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Autore: NarcissaM    12/07/2009    13 recensioni
La sua schiena nuda era ampia, muscolosa, leggermente ruvida al tatto.
Ed era calda, così calda che, Narcissa ne era sicura, si sarebbe bruciata se avesse continuato a sfiorarla con le mani. Eppure non riusciva a staccarsi, non voleva interrompere quel lieve contatto con l'uomo che aveva segretamente amato negli ultimi dieci anni della sua vita. Di certo mai si sarebbe aspettata di ritrovarselo nuovamente davanti dopo tanto tempo. Mai, in una circostanza come quella...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Hogwarts - Anno Scolastico 1977

Marry Me

9° capitolo - La scelta





C'era qualcuno seduto sulle sue ginocchia.
Era un bambino o un angelo? Narcissa non avrebbe saputo dirlo con certezza. Aveva i capelli biondi, un visetto roseo e la pelle liscia e morbida come velluto. Sembrava non pesare niente.
"Ho sonno" mormorò l'esserino, rannicchiandosi contro il petto di Narcissa e infilandosi un pollice in bocca.
"Dormi pure se vuoi" rispose lei, accarezzandogli dolcemente la schiena. Si sentiva commossa, confusa, e col cuore colmo di amore. Non aveva mai provato una simile sensazione prima di allora... la sensazione di avere qualcosa di estremamente prezioso tra le sue braccia, qualcosa di speciale, qualcosa che avrebbe dato un nuovo significato alla sua vuota esistenza.
"Madre..." sussurrò il bambino, e quel richiamo le fece quasi esplodere il cuore. "Ho tanto freddo". Sollevò il capo e Narcissa poté finalmente vedere i suoi occhi. Erano profondi e grigi. Erano gli stessi occhi di Lucius...



"Narcissa. Narcissa, svegliati".
La voce di sua madre riuscì a far svanire il bambino dalle sue braccia e a riportarla alla realtà, nella solitudine del suo freddo letto. Scossa, Narcissa aprì gli occhi, a malincuore... poiché avrebbe voluto poter prolungare quel sogno ancora per un po'.
"Stavi parlando nel sonno". Druella aveva il viso a pochi centimetri dal suo e la fissava con preoccupazione. "Va tutto bene? Ho creduto stessi avendo un incubo".
"No, era un sogno. Un sogno meraviglioso" rispose Narcissa, con un filo di voce. Si mise a sedere sul letto. "Come mai sei nella mia stanza?"
"Ho finito di cucire la tua veste nuziale e volevo fartela vedere". Druella si alzò e andò a raccogliere da una tavolo un lungo abito da sposa, completamente bianco ad eccezione di un elaborato ricamo purpureo sulle maniche.
"E' inutile che cerchi di accelerare i tempi. Non ho intenzione di sposare Crow per il momento" sbottò subito Narcissa, distogliendo lo sguardo dall'abito nuziale.
"Perché no?" Sua madre le lanciò un'occhiata indagatrice, e Narcissa si sentì avvampare da capo a piedi.
"Perché... perché no!"
"Chi credi di prendere in giro? Guarda che non sono nata ieri... ho capito che sei innamorata di un altro uomo".
"Ah, davvero?! E come fai a saperlo?" Narcissa girò la testa verso la finestra per impedire a sua madre di vedere il rossore che l'era salito al viso.
"Tanto per cominciare, l'ho capito da questo". Druella le andò vicino e le porse un enorme mazzo di rose rosse. "E' arrivato stamattina insieme alla posta".
Stupita e senza fiato, Narcissa raccolse il mazzo di rose dalle mani di sua madre. "Chi l'ha mandato?"
"Il biglietto non era firmato. C'era scritto soltanto il tuo nome".
Narcissa si scostò da sua madre e andò ad accovacciarsi accanto al fuoco del caminetto per rimirare quei magnifici fiori. Erano di un rosso intenso, cupo, e nel mezzo spiccava una solitaria rosa bianca. Narcissa lasciò le altre e si strinse quella al petto, come se in essa vedesse il volto del suo unico amore. Il suo cuore era gonfio di dolore ma anche di contentezza, perché Lucius pensava a lei e, purtroppo, anche lei pensava a lui.
Sentiva su di sé gli occhi di Druella che la guardavano come solo le madri sanno guardare le loro figlie quando non c'è segreto che possa sfuggir loro. "E' stato Lucius Malfoy, non è vero?"
Narcissa alzò di scatto la testa e la guardò stupefatta.
"Non sorprenderti. Ho visto il modo in cui ti guardava quel giorno, a Diagon Alley. Si vedeva lontano un miglio che era interessato a te e che voleva farti la corte, per questo quel giorno vi lasciai soli a parlare..."
"Oh..." Dunque il sentimento che lei e Lucius provavano l'uno per l'altro era così evidente, esposto agli occhi del mondo? E lei che aveva creduto di poterlo negare, farlo scomparire come se non fosse mai esistito!
"Lui non ti renderà felice".
"Lo penso anch'io" rispose Narcissa. I suoi occhi erano tristi, profondi come l'oceano. "Allora... perchè lo amo tanto?" Piangeva ora. Lacrime solenni, limpidi rivoli che le solcavano silenziosamente le guance.
Druella si affrettò ad accorrere vicino a sua figlia, ora afflosciata sul caminetto come una bambola di pezza. "Su, non fare così".
"Madre..." La parola fu un singhiozzo pieno di dolore.
"Lo so, lo so" fece Druella sorreggendola, infilando un braccio sotto il suo. "Fa male ora, ma passerà. In ogni caso tu non puoi sposare Malfoy. Sposa Crow. Sposalo, quando il tuo cuore sarà guarito".
Narcissa sgranò gli occhi. Per quale motivo sua madre disapprovava tanto l'idea di un suo legame con Malfoy? Dopotutto, lei non sapeva che lui era un Mangiamorte e per di più era sempre stata amica dei genitori di Lucius. Certo, Narcissa sapeva che sua madre non lo trovava simpatico e che lo giudicava un libertino che spezzava il cuore delle donne, ma questo non giustificava il suo comportamento. "Madre... mi stai forse nascondendo qualcosa?"
Druella si mordicchio il labbro inferiore, prima di riuscire a trovare le parole. "In effetti, non ti ho detto tutta la verità". Esalò un lungo, tremolante sospiro. "Ho visto come sarebbe il tuo futuro con Lucius Malfoy. L'ho visto nelle foglie del tè".
C'era sempre scritto tutto quanto nelle foglioline del tè, Narcissa lo sapeva. E sua madre era un'esperta nell'arte della divinazione. "Cos'hai visto?" chiese. Provava un po' di paura, però aveva bisogno di sapere, aveva bisogno di sentire una valida ragione per smettere di amare Lucius.
"Il vostro matrimonio sarà un incubo ad occhi aperti, Narcissa" disse sua madre con voce grave. "Tu soffrirai moltissimo e dovrai passare attraverso numerose difficoltà. Cose che non possiamo nemmeno immaginare".
Improvvisamente Narcissa capì perché i suoi genitori avevano insistito tanto per allontanarla da Lucius e per farle sposare Crow il prima possibile: volevano proteggerla. A loro modo, infondo, le volevano bene. Questo pensiero le fece rivolgere a sua madre un sorriso pieno di gratitudine. "Il nostro futuro sarà davvero così orribile?" domandò quindi.
"Oh, non è segnato soltanto dal dolore. Ci saranno anche momenti felici, ma... è meglio che tu non lo sposi, Narcissa. Risparmiati da un destino segnato dall'oscurità". Con quelle parole, Druella si alzò e si rassettò la veste. "Vado a prepararti un infuso all'olio di violette. E' un buon rimedio contro la malinconia e l'abbattimento. Dopo che l'avrai bevuto ti sentirai meglio". Fece per andarsene, ma Narcissa la richiamò.
"Madre, dimmi la verità... hai guardato anche il futuro delle mie sorelle?"
Seppur impercettibilmente, Druella annuì.
"E?" chiese Narcissa, ansiosa.
"Non ho visto granché del futuro di Bella. Era confuso, offuscato. Ma ho visto quello di... Andromeda". Era chiaro che faceva fatica a pronunciare quel nome. "La sua vita è destinata a sofferenze persino peggiori delle tue. Vedrà tutte le persone cha ama morire..."
Narcissa chiuse gli occhi. Non voleva sentire altro, non voleva sapere altro.
"E' arrivato il momento per te di prendere una decisione, figlia mia. Io ti ho messa in guardia e posso soltanto sperare che tu sia più saggia di Andromeda quando farai la tua scelta". Con queste parole, Druella aprì la porta e uscì dalla camera, lasciando Narcissa sola ai suoi pensieri.




Quella sera Narcissa ricevette un'inaspettata visita da Jared Crow.
"Perdonami se mi presento a quest'ora..." esordì l'uomo, fermo sui gradini di casa Black.
Narcissa lo invitò gentilmente ad entrare nell'atrio ma lui si rifiutò. Era agitato, nervoso, pallido, completamente diverso dall'individuo che durante il pranzo di famiglia si era comportato come un perfetto e pacato gentiluomo. "Che succede?"
"Io... ecco, vedi..." Crow esitava. La sua figura era immersa nel buio della sera e Narcissa non riusciva a vedere bene l'espressione indecifrabile del suo volto. "Io... non sai quanto mi dispiace..." Balbettava, pronunciando parole vuote. "Davvero... mi dispiace, perchè tu saresti stata una moglie adorabile ma... mi vedo costretto a chiudere definitivamente i nostri rapporti".
Narcissa aprì bocca per ribattere, ma non ci riuscì. Oh, quella situazione era troppo assurda per riuscire a tradurla in parole. Le venne quasi da ridere. Alla fine, tutto quello che riuscì a dire fu: "Perchè?"
"Perché..." Crow sembrava vergognarsi, ora. Troppo imbarazzato per spiegarsi, alla fine riuscì solo a infilare tra le mani di Narcissa una strana confezione di cartone. "Ho ricevuto questo poche ore fa. Addio, Narcissa". Girò sui tacchi e si allontanò di gran fretta.
Narcissa rimase immobile e costernata a guardare Crow sparire fra le ombre del giardino, e infine abbassò lo sguardo sulla scatolina. "Cosa può averlo spaventato tanto?" si domandò ad alta voce. Lentamente, scoprì il coperchio della scatola: sul fondo vi era un cuore umano, viscido e ancora pulsante, dal terribile fetore. C'era anche un biglietto di cartone rosso; Narcissa lo prese e lasciò cadere la scatolina per terra, disgustata dal suo contenuto.
"Le donne possono strapparti il cuore. I Mangiamorte possono farti di peggio. Lascia perdere Narcissa Black finché sei in tempo, o subirai presto l'ira dei servitori del Signore Oscuro".
Narcissa lesse quel bigliettino provando una marea di sentimenti tutti mescolati assieme: rabbia, esasperazione, derisione, timore, sollievo... C'era soltanto una persona che poteva aver architettato quel brutto tiro al povero Crow.
"Lucius!" sbuffò Narcissa, ancora ferma sull'uscio.
"Mi hai chiamato?" Un uomo sbucò poco distante da lei, da un basso muretto che circondava il roseto del giardino.
Irritata e allo stesso tempo felice di vederlo, Narcissa scese i gradini e attraversò il giardino, andando incontro a Lucius. "Che brutti scherzi, Malfoy! Dimmi, di chi era quel cuore pulsante?"
"Non ne ho idea. L'ho comprato a poco prezzo da Magie Sinister" rivelò Lucius, infilando le mani nelle tasche con aria disinvolta.
Suo malgrado, Narcissa rise. "Sei un pazzo. Hai spaventato a morte il povero Jared Crow..."
"Si è comportato da vero codardo, non trovi?" Lucius si fece più vicino, troppo vicino. Narcissa sentiva quasi il suo respiro sul collo.
"Ha avuto ragione ad avere paura. Bisogna fuggire dai Mangiamorte, meglio non affrontarli... per nessun motivo al mondo".
"Tu dici?" Lucius sembrava distaccato, mentre Narcissa non riusciva quasi a respirare. La sua semplice presenza la sopraffaceva, la soffocava. "Io invece... bèh, credo che ci siano motivi per i quali vale la pena di affrontare qualsiasi pericolo. Che razza di uomo è uno che non combatte per averti, Narcissa?"
"Tu, invece, useresti qualsiasi mezzo, giusto?"
"Sì". Lui la spogliò con lo sguardo, cominciando dalla testa, fissando la sua attenzione su ogni lineamento del suo viso prima di passare al collo e al petto. Poi, lentamente, tornò a guardarla in faccia. "Sì, per averti userei qualsiasi mezzo".
"Pensi davvero che basterà minacciare tutti i miei spasimanti per far sì che io ti sposi, Lucius Malfoy?" Nel fargli quella domanda, Narcissa appoggiò una mano sul braccio di Lucius e lo fissò dritto negli occhi.
Immediatamente, lui l'attirò a sé affinché il corpo di Narcissa aderisse al suo, e la strinse in un abbraccio caldo e saldo. "Dimmelo tu. Dimmi tu cosa devo fare per riuscire ad averti".
Narcissa non rispose. Per un po' di minuti nessuno dei due parlò, e quel silenzio rendeva ancora più intensa la loro intimità, più forte il loro abbraccio. Infine Narcissa parlò, strofinando il naso contro il collo di Lucius, respirando il suo profumo. "Non avevi bisogno di minacciare Crow. Avevo già fatto la mia scelta. Avevo già deciso... di stare con te".
Lucius abbassò di scatto la testa e la guardò con stupore. "Narcissa..." L'abbracciò ancora più strettamente, affondando il volto fra i suoi capelli dorati. Erano nelle braccia l'uno dell'altro, ed era così che doveva essere. Era giusto così.
Dovunque lui sarebbe andato, sarebbe andata anche lei. Avrebbe fatto tutto ciò che lui avrebbe deciso di fare perchè lo amava, e avrebbe sopportato, avrebbe accettato tutto ciò che c'era in lui, sia il bene che il male.
Sei pazza, Narcissa Black, si disse, col cuore colmo di gioia. Un giorno te ne pentirai! Ma ormai la decisione era stata presa e lei non aveva alcuna intenzione di tornare indietro.
Con un gesto esperto, le dita di Lucius liberarono il pettine che fermava i capelli di Narcissa e, quando ricaddero fluenti sulle spalle, lui non poté trattenere un suono gutturale che tradì la sua emozione. La voleva così disperatamente! Prese ad accarezzarle il collo, il mento, poi la bocca. Le sue labbra, con decisione, incontrarono le sue, e Narcissa rispose a quel bacio con bisogno e ardore. Lucius cominciò a esplorarla avidamente, con una pressione imperiosa, come se fosse incapace di placare una sete terribile. Narcissa gli mise le braccia attorno al collo, mentre lui le stringeva i fianchi con le mani, premendola contro di sé, cosicché lei sentisse la potenza del suo desiderio attraverso gli strati dei vestiti. Quel bacio profondo e intenso scatenò in entrambi una tempesta di sensazioni meravigliose.
Poi Lucius si ritrasse leggermente, con un rauco gemito. "Maledizione, non credo di poterti sposare".
"Cosa? Perchè?" gli chiese lei, tremante e debole fra le sue braccia.
Lucius la guardò con una luce divertita nello sguardo. "Con una moglie che ha il corpo di una dea, con ogni probabilità farei terribilmente fatica a concentrarmi ogni giorno sui miei compiti". Sospirò, attirandola nuovamente contro di sé. "Penserei sempre a te, vorrei sempre tornare a casa per abbracciarti, baciarti, averti... tutto il resto passerebbe in secondo piano".
"Ne sei sicuro?"
"Assolutamente". La baciò ancora, poi scese con la bocca sull'attaccatura della gola, passandole delicatamente un pollice sul seno. Narcissa inarcò la schiena come una gatta, lasciandosi sfuggire un gemito sottile. "Oh, Lucius!"
L'uomo gemette a sua volta: "Tesoro..." La baciava come se non fosse mai abbastanza sazio di lei. Narcissa piegò indietro la testa, sommersa da un'ondata di pura felicità, quando Lucius risalì con le labbra sulla sua guancia fino a bisbigliarle all'orecchio: "Fermami, o finirò col prenderti qui, sul giardino di casa tua... coi tuoi genitori che ci spiano dalla finestra".
Narcissa ridacchiò e si scostò da lui, ansimante ed emozionata. Gli accarezzò un braccio e lo guardò teneramente.
Gli occhi di Lucius scintillarono nell'oscurità. "Mi sposerai, allora? Ma cos'è stato a farti cambiare idea?"
"Mia madre ha visto il nostro futuro insieme" rispose lei, in tono enigmatico.
"Davvero? E che cos'ha visto?"
"Ha visto dolore, oscurità e lacrime".
Lucius chinò il capo come se si sentisse in colpa. Sapeva che sarebbe stato lui a portare oscurità e lacrime nella vita di Narcissa, e non poteva far nulla per evitarlo. Era un Mangiamorte, niente avrebbe potuto cambiare questo fatto.
"Però ho deciso di sposarti lo stesso. Se proprio devo trascorrere una vita infelice... meglio con te che con un uomo che non amo". Narcissa sollevò il volto di Lucius gentilmente, costringendolo a guardarla. "Inoltre, mia madre ha visto che avremo anche dei momenti felici insieme. Ed io... credo valga la pena mettersi in gioco anche solo per quei pochi attimi di felicità che il destino ha in serbo per noi".
"Sono perfettamente d'accordo". Lui l'abbracciò di nuovo, tenendola incollata a sé come a un magnete. Un tempo aveva pensato che il senso del pericolo fosse l'unica cosa che riuscisse a farlo sentire vivo. Ma adesso aveva Narcissa, un barlume di luce nel mondo di buio, solitudine e freddo in cui era sempre vissuto. Aveva bisogno di lei, ora più che mai.
"Sai, ho visto come sarà nostro figlio" disse d'un tratto Narcissa, col volto nascosto contro il suo petto.
"Nostro... nostro figlio?"
Narcissa udì i battiti del cuore di Lucius accelerare. "Già, un piccolo Malfoy, identico in tutto e per tutto a suo padre. Com'è possibile che non è ancora nato e già lo amo?"
Lucius le prese una mano fra le sue e la guardò con un'espressione furba. "Dobbiamo darci da fare allora, se vogliamo che venga presto al mondo" sussurrò languidamente, prima di baciarla ancora, passandole le dita fra i capelli di seta.
Era amore o follia? Non lo sapevano. E, dopotutto, non aveva importanza.

Fine
NdA: e con questo capitolo finisce un'altra storia. Se siete arrivati a leggere fino a qui: GRAZIE! Vi sono davvero grata per l'affetto e il supporto che mi avete dato e per le vostre bellissime recensioni che mi hanno fatto compagnia in questi giorni.
Adesso ho in cantiere un altro progetto che spero di poter pubblicare presto. Nel frattempo, se vorrete tenervi in contatto con me, mi trovate su Facebook - sono l'amministratrice della pagina di Narcissa Malfoy nata Black, che conta già un centinaio di iscritti da tutto il mondo. Sono davvero emozionata perchè fra pochi giorni vedrò Helen McCrory nei panni della mia beniamina, e spero darà la giusta interpretazione. Incrociamo le dita! ^_^
Mando infine un bacio a Quigon, Katia, Thiliol, Sissy88, Fly Piton, Davia, Gingy, Gothik Princess, Poppi, Lars Black, Madonna92. Grazie di cuore.

NarcissaM / Francesca

   
 
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