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Autore: Blacket    24/09/2018    1 recensioni
Fermo, lettore, non andar così veloce! Ho qui in grembo un' anfora di ricordi e digrignare di denti, di quel vecchio uomo che visse fra le foreste e si sfamò del buio e degli echi lontani delle vittorie, che strinse in mano saette e che teneva più ad un albero che un uomo, che era onorevole e che era ignorante, che era freddo ed un focolare acceso nella notte.
Magari lascio al Signor Magna Germania le mie parole, la mia raccolta ed un augurio di buona sorte, giacché Gilbert è più un magnitudo forza nove che un bambino.
[...] -il vecchio aveva mani grandi quanto vanghe, e spesso le usava in nome della misericordia. Divina, per carità, per Thor e Wotan, purché dessero più forza e coscienza ad ogni sberla andata a segno.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Antica Roma, Germania Magna, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Erano sporchi e rozzi, due anni dopo
Personaggi: Ariovisto (Magna Germania), Augustus (nome appellativo per Antica Roma)
Raiting: Verde
Note previe: Non era raro che un dominus romano adornasse particolari stanze della sua domus- queli quella da letto propria e non propria- con quadretti di terracotta, creta, raffiguranti scene erotiche di più disparata fattura. Esistevano anche lampade e luminari a tema per poter proiettare le figure! Queste servivano ovviamente alla tematica della stanza.


Erano sporchi e rozzi, due anni dopo

Vi era l’immutato umore del pellegrino perso, l’alba brunea a baciare i tetti caldi d’una lontana casa, ove le streghe portano altri nomi, e l’amore sorride a torrenti più tiepidi.
V’è l’Urbe, e laggiù Heimdall* perde vacuo la vista: nell’otre sozzo d’oro, nel passeggio del sole.



Di rosso pompeiano, del cardo rubino, d’un ocra malato aveva Augustus le membra e le pareti della sua casa. E rosse, violente, le pulsioni ambiziose, rosea e piena l’alba- come Eos** voleva, sulle punte lasciava la propria parola: l’ambra imbarazzata casca nel peristilio e adombra di ogni luce, diffonde e s’estende nella calma fiacca del Giorno.
Una gioia, l’impero delle luci, il Mattino!, che venga dalla Grecia, si diceva il dominus, che di Marte notava ogni cosa; bollori, colori ancor prima del sussurro sorto in una preveggenza.
-Puoi scegliere, -, parole rubine, tanniche e fonde, dal tono tanto liscio e fittizio: ad ascoltarlo ci si poteva ubriacare.
Appunto, “Pui scegliere!”, disse, alla tremenda manifestazione che aveva innanzi, col sorriso degli spavaldi e degli stolti. Vi era Ariovisto a pochi passi, e già non erano abbastanza: nella voglia frizzante di percepire il pericolo, avrebbe allungato le mani morbide alle sua fauci, avrebbe colto grappoli di bacche rosse sulle sue gote. Rosse! Come se ne trovavano sul Danubio e sul Reno, e fiorivano, ora, sul volto traumefatto dal fastidio di lui- si chiaro, si sporco di vergogna, nel suo biondo orgoglio.

-Compra quelle che più apprezzi. -, così aveva sulla pelle il suo ringhio, il bollire rauco delle bestie del freddo condannate alla sorgente aura del Sole, Roma!, e Roma stesso indicava qualche suppellettile prezioso, alcuni quadretti dall’estro movimentato e deciso, dove Eros aveva dipinto ogni sua più bieca quotidianità. Il trionfo della frivolezza, due individui s’innamoravano sotto l’indice di Augustus, preso nell’atteggiamento del cacciatore armato. Nel sorriso grezzo, acuto e significante, in ogni ombra del volto, nell’occhio vibrante, vinceva: “Sii partecipe, Ariovisto”, ed ogni altra aggiunta non era che un fiore.

Un bocciolo sanguigno sul volto del Reiks straniero, che più s’arrabbia e più arruffa il pelo, che vorrebbe i fulmini di Donar fra le mani- e più s’increspa e più si fa esotico, fiorisce burbero nell’abbraccio dell’alba, una scultura di furore nei pressi del cubiculum***.





Note:
*Heimdall: divinità norrena che sosta alle porte del regno degli Asi e Vani e sorveglia il ponte Bifrost. In caso di pericolo suona il Gjallarhorn, un corno in grado di raggiungere, col suo suono, ogni luogo.
*Eos: Personaggio della mitologia greca che indica l'alba, sorella di Helios e Selene.
***Cubiculum: stanza da letto del dominus.

Personali e Ringraziamenti:
Sono passati due anni dal mio ultimo aggiornamento. Eppure, ogni tanto, ricevo ancora amore e consigli per questa storia: continuo a ruolare il personaggio di Ariovisto, che non abbandono, ma la mancanza di scrivere concretamente su di lui si è fatta troppo sentire.
Ringrazio Nadia, che invece si è rimboccata le mani con Augustus, per il piccolo flash che è nato da una conversazione e invece mi ha portato a scrivere- ringrazio tanto chi non ha smesso di recensirmi, chi ha letto, chi magari nel proprio ricordava a qualche modo la storia.
Un grosso abbraccio, alla prossima! Non fra due anni, lo garantisco.
Baci, Blacket.
  
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