimo vino.

« Questa mattina ho incontrato Minerva » disse l’uomo, riprendendo il discorso che avevano intavolato quella stessa mattina.

« Oh, sono contento che sia andato alla fine » rispose Harry, cercando di non essere invadente.

Severus sembrava veramente pensieroso, i suoi occhi neri erano ancora più scuri, se possibile, del solito. Scandiva lentamente le parole, quasi come se per lui, pronunciarle, significasse ammettere che quelle cose fossero successe davvero.

Dal canto suo, Harry non distoglieva mai lo sguardo dal Professore. Era interessato a ciò che gli succedeva, preoccupato anche. Ma più di tutto apprezzava che finalmente il Pozionista avesse deciso di togliere la sua maschera rivelandosi per ciò che realmente era. Un uomo fatto di fragilità e dubbi come tutti.

Severus era consapevole che, se Harry non avesse mostrato vivo interesse per quel rapporto, sicuramente non avrebbe fatto lui il primo passo.

Non per orgoglio o rancore… Semplicemente era convinto di non voler condividere nulla della sua vita con qualcun altro. Figuriamoci se poi quel qualcuno doveva essere il figlio di James.

Il Professore aveva notato quanto in realtà il ragazzo fosse somigliante a Lily… Da una parte era confortato, perché sentiva di star parlando con lei, ma dall’altra era sinceramente spaventato… Harry non era sua madre, e sicuramente non era intenzione del Professore far rivivere nel ragazzo il ricordo della sua migliore amica.

Sentiva di essersi affezionato profondamente a lui e forse, più di tutto, era questo a terrorizzarlo.

Gli era capitato di provare affetto particolare per delle persone ma a causa delle sue scelte sbagliate e del suo carattere nient’affatto semplice, aveva finito per perderle.

Ora che gli era stata data una seconda possibilità, voleva evitare di lanciare tutto alle ortiche.

Ma non era semplice.

A volte, anzi spesso, si ritrovava a desiderare la presenza di Harry più di quanto fosse opportuno.

Ma non avrebbe sbagliato. Non adesso e non con lui.

« Già… - controbatté Severus sospirando – mi ha parlato esattamente di ciò che avevamo ipotizzato in mattinata, anche se, in più, mi ha proposto di valutare un altro incarico ».

Harry si raddrizzò sullo schienale… Un altro incarico? E se la McGranitt gli aveva proposto di andare in missione chissà dove per scoprire chissà cosa, correndo chissà quali pericoli?

Questo avrebbe significato doversi allontanare di nuovo da Severus, e stavolta rischiava di perderlo davvero.

« Che tipo di incarico? », chiese il giovane con una nota di tensione.

« Beh, mi ha chiesto di tornare a far parte del corpo insegnanti.. Ma, ecco, su proposta anche degli altri colleghi, vorrebbe che io ricoprissi l’incarico di Preside della scuola » rispose Severus, quasi tutto d’un fiato.

Preside.

Niente missione, nessun luogo sconosciuto.

« Cosa intende fare? » gli domandò Harry.

« Io ho deciso di ritornare come insegnante… Ma, pur non avendo ancora valutato a fondo la seconda proposta, credo che la respingerò comunque» disse l’uomo.

« Se mi è lecito chiederle… Posso sapere il perché? » riprese Harry, non intenzionato a lasciar cadere l’argomento.

«Potter… Ma mi ci vede ad essere preside? La prego, per quanto possa interessarmi al buon funzionamento della scuola, non ho le qualità per gestire tutte le situazioni che richiedono la presenza del Preside.

Era un ruolo adatto per Albus, io sarò ben lieto di essere il Professore di Pozioni », rispose Piton in maniera schietta.

« Mi perdoni, ma io non la vedo in questo modo – cominciò a dire il ragazzo – per quale motivo lei non dovrebbe essere all’altezza della situazione come lo era Silente? Io credo che lei abbia tutte le carte in regola per diventare un ottimo Preside…»

« Io non saprei neppure da dove iniziare… » disse il Professore, quasi come se stesse pensando ad alta voce.

« Semplicemente da dove se la sente – rispose Harry, inarcando la schiena verso l’insegnante – lei non sarà solo… Avrà la McGranitt a sostenerla e gli insegnanti… Se dovesse sbagliare, pazienza! Vorrà dire che trarrà insegnamento per i tempi a venire… »

« Se non se ne fosse accorto, la scuola è composta anche dagli studenti e dalle relative famiglie…

Sono un ex Mangiamorte, Potter… Lei manderebbe a scuola suo figlio, sapendo che, per anni, il Preside ha lavorato per anni col Signore Oscuro? » rispose Severus calmo ma risoluto.

Nel momento in cui Harry stava per rispondere, arrivarono le portate.

Così il ragazzo pensò di lasciar stare, magari ne avrebbero riparlato in seguito.

La cena proseguì in maniera regolare, fu molto piacevole per Severus trascorrere del tempo con il giovane mago, anche se spesso le persone degli altri tavoli si giravano per lanciare occhiate al Salvatore del Mondo Magico, ma nessuno – pensò – fu tanto maleducato da avvicinarsi per infastidirlo.

Al termine della cena, Harry insistette per pagare il conto ed una volta ringraziato lo staff del locale, presero la porta ed uscirono.

La sera aveva portato con sé una leggera brezza che fece rabbrividire Harry nonostante si trovasse a maniche lunghe.

A Severus non sfuggì il movimento del giovane e, senza esitare, gli pose sulle spalle il proprio giubbotto.

Harry avvampò immediatamente e cercò in tutti i modi di rendere l’indumento al proprietario.

« Non sia sciocco, Potter… Mi ha pagato la cena e dovrei lasciarla morire di freddo? » rispose Severus più divertito che insofferente.

Giunsero poi finalmente ad Hogwarts e si trovarono all’ingresso.

Harry doveva salire le scale per giungere al suo Dormitorio, mentre Severus doveva percorrere la strada che, passando per i Sotterranei, avrebbe condotto alle sue stanze.

« Volevo soltanto farle presente che anche io credo davvero nelle sue capacità e di sicuro avrà tutto l’appoggio che le serve da parte mia. E sì, io manderei mio figlio a scuola se avessi la certezza che fosse guidata da lei – disse il ragazzo, porgendo il giubbotto al suo proprietario – lei è molto più di un Ex Mangiamorte, la prego di non dimenticarsene mai ».

Gli occhi di Severus divennero lucidi… Non per il pianto ma perché era sinceramente toccato, per l’ennesima volta, dalle parole ricche di fiducia che Harry gli rivolgeva.

Per la prima volta, non doveva soddisfare le aspettative di nessuno.

Non doveva essere nessun altro se non sé stesso.

Si sentiva apprezzato per ciò che era. Harry aveva conosciuto ed accettato tutti i suoi errori e i suoi difetti.

I raggi della luna filtravano dalle trifore del castello e illuminavano gli occhi del giovane.

Harry notò che i lineamenti di Severus erano disegnati perfettamente dal bagliore lunare, e lo trovò veramente bellissimo.

Quando Severus allungò la mano per riprendere il suo giubbotto, le dita di entrambi si sfiorarono.

A quel tocco ci fu un istante di esitazione, nessuno dei due osò compiere un ulteriore movimento, per non spezzare il surrealismo di quel momento.

Poi, come se fosse il gesto più naturale del mondo, Harry si spinse in avanti sino a toccare le labbra pallide del Professore con le sue.

Severus sgranò gli occhi per la sopresa, ma non si allontanò dal corpo del giovane…. Tuttavia non ebbe l'audacia né di toccarlo né di sfiorarlo.

Fu un bacio per nulla malizioso.

Era soltanto il finale essenziale ed inaspettato per una serata perfetta.

Non appena Harry si risvegliò dallo stato di trance che lo aveva avviluppato per qualche secondo, si rese conto di non aver rispettato le promesse che aveva fatto a sé stesso.

Prima che Severus potesse pronunciare una parola, il ragazzo scappò salendo le scale, lasciando il Professore con il giubbotto ancora chiuso nella mano destra.


***

Angolo Autrice

Ciao a tutti ragazzi, anche le vacanze estive sono giunte al termine e vi auguro di ricominciare questo anno, sia esso scolastico sia esso lavorativo, nel migliore dei modi. Questo periodo estivo mi ha fornito la tranquillità necessaria per raggiungere uno degli obiettivi che mi ero prefissata: ho terminato la stesura di questa storia. Di conseguenza, si tratterà solo di aggiornare questa raccolta di volta in volta, per permettervi di recuperare qualche capitolo arretrato o addirittura di ricomincare a leggerla completamente, siccome non ho aggiornato con costanza e mi scuso per questo. 

Detto ciò vi lascio con uno dei capitoli che mi hanno più entusiasmato. Avrei voluto aggiungerne due ma, dal momento che il 13 di questo mese sarà il mio compleanno e il capitolo successivo sarà uno tra i miei preferiti in assoluto, ho deciso di aggiornare proprio Giovedì per dedicarvi questo mio pensiero.

Vi ringrazio vivamente: che leggiate la storia lasciando qualche commento o che la seguiate in silenzio.

Un abbraccio, a giovedì.

  
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