Scarlett
Rosier & Gavin
Blackwood
Ian
era riuscito a procurarle un colloquio con l’agenzia che
si occupava dell’assunzione dei cronisti in un tempo a dir
poco scandalosamente
rapido. Dopotutto quando si aveva un futuro cognato come lui le porte
tendevano
a spalancarsi nell’ambito sportivo. Nonostante ciò
non poteva non sentirsi
nervosa mentre percorreva per l’ennesima volta il corridoio
in attesa che la
segreteria le annunciasse il suo turno.
Fu
proprio durante il suo ennesimo peregrinaggio dalla porta
alla macchinetta del caffè nell’angolo opposto
della sala che finì con l’urtare
inavvertitamente con il gomito il braccio teso di un ragazzo intento a
sorseggiare la sua tazza di ristretto macchiato.
Il
calore del caffè l’assalì non appena la
bevanda, per
fortuna ormai a una temperatura non più ustionante, le
colpì il braccio destro
e schizzò in almeno una decina di macchie diverse sulla sua
camicetta fresca di
bucato e sui pantaloni bianchi che aveva scelto per
quell’occasione visto il
taglio moderatamente elegante … elegante, ma non troppo, il
giusto mix per una
persona destinata a essere sotto gli occhi degli spettatori durante le
cronache
delle partite ma al contempo non tanto eccessiva da risultare
eccessivamente
sofisticata.
-
Per le mutande consunte di quel maledetto di un Salazar
Serpeverde! –
Il
ragazzo, che aveva al contempo imprecato contro una certa
Gormlaith Gaunt, si voltò verso di lei lasciando che le
iridi azzurre vagassero
dal suo volto alla fine rovinosa che aveva fatto il caffè.
-
L’avevo appena comprato e non ero nemmeno arrivato a
metà
della tazza. –
-
Credi che questa sia la cosa peggiore appena accaduta? Per
tua informazione c’è appena stato un duplice vestiticidio … e per di
più quando sono prossima al mio turno per
il colloquio! –
-
Immagino che ognuno abbia le sue priorità -, la
rimbeccò a
tono, - e la mia era assumere la mia dose di caffè
mattutina. –
Scarlett
fece per replicare con una risposta arguta quando
vide che un giocatore appena arrivato li aveva raggiunti e si era
appoggiato
con disinvoltura alle spalle del criminale che le aveva rovinato i
vestiti.
-
Coraggio, il coach ha detto che non tollererà nessun
ritardo, neppure quello di Gavin Blackwood. –
Blackwood.
Non
poteva essere certo una coincidenza.
Quanti
altri Blackwood c’erano nel campionato americano …
e
oltretutto Kate aveva detto che il fratello minore di Ian si chiamava,
almeno
che non si stesse sbagliando di grosso, proprio Gavin.
-
Sei il fratello di Ian? –
Lo
vide scrutarla con sospetto prima di annuire. – In carne e
ossa, perché nanerottola? –
Assottigliò
lo sguardo prima di pestargli il piede con vigore.
-
Punto primo mi chiamo Scarlett, non nanerottola né altri
nomignoli odiosi … e, punto secondo, immagino che tuo
fratello sia prossimo a diventare
mio cognato. –
Vide
Gavin sbiancare mentre realizzava il significato di
quelle parole.
-
Scarlett Rosier?
La sorella di Kate? –
-
Già. –
-
Strano, non aveva accennato al fatto che sua sorella fosse
così suscettibile o una tale imbranata. –
-
Posso dire lo stesso, Ian non ha nominato le parole “odioso,
egocentrico o sbruffone” quando ha parlato di te. –
-
Immagino che Kate sia la sorella simpatica della famiglia. –
-
E che Ian sia il fratello intelligente, non che ne avessi
dubbi. –
Gavin
fece per aggiungere qualcosa, deciso in modo evidente a
non lasciarle vincere quel piccolo duello verbale, ma la voce della
segretaria
li interruppe.
-
Signorina Rosier, può entrare, il signor Barnes
l’aspetta. –
-
Non riesco a credere che tu sia finita a litigare proprio
con Gavin. New York ha decine di migliaia di abitanti con cui discutere
e tu
scegli proprio mio cognato? –
-
Diciamo che lui è indubbiamente lo yankee più
odioso che
esista – replicò, giocherellando con una ciocca
rossa.
Kate
soffocò una risata, scuotendo il capo.
-
Per certi versi vi assomigliate molto. –
Spalancò
gli occhi, fingendosi terribilmente colpita da
quell’affermazione.
– Non dire mai più una cosa simile, qualcuno
potrebbe anche pensare che sia
vero. –
-
Non ti avevo chiesto di essere gentile con Scarlett? –
Gavin
annuì alle parole del fratello senza neppure prestarvi
ascolto. Dopotutto sapeva già dove sarebbe andato a parare
Ian, fissato com’era
con la sua voglia di fare sempre bell’impressione sulla
futura moglie.
-
In mia difesa posso solo dire che non avevo idea che fosse
proprio lei. –
-
Quante altre ragazze inglesi con i capelli rossi avevano un
colloquio con Barnes per il posto da Cronista? –
Roteò
gli occhi.
Va
bene, non era un tipo che osservava granchè, ma dopotutto
da lui ci si aspettava che fosse concentrato sul campo da gioco e non
nelle
sale d’aspetto.
-
E comunque lasciati dire che anche se avessi fatto caso a
quante rosse inglesi c’erano non avrei mai immaginato che la
sorellina di Kate
fosse lei. Insomma lei è delicata, aggraziata e ben educata,
mentre sua sorella
sembra una nanerottola selvaggia che è stata allevata dai
lupi in qualche
foresta remota. –
Ian
scoppiò a ridere, ignorando lo sguardo contrariato del
fratello.
-
E dire che in lei vedo molto di te. –
-
Sono solo le tre, non è un po’ presto per
cominciare a
sparare deliri da ubriaco? –
*
Scarlett
osservò il bouquet che stringeva tra le mani,
incredula.
Si
era messa da un lato insieme alle altre ragazze nubili solo
per gioco, praticamente certa che una delle altre agguerritissime
invitate
avrebbe afferrato il mazzo di fiori lanciato da Kate, eppure le era
finito
dritto tra le braccia.
Un
trillo deliziato le raggiunse le orecchie e le annunciò che
Crystal era a dir poco esaltata dalla cosa.
-
Chissà chi sarà il fortunato, magari proprio quel
bel
ragazzo che hai portato oggi. –
Ben
Evans, il co cronista che la sostituiva durante le partite
della lega minore, praticamente l’unico disposto a scortarla
a quella serata
senza ottenere nulla in cambio. O almeno così credeva, anche
se Crystal e Kate
insistevano che il ragazzo avesse una cotta per lei e non fosse
lì solo per
spirito di cortesia e cavalleria di ex Magicospino.
-
In questo caso andrò subito a fargli le mie condoglianze e
magari a consigliargli di prendere il primo volo per il Messico e non
farsi più
vedere finchè è in tempo –
asserì la voce pacata e decisamente divertita di
Gavin.
Scarlett
arricciò il naso, cercando di pestargli il piede un
po’ come era diventata sua abitudine quando Gavin le lanciava
una frecciatina.
-
Non vedo la tua dama con te, ha realizzato quanto sia stata
masochista nel decidere di passare la serata con te e si è
dedicata ad attività
più entusiasmanti … tipo gettarsi dal tetto della
chiesa? –
-
Molto spiritosa. –
-
Lo so, ma mi spiace non poter dire altrettanto di te. –
-
Zia Scavlett, vuoi vedeve un film con io e zio Gavin? –
-
Si dice con me -,
la corresse accarezzandole i capelli, - e certo che mi va, tesoro.
–
Kelly
battè le mani deliziata e si accoccolò nello
spazio del
divano tra i suoi due zii preferiti. Mezz’ora dopo dormiva
della grossa, alla
faccia della sua voglia di vedere un film.
Scarlett
la prese in braccio con delicatezza e s’incamminò
verso la rampa di scale che conduceva alle camere da letto.
-
Vado a metterla a letto prima che la televisione la svegli
di nuovo. –
Gavin
annuì distrattamente, continuando a osservare lo schermo
mentre il poliziotto si avvicinava alle spalle dell’ignaro
criminale.
Infilò
Kelly sotto le coperte e gliele rimboccò, baciandole la
fronte prima di chiudere la porta della cameretta alle sue spalle.
Sentì
la risata calda e avvolgente di Gavin riecheggiare nel
salotto mentre scendeva gli ultimi gradini.
Un
pop corn le raggiunse il volto proprio quando ebbe rimesso
piede nel salone, colpendola sullo zigomo e rimbalzando a terra.
-
Molto maturo, Gavin. –
Si
strinse nelle spalle, un sorriso indolente sulle labbra, -
Faccio del mio meglio. –
-
Bene, allora vediamo come te la cavi con una lotta vera e
propria – asserì, afferrando una manciata di pop
corn e infilandoglieli dritti
dentro lo scollo del maglione a V.
Dimenandosi
per liberarsene, Gavin si sporse ad afferrarla per
un braccio e la tirò verso di sé per ricambiarle
il favore, ma nella
colluttazione ingaggiata finirono con il rovinare entrambi a terra e
Scarlett
si ritrovò stretta tra il tappeto e il petto muscoloso di
Gavin.
Vide
che le iridi azzurre del ragazzo si erano leggermente
incupite mentre le osservava le labbra con una certa insistenza.
Era
certa di essere arrossita sotto il peso di quello sguardo,
ma continuò a ricambiarlo.
Fu
allora che Gavin annullò la distanza che separava i loro
volti e la baciò con passione.
*
Scott
Blackwood
–
2011, Wampus.
Selina
Blackwood
–
2009, Wampus.
Grace
Blackwood
&
Garlan Blackwood –
2007, Serpecorno e Magicospino.
-
Papà non morirà vero? –
Garlan
aveva posto quella domanda con gli occhioni lucidi per
le lacrime represse a stento mentre accanto a lui sua sorella gemella,
Grace,
aveva la stessa espressione.
-
Certo che non morirà, ha solo avuto un piccolo incidente
durante gli allenamenti – li rassicurò Scarlett,
prendendo per mano i gemelli e
voltandosi a lanciare un’occhiata ai suoi figli
più grandi che li seguivano in
religioso silenzio.
Entrarono
nella stanza d’ospedale, trovando Gavin appoggiato
con la schiena contro la spalliera del letto. Aveva un braccio appeso
al collo
e il costato era interamente fasciato.
Il
loro primogenito si avvicinò al letto, osservandolo con
attenzione.
-
È stato un Bolide? – chiese Scott con assoluta
serietà.
-
Già, uno che non avevo visto. –
-
Quando andrò a Ilvermorny diventerò un Battitore,
così
caccerò via tutti i Bolidi che vedo. –
La
solennità nella voce era tale che nessuno avrebbe mai
immaginato che fossero parole pronunciate da un bambino.
-
Sono certo che lo farai, campione, e sarai bravissimo. –
-
Bambini, la zia Kate e lo zio Ian sono arrivati, perché non
uscite a giocare con le vostre cuginette? La mamma deve sgridare il
papà. –
Selina
ridacchiò sotto i baffi, afferrando i gemelli per mano
e uscendo mentre Scott li seguiva a pochi passi.
Ormai
rimasti soli Scarlett potè finalmente esplodere.
-
Gavin Blackwood NON OSARE mai più farmi prendere uno
spavento del genere! –
-
Altrimenti? –
-
Altrimenti finisco il lavoro del Bolide e ti uccido con le
mie stesse mani … e poi uccido anche quell’idiota
di Jamison che continua a non
colpirne uno nemmeno per sbaglio. –
-
Non riesco a immaginare cosa riusciranno a combinare
quest’anno
che Scott, oltre a Isabelle, potrà fare affidamento sui
figli dei miei ex
compagni di scuola … non invidio la Preside. –
-
Non riesco a immaginare Kate che faceva parte di un gruppo
tanto scatenato. –
Scarlett
rifilò una gomitata al marito.
-
Perché invece io sì? –
-
Con le tue maniere da selvaggia? Certo, dopotutto subisco
violenze coniugali in continuazione, non mi sorprenderebbe
più nulla. –
-
Sei proprio scemo – asserì.
-
Lo so -, confermò sorridendo mentre l’attirava a
sé passandole
il braccio attorno alla vita, - ed è per questo che mi ami.
–
Non
ribattè, del resto non c’era nulla da dire: amava
ogni
singola sfumatura di Gavin e così pure del suo carattere.