Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Myriru    30/09/2018    2 recensioni
Renaissance. [MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Parigi, autunno 2017.
Può l'arrivo di una nuova persona cambiare il gioco del destino?
Può una sola persona far saltare una farsa durata anche troppo?
Può un estraneo cambiarti la vita indissolubilmente?
Leggete per scoprirlo!
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
André bussò alla porta della vicina alle 7 precise del mattino come lei gli aveva detto, aveva preparato tutti i documenti da presentare ai docenti e ai piani alti dell’Università e aveva messo in una cartella a parte le certificazioni in lingua straniera raccolte negli anni. Dopo qualche secondo aprì la porta la sua vicina, con una vistosa sciarpa al collo.
«Ciao André, pronto per il pri… oh scusami un attimo »
Françoise prese il telefono dalla tasca della giacca e lesse l’ultima email che le era arrivata e sospirò.  Il ragazzo alzò un sopracciglio e lei alzò le spalle.
«A quanto pare dovrai aspettare un altro po’ Grandier! Troppa neve, la maggior parte dei docenti non può raggiungere l’istituto così come molti studenti. Mi dispiace »
André sospirò a quella notizia, era felice per quel piccolo inconveniente ma dall’altra parte anche molto infastidito, cosa avrebbe fatto nei prossimi giorni?
«Entra qui, lì fuori ti starai gelando! Accendo la stufa e facciamo colazione insieme , cosa ne dici? »
«Se per te non è un disturbo… »
«Affatto! Prego, entra! »
Andrè alzò le spalle avvertendo un brivido attraversagli la schiena ed entrò nella casa della ragazza velocemente. Françoise prese il suo giubbino e lo poggiò sull’appendiabiti vicino l’ingresso insieme alla borsa piena di libri, dopodiché si avvicinò alla stufa automatica sotto il grande televisore del salotto e la accese, sperando di riscaldare l’ambiente il più velocemente possibile.
«Hai una bella casa complimenti »
«Oh, grazie! »
Françoise si mosse verso la cucina, separata dal salotto solo da una penisola dove c’era posizionato il lavandino e la caffetteria.
«Cosa preferisci? Caffè, tè, cioccolata…? »
«Un caffè andrà più che bene! Aspetta… cioccolata? Fai la colazione con la cioccolata? »
André la guardò incuriosito senza nascondere un dolce sorriso e lei arrossì leggermente, dandogli le spalle per prendere il caffè e due tazze.
«Quando fa freddo sì, mi piace molto gustare una buona cioccolata calda e due biscotti, mi fa tornare bambina… »
«In Spagna con la cioccolata si mangiano i churros e ti assicuro che sono ottimi! Sai che ti dico, anche per me una cioccolata! Oggi inizia la mia disintossicazione da caffè »
«Ah sì? Voglio la ricetta! »
I due aspettarono che la cioccolata fosse pronta e nel frattempo parlarono un po’ sul divano del più e del meno. Françoise gli chiese della spagna e lui fu molto felice di poterla accontentare.
«Mia madre è spagnola e mio padre è francese, dopo la morte di mio padre, mia madre mi ha portato con lei in Spagna, più precisamente a Madrid. E’ davvero una bella città, forse un po’ caotica e festaiola ma vivibile! »
«Sicuramente, sai l’unica volta sono uscita fuori dalla Francia era per andare in Belgio in un paesino proprio vicino il confine »
Disse ridendo, per poi alzarsi e controllare la cioccolata per poi versarla in due tazze e porgerla al suo ospite.
«Fidanzato? »
André tossì improvvisamente, mentre beveva la cioccolata calda e Françoise si preoccupò.
«Oh mio Dio.,. stai bene?  »
«Sì… non preoccuparti, colpa mia. Stavi dicendo scusa? »
«Ti avevo chiesto se… eri fidanzato »
«Ci siamo lasciati da poco… non voleva che io tornassi in Francia e alla mia proposta di venire con me si è infuriata ed è scappata via. L’ho rivista quella sera stessa con un altro. Avrei preferito un “no, forse è tempo di lasciarci” ma mi accontento di questa versione. Convivevamo,  non volevo condividere la casa con lei ma era così insistente che alla fine cedetti… Tu invece non convivi con Paul? »
///@///
«André… Sei proprio tu? »
Il ragazzo si voltò verso quella voce che sentiva così familiare e rivide la stessa ragazza che qualche ora prima lo aveva aiutato con la casa.
«Françoise? Ciao!  »
Françoise si alzò e si avvicinò a lui salutandolo, sotto gli occhi esterrefatti di tutti.
«Ora voi due mi spiegate come diavolo vi conoscete, ok? »
Disse Alain indicando con fare minaccioso i due ragazzi, i due si guardarono un attimo negli occhi e scoppiarono a ridere.
«Rilassati Alain, lei è solo la mia vicina! L’ho incontrata proprio questo pomeriggio, nulla di più! »
«Ah quindi sei tu il nuovo proprietario! Françoise mi ha detto dell’arrivo del nuovo vicino… Comunque piacere, mi chiamo Maria Antonia von Habsburg-Lothringen ma tutti mi chiamano semplicemente Antoniette! »
Disse la bionda tutta contenta porgendogli la mano senza smettere di sorridere.
«Hans von Fersen, felice di conoscerti! »
«Rosalie Lamoliere, piacere di fare la tua conoscenza! »
«Jeanne Valois, piacere! »
«Nicolas de la Motte, piacere! »
«Bernard Chatelet, felice di conoscerti! »
«Paul Lefebre, piacere »
André sorrise e , dopo che finirono le dovute presentazioni e quant’altro, si accomodarono anche loro al tavolo e Françoise su ritrovò tra Paul e André e si sentì leggermente a disagio. Sentiva continuamente la mano del fidanzato poggiata sulle gambe e che tentava di intrufolarsi tra di esse ma lei prontamente cercava di scansarla, provando ad essere il più normale possibile.
///@///
«No, non conviviamo. Questa casa doveva essere la nostra. Io prima abitavo con le ragazze che hai conosciuto ieri però…  »
«E’ cambiato qualcosa »
«Esatto, non sono ancora convinta di quello che voglio alla fine da lui. Mi ha chiesto di sposarlo ma… ho detto di no »
André corrugò la fronte e Françoise abbassò lo sguardo, girandosi a guardare fuori dalla finestra. Doveva darle un leggero fastidio parlare di Paul con lui e preferì non chiederle niente al riguardo, o almeno non per il momento.
«Come mai arte? »
Françoise si voltò verso di lui d’improvviso,  quasi come se fosse appena tornata alla realtà.
«Come mai arte? Beh… mia madre è un’artista e mio padre è un carabiniere. Diciamo che mia madre mi ha trasmesso tutto il suo amore per l’arte in generale. Mio padre voleva che entrassi in accademia visto che mio fratello non ha voluto… »
«Hai un fratello? »
«Sì! Si chiama Victor e ha 29 anni, fa il parrucchiere e infatti se lo vedi ha dei capelli meravigliosi! Sono lunghi e morbidi, al contrario dei miei e io li curo eh! »
Disse spostando una ciocca di capelli dalla spalla, scoprendo il collo. Solo allora notò dei lividi su di esso, delle piccole macchie rosse e violacee e gli sembrò anche gonfio. Era forse quello che giustificava la sua voce così roca quella mattina? Lei sembrò non accorgersene e continuò a parlare del fratello fin quando lui non allungò la mano verso di lei e le accarezzò la guancia. Françoise lo guardò stupita e leggermente imbarazzata, il suo volto diventò rosso come il maglione che indossava. André fece scivolare la mano lungo la guancia fino ad accarezzarle il collo e la sentì sussultare.
///@///
«Si può sapere cosa ti prende ora? »
Disse Françoise arrabbiata, lanciando la borsa sul divano appena entrarono nell’appartamento. Paul sbatté la porta d’ingresso, avviandosi pieno di rabbia verso il bagno. Sospirò, si tolse la giacca e, durante il tragitto salone-camera da letto si soffermò a guardare la porta del bagno per qualche secondo. Arrivata in camera iniziò a spogliarsi con malavoglia, voleva solo restare da sola in quel momento e sperava che le sei del mattino arrivassero presto così lui sarebbe andato a lavoro e l’avrebbe lasciata qualche ora sola prima dell’Università. Si stava togliendo gli orecchini quando sentì i suoi passi dietro di sé, non volle darci peso. Nno fece nulla neanche quando le prese violentemente il braccio e la sbatté contro il muro.
“Ancora…”
«Tu sei solo mia, non osare tradirmi »
Non trovò il tempo di ribattere che trovò le sue labbra serrate sulle sue e le sue mani finirla di spogliare. Si allarmò solo quando sentì la sua stretta farsi sempre più forte sul collo quando, appena la stese sul letto e si mise su di lei, iniziò a muoversi nel suo corpo. Tentò di parlare, di gridare, urlare… provò a fermarlo ma lui strinse ancora di più.
«Solo mia… »
Allontanò le mani bruscamente, chinandosi poi su di lei per baciarle il collo e lasciarle altri segni rossi su di esso. Lei pianse in silenzio, trattenendo i gemiti, senza forze e stretta tra lui e il materasso non poteva fare più nulla. Quanto baccano faceva quel diamine di materasso! Sentiva quel cigolio continuo e le sembrò di impazzire.
«Ti… prego… non… farlo… »
Riuscì a dire poggiando le mani sulle sue spalle cercando di respingerlo ma era davvero troppo pesante rispetto a lei, era sempre stato così feroce? Non disse nulla lui quando, al culmine del piacere, rimase dentro e lei trattenne un urlo, dal disprezzo e dalla vergogna.
«Vattene da casa mia… Ti prego »
///@///
«Non guardare… per favore…»
André ritrasse la mano, lasciando che Françoise si coprisse con la sciarpa che aveva tolto prima e nascondesse di nuovo ai suoi occhi i segni che le aveva lasciato. La ragazza si alzò e prese le due tazze vuote dal piccolo tavolino poco distante e le andò a poggiare nel lavandino, dandogli le spalle e senza osare dire una singola parola.
«Scusami… non dovevo prendermi questa libertà… »
«Non ti preoccupare, va tutto bene. E’ normale dopotutto… ti chiedo solo una cosa André… deve rimanere tra di noi, non deve saperlo nessuno. Non voglio che gli altri si preoccupano per una sua noncuranza… perché è solo quello, te lo giuro »
André si avvicinò a lei ma Françoise si allontanò, allungando il braccio verso di lui.
«Scusami, è colpa mia… Tra poco arriverà mio fratello, così potrai conoscerlo se ti va »
Lui non rispose, la lasciò allontanarsi da lui e la seguì con lo sguardo tornare a sedersi sul divano.
///@///
Si era allontanato dalla casa fingendo un appuntamento con una persona, voleva rimanere da sola ma non voleva dirglielo per non offenderlo in qualche modo così se n’era andato. Camminò per un po’ per Parigi e una dolce nostalgia invase il suo cuore. Gli mancava Madrid e il suo calore, ma Parigi sarebbe rimasta sempre nel suo cuore, nel bene e nel male. Per puro caso incontrò per strada Antoniette e Hans e i due lo invitarono a prendere un caffè al bar poco distante e lui accettò volentieri.
«Allora André, com’è tornare a Parigi dopo tanto tempo? »
Chiese Antoniette girando lo zucchero nel suo cappuccino fumante, mentre il suo compagno beveva indisturbato il suo caffè amaro.
«E’ stato un trauma, lo ammetto. Arrivo da una nazione calda e ritrovarmi ora con questo clima così invernale mi destabilizza e non poco! »
«Dovresti venire con me a Stoccolma, poi ne riparliamo! Sempre che tu sia abituato alla notte perenne »
Disse Hans sorridendo e facendogli l’occhiolino, i due lo seguirono a ruota ridendo allegramente.
«Per me questa è quasi estate, lì si gela veramente in inverno! »
«Se questo non è niente non oso immaginare l’inverno svedese… »
André rabbrividì al pensiero e rise mentre Antoniette inziò a bere il cappuccino per poi prendere il telefono in mano.
«Ah, è Françoise… povera amica mia…  »
Si lasciò sfuggire Antoniette, e un leggero colpo sotto il tavolo le colpì il polpaccio, André alzò un sopracciglio e li guardò confuso alzando lo sguardo oltre la montatura degli occhiali.
«Tutta sola a casa… Paul è a lavoro… Speriamo stia pensando a cosa portare all’esame finale »
Aggiunse rapidamente, rispondendo al messaggio dell’amica e posò il telefono nella borsa firmata.
«Paul lavora? »
«Sì, è più grande di un anno, si è laureato l’anno scorso e ora lavora presso una ditta qui vicino ma non ricordo né il nome né il posto che ha preso. So solo che è fuori Parigi e che per raggiungerla deve partire alle cinque di mattina e che spesso fa viaggi all’estero »
André alzò le sopracciglia, e sorseggiò il caffè silenziosamente, pensando ancora a quello che aveva visto a casa della ragazza.
«Non convivono, giusto? »
«No, lui l’aveva quasi forzata ma poi aveva smesso, all’improvviso. Non l’ho mai capito quel ragazzo, è molto misterioso »
«E violento »
Sussurrò il ragazzo, destando la curiosità di Antoniette ed era sicuro di aver visto Hans strozzarsi quasi con il caffè.
«Hai detto qualcosa? »
«Io? Ehm, niente… Oh devo andare, è stato un piacere parlare con voi ragazzi. Ve l’offro io il caffè, rilassatevi e godetevelo per me! »
«Ma…! »
«Aspetta! »
André corse via come un matto, lasciando i due ragazzi esterrefatti.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Myriru