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Autore: bluepetrol    26/09/2018    4 recensioni
Il sesto anno di Hermione non sta andando come previsto. Braccata dai Mangiamorte, assistiti dal Ministero, sorvegliata dall'Ordine e con la metà dei suoi amici che cercano di infilarla in un corpetto solo per farglielo strappare dal suo nuovo marito. No, sicuramente non come aveva previsto.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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‘Entra e basta!’ si sgridò Hermione.
La sua mano era posata sulla maniglia della stanza di Sirius, ma, per quanto urlasse, pregasse, ragionasse o cercasse di autoconvincersi, la sua mano non riusciva a girarla. Quello era il suo quinto tentativo, e, come i precedenti quattro, tirò via la mano dalla porta e scappò in silenzio nella sua camera.
“Entra e basta!” Sussurrò con furia a se stessa. “Afferra, gira, spingi. Non è complicato! Probabilmente sta dormendo. Non saprà neanche che sei lì fino a mattina.” Guardò l’orologio. “Sono le cinque del mattino. Si sveglierà presto.”
Non certa se l’imminente alba fosse un fattore positivo o negativo alla sua polemica, iniziò ad fare avanti e indietro per la stanza. Sirius non avrebbe fatto quell’offerta se non avesse voluto che venisse, ma quando l’aveva detto era chiaramente mezzo addormentato e leggermente ubriaco. Quindi c’era una possibilità che le parole gli fossero uscite di bocca senza che lo realizzasse. Però, se erano scaturite dal suo cervello semi conscio, non le rendevano per questo ancora più sincere? Quando finalmente riuscì a decidere che la sua offerta di condividere il letto quella notte era stata fatta con intenzione, erano passate le sei e la luce nebulosa che anticipava l’alba stava iniziando a fare capolino all’orizzonte.
Raddrizzò le spalle e si impresse sulla faccia la massima determinazione. “Ultima chance, Hermione.”
Aprì la porta, marciò per il corridoio fino alla sua stanza, afferrò la maniglia di ottone antico e l’abbassò prima di avere l’opportunità di ripensare a quello che stava facendo. Aprì la porta di una fessura, sbirciando oltre. La stanza era piena di lunghe ombre, ma dopo un momento riuscì a distinguere il mobilio dal pavimento; Sirius che si rotolava l’aiutò in maniera considerevole a determinare dove fosse il letto.
Il suo muoversi nel sonno lo fece rotolare sotto ad un raggio di luce, e mugugnando quando questi lo colpì negli occhi, Hermione andò nel panico. ‘Niente maglietta. E se non avesse i pantaloni? E se fosse nudo?’
Fuggì correndo per l’ultima volta nella sua stanza, seppellendosi nei soffocanti e pesanti strati di coperte per compensare quelli mancanti a Sirius. Nascosta tra le lenzuola insopportabilmente calde, provò ad immaginar cosa sarebbe successo se non avesse passato ore a fare un andirivieni terrorizzato prima di riuscire a confrontarsi con la sua stanza, se fosse riuscita ad aprire la porta la prima volta che l’aveva avuta davanti cinque ore prima. Sirius sarebbe stato sveglio? Sarebbe stato in sua attesa? E se fosse stato nudo?
“Non posso farcela,” gemette, schiacciandosi il cuscino sulla testa, serrando gli occhi e lasciandosi, finalmente, lasciarsi rapire dal sonno.
 
 
“TROVATA!” Urlò qualcuno dalla sua stanza, facendo svegliare all’improvviso la povera ragazza.
Dei passi rimbombarono nel corridoio e la sua porta si aprì di scatto. “Dov’è?” Domandò Tonks.
“Lì,” disse James.
“Chi?” chiese Hermione.
“Tu!” Replicò Tonks, stringendola in un abbraccio soffocante. “Ti ho cercata dappertutto!”
Quando finalmente la lasciò andare, Hermione strizzò gli occhi per la luce troppo forte, cercando di mettere a fuoco il volto della donna. “Dove altro dovrei essere?”
“Con Sirius,” disse, come se fosse un’ovvietà. “Ma ha detto di essersi svegliato da solo. Non ti abbiamo vista sotto tutte le coperte, quindi abbiamo pensato che ti fossi fatta prendere dal panico e fossi scappata. Sirius e Remus ti stanno cercando per tutta Londra.”
“Questo è ridicolo,” disse la ragazza, lasciandosi ricadere sul cuscino. Aspettò che Tonks continuasse, ma seguì solo il silenzio. Lo sguardo della donna la trapassò, facendo sperare Hermione che dicesse qualcosa piuttosto che guardarla solamente.
“Quindi cos’è successo?” Chiese Tonks dopo che il suo scrutinio non riuscì a fornirle informazioni adeguate. “Ovviamente non sei andata in camera di Sirius stanotte.”
 
“Ci sono andata,” Insistette Hermione. “Solo non sono andata oltre la porta.”
La donna rise.
“Che c’è? Ho solo… Hai ragione; sono andata nel panico.”
“Lo immaginavo,” disse Tonks, facendola tornare seduta così da avvolgerla in un altro abbraccio stretto, quest’ultimo molto più piacevole del primo.
Hermione affondò il viso nella spalla della donna. “Non avevo mai davvero pensato a come sarebbe stata – la mia prima volta – ma non avrei mai potuto prevedere che sarebbe stata sotto minaccia di carcerazione.”
“Diavolo,” borbottò James. “Come puoi essere così mostruosamente articolata non appena ti svegli?”
La ragazza scoppiò in una risata amara. “Lo prenderò come un complimento.”
“Dobbiamo contattare i ragazzi,” disse Tonks. “Potrebbero essere dovunque, ormai. Penso che Sirius possa essere andato ad Oxford pensando che ti nascondessi lì.”
“Che?” chiese lei. “E come avrei potuto andare così lontano? Non posso neanche smaterializzarmi.”
Tonks la guardò di sbieco. “Se qualcuno potesse, saresti tu.”
Hermione schioccò la lingua. Era un complimento e avrebbe dovuto apprezzarlo, ma era ancora bloccata al pensiero ridicolo che Remus e Sirius la stessero cercando per tutta l’Inghilterra, quand’era nel suo letto a sole tre porte da quella di Sirius.
“Perché sono andati nel panico, comunque?”
“Davvero non lo sai?” Questa volta fu James a guardarla storta. “Si arrabbierà molto con me per avertelo detto…” disse il ritratto, avvicinandosi per quanto gli era possibile dal suo posto nella tela incorniciata, sussurrando, “In questo momento Sirius si sente un po’ insicuro.”
Hermione sbuffò. “Sirius non è insicuro.”
“Oh, si, lo è,” disse, come se avesse a che fare con un’idiota. “Ti sei rifiutata di fare sesso con lui… il che è una ferita enorme per il suo ego.”
“Che sciocchezza.”
James rise, derisivo. “Non dovresti essere intelligente?”
Hermione si scrollò via Tonks, fulminandolo.
“Lasciami tradurre il tuo rifiuto in termini semplici che tu possa comprendere,” disse, schiarendosi la gola e continuando con un tono alto e chiaro. “Il Ministero dice, ‘Fate sesso o finirete ad Azkaban’. Sirius ti offre il suo letto per la notte, indi: sesso, e tu non ti presenti. Quel che significa è che preferiresti andare ad Azkaban e finire nelle mani di Voldemort piuttosto che andare a letto con Sirius.”
I suoi occhi si assottigliarono mentre prendeva in considerazione James e le sue affermazioni. Non stava ghignando e i suoi occhi non avevano il solito luccichio da misfatto, ma non poteva, neanche per un secondo, riuscire a credere che quel che aveva detto fosse vero. Non era possibile che Sirius prendesse il suo terrore virginale e le sue proprie paure personali come qualcosa di diverso da quel che realmente erano. “Sciocchezze,” ripeté.
“Sei ufficialmente un’idiota,” la informò James. “Ora, se puoi scusarmi, penso che andrò a cercare mia moglie e dire a tutti di smettere di cercare visto che l’idiota è stata trovata.”
Hermione si girò verso Tonks, aspettandosi di vederla dire più o meno le stesse cose, ma questa sprizzava eccitazione proprio come la notte prima.
“Che c’è?” chiese nervosamente la ragazza.
“Ho un’idea,” disse lei, mordendosi il labbro per trattenersi dal trillare. “Forse se ti sentissi più sexy sarebbe più semplice. Ricordo che il mio primo tentativo è stato molto imbarazzante, ma la volta dopo mi sentivo una bomba sexy, il che ha reso tutto molto più piacevole.”
“La tua prima volta è stata imbarazzante?” chiese Hermione. Stranamente, non aveva mai pensato di parlare con Tonks della sua situazione. La donna aveva molta più esperienza di Ginny, quindi sarebbe stata capace di darle consigli più realistici senza sembrare troppo come sua madre o la signora Weasley.
“Oddio, troppo imbarazzante!” Gemette, coprendosi il volto. “Era un ragazzo del sesto anno che rimarrà anonimo; ho avuto una cotta per lui per mesi nonostante io fossi di un anno più grande. Ci siamo messi assieme alla Festa di Halloween e siamo andati nel suo dormitorio; abbiamo passato un’ora a limonare e ad armeggiare con i vestiti dell’altro. Finalmente ero completamente nuda, distesa sul suo letto…” Si interruppe per scuotere la testa al ricordo, “e vomitò alla vista!”
Hermione spalancò la bocca, “Scherzi.”
Lei scosse nuovamente la testa. “Scappò dalla stanza con i pantaloni alle caviglie. Gli ci volle un mese per convincermi a dargli un’altra chance.”
“Cosa successe?”
“La mia amica, Portia, mi fece credere che fossi una dea del sesso per averlo fatto reagire così, quindi andai pensando di non poter sbagliare,” rise Tonks, ripensando alla sua sciocchezza. “Non la volta migliore, ma di certo la più memorabile.”
“Oh,” disse Hermione. Non era del tutto sicura che il racconto della donna fosse applicabile alla sua situazione, ma era disposta ad ascoltarla. “E qual è la tua idea?”
“Visto che probabilmente non mi crederai se ti dico che sei una dea del sesso, hai bisogno di qualcos’altro che ti ci faccia sentire. I regali di matrimonio che Ginny ed io ti abbiamo dato,” disse con un sorriso. “Indossali.”
I suoi occhi si spalancarono all’idea di andare in giro con una cosa simile. “No, non credo di poterlo fare.”
“Hermione, sono solo mutande.”
“Fate di quasi solo pizzo, con nastrini e robe simili,” scosse la testa. “Non sono per me. Sono… delicata.”
“Bene, dunque,” sospirò Tonks. “Non ho altre idee. Quel che funziona per me, chiaramente non funziona per te.”
“Apprezzo lo sforzo. Davvero,” disse Hermione. Tonks fece un cenno col capo e tornò giù dalle scale, sicuramente per comunicare a Sirius e Remus che Hermione era viva e vegeta. Nuovamente da sola, Hermione iniziò a sentirsi in colpa per non star prendendo i consigli della sua amica più seriamente. Nonostante fosse completamente fuori strada rispetto a quel che Hermione fosse disposta ad indossare sotto ai vestiti, Tonks e Ginny avevano speso parecchio tempo, denaro e ingegno per comprarle quella biancheria.
 
Scavò nel fondo del suo baule, tirandone fuori il regalo di Ginny, stendendolo sul letto e valutandolo seriamente per la prima volta. Per quanto riguardava le mutande, non erano di certo le peggiori che avesse mai visto. Erano piuttosto carine e coprenti in tutti i punti che avrebbe voluto tenere coperti. Era la trasparenza del pizzo ciò che davvero la preoccupava.
“Oh, provali e basta,” disse Lily, esasperata.
Hermione emise un gridolino, girandosi di scatto. “Per quanto tempo sei stata lì?”
“Abbastanza a lungo da vederti fare la lista di pro e contro dell’indossare mutandine di pizzo,” disse la donna, con un sorriso a prendere posto sul suo volto austero. “Da quanto sembrava stavano vincendo i pro. Sbaglio? No di certo.”
“Forse,” la guardò torva la ragazza. “Ma i contro sono drasticamente appesantiti dall’imbarazzo.”
“Cosa c’è di così imbarazzante? Sono mutande. Sono fatte di pizzo. E allora?” Chiese Lily. “Per la mia prima notte preferirei senza dubbio indossare qualcosa di speciale che le mie noiose mutande e reggiseno da tutti i giorni. In effetti penso di aver avuto qualcosa di speciale per ogni giorno della luna di miele. James l’ha adorato.”
Hermione scoppiò in una risatina. “Ginny ha detto che era più un regalo per Sirius…”
“Ed aveva ragione,” disse Lily. “Ma immagino che tu non abbia mai avuto biancheria speciale. Aiutano molto a prepararti mentalmente. Mettiteli e basta. Vedrai.” Con questo uscì dalla cornice, canticchiando una melodia compiaciuta.
 
Ogni femmina a cui aveva osato chiedere aveva insistito che mutandine simili erano perfettamente accettabili. Più che accettabili, erano necessarie. Si accigliò, infilandosele nella tasca della vestaglia, ritornando poi in camera sua per cambiarsi. Sapeva, però, che doveva dare una chance al consiglio, così si sfilò la sua normale biancheria.
I nastrini che decoravano le mutande avevano senso; il satin evitava che l’elastico le pizzicasse la pelle mentre se le faceva scivolare lungo le gambe.
Quindi un punto tolto da quelli a sfavore.
Analizzando il suo riflesso, era sorpresa di vedere che il taglio non era per nulla imbarazzante. Okay, mostravano più pelle di quanto non fosse abituata, ma le avrebbe tollerate con gioia se fossero state di pieno cotone.
E con questo era un’altra delle sue proteste.
Il pizzo, però, era ancora un po’ un punto critico. Non trovava motivo per farselo piacere e si rifiutava di cedere sul suo scontento. Sfortunatamente la lista di contro era a corto di due punti. Oltretutto, se n’era aggiunto uno ai pro. Doveva ammettere che quella biancheria la facesse sentire carina e che stesse indossando qualcosa di speciale. Avvolta nella sua vestaglia, una sensazione di eccitazione si aggiunse al mix. Nessuno sapeva che razza di mutande stesse indossando. Aveva un segreto sexy e di pizzo di cui era l’unica a sapere. Tonks e Ginny l’avevano incoraggiata, ma non potevano immaginare cosa ci fosse sulla sua pelle. Una volta tornata nella sua stanza, diede ai nuovi regali la giusta considerazione.
“Decisamente no,” decise, riponendo tutto il resto nell’innocente sacchetto marrone. Si mise uno dei suoi normali reggiseni bianchi, per poi accigliarsi alla visione di sé stessa.
Non combaciavano.
Poche persone sapevano che l’organizzazione compulsiva di Hermione arrivava anche al punto di coordinare l’intimo. Vedere il reggiseno bianco e le mutandine di puzzo blu gridare il loro sbilancio di stile e lussuosità era troppo. Si tolse il reggiseno, lo lanciò nella valigia, e strappo il corpetto di pizzo abbinato dal sacchetto. “Tanto vale farlo bene,” sospirò, allacciando i vari gancetti.
 
 
 
 
Scusate ragazzi, sono andata in vacanza ed è iniziata la scuola, e mi sono concessa di oziare un po’. Non aggiornerò spesso come questa estate, ma neanche lentamente come ho fatto per questo capitolo. Sperando che vi piaccia, XX
 
 
   
 
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