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Autore: AdhoMu    16/09/2018    9 recensioni
Ai tuoi occhi, però, Rodina era tutto.
Dopo che lei se n'è andata, il sole è definitivamente tramontato ad Est, lasciandoti nel cuore una cupa alba irreparabilmente intrisa di magia oscura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Tramonto ad Est.

A N.
donna del popolo
battagliera e generosa.


Rodina Hlavačkova (1) riposa nel cimitero di Vyšehrad, l'antica collina dei re di Praga.
Il muschio strisciante ricopre pian piano la pietra umida della sua lapide scura.
Rodina.
Eterea e coraggiosa strega priva di poteri.
Rodina.
Amica dei babbani, e da essi tradita.

Oscurità.
Ti è sempre piaciuta, ma questa è densa e opprimente, intrisa di una disperazione così cupa da risultare insopportabile.
Nella cella accanto alla tua, la più fedele serva dell'Oscuro Signore (2) strepita minacce, vomita deliri, rigurgita sproloqui insensati, si spende in soliloqui senza capo né coda.
Tu, Antonín, ti metti seduto sulle pietre luride e riesumi il ricordo mai sbiadito di quella giovane strega dagli occhi un po' acquosi, con la quale solevi passeggiare a braccetto sulle rive della Moldova.
I riflessi color oro pallido dei suoi capelli illuminano gli anfratti della tua memoria; come per incanto, le lugubri figure incappucciate si allontanano, trascinando via le loro vesti strappate, la loro aura sconcertante.

- Quanti cigni vedi, Nîn?
Impossibile contarli; erano troppe, decisamente troppe le forme bianche che scivolavano aggraziate sul pelo dell'acqua.
- Arresto momentum!
Anche da fermi ce n'erano in eccesso; gli occhi ti si incrociavano nel tentativo di contarli. Ma Rodina rideva e ti stringeva il braccio, divertita dal tuo stratagemma fallito.
Tanti cigni tutti insieme non li avresti visti mai più, in nessun altro luogo al mondo.
Puri e bianchi, eterei e soavi come Rodina, la bella Rodina. Se avesse avuto un Patronus, sarebbe stato senz'altro un cigno.

Un'infanzia passata a rincorrersi per i vicoli acciottolati di Stare Město ("Le scarpette nuove, Rodina!" "Sì, maminka..."), fra guglie gotiche e sinagoghe (lo avete visto davvero, tu e Rodina, il golem nascosto nel sottotetto della Staronova, o è stata un'illusione scaturita dalle vostre menti fervide di bambini?), insegne un tempo sfavillanti, cinema in disuso, chiese in disarmo, diamantate case cubiste, lussuose e decadenti decorazioni Art Nouveau, annerite statue di santi in bilico sui parapetti del Karluv Most.
Correre a perdifiato, una risata a solleticarti la gola, schivando rabbini, macellai aguzzini e porcelli condannati, soldati sovietici, garzoni che rotolavano barili di birra, operai di ritorno dal turno in fabbrica, mocciosi vocianti che facevano la corte ai venditori di trdlo (3).

E un giorno, inaspettatamente, una lettera venuta da lontano a cambiare le cose, a sconvolgere tutto.
- Vai a studiare in Inghilterra, Nîn?
- Sì.
Rodina ti ha sorriso, ammirata e felice.
- Piacerebbe tanto anche a me...
E tu hai fatto una smorfia, Antonín, perché sapevi che, nonostante il sangue magico più puro dell'acqua di sorgente, Rodina non avrebbe ricevuto alcuna lettera, non sarebbe mai stata convocata da nessuna parte.
La magia scorreva nelle sue vene, sì, ma lei non la sapeva usare; era nata strega ma, se fosse sopravvissuta, ad attenderla avrebbe trovato una lunga esistenza da Maganò.
Al momento, però, tu non hai dato troppo peso alla cosa, Antonín.
Eri troppo eccitato all'idea di trasferirti all'estero, lontano dal clima opprimente della tua patria occupata. Ad Hogwarts avresti imparato tante cose meravigliose, avresti avuto l'opportunità di diventare un grande mago, in barba alle proibizioni imposte dal Partito dell'Unione Stregovietica.
La nostalgia di Praga e di Rodina ti avrebbero punto più tardi, dopo qualche settimana o qualche mese, nei rari momenti di solitudine fra una lezione e l'altra, quando gli altri bambini si fossero stancati di chiederti di parlare la tua lingua, per poi ridere del tuo accento spigoloso.

E mentre tu, col tuo bel visto timbrato e firmato, studiavi e ti perfezionavi nelle arti magiche, Rodina si dava da fare per permettere ai babbani minacciati di espatriare in Occidente. Con l'aiuto di Pavel allestiva passaporte clandestine, bonificava camini murati, spediva gufi criptati, addestrava Threstal e domava Ippogrifi siberiani. Lei tutte queste cose non le avrebbe sapute fare, ma era eccezionale nell'organizzare le fughe.

Fare ritorno a Praga, estate dopo estate.
Ritrovare i luoghi conosciuti, la famiglia, gli amici, assaporare finalmente un fresco sorso di Burropilsen.
Riincontrare Rodina, in paziente attesa sui bastioni di Vyšehrad vicino al tempietto di San Martino, il vestito leggero a fiori azzurrini mosso dalla brezza decisa che saliva dal fiume.
Ogni estate più grande, Rodina, più adulta e graziosa, sorridente e determinata, dolce e inflessibile.
- Non esporti troppo, Rodina - l'ammonivi, turbato. - Corri troppi rischi.
- Se non facciamo qualcosa noi, che abbiamo la magia dalla nostra, chi mai li potrà aiutare?
"Tu non hai la magia dalla tua", avresti voluto risponderle tu. Ma rimanevi in silenzio; guardavi lontano e i tuoi occhi accarezzavano i tetti di Praga, i pinnacoli, i comignoli, le merlature e le cupole a cipollotto delle chiese barocche.
Non avevi il coraggio di raccontarle quello che combinavi tu in Inghilterra. Forse perché, sotto sotto, sapevi che ti avrebbe accusato di comportarti come coloro che lei tanto si impegnava a combattere.

Quindici anni in una sudicia cella; appena uscito, in cerca della luce, ti sei precipitato a Praga, divenuta nel frattempo capitale di una nazione indipendente. Così vivida ed effervescente, non l'hai quasi riconosciuta.
Rodina ti aspettava a Vyšehrad, come sempre, ma sepolta sotto un metro di terra.
È stato Pavel a raccontarti quanto era accaduto.
Mentre ti trovavi ad Azkaban, lontano da casa, intento a tessere le tue trame di vendetta, irretito in una causa non tua (ma che avevi fatta tua), Rodina è stata tradita da coloro che difendeva.
Priva di magia, non ha potuto fuggire; l'hanno braccata ed uccisa, le hanno fatto del male.
Era solo una delle tante che aveva provato ad opporsi; ai loro occhi non era nessuno - glielo hai letto nell'animo, Antonín, mentre, dopo averli cercati e snidati uno ad uno, la tua maledizione senza perdono (4) li spappolava da dentro.
Ai tuoi occhi, però, Rodina era tutto.
Dopo che lei se n'è andata, il sole è definitivamente tramontato ad Est, lasciandoti nel cuore una cupa alba irreparabilmente intrisa di magia oscura.

Note:
1) Mi ha sempre intrigata il nome non inglese di questo potente e pericoloso mago oscuro, uno dei fedelissimi di Voldemort. Recentemente ho appreso che Antonín è un nome maschile molto diffuso in Repubblica Ceca. Rodina invece è molto usato per le donne. Rodina Hlavačkova è esistita davvero; non so nulla della sua storia, ma la sua tomba si trova nel bel cimitero di Vyšehrad a Praga.
2) Mi pare di ricordare che la cella di Bellatrix Lestrange si trovasse accanto a quella di Dolohov.
3) Delizioso dolce ceco di forma tubolare, una vera e propria orgia papillare.
4) La Maledizione di Dolohov, ci dice la Rowling, è di tipo non verbale e provoca emorragie interne dagli effetti devastanti.
5) Mi rendo perfettamente conto che questo testo non avrà alcun senso per coloro che lo leggeranno. L'ho scritto a fine luglio con l'intenzione di tenerlo per me. Qualche giorno fa, però, la Signora ha fatto visita ad una persona che, purtroppo, non aveva un Mantello dell'Invisibilità sotto al quale nascondersi, e così ho deciso di riesumarlo per farle un piccolo omaggio. Oggi il giallo della divina Tosca lo lascio nel cassetto; mi tengo il nero e medito sui Doni della Morte. Saudades, mainha.
   
 
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