Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: AdhoMu    02/10/2018    6 recensioni
[Leanne/Montague]
Montague (Kain? Craig? Graham?) e Leanne (di cognome?).
Due personaggi dalle identità confuse e di cui sappiamo pochissimo.
Un incontro inaspettato darà vita ad un rapporto che si svilupperà nei mesi precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Magica e che li porterà, con un po' di fortuna, a trovare se stessi l'uno nell'altra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kain Montague, Leanne, Mary MacDonald, Mulciber
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
18. La sottile arte del sabotaggio.

Edgar Bones. Ucciso insieme alla famiglia.
Deaborn Caradoc. Svanito nel nulla.
Benji Fenwick. Ucciso e mutilato; di lui, integro, soltanto un dito.
Dorcas Meadowes. Freddata dal Signore Oscuro in persona.
Alice e Frank Paciock.Torturati fino alla pazzia.
Sturgis Podmore. Mai più ritornato.
Fabian e Gideon Prewett. Messi alle strette da cinque Mangiamorte e poi finiti da Dolohov.
Tutti gli altri: Sirius, Remus, Peter, Albus, James e Lily. Irreperibili.
Era sola.
Mary era rimasta sola.

Senza sapere dove sbattere la testa, aveva tentato di giocarsi l'ultima carta e si era mescolata ai babbani. Incredibile ma vero, aveva trovato lavoro in un negozio che vendeva fiori. Fiori comuni, privi di poteri magici; profumati e belli. Vivaci come lei non era più in grado di essere da molto, molto tempo.
Il lavoro le piaceva; occuparsi di creature viventi inermi e delicate le dava grandi soddisfazioni. Ai virgulti e ai germogli dedicava le cure che avrebbe voluto elargire a sua figlia.
Era passato poco più di un anno da quando lei e Dorcas avevano affidato Leanne alle cure di madre Gertrude. Prudentemente, Mary si era tenuta lontana dall'orfanatrofio di Capulet Drive perché temeva di essere sorvegliata. L'estate e l'autunno del 1979 erano trascorsi in un intollerabile accumulo di tragedie, culminato a gennaio dell'80 con l'assassinio di Dorcas.
Con l'arrivo dell'estate, Mary non era riuscita a resistere alla tentazione di dare una sbirciata; anche solo per pochi attimi. E in una luminosa mattina di metà luglio, spiando fugacemente fra le grate di ferro battuto che recintavano il cortile dell'istituto, l'aveva vista. Piccola, bionda, ricciuta. Leanne tendeva le manine verso una giovane conversa, che le sorrideva agitando un pupazzetto. Ad un certo punto, inspiegabilmente, il giocattolo era decollato dalle mani della ragazza, strappandole un grido di sorpresa, per andarsi a posare fra quelle della bambina.
Il cuore di Mary aveva perso un battito, per poi prendere a pulsare a ritmo forsennato. D'orgoglio e di felicità nel vederla così viva e vispa. Così magica.
E di amarezza; per non poterle essere vicina.
Lì per lì, aveva quasi ceduto all'impulso di materializzarsi nel cortile, prenderla in braccio e portarla via con sé. Poi, però, aveva ricordato a se stessa che non poteva mettere a rischio la vita di sua figlia.
Fino a quel momento Mary era stata fortunata; era riuscita a far perdere le sue tracce mimetizzandosi nella città grande.
Non si illudeva, però.
Mary lo sapeva bene: era solo questione di tempo. Presto o tardi, la resa dei conti sarebbe arrivata anche per lei.

Quando se lo trovò davanti, in quell'uggioso pomeriggio di ottobre, Mary non ebbe neppure la forza di sorprendersi. Era da tanto tempo, ormai, che aspettava la sua visita.
Ares si era forse fatto attendere più del dovuto ma, alla fine, l'aveva trovata. Un rumore di passi ovattati dalla nebbia sull'asfalto del marciapiede, a pochi metri da lei. Non ebbe neppure bisogno di guardarlo in faccia per capire che si trattava di lui.
- Mary.
Un ultimo appello, un'ultima trattativa.
- Sai che cosa devi fare, se vuoi salva la vita.
Un ultimo diniego.
- No.
Un lampo di luce verde.
Verde come l'erba delle Shetland d'estate.
La Signora la prese fra le braccia, avvolgendola nel suo caldo e morbido mantello di Vello Magico.


- "...a parte l'umidità tale da scollare le tappezzerie, si trovano tutti molto bene. Grazie per averci mandato le fotografie di Plin; è davvero splendida. Non vediamo l'ora di conoscerla personalmente e di abbracciarla forte. Un caro abbraccio anche a Lou-Anne. Mamma".
Graham attese che Leanne terminasse di leggere ad alta voce la lettera giunta poche ore prima dalle Grenadine; i genitori l'avevano fatta recapitare loro da un Aristide completamente rinvigorito.
- Oh, beh - commentò poi, stiracchiando pigramente le braccia oltre la testa. - Plin è proprio deliziosa, e come no. Soprattutto quando non dorme per una settimana di fila.
- Oh, ma per questo - rise Leanne, ripiegando accuratamente il foglio di pergamena - c'è sempre lo zio Graham, no?
- Purtroppo per lui - bofonchiò il ragazzo; l'unico in grado di far dormire la nipotina nei casi più emergenziali.
I due ragazzi si trovavano soli in casa Midgen/McLaggen, seduti al grande tavolo della cucina. Eloise e Cormac si trovavano a casa di Amy, sulle Shetland; Graham e Leanne erano rimasti a Stenness perché, vista la situazione (si era ormai alla metà di aprile; le congiunture in suolo inglese erano a dir poco catastrofiche), c'era sempre bisogno di qualcuno che monitorasse il Cerchio Magico situato vicino alla casa di pietra.
Era molto raro che il dispositivo protettivo si mettesse in funzione. Proprio quella sera, Graham aveva a lungo insistito affinché tutti loro si recassero da Amy: non gli andava affatto di rinunciare ad una delle sue fantastiche cene, soltanto sulla base di un'ipotetica quanto remota possibilità.
- Ma Graham, potrebbe arrivare qualcuno...
- Ma va,ma chi vuoi che arrivi. Ci perderemo l'arrosto di montone e basta, te lo dico io.
Per fortuna, però, Leanne era stata irremovibile; i due si erano appena spostati in salotto e messi seduti davanti al camino quando una forma argentata schizzò dentro, infiltrandosi fra le ante della finestra semiaperta. Contemporaneamente, un suono assordante cominciò a diffondersi nell'aria; l'allarme era scattato.
Graham guardò lo strano Patronus aggrottando la fronte.
- Ma che cazzo di animale è?!
- È un ornitorinco!
Leanne saltò in piedi, dirigendosi verso la porta. Nell'atto di afferrare la maniglia si girò verso Graham, che la guardava ancora seduto sul tappeto.
- Un... ornitoche?!
- Andiamo testone! C'è qualcuno intrappolato nel Cerchio Magico!...
Corsero a perdifiato lungo il pendio che scendeva verso il circolo megalitico; le steli di pietra macchiata di licheni si stagliavano contro il cielo scuro, proprio come la sera in cui erano arrivati a Stenness. La filigrana di mithril che circondava i menhir si era illuminata debolmente, segnale del fatto che le persone intrappolate all'interno del circolo erano sì portatrici di un qualche quota di Magia Oscura, ma in quantitativi accettabili.
- Expecto Patronum!
Graham agitò la bacchetta e mandò il suo falcone d'argento a verificare. Poco dopo, i due ragazzi avvertirono il suono di passi affrettati che si muovevano sull'erba al seguito del Patronus; qualcuno procedeva rapidamente lungo il sentiero che conduceva fuori dai meandri del Cerchio Magico. Un'altra manciata di secondi e due ombre fecero capolino da dietro una stele spezzata.
Leanne sbattè le palpebre, sorpresa, e si strinse al fianco di Graham, in attesa con la bacchetta sguainata.
Illuminati dalla luce della luna ma perfettamente riconoscibili, Alicia Spinnet e Bastian Macnair risalivano a fatica la china erbosa, diretti verso di loro.
- Per fortuna ci abbiamo azzeccato - disse Alicia quando li scorse. La ragazza non aveva per nulla un bell'aspetto; zoppicava leggermente e sembrava esausta.
Leanne fece un passo in avanti.
- Abbiamo visto il tuo Patronus, Aussie...
Bastian Macnair scosse la testa.
- Quello non era il Patronus di Alicia. Era il mio.

- Ora va molto, molto meglio.
Alicia apriva e chiudeva le dita della mano destra, sospirando sollevata nel percepire la ritrovata sensibilità dell'arto.
Quando era arrivata insieme al suo improbabile accompagnatore, neanche due ore prima, il suo braccio pendeva lungo il fianco apparentemente privo di vita, nero e rigido. Macnair sembrava fuori di testa; si era messo a chiamare Carbry a gran voce, e quando Graham lo aveva informato che il Medimago si trovava in missione con Morag a bordo dell'Ambulatorio Volante, l'ex Prefetto Serpeverde e ex Assistente di Pozioni aveva fatto il diavolo a quattro e si era messo a urlare:
- Io lo ammazzo. Lo ammazzo!
Leanne lo aveva guardato sbalordita.
- Vu-vuoi... a-ammazzare Carbry?!
- No - aveva ringhiato lui, accostandosi ad Alicia. - Ammazzo quel cane che le ha fatto questo.
Graham, pratico, si era subito messo ad esaminare l'arto della ragazza. La pelle annerita presentava il tipico aspetto di una bruciatura da Incantesimo Oscuro.
- Che cos'è? - aveva domandato poi, pensieroso, la sigaretta stretta fra le dita.
- Non... non lo so - aveva sospirato Alicia, stringendo le labbra. La ragazza non si lamentava ma, dalla sua espressione, si capiva che le faceva male tutto. - Mi hanno colpita con un incantesimo non verbale... all'improvviso non sono più stata in grado di stringere la bacchetta, né di difendermi, né niente.
- Fammi vedere.
Graham non era certo un Medimago, ma al corso di Spezzaincantesimi ne aveva viste di ogni. Ricordava vagamente che alcuni tumuli celtici irlandesi - soprattutto quelli in cui erano custoditi tesori preziosi - erano protetti da maledizioni paralizzanti che inducevano una specie di necrosi negli arti di coloro che tentavano di violarli.
Che si trattasse di qualcosa di simile? Sicuramente valeva la pena tentare.
Aveva quindi fatto scorrere la bacchetta di piatto sulla pelle screpolata della ragazza, mormorando alcune parole che, alle orecchie di Leanne, erano suonate incomprensibili. Cosicché poco dopo, con grande sollievo di tutti, Alicia aveva detto loro di avvertire un formicolio all'altezza del gomito; nel giro di qualche minuto, la sua pelle aveva pian piano cominciato a schiarirsi.
- Tieni, Aussie - le disse Leanne, porgendole la sua bacchetta di eucalipto, che Macnair aveva avuto la prontezza di spirito di prelevare dal luogo del delitto. - Riesci a stringerla fra le dita?
- Sì.
Alicia sorrise soddisfatta e posò il capo sulla spalla di Bastian, seduto accanto a lei con una tazza di tè di cardo fumante fra le mani. Il ragazzo appoggiò la tazza sul tavolo e cinse con il braccio le spalle della compagna, soffermandosi a giocherellare con le punte dei lunghi capelli color del grano.
- Te ne dobbiamo una, Montague.
Graham assunse un'espressione vagamente indagatrice.
- Molto bene - tossicchiò poi. - Che ne direste, allora, di raccontarci un po'di cosette?

Per prima cosa, Alicia e Bastian (che lei, con il suo assurdo accento australiano, chiamava Basteen) li misero al corrente del perché si trovassero insieme; il fatto che si accompagnassero uno all'altra, oltretutto in atteggiamenti affettuosi, era quantomeno bizzarro.
- Quando l'ho incontrato per farmi dire dove si trovava Eean - esordì Alicia, rivolgendo al compagno un'occhiata sorridente - Basteen mi ha consegnato il resto dei suoi ricordi; attraverso essi ho scoperto che noi... che noi due eravamo stati insieme durante il mio ultimo anno ad Hogwarts.
- Quando era nostro professore a Pozioni?! - Leanne non credeva alle sue orecchie.
- Esatto. Proprio per questo motivo, avevamo tenuto segreta la cosa. Solo che, al termine di quell'anno, tutta una serie di pressioni esterne lo ha costretto ad obliviarmi per garantire che io facessi ritorno in Australia sana e salva.
- Che tipo di pressioni esterne?
- Mio zio Walden e i suoi compari - spiegò Macnair, cupo. - Mi volevano dalla loro, e così hanno cominciato a ricattarmi minacciando Alicia.
Graham e Leanne erano orripilati.
- Basteen ha dovuto cedere (guadagnandosi, peraltro, un bel Marchio Nero) - proseguì Alicia, sistemandosi i capelli dietro alle orecchie - ma li ha sabotati dall'interno durante tutto questo tempo.
- Lo so bene - mormorò Leanne, chinando leggermente il capo. - Se non fosse stato per te...
Graham la zittì con una lieve strettarella stritolaossa.
- Quando, all'inizio dell'anno scorso, sono tornata dall'Australia, il Signore Oscuro aveva già manifestato un certo interesse nei confronti delle opali, e aveva ordinato a Basteen di tenermi d'occhio.
- E io - aggiunse Bastian - ho preferito evitare di rivelarle subito la verità perché volevo andare avanti ancora un po' a spiare le loro mosse.
Graham annuì, ricordando la scena cui aveva presenziato l'anno prima da Accessori. All'epoca, Alicia glI era sembrata molto spaventata da Macnair.
- Poi però, quando il Signore Oscuro ha diramato l'ordine di catturarla, mi sono seriamente preoccupato per lei, perché ormai il compito non era più soltanto nelle mie mani. Ho quindi cercato di entrare in contatto con lei per avvertirla ma Alicia, nel frattempo, era sparita.
- E così hai pensato bene di raggiungerla tramite noi.
- Esatto. Poi, una volta recuperati i ricordi, la situazione fra noi si è finalmente chiarita.
- Ma che cosa vuole Voi-Sapete-Chi da te, Aussie?
I nuovi arrivati raccontarono i fatti che avevano preceduto la loro fuga a Stenness.
- Le opali assorbono la magia - riprese Alicia, rivolgendosi al gruppetto di maghi e streghe riuniti intorno al tavolo. Oltre a Graham e Leanne, si erano aggiunti anche Eloise e Cormac, nel frattempo tornati a casa, e Eean Avery, cui era stato chiesto di unirsi a loro. - Il Signore Oscuro l'ha scoperto da un po' e, astutamente, ha pensato di avvalersene durante la guerra.
- Che tipo di magia assorbono? - domandò Graham, interessatissimo.
- Qualsiasi tipo di magia, bianca o nera che sia - rispose Alicia, massaggiandosi il braccio tornato normale. - Le opali della collana che ha maledetto Katie l'anno scorso, per esempio, erano intrise di magia oscura. Il problema però è che bisogna saperle usare: sono pietre bizzose e selvagge, e non obbediscono a chiunque.
- E tuo padre lavora con le opali, laggiù in Australia, giusto Aussie? - interloquì Eloise, che aveva una memoria di ferro.
- Esatto - annuì lei. - È uno dei pochissimi esperti di opali magiche, a livello internazionale. Voi-sapete-chi lo ha scoperto e ha cominciato a fargli la posta, ma papà è troppo lontano da qui e ben protetto dagli incantesimi della Gringott e del governo australiano.
- E quindi... - dedusse Leanne, con un filo di voce.
- E quindi i bastardi hanno cominciato a dare la caccia a lei - sibilò Macnair, con un'espressione assassina dipinta sul volto.
Alicia gli strinse la mano e continuò.
- Noi di Radio Potter siamo venuti a sapere che i seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato erano riusciti a mettere le mani su di un importante carico di opali, custodito nel negozio di Sinister. Ho chiesto consiglio a papà e lui mi ha spiegato come renderle inoffensive; io e Basteen stavamo appunto tentando di raggiungerle per sabotarle quando siamo stati sorpresi dal loro arrivo.
- Cos'è che è andato storto? - volle sapere Cormac.
- Il negozio di Sinister è custodito da Incantesimi Protettivi che non siamo stati in grado di eludere - disse Macnair, gelido. - L'allarme è scattato e noi non abbiamo avuto il tempo di fuggire.
- E fra questi fantomatici loro - chiese Eean, in tono piatto - c'era anche...
- Puoi scommetterci. - Bastian Macnair strinse gli occhi e sbuffò fuori l'aria. Leanne pensò che non le sarebbe piaciuto averlo come nemico. - Tuo fratello è sempre il primo della fila, quando si tratta di spedizioni punitive. E il braccio di Alicia - aggiunse, sfiorando con le labbra la fronte della ragazza - ne sa qualcosa.

Lasciare le opali magiche in possesso del Nemico era assolutamente fuori discussione.
- Troppo pericoloso - decretò Alicia, risoluta. - A Katie è bastato sfiorarne una ed è quasi morta. Dobbiamo trovare un modo di penetrare da Sinister e disattivare il loro potere assorbente.
- E come si fa? - chiese Graham, sinceramente impressionato.
- Magia aborigena - spiegò lei, mordicchiandosi l'interno della bocca. - Papà mi ha insegnato la formula per chiuderne i pori.
- Il negozio di Sinister è blindato - meditò Macnair, sovrappensiero. Poi però l'occhio gli cadde su Graham, intento a pulire il piatto con un pezzo di pane. - Oh, per Salazar.
Il ragazzo gli rivolse un'occhiata di pura simpatia.
- Oh, che meraviglia udire il nome del nostro beneamato Fondatore. Troppi mesi recluso fra i Grifoni...
(Si udì, sullo sfondo, la voce di Cormac che borbottava qualcosa di molto simile a "razza di ingrato").
Bastian, però, ricambiò il sorriso.
- Montague - gli disse quindi, e il suo tono era quello di chi si è appena accorto di aver distillato un calderone di Felix Felicis. - Tu sei uno Spezzaincantesimi.
- Oh beh, mi manca ancora un po' per ottenere il diploma - replicò Graham, per poi aggiungere, con la consueta supponenza: - Però, modestia a parte, spacco. Anzi, spezzo.
Leanne non perse tempo a redarguirlo per la battutaccia.
- Ma certo! - urlò invece, istantaneamente ricolma di entusiasmo. - Ci farai entrare tu!...
- "Ci"? - grugnì Graham sospettoso, guardandola con cipiglio.
- Ovvio. Io, te, il professor Macn... cioè, Sebastian e Alicia!
- Tu non vai da nessuna parte.
- E come no - ribattè lei, con un gesto alla "parla pure, che tanto me ne sbatto".
Graham, estremamente contrariato, mise su un grugno lungo un miglio. Lo sapeva fin troppo bene ormai: col cavolo che sarebbe riuscito ad imporsi, con quella testona.

Per mettere a punto il piano d'attacco i quattro ragazzi si trasferirono a Londra, in una Casa Sicura scrupolosamente bonificata. Si trattava di un minuscolo appartamento in cui Lee Jordan aveva abitato prima dello scoppio della Guerra, situato in un sottotetto con vista su Regent's Park.
I membri di Radio Potter erano riusciti a tenerlo celato agli occhi del Nemico apponendovi un Fidelius Rinforzato; quando non si trovavano ad Amesbury al Covo, lo usavano come quartier generale londinese.
Al momento di partire dalle Island, Leanne fu lì lì per versare una lacrimuccia.
- Stai attenta, figlia mia - le raccomandò zia Amy, stringendola in un abbraccio. E per lei, che non era mai stata chiamata "figlia" da nessuno, separarsi dalla sua nuova famiglia appena ritrovata fu molto penoso.
Ad attenderli a Londra, Graham, Leanne, Alicia e Bastian trovarono la redazione di Radio Potter al gran completo. Leanne e Alicia si unirono ai compagni Grifondoro in un festoso abbraccio collettivo, mentre i due ex-Serpeverde rimanevano in disparte ad osservare la scena.
Graham si sentì prudere la bacchetta quando vide Fred e George Weasley; gli stessi che, due anni prima, gli avevano tirato quel brutto tiro rinchiudendolo nell'Armadio Svanitore. I due ragazzi però lo trattarono in modo amichevole e, addirittura, uno dei due (Graham non seppe mai chi) lo apostrofò allegramente:
- Ce ne devi una, Montague.
- Ah. Bella questa. Io, doverne una a voi.
- Certo - sentenziò l'altro. - Non fosse stato per noi, col cavolo che ora avresti una morosa così bellina.
- Peraltro - annuì il primo, additando con fare scherzoso la graziosa Spinnet che, in quel momento, lasciava discretamente la sala seguita da Sebastian. - Davvero una gran disdetta per noi poveri Grifoni, il fatto che voialtre Serpi abbiate ampliato le vostre riserve di caccia invadendo il nostro territorio...
A quel punto, Graham smise di ascoltarli e guardò di sottecchi la sua ragazza, intenta a parlare con le amiche poco lontano da lui. Leanne era bella, luminosa e piena di vita; e il ragazzo si sorprese a pensare a come, prima di lei, quel Graham che ora lui aveva orgoglio di essere, e che lei tanto ammirava, ancora non conosceva affatto se stesso. Anzi; a pensarci bene, prima di Leanne, non esisteva nessun "Graham", ma solo un ragazzone idiota dai troppi nomi e dalla personalità confusa.
"E non è" si disse, sorridendo in modo impercettibile "che sti due coglioni hanno perfettamente ragione?!"

Dopo essere stato sorpreso con le mani nel sacco dai suoi ex compari, Bastian Macnair non aveva più avuto la possibilità di fare il doppiogioco. Per poter agire, i ragazzi dovettero quindi attendere il segnale propizio da parte di un contatto di Angelina Johnson, una talpa che la ragazza reputava abbastanza sicura.
La sera del due maggio, finalmente, un enigmatico cigno argentato inoltrò loro il via libera: e fu così che, ben nascosti sotto i loro mantelli disillusi, Graham, Leanne, Alicia e Bastian si recarono furtivamente a Notturn Alley, puntando dritti su Magie Sinister. Nessuno di loro sapeva cosa li avrebbe attesi quella notte; certo, qualsiasi missione presentava ormai ampi margini di rischio, ma certo non immaginavano quanto sarebbe seguito alla missione stessa.
Gli incantesimi protettivi apposti sul negozio di Sinister erano davvero formidabili, ma Graham respirò fondo e, a mente vuota, li analizzò uno ad uno. Tutti insieme erano decisamente troppo complessi; separatamente, però, ciascuno col suo nome, erano abbordabili. Uno per uno caddero sotto agli effetti dei controincantesimi che il ragazzo pronunciò a bassa voce, accompagnandoli con movimenti cadenzati del polso, mentre i tre compagni gli facevano il palo.
E quando l'ultimo sortilegio fu spezzato, la serratura scattò.
Mentre varcavano la soglia la mollettina di Leanne, proprio come era accaduto durante la loro precedente visita, si tinse di un azzurro intensissimo; il negozio di Sinister, immerso nella penombra, trasudava magia oscura da ogni angolo, da ogni articolo, da ogni oggetto.
Non c'era un minuto da perdere.
- Accio opali!
Una piccola sacca di cuoio schizzò fuori da uno scomparto segreto ricavato al di sotto del bancone e planò fra le mani di Alicia, che si affrettò a pronunciare le formule magiche aborigene in grado di disattivare il potere delle pietre. Graham la guardava incantato, tentando di memorizzare la complicatissima quanto incomprensibile litania che fuoriusciva dalle sue labbra.
E proprio mentre la fattura impregnava le opali, si udì Bastian che imprecava a mezza voce.
Un bruciore insistente sulla pelle lo aveva costretto a fermarsi e a stringere con la mano l'avambraccio sinistro. Il Signore Oscuro chiamava a sé in suoi servi in vista della Battaglia; il Marchio Nero tatuato sul suo braccio pulsava e si agitava sotto gli occhi sgomenti di Graham e Leanne.
Alicia lo raggiunse immediatamente e gli prese la mano.
- È... è il momento, Basteen?
Lui le restituì lo sguardo.
- Sì. Ci chiama ad Hogwarts. La Battaglia si prepara.
In quello stesso istante, voci sospette risuonarono oltre la soglia del negozio.
- Sono venuti a prendere le opali! - urlò Graham, mentre uno Schiantesimo di Alicia metteva fuori combattimento il Mangiamorte che aveva incautamente girato la maniglia.
- Protego Horribilis! - Leanne, memore dell'assedio a Villa Montague, aveva già cominciato a sciorinare incantesimi protettivi per sigillare il negozio. - Smaterializziamoci, presto!
Purtroppo però, per quanto ci provassero, nessuno di loro ci riuscì. Neppure Graham che, afflitto da una fastidiosa sensazione di claustrofobia, sbraitava formule senza sosta. Gli assalitori li tenevano sotto scacco con fatture anti-smaterializzazione, impedendo loro di fuggire.
- Dobbiamo uscire di qui! Dobbiamo raggiungere Hogwarts! - gridava Alicia stringendo il polso di Bastian, che digrignava i denti per il dolore. Per i disertori come lui, al consueto bruciore indotto dal risveglio del Marchio, andava ad aggiungersi una discreta dose di sofferenza.
- Dobbiamo avvertire gli altri!... La Battaglia è cominciata!...
Leanne, però, aveva smesso di strepitare. Improvvisamente ammutolita, fissava Graham che, immobile, scrutava un oggetto immerso nell'ombra.
Seguendo il suo sguardo, la ragazza lo mise a fuoco. Legno scuro e intagliato. Profilo triangolare.
L' Armadio Svanitore.
- Credo di sapere - mormorò il ragazzo con un filo di voce, e tremando leggermente - come raggiungere Hogwarts.

Alcune cosette:
1) Ovviamente mettere giù il flashback iniziale di questo capitolo mi ha stesa. So che rispetto a storie davvero drammatiche è un nonnulla, ma capitemi: ciò che scrivo, solitamente, presenta ben altro registro.
2) Mi ero ripromessa di farla pagare a Mulciber e Avery in questo capitolo, ma alla fine ho deciso di svilupparlo in modo diverso dai piani iniziali e quindi la vendetta verrà servita fredda al cap. 19
3) Per chi non avesse letto L'Assistente, il Patronus di Bastian è un australianissimo ornitorinco perché il ragazzo è da (quasi) sempre innamorato di Alicia Spinnet. La quale, peraltro, possiede un adorabile ornitorinco domestico, Uluru.
4) Credo che la coppia di Armadi sia stata disattivata dopo la morte di Silente, ma qui mi servivano funzionanti. Piccola licenza.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: AdhoMu