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Autore: paige95    12/09/2018    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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 Ride delle cicatrici colui che non è mai stato ferito*

 

Le stelle e la flebile luce della luna illuminavano il cammino di Rose in quella serata tormentata. Victoire, una delle sue cugine preferite, nonché grandi amiche, l’aveva strappata per qualche ora da Villa Malfoy, benché le ripetute proteste di Scorpius. Nessuna delle due Weasley aveva però dato ascolto al giovane Malfoy, infondo quell’uscita tra amiche poteva ritenersi una sorta di addio al nubilato, che, dato lo stato di Rose, non si sarebbe potuto svolgere in altro modo. Alla fine Scorpius aveva dovuto cedere, per quella serata avrebbe dovuto rinunciare alla compagnia della sua fidanzata.
 
La mezza veela, nonostante fosse più grande di Rose e maggiorenne, non era ugualmente esperta circa ciò che la cugina stesse vivendo così rapidamente. Il desiderio di Victoire però era quello di supportarla in quel momento che lei poteva solo presupporre quanto fosse difficile. Aveva deciso di farsi accompagnare in una breve passeggiata, per fare due chiacchiere, aggiornarsi del più e del meno e trascorrere un po’ di tempo insieme prima del matrimonio della cugina. Come tutti aveva avuto il timore che il trasferimento a Villa Malfoy avrebbe allontanato Rose dalla sua famiglia, ma, come molti di loro, anche lei aveva taciuto per non alimentare i timori di Ron ed Hermione. Non le aveva nemmeno accennato circa la sua decisione di diventare un Auror e Victoire non aveva chiesto, se non si era confidata con lei sapeva che non poteva essere per mancanza di fiducia, ma le ragioni dovevano essere altre.
 
Rose, dal canto suo, continuava ad ammirare le stelle, che al loro passaggio le parvero danzare. Camminavano sotto quel manto illuminato e lei continuava a pensare a ciò che l’avrebbe attesa nel giro di pochi giorni. In meno di quarantotto ore si sarebbe celebrato il suo matrimonio e Rose non sapeva come sarebbe stato il suo futuro da giovane sposa. I suoi genitori avrebbero continuato a vegliare su di lei e la loro presenza almeno fino alla maggiore età sarebbe stata assidua, quindi il matrimonio avrebbe cambiato poco, non dando così a lei e a Scorpius la possibilità di essere autonomi nelle scelte sulla loro famiglia. I suoi futuri suoceri sembravano essere più accondiscendenti invece, li avevano ospitati per poterli aiutare, ma tutto ciò che facevano non era per ostacolarli, solo per favorire la loro vita insieme. Forse avrebbe dovuto comprendere Ron ed Hermione proprio per la lontananza che si era creata tra loro e quello era l’unico modo che avevano per restare accanto a lei ed essere attivamente presenti nella vita della loro figlia. Sapeva già però che le difficoltà non sarebbero state colmate, anzi quel consenso sull’altare avrebbe dato inizio ad una serie di tormenti. Il suo rapporto con Scorpius forse l’avrebbe aiutata ad affrontare nel migliore dei modi gli ostacoli che incombevano su di loro, ma anche lui ne sarebbe stato estremamente provato. Nessuno era in grado di prevedere se sua suocera sarebbe sopravvissuta a quella malattia e quel peso lo portava anche lei sul cuore, Astoria ormai era diventata parte della sua famiglia, anzi lei era entrata a far parte di quella famiglia ormai da mesi e il matrimonio sarebbe stata solo una formalità. Il suo futuro incerto era sicuramente dettato anche da quella difficile scelta lavorativa, a cui lei non aveva ancora dato una risposta definitiva. Ron ed Hermione non sfioravano più nemmeno per sbaglio quell’argomento dopo la discussione che aveva avuto con suo padre e lei non sapeva come trovare un compromesso tra i suoi desideri e quelli dei suoi genitori.
 
Victoire non osava parlare, Rose era silenziosa e lei non sapeva come esordire. Percepì chiaramente però i passi della cugina bloccarsi e ciò la spaventò. Si voltò verso la cuginetta e notò quanto il suo sguardo fosse perso in pensieri a lei oscuri.
 
“Rose, non stai bene?”
 
La ragazza abbassò lo sguardo dal cielo sulla mezza veela e le sorrise per tranquillizzarla. La voce di Victoire l’aveva riportata al presente e non si era nemmeno accorta che quel misterioso comportamento avrebbe potuto far preoccupare l’amica.
 
“Sto bene, tranquilla”
 
“Mi stai anticipando, cugina. Pensavo che sarei stata la prima a sposarmi”
 
Victoire le sorrise entusiasta per l’esperienza che Rose stava per vivere, ma l’aveva guardata bene? Davvero la sua condizione era così auspicabile? Rose avrebbe atteso volentieri qualche anno per formare la sua famiglia, sia lei che Scorpius quanto meno sarebbero stati più pronti e autonomi. Forse la veela cercava solo di rincuorarla, ma infondo anche lei era pienamente consapevole della difficile situazione che Rose avrebbe vissuto.
 
“Sarai la seconda”
 
“Forse”
 
“Teddy non si è ancora deciso a farti la proposta?”
 
Victoire sorrise sognante a quella domanda, ma i suoi occhi erano estremamente malinconici. Lei, che sembrava essere decisamente più pronta e prossima per età a convolare a nozze, sembrava non avere la prospettiva futura della cugina, che invece tutto avrebbe pensato un anno prima tranne di sposarsi con l’erede di una delle famiglie più influenti nel Mondo dei Maghi.
 
“Immagino di dover aspettare un po’ per quello”
 
Rose la fissò perplessa, non colse affatto il motivo di tale reazione. Le parve però di essersi persa qualcosa, era chiaro quanto negli ultimi mesi fosse stata concentrata su altro e non sui recenti avvenimenti che aveva coinvolto le sue più care amiche. Victoire non le aveva accennato ad alcun problema con il suo fidanzato, ma forse non aveva avuto il coraggio di condividere con lei anche i suoi problemi e accumularne per Rose di nuovi.
 
“Tutto bene tra voi? Victoire, ti prego, a fare casini ci sono già io in famiglia … non vi state lasciando, vero? Sarebbe davvero complicato se accadesse, Teddy è parte della famiglia”
 
“Certo che no, Rosie! Ti ho dato davvero questa impressione? Assolutamente, è solo che mi manca quando ci sono le lezioni ad Hogwarts”
 
Rose tirò un sospiro di sollievo, aveva già sufficienti pensieri da affrontare e lei non era così sicura di riuscire a supporta anche la cugina come avrebbe dovuto e voluto.
 
“In effetti lo vedo più io di te”
 
“E ti parla di me?”
 
“Victoire, ad Hogwarts sono una sua studentessa, devo mantenere una certa distanza, non abbiamo occasione di confidarci”
 
“Certo sì”
 
La giovane veela aveva rivolto un sorriso disilluso alla cugina, ma ovviamente a Rose non sfuggì. Victoire le aveva chiesto entusiasta se il suo fidanzato la ricordasse anche nei periodi di lontananza, ma lei non aveva potuto darle una risposta affermativa.
 
“Victoire, sei triste, perché?”
 
“Non sono triste, davvero. È solo che mi chiedo, magari se rimanessi incinta come te, Teddy mi sposerebbe anche domani”
 
Rose la fulminò, era allibita per la leggerezza con cui la cugina progettava il suo futuro e ne parlava in quel modo proprio con lei.
 
“Victoire! Vuoi far sentire male lo zio Bill?!”
 
“Non si sentirebbe male, sbraiterebbe solo un po’ come tuo padre e poi si rassegnerebbe. I Weasley sono impulsivi, ma non cattivi. E poi stiamo parlando di Teddy, lo conosce da quando era solo un neonato, come fosse suo figlio”
 
“E se invece ti sbagli e lo zio uccide il tuo fidanzato per un affronto simile?”
 
“Scorpius è ancora vivo”
 
Era impossibile farla ragionare, Victoire continuava a prendere gli esempi sbagliati.
 
“Finiscila di prendere me come esempio, tu sei maggiorenne, io no”
 
“Motivo in più per avere un figlio, non credi?”
 
“Victoire, non farlo”
 
“Fare che? Guarda che per fare un figlio bisogna essere in due, tu dovresti saperne qualcosa, e Teddy è sempre molto prudente”
 
“Per fortuna, è più coscienzioso di te”
 
“Forza, cuginetta, oggi pensiamo solo a te. Pronta a diventare la signora Malfoy?”
 
Il cambio repentino di argomento lasciò Rose disorientata, come anche il pensiero che quella domanda le fece sorgere.
 
“Rose, non dovrei averti detto nulla di nuovo. Hai paura?”
 
“No, è solo che … mancano pochi giorni”
 
“Sì, due, per la precisione. Rose, cosa ti spaventa?”
 
“E se non fossi all’altezza, Victoire? Io non so cosa voglia dire essere una moglie e tanto meno una madre … sono nei guai”
 
“No che non lo sei! Rosie, non sono cose che si imparano sui libri, ma solo con l’esperienza e hai tutte le carte in regola per essere una buona moglie e un’ottima madre. E sai perché lo so?”
 
La ragazza scosse la testa preoccupata. La veela vedendo la reazione di Rose, si avvicinò a lei, le afferrò una mano e la strinse tra le sue dolcemente per infonderle tutta la sicurezza possibile.
 
“Perché conosco lo zio Ron e la zia Hermione e tu somigli tanto a loro. Rivedo la tenacia dello zio e la razionalità della zia. E il cuore, quello è tutto dei Weasley”
 
Rose le sorrise, quelle parole avevano avuto il potere di sollevare i tormenti di una delle ultime sere che avrebbe trascorso da nubile.
 
“Quindi, Rosie, ora te lo ripeto, sei pronta a diventare una Malfoy? Quella famiglia avrà tutto di guadagnato ad avere te”
 
“Quasi pronta”
 
“Perché, cosa manca?”
 
Rose prese con un sorriso sotto braccio Victoire e la invitò a riprendere la loro passeggiata. La cugina però non sembrava serena assistendo a quello slancio determinato.
 
“Credo di dover fare un bel discorso al professor Lupin prima del matrimonio”
 
“C-che cosa gli vuoi dire?”
 
“Innanzitutto devo ancora chiedergli i risultati dei miei esami di Erbologia e … un piccolo favore”
 
“Che genere di favore, Rose? Mi stai spaventando. C’entra con i fiori del bouquet, vero?”
 
“Anche … ma non solo”
 
Poteva facilmente intuire cosa spaventasse Teddy, tutti avevano il timore del futuro, motivo in più per qualcuno che non aveva mai conosciuto i suoi genitori e non sapeva cosa volesse dire vivere in una normale famiglia. Ciò che però Rose non riusciva a comprendere era come non desiderasse unire per sempre a sé una veela, che aveva del fascino da vendere con i suoi lunghi capelli biondi. Forse non aveva avuto molto tempo o la mente pronta per dedicarsi alla famiglia e agli amici negli ultimi tempi, ma avrebbe rimediato presto e avrebbe fatto comprendere a Teddy cosa rischiava di perdere, se non avesse avuto il coraggio di dare una svolta decisiva al loro rapporto.
 
∞∞∞
 
Draco non riuscì a riposare nemmeno qualche ora in quella notte, troppi pensieri gli affollavano la mente. Eppure alla sua destra Astoria era caduta in breve tempo in un sonno sereno e lui sperò davvero stesse vivendo dei bei sogni. La realtà era già sufficientemente crudele per non sperare di vivere qualche momento di spensieratezza. Era esattamente ciò che non riusciva a fare lui in quella notte lunga e tormentata. Gli incubi si insinuavano nella sua mente non appena lasciava che la stanchezza lo pervadesse e lui non voleva che accadesse. Così preferì passare il tempo ad ammirarla mentre riposava, lei era il più bel sogno che avesse mai fatto e non voleva finisse. Ogni singolo istante della loro vita era stato indimenticabile, ogni gioia che lei era stata in grado di regalargli era unica e inimitabile. Non poteva permettersi di perderla, lei per lui era semplicemente ossigeno che il destino gli stava per strappare violentemente. Paradossalmente in quel momento era lui a stare più male, non riusciva nemmeno ad immaginare la possibilità che lei un giorno potesse non essere più al suo fianco in quel grande letto. Gli aveva totalmente cambiato la vita, gli aveva completamente stravolto l’esistenza con quel carattere determinato ed impetuoso, sempre pronto ad ottenere ciò che desiderava a qualunque costo. Aveva desiderato con tutta se stessa essere sua moglie e lui non era riuscito ad opporsi nemmeno nel vano tentativo di proteggerla. Decisamente nemmeno nei suoi sogni migliori avrebbe potuto immaginare degli anni così meravigliosi grazie ad Astoria. Il peso che nel tempo si era portato nel cuore era stato alleggerito da lei e dalle sue dolci premure.
 
La sua vita sarebbe finita con la dipartita della moglie, se lo sentiva, senza di lei non avrebbe mosso più un passo e non sarebbe nemmeno stato in grado di guidare il loro adorato figlio in quella nuova e importante esperienza che si apprestava a vivere. Aveva le mani legate, era impotente davanti all’inevitabile distruzione della sua famiglia. Non voleva addormentarsi e sognare nuovamente la morte di Astoria, l’incubo lo viveva già giorno dopo giorno dalla notizia della sua malattia. Il suo disperato grido che sentiva rimbombare in quei sogni oscuri era sempre lo stesso, la supplicava di non lasciarlo, le urlava che era tutta sua la colpa di tanta sofferenza e che lei era solo una vittima innocente dei suoi errori passati. L’aveva condannata davvero, quella consapevolezza per sua sfortuna non restava nei sogni una volta aperti gli occhi, riemergeva ogni volta dall’inconscio più tormentato per dargli la terrificante sensazione di essere riuscito a sporcare anche quel poco di purezza che era entrata nella sua vita.
 
La flebile luce della luna che rifletteva nella camera non gli donava alcun genere di conforto, lo sconforto era ormai troppo radicato nel suo cuore per riuscire a riscoprire un po’ di sollievo. Perdeva con lei l’unica possibilità di ritrovare un po’ di pace ed era stato lui a soffocare quel bene, stavolta la bontà non era riuscita ad avere la meglio. Cercava in tutti i modi di rasserenarla per non peggiorare il suo stato, ma quando gli occhi della moglie non erano posati su di lui, Draco non riusciva a sorridere come se nulla fosse, come se una catastrofe non stesse incombendo su di loro.
 
Si mise a sedere dandole le spalle. Non sarebbe riuscito a riposare serenamente. Si stropicciò gli occhi sperando di svegliarsi da quell’incubo infinito, quell’imminente matrimonio per lui ne faceva tristemente parte. Quella mancata e totale approvazione aggravava solo la sua posizione di reo. Il nipote che sarebbe nato lo spaventava, senza la sua Astoria lui non sarebbe mai stato in grado di accudirlo come si conveniva fare.
 
“Draco, dove vai?”
 
La voce assonnata della moglie lo ridestò, suggerendogli di mostrarsi sereno davanti a lei per non angustiarla.
 
“Da nessuna parte, resto qui con te”
 
Le rispose senza voltarsi, a patto che non fosse stata prima lei a lasciare lui. Astoria non ribadì, ma in compenso dopo qualche secondo si sentì prendere al collo da dietro. La donna lo avvolse in un dolce abbraccio e lui le accarezzò il braccio stringendola a sé. Fu lei a rompere serenamente il silenzio, ma non quell’amorevole contatto e gli sussurrò vicino all’orecchio come se qualcun altro potesse sentirla.
 
“Sai a cosa pensavo in questi giorni? Sono davvero troppo giovane per diventare nonna, non credi?”
 
Riuscì a strappargli un sorriso, sapeva già cosa lo stesse angustiando e provò a distrarlo. Era già qualche giorno che lo percepiva in costante tensione e, benché lei non stesse meglio, si sentì in dovere di rincuorarlo.
 
“Sarai una bellissima nonna, amore”
 
Eppure anche con gli argomenti più sereni Draco aveva il potere di farli risuonare con una certa malinconia. In quel modo riuscì a spegnere di rimando il sorriso anche a lei. La sentì rivolgersi a lui più seriamente, il tono era più grave e per l’ennesima volta si sentì in colpa per aver spento la sua meravigliosa giovialità.
 
“Draco? Dov’è finita la tua determinazione?”
 
“Determinazione, dici? Come faccio ad essere determinato quando tu mi stai lasciando”
 
“Io non sto lasciando proprio nessuno, tesoro, sono qui con te … e qui voglio rimanere”
 
Lo strinse più forte, lasciandogli un amorevole bacio sulla spalla. Non sapeva per quanto gli fosse concesso essere presente per la sua famiglia e non voleva farlo sentire solo nemmeno un secondo finché ci fosse stata.
 
“Ah, Draco, hai notato anche una certa amicizia tra Scorpius e Albus?”
 
“Non me lo ricordare, si stanno materializzando i miei peggiori incubi”
 
Sentì il tono sconsolato e rassegnato del marito, non poté non sorridere e far schioccare un grande bacio sulla sua guancia. Astoria sciolse quell’abbraccio e tornò verso il suo lato del letto.
 
“Dai, torniamo a dormire”
 
Si voltò verso di lei e incontrò il suo dolce sorriso, che avvalorava quell’invito. Gli sarebbero mancati immensamente i suoi baci, come del resto avrebbe sentito la mancanza di ogni singolo aspetto di lei. Si avvicinò alla moglie e le porse un bacio sulle labbra per provare ad allontanare quei tristi pensieri. Lei ricambiò subito, facendogli passare una mano tra i capelli e pregandolo così di non interrompere quel contatto. Fu Draco però ad allontanarsi e ad ammirare il suo viso. Era pallida, ma purtroppo non era la sua solita carnagione nivea, che tanto amava e la illuminava. Eppure era sempre bellissima, i suoi capelli ebano un po’ sbarazzini contrastavano con il suo viso dai lineamenti perfetti. La accarezzò con la punta delle dita sulle giunture dei capelli spostandoglieli, non sapeva per quanto ancora avrebbe potuto percepire il suo calore. Se suo marito avesse continuato con quelle carezze si sarebbe addormentata nel giro di qualche secondo, la rilassarono le sue dolci premure.
 
“Draco, tra due giorni si sposa nostro figlio”
 
“E ciò ti rende felice?”
 
“Mi rende immensamente felice esserci. Vorrei anche essere presente per la nascita di nostro nipote, ma temo di chiedere troppo”
 
Rispose a quei timori porgendole un bacio sul collo, che lei male interpretò per la dolcezza che impiegò. Si immerse nei crini che pochi secondi prima stava accarezzando ed indugiò qualche istante in più per allontanarsi. Astoria sussurrò vicino al suo orecchio e gli accarezzò dispiaciuta la schiena.
 
“Draco, non mi pare il caso”
 
“Volevo solo sentire il tuo profumo. Non vorrei mai che ti sforzassi”
 
Le sorrise malinconico, sua moglie non poteva nemmeno immaginare quanto quei momenti fossero preziosi per lui.
 
“Starò meglio, amore, vedrai e tutto tornerà come prima”
 
“Non tutto. Nostro figlio sarà sposato e avremo un nipote, ma è decisamente la più rosea delle prospettive, purché insieme a te”
 
“Quindi mi stai dicendo che c’è qualcosa di peggio di imparentarsi con i Weasley?”
 
“Forse … perderti è una prospettiva che non riesco nemmeno ad immaginare”
 
Leggeva disperazione e colpevolezza nei suoi occhi. Era almeno un anno che non riusciva a leggere una serena sincerità nel suo sguardo e la sua malattia aveva solo peggiorato lo stato del marito.
 
“Draco, me lo fai un favore?”
 
“Tutto quello che vuoi, tesoro”
 
“La smetti di sentirti in colpa per tutto, per il passato, per il presente e per il futuro? La smetti di sottovalutarti, Draco, tu hai un cuore grande, hai solo bisogno del contesto adatto che ti aiuti ad usarlo
 
“Sei solo tu che puoi aiutarmi ad usarlo
 
“E questo farò sempre. Ma voglio che mi prometti che, nel caso non mi fosse concesso essere presente, lascerai che il mio ricordo ti guidi. Me lo prometti?”
 
Draco la fissò per infiniti secondi prima di riuscire a rispondere. Tentò di camuffare i tormenti che aveva nel cuore, decise di non angustiarla, infondo era solo una bugia bianca, ma era anche convinto che lei riuscisse a comprendere molto più di quello che esprimesse a parole.
 
“Te lo prometto”
 
Evitò che lei potesse leggere quella menzogna in qualche modo e tornò a baciarla dolcemente senza alcuna pretesa, solo quella di esserle accanto più tempo possibile. Astoria sentì una lacrima scorrere sul viso del marito, il sale finì senza che lui potesse impedirlo anche sulle labbra di lei. Sussurrò vicino al viso del marito, il quale non si era allontanato da lei, aveva solo sciolto quel contatto conscio del fatto che avesse tradito le sue emozioni. Le bastò quella lacrima per percepire fino a che punto il suo male lo tormentasse. Astoria per prima fece una certa fatica a trattenere il dolore all’altezza degli occhi, tutto avrebbe voluto essere per lui tranne la causa di altra sofferenza.
 
“Draco”
 
“D-dormiamo, Astoria? Inizio ad essere un po’ stanco, stanotte non ho riposato per nulla”
 
“Draco, non fare così, dai”
 
Gli asciugò la guancia, sapeva che erano tutte scuse per piangere in silenzio senza che lei potesse vederlo. Si sentì ormai smascherato nelle sue intenzioni e non poté fare altro che sperare in un miracolo.
 
“Astoria, ti prego, dimmi che non hai alcun sintomo di peggioramento”
 
“Sto bene, Draco, non ho alcun sintomo che mi faccia pensare ad un peggioramento. Sono solo un pochino debole, ma questo lo sapevi già. Nulla però che mi impedisca di stare in piedi”
 
La vide forzare un sorriso per tranquillizzarlo, ma non era stata pienamente convincente. Draco si appoggiò anch’egli al cuscino di Astoria e l’abbracciò per dimostrarle che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare via da lui. La moglie gli accarezzò il braccio che l’avvolgeva all’altezza del ventre e dopo qualche istante in cui rimase sovrappensiero ed entrambi furono rimasti in silenzio, tornò a sussurrare.
 
“Ti amo, Draco, non dimenticarlo mai. Qualsiasi cosa dovesse accadere, ovunque io sarò, io non smetterò mai di amarti immensamente, con tutto il mio cuore. E vorrò sempre bene a nostro figlio, ma dovrai essere tu a trasmetterglielo anche per me, io non potrò più farlo”
 
Si voltò verso di lui con gli occhi lucidi, ciò che lui non sapeva era quanto straziasse anche lei il pensiero di dover lasciare la sua adorata vita. Trovò gli occhi del marito ancora puntati su di lei, mentre l’ascoltava triste per quelle parole a tratti rassegnate al destino che l’avrebbe attesa. Le avrebbe tanto voluto dire di smetterla di parlare in quel mondo, lei ci sarebbe stata, anzi lei doveva esserci e avrebbe trasmesso lei stessa a loro l’amore, dimostrandolo come stava facendo giorno dopo giorno. Non le disse nulla di tutto ciò però, non voleva impedirle di esternare tutto ciò che aveva nel cuore, benché per lui fossero parole estremamente dolorose e le prospettive che delineavano impossibili da concepire.
 
“Lo so, è una delle poche certezze che ho e che ho sempre avuto. Ti amo tanto anch’io e vorrei che mi aiutassi a crescere nostro nipote”
 
Lo fissava e la certezza del dolore che gli avrebbe arrecato una sua eventuale e precoce dipartita tornò a bussare al suo cuore debole.
 
“Ci sarò … però sai ripensandoci”
 
Con un sorriso malizioso tornò a baciarlo, ma stavolta impiegò una certa passione. L’intensità di quel contatto gli comunicò l’intenzione della moglie, così fece per allontanare il braccio da lei, perché era sempre della stessa opinione che non fosse il caso in quel periodo di alcun rapporto intimo tra loro. Lei lo fermò, impedendogli di sciogliere quel contatto.
 
“Astoria, che fai?”
 
“Mi sto godendo ogni singolo attimo insieme, amore. Non roviniamo questo momento, ti prego, non voglio pensare a nient’altro che a noi ora”
 
Draco la fissò titubante, ma si era ripromesso di esaudire ogni singolo desiderio di sua moglie ed infondo quello era un desiderio che provava anche lui. La attrasse a sé prendendola per la vita, voleva sentire le carezze di Astoria finché ne avesse avuto l’occasione ed era proprio ciò che lo spinse in quel gesto. Gli sorrise, felice che lui gli avesse concesso quel piccolo grande desiderio.
 
∞∞∞
 
Ron la vedeva sfrecciare per la camera di Rose e non sapeva nemmeno lui darsi una spiegazione. Si accomodò però contro lo stipite della porta, mentre sua moglie apriva con fretta ogni genere di anta e cassetto, spostando ogni sorta di vestiti e oggetti da un luogo all’altro. Era prima mattina eppure lei aveva già una grande energia. Era tipico di sua moglie, mentre lui faceva ancora fatica a tenere gli occhi aperti. I raggi del sole che penetravano dalla finestra della stanza rendevano ancora più complicato per lui, che si era appena svegliato, riuscire a mantenere lo sguardo fisso su Hermione. Ebbe il tatto di non disturbarla, ma solo di ammirarla ed era talmente indaffarata che non si accorgeva nemmeno della presenza del marito. La vide prendere fra le mani vestiti a lui familiari, che lei riponeva con cura in una valigia. Ora ricordava, Rose li aveva chiamati chiedendo loro se poteva passare dopo il matrimonio per prendere i vestiti che erano rimasti nella sua stanza e trasferirli in quella che avrebbe condiviso con Scorpius alla Villa. Hermione le aveva promesso che le avrebbe fatto trovare già la valigia pronta per farle risparmiare tempo. Ma quale tempo avrebbe dovuto risparmiare sua figlia? Poteva solo che essere un pretesto per vederla ed Hermione stava dimezzando il tempo da trascorrere in sua compagnia. Gli mancava e avrebbe tanto desiderato fermare sua moglie e rimettere a posto quei vestiti, forse per ritornare a quando Rose viveva con loro, ma si sarebbe davvero accontentato di averla qualche ora in giro per casa mentre riponeva i suoi vestiti. Tanto il dolore, che la valigia la preparasse lei stessa o Hermione per lei, era identico.
 
La donna si voltò involontariamente verso la porta e lo vide, presa alla sprovvista per la sua presenza che non aveva affatto percepito concentrata com’era, con lo sguardo perso tra i vestiti della ragazza, ma dava davvero l’idea di avere per la mente pensieri ben più profondi che quegli indumenti gli suscitavano. Non era facile nemmeno per lei aiutare la loro bambina ad andarsene via di casa, ma il problema era proprio quello, Rose non era più una bambina e loro avrebbero dovuto farsene una ragione.
 
“Ron! Che fai sulla porta? Avevi bisogno di qualcosa? Come mai sei già in piedi proprio oggi che puoi dormire un po’ di più?”
 
Il richiamo e le domande della moglie gli fecero riposare gli occhi su di lei. Sorrise all’espressione sorpresa e stupita di Hermione. Sapeva già che aveva capito cosa gli stesse passando per la mente e che quel sorriso sconfortato non sarebbe stato in grado di ingannarla.
 
“Nulla, ti guardavo solo. Mi sono svegliato e non ti ho vista, ho pensato fossi già andata al Ministero e non mi hai nemmeno salutato. Che stai facendo?”
.
 
“Veramente ti ho salutato, ma non mi hai sentito, presumo fossi caduto in un sonno profondo. Sto preparando la valigia di Rose, nei prossimi giorni verrà a prenderla e sto anche sistemando la stanza … non credo che lei ci metterà più piede ormai”
 
Notò la tristezza della moglie e quella consapevolezza provocò anche a lui un certo sconforto. La loro bambina stava per iniziare una nuova vita e quel periodo di lontananza non li aveva certo abituati a sentire meno la mancanza di Rose, anzi quel permanente cambiamento che il matrimonio avrebbe portato con sé li faceva soffrire. La giovane età di Rose non aiutava a rassegnarsi a quella novità ed infondo al loro cuore avevano sempre sperato in qualche modo di riportare la loro vita alla normalità.
 
“La porto io la valigia a Rose dopo il matrimonio” Hermione lo guardò perplessa “Che c’è? È solo un pretesto per trascorrere del tempo con mia figlia. Non è detto comunque che in questa stanza lei non ci rimetterà più piede, potremmo usarla per nostro nipote. Immagino, e spero, che qualche volta ci concederanno di vederlo, almeno avremo una stanza dove ospitarlo. E poi, Rose lo sa, se non dovesse andare d’accordo con Scorpius o con i Malfoy, può sempre tornare a casa in qualsiasi momento”
 
“Ron! Non si sono neanche sposati e già speri che si lascino?!”
 
“Non li faccio certo lasciare io, dico solo che se dovesse capitare io ne sarei feli … cioè, volevo dire, mi dispiacerebbe moltissimo, ma solo perché so che Rose ne soffrirebbe. In quel caso, che noi ovviamente non auspichiamo, una culla tornerebbe utile comunque in questa stanza”
 
Lo ignorò, non aveva voglia di litigare con lui, così Hermione continuò a trafficare con i vestiti e a guardarsi intorno con la mente immersa in mille ricordi felici, che lei però non avrebbe più rivissuto. Anche lei a suo tempo aveva fatto quel passo così importante, ma le circostanze erano differenti. A Rose però non poteva trasmettere l’ansia che provava per sua figlia, ma solo infonderle coraggio per provare a farle vivere il più serenamente possibile quel cambiamento. L’idea del marito, benché dettata da motivazioni poco nobili, non le dispiacque affatto.
 
“Vuoi aggiungere una culla e qualche mobiletto che usavamo quando Rose era piccola?”
 
“Perché no?”
 
Le sorrise e afferrò la bacchetta che Hermione aveva appoggiato proprio su una sedia accanto alla porta, ma, benché le nobili intenzioni, non trovò piena approvazione da parte della moglie.
 
“Metti via la mia bacchetta, Ronald. Possibile che senza la magia tu non sappia muovere un dito?!”
 
“Nel senso che …”
 
“… nel senso che sistemerai la stanza senza l’aiuto di alcun incantesimo”
 
“Disse il Ministro della Magia”
 
“… mezzosangue. Quindi, nonno, rimboccati le maniche e datti da fare”
 
Stavolta si era decisamente incastrato con le sue stesse mani, si maledisse per avere anche solo pensato a quella sua idea e per averla condivisa con l’ultima persona al mondo con cui avrebbe dovuto farlo. Ogni suo tentativo di recuperare per rendere quel lavoro meno pesante fu del tutto inutile, ma infondo da Hermione se lo sarebbe dovuto aspettare.
 
“Stai scherzando, vero?? E poi cosa dovrei fare?”
 
“Mettere la culla e quant’altro e intanto che ci sei io darei anche una riverniciata, cosa dici? Hai avuto un’ottima idea e sono certa che anche tua figlia ne sarà entusiasta”
 
Gli passò accanto con un sorriso furbetto e dovette davvero trattenersi dal non scoppiare a ridere davanti all’espressione sconvolta del marito. Ron però non parve per nulla d’accordo su quella decisione che non sembrava lasciare spazio nemmeno al più piccolo compromesso, così la bloccò deciso per una mano.
 
“Aspetta un attimo, tu non mi aiuti? Mi lasci fare tutto da solo?”
 
“Sono in ritardo, Ron, devo correre al Ministero”
 
“Sì, certo, trova una scusa migliore”
 
“Ti aiuto stasera, tu oggi non lavori, inizia pure. Ciao, amore”
 
Si voltò non perdendo il sorriso dalle labbra, ma non fece molti passi prima di interrompere il suo cammino e rivolgersi nuovamente e seria al marito.
 
“E se hai fatto qualche magia, lo scopro, Ronald, ricordatelo”
 
Riprese la sua via senza lasciargli il tempo di replicare, ma lui la richiamò, ignorando quell’ultimo avvertimento, tanto sapeva che non avrebbe mai vinto con lei.
 
“Hermione!”
 
“Dimmi”

“Non abbiamo più parlato del desiderio di Rose di diventare un Auror, come pensi di risolvere la situazione?”
 
Notò una certa nota di preoccupazione nella voce del marito, ma lei non aveva la risposta pronta per tranquillizzarlo.
 
“Sinceramente, Ron, so che non è molto da me scappare dai problemi, ma sto sperando che lei non torni più sull’argomento. Magari con il matrimonio e il bambino si rende conto da sola che era un’idea assurda quella di diventare un Auror ora. Anzi, per la verità, io spero che lei pensi sempre a quanto sia pericoloso questo lavoro e non le venga più voglia di farlo. È insensato che proprio lei voglia essere un Auror, mi sembrava che avesse avuto sufficiente esperienza con te ed Harry da non farle nemmeno pensare di mettere un piede al Ministero. Mi farà morire di crepacuore se prenderà una decisione simile, benché le nostre proibizioni. Quando sarà maggiorenne come faremo ad impedirle di decidere per sé?!”
 
Aveva esternato tutto il dolore che il solo pensiero di una simile eventualità le faceva provare, ma nemmeno Ron era in grado di rasserenarla, come invece avrebbe tanto voluto fare, perché ciò avrebbe rincuorato lui per primo.
 
“Sei consapevole, vero, che lei non lo dimenticherà o accantonerà la sua decisione? Hermione, è inutile che ti illudi, è testarda e determinata come pochi. Forse non ora, ma prima o poi tornerà ad assillarci con questa storia”
 
“Lo so, sto solo prendendo tempo. Non è una decisione semplice, Ron, c’è in gioco la vita di nostra figlia”
 
“Hermione, se ti può consolare, nel peggiore dei casi ci sarei io a proteggerla”
 
Gli sorrise orgogliosa. Certo che la rincuorava quella certezza, ma, se era già presente la costante preoccupazione per il marito, la scelta della figlia avrebbe solo potuto accentuare le sue ansie in ogni caso.
 
“Ma questo io lo sapevo già … devo essermi dimenticata qualcosa”
 
Ron abbassò subito lo sguardo sulla bacchetta della moglie che teneva ancora stretta tra le mani. Puntò poco dopo gli occhi su Hermione per annunciarle la dimenticanza e se la trovò inaspettatamente ad un centimetro da lui pronta a porgergli un leggero bacio. Gli sfiorò delicatamente le labbra, mentre si riappropriava della sua bacchetta. Lui approfondì leggermente quel bacio per rasserenare i suoi tormenti, un tentativo che lei colse e le dipinse un grande sorriso sul viso, grata a lui di farle iniziare nel migliore dei modi quella lunga giornata di lavoro.
 
“Avevo dimenticato anche di salutarti come si deve. Ciao, amore, a stasera”
 
“Buona giornata, tesoro”
 
La vide allontanarsi con energia e non riuscì a smettere di sorridere. Quando Hermione scomparve oltre le scale, tornò con lo sguardo rivolto alla stanza e pensò alla prima mossa da fare, iniziò a progettare con la mente la stanza nuova, ma non sarebbe stata sicuramente un’impresa facile.
 
Continua …
 
*frase presa dalla tragedia Romeo e Giulietta di Shakespeare 
 

 

Ciao ragazzi!
 
Siccome con lo scorso capitolo mi ero soffermata di più su Ron ed Hermione, ho pensato che qualche fan di Astoria e Draco avrebbe potuto gradire anche uno spazio dedicato a loro 😊
 
Siamo ad un momento della storia in cui i problemi sono ancora vivi nella mente e nel cuore dei protagonisti, ma la fine è ancora lontana e tutto può succedere 😊
 
Grazie come sempre di cuore, in particolar modo a coloro che seguono questa storia fin dall’inizio, cominciata ormai più di anno fa, perché hanno davvero una pazienza infinita ad attendere i miei aggiornamenti <3. Ma ovviamente ringrazio immensamente di cuore anche tutti coloro che hanno iniziato più tardi a seguirmi! <3 Sono immensamente grata a tutti, senza voi la storia non sarebbe proseguita! <3
 
Concedetemi un ringraziamento speciale alle mie fanciulle HarryPotter394, Chiara_05, Longriffiths, che, oltre ad ispirare le mie storie, mi regalano anche dolcissime parole! <3
 
Mi sono dilungata, scusatemi, già vi avevo tediati con un capitolo infinito XD
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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