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Autore: Angel Of Fire    26/09/2018    7 recensioni
Nelle anime il legame del dolore è più forte del vincolo della felicità e della gioia, e l'amore che viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello ed eterno.
(Kahlil Gibran)
Post TLJ
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Lando Calrissian, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli eredi della Forza

Gli eredi della Forza

* * *

Nelle anime il legame del dolore è più forte del vincolo della felicità e della gioia, 

e l'amore che viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello ed eterno.

(Kahlil Gibran)


* * *


«Perché mi hai mandata laggiù?»

«Era una missione di cui ti ritenevo all'altezza. Come lo è stato per Luke.»

«Ho fallito con Luke.»

«Questo è quello che ti ostini a credere a torto.»

«Ho fallito. E lui è morto.»

«Ha adempiuto al suo destino, e lo ha fatto serenamente. Smetti di sentirti in colpa per qualcosa che non avresti mai potuto evitare.»

«Cos'altro non potrò evitare, Leia? Mi sento così... inutile, e impotente.»

«Di cosa hai paura realmente?»

«Non lo so... Forse di non avere scelta. Perché deve essere tutto così difficile e doloroso?»

«Perché proviamo dei sentimenti, Rey. Perché, nonostante il dolore, la sconfitta, la disillusione, non riusciamo a smettere di amare.»



Cap. 1.1 - La città tra le nuvole




Posizione: Territori dell'Orlo Esterno – Settore: Anoat - Sistema di Bespin


La fascia abitabile dell'immenso gigante gassoso era tra le cose più affascinanti che Rey avesse mai visto. Non immaginava che potesse esistere un'intera città sospesa nel vuoto.

Da quando era entrata a far parte della Resistenza le si era aperto un mondo nuovo. Il suo universo ristretto, racchiuso per anni attorno alle quattro tende sbrindellate dell'Avamposto di Niima, si era inaspettatamente ampliato.

Scoprire nuovi mondi e nuove culture, era un'esperienza decisamente più appagante che vivere confinata in un luogo in cui, le notizie sul resto della galassia, arrivavano sempre distorte e ingannevoli.

Durante il lungo salto nell'iperspazio, C-3PO l'aveva allietata con un'infinità di informazioni sulle origini e la storia di Cloud City e l'importanza del gas tibanna, che si estraeva dagli strati più vicini al nucleo del pianeta; l'idea di zittirlo, staccandogli di netto la testa dal resto del corpo, l'aveva ben più che sfiorata. Si era obbligata a sopportarlo solo perché il droide la stava aiutando a tradurre i testi dell'antico Codice Jedi che si era portata via da Ahch-To.

Dalla cabina di pilotaggio del Falcon, le isole fluttuanti, sospese in quella suggestiva atmosfera rarefatta, apparivano immense e maestose.

Vivere quello spettacolo le provocò un intenso brivido lungo la schiena.

Le nuvole purpuree regalavano al cielo infinite sfumature rosate e le infondevano una piacevole sensazione di pace e tranquillità. Colud City era un piccolo angolo di paradiso non ancora raggiunto dai tentacoli del Primo Ordine.

Si rivolse fiduciosa a Chewbacca e il suo peloso copilota le indicò il luogo più idoneo per l'atterraggio: una piccola piattaforma circolare collegata, come molte altre, tramite una lunga e stretta passerella, alla più grande delle isole fluttuanti.



Quel poco che era rimasto della Resistenza si era rifugiato sul verdeggiante pianeta Batuu, un piccolo e remoto avamposto ai confini della galassia, diventato il nuovo quartier generale della millenaria Maz Kanata. Praticamente era un covo di contrabbandieri, furfanti e avventurieri che viaggiavano tra l'Orlo Esterno e le Regioni Ignote; ma era anche il luogo più sicuro per nascondersi dal Primo Ordine. La sistemazione era provvisoria e, per il momento, potevano ritenersi al sicuro.

La scintilla della speranza non si era spenta, ma la situazione rimaneva delicata e critica. Leia stava lavorando senza tregua per rimettere in piedi la ribellione e ricomporre una flotta, nonostante le sue condizioni fisiche non fossero delle migliori. Ma soprattutto stava cercando gli aiuti e il supporto necessario per dare vita ad un progetto molto ambizioso che le stava a cuore da molto tempo.

I pochi scampati al massacro di Crait le stavano accanto dandole l'appoggio necessario. Poe, Finn e persino Rose, erano impegnati a cercare nuove alleanze, anche se l'impresa non si stava rivelando affatto facile.

Lei, invece, era uscita dall'esperienza di Crait stanca e sfiduciata. Aveva fallito con Luke e, soprattutto, con Kylo, ma la sconfitta che le pesava maggiormente era proprio con quest'ultimo.

Aveva seguito il suo istinto, forte dalla visione che l'aveva investita, toccandogli la mano. Aveva creduto che raggiungerlo sarebbe stata la cosa giusta, che si sarebbe convertito e che avrebbe dato una svolta alla guerra.

Invece, quello che la Forza le aveva mostrato, si era rivelato un'illusione: Kylo si era servito di lei per uccidere Snoke, si era fatta abbindolare per bene e, a stento, era riuscita a portare in salvo i suoi amici.

Luke ci aveva rimesso la vita per permettere loro di scappare e, quella perdita, a distanza di tempo, le appariva tremendamente ingiusta e insopportabile. In qualche modo ne sentiva la responsabilità.

Dopo l'ultima connessione, in cui le era quasi sembrato che Kylo cercasse nuovamente la sua comprensione, aveva deciso di troncare ogni rapporto. Era arrabbiata con lui, delusa e, soprattutto, ferita. Ormai erano schierati su fronti opposti e il dialogo pacifico, almeno da parte sua, non aveva alcun senso.

Si era obbligata ad ignorarlo, ogni qualvolta la Forza cercava di connetterli, arrivando anche a farsi del male, pur di non cedere a quel richiamo insistente e disperato.

Non aveva più nulla da dirgli se continuava a mantenersi ostinato sulla sua posizione, sui suoi intenti distruttivi e sui suoi deliri di onnipotenza.

Aveva fatto il primo passo, gli era venuta incontro e la sua fiducia era stata tradita. Non gli avrebbe mai più concesso un'altra occasione se non avesse percepito, in lui, un minimo accenno di cambiamento sincero.

La Resistenza era la sua casa, ormai.

I ribelli erano la sua famiglia. Una famiglia desiderata per troppo tempo.

Il generale Organa le aveva affidato una missione delicata e si sentiva agitata, non poteva prendere quel compito alla leggera. Leia si era dimostrata molto comprensiva nei suoi confronti e, nonostante le sue insicurezze, riponeva ancora fiducia nelle sue capacità.

La sua missione consisteva nell'incontrare un certo Lando Calrissian, che era stato un grande amico di Han Solo, e consegnargli personalmente un importante messaggio criptato.

Leia aveva contattato varie cellule della Resistenza sparse per la galassia, usando il suo codice personale e lui era stato uno dei pochi che le aveva risposto.

Il Generale le aveva confidato che Lando era stato un valido alleato in passato, e li aveva tirati fuori più volte dai guai. Ma i tempi non erano mai stati più gravosi, e trattare con dei possibili alleati a distanza, poteva rilevarsi pericoloso, se non addirittura fatale. Il messaggio conteneva delle informazioni vitali che non dovevano assolutamente cadere in mano al nemico, per questo andava consegnato di persona.

La minaccia del Primo Ordine imperversava ormai in ogni angolo della galassia, la sua ombra oscura si stava stendendo, pericolosamente e velocemente, fin quasi all'Orlo Esterno. La micidiale flotta degli Star Destroyer, comandata dal generale Hux, metteva sotto assedio interi sistemi e, laddove non trovava una rapida resa, o l'intenzione a sottomettersi e collaborare, lasciava dietro di sé solo morte e distruzione.

La strategia del nemico era chiara: tagliare loro ogni aiuto e fonte di approvvigionamento. Spingerli ad uscire allo scoperto ed esporsi, mentre erano ancora vulnerabili. Per questo dovevano agire con cautela e prudenza, ma soprattutto con rapidità per evitare che anche gli ultimi punti focali della Resistenza cadessero in mano al Primo Ordine.

L'installazione mineraria di Bespin era proprio uno di questi.



Atterrarono dolcemente sulla piattaforma fluttuante. Rey si diresse insieme a Chewbe al portello, non prima di aver preso il suo fidato bastone e il blaster che le aveva regalato Han, la prudenza non era mai troppa. Lasciarono R2-D2 e C-3Po in attesa sul Falcon.

Alla fine della passerella li accolse un uomo alto e calvo che al posto delle orecchie aveva dei grossi auricolari circolari e che subito si dimostrò poco cordiale e di altrettante poche parole. Li guidò attraverso corridoi e ascensori, senza rivelarsi particolarmente interessato al loro desiderio di incontrare Lando Calrissian, su preghiera della principessa Leia Organa di Alderaan.

Mentre camminava al fianco di Chewbacca, Rey si guardava attorno incantata e incuriosita: in quel luogo dominava l'uniformità del bianco e le superfici lucide e riflettenti. Era tutto così ordinato, perfetto, e quasi stentava a credere che fosse reale.

Lo wookiee invece sembrava essere più tranquillo e a suo agio di lei.

Giunsero davanti ad un grande portone, anch'esso rigorosamente bianco, le cui ante si spalancarono al loro arrivo, mostrando un ampio salone semicircolare.

Rey entrò titubante, seguita dallo wookiee, e ne studiò ogni particolare, mentre il loro accompagnatore si dileguò in tutt'altra direzione. L'ambiente era spoglio e sobrio, era illuminato da un'immensa vetrata che affacciava su quel suggestivo cielo purpureo, il soffitto a cupola era sostenuto da quattro colonne alte e snelle. L'unico arredamento consisteva in un lungo tavolo ovale, circondato da una dozzina di poltroncine ergonomiche.

Il tempo passava e lei iniziava a spazientirsi, quella che le era stata affidata era una missione essenziale per la Resistenza e non poteva permettersi di perdere istanti preziosi o, peggio, fallire un'altra volta.

Una voce squillante e allegra, proveniente alle sue spalle, ruppe quell'attesa fastidiosa e la fece sussultare. «Chewbe! Vecchio sacco di peli, è una vita che non ci vediamo, come stai?»

Lo wookiee si girò ed emise un grugnito festoso.

La giovane jedi assistette sorridente a tutta la scena: un uomo dalla pelle scura, piuttosto anziano, con una folta capigliatura riccioluta e brizzolata e dei baffetti, vestito in modo molto stravagante, apparve da un ingresso laterale ed accolse gioioso l'abbraccio un po' impacciato del gigante peloso.

Poi si voltò verso di lei incuriosito. Le girò intorno con circospezione, come se fosse merce preziosa da analizzare, senza levarle gli occhi di dosso e finalmente le rivolse la parola. «Wow! Tu devi essere l'ultimo jedi» esclamò, come se avesse avuto una visione celestiale, «Leia non mi aveva detto che eri una ragazza, e anche carina...»

Il modo in cui la studiava compiaciuto, riuscì a scatenarle un moto d'insofferenza. Ma chi si credeva di essere? Istintivamente la sua mano strinse maggiormente l'asta che portava appesa alla spalla. Inspirò e cercò di mantenere un minimo di autocontrollo per evitare di fare una pessima figura con l'unica persona che, in quel momento, era in grado di risollevare le sorti della Resistenza.

«Sono Rey» precisò seria e gli porse l'altra mano per educazione, non era mai stata un asso nelle presentazioni ma si sforzò di essere gentile, anche se quello strano individuo non le aveva fatto una gran bella impressione.

L'uomo invece reagì in maniera del tutto inaspettata. Le prese le dita della mano tra le sue, in un gesto molto elegante ed avvicinò le labbra al dorso, sfiorandolo leggermente con un bacio. «Lando Calrissian. A tua completa disposizione» si presentò senza pudore.

Rey sgranò gli occhi sconvolta e istintivamente si irrigidì, ritirando subito la mano come se si fosse scottata. Anche se non poteva guardarsi allo specchio, era sicura di essere diventata paonazza. Nessuno aveva mai osato ostentare un tale atteggiamento nei suoi confronti, anzi, quei poveracci che avevano provato ad invadere la sua sfera personale su Jakku, ne stavano ancora pagando le conseguenze.

Non riusciva a crederci. Possibile che quello strano tipo, avvolto in quel ridicolo mantello variopinto, ci stesse provando con lei? Tralasciando il piccolo particolare che poteva essere suo nonno, dovette dare ragione a Leia quando glie l'aveva dipinto come un personaggio decisamente eccentrico e stravagante.

In quel momento si obbligò a soffocare il suo istinto di conservazione e ad essere razionale: non poteva mettere il suo amor proprio di fronte alla missione. Fosse stato un uomo qualunque, non avrebbe esitato a togliergli quell'insopportabile espressione sorniona dalla faccia a suon di bastonate. Ma era un ex Generale dell'Alleanza Ribelle, un alleato di Leia ed il suo aiuto era cruciale per dare loro qualche chance di poter vincere la guerra. Doveva darsi una calmata ed evitare di iniziare quella preziosa collaborazione col piede sbagliato.

«Ho un messaggio di Leia per lei, signor Calrissian. Ed è veramente importante» tagliò corto decisa, enfatizzando il lei per prendere maggiormente le distanze, nella speranza che il suo curioso ospite comprendesse la gravità della situazione.

«Chiamami Lando» fu la sua risposta, per nulla impressionata, seguita da un sorriso smagliante.

Rey strabuzzò gli occhi scoraggiata. Ora cominciava ad intuire perché il Generale le aveva rifilato quella gatta da pelare. Quasi si trovava a rimpiangere gli scontri fisici e i duelli mentali con Kylo Ren, con lui almeno era riuscita ad avere la meglio, ed aveva anche un aspetto decisamente più attraente.

Scacciò immediatamente dalla testa quell'assurdo paragone e si costrinse a stare al gioco a malincuore. Con quale coraggio sarebbe tornata su Batuu se quello sbruffone invadente l'avesse cacciata in malo modo senza averle dato nemmeno la possibilità di consegnare il messaggio?

Ingoiò il groppo in gola, sforzandosi di sorridere, e lo accontentò. «D'accordo, Lando. Mi manda la Resistenza, ho un messaggio importante da par...»

«Io invece ho una splendida idea!» la interruppe bruscamente, sollevando entrambe le mani, come se avesse avuto un'illuminazione dall'alto. «Perché non ne parliamo con calma, di fronte a una buona cena? Scommetto che tu e Chewbe sarete affamati, e io sono abituato a discutere di affari con la pancia piena.»

Senza nemmeno darle il tempo di protestare, sbatté un paio di volte le mani e subito si presentò trotterellante un Ugnaught che borbottò contrariato, come se fosse stato interrotto sul più bello, mentre era intento in qualcosa di importante.

«Portaci qualcosa da mangiare, svelto. I miei ospiti meritano una degna accoglienza. Sono amici di Leia, e gli amici di Leia sono anche amici miei» sentenziò risoluto. L'Ugnaught annuì a malincuore prima di sparire dietro una colonna, protestando animosamente.

Rey ingobbì le spalle e rivolse un'occhiata scoraggiata allo wookiee, il quale le rispose con un lungo lamento, scuotendo la testa sconsolato.

Era inutile, Lando la sapeva troppo lunga per sperare di fregarlo. Non le rimaneva che assecondarlo. Prima o poi le avrebbe dato l'occasione di spiegare, e pregò che ciò accadesse prima che la flotta nemica arrivasse a mettere sotto assedio anche Bespin.

«Prego, accomodatevi... » li invitò, indicando, con un gesto elegante, le poltroncine attorno al grande tavolo.



* * *


Il cibo era ottimo e abbondante e la compagnia piacevole; Rey si dovette ricredere, Lando si stava dimostrando un simpaticone oltre che un ospite impeccabile e disponibile.

Dalla sua parlantina sciolta si percepiva che doveva essere stato un gran filibustiere. Un po' le ricordava Han, anche se quella vecchia canaglia non aveva mai osato provarci con lei in modo così spudorato.

Man mano che prendeva confidenza con i suoi gesti, a volte fin troppo teatrali, si rendeva conto che l'intraprendenza che dimostrava, era un suo particolare modo di fare, più che un tentativo di seduzione vero e proprio, e si ritrovò a ridere di se stessa. Finalmente riuscì a rilassarsi e godersi la cena.

L'amministratore dell'installazione mineraria di Bespin raccontò loro di come se l'era cavata dopo la Guerra Civile Galattica, delle sue scorribande insieme allo storico amico Han Solo, di come aveva ripreso il controllo della colonia dopo che era stata assoggettata dall'Impero e, soprattutto, di come era riuscito a tenersi alla larga dal Primo Ordine, rimanendo saggiamente nell'ombra. Aveva avuto l'accortezza di mantenere il commercio del gas tibanna su delle tratte riservate. La sua clientela non era esattamente gente raccomandabile, ma aveva il suo stesso interesse a non dare nell'occhio.

Negli ultimi anni i suoi contatti con Leia si erano ridotti al minimo, fino a limitarsi a pochi scambi di messaggi, specie dopo che la situazione politica era degenerata. La sua vecchia amica, però, lo aveva costantemente tenuto informato sulle tragiche vicende che avevano sconvolto la sua famiglia.

Quando ebbero finito di mangiare, finalmente Lando le porse la fatidica domanda: «Allora, qual era l'importante messaggio che avevi tanta fretta di consegnarmi?»

Rey non se lo fece ripete due volte, frugò nella sacca consunta che si portava sempre appresso e gli porse il piccolo aggeggio cilindrico che il generale Organa le aveva affidato, affinché lo consegnasse personalmente a lui. Si trattava di una piccola banca dati che poteva essere decodificata esclusivamente da un codice personale, di cui solo Lando era a conoscenza. L'ex contrabbandiere la rigirò tra le mani studiandola con interesse, poi si alzò e la inserì in una piccola postazione computerizzata, nascosta dietro un pannello mobile addossato ad una parete. Digitò il codice ed attese.

Dopo alcuni secondi di elaborazione, l'oloproiettore materializzò davanti ai loro occhi l'immagine rotante del progetto di una straordinaria stazione spaziale super corazzata.

Lando sogghignò. «A quanto pare Sua Altezza ha capito che la Ribellione avrà qualche chance in più di vincere, se non fornirà al Primo Ordine un bersaglio fisso sul quale fare fuoco.»

Rey scoccò uno sguardo compiaciuto a Chewbacca, il loro ospite era un tipo perspicace, oltre che scaltro. «Si chiama Alderaan Prime» spiegò, senza riuscire a nascondere l'entusiasmo, «attualmente si trova debitamente occultata nelle profondità di Glee Anselm* dove stanno ultimando la costruzione. Leia sperava che potessi fornirle abbastanza gas tibanna per alimentare tutte le batterie di armamenti e potenziare al massimo i motori dell'iperguida.»

Lando sorrise, la giovane jedi aveva sapientemente omesso la parte cruciale: non avrebbe potuto pagare. Ma il vecchio furfante sapeva benissimo in quali condizioni precarie versava la Resistenza. Si lisciò compiaciuto i baffi sottili, fingendo di rifletterci qualche istante. Poi ruppe il silenzio che stava diventando preoccupante. «Le ha dato il nome del suo amato e perduto pianeta... La cosa mi piace! Comunica pure alla principessa che avrà tutto il gas tibanna che vuole, e che lo può considerare come un mio personale, e modesto, contributo alla causa. I miei ingegneri si metteranno subito al lavoro.»

Rey tirò un sospiro. In realtà, a primo acchito, Lando non le aveva fatto una bella impressione. Il suo modo di fare le era apparso ambiguo, anche se Leia le aveva assicurato che di lui ci si poteva fidare totalmente. Aveva percepito qualcosa: un'ombra leggera che le aveva suggerito che, in passato, non era stato sempre così.

«Ti ringrazio, a nome della Resistenza. E Leia te ne sarà infinitamente grata...» Le uniche parole che riuscì a mormorare, suscitarono un sorriso sincero sul viso di Lando. Poi però notò il suo allegro ospite diventare più serio, fin quasi a rabbuiarsi.

«Dimmi, come sta la principessa?»

Quella domanda la fece sussultare lievemente, come se dentro di lei fosse scattato qualcosa, una specie di meccanismo di autodifesa di cui non ne capiva il motivo. Non c'era nulla di male: l'ex contrabbandiere non vedeva Leia da anni, era normale che fosse sinceramente preoccupato per lei. Eppure aveva l'impressione che quella conversazione sarebbe andata inevitabilmente a toccare argomenti dolorosi.

«Non tanto bene, a dire il vero.» Non se la sentì di indorare la pillola e Chewbe, poco lontano, emise un lungo lamento angosciato che fece preoccupare anche Lando.

«Non si è ancora rassegnata, suppongo.»

Rey sospirò corrugando la fronte. «Non credo ci si possa rassegnare alla morte della persona con la quale si è diviso la vita.» Fu molto schietta, anche se in merito non aveva molta esperienza.

Lando fece una lunga pausa, quasi avesse timore di esternare quello che gli passava per la testa, poi però proseguì. «Non intendevo la morte di Han, sono sicuro che è abbastanza forte per accettarla...»

Quella precisazione la colse di sorpresa e le fece aguzzare i sensi.

«Mi riferivo alla perdita di suo figlio.»

A Rey si gelò il sangue, non immaginava che Lando potesse conoscere Ben. Credeva che quell'incontro su Bespin sarebbe stato innocuo, da quel punto di vista. Riflettendo sul suo passato da contrabbandiere al fianco di Han, però, l'idea non le parve poi così assurda.

Chewbacca emise un ruggito disperato, sbatté violentemente un pugno sul tavolo, facendo saltare via piatti e avanzi di cibo, poi si alzò in piedi furioso e si allontanò da quella conversazione che stava prendendo una brutta piega.

Rey lo vide lasciare la sala con rammarico, ma non poteva biasimarlo, era naturale che non volesse nemmeno sentire nominare l'assassino del suo più caro amico.

«Credo di no... » ammise a malincuore, a capo chino. Forse sarebbe stato più facile anche per lei, se Leia lo avesse dichiarato definitivamente perduto, avrebbe potuto affrontare quella guerra con meno apprensione. Ma in cuor suo sapeva che non era così. C'era ancora luce in Kylo Ren, l'aveva percepita chiaramente, ed era il motivo principale per cui gli aveva risparmiato la vita.

Forse aveva commesso un grave errore, considerando come si stava evolvendo la guerra, ma non era potuta andare contro al suo istinto. Qualcosa, nel profondo, le aveva gridato che, ucciderlo a sangue freddo, non sarebbe stata la soluzione a quel conflitto, e che non era ancora giunto il momento della resa dei conti.

Non sapeva come spiegarlo, ma nelle parole e nel modo di fare di Ben aveva percepito molto di più di quello che aveva voluto mostrarle. La confidenza che si era preso con lei, fin dal principio, quel volerla al suo fianco a tutti i costi, le avevano dato l'impressione che, in qualche modo, la conoscesse da molto prima che si incontrassero. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di far luce su quel tremendo sospetto.

Mentre lo osservava disteso a terra, inerme ed incosciente, si era obbligata ad aspettare; non sapeva esattamente cosa, forse le sarebbe stato più chiaro col tempo. Si sarebbe addestrata, avrebbe ricostruito la spada di Luke, sarebbe diventata più forte e abbastanza saggia per affrontarlo di nuovo, e non gli avrebbe più permesso di incastrarla con un subdolo ricatto morale.

Non aveva idea di come si sarebbe evoluta la faccenda tra loro, ma sentiva che il giorno in cui si sarebbero trovatati di nuovo faccia a faccia, non era lontano.

«Leia mi ha detto che ti sei scontrata con lui.» Le parole di Lando la riportarono bruscamente alla realtà.

Sollevò lo sguardo verso l'ex contrabbandiere e si trovò a pensare che fosse buffo e anche crudele, che più tentasse di togliersi Ben Solo dalla mente, più finiva per infilarsi in situazioni che la obbligavano a ricordarsi della sua esistenza. Annuì mesta, senza riuscire a spiccicare una parola.

«Sai una cosa Rey? Ben era un ragazzino molto in gamba ed estremamente sveglio per la sua età. Oh, era anche molto intraprendente, capriccioso e soprattutto parecchio viziato... Ma amava la sua famiglia, adorava sua madre, e nutriva una vera e propria venerazione per suo padre. Ancora non riesco a credere che lo abbia...»

Rey sgranò gli occhi. Era la prima volta che Lando non riusciva a concludere una frase. Di colpo aveva perso la sua vena sarcastica. La morte del suo migliore amico doveva averlo turbato nel profondo.

Lei invece si ritrovò a riflettere. Ben venerava suo padre? Perché quella rivelazione adesso le pareva così ridicola e assurda? Era sicura che lo considerasse un povero illuso, un uomo stupido e debole. Quante altre cose le aveva tenuto nascosto quello sporco bastardo?

«Quando rientravamo da un viaggio, quel piccolo starfighter** ci correva incontro urlando e poi saltava al collo di Han e non voleva più lasciarlo andare. Ripeteva in continuazione che voleva diventare il miglior pilota della galassia, proprio come suo padre.» Lando riportò alla luce quei vecchi ricordi, con un sorriso malinconico sulle labbra. Sembrava che fosse sinceramente affezionato a Ben.

Rey invece rimase profondamente scossa da quelle confidenze, per quanto si sforzasse non riusciva proprio ad immaginare Kylo bambino, innocuo, affettuoso verso i suoi familiari. Era una visione che strideva fortemente con l'immagine rabbiosa e cupa che aveva di lui. L'immagine del mostro che voleva dare di sé, a tutti i costi.

«Perché mi stai raccontando queste cose?» le venne spontaneo chiedere. La voce tremante tradì il velo di emozione, e si sentì improvvisamente stupida e vulnerabile.

Lando sospirò scuotendo la testa. «Non erano pronti...»

Rey aggrottò la fronte senza capire.

«Leia ed Han, intendo. Non erano pronti per fare i genitori. Ben è arrivato all'improvviso, in un momento difficile. Lei era sommersa dagli impegni politici e pressata dalla necessità di concludere importanti accordi diplomatici; un figlio era l'ultima cosa di cui aveva bisogno per complicarsi la vita ulteriormente. Ed Han... beh, lui forse non si aspettava che sarebbe accaduto così presto, ce l'ha messa tutta per essere un buon padre, è stato presente e amorevole, finché ha potuto. Ma a volte l'impegno non basta. Non dico che non l'abbiano voluto, semplicemente... non erano pronti.»

Rey continuava a non capire. Perché il suo strano ospite le stava raccontando aspetti così intimi della vita dei suoi amici? «Non capisco cosa c'entri questo col suo cedimento al lato Oscuro e con l'odio verso la sua famiglia» le venne spontaneo ribattere con fin troppa enfasi.

Lando sorrise leggermente alla sua animata reazione. «Vedi Rey... Leia si era accorta che c'era qualcosa, in Ben, che non andava, fin dal principio. Ma sapeva anche che non era in grado di gestire il suo potere.»

«E lo ha mandato da Luke, affinché lo addestrasse» lo aiutò a concludere la frase, stufa di sentire l'ennesima versione della stessa storia.

L'ex contrabbandiere annuì. «Già. Io non avevo alcun diritto di intromettermi, ma Han... beh, lui non la prese tanto bene. Era contrario. Quella faccenda ha minato in modo irrimediabile il loro rapporto. Ed è stato l'inizio della fine...»

Rey strinse i pugni e digrignò i denti, scossa da un impercettibile moto di rabbia. «Sono sicura che Leia non abbia preso una decisione simile alla leggera. Credo che una madre sappia cosa sia meglio per il proprio figlio. Evidentemente si era resa conto di non poter competere con l'oscurità che continuava a crescere dentro di lui. Ha solo cercato il modo migliore di aiutarlo.» Lo disse mentendo spudoratamente a se stessa. I suoi genitori l'avevano venduta come se fosse stata un oggetto, una zavorra inutile di cui liberarsi, cosa poteva esserci di giusto in un gesto così orribile?

Ancora una volta si ritrovò a non capire per quale assurdo motivo Ben avesse rinnegato in modo così spietato una famiglia amorevole che aveva solo cercato di proteggerlo. Solo dopo qualche istante si rese conto che si era alzata in piedi e stava fronteggiando il suo ospite a pugni stretti, come se le avesse lanciato una sfida.

Lando rimase sorpreso ed impressionato dalla sua reazione animata e si fermò a studiarla qualche istante incuriosito.

«Che c'è?» le vene spontaneo chiedere, sentendosi a disagio sotto il suo sguardo indagatore.

«Tu hai un debole per Ben» sentenziò compiaciuto lisciandosi i baffetti, riducendo gli occhi a due fessure.

«Cosa? Assolutamente no!» reagì d'impulso indignata, come se fosse stata punta sul vivo.

Lando continuò a scrutarla. «Uhm... Cara la mia Rey, io difficilmente mi sbaglio. Ho una specie di radar, per queste cose. Sai, quando il mio amico Han, si prese una colossale cotta per Leia, lo sgamai subito, anche se, a prima vista, sembrava che avesse l'orticaria quando stavano insieme. Non facevano altro che punzecchiarsi e litigare.»

Rey aggrottò le sopracciglia e poi sorrise. «Scommetto che ci hai provato anche con lei» ironizzò impietosa, sciogliendo i pugni ed incrociando le braccia al petto.

Il suo ospite non si dimostrò particolarmente indignato da quella constatazione e sghignazzò senza ritegno. «Ovviamente. Leia è sempre stata un gran bel pezzo di principessa.» Le strizzò l'occhio riuscendo a farla sentire di nuovo a suo agio.

Rey però tornò subito seria. «Cosa ti fa credere che abbia un debole per Kylo Ren?» chiese sinceramente curiosa, preparandosi a smentirlo senza esitazione.

Il vecchio filibustiere le regalò un sorriso sornione. «Perché tu, a differenza di Leia, pensi di essere in grado di competere con l'oscurità che c'è in lui. E forse sei l'unica persona, in tutta la galassia, che è ancora in grado di salvarlo.»

Le ultime parole di Lando ebbero il potere di farla ammutolire.


* * *


La notte di Bespin non era particolarmente lunga, ma a Rey sembrava durasse un'eternità. Continuava a girarsi e rigirarsi, tra le lenzuola pulite e profumate di quel letto troppo ampio per una sola persona, senza riuscire a trovare tregua. Il materasso era comodo e morbido per una come lei, che piuttosto si sarebbe adeguata a dormire su una lastra di pietra.

Lando le aveva messo a disposizione il suo alloggio migliore, aveva insistito perché lei e Chewbe passassero la notte a Cloud City, avevano tutto il tempo di ripartire per Batuu il giorno successivo. L'ambiente era caldo e accogliente, munito di tutti i comfort, eppure non riusciva a prendere sonno.

Col passare delle ore, si rese conto che, accettare quella generosa ospitalità, non si era rivelata una buona idea. Quando il generale Organa le aveva affidato la missione, aveva creduto che il suo compito sarebbe stato facile e soprattutto indolore; doveva solo recapitare un messaggio ed assicurarsi che Lando avrebbe collaborato con la Resistenza. Non avrebbe mai immaginato che quello strano personaggio avrebbe potuto sconvolgere i suoi pensieri in modo tanto brutale. Cominciava quasi a sospettare che la principessa lo avesse fatto apposta.

Leia e Lando si erano messi d'accordo? Era una specie di complotto?

Dopo aver osservato il soffitto per un tempo indefinito, decise di alzarsi. Si rivestì velocemente ed uscì dalla stanza.

I corridoi erano deserti e silenziosi, erano illuminati solo da una sottile linea di luce che correva lungo il bordo della camminata. Per un istante ebbe paura di perdersi, poi decise di farsi guidare dal suo istinto per uscire da quel labirinto intricato di ambienti.

Quando finalmente uscì all'aperto, le apparve uno spettacolo che le mozzò il respiro. La notte di Bespin era estremamente suggestiva. Il cielo non era completamente nero, come sugli altri pianeti che aveva visitato, non era come quella cappa buia e fredda che si stendeva impietosa su Jakku, congelando in poco tempo l'aria infuocata.

L'orizzonte era meravigliosamente sfumato. I gas provenienti dal nucleo del pianeta creavano un particolare gioco di luci rosate, nella parte inferiore della città poi, man mano si attenuavano verso l'alto, fino a spegnersi del tutto, fondendosi col nero dello strato atmosferico superiore. La notte non arrivava mai ad essere totalmente scura.

Era forse un messaggio di buon auspicio per la Resistenza? Era davvero difficile essere positivi in quel momento, sapendo che là fuori, oltre quello spettacolo mozzafiato, la galassia era dilaniata dalla guerra.

Rey si fermò ad ammirare quel cielo meraviglioso con le lacrime agli occhi. Una leggera brezza le scompigliò i capelli che non aveva avuto il tempo di legare, respirò a pieni polmoni quell'aria così fresca ed eccezionalmente ricca d'ossigeno. Nonostante la pace che le infondeva la visione nella quale era immersa, non riusciva a soffocare il senso d'inquietudine che l'aveva assalita durante la cena con Lando.

Non poté fare a meno di pensare di nuovo intensamente a Ben. In passato sarebbe bastato il suo stato d'animo particolarmente vulnerabile a scatenare una connessione tra loro, ma ormai era da tempo che non accadeva.

Era convinta di essere riuscita a spezzare quel legame in modo definitivo. Non aveva più sentito alcun richiamo. Intorno a lei regnava solo il silenzio e, improvvisamente, quella consapevolezza, le fece paura.

Un doloroso senso di solitudine si impadronì dei suoi sensi, provocandole una leggera vertigine, come se stesse in bilico sull'orlo di un baratro.

Probabilmente anche la Forza si era rassegnata al fatto che lei e Ben fossero solo due spiriti affini molto potenti, irrimediabilmente schierati su fronti opposti, e che non avrebbero mai potuto trovare un punto di incontro. Forse erano solo destinati a distruggersi a vicenda.

Si costrinse a reagire. Percorse interamente la passerella fluttuante e si rifugiò sul Falcon, lì si sentiva al sicuro. L'interno era buio, ma erano attive le flebili luci di emergenza. Entrò nella hall e scorse i droidi immobili accanto alla postazione computerizzata, che si erano disinseriti per ricaricarsi e passare la notte. Scivolò silenziosamente accanto alle poltroncine tondeggianti, si tolse gli stivali e si rannicchiò nella cuccetta.

Il materassino era rigido e consunto, la morbidezza non aveva nulla a che fare con quella del letto su cui era appena stata, ma non le importava: il tanfo di muffa e di lubrificante scadente che le invadeva le narici, aveva su di lei un effetto calmante.

L'interno del Falcon era come il ventre di un'immensa e amorevole madre.

Chiuse gli occhi e tentò di rilassarsi, mancava davvero poco al sorgere del sole e forse sarebbe riuscita a rubare alla notte un paio d'ore di riposo, prima di riprendere la rotta per Batuu.


*


L'alba non ne voleva sapere di arrivare.

Rey si ritrovò a camminare lentamente, a piedi nudi, attraverso i corridoi circolari del Falcon, carezzando, con la punta delle dita, le pareti malridotte e sudicie.

Respirava un'atmosfera insolita, quasi surreale. Era come se stesse vivendo al rallentatore.

C'era qualcosa di strano e diverso, quegli ambienti le parevano gli stessi eppure, sostanzialmente, non lo erano. Oltre al costante ronzio di sottofondo delle strumentazioni di bordo, le sembrava di udire qualcos'altro.

All'inizio i suoni le sembravano lontani, distorti. Poi, pian piano, divennero più chiari: urletti isterici alternati ad una risatina infantile.

Deglutì a vuoto e si fermò ad ascoltare, guardandosi attorno con circospezione e i battiti accelerati. Si voltò di scatto quando le sembrò di scorgere, con la coda dell'occhio, qualcosa di piccolo e veloce attraversare un corridoio laterale che si innestava in quello in cui lei era ferma.

Il sangue le si gelò nelle vene.

Con cautela si affacciò in quel passaggio per cercare di capire di cosa si trattasse, ma era stranamente troppo buio.

«Ehi! C'è qualcuno laggiù?» Chiese ad alta voce. Non erano attive nemmeno le luci d'emergenza e trovò la cosa molto insolita.

Poi l'udì di nuovo, quella risata, cristallina e spensierata.


«Prova a prendermi!»



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Note:

* Pianeta dell'Orlo Mediano, Settore Jalor, superficie coperta da un oceano costellato da piccole isole.

** Spoiler dal libro canonico Star Wars Last Shot


  
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