Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lady Irina    18/09/2018    9 recensioni
[Tom/Harry, TimeTravel!AU, What if...?. Storia interattiva, iscrizioni aperte fino al 17/09]
Hogwarts, 1944-45.
Negli anni del terrore scatenato da Grindelwald, soltanto Hogwarts si erge a difesa contro le tenebre della guerra, soltanto Silente può riportare la pace e sconfiggere il pericoloso nemico.
Tom Riddle è un ragazzo brillante, una fulgida stella pronta a splendere nel firmamento dei più grandi maghi della storia, ma per ora è ancora uno studente. Alphard Black non gli è da meno, non fosse per il suo amore per la letteratura babbana e per quel senso di inadeguatezza che lo fanno sentire estraneo in casa propria. Walburga Black potrebbe persino divenire un'Auror, se solo l'Accademia accettasse le donne. Gideon Ollivander potrebbe essere il pioniere di nuovi e antichi mondi se solo non fosse troppo affascinato da quel mistero che è Harry Granger, il nuovo studente che sembra essere apparso dal nulla giusto in tempo per sconvolgere la vita di tutti. Ma chi è questo Harry e soprattutto perché sembra conoscere tutto così bene?
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Maghi fanfiction interattive, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Albus/Gellert, Harry/Voldemort
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2


Caro Signor Granger, 
Siamo lieti di informala che i risultati dei suoi esami sostenuti presso il Ministero sono stati ritenuti sufficienti per ammetterLa a frequentare il sesto anno presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà le sue votazioni, l'elenco dei libri di testo e delle attrezzature necessarie nonché il biglietto dell'Hogwarts Express. 
Se per Lei va bene, sarò al Paiolo Magico per discutere meglio la Sua situazione questo giovedì alle dodici. Per favore, mandi la Sua risposta con questo gufo. A giovedì, spero. 
Distinti Saluti,
Albus Silente
Vicepreside

 
Harry aveva perso il conto di quante volte aveva letto quella missiva negli ultimi tre giorni. Il sollievo d'essere stato ammesso s'era mescolato all'ansia di incontrare il professore e si sentiva il cuore in gola al solo pensiero di essere smascherato dalla mente acuta di Silente. Era certo che non sarebbe riuscito a fingere dinanzi a lui e l'Occlumanzia non l'avrebbe affatto aiutato. 
Il sedicenne s'era trascinato a fatica tra le strade di una Londra irriconoscibile, scrutando il mondo intorno a lui con uno sguardo così vago e ossessivo che una signora bassa e dall'aria gentile, che indossava una divisa da infermiera, s'era fermata a chiedergli se andasse tutto bene. S'era costretto a sorriderle e ad assicurarle che fosse soltanto uno spaesato straniero, ma aveva deciso su due piedi che rimanere nella Londra babbana non era contemplabile. Orientandosi a fatica in quel dedalo di strade semidistrutte dalle bombe tedesche, aveva individuato il Paiolo Magico lasciandosi sfuggire un lungo sospiro di sollievo e aveva quasi corso per arrivarci. 
Il Tom che l'aveva accolto era molto più giovane di come lo ricordava lui, ma era stato abbastanza cordiale da concedergli una camera senza neanche assicurarsi che avesse il denaro necessario a pagarla, cosa che, per altro, non aveva. Di certo non si sarebbe potuto presentare alla Gringott millantando di possedere una Camera blindata che, a rigor di logica, sarebbe stata sua soltanto cinquant'anni dopo.
Così aveva dovuto trovare un'altra soluzione. Per fortuna i Fortescue erano una famiglia dalla gentilezza proverbiale perché Harry era certo che non molti avrebbero assunto un ragazzo senza famiglia, senza referenze e che sembrava essere apparso letteralmente dal nulla. Era stato Fitzroy, il padre di Florian che in quel tempo era soltanto un simpatico frugoletto di circa tre anni, a garantire per lui con il Ministero ed era soltanto grazie a lui che era riuscito a sostenere i suoi esami.
Lavorare in gelateria gli aveva permesso di ascoltare stralci di conversazioni ansiose e impaurite e di conoscere il male che affliggeva il mondo magico in quegli anni: Gellert Grindelwald. Sempre più potente e inarrestabile, il mago tedesco aveva seminato il terrore in tutta Europa spingendosi sino agli Stati Uniti e prosperava nel panico. 
Harry, che era a conoscenza del fatto che Grindelwald sarebbe stato sconfitto da Silente in un famosissimo duello, era rimasto suo malgrado turbato da quelle notizie catastrofiche. S'era lasciato una guerra alle spalle per ritrovarsi in un'altra che si prospettava altrettanto cruenta e insensata.
Aveva intravisto il ragazzo della stazione due o tre volte in quelle settimane, un satellite che orbitava nei pressi del magnifico negozio di bacchette di Ollivander, ma non aveva avuto il coraggio di avvicinarlo neanche quando si era recato in gelateria e vi aveva soggiornato tutto il pomeriggio, il palmo della mancina a stringere la fronte, le dita che si perdevano tra i ricci biondi, e la nuca esposta e vulnerabile. Non aveva avuto cuore di gettargli addosso tutti i suoi problemi anche perché l'altro sembrava averne altrettanti e poi era certo che non l'avesse riconosciuto. Nessuno avrebbe saputo fingere così bene. 
Un discreto bussare alla porta lo riscosse da quei ricordi e da quelle considerazioni distratte.
«Avanti,» esclamò sovrappensiero, passandosi la destra tra i capelli neri e scompigliati per ravvivarli e scostarli dalla fronte sudata, la cicatrice a forma di saetta in bella mostra. Quella era stata un'Estate torrida e Merlino solo sapeva quanto desiderava il dolce bacio della brezza scozzese su di sé. 
Harry scattò in piedi non appena riconobbe l'alto mago sulla soglia, gli occhi verdi e ora attenti dietro le spesse lenti tonde degli occhiali che vagavano sulla figura longilinea con un'attenzione quasi maniacale.
L'uomo appariva molto più giovane del solito, i capelli rossicci s'erano appena ingrigiti in alcuni punti, e indossava una veste color prugna che lo faceva apparire, se fosse stato possibile, ancora più imponente, ma gli occhi azzurri dietro le lenti a mezzaluna erano quelli di sempre sebbene circondati da meno rughe e ciglia più scure. Eppure era lui, era Silente ed era lì dinanzi a lui. E soprattutto lo stava guardando e sembrava vederlo sul serio per la prima volta dopo mesi. 
Non sentiva su di sé gli occhi azzurri e penetranti del professore da almeno un anno e riscoprirli gli causò un immotivato senso di oppressione. La rabbia latente e cocente che l'aveva animato per un intero anno scolastico e che, riscoprendosi in una Londra più vecchia di cinquant'anni, aveva soffocato, preso da questioni più impellenti, riaffiorò tutta e per poco non strinse la mascella, tentato di scacciare quella presenza sconvolgente.
«Buongiorno Harry,» lo salutò cortese il professore, all'apparenza per nulla turbato da quell'accoglienza sgarbata, allungando la destra verso di lui con un cenno elegante. 
Harry gli strinse la mano guardingo poi si diede dell'idiota. Il suo scopo era rientrare a Hogwarts, trovare Tom Riddle e impedirgli a qualsiasi costo di diventare Lord Voldemort. L'unico ostacolo era rappresentato dal suo vecchio mentore e non avrebbe cavato un ragno dal buco se avesse continuato con il suo ostentato mutismo.
«Buongiorno professor Silente,» replicò con quanta più gentilezza riuscì a racimolare, tentando di pensare ai visi di Ron e Hermione che gli tenevano compagnia tutte le notti. Doveva tornare da loro, «Prego, si accomodi e mi scusi per il disordine, ma ho appena finito di lavorare,» mormorò davvero imbarazzato. La camera era un disastro e non sapeva neanche come avesse fatto a ridurla in quelle condizioni. Libri e appunti erano ovunque e le lenzuola sembravano essere stracci per pulire il pavimento per come erano attorcigliate. 
Il professore gli rivolse un sorriso cordiale per nulla spazientito da quella confusione, anzi sembrò trovarla curiosa, ed evocò una comoda poltrona di chintz con un pigro cenno della bacchettta. Siccome non v'erano sedie, Harry si accomodò ai piedi del letto, le spalle ingobbite come per prepararsi a un colpo.
«Del tè?» propose sagace il professore, evocando due tazzine di porcellana finissima, decorate con maestria con ghirigori ancora più azzurri del suo sguardo arguto.
«La ringrazio, signore,» mormorò ora del tutto calmo prima di sorseggiare il suo Earl Grey, caldo al punto giusto e con un pizzico di latte che trovò molto piacevole. Silente non gli sembrava affatto ostile e i suoi occhi erano caldi come erano sempre stati. E poi i volti dei suoi amici avevano il potere lenitivo di un Patronus per lui.
«La scuola è sempre molto lieta di accogliere un nuovo studente, signor Granger, ma debbo ammettere che la sua domanda è stata sconcertante quanto improvvisa,» annunciò il Vicepreside dopo aver finito il suo tè e aver posato la tazzina sul bracciolo della poltrona. 
«Ho studiato da privatista, ma... ecco... ho sempre desiderato andare a Hogwarts,» esclamò tentando di non guardarlo in viso, concentrandosi invece sul liquido ambrato che vorticava per quanto la mancina tremava.
Le bugie migliori avevano sempre un fondo di verità, questo era un insegnamento che aveva appreso in quelle settimane, dovendo ricostruire tutta una vita per rispondere alle domande incuriosite degli estranei. Ma mentire a Silente era diverso: lui era il più abile Legilimens che il mondo avesse mai conosciuto, il mago più potente dai tempi di Merlino e Morgana.
«E i suoi genitori cosa ne pensano?» domandò con molto tatto, la voce appena più dolce come se avesse gradito la sua precedente risposta. 
«Sono orfano, professore, da quando avevo un anno. Sono stato affidato ai miei zii che sono Babbani e... beh non hanno mai accettato molto volentieri di avere un mago per nipote,» mormorò con un sorriso amaro, sempre evitando di guardarlo in pieno volto. 
«Comprendo,» replicò Silente con semplicità, scoccandogli un sorriso rassicurante, «I suoi risultati sono stupefacenti se confrontati con la sua situazione. Eccezionale in Difesa contro le Arti Oscure, Oltre ogni Previsione in Pozioni, Trasfigurazione, Erbologia e Incantesimi. In sintesi lei è un mago brillante.» 
Harry si sentì arrossire suo malgrado, lusingato da quelle parole ma consapevole che erano lodi vuote. Era Hermione la strega brillante non lui, la ragazza più intelligente del loro anno, sempre con la risposta pronta e che, nonostante le sue origini babbane, non aveva nulla da invidiare in quanto a conoscenze magiche a tantissimi Purosangue. Aveva scelto in suo onore, senza neanche pensarci troppo, seguendo lo stesso istinto che l'aveva condotto nell'Ufficio Misteri, il suo nuovo cognome.
«Mi piace studiare, signore,» borbottò a mezza voce e quella non era una menzogna. Tanto preso dalle avventure che si erano succedute nel corso degli anni, aveva trascurato la sua istruzione in modo deplorevole, ma la meraviglia dinanzi alle nuove scoperte, dinanzi a quel mondo pieno di possibilità, non l'aveva mai abbandonato.
Silente gli rivolse un sorriso dolce che gli fece per un attimo dimenticare tutta l'indifferenza che gli aveva riservato nel corso di quell'anno scolastico. Durò soltanto un momento, però, e Harry ritornò sulla difensiva. Avrebbe voluto fidarsi del suo vecchio Preside, del mentore che tante volte era stato una guida di saggezza e bontà per lui, ma non poteva dimenticare che era stata anche colpa sua se Harry s'era ritrovato nella Sala dell'Arco a combattere per una profezia di cui non gli importava affatto.
«A Hogwarts vi sarà sempre posto per una giovane mente curiosa,» gli assicurò bonario, con un fare così paterno che gli strinse il cuore in una morsa. 
Quando pensava a un padre, Harry rivedeva Sirius che per lui era quanto di più vicino avesse a una figura genitoriale, ma tentò di allontanare il pensiero del suo padrino, dei suoi occhi grigi e calorosi, del suo sorriso ribelle e malandrino, del viso prematuramente invecchiato e scavato. Era più difficile pensare a Sirius che a Ron e Hermione: Sirius che era solo, Sirius che aveva trascorso dodici anni ad Azkaban da innocente, che era scappato solo per salvarlo, che sarebbe morto per lui. Sirius aveva soltanto lui al mondo e non poteva neanche immaginare cosa avesse provato quando Harry s'era sacrificato per lui. 
Strinse i denti e cacciò via quel pensiero soffocante. Avrebbe rischiato di compromettere tutto con Silente e i suoi sforzi si sarebbero rivelati vani.
«Un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts a chi lo merita,» si lasciò sfuggire incauto ricordando le parole che il professore aveva pronunciato durante il suo secondo anno, quelle parole che aveva serbato nel cuore. Hogwarts era la sua casa, era calore, affetto e famiglia e tornarci l'avrebbe riportato al mondo, o almeno era quello che si augurava.
«Prego?» domandò titubante il professore, osservandolo con quei suoi grandi occhi penetranti e intelligenti. 
«Mi scusi, devo averlo sentito da qualche parte,» si giustificò timido, gli zigomi arrossati e un sorriso sghembo a distendergli le labbra carnose. 
«Benissimo, signor Granger. Sono lieto di annunciarle che dal primo settembre sarà ufficialmente uno studente di Hogwarts,» esclamò cordiale e Harry si sentì felice per la prima volta da mesi. Sarebbe tornato a Hogwarts, a casa. 
Silente continuò spiegandogli che lo Smistamento si sarebbe svolto in forma privata nell'ufficio del Preside il giorno prima delle lezioni e che sarebbe potuto rimanere a Hogwarts per la notte nel Dormitorio della sua nuova Casa, che per qualsiasi domanda avrebbe potuto rivolgersi a Tom Riddle o a Gideon Ollivander, i due nuovi Capiscuola. A sentire il nome di Riddle aveva avuto uno spasmo involontario che Silente aveva notato ma non commentato se non con uno sguardo di difficile interpretazione.
Il professore gli porse un sacchetto di gaeloni per comprare i libri e le attrezzature e Harry lo abbandonò senza neanche uno sguardo sulle lenzuola. Era una fortuna che la scuola gliel'avesse offerto perché ciò che aveva guadagnato in gelateria gli sarebbe bastato a stento a pagare il soggiorno al Paiolo Magico. Lo ringraziò sentitamente per essere passato persona e Silente chinò il capo in un cenno di saluto prima di aver evanescere tazzine e poltrona. Harry si alzò di scatto e gli strinse la mano, questa volta rivolgendogli un vero sorriso e non lo spettro di cortesia che gli aveva deturpato il viso magro sino a quel momento.
«Professore,» lo chiamò con una certa urgenza involontaria quando Silente era già sulla soglia. Non sapeva neanche lui perché l'avesse fatto, forse solo per il desiderio di sentire quegli occhi ancora su di sé.  
«Sì, Harry?» lo invitò incuriosito e cordiale, un sorriso aperto a bagnargli le labbra sottili contornate dalla lunga e curata barba castano ramata.
«Potrò giocare a Quidditch?» domandò stupendo in primo luogo se stesso. La richiesta suonò come una supplica alle sue stesse orecchie, ma non avrebbe potuto essere altrimenti. Gli mancava il cielo, gli mancava giocare e volare tanto quanto gli mancavano i suoi amici. Se non poteva avere loro, almeno avrebbe potuto volare.
Se Silente l'avesse trovato insolito, non lo diede a vedere anzi sorrise indulgente e scrollò le ampie spalle sotto la veste da mago. 
«Non vedo perché non dovresti, Harry. Dopo lo Smistamento potrai rivolgerti al Capo della tua Casa e affrontare le selezioni come chiunque altro,» gli assicurò prima di congedarsi definitivamente.
Come chiunque altro, aveva detto Silente. Il pensiero gli fece nascere un sorriso amaro. Quanto avrebbe voluto che fosse vero. 
 

 
Angolo autrice
Benritrovati. Ho pensato di presentarvi subito l'Harry di questa storia, prima ancora di introdurre i vostri personaggi per darvi un'idea di come lo immagino io. Harry è un ragazzo malinconico, che pensa a ciò che ha perso, ai suoi amici, a Sirius, alla sua intera vita. Si è ritrovato in un'epoca che non gli appartiene, solo e senza un soldo in tasca, e si è rimboccato le maniche per assicurarsi almeno la parvenza di una normalità. è un ragazzo determinato il cui unico obiettivo è fermare Tom Riddle dal diventare Voldemort ed è per questo che diventerà un Serpeverde, proprio per essergli più vicino. Vorrei spendere anche due parole sul suo rapporto con Silente: Harry vorrebbe fidarsi, lo desidera così tanto che lo richiama sulla soglia, ma non può farlo. Silente non l'ha neanche guardato per un intero anno e Harry non sa che pensare. Con questo non voglio dire che odia Silente o che vorrebbe fargli del male, ma ci vorrà del tempo affinché i loro rapporti riprendano. 
Dopo questa spiegazione lunga e spero non troppo tediosa, vi annuncio i personaggi scelti. Ho certo di essere equilibrata, di scegliere OCs su cui sento di poter scrivere e prego gli autori di quelli non scelti di non averne a male. Ho ricevuto schede molto belle ed è stato un peccato scartarne qualcuna. Per quanto riguarda il prossimo aggiornamento, spero di pubblicare ogni settimana, ma se volete essere più aggiornati, potete seguirmi sulla mia pagina fb. 
Ed ecco la lista degli OCs
 
Mathias Hall, VI anno, Serpeverde, Club degli Scacchi e dei Duellanti. Cacciatore.

 
Aletha Fay Prewett, VII anno, Grifondoro, Lumaclub e Club dei Duellanti. Cacciatrice.
Amaryllis "Amy" Cassiopea Zabini, VI anno, Tassorosso, Lumaclub. Battitrice. 
Cornelia Diggory, VII anno, Tassorosso, Club dei Duellanti. Cercatrice.
Arthur Van der Pelt, VI anno, Tassorosso, Club degli Scacchi e dei Duellanti.
Anastasia "Tasha" Rosier, VII anno, Corvonero, Lumaclub e Club dei Duellanti. Cacciatrice.
Samael Greengrass, VII anno, Grifondoro, Lumaclub e Club dei Duellanti. Battitore e Capitano.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lady Irina