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Autore: elelunare    25/09/2018    2 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sbrighiamoci!” pronunciò il cuoco.

“Se ti togli di mezzo...” gli fece lo spadaccino, poi si posizionò di fronte al portone principale. Con le due katane vibrò nell'aria una grande 'X' tagliando quel legno scuro come se fosse carta. Il passaggio fu libero.

“Magari se avessimo bussato educatamente, chissà, avrebbero aperto, no?”

“Dinne un altra e aprirò te!”

“Stavo i-ro-niz-zan-do, gran-stupido..!” gli disse il biondo con una smorfia.

“Ha. Ha. Non ho voglia di ridere..Ohi! Aspettami!”

Sanji si era fiondato dentro e stava già perlustrando la strana area dov'era ora, entrò anche Zoro. Era una stanza circolare oscura, bella grande, con un gran portone al lato opposto. Era vuota, non c'era proprio nulla lì dentro, conveniva proseguire oltre e varcare l'altro unico ingresso.

“Proseguiamo..” disse quindi lo spadaccino preparandosi a sferzare un altro colpo, questa volta avrebbe dovuto usare più forza, quel portone sembrava più grosso e resistente.

Si avvicinò un poco a spade ancora sguainate, piegò le gambe, prese un bel respiro e poi chiuse l'occhio..

“Che diavolo...ma cosa??!

Lo spadaccino sentì il cuoco pronunciare queste parole e un poco si allarmò. Zoro volle girarsi, volle aprire l'occhio per vedere cosa stesse succedendo dietro di lui ma non ci riuscì, l'unica cosa che riuscì a fare fu parlare, per il resto, rimase inspiegabilmente immobile, non riuscendo a comandare un singolo muscolo del suo corpo, nemmeno ad aprire la palpebra dell'occhio buono. Sentiva quella specie di ago, infilzato nella sua nuca, pizzicare. Se l'era pure scordato che aveva quella cosa lì dietro!

“SANJI! CHE SUCCEDE?! Non riesco a muovermi! Credo sia quello che ci hanno messo...”

“B-BLOCCATO!! Sono bloccato! Pure io! E..ROBIN! Questa è la sua abilità!” disse il biondo allarmato. Lui aveva gli occhi aperti e vedeva bene cosa stava accadendo intorno a lui.

“Ma..ma CHE COSA DICI?! Non vedo nulla, ho gli occhi chiusi! Robin?! Che..” Zoro non finì quella frase perché sentì delle mani toccargli le gambe, risalivano come giocherellando sempre più su, dischiuse la bocca incredulo. Dapprima ne contò tre di mani, poi furono cinque e sette.. Poi altri palmi presero ad afferrarlo proprio, alle braccia e alle caviglie, in modo forte e violento. Quelle mani non erano proprio delicate! Rimase interdetto.

“AH!! Robin-chan, per...?!”

Zoro sentì queste parole soffocate del cuoco poi più nulla, sembrava che una mano gli avesse tappato la bocca o chissà, era tutto sempre più inquietante.

“OI ! CUOCO!? Ah..! Perchè sta succedendo questo?!

“Perchè, dici...”

Lo spadaccino sentì la voce di quella donna a lui tanto preziosa. L'eco rimbombò in quel salone. Robin pareva dappertutto, dappertutto e da nessuna parte. Lei continuò.

“Perchè divertirsi con uno..se posso farlo con due? Sarà più interessante, non credete anche voi?”

Zoro era in affanno, quelle mani e quelle braccia si erano moltiplicate e lo stringevano sempre di più e quello che aveva sentito poi era il colmo! No.. Quella non poteva essere lei, non poteva dire quella cosa, no davvero!

“SMETTETELA, STRONZI!” riuscì ad urlare ancora lui “Non ci caschiamo a questo! Siete dei vermi schifosi..E' facile vincere così, vero? Ci state controllando! Siete solo degli emeriti vigliacchi..Io.. ”

Una mano gli prese la gola e a Zoro iniziò a mancare il respiro. Voleva urlare dalla rabbia ma non ci riusciva proprio, non sentiva più alcun movimento dietro a lui, quel cuoco che fine aveva fatto? Sarebbe finita così?! No, non poteva essere, non l'avrebbe permesso, in nessunissimo modo l'avrebbe permesso! Così Zoro si preparò a fare una mossa azzardata, un a mossa che nemmeno i compagni mai avevano visto, l'aveva imparata a Wano da quei samurai ma gli era riuscita solo in parte e una volta soltanto.

Era una tecnica particolare, un offensiva dove solo la volontà di chi la attivava era indispensabile, una tecnica dove non c'era bisogno di muovere nemmeno un muscolo per far fuori l'avversario, solo volerlo, appunto. Lo spadaccino avrebbe tentato di annientere quelle mani finte, era certo che non potevano essere dell'archeologa.

Zoro stava cercando di recuparare abbastanza lucidità per mettere in pratica quella mossa quando sentì la voce della navigatrice, di Nami.

“LA STANNO USANDO!! ROBIN NON...Ahh!

Quelle parole, urlate in preda alla disperazione, furono troncate da un un suono inequivocabile e si sentì un lamento flebile che confermò il pensiero dello spadaccino.

Nami aveva cercato di avvisarli che quella sotto specie di persone stavano, non so come, usando Robin contro di loro e la rossa era stata evidentemente colpita poi per essere zittita all'istante.

Lo spadaccino quindi capì che quelle mani su di lui erano proprio della persona a cui teneva, se le avesse colpite avrebbe di sicuro fatto del male anche a lei e probabilmente era quello che voleva quella gente, che si annientassero a vicenda, fisicamente e moralmente. Era stretto dalla morsa di quelle mani e quella sulla gola iniziò a stringere sempre di più.

Lui non poteva farlo, no, aveva di colpo perso tutta la sua determinazione, non poteva rischiare di ferire lei, piuttosto sarebbe morto. Sarebbe morto sotto quella stretta di quelle mani, mani che fino a quel giorno gli avevano donato solamente carezze e amore, l'avevano salvato e avevano fatto sì che scampasse dalla morte..sì, fino a quel momento.

Stava pensando esattamente a questo lo spadaccino quando tutte quelle braccia e quei palmi, inaspettatamente e incredibilmente, svanirono.

 

-----

 

“Che cosa.. Che cavolo succede?!?” esclamò Jo rizzandosi in piedi. “Perchè sono sparite?! Cosa ho fatto di sbagliato?!”

I monitor, su cui era fisso lo sguardo allarmato di Jo, avevano degli sbalzi. Le immagini andavano e venivano a singhiozzi. Il ragazzo si girò per chiedere aiuto agli altri due ma notò subito che anche Jess e Jan si scambiavano sguardi confusi e anche quegli schermi davanti a loro ballavano.

“Io non controllo più nulla ragazzi! E' un casino..e qualcuno mi ucciderà!” gli urlò il ragazzo rifissando i suoi monitor. A tratti si poteva scorgere l'archeologa che era crollata a terra e la rossa che, in quello stato, aveva ancora la forza di urlarle qualcosa e cercava di strisciare da lei ma fortunatamente era ancora legata. Nell'altra visuale i due pirati, anch'essi a terra, si stavano lentamente riprendendo.

“No...non può essere! Ecco! Ecco perché!! Lo vedi?!..”

Jo si voltò alle parole di Jess, indicava qualcosa nel suo monitor. Fregandosene di tutto, il ragazzo abbandonò la sua postazione per andare a vedere cosa c'era di così allarmante.

Nell'inquadratura, che procedeva a sobbalzi, vi era il cuoco visto dal basso che boccheggiava e sullo sfondo si poteva benissimo vedere la grande cupola che sovrastava quella sala. Aveva cambiato colore, ora era di un rosso brillante.

“Diomio...non dirmi che si è svegliata?!” fece ancora lei.

“Non lo dire neanche, Jess! Speriamo solo che sia un black out temporaneo del sistema..Cioè! Può essere! Visto che le connessioni sono intasate per via della diretta straseguita..” commentò Jan senza però credere neanche lui a quello che diceva “E comunque, fai inquadrare a quella sentinella qualcos'altro! Subito!”

“Ma che vuol dire?! Svegliata?! Chi si deve svegliare?!! C'è un caspita di tetto circolare rosso lì e quindi?!?”

Jo si intromise in quella conversazione con un punto di domanda in faccia e i due si girarono a guardarlo come se fosse un alieno.

“Che razza di domanda è questa?! Non vorrà mica dire che tu non lo sai?!...”

 

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Zoro tossiva e sentiva anche il cuoco fare lo stesso, quindi per lo meno era vivo. E lo era inspiegabilmente anche lui.

Stava cercando di tornare a respirare normalmente e nel frattempo pensava alla sensazione di quelle pressioni sul suo corpo che svanivano, le mani era scomparse all'improvviso ed anche quell'immobilità che l'aveva bloccato se n'era andata. Era piombato a terra, non aspettandosi affatto quel risvolto.

“Nami...Robin...Cosa hanno fatto..” fece il biondo a voce roca.

Lo spadaccino si voltò a guardare il cuoco, era già in piedi con un espressione pericolosa in faccia. Doveva aver sentito tutto fino all'ultimo quindi! E Zoro che lo credeva svenuto o andato..!

“L'hanno colpita...Se la vedranno con me” diceva ancora tra sé e sé Sanji, visilbilmente alterato mentre lo spadaccino si alzava in piedi e si preparava a radere al suolo anche quel portone.

“OH! OH! Eccovi qui!” Tuonò nella sala circolare una voce non gradita. “Scusate! Abbiamo avuto delle..interferenze! Che fortunati questi pirati! Però ora, mi spiace dirvelo, ci riprenderemo tutto con gli interessi.. Guardate qua”

Davanti al portone che Zoro si stava preparando ad abbattere, apparve uno schermo a mezz'aria, nella ripresa c'era l'archeologa.

“Robin..” pronunciò piano lo spadaccino, il suo cuore aveva precisamente perso un battito a quella visione. La mora era distesa a terra, di lato, sembrava svenuta, addosso aveva una miriade di fili che le partivano dal capo e dalle dita delle mani, sembravano delle spesse ragnatele e non si vedeva dove andassero a finire. Quelle sue mani erano intrise di sangue e aveva qualche livido qua e là.

Quel muscolo che pompava all'interno del suo petto aveva fatto tremendamente male allo spadaccino e ora quel cuore stava battendo all'impazzata. Zoro era furioso, avrebbe annientato tutto, avrebbe fatto sul serio una strage adesso. La sua mascella tremava dalla rabbia.

“Sarà.. l'ultima cosa che avrete fatto” pronunciò con un aura spaventosa “Raderò al suolo ogni cosa, questa maledetta isola non esisterà più”.

“Ohhh!.. Frena i tuoi bollenti spiriti, signor Roronoa! Ti conviene, sai? Anzi, puoi fare di meglio. Puoi salvare la tua bella, tutti e due potrete farlo.. Il clou di questo programma è finalmente arrivato e siete voi due. Lo scontroso spadaccino e l'infuocato cuoco di bordo! Due uomini incredibilmente forti, l'uno contro l'altro. Eh sì, il destino ha deciso che ora dovrete proprio scontrarvi, ma non è questo che in fondo desiderate da tempo immemore? Noi vi abbiamo regalato l'occasione perfetta per realizzare questo sogno! E con questo, pensate, riuscirete a dare la libertà anche a quelle due donzelle! Vi faccio notare che anche a loro è stato innestato il meraviglioso cip di cui andiamo molto fieri, quindi state attenti a ciò che fate, non siamo così sprovveduti! Rammentate, noi vi abbiamo in pugno, vi conviene ubbidire.” La Black finì di dire quelle parole e sparì, le immagini tornarono all'arceologa incosciente. Zoro si sentì davvero perso, gli tremavano le mani dal livore che provava ma non sapeva sul serio cosa fosse meglio dire o fare. Lo spadaccino si voltò verso il biondo che lo fissava cupo, l'ultima cosa che avrebbe voluto era assecondare quella donna disumana ma temeva che alla sua donna venisse fatto ancora del male.

 

Passarono attimi indescrivibili tra i due che rimasero fissi l'uno sull'altro in un silenzio che presagiva solo qualcosa di catastrofico, poi il cuoco parlò.

“Colpiscimi Zoro, cacciatore di pirati. Pensa a Robin-chan. E poi, è quello che aspetto da sempre...batterti, intendo”

Sanji pareva molto determinato, distaccato e non l'aveva mai chiamato in quel modo, non che lo spadaccino se lo ricordasse. Gli fece un effetto stranissimo. Era come se lui fosse già un estraneo, un nemico come gli altri, qualcuno da abbattere per passare oltre.

Zoro esitò prendendo tempo, poi sia lui che Sanji sentirono distintamente e di nuovo la voce di Nami. Forse fu un commento ad alta voce, guardarono l'ologramma, che inquadrava però solamente la mora distesa a terra.

“Attaccalo..Zoro, colpiscilo!” la navigatrice lo disse a fatica, ma pronunciò proprio quelle parole.

Il biondo e il verde tornarono a guardarsi per un secondo e Sanji abbassò la testa. “Difenditi!” disse al pavimento e corse verso Zoro dando inizio allo scontro.

Sanji provò a tirare un calcio in piena faccia allo spadaccino che lo schivò e contrattaccò con un fendente che però finì lacerando una parete. I due iniziarono a duellare, all'inizio ponderando ognuno le proprie mosse, poi agendo sempre più velocemente e d'istinto, difficilmente si riusciva a capire se i colpi andavano a buon fine anche perché nessuno dei due dava segno di soffrire il colpo dell'altro. Era un continuo colpire, parare e schivare studiandosi a vicenda, una danza folle tra i due che continuò per un po' in perfetta parità di offesa.

“HEHM! Scusate, se interrompo..” tuonò ancora la voce della Black “ma non mi pare che abbiate compreso fino in fondo quello che ho detto. Vogliamo essere più onesti possibile con tutte le persone che ci stanno seguendo, e voi dovete fare altrettanto. C'è chi si gioca delle belle somme scommettendo su di voi, sapete! Quindi ora capirete in modo chiaro che dovrete fare sul serio, perché è proprio quello che a me pare...che non vi stiate impegnando

 

AAAaaaaahhh!!!..”

 

Le urla acute della navigatrice risuonarono in quel salone buio e i due pirati si girarono lesti e sgomenti a guardare lo schermo luminoso. L'inquadratura insisteva sempre e solo sull'archeologa che aveva sbarrato occhi e bocca senza però emettere alcun suono, solo per pochi attimi. In una smorfia di dolore poi sembrava riperdere i sensi.

Zoro si sentì talmente frustrato e inalberato da provare una forte nausea, era in subbuglio, rischiava di perdere lucidità. La rabbia stava prendendo il sopravvento sulla sua ragione.

Fu così che non se ne accorse e gli arrivò un calcio in pieno petto. Una katana gli volò perfino dalle mani.

Sanji non aveva aspettato un secondo e si era fiondato su di lui. Lo spadaccino si rialzò subito più covinto che mai ora a rispondere a quell'attacco e così fece. I pirati ricominciarono a battersi scambiandosi occhiate di fuoco, sembravano più decisi di prima e i colpi, che per la maggior parte andavano a vuoto, erano devastanti, quella struttura non avrebbe retto ancora per molto.

Ben presto i due si ricoprirono di ferite e lividi, ora si vedeva chiaramente che tutto quel movimento di calci e fendenti dava i suoi sanguinosi frutti. Ansimavano dalla fatica ed erano grondanti di sudore ma nessuno dei due accennava a rallentare i propri attacchi. Zoro pensava a destreggiarsi con le katane e a parare quei colpi sì, ma allo stesso tempo anche a trovare una soluzione a quella situazione. Perchè non era dannatamente giusto che andasse in quella maniera. Ci pensava, ma non era lucido abbastanza per trovare uno straccio di quella che poteva essere una via d'uscita. E poi pensava in continuazione a come avevano ridotto Robin..e quello lo deconcentrava in modo pericoloso.

“Molto bene! Così si fa!” il commento di quella donna fece eco ancora lì dentro. “Vi informo che nelle scommesse attuali siete quasi alla pari, vi faccio i miei complimenti! Quindi date il meglio di voi! Oh, una cosa importante che non vi ho detto! Le ragazze saranno libere solo e quando uno dei due morirà”.

  
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