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Autore: daphtrvnks_    12/09/2018    1 recensioni
Periodo Edo/Tokugawa.
Il popolo cinese sotto il dominio della dinastia Ming inizia la sua conquista nella regione del Kantō, nel sud del giappone.
Vegeta, erede della signoria Satsuma chiederà aiuto ai Daimyō per creare un esercito in grado di fermare l'avanzata nemica.
Insieme a lui il suo miglior amico Kakaroth, generale e samurai di alto grado.
Due donne entreranno a far parte della storia dei valorosi guerrieri cambiando così il corso del loro destino.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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'Che cosa le avete detto?! Maledetto.'

Sbraitò, la mano destra era posata sul fodero della katana pronto a qualsasi evenienza.

'La verità, fossi in voi mi preoccuperei di altro, Lapis è pronto alla vendetta.' 


Lo sguardo del guerriero si incupì, le labbra si strinsero in una linea retta e sul suo viso non si lesse nessuna espressione, rabbia, gelosia, odio, stupore?

'Di che state blaterando.'

Al suo fianco si accostò Vegeta, nel sentire il nome del vice si precipitò da loro, curioso.

'Tra due giorni esatti verrà qui, non ho idea di cosa abbia intenzione di fare, so per certo che a quest'ora avrà avvisato la vostra imperatrice e che al seguito di guardie compirà il suo dovere.'

Apparve un leggero sorrisetto sul viso dell'uomo d'origini giapponesi, la situazione avrebbe messo in pericolo la principessa ed i suoi piani dovevano essere cambiati.

‘Maledizione, e voi, come fate a sapere tutto questo?'

Tuonò la voce di Vegeta, più razionale e pacato dell'amico, sarebbe successo un fini mondo e nel suo animo iniziava a temere per le loro sorti, solo in quel momento si rese conto di come troppo alla leggera avessero preso quelle decisioni.

'Ho le mie risorse.'

Quella frase pronunciata con troppo entusiasmo scatenò l'ira di Kakaroth che all'improvviso si scagliò su Turles, prese tra le mani i lembi della sua veste e strattonandola lo avvicinò al suo viso digrignando i denti, come un cane rabbioso gli ringhiò contro.

'Eravate in combutta con lui, bastardo!'

'Avete ragione, 'Eravate', non siete voi ad interessarmi ma la principessa, e se non vi dispiace entro domani dovremo andar via di qui.' 

Si liberò con tranquillità sistemandosi poi con un fugace gesto e portando le mani tra i capelli corvini riprese a parlare.

'Statemi a sentire, rōnin, vi conviene sparire da qui se non volete ritrovarvi con il corpo trapassato da una lama della vostra stessa mano.'

Per quanto non sopportasse quei due non poteva evitare di dir loro ciò a cui stavano andando incontro, forse, nel luogo più profondo del suo cuore cercava solo di espiare le sue colpe e levare dalle sue mani il sangue di persone innocenti.

Ma sapeva, ciò non sarebbe servito a molto e le sue crudeltà un giorno gli sarebbero state pagate a caro prezzo.

'Lapis non potrebbe mai tradirci…'

Soffocò Kakaroth tra le labbra, bruciava quella verità tormentandolo dentro. 

No, era quasi impossibile per lui.

‘Mentite!'

Gli urlò furibondo, facendo girare così gli altri che dopo qualche breve parola scambiata con la Maiko in un giapponese stretto vennero colti dalle grida.

'Ci sono troppe cose in gioco.'

Sussurrò egli, sistemò quei ribelli ciuffi e subito dopo si avviò dentro la casetta.

'Fermatevi, Chichi…lasciatela a me.'

Lesse negli occhi onice del guerriero la disperazione, non tanto per la sua vita ma per i valori che attimo dopo attimo crollavano lasciando spazio ad una piccola luce, sorgeva dalle macerie e rispledeva, stima e speranza per la fanciulla cinese di stirpe reale. 

Silenzio, non disse nulla solcando la soglia della casetta ed entrando all'interno.

_____________________


Seduti tra le secche foglie di un albero la turchina ed il nobile evitavano di guardarsi.

Bulma aveva intuito il pericolo, non era stupida e nemmeno sorda, aveva ascoltato i due samurai riflettere su ciò che c'era da fare e su un punto solo furono d'accordo; dividersi.

L'idea del dover lasciare la sua nuova amica la addolorova, capiva in ogni caso che così facendo avrebbero avuto più tempo per poter andar via, già immaginava di trovarsi su qualche isolotto nell'estremo sud del giappone, lì dove il potere del sovrano era più difficile da gestire.

'Dicono che la Corea non sia male, vi piacerebbe andarci un giorno?'

Chiese, la voce melodiosa e dolce della giovane lo scossero dai pensieri orribili che vagavano nella sua mente, disonore, solo quello poteva attribuire al suo nome e soprattutto alla sua famiglia.

'Di che diavolo farneticate donna.'

Sprezzò acido, si sistemò meglio appoggiando la schiena sul tronco del ciliegio, le braccia incrociate sul petto non coperto dall'armatura.

'Mi porterete con voi e la Corea sembra un buon posto!.'

Lo vide accigliarsi, quel viso bruto e apatico, in quel breve arco di tempo però lo aveva imparato a conoscere con tutte le sue sfumature.

'No, è pericoloso e non ho intenzione di portarvi da nessuna parte, per quanto mi riguarda per tutti i guai che mi state procurando potreste anche rimanere qui da questo vecchiaccio.'

Sapeva, cercava di metterla al sicuro, anche in quel modo che di gentile aveva poco e niente.

'Lo avevate promesso ed i veri uomini mantengono sempre le promesse date.'

Lo copiò portando le braccia sul prosperoso seno, la testa alta ed un pizzico di presunzione nella voce.

'Siete anche una rompicoglioni, motivo in più per mollarvi da qualche parte.'

Fece una smorfia e chiudendo gli occhi si beò di quel breve attimo di pace tra la natura, il clima era mite ma presto sarebbe arrivato l'inverno e con lui la neve. 

'Sì, la Corea non è male, andremo lì, oppure Kyūshū!'

'Dove volete ma state zitta o mi toccherà tapparvi la bocca!'

______________________

Kakaroth era indeciso, non aveva idea di cosa fare e dove andare, il tempio non era più un luogo sicuro e dovevano sparire in fretta.

Chichi non si fece viva per tutto il giorno, pretendeva solo la presenza della Maiko e di Turles e ciò iniziava ad innervosirlo; la sera, quando finalmente la maggior parte di quei guerrieri era fuori per prendere provviste fece capolino nella stanza, una candela posta su un tavolino in legno accanto alla figura seduta della donna le illuminava il viso oramai asciutto dalle lacrime.

'Pensavo che foste una ragazza forte, evidentemente mi sbagliavo.'

Il tono ironico usato le fece alzare il capo nella sua direzione, lo scrutò con occhi vuoti e con un sorriso sghembo gli rispose.

'Lo sono, non dubitatene.'

Si avvicinò con cautela, i suoi passi non erano udibili e nel buio si poteva percepire solo lo spostamento d'aria, si chinò al suo fianco sedendosi allo stesso modo; ginocchia al petto e schiena rivolta alla parete.

La osservò per qualche istante per poi avvicinare una mano ai suoi capelli corvini ed accarezzarli con lentezza, si inebriò del suo dolce profumo.

'Quel Turles, mi innervosisce, siete troppo pura per uno come lui.'

Le sussurrò, avvicinò il viso a quello della principessa appoggiando le labbra sulla sua candida guancia.

'Cosa intendete? Come lui anche io ho ucciso.'

Mormorò, quella vicinanza iniziò ad accaldarla, il cuore palpitò con più forza ed il sangue nelle vene ribollì.

‘Provate attrazione per lui?' 

Senza troppi giri di parole le domandò lasciandole poi un lieve bacio, interdetta ella si girò dalla sua parte ritrovandosi a qualche millimetro dal suo viso.

'No. Non potrei mai…'

Biascicò tenendo gli occhi incatenati tra i carboni ardenti delle sue iridi.

'E per me?'

Avvicinò una mano al suo corpo posandola con delicatezza sul suo fianco, i loro respiri si fusero in un unico solo e la passione pian piano si fece spazio tra i due.

'Non vi darò la soddisfazione di saperlo.'

'Lo prenderò per un sì.' 

Si avventò su di lei in un bacio profondo togliendole il fiato dai polmoni e prendendola alla sprovvista, la fece stendere sul pavimento sovrastandola con il suo peso, non aveva mai reagito in quel modo con una donna, non aveva mai sentito il dovere di possederne una e di far capire ad altri uomini che fosse solo sua.

No, non aveva mai trovato sentimenti di quel genere ed il profondo piacere in un solo bacio.

La candela si spense.

La tenne stretta a sé facendo vagare la mano che teneva sul fianco sotto la veste, accarezzò la sua coscia salendo poi fino al ventre piatto, la sentì rabbrivire e si compiacque, proseguì fino al seno, piccolo e sodo, lo strinse appena facendole soffocare un gemito nel bacio.

Le piccole mani della fanciulla si infilarono tra i suoi capelli iniziando a giocare con le sue ciocche, le palpebre di entrambi erano chiuse.

Si staccò dalle sue labbra gonfie e rosse scendendo lungo il suo niveo collo, aveva sempre pensato fosse bellissima e dopo tanto poteva saggiare del suo sapore. Lasciò languidi baci continuando a stringere il suo seno, in un gesto spontaneo ella schiuse le gambe lasciando che si posizionasse meglio.

Ritornò al suo viso riaprendo gli occhi ed osservandola, con la mano libera slegò la cintura dei suoi pantaloni abbassandoli appena, allo stesso modo quelli della principessa si aprirono.

Lo volevano entrambi, era inutile aspettare e corrodersi in quel modo, era il momento giusto.

La tirò sul suo bacino facendole scappare una lieve risata, sorrise notando quanto le sue guance fossero rosse dall'imbarazzo.

Abbassò con grazia l'indumento che copriva la sua intimità, quasi si sentì morire dalla matta voglia di essere dentro di lei, morse il labbro inferiore e dopo aver nuovamente sfiorato i petali di fiore delle sue labbra si fece spazio tra le sue cosce.

La vide fare una smorfia dal dolore ed il petto gli esplose dalla gioia, era il primo a cui si concedesse.

Si sporse in avanti entrando completamente, ella schiuse la bocca che avidamente il guerriero prese a baciare e dopo un attimo di esitazione prese a muoversi con spinte leggere che con lentezza divennero più intense e veloci, si abbandonarono ai piaceri della carne cogliendo ogni respiro del compagno, ogni gemito come fosse acqua in un arido deserto, ogni tocco conservandolo dentro di sé ed ogni bacio marchiandolo a fuoco nell'anima.

Morì tra le sue gambe in un sussurro.

'Credo di amarvi.'

Prima di crollare sul grembo della giovane sudato e con un tiepido sorriso, la tenne stretta beandosi del suo calore, del suo petto che continuò ad abbassarsi e rialzarsi ritmicamente tornando poi regolare.

'Lo credo anche io.'


//Yay!

Ammetto di averci provato gusto a scrivere questo capitolo, seppur breve, il fatto è che mancano pochi capitoli e la storia sarà conclusa, non lanciatemi pietre per l'amor dei kami, saranno abbastanza violenti e vi avviso già da adesso di preparare i fazzolettini! 

Aspetto come sempre qualche recensione e vi ringrazio per chi legge, mette tra i preferiti/seguiti! 

-Daph


  
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