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Autore: Siro    15/09/2018    1 recensioni
[Girls Und Panzer]
Il comandante Anchovy, amareggiata dalle sconfitte che il liceo Anzio continua a subire, dovrà confrontarsi con una delle scuole più prestigiose dell'emisfero occidentale. Una storia che cerca di omaggiare e raccontare superficialmente gli approcci tra due imperi decaduti della storia, sulle spalle di una manciata di ragazze che, sportivamente parlando, combattono su carri armati.
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 - Educazione

 

Erano passate due settimane. L'Aquila stava raggiungendo una località designata dalla Sparviero Maxima in Giappone, in attesa della visita della Impero Universitatis. Una volta arrivata a destinazione, l'Aquila preparò le operazioni di sbarco della squadra di Senshado di Anzio. Data l'incertezza della durata dell'attesa, il Duce Anchovy ordinò di allestire un banchetto per il pranzo e un invito per Augusta, e tutte le ragazze si misero all'opera. Verso mezzogiorno, una grande città nave era comparsa a fianco dell'Aquila quasi all'improvviso, dato che tutte le ragazze erano impegnate nella preparazione del campo e non se ne accorsero del suo arrivo. La Sparviero Maxima era grande quasi il doppio dell'Aquila e aveva una grande statua di Nettuno come polena che puntava il suo grande tridente innanzi a sé. Dopo circa una decina di minuti dagli ormeggi, una figura a bordo di un cavallo avvolta in una toga bianca e viola, seguita da altre due figure su cavallo aventi poche armature sul corpo e mantelli violacei, si presentarono al cospetto di Anchovy. La ragazza in tunica si avvicinò al Duce col cavallo, ma rimase in silenzio. I suoi capelli corti grigio chiaro nascondevano il sole che puntava sul volto di Anchovy. Le ragazze di Anzio guardavano la scena e bisbigliavano sul modo in cui erano vestite le ragazze di fronte a loro. Dopo qualche secondo il Duce prese parola.
<< I a-am Duce Anchovy of the Anzio H-high School! >> disse Anchovy per poi chiedere a Carpaccio se fosse corretto.
<< Risparmiatevi l'inglese, abbiamo studiato giapponese durante e prima del tragitto >> disse la ragazza sul cavallo.
Il comandante rimase sbigottita dalla sicurezza e correttezza lessicale con cui vennero pronunciate quelle parole.
<< Voi siete Augusta Pompeia? >> chiese Anchovy.
<< Secondo te, Augusta si presenterebbe così? >> disse la ragazza in tunica, per poi ridacchiare con le sue amiche << Io sono il praefectus Cornelia comandante delle Coorti Pretoriane >>.
<< P-praefectus!? >> disse Anchovy stranita, per poi continuare << Non so nemmeno cosa significa... >>.
<< Credo che le grandi scuole abbiano sotto-comandanti per gestire meglio i carri, dato che ne usano anche trenta alla volta >> disse Carpaccio, incoraggiando Anchovy nel continuare il dialogo.
<< Oh bene! Allora noi del liceo Anzio vorremmo invitare voi e Augusta Pompeia al nostro umile ma gustoso banchetto! >> disse il Duce orgogliosa di se stessa. 
Cornelia osservò il campo allestito di fronte a lei, e poi si rivolse di nuovo ad Anchovy << Credo che sarebbe il caso che accettaste l'invito che vi ha porto Augusta, sicuramente offre condizioni migliori per un buon pranzo >>.
Il comandante, infastidita da questa risposta e attorcigliando il frustino nelle sue mani, si voltò verso le sue ragazze.
<< E va bene! Andiamo a vedere cosa hanno di meglio da offrirci, non abbiamo paura di provare tutto, non è vero!? >> gridò il comandante al gruppo.
Un grande ed eccitato rumore era stato prodotto dalle ragazze di fronte al proprio comandante, ed esso continuò << Amaretto, Grappa. Con le altre riponete bene le vivande. Pepperoni, Carpaccio. Andiamo, iniziamo a preparare le macchine >>.

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Il lungo convoglio della macchine camminava lungo le vie della città della Impero Universitatis, precedute dalle ragazze sul cavallo. Il viale principale alberato, era accompagnato da alti palazzi di granito in stile Roma antica, con archi, statue di marmo e affreschi dipinti poco prima degli ingressi delle abitazioni. Petali bianchi e rosei cadevano dai tetti degli edifici, e coprivano le strade ciottolate. Lunghi e corti stendardi rossi con il simbolo della scuola, con un'aquila dorata che stringe un tridente nei suoi artigli avvolta da delle saette, erano esposti in ogni angolo della città.
<< Sai, mi ricorda vagamente la nostra Anzio. Ma fatta meglio >> disse Carpaccio, mentre guidava il fuoristrada di Anchovy.
<< Non posso darti torto >> disse il Duce, stringendo i denti per trattenere il suo orgoglio.
Le ragazze sul cavallo girarono a destra e il convoglio le seguì per poi arrivare in quel che sembrava un parcheggio.
<< Siamo quasi arrivati al Palazzo Imperiale, parcheggiate qui e proseguiamo a piedi >> disse una delle ragazze a cavallo, per poi seguire Cornelia che era scesa ad una posta dei cavalli lì vicino.
Il Palazzo Imperiale era preceduto da un paio di lunghe scalinate curve che abbracciavano una grande statua che raffigurava Augusta Pompeia mentre reggeva e osservava in alto a sé la reale coppa dell'ultimo torneo mondiale di Senshado come se fosse un piccolo calice di vino, e nella mano destra impugnato un gladio, tenendolo puntato verso il basso. Il palazzo era interamente costituito da un lungo colonnato, che reggeva il tetto di tegole di argilla, e abbracciava un grande cortile interno dal pavimento di pietra. Al centro vi era una piccola scalinata che portava ad un trono coperto. Quando il gruppo di Anchovy entrò dentro il palazzo, vide due grandi e lunghi tavoli abbondanti di cibo con tutte le ragazze dell'università, in tunica bianca e rossa, prepararsi ad assaporare i piatti.
Una ragazza in tunica rossa e dai capelli biondi corti attendeva alle porte del cortile, per poi aprire bocca << Aspettate un momento. Devo presentare il nostro comandante e devo annunciarvi alla tavola >>.
Le ragazze di Anzio si fermarono ed osservarono una lontana figura seduta sul trono, nel mentre appoggiava la sua testa sul braccio.
<< Dunque. Liceo Anzio dell'emisfero Orientale con a capo il comandante Anchovy, ottava scuola della Federazione Senshado Italiane. Sono lieta di annunciarvi alla Legione Imperiale della scuola Impero Universitatis, prima scuola della Federazione Senshado Italiane, e al nostro comandante Augusta, se non che Mater Patriae, della gens Pompeia, figlia di Nettuno, nata dalle acque Tirrene delle terre Etrusche. I piatti sono serviti, accomodatevi pure, sarete in compagnia anche degli altri praefecti >> disse la ragazza in rosso, per poi chinarsi e volgere una mano verso la sala.
Le ragazze presero subito posto sui lunghi tavoli, mentre Anchovy era rimasta sola, al centro di quel cortile, di fronte a quella scalinata mentre osservava con aria invidiosa Augusta. I lunghi capelli castano chiaro dalle punte bionde, erano ornati da una coroncina di piume di pernice bianca. Inoltre la sua tunica bianca, ornata da catenelle dorate, la facevano sembrare una divinità al cospetto delle persone comuni. I suoi occhi celesti osservavano il comandante di Anzio senza batter ciglio, e quando passarono diversi secondi, finalmente aprì bocca << Preparate un tavolo per me e il comandante >>.
Delle ragazze della scuola Impero sistemarono un tavolo di legno pregiato lungo un paio di metri con due sedie, e prepararono la tavola con piatti, posate e calici. Nel mentre, Augusta scese le scale e si accostò alla sedia, in attesa che Anchovy facesse la prima mossa. Il comandante di Anzio si levò il mantello e lo appoggiò allo schienale della sedia, per poi sedersi.
<< Ragazze, potete gentilmente prendervi cura del mantello del comandante? >> disse il comandante della Impero, per poi sedersi e osservare il volto irritato del suo interlocutore.
Altre ragazze in tunica rossa servirono due piatti con delle bistecche arrostite e con contorno di insalata e verdurine variegate.
Le due non smettevano di fissarsi negli occhi, quando poi Augusta cominciò << La Anzio ha fatto una bella partita contro la Maginot >>.
Anchovy si meravigliò delle parole del comandante, e fece un breve sorriso << Sì, sono state sbaragliate dalle forze della nostra scuola >>.
<< Capisco >> disse Augusta, nel mentre osservava Anchovy avvolgersi il tovagliolo intorno al collo.
Augusta prese vistosamente il suo tovagliolo e lo pose al di sopra delle sue gambe. Anchovy non potette non osservare la scena, e nervosamente si sistemò il tovagliolo sulle sue gambe.
<< Dicevo. Anche Miho Nishizumi ha fatto una bella partita contro la... oh, come si chiama, Kuro... >> continuò il comandante.
<< Kuromorimine! >>.
<< Esatto >> disse Augusta, per poi sorseggiare del vino dal suo calice.
Anche Anchovy, osservando il comandante, prese il vino e lo sorseggiò.
<< Peccato che Miho non sia della Federazione, sarebbe stata un'ottima erede >>.
Anchovy si bloccò nel bere il vino, trattenendosi dallo sputare sul tavolo, e poi interruppe << E-erede? >>.
<< Tribuno Apiua. Per quanti anni ancora dovrò continuare? È da tre anni ormai che ho terminato gli studi qui, la Impero ha bisogno di una nuova giovane comandante >>.
<< A-apiua? >> chiese stranita il comandante di Anzio.
<< Apiua, sì. Anchovy in latino. Sai, noi parliamo qui in latino, e occasionalmente in italiano >>.
<< M-ma scusami, non ci sono ragazze della Legione pronte per questo incarico? >>.
<< I praefecti sono grandi come me, sono cresciuta con loro. E le ragazze si tengono a distanza. Non ci provano nemmeno a rivaleggiare con una che viene vista come una dea >>.
<< E quindi vai in giro in cerca di un erede? >>.
<< Proprio così >>.
<< E sei venuta da me per questo? >>.
Augusta osservò il volto sorridente di Anchovy e poi disse << Oh, cielo, no. Da te sono venuta per parlare della tua sconfitta contro Miho >>.
L'espressione di Anchovy cambiò drasticamente in un espressione di odio e rancore, per poi afferrare le posate e iniziare a mangiare il piatto di fronte a lei.
<< Sei forse mancina? >>.
<< No, non vedo perché dovrebbe interessarti >>.
<< Ah, no, non importa >> disse Augusta per poi afferrare il coltello con la mano destra e la forchetta con la mano sinistra << d'altronde sei Giapponese >>.
Anchovy osservò le posate nelle sue mani, ed esse erano afferrate all'inverso. Il comandante di Anzio sbatté le posate sul tavolo accompagnate dalle proprie mani e nervosamente prese parola << Cosa devi dire della mia partita contro la Ooarai? Hai detto pure tu che Miho è brava >>.
<< E cosa importa a me, di te, che mi dici che Miho è brava? Io sto parlando solo di te >>.
<< E di me cosa hai da dire? >>.
<< Pessima tattica >>.
<< No. Era fallita. Per colpa... per colpa... >>.
<< Tua >>.
<< Mia! Sì! Colpa mia! >>.
<< Errato >>.
<< Err... c-cosa!? >>.
<< Colpa della tua squadra >>.
<< Perché!? >>.
<< Non so. Forse perché il comandante, della squadra di cui tu fai parte, non lo sa realmente >>.
Anchovy si alzò di scatto e con aria completamente nervosa prese parola << Mi stai per caso provocando!? >>.
<< Non ti scaldare! >> urlò fortemente Augusta, per poi riprendere immediatamente il tono precedente << Siediti. E ricominciamo >>.
Le ragazze di ambo le scuole smisero immediatamente di mangiare e chiacchierare per osservare in silenzio la scena. Dopo il grido di Augusta, l'espressione di Anchovy cambiò nuovamente, in un'espressione di paura e sgomento. Si sedette in silenzio e continuò a mangiare.
<< Dicevo. Devi concentrarti sui tuoi carri e poco sulle finte e strategie rischiose. Inoltre è poco rispettoso per l'avversario di essere trattato in questo modo, dato che non è stupido come pensi. Poi, perché non cambi i carri o li modifichi un po'? Usi quei CV 33 con solo le mitragliatrici. Cosa credi di poter fare agli altri carri? Il solletico? >>.
<< Non siamo ricche come te >>.
Augusta osservò intensamente gli occhi del suo interlocutore per poi rispondere << Non credo che tu abbia completa responsabilità di quello che dici >>.
<< Cosa dovrei fare secondo te, allora? >> domandò Anchovy, ingerendo l'ultimo boccone.
Augusta fece un breve ghigno, e con aria divertita le rispose << Lasciare che qualcuno più competente prenda il tuo posto >>.
<< Ora basta! >> si infuriò il comandante di Anzio alzandosi di nuovo in piedi << Io, Duce Anchovy, figlia di... boh, qualche dio Romano delle terre Giapponesi. Ti sfido a Senshado! >>.
Tutte le ragazze di Anzio fecero cadere il cibo nel piatto, increduli di quello che stava accadendo. Una delle ragazze della Impero disse alla sua compagna a fianco << Va a finire sempre così >>.
Augusta si alzò in piedi, si diresse verso di lei con aria minacciosa e poi le tese una mano.
<< Accetto. Ad una condizione però, che le regole le scelgo io. Partita annientamento e dieci carri a testa. Così non puoi usare delle tattiche subdole per terminare la partita >>.
<< E come dovrei fare a sconfiggere i tuoi Arieti e Centauri? >> rispose Anchovy nervosamente.
<< Userò carri della tua portata. Non ti preoccupare >>.
<< E gli... Otomatic? >>.
<< Sono stati già banditi dalla Senshado >>.
<< D'accordo >> concluse il comandante di Anzio, per poi stringere la mano del suo rivale.
Augusta afferrò la mano e tirò Anchovy a sé, per poi sussurrarle nell'orecchio << Vedi, non faccio mai la prima mossa. È per questo che sono così famosa. Lascio che mi sfidino gli altri e poi li batto. Sventura e infamia per coloro che sfidano e poi perdono. Ti conviene vincere, Augusta Apiua >>.
Anchovy si distaccò da lei, e con gli occhi lucidi per la tensione osservò le sue amiche che le sorrisero orgogliose. Le ragazze di Anzio applaudirono per il coraggio che il loro comandante prese. Anchovy si asciugò gli occhi e poi rispose a quelle parole << Sai, forse hai ragione. Forse non sono degna di loro. Ma sicuramente le farò divertire, le regalerò un'ultima battaglia con me al comando, e sarà spettacolare >>.
<< Ci conto. Non puoi più tirarti indietro ormai. Ricordati che con me dovrai combattere fino all'ultimo, non accetto rese >>.
<< Posso chiederti una cosa? Una curiosità... perché non concedi pietà per nessuno? È forse questo il tuo segreto? >>.
<< Pietà? Non sento questa parola da anni. Vuoi veramente saperlo? Forse perché nessuno ha il coraggio di chiederla di fronte a me, di fronte ai miei carri >> concluse Augusta per poi incamminarsi per salire in cima al trono, e poi si voltò un'ultima volta << Non provare ad imitarmi >>.
Il sole del meriggio scaldava le colonne di quel caldo cortile che avvolgeva le studentesse. Quel giorno Augusta si fece un nuovo nemico, e allo stesso tempo, un nuovo ammiratore.

 
   
 
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