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Autore: SagaFrirry    24/09/2018    3 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Compleanno di demone

-Parte prima-

 

Un tocco leggero. Keros mosse solo lievemente le orecchie e continuò a dormire, rigirando la testa. Si strinse di più nelle lenzuola. Di nuovo un tocco leggero, che ne spostò i capelli sul viso. Il mezzodemone arricciò il naso, lievemente infastidito. Un bacio sul collo gli provocò un brivido lungo tutta la schiena.

“Buon compleanno” udì sussurrare.

Il principe aprì gli occhi, chiedendosi che ore fossero. Era buio pesto, notte fonda. Ancora abbracciato al cuscino, sbadigliò e cercò di non riaddormentarsi.

“Ary…” biascicò “Ma che ore sono?”.

“È da poco passata la mezzanotte. Buon compleanno!”.

“Perché… perché mi hai svegliato?”.

“Volevo essere il primo a farti gli auguri!”.

“Oh… grazie…”.

“E ora… che ne dici di festeggiare un po', prima di tornare a dormire?”.

“Che cos’hai in mente?”.

“Tu che dici?”.

Keros intravide un ghigno sul viso del mortale, che lo baciò di nuovo sul collo.

“Sei pazzo?” mormorò il mezzodemone “C'è Leonore di là!”.

“E allora?”.

“Quella, se si sveglia, è capace di venire qui in camera a chiedere cosa stiamo facendo e se può unirsi!”.

“Se è quello che vuole…”.

“Ary!”.

“Scherzo!”.

Il mortale scostò parte del lenzuolo che copriva la schiena del sanguemisto. Keros rabbrividì, non amando molto la temperatura esterna, ma venne subito rassicurato.

“Ti scaldo io" sussurrò dolcemente l'umano ed il mezzodemone non oppose resistenza.

 

Li attendeva una lunga giornata. Su richiesta di Leonore, Keros era stato obbligato ad uscire di casa. Indossando cappotto e sciarpa, aveva raggiunto la città assieme ad Ary, per poi prendere una diversa direzione. L'umano si era recato al lavoro ed al mezzodemone era rimasto un lungo elenco di commissioni da svolgere, fra cui ritirare la torta di compleanno. L'idea lo allettava, sapeva che in pasticceria avrebbe trovato tantissimi dolci interessanti con cui accontentare la propria golosità. Però doveva attendere l'orario prestabilito e perciò, nel frattempo, prese a gironzolare per la città, assolvendo altri compiti come passare per la posta e la pulitura a secco. Una volta terminate le commissioni, salì su una delle torri che delimitavano il centro storico ed osservò le viuzze e le piazze. Turisti e passanti scattavano foto da quella postazione, mentre il mezzodemone si limitava ad ammirare il mondo dall'alto. Notava il traffico congestionato su alcune vie, gruppi di giovani che passeggiavano al parco, anziani diretti dal panettiere e uomini d'affari incollati al cellulare. Grazie all’udito sviluppato, riusciva a percepire molte voci, come quella della maestra che richiamava i suoi alunni dalla ricreazione o quella del muratore che discuteva con il collega. La città da lassù pareva proprio bella, brulicante di vita e di angoli da esplorare. Erano stupidi gli umani, quasi sempre, ma il loro mondo non era tanto male! Il trillo del telefono lo riportò alla realtà, dopo aver divagato con la mente a pensieri riguardanti il tempo che passa ed il come quella città doveva essere diversa mille e trecento anni fa: era ora di mangiare!

Dopo la breve pausa pranzo con Ary, Keros era tornato a dedicarsi alla totale nullafacenza per il centro. Aveva trascorso del tempo in libreria, regalandosi un volume a tema storico, dopo un caffè ed un saluto al negozio d'animali. Leonore gli aveva suggerito di passare dal parrucchiere per “farsi bello per l'occasione", ma il mezzodemone non avrebbe mai permesso a mani umane di tagliargli i capelli. Così aveva atteso il tramonto, dondolando pigramente su un'altalena del parco, ricordando altri suoi compleanni con vago disagio. Era trascorso troppo tempo, troppi secoli… ma ora poteva andare a ritirare la torta!

 

“Siamo pensierosi?” stuzzicò Ary, mentre percorrevano il breve tragitto che li separava dal parcheggio.

“Stavo pensando…” ammise Keros, addentando un pasticcino alla crema “…che sono più vecchio della maggior parte degli edifici di questa città. Della maggior parte degli oggetti e del paesaggio che vedo".

“E non ti era mai capitato?”.

“No. All'Inferno, è quasi tutto molto più datato di me".

“Se vuoi dopo passiamo per il museo di storia naturale. Là ci sono i dinosauri" rise l'umano, aprendo la portiera ed aiutando il mezzodemone a sistemare in modo sicuro la torta ed i pasticcini.

“Proposta allettante" mostrò la lingua Keros “In cambio, potrei portarti in una nursery. I demoni della tua età sono praticamente dei neonati".

“Devono essere carini i demoni da neonati”.

“Come gli umani. Ma mordono fin dalla nascita…”.

“Wow…”.

Il mortale, entrato in macchina, controllò di sfuggita alcune raccomandate e poi accese il motore.

“C'è una cosa però di cui vorrei parlarti" esordì il principe, dopo qualche metro.

“Dimmi pure” sorrise Ary, abbassando la radio.

“Seriamente. Io sono molto preoccupato per Leonore”.

“Preoccupato per Leonore? E perché?”.

“Come perché?! Lucifero!”.

“Keros… Leonore è una donna adulta. Credo che non sia nostro compito prenderci cura di lei come fosse una mocciosa. Sono sicuro che sa badare a se stessa".

“Credimi: non lo sa. Non si può badare a se stessi con Lucifero intorno. È il suo potere! E temo voglia per davvero la sua anima…”.

“E anche se fosse? Noi non possiamo far altro che metterla in guardia, cosa che abbiamo già fatto più volte. Più di questo? Che fare? Rinchiuderla in una torre?”.

“Cerca di fare il serio!”.

“Lo hai detto anche tu che il potere di Lucifero è estremamente difficile da sconfiggere, specie per un umano. Anch'io sono preoccupato, temo le possa fare del male. Ma fin ora lei mi sembra felice, come lo siamo io e te. Pure tu volevi la mia anima, all'inizio”.

“Però io poi ho cambiato idea. Cosa che Lucifero non farà. Lui odia gli umani, siete la cosa che più detesta in assoluto!”.

“Leonore compirà le sue scelte, Keros. È il libero arbitrio, dopotutto".

“Ma lei è mia amica. Negli ultimi mesi è stata così gentile con me… il minimo che possa fare è impedirle di commettere uno sbaglio che la condannerà per l'eternità”.

“Faremo del nostro meglio. Ma ora non crucciarti, ok? È il tuo compleanno! Sorridi!”.

“Prometti di non uccidermi se, per caso, i miei due padri ti distruggono la casa?”.

“Metterò i danni sul loro conto…”.

 

Appena messo piede in casa, Keros rimase senza parole. Leonore aveva addobbato il corridoio ed il salone con stelle e piccoli decori luminosi, così da dare l'impressione di ammirare il cielo notturno. I tavoli e tutto quello che vi era su di essi, dai tovaglioli ai sottobicchieri, richiamava lo stesso tema. La musica, soffusa, era un concerto di violini e pianoforte.

“Che meraviglia!” commentò il padrone di casa “Hai fatto un ottimo lavoro, Leonore!”.

Lei sorrise ed attese i commenti del festeggiato, che ammirava ogni piccolo dettaglio.

“Mi è stato detto che adori le stelle ed il cielo" spiegò la mortale al sanguemisto, che si complimentò sinceramente.

“Gli ospiti saranno qui a momenti. Meglio tirar fuori le bibite dal frigo…” furono le parole di Ary, dopo aver scattato qualche foto con il cellulare.

Si diresse in cucina e lì trovò un ospite inatteso: un gatto. Un gatto tutto nero se me stava acciambellato su una sedia, con un occhio mezzo aperto.

“Che micio bellissimo! Da dove arrivi? Vuoi un po' di latte? Ti faccio i grattini sulla pancia?”.

Tentò invano di fare amicizia fino all'arrivo di Keros, che fissò il gatto storcendo il naso.

“Offrigli vodka con ghiaccio, vedrai che ti risponde" sbottò il sanguemisto, mentre il gatto ghignava divertito e prendeva le sembianze di Lucifero.

“Oh…” arrossì leggermente il padrone di casa “…mi scuso per ogni cosa inopportuna che posso aver detto".

“Non c'è problema" ridacchiò il demone “Sono consapevole di essere un gran bel micio irresistibile”.

“Da quanto tempo sei qui?” volle sapere Keros, togliendo peli dal cuscino della sedia.

“Abbastanza. Mi sono fatto un bel sonnellino. Ah… auguri! Ti ho portato un regalo. È sul tavolo, in salotto”.

“Dopo guardo, grazie…”.

Il re ghignò ancora, guardandosi attorno. Leonore non fu affatto stupita di vederlo, come se sapesse della sua presenza felina.

“Che vestito incantevole" si complimentò il diavolo “E gli addobbi sono molto carini. Forse un po' troppo chic per i miei gusti, ma la festa non è la mia".

Lei sorrise, finendo di preparare i tavoli. Indossava un lungo abito blu, molto elegante, che richiamava il tema della giornata. Lucifero invece si era vestito in modo più “moderno", non troppo formale. Con i lunghi capelli stranamente sciolti, sfoggiava un completo jeans e camicia. I pantaloni neri erano strappati in qualche punto e, fra catene e piccole borchie, sufficientemente aderenti da lasciare poco spazio all'immaginazione. La camicia, stranamente bianca, la portava con gli ultimi due bottoni aperti, mostrando così una collana d'argento raffigurante il proprio marchio.

Leonore, incantata da quegli occhi lievemente truccati, sospirò e lo trovò bellissimo.

Keros preferì vestirsi con uno stile più demoniaco, con ricami e riccioli intricati di colore rosso, sulla stoffa nera. Mentre Leonore ed Ary finivano di apparecchiare la sala, si era ritirato in stanza per sistemare i capelli, acconciandoli con piccole catene e punti luce. Quando fu soddisfatto del risultato, raggiunse il tavolo delle bibite. Su di esso era comparso un buono vino infernale ed un'altra bibita con la stessa provenienza, decisamente più alcolica.

“Miky è in ritardo” constatò Lucifero, mangiando una patatina al formaggio.

“Probabilmente ti sta spiando da un bel pezzo, come sempre" rispose Keros, aprendo una birra “E spunterà quando ne avrà voglia. Nel frattempo, non mi pare tu ti faccia problemi. Ti stai rimpinzando di patatine".

“Che vuoi farci? Devo pur passare il tempo…”.

Ary si unì al banchetto e così fece Leonore, quando qualcuno bussò alla porta. Il festeggiato andò ad aprire, sapendo già chi fosse. Mihael, con in mano un pacchetto infiocchettato alla bene e meglio, salutò educatamente ed entrò. Anche lui era vestito in jeans e camicia, ma senza strappi e con pantaloni azzurro pastello.

“Non avete motivo di coprire la vostra identità" spiegò Keros, rivolto a Lucifero e Mihael “Qui lo sanno tutti che cosa siete. Perciò non sforzatevi troppo e date pure libero sfogo ad ali, code e quant'altro…”.

“Sto bene così, grazie" rispose l'Arcangelo “Le ali sono solo un impiccio dentro casa”.

“Come preferisci… grazie per essere venuto. Non credo sia stato facile accettare, per entrambi. Ma voi siete entrambi mio padre, e ci tenevo ci foste in un momento come questo. So che spesso non lo dimostro ma… io vi voglio bene. E spero non litighiate oggi!”.

Lucifero, che esprimeva con molta più facilità i propri sentimenti rispetto a Mihael, rispose a quelle frasi con un abbraccio divertito.

“Un angelo…” stava ripetendo Leonore “Sto guardando un angelo!”.

“Arcangelo" la corresse Ary “Meglio essere precisi. Magari si offende…”.

“Nessuna offesa" rassicurò Mihael, nascondendo un certo imbarazzo. Non era abituato a partecipare a feste od occasioni simili, se non di tipo religioso.

“Bene…” interruppe ogni discorso il principe “Non so voi, ma io ho fame! Prendo la torta. Sedetevi a tavola".

 

Il dolce era delizioso e, nonostante le porzioni abbondanti, non ne avanzò nemmeno una briciola. Poi Ary porse al festeggiato un pacchettino rettangolare, invitandolo ad aprirlo. Keros obbedì e rimase perplesso.

“Che roba è?” domandò.

“Un lettore MP3! Non lo avete all'Inferno?”.

“Non credo. Però è da un po' che non giro per negozi. A cosa serve?”.

“Aspetta. Ti faccio vedere".

Il mortale collegò le cuffie ed accese il dispositivo. Avvicinandosi al mezzodemone, accostò una delle cuffiette all'orecchio del festeggiato, che si lasciò sfuggire un “Oh!”.

“Così, se vuoi sentire la musica, puoi farlo con questo" spiegò il mortale “Anche nel cuore della notte, senza disturbare nessuno e senza litigare con lo stereo. Niente spaventi. Basta un tasto per farlo partire e puoi metterci le canzoni che vuoi. Ti piace?”.

“Spero di capire come funziona…”.

“Ma certo! È semplicissimo! Basta schiacciare il tasto centrale per farlo partire".

“E gli altri tasti?”.

“Servono per il volume o per selezionare la canzone”.

“Capisco… farò pratica! Grazie. Mi rincuora non dover più toccare quel maledetto stereo!” ridacchiò Keros  “Ora voglio aprire il pacchetto di Mihael".

Togliendo la carta color panna, il sanguemisto trovò due libri con la copertina in pelle. Privi di titolo, era evidente che fossero fatti a mano. Aprì il primo, quello più in alto, ed i mortali non riuscirono a trattenere lo stupore davanti a simile bellezza. La prima pagina era riccamente decorata con miniature e foglie in oro.

“Ovviamente…” specificò Mihael “La lettura di entrambi i volumi dev'essere ad esclusivo uso personale".

Concluse la frase fissando Lucifero, che gli fece una boccaccia.

“Ah… ma certo!” annuì Keros, capendo che doveva essere la copia di uno dei volumi che tanto aveva chiesto al padre, riguardante i tempi precedenti alla guerra del Paradiso.

“Il secondo volume invece è da parte di Gabriel. Dice che ne avete parlato e che ora è tutto tuo. Non ho idea di che cosa contenga, ma spero tu lo gradisca”.

Il principe alzò un sopracciglio, con aria interrogativa. Aprì il volume e lesse qualche riga, subito comprendendo il contenuto e sorridendo. Era una copia dei verbali e degli appunti depositati da Mihael riguardanti Carmilla, ogni loro incontro fin dal primo tentativo di esplorazione umana da parte della demone. Lo chiuse, senza svelare all'Arcangelo la verità.

“Ringrazialo molto. Terrò questi libri come dei tesori inestimabili” mormorò, con un piccolo inchino.

“Ora posso darti il mio?” sorrise Leonore, non stando più nella pelle e porgendo un foglio a Keros.

“Che… cosa…?”.

“È un buono per una cena!” spiegò la mortale “Nel ristorante più esclusivo e romantico della città. Ho un'amica che ci lavora e sono riuscita a farvi avere due posti, ovviamente per te e per Ary, tutti per voi. Lo chef preparerà un menù apposta solo per voi due, con tanto di saletta personale e musica. Spero non abbiate impegni per domani sera!”.

“Che idea carina!” commentò Ary.

“Vi meritate del tempo per voi!”.

“Ho sempre sognato di andare a mangiare in quel locale. Ma è sempre strapieno! Vedrai, Keros, sarà una serata magnifica!”.

“In un locale famoso, una stanza solo per noi con menù esclusivo? Grazie, Leonore!” esclamò il festeggiato.

“Ho pensato che tu possiedi già molte cose" spiegò lei “Ma di bei momenti con il proprio innamorato non se ne trascorrono mai abbastanza. Giusto?”.

“Hai avuto un'idea magnifica. Ti ringrazio".

L’umana si alzò in piedi e si fece abbracciare, felice di aver fatto un regalo gradito.

“Ora manca Lucy" commentò poi, indicando il demone.

“Lui detesta essere chiamato Lucy" le sussurrò il sanguemisto.

“Oh… scusa!” arrossì Leonore.

“Mi hai portato il vino, giusto?” continuò Keros “Ed il liquore".

“Sì” annuì il diavolo “Ma pensi che potrei regalare solo quello a te, nel giorno del tuo compleanno?”.

“Non lo so. Io…”.

“Tieni".

Il re lanciò un pacchetto sul tavolo, dopo averlo estratto dalla tasca. Il principe lo aprì e vi trovò un mazzo di chiavi, con un indirizzo scritto sulla targhetta.

“Che significa?” domandò il festeggiato.

“Se non puoi batterli, unisciti a loro. Così dicono" sospirò il sovrano “Visto che non vuoi saperne di tornare a casa, nonostante il freddo di questo postaccio di montagna, ho deciso di fornirti un'alternativa valida e più adatta alla tua salute".

“Mi hai comprato una casa?!”.

“Io VI ho comprato una casa. Ad entrambi. Una casa vicino al mare, non troppo distante dal luogo di lavoro del tuo amato mortale. È isolata, tranquilla, adatta ad un demone come te. Così, spero, trascorrerai l'inverno in un posto dove non vieni sommerso dalla neve già ad ottobre. Mi sentirò molto più tranquillo sapendo che almeno non ti ammalerai per il freddo".

“Davvero ci ha comprato una casa?!” si stupì Ary.

“Ovviamente questa dimora resta tua, non pretendo che vi trasferiate. Solo che tu costringa Keros a trascorrere del tempo in un luogo un po' più caldo. Per il suo bene, almeno ogni tanto".

“Ma è magnifico! Ne avevamo parlato, io e Keros. Pensavo di vendere questa casa per comprarne una in un luogo più mite. Ora è tutto più semplice…”.

“Poi, una volta che sarai morto, la casa resterà a Keros o a qualche altro demone di sua scelta".

“Ovviamente!”.

“Non iniziare a parlare di gente che muore!” interruppe il principe.

“Ok” ghignò il re “Facciamo un brindisi al festeggiato?”.

 

La serata proseguì in modo tranquillo, fra giochi da tavolo e racconti su Keros da piccolo. Ad un certo punto, il festeggiato si alzò.

“Scusate" spiegò “C'è una cosa che devo fare prima che questo giorno sia concluso. Voi continuate pure a festeggiare, torno fra poco".

“Perché non porti Mihael con te?” propose Lucifero.

Il sovrano sapeva quel che il mezzodemone voleva fare. Gli era costata parecchia fatica pronunciare quelle parole. Non amava l'idea che colui che considerava l'unico figlio e prezioso erede trascorresse del tempo con il vero padre.

“Mihael?” chiese conferma Keros.

“Sì” sospirò il demone “È la cosa giusta”.

 

Sono tornata!! Eccomi!!! È stata una fatica riuscire a concludere in tempo ma alla fine… eccoci qua! E riprendo con gli aggiornamenti settimanali (computer permettendo). A presto!

   
 
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