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Autore: NicoleInWonderland    30/09/2018    1 recensioni
È impossibile scrivere una trama alla storia di una vita, specialmente quando la vita in questione è quella di Soraya. Una ragazza che fino ai 5 anni aveva vissuto tra Sud America,Africa, Asia ed Europa. Potrete pensare che in quegli anni abbia vissuto le migliori avventure,ma in verità l'avventura più importante,la vita, per lei ebbe inizio in un posto preciso: Beaumont,Texas.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Erano passati diversi giorni dall'arrivo di quella mail e con grande disappunto da parte di River, Soraya aveva deciso di non leggerla. 
«Ma non sei curiosa nemmeno un pochino?» le chiese Audrey mentre sorseggiava del tè freddo. Si travava in un grande magazzino con l'amica e River quel pomeriggio. Audrey aveva ricevuto visita dai suoi zii dalla Svezia che le avevano portato un bel malloppetto che aveva deciso di spendere in un nuovo guardaroba in vista dell'inizio dell'ultimo anno di scuola. E un libro di Dostoevskij, tanto per fare l'intellettuale.
«Perchè mi dovrebbe incuriosire Au? Mi ha scaricata come se fossi stata un sacco di patate. Cosa potrebbe importarmi di una persona del genere?»
«Lo so che sei arrabbiata, scimmietta, ma devi pensare che di mamma ce n'è una sola. Magari è successo qualcosa e vuole contattarti..» disse River.
«O magari si è pentita delle scelte che ha fatto e vuole ricongiungersi con te»
«Oppure è solo stronza.-rispose in cagnesco Soraya. Erano fuori da dicerse ore e non avevano smesso un attimo di tartassarla con quella storia-io torno a casa. Non era una buona idea uscire» iniziò a raccogliere le sue cose quando anche River si alzò.
«Aspetta,vengo con te»
«A a a a, non così in fretta piccioncini. Prima aiutatemi a caricare tutte queste borse sulla mia macchina» disse Audrey indicando le 10 buste di cose che aveva comprato. Soraya avrebbe scommesso che metà delle cose che Audrey aveva acquistato non le avrebbe mami indossate. Le amiche si salutarono promettendosi che si sarebbero sentite l'indomani.

Il viaggio in macchina fu silenzioso. River guidava, distogliendo ogni tanto lo sguardo dalla strada per guardare Soraya. Era totalmente persa in sè stessa. Odiava sua madre, per quello che aveva fatto a lei e a suo padre. Era stata lei e il suo lavoro, la causa dei numerosi e ripetuti viaggi che Soraya aveva affrontato da piccola. Quando era bambina voleva diventare  paleontologa come sua madre. Le piacevano i posti antichi, le sembrava come tornare indietro nel tempo. Durante gli anni in giro per il mondo David aveva sacrificato molto il suo lavoro da astrofisico, eppure quando lui ottenne un impiego così prestigioso che avrebbe permesso alla famiglia di stabilirsi, Luz non volle sacrificare il suo lavoro per la famiglia. Perchè Soraya avrebbe mai dovuto voler ricontattare una donna che preferiva gli scheletri e le rovine a sua figlia, il sangue del suo sangue?
«A cosa pensi?» Le chiese River quando si sdraiarono sul letto, riportandola alla realtà.
«Penso a quanto starebbe bene God con il tutù di Inga.»
River rise, mentre Soraya si stiracchiò e aprì un cassetto del comodino di fianco al letto. Prese accendino e canna e iniziò a fumare.
«Non mi va di parlare in ogni caso- espirò il fumo denso lentamente-Tieni» porse lo spinello a River.

Passarono la sera così. Senza parlarsi ma amandosi e basta. Fecero l'amore diverse volte e fu la consolazione più grande che Soraya potesse desiderare e ricevere. Il corpo di River era sempre così caldo e confortevole, mentre il suo sempre freddo. Soraya si era concessa a River non poco dopo il loro primo incontro. Potreste pensare che sia stato sciocco aspettare così poco per perdere la verginità con qualcuno che si aveva appena conosciuto. Ma lei già sentiva che come River non ci sarebbe stato nessun'altro. Ed effettivamente non aveva torto. Lui era il suo primo: primo bacio, primo fidanzato, primo rapporto. Primo amore. Soraya  sapeva che lui provava le stesse cose. Lo vedeva tutte le volte che si guardavano.
Erano ancora nudi quando la porta di casa si aprì e sbattè violentemente.
«Cazzo, mio padre» Soraya sobbalzò. Cercarono di vestirsi alla velocità della luce.
«Sora, non trovo i miei boxer!»
«Cerca sotto le coperte,muoviti!» e si misero a frugare tra le lenzuola.

«Soraya sei a casa?» strillava David dal piano di sotto.
«Merda, River tu continua a cercare e raggiungimi dopo quando hai finito qui. SI SONO A CASA».
Quando scese in salotto vide suo padre sul divano con la testa tra le mani.
«È..tutto ok?» era raro vedere David in una posizione così 'sottomessa'. Era raro vederlo e basta, a pensarci meglio.
«Sei sola o c'è anche il contadinello tuttofare?» chiese lui senza muoversi.
«River. Si chiama River, papà. La puoi smettere di ..»
«Ho parlato con tua madre» il disagio era tanto da essere palpabile. Soraya restò zitta.
«Mi ha detto che ti aveva scritto ma non rispondevi ed era preoccupata» si alzò ed andò di fronte alla figlia guardandola con occhi rabbiosi.
«Da quanto va avanti questa cosa tra voi,mh?»
«Ma di che parli?»
«Non cadermi giù dal pero,Sora. Questa.. corrispondenza. Pensavo che almeno su questo fossimo d'accordo» iniziò a strillare. «Perchè non mi hai detto che ti senti con tua madre? Perchè mi fai questo? Ti ho cresciuto da solo e mi sono sforzato di accontentarti in tutto. Ti ho preso una cazzo di Jeep da 40mila dollari per i tuoi 16 anni! Lei invece quanti bigliettini di auguri ti ha mandato,eh? 0.La senti per infastidirmi? Parlami porca puttana! E non piangere».
Soraya piangeva, si. Ma non per tristezza o rabbia. Piangeva perchè suo padre, nonostante l'avesse 'cresciuta' e 'seguita' era un irreparabile testa di minchia, egoista e probabilmente più bambino di lei. Non la conosceva affatto.
«Ah quindi è questo che pensi? È questo che intendi per 'cresciuta'? Ci vedremo si e no 10 minuti al giorno e non ci parliamo mai, papà. Le poche volte che lo facciamo è per litigare. Non mi chiedi mai come sto o com'è andata a scuola però discutiamo per settimane se mi faccio un dread. Davvero sono queste le tue priorità?  E poi..io manco la volevo la Jeep! Mi bastava un 'Buon compleanno' detto sinceramente!.. Mi dispiace se le assomiglio ok? Ma non è colpa mia se ho la sua stessa faccia, superalo.» probabilmente le urla erano udibili fino ad Antartide. I petti dei due si alzavano ed abbassavano velocemente.
«Non ti permettere di parlarmi in questo modo, ragazzina. Tutto quello che sei lo devi a me, ma se preferisci le attenzioni di quella stronza che ti ha abbandonato, vai pure. Non ti voglio più vedere»
Soraya perse un battito. Erano parole troppo dure, troppo pesanti le sue. Fuggì verso le scale e si scontrò con River.
«Ehi, stai bene? Ho sentit..»
«No Riv,non sto bene. Andiamo da te, non ci voglio stare qui»

Probabilmente Rachelle percepì il malessere di Solaya, perchè per la prima volta in assoluto le concesse di dormire con River. Non che prima non lo facessero, dormivano insieme eccome..di nascosto però.
Si fece piccola piccola nel letto, e quanfo River si sistemò vicino a lei, Soraya le si spalmò addosso come se fosse la sua ancora di salvezza.
«Ehi Riv. Puoi raccontarmi la storia del tuo nome ancora una volta?» mentre lui giocherellava con i  capelli mori di Soraya, sospirò.
«Va bene ma sarà meglio per te che ascolti attentamente perchè non la ripeterò più. Dunque: i miei genitori a 3 anni dal loro matrimonio non se la passavano benissimo. Si erano sposati giovani e la vita coniugale pesava molto ad entrambi ed in più nonostante ci provassero non riuscivano ad avere un figlio. Grazie ad una promozione, mio padre decise di regalare a mia madre un viaggio in Argentina, così partirono verso le Ande. I paesaggi che videro laggiù erano belli da mozzare il fiato. Ciò che li colpì di più,però,fu un luogo particolare alla quale era legata una leggenda che diceva: "In un tempo molto lontano, Inti, il Sole, concedeva la grazia del suo splendore e la signoria dell'Impero solo ai suoi figli prediletti.
Nella capitale dell'Impero di Quosquo regnava un Inca figlio del Sole, la cui rettitudine, generosità e coraggio, gli avevano assicurato l'amore e il rispetto della sua gente. Il suo popolo lo amava incondizionatamente, al punto di dimenticare persino le sue origini divine. Un brutto giorno questo nobile Cacique si ammalò di una grave quanto misteriosa malattia. A nulla valsero le preghiere della sua gente. Gli stregoni chiamati al suo capezzale improvvisarono danze, fecero ogni sorta di esorcismi, provarono tutti i rimedi conosciuti, ma nulla poterono contro il male che inevitabilmente stava conducendo il nobile Cacique verso la fine dei suoi giorni. Il suo popolo era disperato, ormai avevano perso ogni speranza di poter vedere il viso del loro amato capo ritrovare lo splendore del Sole, quando capitò da quelle parti un viandante. Fu trattato subito come ospite di riguardo e giunto il momento di riprendere il suo viaggio, chiese il perchè della tristezza che leggeva nei loro occhi. Saputo il motivo, assicurò che da qualche parte dell'Impero esisteva un rimedio per la malattia dell'Inca. Si trattava di una sorgente dalle acque miracolose, ma per trovarla era necessario attraversare tutta la Cordillera.Non c'era tempo per inviare qualcuno a prelevare l'acqua dalla sorgente miracolosa.Allora alcuni tra i più valorosi guerrieri dell'Impero, organizzarono una spedizione attraverso le montagne. A turno portavano in spalla il Cacique, quasi senza concedersi sosta, la vita del loro amato Signore era in pericolo e non c'era tempo da perdere. Qosquo la città Imperiale era ormai lontana, quando videro un fiume che correva impetuoso sotto le cime della montagna. Decisero di segurlo finchè correva nella loro stessa direzione, ma arrivati ad un certo punto, il fiume deviava il suo percorso e si dirigeva verso Est sbarrando loro la strada. Cercarono un passo che permettesse loro di poterlo attraversare, ma invano. Guadare il fiume era impossibile a causa della violenza della corrente che li avrebbero inevitabilmente trascinati via. Il povero Cacique era sempre più debole, ormai non aveva più neanche la forza per aprire gli occhi. I suoi guerrieri con profonda tristezza compresero che ormai nulla potevano per salvare il loro Signore, che l'indomani non avrebbe aperto più gli occhi al Sole. Decisero di accamparsi li e aspettare l'alba. Inti, il Sole, che dal giorno della loro partenza, non aveva mai smesso di segurli durante il loro viaggio, commosso dall'amore, dall'abnegazione e da quella prova di lealtà dimostrata da quei valenti guerrieri nei confronti di quel suo figlio prediletto decise di aiutarli. All'alba quando si svegliarono, furono testimoni di un'autentico prodigio, sul fiume era comparso all'improvviso un grandissimo ponte di pietra dove sotto scorreva l'impetuoso fiume. Attraversarono il ponte, rendendo grazie al magnanimo Sole e dall'altra parte del ponte c'era la sorgente miracolosa. Il Cacique bevve di quell'acqua e guarì all'istante."  I miei rimasero colpiti da quel racconto e dal fiume,perchè rispecchiava a pieno il senso della vita: talvolta tranquillo ed innocuo, ma le condizioni ambientali e naturali lo possono far increspare, può entrare in piena, distruggere e devastare. Quando tornarono a Beaumont mia madre scoprì di essere in dolce attesa e lei continua ad affermare che è grazie quel posto che sono nato. Così mi chiamarono River, come il fiume della vita».

River continuava ad accarezzarla con lo sguardo rivolto al soffitto.
«Riv» disse Soraya con voce assonnata.
«Mmh?»
«Non voglio diventare come i miei genitori»
«Tu non sei come i tuoi,scimmietta. E non lo sarai mai» le baciò la fronte.
«Ti amo»
«Ti amo anch'io» e il sonno gli assopì.


La scuola era ricominciata da diverse settimane e da diverse settimane Soraya non parlava con suo padre. Quella situazione la stressava più del solito. Si svegliava quasi tutte le mattine con la nausea e le veniva mal di testa con estrema facilità, in più mangiava sempre meno.
«Wow Sora, che brutta cera che hai stamattina. Vuoi un'aspirina?» chiese Audrey mentre si incamminavano verso l'aula della seconda ora.
«No grazie - rispose reggendosi la fronte con una mano- ne ho già vomitate due»
Audrey la guardò attentamente: aveva gli occhi scuri incavati ed era pallida da far paura. Sembrava un vampiro che non succhiava sangue da secoli.  Le posò una mano sulla spalla.
«Vieni, ti accompagno in infermeria.Non puoi andare in classe ridotta così».

L'infermiera le fece una flebo perchè era disidratata e la costrinse a bere dell'aranciata mentre le faceva mille domande sulla sua salute.
«Bene, tesoro io qui ho finito. Vado in ufficio qui di fianco, quando la flebo è finita chiamami, lascio la porta aperta. Starai meglio in un battibaleno, il tuo è un malessere psicologico. Vuoi parlarne con la consulente della scuola?»
«N-no grazie. Mi sento già meglio» si sforzò di sorridere.
«Grazie signora Jones-le fece eco Audrey- Ascolta, so come tirarti su di morale. Dopo scuola andiamo a quel cafè nuovo vicino al negozio nerd che ti piace tanto, ci stai?»
«Apprezzo quello che fai Au ma davvero, non mi va. Poi non ho fame»
«Quindi niente frullato all'oreo? Tra l'altro ho sentito che il tiramisù che fanno lo hanno migliorato ed ora è più buono di prima, volevo accertarmene.Vorrà dire che ci andrò da sola. Oh tranquilla ti mando le foto»
Soraya chiuse gli occhi in due fessure mentre guardava Audrey, lei invece le sorrideva con gli occhi, ma entrambe stavano zitte.
« Ok mi hai convinta. Hai vinto»
«SSSSI! Sono bravissima in questo»esclamò spolverandosi le spalle.

Quando entrarono in cafetteria un profumo dolcissimo di panna e caffè invase le narici delle ragazze. Dopo aver preso da bere si sedettero al solito tavolo in un angolo con i divanetti.
«Ti è cambiata completamente la faccia ora. Sei tornata nel mondo dei vivi» disse Audrey sorseggiando il caffè al caramello.
« In verità avverto ancora un senso di nausea assurdo» le rispose toccandosi l'addome.
«Nemmeno l'oreo ti aiuta? Cavolo ma non è che sei incinta?» sogghignò.
« È impossibile Au, prendo la pillola»
«Nah, improbabile semmai. Non impossibile»
Soraya la guardò male mentre l'amica le rispose con un'espressione angelica. Si misero a ridere.

Era quasi ora di cena e Soraya aveva appena salutato Audrey dopo un giro nel parco di fronte al cafè. Si stava dirigendo verso la Jeep, quando l'insegna di una farmacia le fece cambiare direzione. Non sa bene cosa la spinse a comprare il primo test a portata di mano, era sicura del risultato negativo, ma le parole di Audrey l'avevano messa sull'attenti comunque. Aveva deciso che lo avrebbe fatto l'indomani mattina per essere sicura al 100% del risultato.  
La serata passò tranquilla. Cenò da sola e parlò al telefono con River, ma non gli accennò di ciò che aveva preso. Sarebbe stato inutile preoccuparlo. Dopo aver studiato cadde in preda del sonno. Dormì come un sasso, senza sognare nulla.

La sveglia suonava sicuramente da diversi minuti ma Soraya rinvenì solo in quel momento. La spense e si lavò. Quando uscì dalla doccia tamponandosi i capelli posò lo sguardo sul test di gravidanza. 'Prima mi tolgo questo sasso meglio è' si disse.
Il risultato arrivò quasi istantaneamente.
«No..» due linee rossissime erano evidenziate. Soraya lo scosse come se fosse un termometro sperando che il risultato cambiasse. Girò e rigirò la scatola con le istruzioni.
«No....nonononono..no»
Eppure era scritto nero su bianco: una linea- non incinta. Due line- incinta. 
E quelle erano decisamente due linee. 




Konnichiwa minna! So che probabilmente non leggerete questo messaggio, ma gradirei moltissimo se mi diceste cosa pensate della storia! 
Lasciatemi un commento e seguitemi se sono riuscita ad attirare la vostra attenzione.
P.S questo è davvero solo l'inizio inizio della storia!
   
 
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