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Compleanno
di demone
-Parte
prima-
Un
tocco
leggero. Keros mosse solo lievemente le orecchie e continuò
a dormire,
rigirando la testa. Si strinse di più nelle lenzuola. Di
nuovo un tocco
leggero, che ne spostò i capelli sul viso. Il mezzodemone
arricciò il naso,
lievemente infastidito. Un bacio sul collo gli provocò un
brivido lungo tutta
la schiena.
“Buon
compleanno” udì sussurrare.
Il
principe aprì gli occhi, chiedendosi che ore fossero. Era
buio pesto, notte
fonda. Ancora abbracciato al cuscino, sbadigliò e
cercò di non riaddormentarsi.
“Ary…”
biascicò “Ma che ore sono?”.
“È
da
poco passata la mezzanotte. Buon compleanno!”.
“Perché…
perché mi hai svegliato?”.
“Volevo
essere il primo a farti gli auguri!”.
“Oh…
grazie…”.
“E
ora…
che ne dici di festeggiare un po', prima di tornare a
dormire?”.
“Che
cos’hai in mente?”.
“Tu
che
dici?”.
Keros
intravide un ghigno sul viso del mortale, che lo baciò di
nuovo sul collo.
“Sei
pazzo?” mormorò il mezzodemone
“C'è Leonore di là!”.
“E
allora?”.
“Quella,
se si sveglia, è capace di venire qui in camera a chiedere
cosa stiamo facendo
e se può unirsi!”.
“Se
è
quello che vuole…”.
“Ary!”.
“Scherzo!”.
Il
mortale scostò parte del lenzuolo che copriva la schiena del
sanguemisto. Keros
rabbrividì, non amando molto la temperatura esterna, ma
venne subito rassicurato.
“Ti
scaldo io" sussurrò dolcemente l'umano ed il mezzodemone non
oppose
resistenza.
Li
attendeva una lunga giornata. Su richiesta di Leonore, Keros era stato
obbligato ad uscire di casa. Indossando cappotto e sciarpa, aveva
raggiunto la
città assieme ad Ary, per poi prendere una diversa
direzione. L'umano si era
recato al lavoro ed al mezzodemone era rimasto un lungo elenco di
commissioni
da svolgere, fra cui ritirare la torta di compleanno. L'idea lo
allettava,
sapeva che in pasticceria avrebbe trovato tantissimi dolci interessanti
con cui
accontentare la propria golosità. Però doveva
attendere l'orario prestabilito e
perciò, nel frattempo, prese a gironzolare per la
città, assolvendo altri
compiti come passare per la posta e la pulitura a secco. Una volta
terminate le
commissioni, salì su una delle torri che delimitavano il
centro storico ed
osservò le viuzze e le piazze. Turisti e passanti scattavano
foto da quella
postazione, mentre il mezzodemone si limitava ad ammirare il mondo
dall'alto.
Notava il traffico congestionato su alcune vie, gruppi di giovani che
passeggiavano al parco, anziani diretti dal panettiere e uomini
d'affari
incollati al cellulare. Grazie all’udito sviluppato, riusciva
a percepire molte
voci, come quella della maestra che richiamava i suoi alunni dalla
ricreazione
o quella del muratore che discuteva con il collega. La città
da lassù pareva
proprio bella, brulicante di vita e di angoli da esplorare. Erano
stupidi gli
umani, quasi sempre, ma il loro mondo non era tanto male! Il trillo del
telefono lo riportò alla realtà, dopo aver
divagato con la mente a pensieri
riguardanti il tempo che passa ed il come quella città
doveva essere diversa
mille e trecento anni fa: era ora di mangiare!
Dopo
la
breve pausa pranzo con Ary, Keros era tornato a dedicarsi alla totale
nullafacenza per il centro. Aveva trascorso del tempo in libreria,
regalandosi
un volume a tema storico, dopo un caffè ed un saluto al
negozio d'animali.
Leonore gli aveva suggerito di passare dal parrucchiere per
“farsi bello per
l'occasione", ma il mezzodemone non avrebbe mai permesso a mani umane
di
tagliargli i capelli. Così aveva atteso il tramonto,
dondolando pigramente su
un'altalena del parco, ricordando altri suoi compleanni con vago
disagio. Era
trascorso troppo tempo, troppi secoli… ma ora poteva andare
a ritirare la
torta!
“Siamo
pensierosi?” stuzzicò Ary, mentre percorrevano il
breve tragitto che li
separava dal parcheggio.
“Stavo
pensando…” ammise Keros, addentando un pasticcino
alla crema “…che sono più
vecchio della maggior parte degli edifici di questa città.
Della maggior parte
degli oggetti e del paesaggio che vedo".
“E
non ti
era mai capitato?”.
“No.
All'Inferno, è quasi tutto molto più datato di
me".
“Se
vuoi
dopo passiamo per il museo di storia naturale. Là ci sono i
dinosauri"
rise l'umano, aprendo la portiera ed aiutando il mezzodemone a
sistemare in
modo sicuro la torta ed i pasticcini.
“Proposta
allettante" mostrò la lingua Keros “In cambio,
potrei portarti in una
nursery. I demoni della tua età sono praticamente dei
neonati".
“Devono
essere carini i demoni da neonati”.
“Come
gli
umani. Ma mordono fin dalla nascita…”.
“Wow…”.
Il
mortale, entrato in macchina, controllò di sfuggita alcune
raccomandate e poi
accese il motore.
“C'è
una
cosa però di cui vorrei parlarti" esordì il
principe, dopo qualche metro.
“Dimmi
pure” sorrise Ary, abbassando la radio.
“Seriamente.
Io sono molto preoccupato per Leonore”.
“Preoccupato
per Leonore? E perché?”.
“Come
perché?! Lucifero!”.
“Keros…
Leonore è una donna adulta. Credo che non sia nostro compito
prenderci cura di
lei come fosse una mocciosa. Sono sicuro che sa badare a se stessa".
“Credimi:
non lo sa. Non si può badare a se stessi con Lucifero
intorno. È il suo potere!
E temo voglia per davvero la sua anima…”.
“E
anche
se fosse? Noi non possiamo far altro che metterla in guardia, cosa che
abbiamo
già fatto più volte. Più di questo?
Che fare? Rinchiuderla in una torre?”.
“Cerca
di
fare il serio!”.
“Lo
hai
detto anche tu che il potere di Lucifero è estremamente
difficile da
sconfiggere, specie per un umano. Anch'io sono preoccupato, temo le
possa fare
del male. Ma fin ora lei mi sembra felice, come lo siamo io e te. Pure
tu
volevi la mia anima, all'inizio”.
“Però
io
poi ho cambiato idea. Cosa che Lucifero non farà. Lui odia
gli umani, siete la
cosa che più detesta in assoluto!”.
“Leonore
compirà
le sue scelte, Keros. È il libero arbitrio, dopotutto".
“Ma
lei è
mia amica. Negli ultimi mesi è stata così gentile
con me… il minimo che possa
fare è impedirle di commettere uno sbaglio che la
condannerà per l'eternità”.
“Faremo
del nostro meglio. Ma ora non crucciarti, ok? È il tuo
compleanno! Sorridi!”.
“Prometti
di non uccidermi se, per caso, i miei due padri ti distruggono la
casa?”.
“Metterò
i danni sul loro conto…”.
Appena
messo piede in casa, Keros rimase senza parole. Leonore aveva addobbato
il
corridoio ed il salone con stelle e piccoli decori luminosi,
così da dare
l'impressione di ammirare il cielo notturno. I tavoli e tutto quello
che vi era
su di essi, dai tovaglioli ai sottobicchieri, richiamava lo stesso
tema. La
musica, soffusa, era un concerto di violini e pianoforte.
“Che
meraviglia!” commentò il padrone di casa
“Hai fatto un ottimo lavoro,
Leonore!”.
Lei
sorrise ed attese i commenti del festeggiato, che ammirava ogni piccolo
dettaglio.
“Mi
è
stato detto che adori le stelle ed il cielo" spiegò la
mortale al
sanguemisto, che si complimentò sinceramente.
“Gli
ospiti saranno qui a momenti. Meglio tirar fuori le bibite dal
frigo…” furono
le parole di Ary, dopo aver scattato qualche foto con il cellulare.
Si
diresse in cucina e lì trovò un ospite inatteso:
un gatto. Un gatto tutto nero
se me stava acciambellato su una sedia, con un occhio mezzo aperto.
“Che
micio bellissimo! Da dove arrivi? Vuoi un po' di latte? Ti faccio i
grattini
sulla pancia?”.
Tentò
invano di fare amicizia fino all'arrivo di Keros, che fissò
il gatto storcendo
il naso.
“Offrigli
vodka con ghiaccio, vedrai che ti risponde" sbottò il
sanguemisto, mentre
il gatto ghignava divertito e prendeva le sembianze di Lucifero.
“Oh…”
arrossì leggermente il padrone di casa
“…mi scuso per ogni cosa inopportuna che
posso aver detto".
“Non
c'è
problema" ridacchiò il demone “Sono consapevole di
essere un gran bel
micio irresistibile”.
“Da
quanto tempo sei qui?” volle sapere Keros, togliendo peli dal
cuscino della
sedia.
“Abbastanza.
Mi sono fatto un bel sonnellino. Ah… auguri! Ti ho portato
un regalo. È sul
tavolo, in salotto”.
“Dopo
guardo, grazie…”.
Il
re
ghignò ancora, guardandosi attorno. Leonore non fu affatto
stupita di vederlo,
come se sapesse della sua presenza felina.
“Che
vestito incantevole" si complimentò il diavolo “E
gli addobbi sono molto
carini. Forse un po' troppo chic per i miei gusti, ma la festa non
è la
mia".
Lei
sorrise, finendo di preparare i tavoli. Indossava un lungo abito blu,
molto
elegante, che richiamava il tema della giornata. Lucifero invece si era
vestito
in modo più “moderno", non troppo formale. Con i
lunghi capelli
stranamente sciolti, sfoggiava un completo jeans e camicia. I pantaloni
neri
erano strappati in qualche punto e, fra catene e piccole borchie,
sufficientemente aderenti da lasciare poco spazio all'immaginazione. La
camicia, stranamente bianca, la portava con gli ultimi due bottoni
aperti,
mostrando così una collana d'argento raffigurante il proprio
marchio.
Leonore,
incantata da quegli occhi lievemente truccati, sospirò e lo
trovò bellissimo.
Keros
preferì vestirsi con uno stile più demoniaco, con
ricami e riccioli intricati
di colore rosso, sulla stoffa nera. Mentre Leonore ed Ary finivano di
apparecchiare la sala, si era ritirato in stanza per sistemare i
capelli,
acconciandoli con piccole catene e punti luce. Quando fu soddisfatto
del
risultato, raggiunse il tavolo delle bibite. Su di esso era comparso un
buono
vino infernale ed un'altra bibita con la stessa provenienza,
decisamente più
alcolica.
“Miky
è
in ritardo” constatò Lucifero, mangiando una
patatina al formaggio.
“Probabilmente
ti sta spiando da un bel pezzo, come sempre" rispose Keros, aprendo una
birra “E spunterà quando ne avrà
voglia. Nel frattempo, non mi pare tu ti
faccia problemi. Ti stai rimpinzando di patatine".
“Che
vuoi
farci? Devo pur passare il tempo…”.
Ary
si
unì al banchetto e così fece Leonore, quando
qualcuno bussò alla porta. Il
festeggiato andò ad aprire, sapendo già chi
fosse. Mihael, con in mano un
pacchetto infiocchettato alla bene e meglio, salutò
educatamente ed entrò.
Anche lui era vestito in jeans e camicia, ma senza strappi e con
pantaloni
azzurro pastello.
“Non
avete motivo di coprire la vostra identità"
spiegò Keros, rivolto a
Lucifero e Mihael “Qui lo sanno tutti che cosa siete.
Perciò non sforzatevi
troppo e date pure libero sfogo ad ali, code e
quant'altro…”.
“Sto
bene
così, grazie" rispose l'Arcangelo “Le ali sono
solo un impiccio dentro
casa”.
“Come
preferisci… grazie per essere venuto. Non credo sia stato
facile accettare, per
entrambi. Ma voi siete entrambi mio padre, e ci tenevo ci foste in un
momento
come questo. So che spesso non lo dimostro ma… io vi voglio
bene. E spero non
litighiate oggi!”.
Lucifero,
che esprimeva con molta più facilità i propri
sentimenti rispetto a Mihael,
rispose a quelle frasi con un abbraccio divertito.
“Un
angelo…” stava ripetendo Leonore “Sto
guardando un angelo!”.
“Arcangelo"
la corresse Ary “Meglio essere precisi. Magari si
offende…”.
“Nessuna
offesa" rassicurò Mihael, nascondendo un certo imbarazzo.
Non era abituato
a partecipare a feste od occasioni simili, se non di tipo religioso.
“Bene…”
interruppe ogni discorso il principe “Non so voi, ma io ho
fame! Prendo la
torta. Sedetevi a tavola".
Il
dolce
era delizioso e, nonostante le porzioni abbondanti, non ne
avanzò nemmeno una
briciola. Poi Ary porse al festeggiato un pacchettino rettangolare,
invitandolo
ad aprirlo. Keros obbedì e rimase perplesso.
“Che
roba
è?” domandò.
“Un
lettore MP3! Non lo avete all'Inferno?”.
“Non
credo. Però è da un po' che non giro per negozi.
A cosa serve?”.
“Aspetta.
Ti faccio vedere".
Il
mortale collegò le cuffie ed accese il dispositivo.
Avvicinandosi al
mezzodemone, accostò una delle cuffiette all'orecchio del
festeggiato, che si
lasciò sfuggire un “Oh!”.
“Così,
se
vuoi sentire la musica, puoi farlo con questo" spiegò il
mortale “Anche
nel cuore della notte, senza disturbare nessuno e senza litigare con lo
stereo.
Niente spaventi. Basta un tasto per farlo partire e puoi metterci le
canzoni
che vuoi. Ti piace?”.
“Spero
di
capire come funziona…”.
“Ma
certo! È semplicissimo! Basta schiacciare il tasto centrale
per farlo
partire".
“E
gli
altri tasti?”.
“Servono
per il volume o per selezionare la canzone”.
“Capisco…
farò pratica! Grazie. Mi rincuora non dover più
toccare quel maledetto stereo!”
ridacchiò Keros “Ora
voglio aprire il
pacchetto di Mihael".
Togliendo
la carta color panna, il sanguemisto trovò due libri con la
copertina in pelle.
Privi di titolo, era evidente che fossero fatti a mano. Aprì
il primo, quello
più in alto, ed i mortali non riuscirono a trattenere lo
stupore davanti a
simile bellezza. La prima pagina era riccamente decorata con miniature
e foglie
in oro.
“Ovviamente…”
specificò Mihael “La lettura di entrambi i volumi
dev'essere ad esclusivo uso
personale".
Concluse
la frase fissando Lucifero, che gli fece una boccaccia.
“Ah…
ma
certo!” annuì Keros, capendo che doveva essere la
copia di uno dei volumi che
tanto aveva chiesto al padre, riguardante i tempi precedenti alla
guerra del
Paradiso.
“Il
secondo volume invece è da parte di Gabriel. Dice che ne
avete parlato e che
ora è tutto tuo. Non ho idea di che cosa contenga, ma spero
tu lo gradisca”.
Il
principe alzò un sopracciglio, con aria interrogativa.
Aprì il volume e lesse
qualche riga, subito comprendendo il contenuto e sorridendo. Era una
copia dei
verbali e degli appunti depositati da Mihael riguardanti Carmilla, ogni
loro
incontro fin dal primo tentativo di esplorazione umana da parte della
demone.
Lo chiuse, senza svelare all'Arcangelo la verità.
“Ringrazialo
molto. Terrò questi libri come dei tesori
inestimabili” mormorò, con un piccolo
inchino.
“Ora
posso darti il mio?” sorrise Leonore, non stando
più nella pelle e porgendo un
foglio a Keros.
“Che…
cosa…?”.
“È
un
buono per una cena!” spiegò la mortale
“Nel ristorante più esclusivo e
romantico della città. Ho un'amica che ci lavora e sono
riuscita a farvi avere
due posti, ovviamente per te e per Ary, tutti per voi. Lo chef
preparerà un
menù apposta solo per voi due, con tanto di saletta
personale e musica. Spero
non abbiate impegni per domani sera!”.
“Che
idea
carina!” commentò Ary.
“Vi
meritate del tempo per voi!”.
“Ho
sempre sognato di andare a mangiare in quel locale. Ma è
sempre strapieno!
Vedrai, Keros, sarà una serata magnifica!”.
“In
un
locale famoso, una stanza solo per noi con menù esclusivo?
Grazie, Leonore!”
esclamò il festeggiato.
“Ho
pensato che tu possiedi già molte cose" spiegò
lei “Ma di bei momenti con
il proprio innamorato non se ne trascorrono mai abbastanza.
Giusto?”.
“Hai
avuto un'idea magnifica. Ti ringrazio".
L’umana
si alzò in piedi e si fece abbracciare, felice di aver fatto
un regalo gradito.
“Ora
manca Lucy" commentò poi, indicando il demone.
“Lui
detesta essere chiamato Lucy" le sussurrò il sanguemisto.
“Oh…
scusa!”
arrossì Leonore.
“Mi
hai
portato il vino, giusto?” continuò Keros
“Ed il liquore".
“Sì”
annuì il diavolo “Ma pensi che potrei regalare
solo quello a te, nel giorno del
tuo compleanno?”.
“Non
lo
so. Io…”.
“Tieni".
Il
re
lanciò un pacchetto sul tavolo, dopo averlo estratto dalla
tasca. Il principe
lo aprì e vi trovò un mazzo di chiavi, con un
indirizzo scritto sulla
targhetta.
“Che
significa?” domandò il festeggiato.
“Se
non
puoi batterli, unisciti a loro. Così dicono"
sospirò il sovrano “Visto che
non vuoi saperne di tornare a casa, nonostante il freddo di questo
postaccio di
montagna, ho deciso di fornirti un'alternativa valida e più
adatta alla tua
salute".
“Mi
hai
comprato una casa?!”.
“Io
VI ho
comprato una casa. Ad entrambi. Una casa vicino al mare, non troppo
distante
dal luogo di lavoro del tuo amato mortale. È isolata,
tranquilla, adatta ad un
demone come te. Così, spero, trascorrerai l'inverno in un
posto dove non vieni
sommerso dalla neve già ad ottobre. Mi sentirò
molto più tranquillo sapendo che
almeno non ti ammalerai per il freddo".
“Davvero
ci ha comprato una casa?!” si stupì Ary.
“Ovviamente
questa dimora resta tua, non pretendo che vi trasferiate. Solo che tu
costringa
Keros a trascorrere del tempo in un luogo un po' più caldo.
Per il suo bene,
almeno ogni tanto".
“Ma
è
magnifico! Ne avevamo parlato, io e Keros. Pensavo di vendere questa
casa per
comprarne una in un luogo più mite. Ora è tutto
più semplice…”.
“Poi,
una
volta che sarai morto, la casa resterà a Keros o a qualche
altro demone di sua
scelta".
“Ovviamente!”.
“Non
iniziare a parlare di gente che muore!” interruppe il
principe.
“Ok”
ghignò il re “Facciamo un brindisi al
festeggiato?”.
La
serata
proseguì in modo tranquillo, fra giochi da tavolo e racconti
su Keros da
piccolo. Ad un certo punto, il festeggiato si alzò.
“Scusate"
spiegò “C'è una cosa che devo fare
prima che questo giorno sia concluso. Voi
continuate pure a festeggiare, torno fra poco".
“Perché
non porti Mihael con te?” propose Lucifero.
Il
sovrano sapeva quel che il mezzodemone voleva fare. Gli era costata
parecchia
fatica pronunciare quelle parole. Non amava l'idea che colui che
considerava
l'unico figlio e prezioso erede trascorresse del tempo con il vero
padre.
“Mihael?”
chiese conferma Keros.
“Sì”
sospirò il demone “È la cosa
giusta”.
Sono
tornata!! Eccomi!!! È stata una fatica
riuscire a concludere in tempo ma alla fine… eccoci qua! E
riprendo con gli
aggiornamenti settimanali (computer permettendo). A presto!