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Autore: paige95    26/09/2018    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Un innocuo tentativo di sabotaggio

 
“Ron. È ora di alzarsi”
 
La voce di sua moglie lo stava insistentemente chiamando, non seppe dire da quanto tempo, ma la sentiva piuttosto vicina. Temette di aprire gli occhi e trovarla proprio un palmo dal suo naso mentre minacciosa lo richiamava all’ordine. Hermione non poteva immaginare quanto desiderasse solo trascorrere tranquillamente quella giornata a letto, senza pensare a nulla e tanto meno che tra qualche ora sua figlia si sarebbe sposata. Percepiva chiaramente il respiro pesante della donna, ciò gli diede la certezza che lo stesse sovrastando e avvertiva altrettanto nitidamente le mani della moglie appoggiate vicino al suo fianco esterno rispetto al letto. Sperava evidentemente in quel modo di essere maggiormente convincente e di farsi udire meglio. Era sveglio e molto probabilmente la perspicacia di lei lo aveva già colto, ma Ron indugiò ugualmente ad aprire gli occhi. Provò in quel modo a comunicarle che la sua titubanza non era dovuta ad un semplice capriccio, ma aveva motivazioni ben più fondate. Avrebbe dovuto accompagnare Rose all’altare, proprio lui che fin dall’inizio aveva avuto più di una riserva circa quell’unione. Provò a trovare un buon motivo che avrebbe potuto consentirgli quella mattina di non mettere i piedi per terra e dirigersi in chiesa, continuava ad avere la sensazione che quel matrimonio non si sarebbe dovuto celebrare e che lui non sarebbe dovuto essere il complice principale di quell’evento. Pensò però anche a sua moglie che in quei mesi si era prodigata a rendere quel giorno indimenticabile per Rose e pensò inevitabilmente alla sua consuocera che, oltre ad aver aiutato Hermione nei preparativi, pregava di riuscire a giungere a quel giorno con la salute necessaria per poter vedere il suo unico figlio convolare a nozze.
 
“Ronald, so che mi senti, ma il fatto che oggi si sposi tua figlia e tu sia contrario non ti giustifica a continuare a dormire … e nemmeno a continuare ad ignorarmi”
 
Si girò dall’altra parte senza aprire gli occhi. Di prima mattina quando era ancora assonnato la voce squillante di sua moglie lo infastidiva parecchio. Mentre compiva quel gesto rivolgendole le spalle, bofonchiò qualcosa tra sé, ma Hermione colse nitidamente quelle parole anche se sussurrate.
 
“Visto che lo sai, lasciami in santa pace”
 
Hermione non si arrese, come infondo si sarebbe dovuto aspettare. Percepì le mani della donna discostarsi dal letto e attese intimorito ciò che aveva in mente. La potente luce del sole inondò la stanza e con essa anche chi ancora non si decideva ad alzarsi. La reazione del marito la compiacque, si era portato le mani sulla faccia infastidito dal forte fascio luminoso da cui solo le tende pochi istanti prima erano state in grado di proteggerlo.
 
“Ma sei impazzita! Mi sono appena svegliato, non aprire le tende in quel modo”
 
“Ora sei sveglio, quindi preparati”
 
Rimase totalmente impassibile davanti alle proteste di Ron e riprese ad armeggiare dentro l’armadio recuperando i vestiti per la cerimonia. Nel frattempo lui con uno sforzo aveva aperto gli occhi e aveva iniziato, anche se con qualche fatica, ad alzare la testa dal cuscino e a mettersi a sedere sul letto.
 
“Sicura non ci sia qualche emergenza al Ministero? Qualcuno dovrà pure andare al lavoro oggi, non possiamo assentarci tutti … nel caso mi offro volontario”
 
Gli lanciò dei vestiti eleganti addosso senza alcun preavviso o il timore che si sgualcissero. Ron li esaminò e siccome non vide la sua divisa, che in quel momento era parecchio desiderata, giunse alle dovute e drammatiche conclusioni.
 
“Deduco sia un no
 
“Deduzione corretta. Ora sbrigati”
 
“Hermione, se …”
 
Si voltò di scatto verso di lui minacciandolo con lo sguardo e completò la frase del marito come se avesse pronta per lui una raccomandazione da tempo ormai.
 
“… se osi anche solo pensare di non accompagnare Rose all’altare, resti senza cena per una settimana … o dormi sul divano, a te la scelta”
 
Si ritrovò totalmente soggiogato al volere di Hermione e non seppe come difendersi da tanta severità, a suo parere ingiustificata. Tentò di scegliere le parole più adeguate, quando si rese conto che il suo destino era appeso ad un filo molto sottile. Aveva sicuramente imparato ad assecondarla negli anni soprattutto per il suo bene, anche se ciò giovava un po’ meno al suo orgoglio.
 
“Miseriaccia, ma che ho fatto?! Stamattina sei più nervosa di me”
 
“Ti conosco e sono lungimirante. Ti posso ricordare che l’ultima volta che ho invitato i Malfoy a cena hai pensato bene di insultare Draco? Sei del tutto imprevedibile, non sai tenere la bocca chiusa e scommetto che non ti faresti alcuno scrupolo a rovinare il matrimonio di tua figlia, perché sei convinto che questa non sia la decisione giusta per lei”
 
“Ammetto che mi costi, ma se lei è felice non sarò certo io ad impedirlo”
 
Lo guardò sarcastica, scostando per un momento gli occhi dal suo vestito rosa confetto appoggiato sul letto, a cui stava attentamente togliendo ogni sorta di piega per renderlo del tutto presentabile.
 
“Che c’è?”
 
“Tu saresti il primo ad impedirglielo se ne avessi l’occasione”
 
“No che non lo farei, voglio che sia felice almeno tanto quanto lo vuoi tu. Scorpius è il padre di suo figlio e lei lo ama”
 
“Esatto e tu non sei mai stato d’accordo, perché mai dovresti iniziare ora?! Ron, conosco le tue argomentazioni: figlio di un ex Mangiamorte, che inoltre l’ha cacciata in non pochi guai a soli quindici anni. Comunque vorrei ricordarti che tra qualche giorno ne compie sedici”
 
“Hermione, hai detto tutto tu, stavolta io non ho fiatato, ma per quanto tu ne sia convinta, non farei mai niente per rovinare il matrimonio di nostra figlia. Mi concedi appena un po’ di incertezza? Sono io a doverla consegnare a quel ragazzo, sono io a dover concedergli mia figlia e non pensavo di doverlo fare così presto. Mettiti per un momento nei miei panni, tu come ti sentiresti?”
 
Lesse solo affetto per quella ragazza negli occhi di Ron. La commosse quasi tanta dedizione paterna, ma in quel momento, che non era facile nemmeno per lei, per quanto suo marito potesse pensarlo, voleva solo infondergli coraggio e non abbandonarsi insieme a lui alle emozioni. Per le lacrime, soprattutto di gioia, visto che quello era pur sempre il matrimonio della loro primogenita, ci sarebbe stato tempo nell’arco della giornata.
 
“No, non ti concedo alcuna incertezza, perché Rose sarà molto più in ansia di te ed è giusto che lo sia, chiunque lo sarebbe al suo posto. Quindi ora fammi la cortesia di muoverti da quel letto ed iniziare a prepararti, visto che so già che ci impiegherai un’infinità di tempo … neanche fossi tu la sposa”
 
“Sono il padre della sposa, quindi anche io devo essere presentabile, non credi?”
 
Hermione afferrò il suo vestito e lo appese all’armadio, stando attenta ad infilarlo nella gruccia senza strapparlo. Senza nemmeno guardarlo negli occhi lo minacciò pacatamente, rendendo quell’avvertimento ancora più terrificante.
 
“Ronald, se non ti alzi immediatamente, cambio le lenzuola con te sotto”
 
Dopo quell’ennesima minaccia si decise finalmente ad alzarsi. Era risaputo da tutti coloro che li conoscessero meglio che, se Hermione al mattino era pronta e scattante per cominciare la giornata, a Ron serviva almeno una mezz’ora per piangere sulle ore di sonno che avrebbe perso alzandosi di prima mattina. Quel giorno nessuno dei due aveva fatto alcuna eccezione, anzi gli eventi che si sarebbero svolti avevano accentuato le loro abitudini.
 
“Ok, mi arrendo”
 
“Come sempre, amore”
 
Gli sorrise entusiasta dell’influenza che riusciva sempre ad avere su lui e mentre recuperava dall’armadio le lenzuola pulite, dei leggeri colpi risuonarono alla porta della camera.
 
“Mamma. Papà. Posso entrare?”
 
“Vieni, Rose”
 
La ragazza si affacciò incontrando il volto palesemente assonnato di suo padre, conoscendolo poteva presupporre che si fosse alzato da pochi minuti e poteva facilmente comprendere quanto sua madre avesse dovuto insistere. Sorrise dispiaciuta ai suoi genitori, concluso quel giorno lei avrebbe lasciato definitivamente la casa della sua infanzia. Era rimasta lì quella notte per rispettare le tradizioni, sua madre aveva insistito ed anche i suoi suoceri sembravano essere particolarmente d’accordo. Era stata però una notte agitata per lei, solo l’accogliente clima che suo padre aveva creato nella sua stanza era stato in grado di rilassarla un po’. Ron aveva posizionato al centro della camera della figlia proprio la culla che lei stessa da piccola aveva utilizzato, ne aveva solo qualche vago ricordo, eppure ciò contribuì a renderla familiare.
 
“Vi siete appena svegliati? Io non sono riuscita a dormire”
 
“Solo tuo padre ha dormito stanotte” la guardò offeso “In realtà, devo spezzare una lancia in suo favore, non ha fatto altro che svegliarmi talmente era preoccupato … e alla fine non ho chiuso occhio neppure io tra un pensiero e l’altro”
 
“Mia figlia non si sposa tutti i giorni e …”
 
“… e con un Malfoy. Vero, papà? Credo piuttosto sia stato quello a tenerti sveglio”
 
Rose lo interruppe velocemente e Ron non seppe come uscire da quell’increscioso argomento senza il timore di dire qualcosa di cui si sarebbe potuto decisamente pentire nel giorno sbagliato. Reduce dalle raccomandazioni della moglie, gettò a lei un’occhiata, sperando che ciò gli desse la forza necessaria. Sorrise alla figlia, cercando di mantenere per sé i pensieri che Hermione aveva poco prima correttamente delineato.
 
“Sì … ma oggi festeggiamo solo. Domani ricomincio a tenerlo d’occhio e a minacciarlo nel caso gli venisse la malsana idea di farti soffrire”
 
Aveva sortito l’effetto sperato, perché anche la ragazza gli sorrise divertita e per nulla offesa da quelle parole rivolte al suo fidanzato.
 
“Grazie per la camera, è davvero bellissima. Mamma mi ha detto che hai fatto tutto da solo”
 
“Sì, bé, ecco …”
 
Stavolta incontrò il fiero sorriso della moglie, mentre era intenta a cambiare velocemente le lenzuola. Ciò lo imbarazzò, non era così abituato a ricevere complimenti.
 
“Solo, papà, le pareti rosse mi ricordano i Grifondoro, non sarai un po’ di parte?”
 
“No, perché il mio nipotino sarà senza alcun dubbio un Grifondoro”
 
“Papà, c’è la possibilità che sia una femmina e … che siano due nipotini, in quel caso servirebbero due culle”
 
Ron la fissò spaventato e persino il sorriso si spense dalle sue labbra quando Rose avanzò quell’ipotesi, che non lo aveva mai neppure sfiorato.
 
“D-due?”
 
Hermione intervenne, ma la sua reazione fu decisamente più contenuta rispetto a quella del marito.
 
“Pensate siano gemelli?”
 
Rose affermò con un cenno del capo, ma rispetto ai suoi genitori sembrava essere serena.
 
“M-ma è una notizia meravigliosa, Rosie!”
 
L’inaspettata reazione di Ron lasciò entrambe perplesse. Moglie e figlia lo fissarono sorprese.
 
“Che c’è? Che ho detto?”
 
Sapeva perfettamente quale fosse il problema, ma era chiaro che da quel giorno in poi avrebbe dovuto dissimulare che tutto andasse bene e che lui fosse felice o meno per quell’unione poco importava, Rose lo era ed era ciò che contava veramente.
 
“Niente, Ronald. Vieni, Rose, ti aiuto a prepararti”
 
Hermione cinse le spalle alla figlia, la quale era ancora piuttosto perplessa davanti alle parole del padre. La scortò nella sua stanza senza darle modo di chiedere alla madre alcuna spiegazione, anche perché lei era la prima a non saper spiegare l’inaspettata reazione del marito. La donna prese il vestito da sposa, preparato la sera precedente, e lo porse alla ragazza, dopodiché cercò il nastro blu, la tiara e una collana che aveva comprato a Diagon Alley per l’occasione. L’entusiasmo della madre lasciò Rose interdetta, tanto che Hermione dovette incoraggiarla con un sorriso ad iniziare a vestirsi.
 
“Mamma, posso cavarmela anche da sola, non è necessario che perdi tempo. Aiuta piuttosto papà e Hugo, tanto sappiamo entrambe che prima o poi invocheranno la tua presenza”
 
Era pienamente consapevole anche lei che presto o tardi ciò sarebbe accaduto, ma in quel giorno la sposa aveva senza alcun dubbio la precedenza. Rose infilò con prudenza il vestito ed Hermione fece passare nelle asole la lunga fila di bottoni presente sulla schiena della giovane, scostando i lunghi capelli vermigli di lato. Percepì a quel contatto l’evidente e comprensibile ansia della ragazza, si era impossessato di lei un leggero fremito che si poteva cogliere facile al tatto. Le porse una dolce carezza vicino alla spalla per provare a tranquillizzarla.
 
“Ehy, tesoro, stai calma”
 
“Sì, scusa, mamma, sono solo un po’ emozionata”
 
Nel momento in cui Hermione finì di chiuderle l’abito, Rose si voltò verso di lei ed incontrò il sorriso commosso della donna.
 
“Ed anche tu lo sei, mamma”
 
“Io lo sono molto e non lo nego. La mia bellissima bambina si sposa e non potrei essere più fiera di lei”
 
“Di cosa dovresti essere orgogliosa? Negli ultimi mesi non ho fatto altro che deludervi”
 
Le legò con un sorriso il nastro blu in vita, stando attenta a non stringere troppo all’altezza del ventre, che per fortuna non era ancora accentuato, ma la larga gonna era stata in grado di camuffare perfettamente. Hermione, dopo aver annodato una gassa sulla schiena, la prese per mano e la invitò ad accomodarsi sulla sedia di fronte allo specchio. A quel punto poté incontrare nuovamente lo sguardo della figlia, le diede un bacio tra i capelli ancora spettinati dal sonno e tentò di sciogliere ogni insensato dubbio.
 
“Tu non potresti deludermi nemmeno se ti impegnassi per farlo. Tu ed Hugo siete indifferentemente il mio più grande orgoglio e così sarà sempre. Sono orgogliosa di come state crescendo, per nulla delusa. Siamo stati noi a deluderti credendo ad un astio tra le nostre famiglie che ormai non ha più senso di esistere. Dobbiamo imparare tutti da voi e dal vostro amore, che è riuscito a sconfiggere una maledizione potente come quella Imperio”
 
Hermione sapeva già cosa la figlia avrebbe potuto contestarle, se la famiglia di Scorpius non avesse avuto un passato così oscuro, probabilmente lei non sarebbe rimasta incinta, perché sarebbero stati attenti come avevano promesso di fare ai loro genitori. Prese la collana, nel tentativo di bloccare sul nascere ogni sorta di polemica, le scostò i lunghi capelli sulla spalla e la allacciò al collo della figlia. Rose ammirò il pendolo e ne rimase meravigliata, sortendo in lei l’effetto sperato da Hermione. La perla azzurro-cielo risplendeva alla luce del sole che filtrava i suoi raggi attraverso la finestra spalancata, adornando il pizzo del vestito che si appoggiava leggero sul petto della giovane sposa.
 
“Mamma, è bellissima”
 
“Sono contenta che ti piaccia. È il regalo da parte mia e di papà”
 
“Regalo? Ma voi non dovevate farmi alcun regalo”
 
“Certo che dovevamo farti un regalo per le tue nozze. Tesoro, non è nulla di che, però ora hai qualcosa di nuovo, vecchio, blu e prestato, anche grazie alla tiara di Astoria. E poi, guarda, è in tinta con il tuo anello di fidanzamento”
 
Si rimpossessò dei capelli di Rose e stette un istante a riflettere su quei morbidi boccoli vermigli. Astoria le aveva offerto di farsi aiutare dai loro acconciatori, il suo orgoglio però aveva vinto e a sua figlia voleva pensare lei. Si era più volte in quei mesi sentita inutile nella vita di sua figlia da quando aveva lasciato la sua casa e sentì che quelle premure sarebbero state soltanto il minimo per farle percepire la presenza e l’affetto dei suoi genitori.
 
“Mamma, ti serve qualche incantesimo per sistemare il mio disastro di capelli?”
 
“Assolutamente no, tesoro”
 
Le sorrise attraverso lo specchio ed iniziò a frugare in uno dei cassetti del mobile alla ricerca di un elastico per capelli e una spazzola. Ricordava, quando aveva riordinato la stanza di Rose, di aver intravisto qualcosa che in quel momento potesse fare al caso suo. Trovato l’occorrente, districò i capelli e separò dolcemente due ciocche ai lati, tirandole verso di sé e legandole insieme con l’elastico, dopodiché voltò in dentro quella coda appena sopra l’elastico, creandole una piccola e modesta acconciatura. Prese la tiara e appoggiò le estremità tra le due pseudo trecce che aveva creato, impedendole così di perderla.
 
“Cosa te ne pare, piccola? Ti piace?”
 
Rose le sorrise, l’istinto le dettò di alzarsi per poterla abbracciare e ringraziarla, ma un lieve capogiro la portò a risedersi all’improvviso senza darle il tempo di muovere un solo passo. Ad Hermione ovviamente non sfuggì la titubanza della figlia.
 
“Tesoro, che hai?”
 
“N-niente, mamma. Deve essere stato il poco risposo, ma ora mi riprendo”
 
Hermione si inginocchiò al suo fianco preoccupata in modo da poterle scrutare il viso, ma la ragazza abbassò lo sguardo per non mostrare alla madre i segni del malessere. Le venne spontaneo accarezzare il volto della figlia per appurare che fosse dovuto a semplice stress che abbinato alla gravidanza le aveva provocato un leggero calo di pressione.
 
“Ehy, piccola mia, non stare male proprio oggi. Ti porto un po’ d’acqua?”
 
Ron comparve sulla porta proprio in quel momento, pronto per la cerimonia e con un’evidente aria canzonatoria quando appurò di essere stato più veloce della moglie a prepararsi.
 
“Hermione, sono pronto prima di te, stavolta non puoi … Rose, che hai?”
 
Non fece nemmeno in tempo a dirle quanto fosse graziosa vestita da sposa, che si spaventò a vederla in quello stato. Hermione non replicò al marito, ma vedendolo sulla soglia della porta, si alzò e si avviò verso di lui oltrepassandolo.
 
“Ron, resta un momento con lei, le vado a prendere un bicchiere d’acqua”
 
Rimasti soli nella stanza, si avvicinò alla figlia e prese il posto che la moglie aveva occupato poco prima. Il padre si inginocchiò al suo fianco, anche lui con l’intento di poterla scrutare in volto e le afferrò dolcemente una mano che giaceva distrattamente sulle gambe di Rose.
 
“Tesoro, dai, non rendermi più facile sabotare il tuo matrimonio”
 
Rose rivolse solo un mezzo sorriso all’evidente tentativo del padre di risollevarle il morale.
 
“Allora lo ammetti, avresti sabotato il mio matrimonio”
 
“Era nelle mie intenzioni, ma se non stai bene, non posso nemmeno portati via prima di accompagnarti all’altare”
 
Il sorriso di Rose si spegne ad un tratto, era preoccupata che quell’imprevisto potesse compromettere il resto della giornata e lei non lo voleva. Si sarebbe sentita in colpa, ma più si agitava per le conseguenze che quel malessere avrebbe portato più si sentiva male. Strinse più forte la mano di Ron, sperando che ciò potesse almeno placare i tormenti dell’anima.
 
“Papà?”
 
“Dimmi, tesoro mio”
 
“Se non arrivo in chiesa in tempo, Scorpius penserà che non lo voglio più sposare. Rischio di tardare come hai fatto tu”
 
“Tu, a differenza mia, sei giustificata. Ora calmati, vedrai che passa presto, è normale nel tuo stato” aveva notato l’ansia della figlia e cercò di tranquillizzarla meglio che potesse “Sai che sei ancora più bella della mamma con questo vestito? A proposito di lei, vado a vedere che fine ha fatto, torno subito”
 
Sciolse le loro mani, si alzò da quella posizione rannicchiata e le diede un bacio sulla fronte. Si stava allontanando, ma la figlia non sembrava essere d’accordo con quell’idea e lo bloccò per un braccio.
 
“Ti prego, resta qui con me, non lasciarmi sola”
 
“Rose, così mi spaventi. Stai molto male?”
 
Si era fermato preoccupato per la reazione della ragazza. Hermione tornò proprio in quel momento e Rose poté tirare un sospiro di sollievo.
 
“Quanto tempo ci vuole per prendere un po’ d’acqua?”
 
“Le ho preparato dell’acqua zuccherata. Tieni, tesoro, ti sentirai meglio. Ron, vai a controllare a che punto è Hugo”
 
Indugiò un istante prima di andare, l’unica cosa che lo rincuorava era che sua figlia fosse nelle mani migliori. Allontanò per un istante tutte le incertezze e si disse che forse era un’eventualità più rosea vederla all’altare, purché stesse bene.
 
 
∞∞∞
 
Era particolarmente agitato quella mattina e non riusciva proprio a riscoprire la rinomata determinazione dei Serpeverde. Scorpius si era alzato all’alba con la paura di arrivare in ritardo alla cerimonia e nemmeno la notte appena trascorsa era stata tra le più serene. Sapeva che era giusto che Rose quella notte, anche se in stanze separate, non si trovasse alla Villa, eppure la sua presenza l’avrebbe sicuramente rilassato. Stava lottando da qualche minuto ormai con la sua camicia. Ciò che impediva alle sue mani di non tremare era quel matrimonio così sopra le righe. Lui le aveva proposto di sposarlo, ma era pienamente consapevole che senza l’autorizzazione dei loro genitori loro in quel giorno non avrebbe potuto deciderlo in piena libertà. Era stato sincero con Albus, avrebbe tanto voluto che la loro storia fosse iniziata diversamente, si erano incontrati nel posto e nel momento sbagliati e non avevano potuto godersi il loro amore adolescenziale come invece in altre circostanze e con due famiglie differenti alle spalle avrebbero potuto serenamente fare. Fu la prima volta nella sua vita in cui rimpianse di essere un Malfoy, perché tante cose sarebbero cambiate se lui non lo fosse stato. Si era ripromesso di proteggerla, invece il suo nome per primo l’aveva ferita. Ora la sposava nella convinzione di riuscire ad esserle accanto come desiderava fare, contando anche sull’aiuto di genitori e suoceri, ma cosa gli assicurava che Rose al suo fianco non avrebbe più sofferto? Il sorriso della madre riflesso nello specchio che aveva di fronte lo distolse velocemente da quei pensieri. Astoria non poteva sapere cosa stesse passando per la mente del figlio, anche se anche lei a suo tempo aveva mosso un passo così importante, eppure riusciva a tranquillizzarlo dolcemente ugualmente.
 
“Sei già pronto? Tuo padre è ancora indietro, Scorpius, dovrai aspettarlo”
 
La guardò più attentamente e si rese conto che in quel giorno così particolare la felicità di Rose non fosse l’unica sua preoccupazione.
 
“Che c’è, tesoro? Perché mi guardi in quel modo? Non sono nemmeno pallida stamattina … o è il vestito ad avere qualcosa che non va? Dici che è troppo scuro?”
 
“Sei truccata, mamma”
 
“Perché, al matrimonio di mio figlio non avrei dovuto truccarmi?”
 
Astoria continuava a specchiarsi nel riflesso senza perdere il sorriso e si avvicinò a lui per sistemare il collo della camicia, avendo colto l’agitazione e la difficoltà del figlio in quella mattina così particolare. Era comprensibile che il ragazzo fosse nervoso e non riuscisse nemmeno nelle imprese più semplici come vestirsi.
 
“Mamma?”
 
“Dimmi, tesoro”
 
Non riusciva ad esprimere a parole cosa volesse dirle senza che la tristezza prendesse il sopravvento, così la abbracciò. Astoria non fu presa del tutto alla sprovvista, lo strinse forte con un sorriso, ricordando quanto fosse cresciuto negli ultimi anni e negli ultimi mesi quella malattia aveva sicuramente reso il loro legame ancora più stretto. Non gli aveva però mai detto, nelle loro frequenti confidenze, quanto l’esperienza sua e di Draco non fosse così differente da quella che suo figlio e Rose stavano per vivere.
 
“Forza, tesoro, so cosa provi. Andrà tutto bene”
 
Gli accarezzò dolcemente la schiena, ma quelle parole non lasciarono indifferente Scorpius, che sciolse quell’abbraccio per poter incontrare gli occhi lucidi della madre. Sapeva che, per quanto volesse mostrarsi serena, nel suo cuore non la era del tutto.
 
“Mamma, tu e papà non vi siete sposati a quindici anni”
 
“No, è vero. Però io e papà non ti abbiamo mai detto che quando ci siamo sposati ti aspettavamo già”
 
Il ragazzo rimase perplesso per un istante, quella notizia gli era totalmente nuova.
 
“E perché me lo dici solo ora, visto che sai perfettamente che molto probabilmente tu hai vissuto le mie stesse paure?”
 
“Perché erano un po’ diverse, tesoro. I nonni non volevano che io sposassi tuo padre, e questo anche Ron, ma anche tuo padre voleva proteggermi da lui stesso … Scorpius, lo conosci e sai cosa pensa di se stesso e del suo passato. Tu però hai un carattere diverso e quel passato non lo hai vissuto in prima persona, puoi prenderne più facilmente le distanze”
 
“Lo so, ma quello è lo stesso passato che ora influenza me. Con questo non dico che sia colpa di papà, non l’ho mai incolpato e mai lo farò, però è più facile a dirsi che a farsi … sono un Malfoy e questo nome resterà sempre tale, con le dovute conseguenze. E sto trascinando nel mio stesso destino anche Rose e mio figlio, rovinando anche la loro reputazione. Lei è figlia di eroi, lei può permettersi di meglio”
 
Sapeva a cosa suo figlio si stesse riferendo, ma Draco era cambiato ed anche se il passato tornava a farsi sentire ciò non doveva essere additato alle sue scelte passate, che dovevano essere comprese e perdonate. Così era riuscita ad aiutarlo e a sostenerlo nel corso di tutti quegli anni di matrimonio e così avrebbe fatto finché il destino le lo avesse concesso.
 
“Ti prego, non iniziare ad avere le stesse paure di tuo padre, questo complicherà la vita a te e a Rose più del passato dei Malfoy. Tu, Scorpius, ci hai uniti. Hai dato a papà l’incentivo giusto per cambiare e a voltare definitivamente pagina con quel passato ed io non ho avuto paura ad innamorarmi di lui, perché sapevo che infondo al suo cuore c’era bontà. Vedrai, sarà lo stesso per te e Rose, sarà lei insieme a vostro figlio a darti la forza di pensare solo al vostro futuro. Tesoro, papà ti vuole tanto bene, promettimi che gli starai accanto se … non lasciare che la mia morte rovini ciò che è diventato in questi anni e voglio che anche tu sia forte per superarla”
 
“Mamma! Non voglio nemmeno sentirti! Tu il giorno del mio matrimonio mi fai simili discorsi?!”
 
Si rese conto solo dopo di avere esagerato e di avere aumentato l’ansia del figlio senza realmente volerlo, ma non sapeva quanto tempo avesse ancora a disposizione per parlare con la sua famiglia e lasciare ai suoi cari qualche raccomandazione.
 
“Scusa, tesoro mio, non volevo. Hai ragione, oggi pensiamo solo al tuo matrimonio” gli diede un bacio tra i capelli biondi per cercare di farsi perdonare e di allontanare il velo lucido che si era formato sulle iridi azzurre del ragazzo “Sbaglio, Scorpius, o devi arrivare prima della sposa?”
 
Draco era comparso sulla porta, ammirando quella dolce scena. Cercò anch’egli di allontanare la tristezza che aveva nel cuore per la malattia della moglie, pur non avendo ascoltato la triste conversazione tra moglie e figlio. Fu proprio lui a rispondere ad Astoria, anticipando Scorpius.
 
“Sì, amore, Scorpius arriverà in tempo. Andiamo?”
 
Il figlio si avviò verso la porta e il padre nel passaggio gli diede una leggera pacca sulla spalla accompagnandola con un sorriso.
 
“Hai fatto presto a prepararti, Draco”
 
Astoria stava per uscire anch’essa dalla porta con un sorriso per seguire il figlio, ma il marito le bloccò la via allungando un braccio. Aveva notato tra le pieghe serene che aveva sul volto e che voleva simulare a lui, anche una certa celata tristezza.
 
“Draco, che c’è? Mi vuoi chiedere come sto? Non fai altro che …”
 
Non fece in tempo a terminare la frase e le arrivò un grande bacio sulle labbra.
 
“Oggi voglio pensare solo alla nostra famiglia e al fatto che tu sia qui con noi. Sei bella e basta, non hai alcun difetto”
 
Solo lui era in grado di farla sentire veramente bene, anche quando iniziava ad accusare i sintomi di quel malanno.
 
“Quindi non parliamo nemmeno del fatto che tuo figlio stia per sposare una Weasley, giusto?”
 
Draco alzò gli occhi al cielo cercando di non proferire le prime parole che gli erano passate per la mente. Li riabbassò poco dopo su di lei e con un sorriso tentò di essere il più diplomatico possibile.
 
“Rose è adorabile, davvero, non ti sto mentendo. Però ti mentirei se ti dicessi che ho intenzione di diventare amico dei miei consuoceri. Sono Ronald Weasley e Hermione Granger, sai, è una questione di principio, sono gli amici di Potter”
 
Astoria sorrise davanti a quelle parole, aveva eluso la domanda con una pungente battuta, ma a lei non era sfuggito e sembrava che nemmeno lui fosse intenzionato a nasconderlo a sua moglie.
 
“Sul serio, Draco”
 
“Amore, che cosa vuoi che ti dica? Mio nipote sarà un Mezzosangue, dovrò rassegnarmi, non ho molta scelta”
 
“C’è differenza tra non avere scelta e accettarlo veramente”
 
“Sai, sono fortunato ad essere il padre dello sposo, non dovrò accompagnare qualcuno all’altare”
 
“Resti un gran ruffiano però. Fai finta che i Weasley ti piacciano per compiacere me e nostro figlio”
 
Non si sarebbe potuto aspettare niente di meno, Astoria lo conosceva meglio persino di se stesso.
 
“E cosa c’è di male? Non mi sembra di commettere qualche reato. Se non mi piacciono è solo un problema mio, non riesco ad essere amico di coloro che per anni sono stati miei nemici, anche se tra qualche ora faranno parte della nostra famiglia. Cerca di avere pazienza, ma ti garantisco che non ho intenzione di dichiarare alcuna guerra”
 
“Draco, tu lo sai che quando io non ci sarò più loro …”
 
Le mise una mano sulla bocca, prendendola totalmente alla sprovvista.
 
“Cosa abbiamo detto a riguardo? Non voglio sentire nemmeno accennare a simili argomenti oggi”
 
Gli spostò la mano per avere la possibilità di rispondere al marito.
 
“Per quanto lo neghi e non vorrai sentirlo, la situazione non cambia, saranno loro la tua famiglia e saranno loro a starti accanto … sai già che lo farebbero in una situazione simile e tu dovrai promettermi che accetterai il loro aiuto, per te e per Scorpius”
 
“Astoria, tu guarirai, ti prenderai cura tu di noi e nessun altro”
 
“Non sei mai stato così ottimista in tutta la tua vita”
 
“Si chiama speranza, tesoro, e poi non vorrai davvero lasciarmi in balia di Weasley, vero? Finisce che ci picchiamo”
 
Lo prese per mano, divertita a quell’ennesima battuta. Lo invitò a seguirla verso le scale, sperando in quel modo di allontanare la tristezza.
 
∞∞∞
 
Rose sembrava essersi ripresa da quel leggero capogiro o almeno era ciò che voleva far credere ai suoi genitori, affinché le consentissero di accompagnarla in chiesa, dove sicuramente Scorpius la stava già aspettando. Infondo anche i suoi genitori erano perfettamente consapevoli che quel malessere fosse dovuto al particolare momento che stava per vivere, era un’ansia che loro stessi avevano vissuto e lo stato della figlia avrebbe solo potuto accentuarla. Con qualche indugio, subito colmato dalle minacciose occhiate della moglie, Ron si preparò per scortare la figlia sino all’altare. Gli parve di essere ancora più in ansia di quanto non lo fosse stato il giorno del suo matrimonio, benché tutti i disguidi e i ritardi che aveva causato. Stavolta si trattava della sua bambina quasi sedicenne, il cui matrimonio era stato lui stesso a consentire, per le evidenti circostanze che stava per vivere e che, per quanto tutti si sforzassero di ignorare, il vestito non poteva del tutto coprire. Cercava di convincersi che era la scelta migliore, che infondo Rose sarebbe stata al sicuro, anche se nelle mani dei Malfoy, loro avrebbero mantenuto un importante ruolo nella vita di quei giovanissimi sposi. Eppure la voglia di portarla via, lontana da una vita che sua figlia non poteva nemmeno immaginare quanto fosse inappropriata a quell’età, continuava ad essere presente nella sua mente. Una candida figura dai lunghi boccoli rossi lo aveva affiancato pensierosa. Rose esitò qualche istante prima di parlare, continuava solo a guardare la navata centrale, al termine della quale Scorpius la stava attendendo con un timido sorriso. Qualche dubbio, proprio in procinto di avviarsi insieme a suo padre, era sorto anche a lei. Non era però la solita incertezza di una sposa, lei era sicura di amare quel ragazzo, ciò che la frenava era solo il tempismo di quell’unione. Si affrettò a reggersi al braccio del padre per incitarlo a sbrigarsi, non voleva avere la possibilità di qualche ripensamento.
 
“Papà, andiamo?”
 
“Sì”
 
All’evidente incertezza della figlia, anche Ron la strinse a sé con qualche titubanza. Lui non era per nulla sicuro di ciò che stava facendo e se non la era nemmeno Rose, ciò gli forniva solo un incentivo maggiore per non continuare ad assecondare quella follia.
 
“Papà, tutto bene?”
 
“S-sì. È solo che l’ultimo matrimonio a cui ho partecipato è stato quello mio e di tua madre qualche annetto fa”
 
“Quello in cui sei arrivato in ritardo?”
 
Gli sorrise, sapendo che la domanda era scontata, ma serviva a lei per prendere un respiro prima di iniziare la cerimonia con maggiore coraggio. Benché fosse una Grifondoro non riusciva a riscoprire la grinta e la temerarietà che contraddistinguevano quella Casa.
 
“Essendomi sposato solo una volta, direi che è stata quella l’occasione. Tesoro, anche tu sei agitata”
 
“Mi tremano le gambe sotto il vestito, quindi dovrai reggermi”
 
La ascoltò e la resse saldamente. L’atteggiamento della figlia però continuava a non convincerlo e ciò non gli consentiva di muovere un solo passo.

“Rose, sei sicura di stare bene? Nel tuo stato forse tutte queste emozioni non ti fanno granché bene. Prima a casa hai accusato un leggero malessere”
 
“Sto bene, papà”
 
“Piccola mia, qualsiasi ripensamento e ti porto via di qui”
 
Ricevette solo un mezzo sorriso dalla figlia e dovette arrendersi, quando alla fine fu lei a guidarlo con convinzione lungo la navata. Ron non guardava nemmeno il pavimento di fronte a sé, ma continuava a gettare occhiate in direzione della sposa per appurare le sue condizioni. Passarono accanto ad Hermione, che sorrise loro commossa e la stessa reazione ebbe Astoria, orgogliosa di vedere Rose indossare la sua tiara.
 
∞∞∞
 
La vide arrivare verso di lui ed iniziò a sudare agitato, il caldo avrebbe potuto camuffare i segni dell’ansia, ma sapeva che ciò non sarebbe bastato. Rose gli sorrise dolcemente, forse era solo quello che avrebbe potuto tranquillizzarlo. La ragazza dovette sciogliere la rincuorante presa con il padre, nel momento in cui giunse a pochi passi dallo sposo, ma non appena lo fece, si sentì di nuovo debole. Scorpius, notando il repentino cambio d’umore della giovane, la sorresse prontamente per le spalle, mentre Ron le mise preoccupato una mano sulla schiena, sussurrando accanto a lei.
 
“Rose, ti senti come prima? Ti avrei dovuta accompagnare al San Mungo, non in chiesa”
 
“Papà, voglio sposarmi ora. Sto meglio, davvero. Scorpius, tranquillo”
 
Solo dopo aver appurato che avesse riacquistato un certo equilibro, il padre e Scorpius mollarono la presa su di lei. Ron raggiunse Hermione, ma a lei, reduce anche di ciò che era successo qualche ora prima, non era sfuggito l’indugio dalla ragazza, come invece poteva essere stato per la maggior parte degli invitati.
 
“Dice che vuole sposarsi comunque, anche se chiaramente non si regge in piedi”
 
“Ron, se dice che ce la fa, fidiamoci di lei. Siamo qua e ad un qualunque segno di cedimento corriamo da lei”
 
Scorpius continuava a guardare preoccupato Rose che gli sorrideva. Non gli era affatto sfuggito il pallore sulle guance della sua fidanzata e temette davvero che potesse non reggere un momento tanto emozionante.
 
“Sicura di stare bene? Se ti serve qualche minuto, possiamo …”
 
“No, Scorpius, sto benissimo, sono solo un po’ emozionata. Stai tranquillo, la gravidanza non c’entra nulla, stiamo tutti bene …”
 
Afferrò la fede senza dare ulteriori spiegazioni e subito dopo la mano destra fredda, tremante e sudata del ragazzo. Sorrise nuovamente, si preoccupava tanto per lei, ma anche lui non sembrava stare fisicamente meglio.
 
“… non è facile trovare le parole giuste. È successo tutto così velocemente tra me e te. Forse avrei volentieri atteso qualche anno, iniziare la nostra vita insieme come si conveniva, ma, anche se con qualche difficoltà, sono certa che saremo felici. Credo nel nostro amore”
 
Diede un bacio a quell’anellino e subito dopo fece per infilarlo, ma non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi all’anulare del ragazzo, perché Scorpius ritirò la mano incerto sul da farsi. Rose lo guardo perplessa per quell’inaspettato gesto.
 
“Scorpius? Ho detto qualcosa che non va?”
 
“No, non hai detto niente di sbagliato, anzi, hai ragione … Rose, io ti sto rovinando la vita. Tu volevi diplomarti ad Hogwarts, diventare un Auror, mentre io ti sto imprigionando in un matrimonio, che, se non fosse che aspetti mio figlio, non si sarebbe mai celebrato. Lo sai che ti amo, ma avremmo sicuramente aspettato qualche anno prima di creare insieme una famiglia …”
 
Aveva lasciato tutti gli invitati con il fiato sospeso e la ragazza spiazzata, rimasta con la fede a mezz’aria, senza sapere cosa dirgli.
 
“… tesoro, tu capisci cosa voglio dire, vero? Rose, ti prego, dimmi qualcosa”
 
Aveva decisamente scelto il momento sbagliato per lasciarla sull’altare e ovviamente il pallore di Rose si accentuò, comunicando a Scorpius quanto fosse stato inopportuno quel gesto. Il ragazzo aveva ignorato completamente lo sguardo dei loro parenti puntato addosso, sapeva perfettamente la delusione che avrebbe inferto ai suoi suoceri e ai suoi genitori. Era perfettamente consapevole che sua madre non stesse bene e avrebbe potuto darle quella gioia, assistendo alle sue nozze, ma sentiva nel suo cuore che era sbagliato. Sperava che capissero le sue intenzioni e non le fraintendessero. La ragazza continuava a non fiatare, ciò che però fece fu sedersi alla sedia riservata alla sposa. Scorpius si rese conto solo in quel momento di avere esagerato, si inginocchiò davanti a lei per accertarsi che stesse bene, causandole un’emozione, stavolta decisamente negativa.
 
“Rose”
 
Ma udì solo una voce arrabbiata e stanca, facendolo veramente pentire di aver avuto quell’idea, per nulla meditata, ma semplicemente dettata dall’amore che provava per lei.
 
“Scorpius, vattene via”
 
“Rose, non ho detto che non voglio sposarti, solo … è difficile ora spiegarti che voglio che tu sia libera, non obbligata in un matrimonio che nel bene e nel male ti condizionerà”
 
“Forse ti è sfuggito che sono incinta e la mia vita sarà comunque condizionata!”
 
“Per questo non sai quanto io sia mortificato”
 
Lo guardava allibita, non riusciva a comprendere cosa avesse fatto di sbagliato per aver portato Scorpius a quelle conclusioni, infondo non gli aveva mai dichiarato apertamente le sue incertezze circa la loro unione, anche se alla resa erano più che lecite alla sua età.
 
“Mortificato? No, tu non sei mortificato, tu sei un idiota che si vuole lavare le mani da tutte le responsabilità. Sei tu a non voler essere intrappolato in un matrimonio, non io!”
 
“Rose, non è così e lo sai. Ti prego, cerca di capirmi. È mio figlio e non lo abbandonerò, come non abbandonerò te, ma andiamo con calma, abbiamo già corso a sufficienza”
 
“E tu hai aspettato oggi per dirmi di non correre?? Scorpius, ci siamo visti ieri e ci siamo dati appuntamento ad oggi! E poi da quando io e te non corriamo?? Lo scrupolo ti viene solo ora?”
 
“Mi dispiace, credevo di farcela, ma ti amo troppo per farti anche questo”
 
“Aveva ragione mio padre, ha sempre avuto ragione. Avrei dovuto allontanarmi da te, sono stata una stupida a credere a te e alla tua onestà!”
 
Si alzò senza nemmeno degnarlo di altre parole, si vergognava degli sguardi di tutti puntati addosso, specie di quelli dei suoi genitori, che avevano lottato per metterla in guardia, ma contro la sua testardaggine quei tentativi furono vani e lei finì con l’innamorarsi sempre di più del ragazzo sbagliato. Dovette però reggersi saldamente ad una qualsiasi panca della chiesa, non riusciva nemmeno ad avviarsi con le sue gambe verso l’uscita, si sentiva debole. Scorpius e quel bambino le impedivano persino di allontanarsi da tanta vergogna e delusione. Una dolce presa le afferrò il braccio. Era Ginny, che, vedendola in quello stato, non indugiò a soccorrerla. Rose riconobbe quelle dolci premure e la supplicò di aiutarla.
 
“Z-zia, mi sento male”
 
“Tranquilla, tesoro, esci un momento con me e prendi un po’ d’aria”
 
Ron, alla vista della figlia in quello stato mentre gli passava accanto scortata dalla sorella, non seppe dire quanto tempo sarebbe riuscito a resistere senza esplodere. Sentì la mano di sua moglie sul braccio che lo intimava di calmarsi, prima che potesse compiere davvero qualche gesto inconsulto.
 
“Hermione, io lo ammazzo. Giuro che stavolta lo disintegro con le mie mani, non scomodo nemmeno la bacchetta”
 
Fu la reazione di Draco a lasciare tutti senza parole. Astoria accanto a lui aveva chiaramente accusato il colpo di quella notizia e anche lei, già provata, dovette prontamente reggersi alla panca. Non si sarebbe mai aspettata che le incertezze di suo figlio si sarebbero presto materializzate, credeva di averlo convinto che quei timori fossero fondati, invece purtroppo non era stata abbastanza persuasiva. Si sentì inevitabilmente in colpa per non essere stata in grado prima di leggere le intenzioni di Scorpius e anticiparle prima di quel momento, evitando così l’inevitabile sofferenza che sapeva essere stata provocata in Rose. Si mise nei panni di quella ragazza, la capiva, se Draco si fosse rifiutato di sposarla, lei avrebbe probabilmente reagito allo stesso modo. Si impose di lottare contro quella malattia, quella ragazza aveva bisogno anche di lei, doveva aiutarla ad affrontare un altro Malfoy testone ed insicuro, convinto di riuscire a proteggere le persone care intorno a lui, quando con quel comportamento riusciva solo a farle soffrire più del necessario. Il marito, vedendola in quello stato aveva abbandonato la panca senza che la donna riuscisse a fermarlo, le era sfuggito da quella debole presa. Si era avviato verso il figlio a passo veloce, ignorando totalmente che quella chiesa fosse gremita di gente. Prese Scorpius per un braccio, lo intimò con poca grazia di alzarsi ed iniziò a trascinarlo fuori dalla chiesa.
 
“Adesso basta colpi di testa!”
 
“Papà. Che stai facendo?!”
 
“Non è di tuo suocero che devi avere paura, ma di me. Ora ti faccio passare la voglia di fare tutto quello che ti passa per la mente!”
 
“Papà, mi fai male, lasciami!”
 
L’unica preoccupazione di Draco era che avrebbero potuto incontrare Rose all’uscita dalla chiesa, invece di lei e di Ginny non c’era l’ombra, non dovettero quindi allontanarsi molto dal sagrato. Non gli diede una sberla solo perché non era abituato ad alzare le mani su suo figlio, ma in quel momento se la sarebbe senza dubbio meritata.
 
“Mi vuoi spiegare cosa diavolo ti è preso?!”
 
“Quello che hai sentito, né più né meno”
 
“Scorpius, essere presente oggi mi è costato più di quanto immagini. Sai quanto odio soltanto l’idea di imparentarmi con questa gente, ma per te avevo messo da parte l’orgoglio. Sei impazzito all’improvviso?! Sono mesi che mi pregate tu e tua madre di accettare Rose e tutti i casini che avete combinato! E, a proposito di tua madre, non hai pensato che un simile sconsiderato gesto avrebbe potuto spezzarle il cuore??”
 
“Papà, io non riesco a sposarla ora, impedendole di essere felice. Lei vuole essere un Auror. Le voglio solo dare il tempo di realizzare i suoi sogni. È ovvio che un giorno ci sposeremo”
 
“Scorpius, non riesco ancora a credere a quello che hai fatto. L’hai lasciata sull’altare, come credi che lei abbia interpretato un gesto simile?”
 
“So che l’ha interpretato nel modo sbagliato, io però non voglio lasciarla. Papà, mi dispiace, ma tu sei stato più coraggioso a sposare la mamma quando aspettava me”
 
Draco lo guardò perplesso, quelle parole pronunciate da suo figlio gli sembrarono insolite.
 
“E tu come … ora non dirmi che hai paura perché Rose è incinta. E parlarne prima a noi e consultarci, invece di prendere all’improvviso una simile decisione? Non mi pare di averti dato l’idea che ti avremmo abbandonato con un figlio a quindici anni”
 
“I signori Weasley avevano ragione, noi non abbiamo una casa dove vivere o un lavoro per occuparci della nostra famiglia e dovremo contare su di voi. Voglio che, quando ci sposeremo, sapremo provvedere a noi stessi”
 
“Come se tu avessi bisogno di lavorare, vero, Scorpius?”
 
“Io voglio lavorare, papà, non voglio dipendere da voi”
 
Non gli stava dicendo tutto, era evidente che anche altro lo aveva spinto in quel gesto. Stava prendendo tempo, come se nel giro di due anni tutto sarebbe potuto cambiare. Draco lesse perfettamente cosa lo stava turbando, aveva vissuto lui per primo una paura simile ed infondo il tempo non l’aveva chiaramente del tutto cancellata. Quella di Scorpius, se pur forse presente nel suo cuore come preoccupazione, era solo una scusa per camuffare una paura ben più profonda che Draco lo sapeva bene perché lo aveva provato sulla sua pelle, l’amore non l’avrebbe potuta debellare definitivamente. La comparsa di Astoria sulla porta della chiesa non consentì all’uomo di approfondire l’argomento con il figlio, sua moglie era pallida, stavolta, dopo gli ultimi avvenimenti, il trucco che aveva prudentemente steso sul suo viso non aveva avuto alcun effetto.
 
“Scorpius”
 
“Mamma, mi dispiace, so quanto ci tenessi e quanto ti fossi impegnata per organizzare questo matrimonio”
 
“Tesoro, sposala. Fidati di me, andrà tutto bene”
 
Lo fissò supplichevole e speranzosa che il figlio ricordasse la loro conversazione di quella mattina. Astoria non aggiunse altro a parole, comunicò solo con lo sguardo quanto gli fosse vicina e quanto fosse comprensiva, ma anche quanto stesse sbagliando allontanando quella ragazza e suo figlio dalla sua vita. Draco riconobbe quello sguardo, lui per primo ne aveva subito l’influenza parecchi anni prima e sperò che sortisse lo stesso effetto su Scorpius.
 
∞∞∞
 
La stringeva ormai da parecchi minuti, ma non sapeva come tranquillizzarla. Ginny tentò dolcemente di consolare la nipote, era comprensibile la sua delusione e il suo malessere. Sentiva Rose stringerla sempre più forse, era evidente non cercasse un dialogo, ma solo una concreta fonte di rassicurazione. La zia strinse la ragazza a sua volta e le sussurrò accanto all’orecchio attraverso il velo.
 
“Rosie, si risolverà tutto. Ti chiamo la mamma o il papà?”
 
La sentì negare sinceramente dispiaciuta con il capo sul suo petto.
 
“Li ho delusi, ho combinato un sacco di casini. Zia, m-mi fidavo di lui”
 
“Tesoro, è solo insicuro, siete molto giovani. Concedigli qualche minuto e, se tuo padre non lo ha già ucciso, potrete sposarvi”
 
Quella singola parola fece suonare un campanello di allarme nella mente di Rose e persino la tristezza e la delusione per quello sconsiderato gesto sembravano averla abbandonata.
 
“Zia, papà! Lo uccide veramente”
 
Sciolse l’abbraccio e incurante del malessere che si era impossessato di lei, corse di nuovo verso la chiesa sotto lo sguardo di Ginny, la quale era stata messa dalla nipote nelle condizioni di non sapere cosa fare, tanto era stato repentino il suo gesto. La ragazza raggiunse velocemente la panca dove Ron era palesemente viola dalla rabbia.
 
“Papà”
 
Aveva già intuito dalla corsa che aveva fatto per raggiungerlo cosa la figlia volesse dirgli.
 
“Non guardarmi così, Rose. Scorpius sarà già morto, ma non per mano mia, Draco lo ha trascinato fuori dalla chiesa con la forza”
 
Hermione tirò una manata sul braccio del marito per farlo tacere. Tornò poco dopo a concentrarsi sulla figlia ed oltre a tranquillizzarla, cercò anche di verificare le sue condizioni fisiche. Sapeva che Ginny sarebbe stata in grado di consolarla, quindi cercò almeno di evitare che Ron peggiorasse lo stato della ragazza, vanificando gli sforzi della cognata.
 
“Rose, tranquilla, Astoria li ha raggiunti, lei eviterà qualsiasi omicidio”
 
Si stava voltando per raggiungerli anche lei, quando per poco non si scontrò proprio con il suo ragazzo. Scorpius la bloccò appena in tempo prima dell’impatto, ma lo fece per esclusiva istintuale protezione verso di lei e non certo per difendere se stesso.
 
“Attenta”
 
Fissò gli occhi mortificati di Scorpius senza sapere cosa dirgli. Un turbinio di emozioni si erano impossessate di lei. Provava rabbia verso quel ragazzo, ma anche un profondo amore. Ora che lo aveva nuovamente davanti, non riusciva davvero a credere nella sua falsità, se i loro sguardi si erano di nuovo incrociati quella mattina significava che voleva parlarle e forse chiarire ciò che lei sperava ardentemente di avere frainteso.
 
“Rose”
 
La ragazza prima di proferire qualunque parola e dare anche a lui il tempo di farlo, lo prese per mano e lo guidò lontano dallo sguardo minaccioso di suo padre. L’altare con il ministro non era molto lontano da loro, eppure Rose attese ciò che lui aveva da dirle, prima di poter di riprendere la celebrazione da dove l’aveva interrotta.
 
“Rose, mi dispiace, puoi perdonarmi? Ma soprattutto, condividi la mia idea e credi sia meglio anche per te aspettare o vuoi che ci sposiamo oggi?”
 
La sposa lo fissò perplessa, aveva in parte iniziato a comprendere le sue ragioni, o almeno così le sembrò, forse in fondo quella di Scorpius non era solo paura, ma lungimiranza e affetto nei suoi confronti. Lasciava a lei la scelta, ma ora non sapeva cosa rispondergli, non era più così certa che legare per sempre e così precocemente il loro destino fosse così appropriato. Il ragazzo aveva ragione in quel modo si sarebbero preclusi molte altre possibilità prima di assumersi le responsabilità di una famiglia. La decisione però non spettava solo a lei, il suo evidente stato di gravidanza poteva parlare al suo posto.
 
“Scorpius, sono incinta non possiamo aspettare”
 
“Io ricordo che i nostri genitori ci consigliarono di aspettare un paio d’anni prima di sposarci”
 
“Quello che non capisco è perché hai aspettato oggi a dirmelo. Un comportamento simile potevo aspettarlo da mio padre, non da te”
 
“Rose, non è facile. Quando ti ho chiesto di sposarmi ne ero convinto, perché io ti amavo e ti amo veramente, ma se ti sposo adesso non sarebbe veramente amore, solo fretta di legarti a me ed io non voglio questo per te ora”
 
“Io però lo voglio davvero, Scorpius. Desidero che mio figlio nasca da due genitori sposati”
 
“E non volevi terminare gli studi e diventare un Auror?”
 
Lo voleva, anche quel desiderio era rimasto nel suo cuore, eppure non aveva mai escluso Scorpius dalla sua vita, anzi si era immaginata che lui condividesse con lei quel sogno e che la appoggiasse in quanto suo compagno. Le titubanze se pensava al loro amore svanivano, perché lei ci credeva ed era fermamente convinta che le difficoltà insieme potessero essere superate. Il passato aveva dato loro prova che non vi era nulla che il loro amore non fosse in grado di sconfiggere.
 
“Indipendentemente da tutto ci sarà nostro figlio e le mie scelte dipenderanno anche da lui e non solo dal nostro legame. Sarà difficile per me tornare ad Hogwarts, se non impossibile con un bambino”
 
“Rose, vorrei solo che fossimo indipendenti … che fossimo una famiglia come tante”
 
“Scorpius, non possiamo essere una famiglia come tante”
 
“Ora, perché siamo minorenni, ma …”
 
“… non lo saremo mai, io sono una Weasley e tu un Malfoy, ma ora so che voglio sposarti, per dire al destino, che non importa cosa ci riserverà, io vorrò sempre essere al tuo fianco”
 
Lo afferrò per mano e lo scortò in prossimità dell’altare, nuovamente fiduciosa in lui e nelle sue buone intenzioni. A Rose non importava cosa comportasse diventare la signora Malfoy, Scorpius lo poteva facilmente intuire, ma lui ne aveva terribilmente paura, temeva che quel nome potesse ferirla e lui non l’avrebbe mai permesso.
 
Continua …
 
 


Ciao ragazzi!
 
Nemmeno al loro matrimonio li lascio in pace, ma la gioia sarà nel prossimo capitolo, promesso 😉
Nonostante l’accettazione – più o meno sincera - della loro unione da parte dei genitori, restano pur sempre Weasley e Malfoy e questo implica paure e titubanze anche in Scorpius, come a suo tempo era stato per Draco … chissà se Rose sarà altrettanto brava ad aiutarlo come è stato per Astoria 😊
 
Mi scuso per il ritardo, ma tra la lunghezza del capitolo e un esame parecchio difficile all’università ci ho impiegato un po’ di tempo a terminarlo … vi ringrazio come sempre di cuore per la pazienza che avete di attendermi! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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