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Autore: LazyBonesz_    19/09/2018    1 recensioni
Il compito di Philippe era di restare nell'ombra e di evitare qualsiasi contatto con la politica francese. Per diciassette anni è riuscito a seguire gli ordini del cardinale, di sua madre e di suo fratello, Louis XIV. Per diciassette anni è stato ignorato dalla maggior parte della corte, fin quando non incontra lo Chevalier di Lorena.
***
Philippe rimase incantato da quel viso parzialmente nascosto da una maschera bianca e riccamente decorata. Ma non erano solo i tratti angelici ad averlo attirato, erano anche i modi, i gesti del giovane a incuriosirlo. Si muoveva guardando tutto ciò che lo circondava allo stesso modo ma quando portava il suo sguardo impertinente sul principe di Francia riusciva a farlo sentire come se fosse l'unico dettaglio importante della stanza, una sensazione che non aveva mai sperimentato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chevalier de Lorraine
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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30 ottobre 1658

 

Le giornate iniziano ad accorciarsi, pensò Philippe mentre osservava l’ampio giardino al di fuori della sua stanza. Erano appena le sei del pomeriggio e le ombre degli alberi iniziavano già ad allungarsi lungo il viale. Il sole stava tramontando. La servitù aveva cominciato a preparare la legna per le stufe; le grandi sale del palazzo si raffreddavano in fretta.
Era passato quasi un mese dal proprio compleanno eppure non era cambiato nulla. Si sentiva diverso? Certamente no e anche il suo compito a palazzo non era mutato. Era rimasto un accessorio della corte. Inoltre non aveva più parlato con lo Chevalier. Ogni tanto lo vedeva girare per le sale, giocare a carte o a biliardo e parlare con il resto dei nobili. Ogni tanto lo guardava mentre se ne stava in disparte a leggere. Eppure non si era mai scusato ma non sembrava neanche il tipo.
Philippe studiava i suoi movimenti e il suo carisma da lontano, dopotutto non aveva molto da fare durante la giornata. Notava che solo in rarissimi momenti dimostrava la sua vera età, ovvero sedici anni. I tratti gentili e delicati lo tradivano ma i suoi modi fin troppo arroganti per la sua casta nascondevano la sua giovinezza.
Il giovane principe sospirò e si alzò dalla poltrona color porpora della sua stanza, decidendo di recarsi nel salone per trovare un po’ di compagnia. Mentre si guardava allo specchio ripensò alle parole dello Chevalier riguardo la sua persona. Lo aveva definito più accattivante del re stesso.
Allora Philippe iniziò a togliersi i vestiti grigi che aveva indosso, sentendosi più stanco del solito di fare solo da tappezzeria. Prese dall’armadio uno dei completi più raffinati e pomposi che avesse mai avuto e si cambiò, senza neanche ricercare l’aiuto di qualche serva.
Era un completo grigio ma così riccamente decorato con dettagli argentati che era impossibile non notarlo. Inoltre anche la parte finale della maniche della camicia era particolare, più a sbuffo del solito.
Philippe si mise le scarpe e sistemò i lunghi capelli sulle spalle prima di uscire con sicurezza. Se suo fratello non voleva inserirlo nella vita politica, allora lui avrebbe potuto dirigere la vita di corte. Dopotutto aveva sempre amato i dettagli della vita nobiliare, l’etichetta e tutte le sue regole non scritte su come si doveva vivere nel palazzo reale.
Scese le scale ed entrò nel salone, attirando su di sé alcuni sguardi curiosi e tra questi anche quello del suo omonimo. Sorrise soddisfatto per averlo colpito e si diresse direttamente verso di lui.
‘’Altezza, sto per caso assistendo alla vostra rinascita?’’ domandò lo Chevalier, allontanandosi immediatamente dal gruppo di nobili con cui stava conversando. I partecipanti rivolsero brevi inchini al fratello del re prima di riprendere a parlare.
‘’Dobbiamo organizzare una festa… privata’’, propose il principe non appena furono lontani da orecchie indiscrete.
‘’Avete intenzione di regnare nella notte? Perché se è così mi piacerebbe molto aiutarvi.’’
Philippe pensò a quelle parole, gli sembrava quasi sbagliato fare qualcosa senza dirlo a suo fratello, eppure era stato lui a tenerlo sempre lontano dagli affari importanti.
‘’Vorrei solo avere il comando su qualcosa per una volta’’, ammise Philippe.
‘’Pensavo foste arrabbiato con me, altezza.’’
‘’Lo sono ancora, non dovevate dire una cosa del genere al fratello del re, ci sono persone che hanno perso la testa per molto meno.’’
‘’Non lo farò più, monsieur. Sono uno dei sudditi più fedeli, certo non quanto voi’’, lo Chevalier sollevò un sopracciglio, prendendosi gioco della totale lealtà di Philippe per qualcuno che raramente lo notava.
‘’Vi piace prendermi in giro.’’
‘’Forse ma la verità è che non mi piace che qualcuno affascinante come voi viene oscurato in tal maniera, non lo meritate. E perciò organizzeremo una festa fantastica con le persone migliori.’’
‘’Non conosco molta gente…’’ mormorò Philippe, ancora sorpreso dalle parole dell’altro. Nessuno aveva mai parlato di cosa meritasse o meno. Gli facevano piacere le sue parole anche se aveva paura che si trattasse di mera adulazione.
‘’In questo mese ho scoperto che molti vi ammirano. Siete bravo a combattere, siete bravo a cavalcare e con le parole. Qualcuno ha anche parlato della vostra bravura con le strategie di guerra, a quanto pare avete provare a diffondere la vostra opinione sulla politica. E infine siete bellissimo’’, concluse lo Chevalier, sorridendo compiaciuto al principe che non si aspettava certe parole.
‘’Pensavo che nessuno prendesse sul serio le mie idee’’, disse Philippe.
‘’Ve l’ho detto che siete bravo con le parole, altezza.’’
Philippe accennò un sorriso e poi fece cenno all’altro di seguirlo, fuori dalla sala principale.
Si ritrovarono in un corridoio scarsamente illuminato anche perché fuori aveva ormai fatto buio.
‘’Terrò la festa nel salone dell’ala est, nessuno va mai lì perché le stanze non sono tanto grandi. E voglio tantissimo vino’’, spiegò Philippe, iniziando ad immaginare come sarebbe stata la festa.
‘’Ci penserò io solo che avrò bisogno di un po’…’’ lo Chevalier strofinò il pollice e l’indice fra di loro, indicando che avesse bisogno di denaro.
‘’Oh certo.’’
‘’E anche una piccola somma per il mio vestito e per il vostro, certamente’’, dichiarò infine, mostrando la propria vanità di fronte al principe.
‘’Non approfittate troppo delle mie finanze.’’
‘’Adoro il vostro tono minaccioso, altezza’’, lo Chevalier si sporse verso il principe afferrando il colletto della sua giacca in broccato, costringendolo a fare un mezzo passo in avanti.
Philippe rimase interdetto e osservò l’altro che era di qualche centimetro più basso. Lo Chevalier ricambiò lo sguardo e premette la propria bocca su quella del principe in un bacio veloce ma intenso.
Quando Philippe riaprì gli occhi vide solamente la schiena dell’altro mentre rientrava nel salone. Si sfiorò le labbra con le dita, ritrovandosi ad arrossire per quel contatto che non si aspettava. 

 


1 novembre 1658

 

La prima mattina di novembre era piuttosto fredda eppure Philippe non si sentiva le temperature basse mentre si allenava per la scherma. Si trovava in un posto appartato del giardino, tra gli alberi, ed era da almeno due ore che faceva pratica con la spada. Proprio nel momento in cui stava riuscendo a battere il proprio maestro d’armi, sentì il rumore degli zoccoli. Si voltò e vide suo fratello in sella a uno dei suoi cavalli preferiti.
‘’Attento’’, disse il re mentre la lama di una spada sfiorava il collo di Philippe per alcuni istanti.
‘’Come mai a cavallo?’’ domandò monsieur, scostandosi i capelli dal viso e riprendendo fiato dopo le due ore di scherma.
‘’Ho deciso che andremo a Versailles fra due giorni, è la stagione della caccia al cinghiale’’, spiegò il re, smontando da cavallo per raggiungere il fratello.
‘’Stavo decidendo che cavallo portare’’, continuò Louis ormai giunto davanti a Philippe, ‘’e poi ho visto che ti stai facendo notare a corte, per favore non metterti in ridicolo.’’
‘’Quand’è che mi sono messo in ridicolo?’’
‘’Quando bevi troppo, parli troppo e fai vedere troppo i tuoi gusti personali.’’
Philippe ripensò alle poche volte in cui partecipava seriamente alle feste di corte e quando beveva gli capita di essere più espansivo.
‘’Fratello, non faccio nulla tutti i giorni, non mi permetti di partecipare al consiglio.’’
I due si incamminarono verso il palazzo, lasciando i loro servitori ad occuparsi del cavallo del re.
‘’Sei troppo immaturo, Philippe, il cardinale ed io vogliamo aspettare.’’
‘’E allora fammi entrare nell’esercito, come tuo generale, per recarti onore!’’ protestò l’altro, alzando leggermente il tono della voce.
‘’Ora capisci quando parlo di immaturità? Guardati, stai protestando davanti al volere del tuo re. Come puoi onorarmi così?’’
Louis osservò il viso del fratello, era come un libro aperto per lui. Vedeva nei suoi occhi delusione e scontentezza ogni volta che faceva qualche scenata per qualcosa che voleva.
‘’E come faccio a rispettare il tuo volere se mi tratti come un mobilio del palazzo? Tutta la corte mi tratta così’’, mormorò Philippe, fermandosi al centro del viale che stavano percorrendo. Il re sospirò profondamente, uno dei suoi compiti era di restare indifferente a qualsiasi tipo di protesta, anche davanti a quelle del fratello. Doveva semplicemente cercare un modo per distrarlo, per rabbonirlo.
‘’Non sei un mobilio, sei mio fratello, un membro della famiglia reale. E ho bisogno dei tuoi servigi, ho bisogno di te e presto ti farò capire in che senso.’’
Louis poggiò una mano sulla giacca nera e pesante di Philippe, strinse la presa e gli sorrise prima di allontanarsi per tornare a palazzo, seguito da due guardie e Bontemps. 

 

 

 

‘’La festa sarà oggi, fra due giorni partiremo per Versailles.’’
‘’Versailles? Il paesino più noioso di Francia?’’ domandò lo Chevalier, rimanendo seduto sul divano dove Philippe lo aveva trovato.
‘’Mio padre aveva una tenuta di caccia lì, so che non è il massimo dell’eleganza ma vorrei che veniste con me.’’
Lo Chevalier aggrottò la fronte studiando l’espressione di Philippe, non sembrava di ottimo umore ma a quanto pare non lo era mai.
‘’E cosa ci faccio lì?’’
‘’Stareste con me’’, propose Philippe, sedendosi di fianco all’altro, poggiandosi allo schienale del divano.
‘’Sento che da solo morirei di noia, non vorrei neanche andarci. Non mi piace la caccia e preferisco la vita di corte, sopratutto ora che ho deciso di volerne fare parte più spesso.’’
‘’Uhm, e che me ne viene?’’ sussurrò lo Chevalier, allungando una mano verso i capelli di Philippe. Con l’indice iniziò a giocare con una ciocca.
‘’Sareste uno dei miei amici più fidati, credo che faccia piacere essere vicino al fratello del re’’, rispose Philippe lentamente, non sentendosi più sicuro come prima ora che lo Chevalier gli stava accarezzando una guancia.
‘’Non avete tutti i torti, potremmo divertirci a creare una nostra corte lì.’’
Lo Chevalier si sporse verso il principe, premendo le labbra lungo la sua mascella per poi percorrerla con baci leggeri, facendolo fremere piacevolmente. Osservò il suo viso che per una volta sembrava rilassato mentre si godeva quei baci delicati.
‘’D-dobbiamo organizzare la…’’, la frase di Philippe fu bloccata da un bacio dello Chevalier contro il suo lobo.
‘’Non preoccupatevi, altezza, ci penso io’’, sussurrò il giovane nobile, stuzzicando il lobo del principe con la propria lingua. Poi si scostò, sorridendo soddisfatto nel notare le guance rosse di Philippe. Poteva cercare di controllarsi quanto voleva ma lo Chevalier lo avrebbe conquistato in tutti i modi, l’idea di avere un amante facente parte della casata reale lo allettava.
‘’Andate a prepararvi, Vostra altezza, ho intenzione di farvi divertire come mai prima d’ora.’’
Philippe annuì e si alzò, nascondendo un sorriso prima di recarsi verso i propri appartamenti, iniziando a pensare al completo che avrebbe scelto. 

 

 

 

 

I corridoi per raggiungere l’ala est del palazzo erano scarsamente illuminati, segno che quei saloni erano poco frequentati, fortunatamente.
Philippe stava percorrendo l’ultimo tratto di strada per raggiungere il salone della festa e stava pensando a quanto stravagante sarebbe stato l’abito dello Chevalier. Alla fine era stato lui a scegliere i vestiti per entrambi, usufruendo delle finanze del fratello del re. Philippe aveva trovato una scatola in legno pregiato, contenente il suo completo azzurro e dorato, colori appropriati per un re non per un principe.
Iniziò a sentire della musica allegra e a vedere delle luci più forti così capì di essere in prossimità del salone. Poggiò una mano sulla porta in legno ed entrò, ritrovandosi in mezzo a dei nobili con abiti sfarzosi mentre ridevano e bevevano.
L’atmosfera di quella festa era ben diversa da quelle che c’era di solito nelle feste del re. Le voci erano più alte, il vino scorreva maggiormente, la musica era più allegra e i comportamenti delle persone erano più libertini.
Proprio al centro della sala si trovava lo Chevalier che indossava un abito di broccato blu, finemente decorato in oro.
‘’Miei cari ospiti, ho l’onore di presentare il protagonista di questa festa, Sua altezza Philippe, duca d’Angiò’’, esclamò lo Chevalier, non appena notò il principe fare il suo ingresso nella sala.
Tutti i nobili presenti applaudirono e qualcuno alzò anche il calice di vino in suo onore per poi bere. Philippe sorrise perplesso, solitamente era abituato a inchini formali ma quella non era una festa del re.
‘’Eccovi, siete bellissimo’’, disse lo Chevalier, avvicinandosi con due bicchieri di vino. Ne porse uno a Philippe che bevve velocemente e tutto in un sorso, cercando di sciogliere la tensione. Quella sembrava davvero una festa in suo onore.
‘’Sorridete, ridete, è tutto per voi qui con le persone che più vi ammirano!’’ esclamò l’altro, riempiendo di nuovo il bicchiere del principe, ‘’per aiutarvi ho anche un piccolo regalo’’, sussurrò poi all’orecchio di Philippe. Dalla giacca tolse fuori una piccola confezione argentata che porse a monsieur. Lui l’aprì capendo subito che fosse una polvere, ne giravano parecchie a corte.
Philippe la guardò dubbioso ma alla fine si lasciò andare, facendone uso per poi riprendere a bere quel vino così gustoso. 

 

 

 

La musica era sempre più forte per le orecchie frastornate di Philippe. La testa gli girava eppure si sentiva leggero e senza problemi. Aveva parlato con vari nobili che si erano complimentati per doti che neanche lui credeva di avere. Qualcuno aveva pure tentato di cospirare bonariamente, riferendosi a lui come un grande possibile re.
Nel tempo in cui non aveva chiacchierato aveva ballato e anche flirtato senza sdegnare nessuno. Sembrava una serata in cui ogni piacere di solito proibito era lecito.
Lo Chevalier non si stava trattenendo, Philippe lo aveva visto baciare un ragazzo della loro età in modo davvero poco casto, facendogli provare una fitta di gelosia quando ancora era solamente brillo.
Ora poteva dire di essere ubriaco e perciò sentiva sempre più caldo. Si sfilò gli abiti superiori, lasciando solo la camicia leggermente sbottonata prima di sentire una mano su di sé.
Si voltò e incrociò lo sguardo di una giovane nobile che doveva aver perso metà del vestito da qualche parte.
‘’E’ una festa meravigliosa, altezza’’, ridacchiò la ragazzina e poi afferrò la manica di un altro nobile che le somigliava parecchio.
'’Vi volevo presentare, ehm, mio fratello, Adrien’’, biascicò senza smettere di lasciarsi sfuggire risatine. Il fratello sembrava intimidito dal principe inizialmente ma poi gli afferrò i lembi della camicia per attirarlo a sé.
Philippe si sentiva così confuso dal vino e le polveri per ragionare su ciò che era appena accaduto e si lasciò andare alla stretta del ragazzo, poggiando con decisione la bocca sulla sua.
Ben presto si ritrovò poggiato contro un tavolo e si sedette su di esso, avvolgendo le gambe attorno ad Adrien, attirandolo sempre di più a sé. La sbronza aiutò notevolmente l’eccitazione che stava provando mentre cercava di sfilare la camicia al giovane nobile.
Philippe si allontanò per prendere fiato e riuscì anche a sfilare la camicia del giovane, ritrovandosi addosso lo sguardo dello Chevalier. Si voltò verso di lui che lo stava fissando con una strana espressione, non sembrava essere in sé e sembrava quasi infastidito dai comportamenti del principe che però si lasciò sfuggire una risatina prima di riprendere a baciare l’amante di quella notte.
Ora si trovava a terra con Adrien a cavalcioni sul proprio bacino, mai avrebbe pensato di potersi trovare in una situazione del genere. Il fratello del re che si comportava come una cortigiana qualunque. Le labbra del nobile stavano percorrendo il suo collo e le sue mani sbottonavano totalmente la camicia in seta che ben presto finì sul pavimento.
‘’Non pensavo fosse così il fratello del re’’, mormorò Adrien, ergendosi su Philippe. Ondeggiò sul suo corpo, facendo esalare dei sospiri al principe che desiderava molto di più di quel semplice contatto.
‘’Anche il fratello del re vuole divertirsi, così come il re stesso fa.’’
‘’State dicendo che Sua altezza ha un'amante?’’ mormorò Adrien, muovendo i suoi fianchi su quelli di Philippe, portandolo a chiudere gli occhi e stringergli i fianchi.
‘’Non sta dicendo niente, ora spostati.’’
Una voce severa ridestò il principe che aprì gli occhi, trovandosi davanti il viso infastidito dello Chevalier. Adrien rise e portò una mano su di lui, cercando di spingerlo via.
‘’Sto abusando del vostro giochino?’’ domandò altezzoso, riuscendo a rovinare ancora di più l’atmosfera per Philippe che lo allontanò di sua volontà. Si alzò da terra barcollando e poggiò una mano su una spalla dello Chevalier, sorreggendosi a lui.
‘’Non sono il tuo giochino’’, disse sprezzante, senza preoccuparsi di essere educato. Due braccia avvolsero il suo bacino per trascinarlo via dalla folla che si stava creando e le stesse braccia lo aiutarono a sdraiarsi su una poltrona.
‘’Siete bello così imbronciato’’, la voce ora totalmente diversa dello Chevalier gli fece provare i brividi di piacere di prima e uno strano calore per tutto il corpo. La mano destra del nobile sistemò i riccioli scuri di Philippe, liberando il suo viso da quelle ciocche disordinate.
‘’Siete il mio angelo?’’ sussurrò Philippe, decidendo di appoggiare la propria testa sulle gambe del suo salvatore ora che si era seduto al suo fianco.
‘’Se lo desiderate…’’ rispose l’altro, senza smettere di accarezzare ogni ciocca scompigliata del principe, ammirando i particolari del suo viso mentre si rilassava ad occhi chiusi. Lo Chevalier notò che stava per addormentarsi, sicuramente per colpa del vino. Avrebbe dovuto destarlo e accompagnarlo nelle sue camera ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quell’espressione così calma. Sembrava un bambino mentre riposava.
‘’Baciatemi’’, sussurrò il principe come si fosse risvegliato all’improvviso. Sollevò la testa tenendosi a un braccio dello Chevalier, e cercò le sue labbra, ottenendole in pochi istanti. I due mossero le proprie bocche lentamente, dolcemente, in un bacio fin troppo intimo per due persone che si conoscevano da appena un mese.
Le braccia di Philippe avvolsero il collo dell’altro e si aggrappò ad esso mentre schiudeva la bocca, facendo si che le loro lingue potessero incontrarsi. Per lunghi istanti rimasero a baciarsi, dimenticando tutte le persone attorno a loro.
Lo Chevalier poteva sentire le dita di Philippe lungo tutto il proprio petto e spesso anche tra i propri capelli. Lo attirò a sé, beandosi della sensazione delle sue labbra morbide sulle proprie.
‘’Molto meglio’’, sussurrò il principe dopo essersi staccato e dopo aver poggiato una guancia arrossata su una spalla dello Chevalier. Pochi secondi dopo cadde addormentato.

   
 
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