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Autore: OmbraAla    18/09/2018    2 recensioni
Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto [...] Il sole sorgeva alto su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce ma… fu un attimo. [...] Harry Potter cadde al suolo con gli occhi chiusi, le mani che ancora stringevano le due bacchette.
Quali saranno le sorti dell'Eroe del Mondo Magico? Fine o nuovo inizio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO XVIII:

 Per Harry fu una sensazione mai provata prima. Fu per lui tanto inaspettato, da non sapere se chiudere gli occhi per godersi ogni millesimo di secondo, oppure se aprirli per non perdere neanche il più insignificante dettaglio di quel momento.

Di una cosa era assolutamente certo, non si aspettava che Severus potesse reagire in quel modo.

Dopo qualche secondo di esitazione, il bacio divenne corrisposto da entrambe le parti, segno che nessuno dei due fosse intenzionato a mollare l’altro.

Se si fosse fermato a riflettere, Harry sarebbe arrivato al punto di commuoversi.

Per Severus fu lo stesso, con la differenza che la cosa non fu per lui così scioccante. Così come il ragazzo la sera prima, anche lui era stato perfettamente lucido in ciò che aveva fatto.

Strinse ancora di più Harry a sé, quasi come se lo stesse abbracciando. Ed in effetti era così, per la prima volta, dopo tanto tempo, Severus sentì i pezzi del suo corpo riallacciarsi, tenuti insieme soltanto dalla presa di Harry.

« Sono io adesso a non capire » sussurrò Harry, staccandosi dal professore, letteralmente senza fiato.

Severus lasciò cadere lentamente le braccia, allentando mano a mano la presa sul ragazzo.

« Credo siano cose a cui non serva una vera spiegazione » rispose l’uomo.

Aveva gli occhi liquidi – pensò Harry – come se il nero dell’iride fosse composto da nient’altro che inchiostro.

Harry si passò una mano fra i capelli.

« Abbiamo sorpassato un limite a cui non avremmo dovuto neppure avvicinarci » constatò mesto.

Se c’era una cosa che, purtroppo o per fortuna, si era ingrandita nel giovane mago era la sua visione pragmatica della realtà. Nell’anno in cui si era forzatamente allontanato da Hogwarts, aveva capito perfettamente che, per sopravvivere, avrebbe dovuto far sì che la sua mente non si spegnesse mai.

Non che adesso si trovasse in una situazione di vita o di morte ma sapeva, fin da allora, che sarebbe stato difficile riuscire ad andare avanti, nella direzione che avevano preso a percorrere.

« Ne sono consapevole, Potter » rispose l’uomo, senza smettere di fissarlo.

« Non sono poi così sicuro che mi importi – prese a dire il giovane mago, - credo che, in passato, già troppe persone abbiano deciso al posto mio… Adesso no. Non mi interessa cosa possano pensare gli altri… da quella notte del 2 maggio, mi sono imposto di essere felice »

Severus non staccò lo sguardo da quello del ragazzo. Pensò che erano molto diversi. Quando lui, invece, si era risvegliato in quel letto di ospedale, non aveva provato alcuna sensazione di felicità. Era soltanto scioccato e quando aveva visto Potter dinanzi a lui, un moto di rabbia lo aveva scosso, incolpando il mago di essersi intromesso con il suo destino.

A differenza di Harry, era stato propenso a scegliere la fine più semplice.

« E cosa c’entro io con la tua felicità? - chiese l’uomo, veramente confuso, - Io sono stato un Mangiamorte, lo hai dimenticato? Ho contribuito anche io a far del male alla tua famiglia »

« Le persone possono cambiare, Severus, perché ti ostini a non guardare la realtà? » rispose Harry, senza rabbia ma con grande comprensione.

Per la prima volta lo aveva chiamato Severus… Nessuno, da troppo tempo ormai, pronunciava quel nome con una dolcezza tale. Si sentì accarezzato dal tono che il ragazzo aveva usato.

Harry si staccò dal corpo del Professore, anche se quel distacco significava per lui sofferenza.

Si cinse l’addome con le sue stesse braccia.

Si stava giocando il tutto per tutto.

« Se ci sei, ci sono anche io » concluse il ragazzo, abbassando lo sguardo, come se avesse paura di una risposta negativa da parte del mago.

Piton esitò alcuni secondi, sentì il fiato venirgli meno.

Mai avrebbe immaginato di trovarsi in una situazione simile eppure, tra tutte le cose che aveva fatto, quella gli sembrava l’unica sensata di tutta la sua vita.

In pochi attimi, azzerò la distanza fra di loro e, senza indugiare ulteriormente, prese il volto del ragazzo fra le mani e lo baciò nuovamente.

Quel bacio non fu soltanto un “sigillo” della loro promessa, fu quasi una richiesta di aiuto da parte di Severus verso Harry Potter. Aveva paura, una paura matta di rovinare tutto, sempre convinto di non meritare una fortuna del genere.

Harry ebbe l’impressione che il Professore stesse tremando e, dopo aver poggiato le labbra sulle sue, fece salire le proprie mani su quelle dell’uomo, stringendogliele.

Non gli interessava del resto, non era più affascinato dai raggi della luna, né ipnotizzato dal rumore cantilenante del fiume.

C’erano soltanto lui e Severus, immersi in un mondo lontano dallo spazio e dal tempo.

« Faremmo meglio a tornare al castello adesso -  disse quasi con un sussurro Severus, staccandosi lentamente dalle labbra del ragazzo – hai portato con te il Mantello? »

« Oh, sì » rispose il ragazzo, come se fosse tornato di colpo alla realtà.

Harry si portò una mano alla tasca da cui estrasse il Mantello ripiegato.

« Se lo indossi già da ora, possiamo andare via insieme » constatò l’uomo.

Senza attendere oltre, Harry dispiegò il Mantello e se lo pose addosso, scomparendo dalla vista di Severus.

Certo del fatto che lo seguisse, Severus si incamminò lungo le scale, sentendo dietro di sé i passi lievi di Harry.

Camminò con passo moderato, non voleva che qualcuno si accorgesse di un suo movimento strano.

Dopo qualche minuto giunsero proprio nel punto in cui, qualche sera prima, Harry aveva fatto il primo passo.

Non sentì alcun altro passo dietro di sé , così intuì che anche il ragazzo doveva essersi fermato come lui.

Si sentì lentamente sfiorare una mano e, inevitabilmente, un sorriso gli increspò le labbra.

« Buonanotte » disse Harry a Severus in maniera quasi impercettibile.

« Va’ a letto, Potter » rispose l’uomo, fingendo di aggiustare le sue vesti.

In un attimo, Harry cominciò a correre su per le scale, con il cuore che gli batteva all’impazzata.

Severus si diresse verso i sotterranei, e ad ogni passo, si sentiva sempre più leggero, come se un peso gli si fosse tolto dall’anima.

Si sentiva felice, più felice di quando aveva riaperto gli occhi.

Fu solo in quel momento che si rese conto di quanto in realtà fosse stato cieco e sordo per non accorgersi di un cambiamento di tale mole. Solo adesso riusciva a capire quanto fosse fondato il desiderio di vedere quotidianamente il ragazzo e di quanto fosse fiero del fatto che il giovane mago si prendesse cura di lui.

Era orgoglioso del fatto che, il Salvatore del Mondo Magico, reclamato da tutti, in realtà preferisse trascorrere il suo tempo ad occuparsi di lui.

Pensò anche che, se Harry non fosse stato chi era, a lui non sarebbe importato affatto.  Gli interessava semplicemente che il ragazzo avesse scelto lui tra molti. Andando contro i pregiudizi, andando contro delle situazioni precostituite, andando contro ciò che la società si aspettava da lui.

Quando raggiunse la sua camera, Severus era ormai esausto: le emozioni che aveva provato quel giorno, lo avevano letteralmente consumato.

In un battibaleno si ritrovò nel letto, a torso nudo, cosicché le lenzuola di seta gli sfiorassero la pelle.

Era una sensazione totalmente rilassante.

Con il sapore di Harry sulle labbra, Severus si addormentò quasi immediatamente mentre alla Torre Grifondoro, il giovane mago faticò a prendere sonno.

Finalmente tutto ciò che aveva semplicemente sognato si era avverato e l’adrenalina aveva cominciato a salire e a diffondersi per tutto il suo corpo. Mentre era nel letto, d’istinto una mano si allungò sul suo comodino e aveva afferrato la foto che tempo prima Severus gli aveva donato.

Sua madre era così bella, sorrideva. Così richiamò l’altra metà della foto e con la bacchetta lanciò un Reparo silenzioso per riattaccarne le estremità.

Finalmente un tassello del suo passato era ritornato al suo posto, e solo allora capì che questi fosse un presupposto necessario per andare avanti. Si sperava, con Severus.

Si addormentò stringendo la foto sul petto e, ancora una volta, si sentì protetto e cullato dalla presenza di Lily.

***

15 AGOSTO 1998

La mattina seguente, Harry si alzò di buon’ora, anche se aveva dormito ben poco quella notte, non riusciva a smettere di pensare agli avvenimenti che si erano verificati la sera precedente.

Mentre tutti dormivano, si lavò e si vestì. Senza far rumore, recuperò la sua Firebolt e si recò di corsa alla Torre di Astronomia.

Il sole cominciava già a sorgere tra le montagne Inglesi, e l’aria frizzante del mattino pizzicava le guance del giovane ragazzo. Non appena fu giunto al punto più alto, Harry inforcò la sua scopa e spiccò il volo. Aveva bisogno di scaricare l’adrenalina accumulatasi e, aveva pensato, nulla avrebbe potuto funzionare meglio di un salto nel vuoto con la sua scopa. Per circa mezz’ora, percorse e ripercorse lo spazio che circondava il castello, passando sul Lago Nero e sorvolando la Foresta Proibita.

Immediatamente, il suo pensiero corse a quella notte in cui aveva creduto di morire… Ripensò a come ogni singolo movimento, impercettibile per gli altri, fosse per lui un rumore assordante: la natura che, in maniera indifferente, continuava a vivere e lui, invece, si stava lanciando tra le braccia della Morte.

Tuttavia, neanche quel pensiero tanto oscuro e triste riuscì a smorzare il senso di pienezza del ragazzo; al contrario, si rese conto di doversi sentire soltanto fortunato, per aver avuto una seconda occasione e per non doverne sprecare neanche un po’.

Alle 07.30 era ormai tornato nel suo Dormitorio e dopo una doccia veloce, scese con i suoi amici a fare colazione.

Con Ron le cose erano tornate ad essere regolari, Harry aveva finalmente notato che il dolore del suo amico aveva cominciato ad alleviarsi. Certo, non sarebbe mai andato via, ma aveva trovato la forza di rialzarsi.

Hermione, dal canto suo, non lo aveva lasciato da solo un attimo ed Harry pensò che non poteva esserci una manifestazione d’amore più concreta.

Andò a sedersi al tavolo dei Grifondoro e cominciò a gustare le pietanze che gli Elfi avevano preparato per loro.

Anche i Professori che erano rimasti a scuola, chi entrando prima e chi più tardi, avevano preso posto.

Mentre mangiava, in maniera del tutto inaspettata, il corridoio della Sala Grande fu attraversato da una figura ammantata di nero… Harry non poteva credere ai suoi occhi: Severus, che da quando si era risvegliato, aveva preferito consumare i pasti nelle sue camere, era appena entrato e si era diretto verso il tavolo degli Insegnanti.

Il suo cuore perse un battito alla vista dell’uomo, il quale, al contrario, non lo aveva degnato di alcuno sguardo particolare.

Harry cercò di dissimulare e così si aggiunse ad un discorso intavolatosi tra Hermione, Ron e Dean.

Non appena Severus si fu seduto al solito posto, tutti i Professori presenti lo salutarono e lo accolsero cordialmente. Trovava tutto estremamente fastidioso.

Finse di essere interessato a tutte le parole che gli furono rivolte, ma il suo pensiero batteva costantemente sul ragazzo.

Cercò di non far cadere mai il proprio sguardo sulla figura del giovane ma approfittava di qualche secondo di tranquillità per poterlo vedere.

Fu una colazione lunga per entrambi. Così vicini eppure così costretti ad essere lontani.

Al termine, Minerva McGranitt si avvicinò al tavolo della sua casa.

« Potter, posso parlarti? » chiese gentilmente.

I ragazzi si voltarono immediatamente.

« Sì Professoressa » rispose Harry, alzandosi.

La maga lo fece allontanare dal tavolo e lo portò con sé in un angolo.

« Questa mattina sono stata contattata dal Ministro Shackelbolt – esordì la donna – ha detto che vorrebbe incontrarti domani al Ministero per discutere dell’udienza che dovrà affrontare il Professor Piton ».

Detto ciò, gli porse la lettera, contenente tutte le informazioni, che aveva ricevuto.

Harry la prese tra le mani e la aprì.

Cara Minerva,

ho ritenuto opportuno contattarti per dirti che finalmente è stata fissata una data per il Processo di Severus.

Per questo motivo, vorrei che informassi Harry e vorrei che gli dicessi che domani avrei necessità di incontrarlo. Purtroppo sono sorte alcune situazioni strane con il Wizengamot ed è per questo che Harry deve essere pronto a qualsiasi evenienza. Lo aspetto domani alle 16.00 nel mio studio privato al Ministero, da solo e sarebbe auspicabile che nessuno, oltre voi due, venisse a conoscenza dell’incontro.

Sicuro della tua gentilezza e della tua tempestività,

                                                                                     Il Ministro, Kingsley Shackelbolt.

« Situazioni strane… col Wizengamot? » chiese Harry più attonito che mai.

« Non ho ricevuto altre informazioni al riguardo, Potter… Soltanto Kingsley potrà renderti più chiare le idee » concluse la donna.

« Conserva la lettera e non farne parola con nessuno… La Metropolvere è a tua disposizione domani » gli disse salutandolo.

Harry rimase interdetto e restò a fissare la lettera ancora per qualche secondo.

Quando abbassò il foglio, notò che ormai quasi tutti avevano lasciato la Sala e soltanto un uomo era rimasto seduto al tavolo degli insegnanti.

Severus aveva intuito che il cambiamento di umore di Harry era dipeso dalla lettera che gli era stata consegnata e restò a guardarlo con un’aria indecifrabile.

Il giovane si accorse dello sguardo che aveva piantato addosso e sollevò i suoi occhi per sostenerlo.

Le sue labbra si incurvarono in un mezzo sorriso, che voleva essere rassicurante.

L’uomo, per tutta risposta, si alzò e si allontanò dal tavolo ma entrambi sapevano che avrebbero trovato un po’ di tempo, quel giorno, da trascorrere insieme.


***

Angolo Autrice

Rieccoci ragazzi, con un nuovo capitolo (si spera un po' più lungo rispetto agli altri)! I nostri eroi preferiti hanno intrapreso finalmente la loro strada ma, non dimenticate, il Processo a cui sarà sottoposto Severus è in arrivo. Altre turbolenze in arrivo? Lo scoprirete solo continuando a leggere! Alla prossima! :)

  
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