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Autore: Crilu_98    19/09/2018    2 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'umanità cerca di scendere a patti con le nuove razze che per lungo tempo aveva relegato nel mito. Streghe, vampiri, licantropi e altre creature della notte hanno rivelato la loro esistenza al mondo e mentre in Europa la superstizione dilaga sotto l'occhio vigile della Chiesa, gli Stati Uniti sono l'unico Paese che garantisce dei diritti agli Immortali. O almeno così credono tutti.
Lucy McCollins si ritiene estranea al dibattito che infiamma il mondo e riecheggia in ogni notiziario. La sua vita, precisa ed ordinata, è segnata solo dal dolore per l'abbandono dei genitori che non ha mai conosciuto; un dolore che la ragazza si sforza di dimenticare per concentrarsi unicamente sui suoi studi di Legge.
Ma una mattina tutte le sue certezze vengono brutalmente spazzate via.
Per Lucy inizierà una lunga discesa verso l'Inferno, prigioniera di un'organizzazione che affonda le radici nei tempi d'oro dell'Inquisizione spagnola. E per tornare a vedere la luce dovrà affrontare non solo gli esperimenti imposti da un nemico crudele, ma soprattutto il potere distruttivo che si cela nel suo sangue.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
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Mi scappa una risatina nervosa. 
"Sei un vampiro assetato di sangue! Un dannato vampiro - assetato del mio sangue!" 
La figura nascosta nel buio piega la testa di lato, ma non vedendo il suo viso mi è difficile capire come abbia accolto le mie parole. 
"Sei una scettica... Non credevo, dopo tutto quello che hai dovuto sopportare negli ultimi tempi!" 
Apro la bocca per rispondere ma non ne esce fuori nulla, perché ha ragione lui: tutto ciò che ho visto da quando mi hanno rapita è una ferita per la mia ragione e la mia sanità mentale; è tutto così assurdo che potrebbe essere vera anche un'idea balzana come quella di un vampiro civilizzato che rinuncia a cibarsi! 
Mi rannicchio contro la porta della cella, con la schiena contro le sbarre, in modo che il vampiro non possa sorprendermi alle spalle. 
Restiamo in silenzio per quelle che mi sembrano ore, in cui l'unico rumore udibile sono gli agghiaccianti borbottii affamati dei nostri vicini. Sono sicura che fiutino il mio odore e che questo li ecciti: è come offrire una succulente bistecca alla tigre di un circo.
Alla fine il vampiro sospira e con passi strascicati si trascina verso il centro della stanza, almeno per quanto glielo permettono le catene che gli bloccano le braccia e che solo ora riesco a vedere: bracciali di ferro gli serrano i polsi e robusti anelli dello stesso materiale imprigionano il vampiro alla parete. 
"Come vedi, piccola anima, non hai nulla da temere da me." 
La sua voce nasconde una sottile vena di ironia. 
"Sei davvero pazzo, se riesci a scherzare in un momento del genere!" borbotto tra i denti, mentre lo osservo con attenzione. Il suo aspetto sembra smentirmi, perché non c'è traccia di pazzia nel suo sguardo e il volto non reca segni di un recente e devastante dolore, come dovrebbe essere per un vampiro la perdita della sua Sposa. 
Certo, le iridi sono rosso cremisi e i canini affilati brillano sotto il labbro superiore, ma tutto sommato non è ridotto male come la creatura rinchiusa qualche cella più in là. 
"Eppure, la sua voce... Non posso essermi sbagliata, è lui!" 
Mi soffermo sui lineamenti aristocratici e sulla pelle chiarissima, che ha una tonalità giallastra, malata, dovuta probabilmente alla mancanza di sangue fresco; il suo sarebbe un volto magnifico, se non fosse scavato dalla fame. Noto anche che i capelli neri sono incredibilmente lunghi e ricadono scomposti sulle spalle e sulla schiena, ombreggiandogli il viso ed il collo. 
Quando sorride, forse in un tentativo di tranquillizzarmi, mette in mostra tutta la sua impressionante dentatura: i quattro canini sono lunghi il doppio di quelli di un essere umano e anche gli altri denti hanno le estremità leggermente più affilate. 
"Non sono pazzo, te l'assicuro. Il mio nome è Maximilien de Saînt-Gervais ma tu, mia cara, puoi chiamarmi Max. È un onore che non concedo a molti..." 
"Non mi interessano gli onori che vai dispensando, vampiro, e non mi importa un accidente neanche di come ti chiami! Voglio solo uscire da qui il prima possibile!" 
Maximilien serra le labbra in una smorfia seccata. 
"Non sono un pericolo per te!" ringhia e questa volta la sua voce assume un tono irato e prepotente che suona familiare alle mie orecchie. 
"Solo perché sei legato a quelle!" puntualizzo, scacciando quella sensazione ed indicando le catene "Altrimenti mi saresti già saltato addosso!" 
Il vampiro fa scivolare lo sguardo lungo tutto il mio corpo: 
"Probabile. Ma non per il motivo che pensi tu!" 
Rimango senza fiato, perché la sua voce è talmente carezzevole che mi sembra quasi di sentire le sue mani sulla pelle. 
"Ma che bastardo!" bisbiglio, con voce strozzata, spingendomi contro le sbarre della porta fino a farmi male. Vorrei correre il più lontano possibile da questo buco e maledico Adam per le sue parole criptiche e la sua vigliaccheria: se solo mi avesse aiutata a fuggire, invece che rinchiudermi con un vampiro... 
"Senti un po', tu!" replico, quando mi sono ricomposta e lui ha smesso di ridacchiare "Non dovresti essere a lutto?" 
"Prego?" 
"Ma sì, hai appestato tutto il castello con le tue lagne! Le grida, i pianti, le urla... Te ne sei già dimenticato? E io che ho provato pure pena per il povero vampiro pazzo a cui avevano sottratto la compagna!" 
La creatura sembra capire a cosa mi riferisco, perché il suo volto si fa serio: 
"La mia Sposa non era morta, solo in pericolo ed io ero impossibilitato a raggiungerla. Per questo mi lamentavo." 
"Ed ora non è più in pericolo?" chiedo, curiosa mio malgrado "È fuggita durante la rivolta? I licantropi l'hanno fatto!" 
"O almeno, io spero che ci siano riusciti!" 
Maximilien sorride di nuovo: 
"Oh, non posso garantire che si trovi al sicuro, questo no! E non è fuggita, dato che si trova proprio di fronte a me!"
Lo shock per quella rivelazione - la terza in poche ore, l'ennesima da quando la mia vita ha preso una piega inaspettata - mi zittisce. Tutto quello che riesco a fare è fissare il vampiro con le labbra socchiuse e gli occhi inespressivi. 
"Ok" borbotto, con voce stridula "Questo è troppo!" 
Ed inizio a picchiare i pugni contro la porta della cella con una forza che non sapevo di avere, guidata solo dalla disperazione e dall'incredulità. Lascio che le mie grida rabbiose ed incoerenti riecheggino nei sotterranei, mentre ogni briciolo di lucidità rimastomi abbandona la mia mente.


 

"Potresti smettere, per favore?" 
Il tono di Maximilien è gentile come i suoi modi, ma l'esasperazione che colgo nella sua voce mi strappa al delirio in cui sono scivolata. Mi rendo conto solo ora che il lungo e continuo gemito che sentivo proviene dalle mie labbra e mi tappo la bocca con la mano, imbarazzata e anche un po' disgustata da me stessa. 
"Non hai ceduto fino ad ora. Non lasciare loro questa soddisfazione!" 
Il vampiro sembra intuire il corso dei miei pensieri: 
"Credono di spezzarti, rinchiudendoti qui con me. L'unica parvenza di libertà che ti è rimasta è scegliere di resistere." 
Questo tizio riesce a dire le cose più assurde (come, ad esempio, il fatto che io sia la sua Sposa) nella stessa maniera con cui si rivolgerebbe alla regina Elisabetta: educato, rispettoso, con voce pacata e tranquilla. Eppure leggo una grande sofferenza nei muscoli che si contraggono sulla mascella scarna, probabilmente dettata dalla fame. 
Scuoto la testa e decido che, se non posso uscire subito da questa cella, tanto vale continuare a conoscere il mondo in cui mi ritrovo. Quest'iniziativa fa scoccare una scintilla d'orgoglio nel profondo della mia anima: 
"Così, Lucy. Reagisci!" 
"Maximilien, giusto?" 
"Esatto, mia cara." 
"Cosa volevi intendere, prima... Quando hai detto che sono io la tua Sposa?" 
Lui sbatte le palpebre, perplesso, ma si nota che è sollevato dal fatto che sia uscita da quel fastidioso stato catatonico. Arrossisco: 
"Forse è rimasto ad ascoltare i miei piagnucolii per ore senza potermi interrompere!" 
Mi consolo pensando a tutte le volte in cui le sue urla mi hanno svegliata di soprassalto. 
"Intendevo dire esattamente ciò che ho detto. Tu sei la mia Sposa, la mia compagna per l'eternità... L'unica che mi è stata concessa in questa vita." 
"Ma è impossibile! Voglio dire, mi hai vista oggi per la prima volta! Non ci conosciamo nemmeno!" 
Maximilien sembra sul punto di ribattere velocemente, poi esita; infine, quando riprende a parlare, sono sicura che il tono della sua voce si sia abbassato e fatto più cauto. 
"Non serve conoscerti per sapere che sei tu. L'ho saputo fin da quando sei arrivata qui: avvertivo la tua presenza, il tuo incontenibile terrore per tutto ciò che ti circondava. Ho provato il tuo stesso dolore quando il Nephilim ti ha marchiato!" 
L'ultima frase viene soffocata da un ringhio bellicoso e se non avessi timore delle telecamere - il fatto di essere sempre sorvegliata sta avendo un impatto davvero negativo sui miei nervi già fragili - vorrei fargli altre domande su Adam. 
"I Cacciatori sanno chi... Chi credi che io sia?"
Maximilien scuote la testa e lunghe ciocche scure gli ricadono davanti agli occhi, che brillando divertiti illuminano la stanza con un vago bagliore rosso: 
"Mia cara, dolce, piccola anima! Ancora dubiti delle mie parole?" 
"Capirai che ciò che dici ha ben poco senso, soprattutto per me! E non chiamarmi in quel modo!" 
"Quale modo? Mia cara? O piccola anima?" 
"Tutti e due!" borbotto, sperando che non noti quanto effettivamente i suoi modi di fare mi abbiano colpita.
"Il primo a trattarmi con affettuosa delicatezza da quando sono qui è un vampiro... Roba da matti!"
"Io non posso essere la tua Sposa... Mi dispiace, ma a differenza vostra non posso innamorarmi a comando!" dico, con un po' di imbarazzo. 
Maximilien sorride e per la prima volta riesco a vedere oltre alle zanne e agli occhi color rubino: nel notare la dolcezza con cui accoglie le mie parole, mi chiedo come sia possibile che gli esseri umani lo ritengano privo di anima. 
"Sì, le cose possono essere più difficili quando la Sposa non appartiene agli Immortali. Ma l'amore assume numerose forme, piccola anima: io sarò per te tutto ciò di cui hai bisogno. Un padre, un amante, un fratello... Di cosa hai necessità ora? Perché io farei qualsiasi cosa per accontentarti!" 
L'espressione rigida e vagamente sardonica che ha da quando sono entrata trema verso la fine del discorso, lasciando intravedere una creatura sinceramente desiderosa di aiutarmi. E sebbene non mi fidi ancora abbastanza per abbandonare la mia postazione al di fuori del suo raggio d'azione, mi ritrovo a rispondergli con pari sincerità: 
"Un amico. Ho bisogno di un amico." 
Il vampiro annuisce solenne: 
"Bene, allora: sarò il migliore amico che tu abbia mai avuto!"

Maximilien sembra essere un vampiro di parola. Nelle ultime due ore ha impedito che i miei pensieri vagassero verso luoghi bui e mi trascinassero in una nuova crisi isterica. 
Non ha però fatto cenno al mondo degli Immortali, forse intuendo che è un argomento da affrontare con cautela, quando sarò più lucida: per il momento mi limito ad ascoltarlo parlare dei numerosi luoghi in cui è stato, pentendomi di non aver viaggiato di più quando ne avevo la possibilità. 
Max, come insiste ad essere chiamato, ha il dono del narratore: non so quanto dipenda da lui e quanto dal suo essere vampiro, ma le parole che escono da quelle labbra incantano e meravigliano e le sue descrizioni sono talmente vivide e piene di dettagli che mi sembra quasi di toccare con mano gli oggetti di cui racconta. 
"Sei mai stato negli States?" chiedo ad un certo punto, perché mi sembra che non abbia mai nominato l'America. 
Il vampiro, che nel frattempo si è steso a pancia in su sul lurido pavimento, fa leva sui gomiti per alzare il capo e guardarmi nella penombra. 
"Sì" ammette infine "Ci sono andato due volte." 
"Solo due?" 
Vedo che le labbra vermiglie di piegano in un sorriso divertito, che rende i suoi lineamenti perfetti un poco più umani: 
"Nei secoli passati, la traversata verso il Nuovo Mondo durava mesi... E io ho un piccolo problema con l'esposizione ai raggi solari!" 
"Capisco... Quindi hai visitato l'America solo in tempi recenti!" 
"Non proprio. Mi recai lì per la prima volta quando ero ancora umano. Vediamo... Che anno era? Il '74, credo. No, il '75! Sì, decisamente il 1775!" 
La mia mascella minaccia di staccarsi e cadere a terra per quanto spalanco la bocca dalla sorpresa: 
"Eri vivo al tempo della rivoluzione americana?" strillo, provocando gemiti di famelico desiderio nei nostri vicini. 
"Mia cara, io ho combattuto durante la vostra rivoluzione!"


Angolo Autrice: 
Che ve ne pare di Maximilien? E' così dolce e coccoloso, io lo adoro, scrivere di lui è stato un piacere! :D E a quanto pare Lucy è la sua Sposa, perciò ne vedremo delle belle... Ma prima vi aspettano dei capitoli un po' didascalici, mi scuso in anticipo ma era l'unico modo per spiegare qualcosa in più su questo mondo! Spero che il capitolo vi piaccia! 

  Crilu 

   
 
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