Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Riflessi    27/09/2018    4 recensioni
Hermione Granger. Una maledizione, un gioiello... uno spirito che la tormenta senza un apparente motivo, e la grinta che a volte l'abbandona, facendole disperatamente chiedere perché non c'è mai pace, nella sua vita.
Poi, Draco Malfoy. La sofferenza dei suoi anni di espiazione, l'isolamento, il disprezzo del mondo magico. E la scoperta, inammissibile, sconvolgente, inaccettabile, che l'amore è l'emozione più violenta che un essere umano può provare, più forte perfino dell'odio... quell'odio che l'aveva sempre animato in passato, proteggendolo come una corazza.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 32
I doni della morte


 
 
C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero ad un fiume troppo profondo per guadarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide.
 
Hermione ricordava ancora il giorno in cui Xenophilius Lovegood, con la sua espressione bizzarra e vagamente timorosa, aveva raccontato a loro tre la storia dei Fratelli Peverell. Erano i giorni della caccia disperata agli Horcrux, del terrore di vedere Voldemort trionfare, ed il mondo andare in rovina.
 
Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la morte parlò loro.
 
La morte.
Perfida puttana che non mancava mai di ricordare la sua presenza. Perfino Pepper si era portata via. Maledetta...
 
La Morte finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
 
I doni della morte.
La bacchetta, la pietra, il mantello...
Quante persone innocenti erano state uccise per quegli oggetti nefasti nel corso dei secoli?
Tante. Troppe. Fin quando lei, Harry e Ron avevano messo fine a quel massacro lasciando la stecca di sambuco fra le mani ormai decomposte del suo ultimo degno proprietario, e gettando la pietra nel fitto sottobosco della foresta proibita.
 
Ovviamente si sarebbero portati quel segreto fino alla tomba: l'avevano giurato tanto tempo fa... I tre fratelli Peverell avevano fatto nascere la leggenda sfidando la morte, tre amici l'avevano conclusa.
 
Solo dopo anni dalla fine della guerra, Hermione aveva elaborato la perfezione di quella coincidenza. E sentì che la loro profonda e sincera amicizia, era stata voluta da qualcosa di soprannaturale, o dal destino, o da qualunque cosa reggesse i fili dell'umanità. Harry e Ron erano la sua carne, il suo sangue, la sua mente. La sua vita. Come fossero stati anch'essi tre fratelli.
 
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo.
 
Draco Malfoy aveva posseduto quella bacchetta...
 
Draco Malfoy, per qualche tempo, era stato il proprietario dell'arma più potente e terribile che fosse mai stata creata. E non l'aveva mai saputo. NESSUNO l'aveva mai saputo, ed Hermione ringraziò Dio e Merlino per questo. Altrimenti, egli sarebbe stata un'altra vittima innocente, immolata a causa della ricerca dei doni.
 
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la morte e chiese il potere di richiamare altri, dalla morte.
 
Quante volte Silente aveva detto che non esisteva NULLA al mondo che potesse davvero riportare indietro i defunti?
Neanche la sua Pepper sarebbe mai tornata indietro, qualunque cosa Hermione avesse fatto.
 
Sorrise debolmente, ricordando le sue marachelle, l'innata propensione per i guai, i versacci che faceva quando veniva rimproverata, ed il morso violento che aveva dato a Ron mesi prima.
 
Si sdraiò sul letto, esausta, e tirò giù le maniche del maglioncino arrotolate sui gomiti, per coprirsi le mani fredde. Poi riprese a leggere la traduzione delle fiabe di Beda che aveva terminato pochi giorni prima, sperando di non perdere di nuovo il filo e smarrirsi così negli episodi dolorosi della sua vita, od indugiare ancora su quello che era successo la mattina stessa a villa Malfoy.
 
Il fratello più giovane [...] chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio mantello dell'Invisibilità.
 
Il mantello dell'Invisibilità... l'avevano avuto tra le mani per anni! Avevano percorso tutti i corridoi di Hogwarts nascondendovisi sotto; si erano tirati fuori dai guai, avevano compiuto buone azioni, erano CRESCIUTI sotto di esso, fino a non entrarci più in tre! Eppure... non si erano mai domandati nulla circa la sua straordinaria magia.
 
Il primo fratello [...] andò a cercare un mago con cui aveva da tempo una disputa. Armato della bacchetta di sambuco, non potè mancare di vincere il duello che seguì. Lasciò il nemico a terra, morto, ed entrò in una locanda dove si vantò a gran voce della potente bacchetta [...]. Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano.
Fu così che la Morte chiamò a sé il primo fratello.
 
Hermione sospirò, poi afferrò l'orsacchiotto che le aveva regalato tempo prima Draco Malfoy e se lo strinse addosso, mentre lanciava uno sguardo sul comodino, dove faceva bella mostra di sé una foto magica, in cui lei salutava verso l'obbiettivo, e Pepper le svolazzava attorno.
 
Il secondo fratello [...] estrasse la pietra e la girò tre volte nella mano. Con sua gioia e stupore, la figura della fanciulla che aveva sperato di sposare prima della di lei prematura morte gli apparve subito davanti. Ma era triste e fredda, separata da lui come da un velo. [...] Alla fine il secondo fratello, reso folle dal suo disperato desiderio, si tolse la vita per potersi davvero riunire a lei.
E fu così che la Morte chiamò a sé il secondo fratello.
 
Quella storia conteneva una morale indiscutibile: che non ci si poteva sottrarre alla morte. Si poteva rimandare, ma MAI davvero sfuggirgli. Come, alla fine, non era riuscito a scappare Voldemort, che più di tutti ci aveva provato, sperato, lottato...
 
Un giorno sarebbe morta anche lei, come tutti coloro che aveva già perso, e forse il dolore si sarebbe fatto finalmente meno intenso, i suoi sentimenti più sfocati, lontani, mentre il suo corpo sarebbe diventato parte dell'universo, e non avrebbe più distinto dove iniziava lei e dove cominciava il mondo. Altri uomini ed altre donne avrebbero vissuto al suo posto, e le emozioni violente di Hermione Granger, che ora vibravano nel cosmo, si sarebbero spente per far posto a quelle degli altri. In un ciclo infinito.
 
Giocherellò per un po' con il manoscritto del libro che si apprestava a pubblicare, perdendo lo sguardo sulla sua stessa grafia piccola ed ordinata. Hermione aveva tradotto le fiabe di Beda con così tanta passione e minuzia, da averci speso la bellezza di sette mesi! E quel lavoro certosino, si rese conto, lo aveva iniziato proprio nello stesso periodo in cui erano incominciate le sue sciagure con il bracciale dei Belby e lo spirito di Greyback che, a loro volta, avevano scatenato un susseguirsi di eventi inaspettati... come la tumultuosa ricomparsa di Draco nella sua vita.
 
Sospirò affranta, ripensando a ciò che era successo qualche ora prima: era scappata da villa Malfoy come una ladra, a testa china, senza guardare in faccia nessuno, chiusa nel dolore della perdita di Pepper. La folletta per lei aveva rappresentato il cambiamento, la vita dopo la scuola, la maturità, e soprattutto la quotidianità. Perchè... nonostante il suo caratterino impossibile, Pepper era l'unica che l'aspettava sempre quando faceva tardi al lavoro, che le faceva compagnia nella solitudine di casa, che si sedeva sulla sua spalla quando capiva che qualcosa la turbava, e che la faceva perfino ridere quando provava ad offrirle generosamente i suoi schifosissimi vermi, convinta che piacessero pure a lei.
 
Ed ora non ci sarebbe stata più...
Punita da quel suo ostinato vizio di seguirla ovunque.
 
Ma sebbene la Morte avesse cercato il terzo fratello per molti anni, non riuscì mai a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veneranda età che il fratello più giovane si tolse infine il Mantello dell'Invisibilità e lo regalò a suo figlio. Dopodichè salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita.
 
Fine
 
Hermione poggiò il manoscritto sul comodino, poi chiuse gli occhi stanchi, afflitta da un terribile mal di testa, e finì per addormentarsi così, senza neanche coprirsi, abbracciata al suo orsacchiotto, mentre fuori il sole ancora non tramontava.
 
 
***
 
 
Draco Malfoy raccontò ad Harry Potter e Ronald Weasley di come l'anima del vecchio Belby gli avesse rivelato che, per scacciare Greyback, non avrebbe dovuto far altro che somministrare la pozione antilupo ad Hermione. Il filtro l'avrebbe aiutata a combattere il potere che il lupo mannaro esercitava sulla sua mente, indebolendolo tanto da permettere a loro di toglierle una volta per tutte il bracciale. Semplice. Gli effetti della pozione infatti, avrebbero annientato la resistenza che Greyback faceva per proteggere il gioiello, e a quel punto, lontano dal polso della donna, sarebbe stato facile da distruggere.
 
"Mi chiedo come cazzo ho fatto a non pensarci da solo..." Sospirò infine Draco, seduto scompostamente sulla prima sedia che aveva trovato nei paraggi. Poi si era portato una mano sul viso e l'aveva passata fra i capelli, riprendendo: "Ho rimuginato mesi e mesi per trovare le soluzioni più complicate, e invece... era tutto così stupidamente chiaro! Avevo la risposta sotto gli occhi e non me ne sono accorto, maledizione!" Concluse con tono stizzito.
 
"Non rimuginiamoci troppo sopra, Malfoy. Ormai è andata così..." Gli rispose Harry, sconsolato.
 
L'uomo lo guardò di traverso, per poi ribattere, in tono irritato: "Certo, Potter! Tu la fai facile. Non è a TE che la tua amichetta porterà il muso per il resto dei tuoi giorni, convinta che la colpa della morte del suo folletto del cazzo, sia tua!"
 
Harry si strinse nelle spalle, accettando il rimprovero di Malfoy; Ron invece, che aveva ascoltato in silenzio lo scambio di battute, se ne stava semplicemente a braccia conserte, appoggiato con la schiena ad uno scaffale ingombro di libri, per la maggior parte proibiti, che il padrone di casa utilizzava per studiare la magia oscura ed annientare maledizioni (o almeno questo era quello che diceva lui: Ron non era ancora riuscito a convincersi del tutto dell'improvvisa santità di Malfoy!).
Comunque, nonostante l'aria funerea che serpeggiava nella stanza, Ron pensò che la fine di Pepper, almeno per lui, non era stata tutta questa gran tragedia, memore forse dei suoi dispetti e del morso micidiale che l'aveva mandato dritto dritto al San Mungo! Ma ovviamente evitò di esternare il pensiero a voce alta. E poi era abbastanza sicuro che pure Harry non poteva essere così pensieroso solo per la prematura dipartita di un folletto della Cornovaglia, con la pressante preoccupazione di Greyback tornato dall'aldilà per tormentarli ancora... e di certo non lo era neanche Draco Malfoy, la cui disperazione a malapena trattenuta, derivava con molta più probabilità alla furia che Hermione gli aveva, e gli avrebbe ancora, riversato contro.
 
Improvvisamente, tornando a ragionamenti meno complessi e più alla sua portata, Ron ammise a se stesso che non avrebbe voluto essere nei panni di quel pallido biondino nemmeno per cinquantamila Galeoni sonanti, per la barba di Merlino!
Affrontare Hermione Granger incazzata era decisamente peggio che scappare da Aragog e tutto il suo clan di acromantule affamate. E allora esclamò, fin troppo ingenuamente:
"Caspita! Hermione te la farà pagare davvero cara, Malfoy! La conosco bene, accidenti! Ti farà pentire pure di essere nato!"
 
Harry lanciò a Ron un'occhiataccia silenziosa, colma di esasperazione. Purtroppo il suo amico aveva sempre avuto la delicatezza di un elefante, e per quanto fosse maturato con l'età, quel lato tremendamente infantile del suo carattere se lo sarebbe portato appresso fino alla tomba.
 
Draco rise appena, di una risata amara, piena di sconforto:
"Per quello non c'è problema... E' già da un bel pezzo che mi sono pentito d'esser nato!"
 
E quella fu la prima volta forse, che Ron Weasley si vergognò di aver pronunciato parole poco delicate nei confronti di Draco Malfoy, anche se, ironia della sorte, quella era stata anche la prima volta che gli si era rivolto senza alcun malefico doppio senso.
 
Rimasero tutti in un silenzio impacciato, incapaci di glissare, cambiare discorso, o riprendere una conversazione quanto meno costruttiva. Perchè, in fondo... era inutile negarlo: nonostante quella specie di tregua, quei tre non sarebbero mai stati capaci di condividere davvero qualcosa, capirsi, o diventare amici... In mezzo a loro purtroppo, malgrado i cambiamenti ed il tempo trascorso, avrebbe sempre aleggiato lo spettro del passato a ricordargli costantemente chi erano stati, con quanta intensità si erano odiati, e tutto il male che era scaturito dai loro comportamenti.
 
"Bene. Io vado al Ministero! Vedo di rimediare una pozione antilupo!" Disse Harry improvvisamente, scattando verso la porta.
 
"Aspetta, Potter!" Lo fermò Draco, agitato: "C'è un problema!"
"Quale?" Fecero in coro sia Harry che Ron, preoccupati.
Malfoy li guardò con un'espressione tremendamente seria, e poi parlò:
"Il problema è che possiamo distruggere il bracciale, ma non lo spirito di Greyback! Gli spiriti non si possono uccidere, sono già morti... Quindi, senza più un corpo o un oggetto da occupare, Greyback ovviamente tenterà di impossessarsi di qualcos'altro..."
 
"Miseriaccia..." Esclamò Ron, che aveva assunto la stessa faccia orripilata di quando, al quarto anno di scuola, Malocchio Moody aveva tirato fuori un ragno per la sua prima lezione di difesa.
Harry però, fece spallucce: "Beh, vorrà dire che lo rimanderemo all'inferno! Ci sarà senz'altro un modo per farlo, giusto!?"
 
Ron si rabbuiò, guardando male l'amico: "Sì, e come? Facciamo tipo quei film babbani da quattro soldi dove chiamano un prete, leggono un versetto della Bibbia con il crocifisso in mano, urlano, si dimenano, e il demone sparisce per miracolo? Sono tutte stronzate quelle, Harry!"
 
All'Auror, nonostante la serietà della situazione e la faccia cupa degli altri due, scappò una sghignazzata ironica: "Quindi... VADE RETRO GREYBACK pensi non funzionerà Ron?!"
 
Weasley allentò l'espressione accigliata: "Ma vaffanculo, Harry!" E presero a ridere sommessamente, sdrammatizzando sulla circostanza delicata, come in fondo erano stati sempre abituati a fare, anche da adolescenti... quando si buttavano a capofitto incontro al pericolo e alla morte, senza comprendere realmente la portata delle loro azioni.
 
Draco Malfoy però, li guardò perplesso per un momento, senza capire di cosa stessero parlando, finchè si alterò gradualmente: "Si può sapere che avete da ridere? Qui c'è da trovare una soluzione il prima possibile. Idioti!"
 
I due amici smisero immediatamente, tornando composti. Poi Harry scosse il capo più volte: "Malfoy! Cercheremo un modo, non devi preoccuparti. O pensi forse che noi non desideriamo aiutare Hermione quanto te? Sei pazzo, se lo credi! Però non puoi pretendere che io, così su due piedi, possa sfoderare al volo un'idea geniale per rispedire Greyback all'altro mondo! Sono un cacciatore di maghi oscuri, non un medium o un esperto di relazioni diplomatiche con entità e fantasmi!"
 
Si guardarono male per qualche attimo, poi Ron attirò l'attenzione con una frase che voleva essere una battuta, ma si rivelò proprio quell'intuizione che andavano cercando:
"Perchè non intrappoliamo Greyback dentro il quadro?"
 
Ci fu un lungo silenzio, in cui ognuno di essi elaborò l'idea, giudicandola dapprima folle, poi difficile da mettere in atto, forse pazza, o fattibile, infine... brillante.
"Ron! Sei un fottuto genio, lo sai?!" Gli disse Harry, con un sorriso che gli prendeva tutta la faccia, mentre il cognato gonfiava il petto, come faceva ogni volta che lasciava i suoi amici a bocca aperta per aver concepito una trovata utile.
"Grazie, amico!" Gli rispose Ron, che non perse tempo a dire: "Beh, ora che abbiamo la soluzione... muoviamoci, no?! Tu allora vai a frugare tra le scorte del Ministero per la pozione antilupo, io intanto vado da Hermione, le spiego tutto, e vedo come sta..."
 
Draco Malfoy, che fino a quel momento era rimasto zitto con le mani in tasca, affilò pericolosamente lo sguardo, e fermò Ron con tono minaccioso:
"Dov'è che vorresti andare tu?"
"Da Hermione!" Gli rispose lui candidamente. E a quella risposta, Draco sollevò un sopracciglio, con una tempesta di nervi che gli imperversava dentro: "Fammi il piacere Weasley... Vai a casa tua!"
"C-Cosa? Ma scherzi, spero!"
"Vattene a casa, ho detto. O dove ti pare, tranne che da lei!" Sputò lui con disappunto.
"Tu sei pazzo... E' la mia migliore amica, Malfoy! E io faccio quello che mi pare!" Si alterò il ragazzo.
 
Il Capo degli Auror sfoderò discretamente la bacchetta, in allarme, e si avvicinò con molta cautela:
"Calmi, calmi! Non agitatevi per questa sciocchezza. Ron?! E' meglio se tu vieni con me!"
 
Harry non condivideva per niente la sparata arrogante di Malfoy, però aveva capito che il suo era soltanto un modo contorto per far intendere che, da Hermione, doveva e voleva andarci lui; in fondo quei due avevano da chiarire un grosso malinteso... Purtroppo però, quelle sottigliezze erano poco comprensibili all'ingenuo Ron, al quale si doveva sempre parlar chiaro, senza giri di parole. E quindi Harry si era visto costretto ad intervenire, per calmare gli animi e dissuadere il suo amico dall'invadere l'intimità di un rapporto amoroso ancora troppo instabile. Gli stava costando uno sforzo enorme a dire il vero, perchè... per quando avesse ormai preso atto di quella specie di relazione, per lui rimaneva ancora qualcosa di osceno, inammissibile, folle. Immaginare Draco Malfoy ed Hermione Granger insieme, gli faceva venire la pelle d'oca... E chissà se un giorno questa sensazione di ribrezzo gli sarebbe passata, oppure, se vedendoli davvero l'uno accanto all'altra, mano nella mano, abbracciati, sorridenti, la repulsione gli sarebbe solo aumentata...
 
I suoi pensieri scomodi per fortuna, furono interrotti dalla voce antipatica del suo vecchio rivale, impegnato a battibeccare con Ron. Così, per forza di cose, Harry tornò d'improvviso alla realtà che lo circondava.
 
"Allora? Che aspetti a levarti dalle palle, Weasley!? Su, forza! Vai con Potter!" Se ne uscì Draco, tutto baldanzoso, mentre il ragazzo dai capelli rosso fuoco rimase a guardarlo allibito, boccheggiando senza riuscire a pronunciare più niente di sensato.
 
"I-Io... Io lo ammazzo, Harry!" Disse infine Ron, rivolgendosi al suo amico: "Per l'amor di Merlino! Toglimelo da davanti, altrimenti sarai costretto a sbattermi ad Azkaban per omicidio!"
 
 
***
 
 
Hermione, accucciata su di un fianco e stretta al suo orsacchiotto, dormiva ancora quando Draco si sedette silenziosamente sul bordo del letto.
Rimase a guardarla per molto tempo, senza muoversi, sorridendo come un cretino, pensando a quant'era bella e a quanto non gli fregasse più un cazzo di status sociale, linea di sangue, tradizioni e ideologie.
Poggiò, delicato, una mano sul braccio di lei, accarezzandola piano. E realizzò con improvvisa lucidità che, se non ci fosse stato Greyback, o più semplicemente Belby col suo bracciale, lui avrebbe continuato a vivere la squallida vita di sempre: rinchiuso al Manor, concentrato a perdersi nella sua malinconia, a disprezzarsi per il suo passato vergognoso, e cercando in tutti i modi di evitare la gente, per paura di vedere l'accusa nei loro occhi; senza mai accorgersi della perfezione discreta di Hermione Granger, e senza scoprire che pure lui era destinato ad amare, come qualsiasi altro essere umano.
Si domandò se fosse il caso di chiederle di provare a stare insieme: insieme davvero. Ma Draco aveva così dannatamente paura della risposta, che si convinse a scartare l'ipotesi. Hermione aveva un nome troppo conosciuto ed importante nel mondo magico, per potersi permettere di gettare alle ortiche la reputazione per uno come lui. Come poteva, la strega che aveva affrontato i Mangiamorte senza paura, e che era emersa da eroina fra le macerie di Hogwarts... mischiarsi proprio con colui che aveva rappresentato la parte marcia della guerra? Come poteva, l'Hermione Granger che aveva sacrificato gli affetti, l'adolescenza e la tranquillità sull'altare della giustizia... rinnegare tutto improvvisamente e rotolarsi tra le lenzuola di un seguace di Voldemort?
Non poteva chiederle di fare un passo simile, l'avrebbe inevitabilmente trascinata nel baratro, fino a farla diventare una reietta come lui. Draco l'amava troppo e non era più il meschino egoista di prima! No, cioè... lo era ancora, ma non quando c'era lei di mezzo!
 
Improvvisamente, la sentì sussultare sotto la sua mano, e quando tornò a guardarla in viso, la trovò con gli occhi aperti: si era svegliata.
 
"Ciao..." Disse Draco, a voce bassa.
"Ciao." Rispose lei, in tono contrito.
Ad Hermione non era ancora passata la rabbia... ma Draco, al quale ancora bruciava lo schiaffo rifilato, non aveva intenzione di chiedere scusa per quello che era successo a Pepper, perchè non era da lui pregare qualcuno per ottenere clemenza: l'aveva già fatto, qualche tempo fa, per farsi assolvere da tutto il male che le aveva procurato in passato, e gli era costato così tanto, che aveva sentito l'orgoglio cadere a pezzi e finire sotto le suole delle scarpe. Non aveva per niente voglia di ripetere l'esperienza! E poi perchè, stavolta, riteneva di non aver fatto nulla di male. Anzi, forse questa era stata l'unica volta nella sua squallida esistenza, in cui aveva compiuto un gesto davvero lodevole. Non era colpa sua se quel folletto della Cornovaglia era morto, maledizione! Lui aveva attraversato il portale per una buona causa. Lui era entrato nel quadro solo per salvare la vita a lei. Non per una gita di piacere o per fare l'eroe da quattro soldi. E comunque, tanto per la cronaca, lo avrebbe rifatto altre mille volte, pur di vederla finalmente libera dallo spirito opprimente di Fenrir Greyback. Cazzo!
 
Hermione teneva ostinatamente gli occhi puntati sulla sveglia del comodino, pur di non guardare l'uomo seduto sul suo letto. Allora, dopo molto tempo, fu Draco a spezzare il silenzio, sospirando di stanchezza, e lasciando intuire la sua resa: "Stasera ti libereremo dal bracciale, Hermione! Damocles Belby mi ha detto come fare."
 
La ragazza chiuse gli occhi stringendo forte l'orsacchiotto, però continuò a starsene zitta, elaborando mentalmente la notizia. In realtà, un mare di emozioni la stavano attraversando, anche se non trapelò nulla dall'espressione impassibile del viso.
Hermione aveva trascorso sei mesi insieme alla presenza di Fenrir Greyback che l'aveva posseduta, controllata, debilitata, guidata nelle scelte. E lei aveva lottato con disperazione per liberarsene, fino al punto di arrendersi. Poi... era arrivato Draco Malfoy, come una tempesta tropicale, imponendole il suo aiuto e stravolgendole la vita più di quanto avesse fatto il bracciale maledetto.
Erano cambiate così tante cose dal giorno in cui era andata ad Hogsmade per indagare  sull'omicidio di Damocles Belby! Ed ora finalmente, sarebbe tutto finito... Tutto finito grazie all'uomo che, per ironia della sorte, fino dieci anni prima l'aveva disprezzata come solo un aristocratico purosangue può disprezzare la più modesta tra le babbane. Draco Malfoy, dietro il suo sguardo sprezzante e freddo come il ghiaccio, dietro il suo carattere odioso, dietro la sua maschera di marmo, aveva tenuto nascosto per lungo tempo un cuore palpitante che invece sapeva emozionarsi, battere veloce, amare, preoccuparsi, e perfino essere coraggioso.
 
Hermione doveva assolutamente ed unicamente gioire per la fine di quella disavventura, eppure... c'era qualcosa che la rendeva triste. E non era la morte di Pepper, o almeno non solo quella!
Ma allora cos'era?
Era la paura del dopo. Semplicemente.
Cosa sarebbe successo quando tutto sarebbe tornato alla normalità? Si domandò con ansia. Ognuno avrebbe ripreso in mano la sua esistenza, ed ogni cosa sarebbe tornata a scorrere placida e monotona, esattamente come prima: come prima che tutto questo fosse successo.
E Draco? Anche lui sarebbe tornato a chiudersi nella sua enorme residenza da signore? A disprezzare il mondo, ad isolarsi dalla società, a vivere da nobile schivo come aveva fatto negli ultimi dieci anni dalla fine della battaglia contro Voldemort?
Se lui fosse di nuovo sparito, cosa ne sarebbe stato del loro strano rapporto? 
Che cretina che era... Certo che lui avrebbe ripreso la sua vita di prima! Per quale motivo avrebbe dovuto cambiare le sue abitudini? Per lei forse?! Ma andiamo... E comunque, non sarebbe stato meglio così? In fondo, perchè intestardirsi su cose impossibili? Era immorale essere innamorata di Draco Malfoy! Era controproducente, e ridicolo, e inutile. Quindi era giusto che tutto finisse. Per il bene di entrambi...
 
"Hai intenzione di dirmi qualcosa, o rimarrai in silenzio finchè non me ne vado?" Si innervosì Draco, che era rimasto zitto tutto il tempo a guardarla posare gli occhi dappertutto, fuorchè su di lui.
Hermione allora, lo guardò quasi senza vederlo e, per una volta, fu a corto di risposte, troppo confusa dal pensiero del futuro.
E rimase a fissarlo imbambolata nel suo ostinato mutismo, incapace di digli cosa stava provando.
 
"Bene." Sputò Draco, che strinse forte i denti, mentre nei suoi occhi chiari passava un lampo di tristezza mista a rassegnazione. Si alzò dal letto di scatto, con l'aria cupa e l'intenzione di andarsene... poi però, si voltò rapido, la guardò come impazzito, si chinò su di lei, e la baciò delicatamente sulle labbra. Fu un contatto breve. Andò via subito dopo, senza aggiungere altro, arrabbiato con se stesso per la sua imbecillità.
Hermione rimase fiato, immobile sul letto. Con addosso il sapore dolce delle labbra di lui.
 
Continua...



 
 
 
 
Riflessioni:
Quando ho cominciato a scrivere il prologo, l'idea di far approcciare Draco ed Hermione per me era strana, ma nello stesso tempo intrigante. Poi andando avanti, mi sono resa conto che era così naturale scrivere di loro, che ora penso, forse con un pizzico di presunzione, a quante cose belle si sia persa J.K Rowling a non aver dato un'opportunità amorosa a questi due personaggi!
Il piccolo mondo di chi è appassionato di Dramione è un mondo a parte, lo so... ma credo che esso abbia perfettamente senso e, chi ama queste storie, credo le legga perchè adora l'idea delle tenebre che si mescolano alla luce, dell'antieroe che si redime grazie alla bella eroina; perchè è affascinante l'idea dell'uomo che, dopo tanto disprezzare, si accorge della perfezione di colei che aveva tanto odiato...
Per tutto questo, ed anche per altre ragioni, penso che Draco ed Hermione, insieme, non siano poi così assurdi, a dispetto di chi invece è fermamente convinto che loro due non abbiano assolutamente nulla in comune, e che lei meritava davvero la monotonia di una relazione duratura con Ron! E ci tengo a precisare che io non dico ciò perchè odio il personaggio di Ronald Weasley: tutt'altro! E' uno dei miei preferiti, ed è proprio per questo che immaginarmelo a vivere una vita intera all'ombra di Hermione, che è più intelligente di lui, più intraprendente, più coraggiosa, e che primeggia in tutto oscurandolo completamente, mi fa tenerezza. Ron ha molte buone qualità da tirare fuori, tipo la schiettezza, la spontaneità, l'innocenza, la generosità; doti che.... accanto a lei, appaiono insignificanti, azzarderei quasi comiche.
E' ovvio che chi ama le Romione, ha mille altri buoni motivi per spiegare il perchè, invece, essi siano perfetti insieme, così come li ha immaginati la Rowling.
Non ho mai avuto modo, fino ad adesso, di intraprendere un discorso con qualcuno che preferisce Ron ed Hermione... magari se c'è qualcuno che ama entrambe le coppie, ed ha voglia di aprire il dibattito, potrà farmi cambiare idea, o magari vedere le cose in maniera diversa! Mi farebbe piacere!
 
A giovedì prossimo
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Riflessi