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Autore: Ms Mary Santiago    21/09/2018    4 recensioni
[Raccolta dedicata alla mia storia interattiva “Il gioco degli invisibili”]
I ragazzi del Club hanno terminato Hogwarts ormai e ognuno insegue il proprio sogno. A distanza di anni dove saranno finiti e come se la caveranno alle prese con famiglia e figli?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Scarlett Rosier & Gavin Blackwood


 

 

 

 

 

Ian era riuscito a procurarle un colloquio con l’agenzia che si occupava dell’assunzione dei cronisti in un tempo a dir poco scandalosamente rapido. Dopotutto quando si aveva un futuro cognato come lui le porte tendevano a spalancarsi nell’ambito sportivo. Nonostante ciò non poteva non sentirsi nervosa mentre percorreva per l’ennesima volta il corridoio in attesa che la segreteria le annunciasse il suo turno.

Fu proprio durante il suo ennesimo peregrinaggio dalla porta alla macchinetta del caffè nell’angolo opposto della sala che finì con l’urtare inavvertitamente con il gomito il braccio teso di un ragazzo intento a sorseggiare la sua tazza di ristretto macchiato.

Il calore del caffè l’assalì non appena la bevanda, per fortuna ormai a una temperatura non più ustionante, le colpì il braccio destro e schizzò in almeno una decina di macchie diverse sulla sua camicetta fresca di bucato e sui pantaloni bianchi che aveva scelto per quell’occasione visto il taglio moderatamente elegante … elegante, ma non troppo, il giusto mix per una persona destinata a essere sotto gli occhi degli spettatori durante le cronache delle partite ma al contempo non tanto eccessiva da risultare eccessivamente sofisticata.

- Per le mutande consunte di quel maledetto di un Salazar Serpeverde! –

Il ragazzo, che aveva al contempo imprecato contro una certa Gormlaith Gaunt, si voltò verso di lei lasciando che le iridi azzurre vagassero dal suo volto alla fine rovinosa che aveva fatto il caffè.

- L’avevo appena comprato e non ero nemmeno arrivato a metà della tazza. –

- Credi che questa sia la cosa peggiore appena accaduta? Per tua informazione c’è appena stato un duplice vestiticidio … e per di più quando sono prossima al mio turno per il colloquio! –

- Immagino che ognuno abbia le sue priorità -, la rimbeccò a tono, - e la mia era assumere la mia dose di caffè mattutina. –

Scarlett fece per replicare con una risposta arguta quando vide che un giocatore appena arrivato li aveva raggiunti e si era appoggiato con disinvoltura alle spalle del criminale che le aveva rovinato i vestiti.

- Coraggio, il coach ha detto che non tollererà nessun ritardo, neppure quello di Gavin Blackwood. –

Blackwood.

Non poteva essere certo una coincidenza.

Quanti altri Blackwood c’erano nel campionato americano … e oltretutto Kate aveva detto che il fratello minore di Ian si chiamava, almeno che non si stesse sbagliando di grosso, proprio Gavin.

- Sei il fratello di Ian? –

Lo vide scrutarla con sospetto prima di annuire. – In carne e ossa, perché nanerottola? –

Assottigliò lo sguardo prima di pestargli il piede con vigore.

- Punto primo mi chiamo Scarlett, non nanerottola né altri nomignoli odiosi … e, punto secondo, immagino che tuo fratello sia prossimo a diventare mio cognato. –

Vide Gavin sbiancare mentre realizzava il significato di quelle parole.

- Scarlett Rosier? La sorella di Kate? –

- Già. –

- Strano, non aveva accennato al fatto che sua sorella fosse così suscettibile o una tale imbranata. –

- Posso dire lo stesso, Ian non ha nominato le parole “odioso, egocentrico o sbruffone” quando ha parlato di te. –

- Immagino che Kate sia la sorella simpatica della famiglia. –

- E che Ian sia il fratello intelligente, non che ne avessi dubbi. –

Gavin fece per aggiungere qualcosa, deciso in modo evidente a non lasciarle vincere quel piccolo duello verbale, ma la voce della segretaria li interruppe.

- Signorina Rosier, può entrare, il signor Barnes l’aspetta. –

 

 

 

 

 

- Non riesco a credere che tu sia finita a litigare proprio con Gavin. New York ha decine di migliaia di abitanti con cui discutere e tu scegli proprio mio cognato? –

- Diciamo che lui è indubbiamente lo yankee più odioso che esista – replicò, giocherellando con una ciocca rossa.

Kate soffocò una risata, scuotendo il capo.

- Per certi versi vi assomigliate molto. –

Spalancò gli occhi, fingendosi terribilmente colpita da quell’affermazione. – Non dire mai più una cosa simile, qualcuno potrebbe anche pensare che sia vero. –

 

 

 

 

 

- Non ti avevo chiesto di essere gentile con Scarlett? –

Gavin annuì alle parole del fratello senza neppure prestarvi ascolto. Dopotutto sapeva già dove sarebbe andato a parare Ian, fissato com’era con la sua voglia di fare sempre bell’impressione sulla futura moglie.

- In mia difesa posso solo dire che non avevo idea che fosse proprio lei. –

- Quante altre ragazze inglesi con i capelli rossi avevano un colloquio con Barnes per il posto da Cronista? –

Roteò gli occhi.

Va bene, non era un tipo che osservava granchè, ma dopotutto da lui ci si aspettava che fosse concentrato sul campo da gioco e non nelle sale d’aspetto.

- E comunque lasciati dire che anche se avessi fatto caso a quante rosse inglesi c’erano non avrei mai immaginato che la sorellina di Kate fosse lei. Insomma lei è delicata, aggraziata e ben educata, mentre sua sorella sembra una nanerottola selvaggia che è stata allevata dai lupi in qualche foresta remota. –

Ian scoppiò a ridere, ignorando lo sguardo contrariato del fratello.

- E dire che in lei vedo molto di te. –

- Sono solo le tre, non è un po’ presto per cominciare a sparare deliri da ubriaco? –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Scarlett osservò il bouquet che stringeva tra le mani, incredula.

Si era messa da un lato insieme alle altre ragazze nubili solo per gioco, praticamente certa che una delle altre agguerritissime invitate avrebbe afferrato il mazzo di fiori lanciato da Kate, eppure le era finito dritto tra le braccia.

Un trillo deliziato le raggiunse le orecchie e le annunciò che Crystal era a dir poco esaltata dalla cosa.

- Chissà chi sarà il fortunato, magari proprio quel bel ragazzo che hai portato oggi. –

Ben Evans, il co cronista che la sostituiva durante le partite della lega minore, praticamente l’unico disposto a scortarla a quella serata senza ottenere nulla in cambio. O almeno così credeva, anche se Crystal e Kate insistevano che il ragazzo avesse una cotta per lei e non fosse lì solo per spirito di cortesia e cavalleria di ex Magicospino.

- In questo caso andrò subito a fargli le mie condoglianze e magari a consigliargli di prendere il primo volo per il Messico e non farsi più vedere finchè è in tempo – asserì la voce pacata e decisamente divertita di Gavin.

Scarlett arricciò il naso, cercando di pestargli il piede un po’ come era diventata sua abitudine quando Gavin le lanciava una frecciatina.

- Non vedo la tua dama con te, ha realizzato quanto sia stata masochista nel decidere di passare la serata con te e si è dedicata ad attività più entusiasmanti … tipo gettarsi dal tetto della chiesa? –

- Molto spiritosa. –

- Lo so, ma mi spiace non poter dire altrettanto di te. –

 

 

 

 

 

- Zia Scavlett, vuoi vedeve un film con io e zio Gavin? –

- Si dice con me -, la corresse accarezzandole i capelli, - e certo che mi va, tesoro. –

Kelly battè le mani deliziata e si accoccolò nello spazio del divano tra i suoi due zii preferiti. Mezz’ora dopo dormiva della grossa, alla faccia della sua voglia di vedere un film.

Scarlett la prese in braccio con delicatezza e s’incamminò verso la rampa di scale che conduceva alle camere da letto.

- Vado a metterla a letto prima che la televisione la svegli di nuovo. –

Gavin annuì distrattamente, continuando a osservare lo schermo mentre il poliziotto si avvicinava alle spalle dell’ignaro criminale.

Infilò Kelly sotto le coperte e gliele rimboccò, baciandole la fronte prima di chiudere la porta della cameretta alle sue spalle.

Sentì la risata calda e avvolgente di Gavin riecheggiare nel salotto mentre scendeva gli ultimi gradini.

Un pop corn le raggiunse il volto proprio quando ebbe rimesso piede nel salone, colpendola sullo zigomo e rimbalzando a terra.

- Molto maturo, Gavin. –

Si strinse nelle spalle, un sorriso indolente sulle labbra, - Faccio del mio meglio. –

- Bene, allora vediamo come te la cavi con una lotta vera e propria – asserì, afferrando una manciata di pop corn e infilandoglieli dritti dentro lo scollo del maglione a V.

Dimenandosi per liberarsene, Gavin si sporse ad afferrarla per un braccio e la tirò verso di sé per ricambiarle il favore, ma nella colluttazione ingaggiata finirono con il rovinare entrambi a terra e Scarlett si ritrovò stretta tra il tappeto e il petto muscoloso di Gavin.

Vide che le iridi azzurre del ragazzo si erano leggermente incupite mentre le osservava le labbra con una certa insistenza.

Era certa di essere arrossita sotto il peso di quello sguardo, ma continuò a ricambiarlo.

Fu allora che Gavin annullò la distanza che separava i loro volti e la baciò con passione.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Scott Blackwood – 2011, Wampus.



Selina Blackwood – 2009, Wampus.

 

Grace Blackwood & Garlan Blackwood – 2007, Serpecorno e Magicospino.

 

 

 

 

 

- Papà non morirà vero? –

Garlan aveva posto quella domanda con gli occhioni lucidi per le lacrime represse a stento mentre accanto a lui sua sorella gemella, Grace, aveva la stessa espressione.

- Certo che non morirà, ha solo avuto un piccolo incidente durante gli allenamenti – li rassicurò Scarlett, prendendo per mano i gemelli e voltandosi a lanciare un’occhiata ai suoi figli più grandi che li seguivano in religioso silenzio.

Entrarono nella stanza d’ospedale, trovando Gavin appoggiato con la schiena contro la spalliera del letto. Aveva un braccio appeso al collo e il costato era interamente fasciato.

Il loro primogenito si avvicinò al letto, osservandolo con attenzione.

- È stato un Bolide? – chiese Scott con assoluta serietà.

- Già, uno che non avevo visto. –

- Quando andrò a Ilvermorny diventerò un Battitore, così caccerò via tutti i Bolidi che vedo. –

La solennità nella voce era tale che nessuno avrebbe mai immaginato che fossero parole pronunciate da un bambino.

- Sono certo che lo farai, campione, e sarai bravissimo. –

- Bambini, la zia Kate e lo zio Ian sono arrivati, perché non uscite a giocare con le vostre cuginette? La mamma deve sgridare il papà. –

Selina ridacchiò sotto i baffi, afferrando i gemelli per mano e uscendo mentre Scott li seguiva a pochi passi.

Ormai rimasti soli Scarlett potè finalmente esplodere.

- Gavin Blackwood NON OSARE mai più farmi prendere uno spavento del genere! –

- Altrimenti? –

- Altrimenti finisco il lavoro del Bolide e ti uccido con le mie stesse mani … e poi uccido anche quell’idiota di Jamison che continua a non colpirne uno nemmeno per sbaglio. –

 

 

 

 

 

- Non riesco a immaginare cosa riusciranno a combinare quest’anno che Scott, oltre a Isabelle, potrà fare affidamento sui figli dei miei ex compagni di scuola … non invidio la Preside. –

- Non riesco a immaginare Kate che faceva parte di un gruppo tanto scatenato. –

Scarlett rifilò una gomitata al marito.

- Perché invece io sì? –

- Con le tue maniere da selvaggia? Certo, dopotutto subisco violenze coniugali in continuazione, non mi sorprenderebbe più nulla. –

- Sei proprio scemo – asserì.

- Lo so -, confermò sorridendo mentre l’attirava a sé passandole il braccio attorno alla vita, - ed è per questo che mi ami. –

Non ribattè, del resto non c’era nulla da dire: amava ogni singola sfumatura di Gavin e così pure del suo carattere.

   
 
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