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Autore: elelunare    23/09/2018    1 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“MA DOVE DIAVOLO SONO FINITI QUEI CAGASOTTO?! Sembrano spariti! TASHIGI! Tu ne sai qualcosa?!” Il viceammiraglio Smoker era sul serio alterato e la donna-capitano accorse da lui col fiatone. Faceva davvero caldo ora in quella cittadina tutta bianca ed era incredibile ma pareva quasi deserta, sembravano tutti essersi chiusi in casa. Forse temevano la presenza insolita della marina, pensò il viceammiraglio.

“Signore! Ho fatto un giro dell'isolato! Sembrano scomparsi! Non me lo spiego! Eravamo tutti lì riuniti pronti ad esplorare il prossimo quartiere, ci eravamo già divisi per zone e poi 'puff!' sono scomparsi alla mia vista! Io mi sono girata un attimo e dopo non c'erano più! E' inspiegabile!” la donna era rossa in viso, si vergognava per i suoi sottoposti.

“Ma che razza di uomini si arruolano ultimamente?! Sono delle piattole schifose! Farò rapporto a chi di dovere! Mi sentiranno! D'ora in poi sceglierò io personalmente i miei uomini! Deplorevoli vigliacchi! Li troverò e li punirò uno ad uno, se ne pentiranno!.. E poi li lasceremo in questa dannata isola! TUTTI! Io non dividerò la mia nave con quella marmaglia di femminucce!”

“Come desidera lei, certamente! E' troppo increscioso...” disse Tashigi sistemandosi gli occhiali, la sua mente già era al momento del ritorno..cioè, lei e il viceammiraglio soli in quella nave.. No! Era troppo imbarazzante! Però chissà perché le piaceva come idea.

“Oh, è molto più uomo lei di sicuro di tutti quanti loro messi insieme!” sparò ad alta voce ancora il bianco non riuscendo a contenere la rabbia, era inferocito.

“Era una specie di complimento?” gli fece lei girandosi poco compiaciuta.

“Ah?! Mal riuscito, sì!” Smoker si rese conto dello strafalcione appena pronunciato e corse ai ripari in qualche modo. “Bah! Lasci perdere quello che ho detto e andiamo a prendere qualcosa da bere, così penseremo più lucidamente a cosa fare, forza, offro io!” disse.

Così i due si avviarono lungo la strada candida quasi deserta e giunsero dopo un quarto d'ora ad un piccolo bar miracolosamente aperto. Non c'erano clienti, il locale era vuoto.

“Buongiorno! E' aperto?” chiese il viceammiraglio spazientito e accaldato, sbucò una testa dal bancone che dapprima lo guardò in modo indifferente e subito dopo spalancò la bocca.

“Voi! Voi siete dei marines?!” disse spaurito.

“Ha davanti il viceammiraglio, di preciso” disse lui.

“Ehm! Sissignore! Cosa le posso servire?!” quell'ometto si rizzò in piedi così velocemente che gli scivolò il mini 3Dvision dalle mani. Il cubo, che di lato misurava poco più di dieci centimetri, rotolò sul bancone e sia Smoker che Tashigi osservarono quell'oggetto luminoso e sconosciuto con molto interesse. Poi, subito dopo, sbarrarono gli occhi increduli.

“Che diavoleria è mai questa?! E come diamine ci sono finiti i miei uomini lì dentro?!” tuonò il bianco. I bicchieri sulla mensola tremarono.

Smoker prese per il grembiule l'uomo dietro a quel bancone “Ora lei me lo dirà. E. IN. FRETTA!”

 

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“271! E sto contando solo quelli veri, intesi!” puntualizzò Zoro stordendo un marines dietro l'altro. I due avevano subito notato che, mescolati a quei soldati, c'erano pure degli ologrammi, ricostruiti perfettamente con le loro sembianze, tanto per cercare di ingannarli.

“Sicuro?! Io non ti credo, sbarellato! 281!” gridò il cuoco, che con un salto e un calcio doppio ne aveva fatto schiantare sette su una volta.

“Vola più basso e preparati a perdere! Sono a 293 e mi sto solo scaldando, cuoco!”

“Perchè tu credi che io stia facendo sul serio?! Sei un illuso! 317!”

“Davvero?! Ma dai! Vai a mescolare il brodo, pesce lesso! 331!”

“Sei uno sbruffone! 347! Te lo farò ingoiare quel mestolo!”

“Sadico stronzo! Vuoi proprio la guerra! Ti aprirò in due prima ancora che tu possa toccare quell'affare! 359!”

“Ah! Ah! Ah!”

“Che cazzo ridi?! 367!”

“Non ci entrerò più in quella cucina! Ironico, no?! 373!”

“Magari da morto! Ah! Ah! 383!”

“Ah! Ah! Ti piacerebbe! 397!”

“AH! Cavolo..sì! 409!”

I due, alla fine della giostra, se la stavano pure spassando, si stavano sfidando ed impegnando non poco e questo era sicuro, ma erano spronati l'uno dall'altro a fare sempre meglio e sotto sotto il tutto era pure eccitante. Non sentivano affatto la fatica, né le ferite.

Il polverone si era rialzato ed era davvero un problema per quelle sentinelle seguire le mosse dei pirati. Era da una mezzora ormai che non facevano altro che abbattere uomini ma presto questi sarebbero terminati, inoltre erano arrivati ai due terzi del percorso che li portava al piccolo castelletto.

“Ridendo e bastonando siamo quasi arrivati alla meta, cuocaccio! 457!”

“Guarda, se non mi avessi ostacolato sarei già lì! 463!”

“Non mi dire che stanno già finendo! 479!”

“Eh, qui non hanno ancora capito con chi hanno a che fare, alga! 487!”

“Ultimo gruppo! Ed è MIO!” Zoro con un fendente micidiale buttò gambe all'aria una decina di uomini mentre il cuoco si occupava degli ultimi tre rimasti con un solo e potente calcio rotante.

“Che cavolo..peccato!” Zoro dissentiva insoddisfatto.

“Dai dai! A quanto sei arrivato allora?” gli fece il cuoco avvicinandosi con fare fintamente non interessato.

“Dimmielo tu..”

“Te l'ho chiesto prima io e non barare!!” Sanji gli mostrò perfino i denti.

“ANCORA! IO NON BARO MAI, DEMENTE!..Diciamolo insieme così ognuno dirà il numero totale e stop!”

“Vaa bene,..3...2...1..” Gli occhi di Sanji si ridussero a due fessure.

 

“601!!!” , “601!!!” Si urlarono a pochi centimetri l'uno dall'altro.

 

Ci rimasero talmente male che si girarono di colpo da un altra parte, tutti e due sbuffando.

“AARRGH!! Datemi altra gente da abbattere!! Mi sentite, decerebrati davanti a quei cubi!?” fece Zoro alterato.

“Tu hai mentito spudoratamente! Ma chi ti crede?! 601!..sì sì, vorresti! Io sono molto più veloce di te!” sbottò incavolato il cuoco.

“STA ZITTO! Io sono molto più letale di te, se voglio!!”
“Cosa vuoi dire che non hai fatto sul serio?! Ma BASTA!”

“NO, mollami tu! Sennò arriverò a 602!”

I due stavano ancora, per l'ennesima volta, battibeccando e contemporaneamente avanzando verso la struttura centrale guardandosi in cagnesco, volavano solo insulti e imprecazioni da quelle bocche. Così apparvero sei energumeni davanti a loro e nessuno dei due li vide.

Si sentirono solamente colpire dritto in viso e volare via per qualche decina di metri. Sanji e Zoro poi, si schiantarono contro i muri rimasti in piedi ai lati di quel varco aperto dallo spadaccino e finirono a terra di peso.

Ora sì, che erano messi male.

Si misero tutti e due faticosamente in piedi scuotendo la testa frastornati e guardarono avanti, la causa di quel colpo. Erano sei comunissimi uomini, un bel po' alti e muscolosi ok, ma comunque non eccezionali.

“Mi hai distratto, stupido cuoco, me la pagherai..” disse lo spadaccino mirando però con le katane ai nuovi nemici.

“Quando vuoi, non vedo l'ora..” rispose il biondo non staccando gli occhi dagli energumeni davanti a lui.

E i due attaccarono. Corsero verso quei tizi ben cresciuti e subito dopo accadde qualcosa che li spiazzò. Due sparirono in un lampo di luce e al posto loro apparvero un gigantesco orso nero e un lupo bianco enorme.

Le bestie attaccarono subito i due pirati che al primo momento si fermarono, stupiti e impalati, poi reagirono e misero ko le due bestie. Quando quest'ultime furono a terra tramortite, con un baleno tornarono i due uomini, interi e senza nemmeno un graffio che subito passarono al contrattacco con un sorriso di scherno sulla faccia.

Continuò così per un po' tra lo stupore dei due pirati. Quando gli energumeni erano in difficoltà venivano in pratica “sostituiti” da degli animali inusuali, molto pericolosi e poi quegli uomini tornavano ringalluzziti e più incazzati che mai.

Ad un certo punto apparve dietro a Zoro una grande anaconda bianca che lo avvolse celermente tra le sue spire, lo spadaccino era completamente bloccato e stava per essere stritolato, solo un calcio del cuoco in pieno muso a quell'animale, gli ridiede il respiro e in pochi attimi quel serpente fu ridotto a tocchetti.

“Ho detto..che...non devi intralciarmi!!” urlò furioso Zoro al biondo, prendendo fiato.

“L'ho fatto solo perché è la nostra ultima battaglia insieme e tu devi arrivare intero, l'ho fatto per lei e non per te” disse Sanji stordendo il malcapitato con un calcio in testa.

“Tu mi sottovaluti troppo, merdaccia di uno chef!” fece lo spadaccino e si accorse che dietro al biondo era apparso uno scorpione nero dalle dimensioni pazzesche ed era pronto a colpire. Zoro non ci pensò proprio, il suo braccio partì senza volerlo e sferzò la spada in aria. L'uncino di quella bestia si staccò dal suo corpo finendo chissà dove e la bestia sparì.

Il cuoco si girò non capendo cos'era successo mentre Zoro, facendo finta di nulla, faceva fuori l'ultimo energumeno davanti a lui. Almeno ora si era sdebitato, pensò e non c'era altro da dire. E così anche quel gruppo di nemici era fuori gioco.

“Vabbeh..io qui ho perso il conto, cuoco. Non ci ho capito nulla..e poi non sapevo se contare anche quelle bestiacce..” Zoro si asciugò il sudore dalla fronte.

“Siamo in due...un gran casino, pazienza” disse Sanji sbottonandosi un po' la camicia e soffiandoci dentro, aveva un caldo pazzesco.

“Comunque, direi che abbiamo perso anche troppo tempo”. Lo spadaccino guardava il cancello d'entrata del castello davanti a loro. Erano arrivati finalmente alla meta. Era stato un po' più incasinato del previsto ma ora erano lì, non erano proprio freschi (a chiunque sarebbero parsi come due disperati usciti male da una rissa) ma a nessuno dei due pareva importare granchè. Che cos'erano mai un po' di rivoli di sangue qua e là, qualche livido, il fango e l'appicicaticcio del rigetto maleodorante di un mostro per due tipi come loro! Solo ordinaria amministrazione.

“Chi dici che ci sia lì dentro? Loro due? O gli altri, intendo?” chiese lo spadaccino.

“'Castello'..vuol dire 'principi' e 'principesse'...quindi direi che ci hanno messo le ragazze..”

“Tu vivi proprio nel mondo delle fiabe, ah?..” Zoro si voltò a guardarlo schifato.

“Sì...però mi sono svegliato” rispose il biondo fissando serio quell'entrata.

“Heh..male, direi”

“Cazzo, se hai ragione” al cuoco sfuggì proprio quel commento ad alta voce, ormai l'aveva detto comunque.

Zoro annuì studiandolo. Sorrise.

“Entriamo, principe dei miei stivali”

 

-----

 

“Eccezionali...” pronunciò senza rendersene conto Jo.

“SCUSA?!” Jako si girò esterrefatto verso il collega. Non aveva parole, l'avrebbe preso a calci. “Sai, quasi quasi ti registro e poi lo faccio sentire alla Black..”

“Hehm! Stavo parlando delle bestie! Non ho mai visto animali così..così grandi e feroci, dico!”

“Sì..sì..” Jako scuoteva la testa davvero irritato “Piuttosto, hai rimandato quelle schiappe di marines dov'erano? Zona bianca A4, di specifico, se non lo rammenti..”

“Certo, già fatto! Guarda..”

Jo attivò la visuale della sentinella che seguiva il gruppo di marines e nel monitor però notò qualcosa di strano. Anche Jako, che verificava che fosse tutto regolare, osservò quello schermo e si rese subito conto del dettaglio incredibilmente obsoleto.

Su quello schermo, che inquadrava una strada della zona bianca pattugliata dagli ora storditi marines, un negozio aveva le pareti colorate. Quella facciata, quel muro, era azzurro e spiccava in quell'isolato come una mosca bianca dentro ad un formicaio.

“Perchè cavolo hanno dipinto la parete di quel colore, eh?!” fece Jo divertito.

“Tu non sai proprio un cazzo, dannato stupido!” urlò Jako e il collega si irrigidì, non l'aveva mai visto così alterato, di solito era un tizio tranquillo quello.

Jako si alzò e penetrò con lo sguardo il collega. “TU sta qua. Io vado dalla Black perché devo avvisarla, è grave la cosa. Controlla tutto, assicurati che il piano vada avanti, se hai dubbi chiedi a Jan e Jess. Torno più presto possibile. Non fare cazzate sennò la pagherai.”

Jo annuì vigorosamente, girò di colpo la sedia e si mise a controllare subito le due postazioni contemporaneamente. Guardò l'inquadratura sul castelletto. I due pirati sarebbero entrati lì dentro a momenti. Prese un profondo respiro.

  
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