Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Anil    23/09/2018    5 recensioni
Cosa succederebbe se Akito e Sana potessero leggersi nel pensiero? Basterebbe per risolvere le loro solite incomprensioni?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence, Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tokyo, 5 anni fa. 

Papà e Nat sono già nell’ingresso dell’aeroporto, posso vedere la testa di papà che si gira a cercarmi nella folla. 
Ma io non riesco a muovere un solo passo oltre questa banchina. Sono paralizzato. 
La folla intorno a me si muove, tutti hanno una meta, tutti sanno cosa fare…tranne me. 
Mi sono lasciato trascinare qui, ma non credo fossi pronto davvero, e forse non lo sarò mai. Faccio il maledetto passo e so che è il primo di una lunga serie che mi porteranno da quel gruppetto lì infondo dove un ragazzo con degli occhiali grandi e rotondi tiene un cartello in mano: “Bentornato Akito”. 
Sono solo in tre, nessuna traccia di capelli rossi. Prendo un gran respiro e ritorno al mio passato. 
Non è così difficile infondo, i miei vecchi amici mi danno pacche e abbracci, mi fanno domande a cui rispondo con la mia solita loquacità. 
Sembrano sinceramente contenti di vedermi, almeno loro. 
Chissà se lei sa che sono tornato… Tsu l’avrà chiamata sicuramente, forse ora ha un fidanzato (così dicono i giornali), è troppo impegnata con la carriera per andare ad accogliere un vecchio compagno di scuola. 
Ma mentre ascolto distrattamente Tsu che racconta una cosa per lui importante vedo tra la folla un lampo di colore rosso, è sorprendente come in questa marea di gente i miei occhi siano calamitati da quella piccola persona che avanza. 
Sana si fa largo tra la folla allungando il collo in cerca di qualcuno. Il mio stomaco fa una capriola, è qui. E’ qui per me. Lei sta cercando me. Nonostante gli anni passati, nonostante la lontananza, il silenzio degli ultimi anni lei è venuta qui per me. Il mio corpo, mosso da volontà propria si muove verso di lei, sto per alzare la mano in modo che lei possa individuarmi quando nel mio stomaco cade un macigno. Dietro di lei un ragazzo alto e dalle spalle larghe le mette una mano sulla vita, nessun cenno di fastidio da parte di Sana mi fanno capire che molto probabilmente è con lei. Illuso. La mia mano si chiude in un pugno e all’improvviso sento il desiderio di andare via da qui, da tutta questa gente che non conosco. 
Ma è troppo tardi, la sua voce mi sta già chiamando… 




VENERDI' SERA
POV. AKITO

Seconda sbirciata: Ore 22.00.
Locale di Gomi.
Non sembra essere diversa dal solito nonostante quello che è successo stamattina.
E’ davvero bella, indossa un dei pantaloni neri ed una camicetta bianca morbida. I capelli sono tenuti all’indietro da una fascia.
Io invece ho elaborato e ho concluso che… sono geloso. E allora? Anche lei lo è, ma questo credo non significhi nulla. O quasi.
Forse -ed è davvero dura ammettere una cosa del genere- forse ha ragione lei: siamo solo un po’ gelosi delle cose che ci sono appartenute.
E da qui un’altra domanda galleggia nella mia testa, è mai stata davvero mia?
Sono passati così tanti anni, siamo cresciuti così tanto (almeno io), cambiati così tanto (va be’ lei è sempre la stessa) e va bene.
Va bene, sono geloso. Basta. Inutile indagare sul perché. Sono geloso e basta. E’ difficile decidere cosa vedere nella sua testa, credo che alcune cose sia meglio non saperle. M
eglio mantenersi sul vago…

Siamo seduti su dei divanetti con un cocktail in mano. Chissà qual è il suo concetto di bellezza… Mentre parla animatamente con Aya, mi avvicino a lei dalle spalle e le sfilo in un gesto veloce la fascia che le copre la testa.
“Bellezza” le sussurro nell’orecchio.
Mentre si allunga verso la mia mano per prendere la fascia vedo l’immagine del mio volto che galleggia.
Rimango talmente basito che abbasso la guardia e le permetto di prendere con facilità la fascia.
“Sei il peggiore Hayama!” urla colpendomi ripetutamente con il suo fedele Piko.
Poi si copre la faccia con entrambe le mani, è mortalmente imbarazzata.
“Ehi! Cosa le hai fatto?” mi urla a sua volta Fuka.
“Le ho fatto solo una domanda” rispondo con aria innocente.
Sana mi fulmina “Sei scorretto Hayama. Mi vendicherò stanne certo!”
Le sorrido e vedo che la rabbia si scioglie.
“Non ti sopporto” dice incrociando le braccia e dandomi le spalle.
“Però pensi che sia bello” la provoco
“E allora? E’ oggettivo, penso di un sacco di persone che sono belle...”
“ma non pensi di esserlo tu…”
“E’ privato Hayama, non ti riguarda.”
“Mi riguarda, perché la vergogna che hai provato l’hai provata con me. Dal mio sguardo. Solo per oggi ti concederò una sbirciatina”
“davvero?” sbatte le mani contenta come una bambina.
“Si, ma ti farò vedere quello che ho visto io. Nient’altro”
Mi guardo un attimo intorno. I nostri amici ci lanciano occhiate preoccupate, c’è un po’ di musica in sottofondo e sono certo che non sentano quello che stiamo dicendo, ma il fatto che io e Sana parliamo in questo modo confidenziale di certo è una novità per loro.
Ah al diavolo, chissenefrega.
“Sei pronta? Sfila.”
Sana chiude gli occhi e sfila la fascia.
Rievoco il ricordo di lei svestita davanti a me e il pensiero di quanto sia bella permea tutto.
Apre gli occhi e la bocca evidentemente scioccata.
"Davvero?"
"Si, è così che ti vedono gli altri…non solo io."
Sana si sistema la fascia e il suo sguardo si è addolcito.
“Grazie Hayama, significa tanto per me...sei davvero un amico.”



A volte si rompe un equilibrio, e ti si aggiusta la vita.
MiSchianto, Twitter



SABATO
POV. SANA 



Stamattina Nao è passato a prendermi dal solito bar, passiamo la mattina intera a fare shopping e a parlare dei nostri progetti, lui con la compagnia teatrale per cui lavorava in America e io con la mia qui in Giappone.
Sono contenta di trascorrere del tempo con lui, ma non sono del tutto presente: la testa continua ad andare a ieri sera, nello specifico all’immagine di me mezza nuda che galleggiava nella testa di Hayama. Non è l’immagine in sé che mi turba, ma il fatto che l’immagine non è affatto come l’avrei ricostruita io nella mia testa.
Quella ragazza era bella, molto bella. E non so, si avvertiva qualcosa nella sua testa, una sorta di piacere…
“ehi Sana! Mi ascolti?” Nao mi passa la mano davanti agli occhi.
Sicuramente non ho risposto ad una domanda che mi ha fatto.
“Scusami è che oggi sono un po’ distratta”
“E’ per lo spettacolo di stasera?”
“S-sì deve essere quello…” Stasera ho lo spettacolo a teatro e lui ha insistito per assistervi, chissà se verranno anche gli altri…ma non credo, non ho regalato loro i biglietti stavolta.






Sbircio nel pubblico e vedo i miei amici (lui escluso) seduti nelle prime file.
Sono un po’ delusa, non ha mai saltato uno spettacolo. Che cosa strana, un momento fa credevo di non volerli qui, ora ne sono contenta, ma sono delusa che lui non ci sia.
Mi do un buffetto sulla testa. Chissà se le persone normali sono così contorte…

Come ogni volta prima di salire sul palco, mi lascio travolgere da tutte le emozioni e le uso per recitare. Sul palco mi sento viva, libera…tutto scivola su di me e attorno a me con naturalezza. Tutto è concentrato sul mio volto, sulle mie mani, nel mio corpo che si muove con sicurezza.

Lo spettacolo è stato un successo, la gente sta applaudendo.
Sugli spalti vedo finalmente entrare Hayama e un po’ mi sento contenta.
Forse non voleva influenzarmi con il suo umore…gli sorrido grata e spero capisca che è per lui…mi sento afferrare la mano e mi volto. Nao.
E’ con me sul palco e la gente si è alzata in piedi per applaudirci. Hayama è sparito.


“Dai ordiniamo le pizze!”
“Non se ne parla Nao, come faccio a sdebitarmi pagando le pizze? Come minimo devo cucinare con le mie manine!”
Siamo tornati a casa mia dopo lo spettacolo.
Aya e Fuka mi hanno invitata ad andare con loro a ballare, ma ho detto loro che Nao mi avrebbe accompagnata a casa, dopo lo spettacolo ho esaurito le energie.
Hayama non si è fatto più vedere, ma sono certa sia andato con loro…non è mai mancato a quel tipo di serate.
Nao si accomoda paziente al tavolo e mi osserva mentre cerco di fare una cena all’italiana.
Ha un sorriso soddisfatto e rassegnato insieme. È così risaputa la mia imbranataggine in cucina?
Cerco di concentrarmi al massimo per seguire le istruzioni e non è neanche difficile.
Pasta lessa, otto minuti. Scolare ed amalgamare. Fatto. Ne escono delle perfette penne all’arrabbiata e ne sono super contenta.
Le metto davanti a Nao come se fossero una creazione preziosa.
“Sono buone” appura sorpreso Nao.
“Perché sei sorpreso?” gli chiedo lanciandogli una mollica di pane.
Si gratta la nuca in imbarazzo, ma poi torna serio, “nessuno ha mai cucinato per me, grazie Sana.”

Finiamo la cena e ci accomodiamo sul divano per rilassarci.
Comincio a sentire caldo. Molto cado. Mi sento strana.
Eppure non ho bevuto vino, né altro. Mi agito a disagio, è simile all’alcol, un leggero senso di annebbiamento e un desiderio crescente…
“Ti senti bene?” mi chiede Nao accorgendosi della mia agitazione.
Mi passo la lingua sulle labbra secche. Ma cosa diavolo mi sta succedendo?
“Hai le pupille dilatate” osserva Nao avvicinandosi al mio viso.
Nel mio cervello annebbiato non c’è spazio per la logica, sento solo desiderio ed eccitazione.
Colmo la distanza fra me e la sua bocca e lo bacio. Nao rimane immobile per un istante sotto il mio tocco, ma poi affonda le mani nei miei capelli e mi ricambia con una passione che mi fa impazzire. Sbottono la sua camicia a tempo record, le mie mani nemmeno tremano. Nao fa volare la mia maglia in un secondo.
Mi guarda ammirato e senza fiato, negli occhi un desiderio ed un amore incredibili, provo un’intensa fitta di piacere. Mi tuffo sul suo collo stavolta per baciarlo mentre lui armeggia col gancetto del reggiseno. Appena sento il gancio staccarsi recupero in un angolino nascosto della mia testa un minimo di raziocinio. Ma è debole per combattere.
Nao me lo sfila con mani tremanti, le labbra leggermente aperte.
Mi accarezza piano e sento un’altra fitta di piacere intensa. Stringo gli occhi, è un piacere assoluto ed avvolgente. Nao sentendomi tremare mi bacia con più dolcezza.
La mia razionalità comincia a farsi strada faticosamente nel marasma di emozioni. La sua mano avanza verso il basso e gliela blocco.
Gli sussurro un implorante “no” nell’orecchio.
“Scusa” mi mormora lui di rimando, ma continuiamo a baciarci ancora.
Solo molto tempo dopo ci stacchiamo ansanti e rossi di imbarazzo.
“Scusami Nao, non so cosa mi sia successo” mormoro senza guardarlo.
Con un braccio mi copro il seno. Nao mi solleva il mento per incontrare i miei occhi e vorrei sinceramente scomparire dalla faccia della terra. È irrimediabilmente, assolutamente felice.
“Ti amo” mi conferma stampandomi un bacio leggero sulle labbra.
Recupera la camicia e mi porge la maglia.
“Ora sarà meglio che vada, prima che rientrino gli altri. Sana, non sai quanto mi hai reso felice! Tu sei tutto per me. Ti chiamo domattina ok?”
Annuisco e Nao mi dà un altro bacio leggero sulle labbra scuotendo la testa incredulo. Il rumore della porta che si chiude mi fa riacquisire completamente il controllo della mia volontà.
Mi trascino in bagno sotto un getto di acqua bollente e analizzo la mia misera situazione. Ora Nao crede che ci metteremo insieme, che questo mio slancio verso di lui sia un segnale che qualcosa dentro di me è cambiato. Mi odio con tutta me stessa e mi sento smarrita. Perderò Nao… ma come ho potuto fare una cosa del genere?
Un lampo di comprensione mi attraversa il corpo e la mia tristezza si tramuta quasi all’istante in una rabbia assassina.
Mi vesto in fretta e arrotolo l’asciugamano attorno alla testa, non solo per i capelli bagnati ma anche per mettere al sicuro i miei pensieri. Stavolta lo ammazzo Hayama. Non può distruggere la mia vita in questo modo!

POV AKITO

Erano anni che non li vedevo assieme, da quando Sana ha smesso di fare televisione.
Vederlo avanzare verso di lei e prenderle la mano è stato tremendo. Lo ha fatto con naturalezza, mentre io non posso neanche fare una cosa così semplice come toccarla.
Per non parlare del senso di piacere che aveva in quel momento, forse il fatto di averlo accanto la rende contenta…
Sarei potuto andare al locale con i ragazzi, ma ho visto che parlavano con lei fuori dal teatro e ho avuto paura che se si fosse presentata con Nao non avrei retto.
Così sono tornato a casa e ho chiamato Mika. Non ci ha pensato due volte prima di precipitarsi qui. Non è difficile lasciarsi andare con Mika perché è davvero bella, certo non della bellezza elegante di Kurata, e non ha quei capelli incredibili, e non ha il suo profumo di vaniglia… chiudo gli occhi mentre sono a letto con lei immaginando Sana fra le mie braccia. L’eccitazione cresce esponenzialmente mentre credo di fare l’amore con lei e mi lascio travolgere dal piacere.
Appena finito congedo Mika con la scusa che il mio coinquilino potrebbe rientrare da un momento all’altro e anche se lei non sembrava troppo contenta, non replica perché infondo anche a lei va bene così. Niente impegno + nessun sentimento = nessun dolore. Non fa una piega.
Mi sto preparando un bel sushi quando comincio a sentire una fastidiosa tristezza e senso di colpa invadermi. Davvero mi sento in colpa? Mi accorgo, è estraneo: dev’essere Kurata. Forse è già rientrata…Spero solo non abbia sentito...
Veloce come è venuta, la tristezza va via lasciando il posto alla rabbia. Prima che possa capire cosa sia stato a scatenarla sento bussare alla porta.
No, bussare non rende l’idea. Qualcuno sta colpendo la porta con un ariete probabilmente.

Kurata è davanti a me fremente di rabbia, un asciugamano stretto sui capelli e la pelle ancora bagnata dalla doccia.
Fa un passo verso di me emanando una tale rabbia che indietreggio.
“Tu” dice piantandomi come una pistola l’indice sul petto “cosa hai fatto?”
“Di cosa stai parlando Kurata!” sbotto.
“Sei un farabutto Hayama, non ti perdonerò mai!” La mano le trema vistosamente e sento la sua rabbia crescere. È un nodo alla gola davvero brutto.
“Perché te la prendi così tanto?”
“Perché non ero sola verme schifoso! C’era Nao con me!” urla talmente forte che sento vibrare la cassa toracica e graffiare la gola. Ma sarebbe stato meglio uno schiaffo, una stilettata, una spinta dal terzo piano, qualsiasi cosa ma non questo. Nao con lei. Ti prego no.
Le prendo i polsi “Cosa hai fatto?” chiedo in un fiato, ti prego Sana dimmi che non sei andata a letto con lui, dimmi che non ti ho spinta fra le sue braccia. Kami ti prego fa che non sia successo! Sana strattona i polsi liberandosi dalla mia presa
“Non osare provare senso di colpa Hayama, non ne hai il diritto” si riferisce alle mie budella attorcigliate.
“E poi cosa ti importa Hayama? Hai ottenuto ciò che volevi no? Io non posso continuare a vivere così.”
Lancia nell’aria queste parole con estrema freddezza e sparisce in casa sua chiudendo a doppia mandata. Il suono della serratura riecheggia per tutto il corridoio e rimbomba nella mia testa.
Mi prendo la testa fra le mani cercando di arginare il dolore che mi sta assalendo e mi maledico con ogni forma conosciuta di anatema per la mia idiozia. Devo allontanarmi, via il più possibile. Prendo le chiavi della macchina e scappo per le scale.
Metto in moto e sfreccio per la città incurante di qualsiasi regola e legge della strada, devo solo mettere migliaia di chilometri fra di noi. Non ce la faccio, il dolore mi sta seguendo spietato, e non riesco più a vedere la strada. Non so nemmeno dove io sia, spengo il motore e mi abbandono al mio dolore. Cosa hai fatto Akito? Cosa le hai fatto fare? Lei ha preservato gelosamente la sua virtù per il grande amore, e in qualche angolino sperduto del mio cuore credevo che potessi essere io quell’amore. Come un sassolino spostato che scatena una valanga, i sentimenti per lei rotolarono nella mia coscienza schiacciandomi definitivamente. Ci avevo distrutto, e per cosa? Sarebbe scappata da me come dal peggiore dei mostri e l’avrei persa ancora. Non solo come amica, ma come possibile futuro.


POV. SANA 

Al ritorno di Fuka e Aya fingo di dormire, ho lascito un biglietto di scuse sul tavolo con tante moine e bacetti per farmi perdonare di non averle aspettate.
Spero che domani non leggano sulla mia fronte la mega scritta “stupida.” Forse posso sgattaiolare via prima che si alzino ed evitarle.
Sono certa che Fuka capirebbe che è successo qualcosa solo a guardarmi. No, non posso affrontarle. E poi cosa dovrei dire? Sono saltata addosso a Nao perché sentivo l’eccitazione di Hayama? Rabbrividisco a quanto sia terribile ciò che è accaduto. Devo riorganizzare la mia vita. Una cosa è certa, non posso vivere ancora vicino a quello lì, non dopo ciò che mi ha fatto fare.
Quindi vaglio le opzioni rimaste.

Opzione uno.
Tornare da mammina con la coda fra le gambe, lamentandomi della vita da universitaria e cominciare a studiare a distanza. Questa opzione non mi dispiace poi così tanto, ma per una questione di orgoglio non posso accettarla. Non tornerò a vivere a casa, sono cresciuta e devo farmi la mia vita.

Opzione due.
Inscenare una colossale lite con Fuka e Aya e prenderla come scusa per cercare un altro appartamento. No, neanche questa di opzione mi piace. Non posso rinunciare a due mie amiche quando ho perso già tanto in un solo giorno.

Opzione tre.
Accettare un incarico che mi terrebbe impegnata nei prossimi mesi e prendere tempo per trovare una soluzione. Non male questa idea, ma accettare un lavoro significherebbe ricominciare a lavorare a pieno regime e addio laurea.

Opzione quattro.
Lasciare che i Kami che mi hanno mandato questa maledizione facciano il loro gioco. Perché deve pur essere un segno del cielo tutta questa storia. Mi sono sempre chiesta cosa passasse per la testa di Akito e loro Puf! mi hanno accontentata. Ma se davvero questa è una maledizione di qualche Kami che ho fatto arrabbiare, allora Nao deve essere la risposta di qualche Kami che ancora mi vuole bene.

Insomma, forse Nao non era lì con me per caso. Forse, come dice lui, il mio posto è al suo fianco. Cerco di concentrarmi su Nao e su quanto fosse felice delle mie attenzioni. Sorrido. Si, decisamente mi voglio sentire così: in pace con il mondo. Infondo se nel mio passato non ci fosse stato Akito, Nao e io staremmo insieme da sempre. Lui l’ha sempre sostenuto che ci apparteniamo, fin da quando senza neanche saperlo mi ha guarito dalla mia malattia della bambola. Aveva sette anni il mio angelo custode. Sorrido all’immagine di una ragazzina con degli enormi occhi blu. Nao. Prendo il telefono e gli mando un messaggio: Domattina alle nove, ti aspetto sotto casa.
La sua risposta non tarda ad arrivare anche se l’orologio segna le 2.00, non sta dormendo proprio come me. Non vedo l’ora…


NOTA DELL'AUTORE: Anche questo cap. non è uscito come avrei voluto , ma se tento di perfezionarlo ancora non lo pubblicherò mai. Buona lettura:)
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Anil