Evito
di discutere poiché se rispondessi mi scaverei di
più la fossa, così decido di riagganciare dopo
averla salutata con tono astioso.
Una giornata piena di novità rispetto alla routine solita,
il problema è che nessuna di esse siano belle. In particolar
modo il rientro a scuola, mi fa raggelare il sangue dover passare
cinque ore chiuso in una stanza. Niente di diverso dalla mia normale
giornata, anzi, ci passo quasi tutto il tempo dentro una stanza. Il
problema è la compagnia. Un branco di adolescenti senza
cervello e un gruppo di professori la cui laurea vale meno di zero.
Senza neanche la possibilità di andarmene, sarò
nuovamente costretto a seguire quelle inutili lezioni.
Perché non mi sono preparato per l'eventualità di un evento catastrofico del genere? La libertà mi ha fatto dimenticare in che mondo crudele vivo e con chi sono imparentato.
Mi volto verso la porta finestra per ammirare il cielo, le uniche stelle che vedo sono sullo schermo del mio cellulare nel momento in cui si spegne. Quando passa un aereo mi viene subito in mente l'idea di scaricare la bambina e partire, solamente che sono troppo svogliato per fare una cosa del genere. La ricerca di una casa che potesse andarmi bene è stato estenuante, figuriamoci se mi sforzo per ricominciare nuovamente tutto da zero. L'unica mia possibilità è di accontentare la marmocchia cosicché non si lamenti con lei.
Ma aspetta... Come può contattarla? Le ha dato un cellulare o altro?
Da un angolo buio della mia mente, quando ho lo sguardo perso nel vuoto, sento una voce che risponde alla mia domanda. È una frase semplice e coincisa: "Non le ho dato niente, se vuoi comprarle qualcosa dovrai pensarci tu. Io ho il mio sesto senso e conosci la sua efficacia anche se un fallito come te è prevedibile."
"Ho passato tanto tempo con quel mostro che ho residui della anima nella mia mente. Ti ringrazio, se prima c'era una possibilità che potessi dormire ora è svanita, grazie mammina" dico mettendomi il giubbotto.
Scrivo
velocemente un biglietto nel caso la bambina si svegliasse prima del
mio ritorno, prendo un brick di succo ai frutti di bosco e lo poso sul
foglietto, nel caso non trovasse niente per la colazione.
Rimango qualche secondo a fissare il succo di frutta per poi decidere
di prenderlo anche io, per evitare di svaligiare le macchinette durante
la mia passeggiata notturna. Mi metto il cappuccio e la mascherina per
la bocca, appena metto un piede fuori casa una ventata glaciale cerca
di rimandarmi da dove sono venuto, cercando di darmi un motivo di non
uscire.
Dovevi pensarci prima, ormai sono in piedi.
Chiusa
la porta di casa mi accerto che non ci sia la vicina, una volta
constatato ciò guardo la strada deserta difronte a me. Visto
che non ho un tragitto o una meta precisa in programma opto di andare
nella zona della mia scuola per capire dove dovrei portare la piccola
domani. In questo momento mi farebbe comodo il navigatore del cellulare
tuttavia scelgo di far affidamento su quel poco di memoria che ho di
quel posto. Metto la cannuccia nel foro per il suo inserimento nel
contenitore del succo e mi incammino. La notte è l'unico
periodo in cui posso camminare in giro senza beccare la folla di gente
sempre di fretta. Devo solamente fare alcune deviazioni visto che il
quartiere ha delle zone non accessibili a me durante quest'orario
però è sempre meglio della mattina. Il fatto di
vivere in questa zona è stato l'unico compromesso che mi ha
permesso di vivere da solo. Mia madre avrebbe preferito una zona
più altolocata però, essendo casa mia vicino
all'area della movida notturna, ha sperato che questo clima festoso mi
facesse bene.
Stranamente arrivo prima alla futura scuola della ragazzina che alla
mia che, tuttavia, intravedo dopo il parchetto davanti a me. Vedendo
una panchina decido di sedermi per finire di gustare il mio succo ormai
quasi congelato mentre "ammiro" il mio futuro carcere.
Quando conto i vari piani dell'edificio vedo che nella facciata alla
destra c'è qualcuno dall'aria molto creativa. La parete rosa
pastello è violentata dalla vernice nera proveniente dalla
bomboletta del writer, che ogni tanto si ferma sia per agitare la sua
arma che per controllare se venisse qualcuno. Seguo con attenzione il
suo operato sperando in qualcosa d'interessante che possa giustificare,
almeno in parte, l'atto che sta compiendo. Contrariamente alle mie
aspettative si limita a una frase riguardo al carattere di un uomo che
suppongo lavori all'interno della struttura. Compiuta la sua impresa
abbassa la sua maschera respiratoria sotto al mento, ammira contento la
sua realizzazione mettendo le sue mani sui fianchi. Bastano pochi
secondi e si accorge di quello che ha appena fatto, nonostante abbia le
mani sporche le ha poggiate sulla suo giubbotto, accompagnando quella
scoperta con una sonora bestemmia colma di rabbia.
« Karma di merda! » Esclama prendendo la sua roba per poi dirigersi nella mia direzione.
Peccato che la tua presunta concezione di Karma non coincide con il vero significato Karma...
Quello che
da lontano mi sembrava un ragazzo, appena arriva vicino all'entrata
del parco, si rivela una ragazza. Poggia uno zainetto vicino alla
fontanina e si china per pulirsi un po' e per dissetarsi intanto che
finisco completamente il contenuto nel brick. Ha i capelli completamente
neri con il lato desto rasato e occhi grigi, tendenti verso il celeste. Per quel poco che ho potuto osservare ha un
dilatatore di diametro minore di due centimetri e ho anche
intravisto qualche tatuaggio ma non essendoci tanta luce è
già tanto aver notato la loro presenza. Finito di bere
rilascia un flebile sospiro e inaspettatamente si giraverso di
me.