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Autore: _Eclipse    17/09/2018    1 recensioni
{Storia ad Oc | iscrizioni chiuse| ex Eternal Darkness}
Dopo anni e anni di guerra, alla fine l'umanità è crollata. Un nuovo potere in mano ad una razza di esseri mostruosi è sorto.
Vampiri, principi della notte, ormai signori anche del mondo. Una cortina di oscurità è calata sulle rovine degli uomini.
Ma una fioca luce brilla nelle rovine dell'umanità. Una piccola scintilla di speranza, la scintilla della resistenza. Un gruppo di giovani uomini e donne che nel buio della notte agiscono come ombre che mira alla liberazione degli uomini dal giogo di quest'oscuro nemico. Un gruppo di persone che mira a far risplendere un nuovo sole sulla terra.
Genere: Avventura, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Nuovo personaggio, Shuu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 5: REQUIEM AETERNAM

 

Era giunto il momento. Tre giorni erano passati dal fatto.

Xavier Foster poteva ora riposare veramente in pace.

Un funerale maestoso, per una ancor più maestosa persona.

Un corteo sfilava tra le vie selciate della Città Maledetta.

Una carrozza trainata da cavalli neri, adornati da pennacchi dello stesso colore, trasportava il feretro. La bara coperta da una bandiera recante lo stemma del casato Foster con i colori rosso e verde.

Davanti ad esso una guardia d’onore, poco più di una decina di vampiri minori in fila per due e vestiti completamente di nero, con quella che pareva un’uniforme militare.

Le “guardie del teschio” l’unica unità di soldati vampiri. Una élite che aveva il compito di sorvegliare la città e se necessario sedare le rivolte più feroci.

Dietro al carro funebre il resto del corteo. Amici stretti, conoscenti e, verso il fondo, anche gli stessi servi del castello.

Alla testa di tutti quanti, i quattro vampiri nobili, l’uno affianco all’altro.

Camminavano lentamente al passo della guardia.

Gli stessi nobili, gli amici più cari del defunto, erano forse i più provati dal dolore della perdita.

Claude tratteneva le lacrime a stento tenendo alta la testa cercando di apparire forte come sempre e privo del suo solito ghigno.

Bryce cercava di nascondere i sentimenti dietro alla sua maschera di ghiaccio avvolgendosi nel mantello grigio chiaro

Aiden teneva il capo basso coperto da un semplice cappello di velluto e vestito di un completo scuro, qualche lacrima rigava il volto

Viktor era tremante e alle volte si guardava in giro disorientato. Era vestito con una vecchia uniforme scura, una fascia nera bordata di bianco sul petto e in mano teneva un bastone da passeggio dal pomolo in argento usato nelle grandi occasioni per dimostrare il proprio status.

Era pieno giorno.

Il sole era tuttavia offuscato dalle nuvole, grigie, sembrava quasi che anche il cielo volesse piangere la morte del ragazzo.

Non vi erano i malefici raggi della luce, ma nonostante ciò molti vampiri al seguito erano coperti da mantelli o copricapi a falda larga.

L’intera cerimonia era stata progettata per essere ricordata per gli anni a venire. Il corteo avrebbe sfilato per le strade principali della città, affinché tutti potessero assistervi, dal più grande dei vampiri, all’umilissimo servitore umano.

I lati delle strade gremivano di gente accorsa a rendere omaggio. Donne e uomini, vecchi e bambini, vampiri e umani.

Tutti quanti si accalcavano alzando un braccio in segno di saluto. Alcuni si inchinavano. Alcuni vampiri erano in preda ad un pianto drammatico.

I rintocchi delle campane della torre Báthory risuonavano all’unisono. Un singolo botto profondo.

Viktor continuava a far correre lo sguardo a destra e a manca. Vedeva tutta la gente in piedi ai lati, affacciata alle finestre delle case che costeggiavano la casa, poteva osservare vessilli neri appesi alle terrazze e ad ogni palo.

Vedeva il vero volto della società dei vampiri. L’ipocrisia che dilagava.

 

“L’avete ucciso e gli concedete funerali solenni, come se fosse vera la storia del servo” pensò.

 

Ormai ne era convinto, non poteva essere tutto un caso, Ray Dark aveva ordinato la sua morte e stranamente egli non era neanche presente alla cerimonia alimentando ancor di più i suoi sospetti.

Xavier Foster, eliminato dalla stessa società che voleva rovesciare eliminandone il capo, era ora ricompensato con i funerali solenni da quella stessa società.

Sarebbe stato ricordato come un martire.

Il corteo avanzava e ora poteva vedere un gruppo di bambini, umani, vestiti di bianco.

I figli dei Rinneganti, i pochi uomini che potevano vivere in condizioni “agiate”.

Quegli stessi bambini avevano un qualcosa di spettrale, si inchinarono insieme nel medesimo momento, per poi rialzarsi e lanciare un mazzo di fiori al passaggio del carro funebre.

Nuovamente le campane risuonarono.

Un gruppo di giovani vampire si asciugavano le lacrime, erano completamente vestite a lutto con sulla testa una veletta che copriva parte del volto.

 

“Piangono come se lo conoscessero, ma è probabile che non sappiano nemmeno come fosse il suo volto”

 

Il Barone iniziò a picchiare la punta del bastone sempre più forte. Un sordo tonfo ad ogni passo.

Per la terza volta le campane suonarono.

Un gruppo di giovani volontari, vampiri, si schierarono ai due lati della strada alzando i vessilli di sua Maestà Ray Dark.

Il corteo entrò nella seconda cerchia di mura, la più interna.

Un’alta muraglia merlata. Sulla cima solamente uno stormo di corvi gracchianti. Creature orribili che sembravano guardare tutta la scena dall’alto gustandosi lo spettacolo.

Viktor poteva vedere ora la torre Báthory, simbolo del potere dei signori della notte, troneggiare cupamente sulla città.

La testa iniziò a girargli. Quasi si sentiva male.

Si fermò improvvisamente.

Bryce si voltò solo per qualche secondo per poi riprendere il cammino alla testa del corteo.

Solo Aiden si fermò per poi avvicinarsi.

Viktor era tremante, respirava affannosamente.

Il più giovane si mise al suo fianco e gli mise la mano sulla spalla sinistra.

-Viktor, ti senti bene?- sussurrò.

-No, non sto bene... - rispose con un filo di voce.

-Dobbiamo andare, non possiamo lasciare gli altri da soli-

-Non capisci Aiden. Tu non la vedi-

-Vedere cosa?- il ragazzo iniziò ad accompagnare il Barone, erano ormai gli ultimi dell’intero corteo.

-L’ipocrisia-

Aiden non capiva.

-E’ tutto una messa in scena, diretta magistralmente da un grande1 regista invisibile-

-Viktor continuo a non capire, la luce del sole ti sta facendo male-

Alcune gocce di pioggia caddero leggere sul selciato della strada.

-Xavier non è morto come noi pensiamo- la voce del Barone era ormai un flebile sussulto a malapena udibile e rotta dal principio di un pianto.

-Ne sono certo… è stato Dark-

L’accompagnatore sgranò gli occhi.

-Come fai ad esserne certo? Questa è un’accusa gravissima-

-Xavier mi aveva confessato il giorno prima di morire, che avrebbe voluto deporlo perché sta acquistando troppo potere-

I due rallentarono il passo, erano poco dietro agli altri, ma era meglio che nessuno udisse la conversazione.

-Vuoi dire che Dark l’ha eliminato perché era un oppositore?-

Viktor rispose muovendo la testa senza pronunciare parole.

-Ma è stato trovato il corpo dell’assassino nei sotterranei-

-L’aconito è raro, anche tra i cacciatori ci sono poche persone che conoscono il suo effetto mortale su noi. Come ha potuto un servo procurarsene un’essenza e utilizzarla contro il padrone? C’è qualcuno dietro, qualcuno che l’ha istruito e indotto poi a suicidarsi! Quel qualcuno è Dark, e chi altri potrebbe essere?-

-Io… non so che dire Viktor, mi sembra tutto così assurdo…-

-Aiden, fidati di me. Io sto confessando tutto perché mi fido di te dal profondo del mio cuore, te ne prego fallo anche tu e non farne parola con gli altri- lo implorò Viktor ormai in lacrime.

Il secondo vampiro sospirò.

-Va bene… mi fido ma voglio indagare lo stesso-

I due accelerarono il passo.

Il corteo era giunto a destinazione, il salone principale della torre Báthory, dove avrebbero dato l’ultimo saluto a Xavier prima che venisse sepolto.

La torre stessa sarebbe stata la tomba, come nelle antiche cattedrali nelle quali i morti potevano riposare in eterno.

Le campane, suonarono per l’ennesima volta all’unisono.

 

****

 

-Scoprite le carte ragazzi… a meno che qualcuno di voi non voglia rilanciare- sorrise Ryo mostrando un ghigno malizioso.

Il poker è un gioco d’azzardo, si vince e si perde. In un mondo come questo molti riescono a sopravvivere solo grazie al gioco.

La posta in palio erano principalmente le razioni di ciascuno. Dopo la colazione straordinaria del primo giorno, si è ritornati a stringere la cinghia.

-Io rialzo, aggiungo la porzione di confettura della mia colazione di domani- rispose Axel.

Alzò le sue carte, una scala comune, dal dieci all’asso.

In gioco erano rimasti solo Ryoko ed Ines.

-E va bene porcospino, aggiungo anche la mia porzione. Ines, tu che fai? Stai al gioco?-

-Sì, voglio provarci-

-Axel, a te l’onore- disse la ragazza dai capelli rosa.

-Scala- il biondo mostrò le proprie carte.

Ryo sbuffò sonoramente, aveva un tris di otto. Avrebbe dovuto capire cosa aveva in mano l’avversario.

-Ti è andata male Ryo…- Axel stava già pregustando la vittoria.

-Io, credo di aver vinto- intervenne Ines mostrando le proprie carte. Cinque carte di fiori. Colore, combinazione appena superiore alla scala.

Ryo iniziò a ridere a crepapelle.

-Dannazione! La fortuna del principiante!- esclamò il giocatore.

-Già, chissà se sei così fortunata anche con i vampiri!- continuò Ryoko.

-Lo spero, non sono ancora così brava con l’arco-

-Stai migliorando- intervenne KD con la sua voce profonda.

-Ehi ragazzone, adesso non smetti di star zitto!- scherzò la rosa.

Il nuovo arrivato non rispose, si limitò a osservare il tavolo in legno sul quale erano state scoperte le carte.

-A proposito di arco e frecce… dov’è il tuo amichetto?- domandò Axel rivolto alla vincitrice.

-Chi?- domandò lei visibilmente imbarazzata.

-Darren, è da tutto il giorno che non lo vedo… e poi fuori piove a dirotto- il ragazzo si voltò verso la finestra alla sua destra. Un cielo grigio sovrastava la capanna mentre pesanti gocce di pioggia cadevano rumorosamente picchiando sul tetto e sui vetri.

-Non lo so, non ho idea di dove sia- rispose arrossendo.

-Ehi ehi, vedo che quel ragazzo ti fa uno strano effetto o è una mia impressione?- chiese Ryoko.

-Ryo, per favore, non vedi che è già in imbarazzo?- intervenne Celia.

-Hai ragione anche tu… forse è meglio che vada alla ricerca io di una persona. Shawn non è ancora uscito dalla camera-

La ragazza si alzò rumorosamente per salire al piano superiore.

L’albino stava rannicchiato nel letto avvolto in una pesante coperta marrone.

Ryo sentiva i suoi denti che battevano.

Il ragazzo tremava come se il gelo fosse piombato nella stanza.

-Shawn, tutto bene?-

Nessuna risposta.

La ragazza si avvicinò e lo scoprì violentemente e poggiò una mano sulla fronte. Era calda e stava sudando.

-Scotti, hai la febbre. Chiedo a Celia se può aiutarti-

-Non è febbre, mi sento gelare- la sua voce era tremolante.

-Io… ne ho bisogno... - continuò.

Il volto della ragazza divenne scuro, pareva un’ombra.

-Shawn, alla fine il tuo corpo reclama i morsi, sai questo cosa significa vero?-

Il ragazzo annuì.

-Per il tuo bene, credo sia meglio che tu rimanga qui a letto. Se necessario legato. Voglio che tu esca da questa dipendenza. Quando è stata l’ultima volta che ti ha morso-

-La notte prima di partire-

-Dovevo immaginarlo che non saresti andato solo al mercato nero quella notte-

-E’ stato più forte di me- piagnucolò.

-Io sono una tua grande amica, ma per il bene tuo e degli altri, ti avverto. Se mai dovessi incontrare tuo fratello, lo ucciderò con le mie mani- il tono di Ryo era diventato improvvisamente severo e cupo.

-Non credo potresti farcela…-

-Pensi non sia abbastanza forte?- nella voce della ragazza si poteva captare un pizzico di rabbia.

-Non è quello che voglio dire, mio fratello è un vampiro nobile-

Un tuono squarciò l’aria. Lo scoppio risuonò per diversi secondi prima di calmarsi.

-Direi che forse è meglio smettere di discutere, sto perdendo un po’ la pazienza.

Shawn non rispose. Sapeva che era meglio non far arrabbiare l’amica. Quando va su tutte le furie tende a diventare piuttosto violenta distruggendo ciò che le capita a tiro.

Uscì sbattendo la porta.

Ancora tremante Shawn cercò di alzarsi e per frugare nel suo zaino ai piedi del letto a castello per prendere il vecchio diario del padre.

Nonostante il dolore e i tremori per l’astinenza, iniziò a sfogliare le pagine per cercare di distrarsi.

Erano tutte quante ingiallite dal tempo. Le parole corsive erano chiare, una calligrafia nitida e curata come se fossero state scritte da un artista.

Era aggiornato in modo irregolare. Alle volte quotidianamente, altre volte si spaziava di una settimana o un mese.

La cosa che balzò subito all’occhio era la data. Circa a metà del diario, la data cambiava.

“Dal ventun marzo 2036” si passava al “ventinove marzo primo anno dell’era oscura”. Incuriosito Shawn iniziò a leggere:

 

“21 marzo, 2036

 

Dopo oltre ottant’anni di ricerca siamo riusciti a ritrovare una delle nostre antiche reliquie.

L’interpretazione delle antiche pergamene di Qumran è stata più complessa del previsto ma oggi, sia io che il barone Uxbridge possiamo farci vanto di riesumare questo antico tesoro.

Sua Maestà pare sia molto interessata e desidera vedere dal vivo la nostra scoperta.

Il nostro problema più grande è riuscire a trasferire alla dimora di Sua Altezza il ritrovamento senza destare sospetti negli umani… forse è meglio che egli venga qui se desidera contemplare le nostre scoperte.

Ne parlerò domani stesso con Viktor per sentire un suo parere, dopotutto il trasferimento sarebbe al momento piuttosto complesso oltre che pericoloso”

 

Più leggeva e più si incuriosiva, antichi tesori e ritrovamenti, proprio come in uno di quei vecchi racconti di avventura e pirati che andavano in voga prima dell’avvento dei vampiri.

Ma la pagina successiva pareva smentire il tutto.

 

“Ventinove marzo, primo anno dell’era oscura.

 

Mi duole il cuore a vedere fino a che punto puó spingersi una persona per il potere. Sua Maestà è giunta da noi nei giorni scorsi qui nel deserto dell’Asia minore. Potevamo solo immaginare le conseguenze del nostro ritrovamento.

Sua Altezza conosceva le antiche leggende e ha sfruttato l’arcana reliquia da noi ritrovata per assumere un potere quasi illimitato.

Questo è il secondo giorno di catastrofe. Vedo una grande pena per gli uomini e un grande dolore.

Ulcere piagano i loro corpi e loro stessi invocano la morte che lentamente sopraggiunge poiché la malattia fa il suo corso, o per la disperazione.

Oggi alle prime luci dell’alba, i mari e gli oceani sono diventati di sangue e i pesci sono venuti a galla morenti.

I giorni si fanno sempre più corti nonostante sia ormai primavera.

Ho timore di ciò che verrà e di ciò che rimarrà del vecchio mondo.

Stiamo entrando in un’era oscura anche per noi vampiri”

 

La fine del mondo come lo si conosceva. Nei giorni seguenti si narrava della trasformazione in sangue anche di fiumi e laghi, e infine di una pioggia di fuoco che bruciò il vecchio mondo; alberi, uomini, città e animali.

Sette giorni durò il supplizio per poi terminare. Tutto tornò alla normalità, ma ormai vi era una sola specie dominante, i vampiri. Gli umani erano stati decimati dai disastri narrati.

Il Cavalier Frost non scrisse più per anni se non fino a quando non conobbe quella che sarebbe diventata sua moglie. Tra gli ultimi eventi vi era anche la nascita dei gemelli.

Mentre il ragazzo leggeva, il tremore diminuì, si sentiva meglio, non perché traeva piacere dalla lettura, ma il pensare a ciò che successe lo aveva distolto dalla ricerca del piacere dei morsi di un vampiro.

Le ultime pagine erano forse le più interessanti. Erano chiuse, avvolte da un nastro di color nero su cui era stato impresso un sigillo di ceralacca di color porpora recante il monogramma di suo padre, una “F” maiuscola avvolta dai rovi, in rilievo nella cera.

Provò ad aprire le pagine cercando di sollevare il sigillo. Senza danneggiarlo.

Dovette prendere un coltello dallo zaino. Fece scorrere la lama sotto al timbro di cera e fece leva delicatamente fino a che non si sollevò dalla carta.

Purtroppo piccoli brandelli della pagina rimasero attaccati ad esso, ma non rendeva più difficoltosa la lettura. una volta sollevato il nastro poté leggere dei chiari caratteri color rubino.

 

“A voi figli miei, quando il momento sarà giunto”

 

Voltò la pagina, Shawn poteva vedere ora gli ultimi scritti di suo padre.

 

“11 novembre, quarantaseiesimo anno dell’età oscura.

 

Non possiamo più nasconderci, Rey Dark sa dove siamo e dove potremmo andare. Conosce i nostri amici.

Se mai questo diario arrivasse nelle vostre mani, figli miei, sappiate che io vi ho amato con tutto il cuore, ma questo è oramai il momento dell’addio.

Ho chiesto ad Uxbridge, di aiutarmi.

Farà da tutore ad Aiden, mentre Shawn sarà nascosto da sua madre insieme agli altri umani.

Dark non ne è ancora a conoscenza ma esiste una seconda reliquia che potrebbe far sprofondare il mondo in un abisso. A voi figli miei, nella speranza che possiate leggere queste mie parole, vi chiedo di trovarla.

Ho bruciato le antiche pergamene di Qumran, esse contenevano le indicazioni per trovarla, ma non abbiate timore, vi scrivo ciò che ho potuto tradurre:

 

Eternamente la notte giace.

Chi è come Dio, prepotente impera,

e la sovrasta tenace.

Angeli armati di luce difendono, come bufera,

e la tenebra respingono, nel profondo abisso.

Tremenda e austera l’ombra, avvolge

chi scioglierà l’antico nesso,

e sarà sol dolore che al mondo rivolge.

 

Abbiate coraggio figli miei, abbiate forza e fede in questi duri tempi.

Con affetto…

vostro padre”

 

Non c’erano altre pagine. Quelle parole erano le ultime.

Un criptico messaggio e una richiesta di distruzione di un qualcosa di indefinito.

Una filastrocca, piuttosto disarmonica, contenente indizi.

Troppi enigmi in quelle pagine.

Complessi ma affascinanti, rilesse quella pagina più e più volte fino a quando non sentì dei passi e scricchiolii.

Qualcuno stava salendo le scale per entrare nella stanza.

Shawn si affrettò a nascondere il diario e ritornare sotto le coperte.

La porta si aprì cigolando mostrando i capelli blu di Celia.

-Tutto bene? Ryo mi ha detto che stavi piuttosto male-

-Ora sto meglio, grazie Celia-

La ragazza sorrise.

-Noi siamo tutti giù nella sala da pranzo. Abbiamo intravisto la guarnigione che verrà qui a sorvegliare la città maledetta e ci affrettiamo ad andarcene. Quando hai finito di preparare le tue cose vieni giù-

Shawn annuì. Fortunatamente doveva solo mettere il diario nello zaino e indossare gli scarponi.

Si alzò barcollando prendendo in spalle la sacca e scese al piano inferiore.

Tutti gli altri si stavano muovendo freneticamente.

La pioggia cessò di cadere.

Fuori dall’avamposto Echo, Austin osservava da una roccia la valle sottostante.

Un sordo tonfo risuonava nell’aria regolarmente, sembravano quasi delle campane, decine e decine di campane che suonavano all’unisono.

-Curioso- disse.

-Cosa?- domandò Axel che stava passando per caso dietro di lui.

-Ascolta-

I due rimasero in silenzio finché non sentirono di nuovo quel suono ovattato e flebile.

-Cos’è?- il biondo pareva piuttosto incuriosito.

-Non lo so, sembrano quasi delle campane-

-Campane, non ci sono città laggiù se non…-

-La Città Maledetta- lo interruppe Austin.

-Faresti meglio a preparare le tue cose, ci mettiamo in marcia il prima possibile- tagliò corto Axel.

A malincuore il ragazzo dovette dar ascolto all’altro.

Era ormai l’ora di tornare e probabilmente avrebbero dovuto camminare qualche giorno.

Poco più di mezz’ora dopo arrivò l’unità di guardia, otto uomini in tutto, ben armati, protetti e attrezzati.

Il gruppo di ragazzi dell’unità Inazuma si mise nuovamente in cammino portando con loro anche il carro e il cavallo dell’andata.

Non doveva più portare rifornimenti quindi venne usato solo per trasportare gli zaini e alleggerire le spalle del gruppo.

Il terreno in discesa era piuttosto ripido, almeno per il primo tratto di strada, poi lentamente iniziò a diventare più dolce.

Aveva smesso completamente di piovere.

Il vento era piuttosto gelido e l’aria fredda ma profumata da un piacevole odore di pioggia ed erba bagnata.

Dopo non molto dovettero piantare le tende, proprio come all’andata.

Il sole era calato e la notte stava per sopraggiungere.

 

****

 

-Io dico che dobbiamo attaccare di rappresaglia! Una strage di umani potrebbe far capire loro di smetterla di intralciare i nostri piani!- sbottò Claude.

I nobili si erano riuniti nelle loro sale all’interno della torre Báthory, subito dopo il funerale indugiando sulle riserve di alcol a loro disposizione.

-Una strage non farebbe che ravvivare la fiamma della resistenza… non ti ricordi quegli anni durante l’ultima guerra degli umani quando il tuo paese venne conquistato dai tedeschi? Mi sembra che più membri della Résistance venissero uccisi, più si rafforzava- osservò freddamente Viktor mentre agitava un bicchiere di brandy.

-Zitto Uxbridge, non ho chiesto il tuo parere- lo rimproverò il rosso.

-Viktor ha ragione, i caduti sarebbero elevati come martiri ed eroi, come Xavier. Ma credo che, una caccia all’uomo potrebbe distrarci dai nostri pensieri, potrebbe anche essere l’ideale per rendere onore al nostro amico- intervenne Bryce mentre si muoveva avanti e indietro per la sala.

La stanza era piuttosto ampia, le pareti di pietra scura come il pavimento e l’esterno. I vampiri stavano seduti su tre divani neri di velluto attorno ad un tavolino in ferro battuto.

-Finalmente qualcuno che sta dalla mia parte!- esclamò il rosso.

-Fate come volete…- sbuffò il Barone.

-Ti dimostri sempre il più vigliacco vero?-

Viktor strinse il bastone da passeggio mentre con lo sguardo fulminava vampiro che ghignava.

-Non un’altra parola, Claude, o nel giro di due giorni ti ritroverai affianco a Xavier!-

-Viktor, Claude, per favore smettetela. Xavier non vorrebbe che litigaste come dei bambini- disse Aiden.

I due si zittirono e il Barone prese la bottiglia di cristallo davanti a sé e si versò un altro bicchiere di brandy.

-Verrò, ma solo per il mio onore- continuò dopo aver bevuto un lungo sorso di liquore.

-Perfetto, vediamo se questa volta ti dimostri all’altezza… quando partiremo?- domandò il vampiro dagli occhi gialli.

-Non questa notte spero, non mi sento molto in forma dopo il funerale di oggi- rispose Aiden. Effettivamente era ancora provato dall’addio all’amico e dalle rivelazioni del Barone.

-Allora domani, prima della mezzanotte. La città di Saint Michael è la più vicina e pullula di cacciatori. Se noi unissimo le forze potremmo dare un messaggio a quegli stolti e sbaragliare la loro milizia- Bryce pareva insicuro. L’alto numero di cacciatori poteva essere un rischio, ma una strage di membri della Gilda poteva abbattere il morale degli umani e renderli più docili.

-Io propongo allora di razziare Saint Michael. Maggiore è il pericolo, maggiore è il divertimento, non credete?- propose Claude entusiasta.

Gli altri tre rimasero a borbottare per qualche istante per poi accettare.

Un colpo diretto al cuore, un modo grandioso per piegare il morale degli umani.


****

 

Requiem Aeternam, eterno riposo…

un capitolo piuttosto breve, ho pensato per qualche giorno se fosse necessario

allungarlo ancora un po’, ma alla fine

credo che sia meglio rimanga più

breve per focalizzare meglio la lettura

sul funerale e sul diario del padre dei

nostri gemelli Frost.

Tuttavia mi spiace non essermi soffermato troppo sugli Oc…

spero vi piaccia comunque!

Un saluto…

_Eclipse

 
   
 
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