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Autore: jemima    05/10/2018    2 recensioni
Il loro poteva essere definito un amore puro,
sì, ma non felice.
Perché nel loro rapporto la felicità,
c’era solo per sentito dire.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Dominique Weasley, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo I - Un ultimo inizio





          La sciarpa rosso-oro avvolgeva il collo del maggiore dei Potter, proteggendolo dal vento che tirava a pochi metri dalla stazione di King Cross. Per essere il 1 Settembre, le temperature erano calate molto rispetto alla media e nuvole grigie sovrastavano praticamente tutta  Londra, rendendola ancor più cupa di quanto già non fosse.
L’ultimo anno era ormai giunto e, forse per la prima volta, nessuno di loro aveva rischiato di arrivare tardi al binario 9 e ¾ e perdere così il treno per Hogwarts.
James attraversò il muro per primo con la solita rincorsa, spingendo il proprio carrello, seguito quasi immediatamente da Albus e Lily che, quel ritorno, lo stavano vivendo in modo totalmente differente da lui.
James aveva evitato di pensare al fatto che quello fosse davvero il suo ultimo anno per praticamente tutta la durata dell’estate. L’idea di concludere quel grandissimo capitolo della sua vita era qualcosa che lo emozionava e terrorizzava allo stesso tempo.
Lasciare Hogwarts avrebbe significato anche lasciare casa, amicizie, il Quidditch.
Avrebbe significato decidere cosa davvero avrebbe voluto fare della propria vita, del suo futuro, scegliere se seguire o meno ancora una volta le orme del padre o al contrario prendere una strada diversa.
Avrebbe semplicemente significato crescere e James, in cuor suo, sentiva di non essere ancora pronto.

          Fu Ginny a poggiare una mano sulla spalla del figlio, distraendolo così dai propri pensieri e paure e  incitandolo a raggiungere il resto della famiglia che fino ad un attimo prima non aveva neppure notato.
I Weasley quasi al completo se ne stavano tutti insieme a non molta distanza da loro, vicino l’entrata di uno dei vagoni del treno a parlottare tra loro animatamente. Rose fu la prima a vederlo e rivolgersi uno di quei sorrisi… alla Rose, ecco. Belli e sinceri, spontanei, di quelli che ricambi senza nemmeno rendertene davvero conto e fu proprio quello che James fece.
«Allora ragazzi, siete pronti?» chiese Ron Weasley, i cui capelli rossi avevano da qualche tempo iniziato a scolorirsi, lasciando che sfumassero molto verso il bianco.
«Oh dai zio Ron! È solo Hogwarts!» Lily Luna si lasciò andare ad un lieve sbuffo e in cambio si beccò una brutta occhiataccia proprio da parte dello zio.
«Non è mai solo Hogwarts! Ma tu lo sai cosa ogni anno ho dovuto affrontare insieme a tua zia e tuo padre? I giganti, gli scacchi magici, Voldemort e…»
«E i ragni.» dissero insieme Lily Luna , Rose e Roxanne, per poi scoppiare tutti a ridere nel costatare l’espressione sempre più contrariata dello zio.
«Tranquillo zio Ron, quei tempi sono passati.»
Ma prima ancora che qualcuno potesse aggiungere altro, fu nuovamente Ginny a riportare tutti all’attenzione «Manca poco alle undici. Presto salite sul treno o non troverete mai posto.»
Il binario, esattamente come gli anni precedenti, era gremito di gente e trovare scompartimenti liberi risultava sempre una missione difficilissima, soprattutto per un gruppetto come loro che, per abitudine, gran parte del viaggio lo passavano insieme.
Tutti e tre i Potter erano finiti in Grifondoro e anche per buona parte dei Weasley era andata così, le eccezioni furono davvero poche: Louis e Molly erano stati smistati dal Cappello Parlante in Corvonero – cosa che Molly non accettò affatto con piacere e non si fece certo problemi a lamentarsi di ciò davanti a tutta Hogwarts – Dominique invece in Serpeverde. Per tutti gli altri, era – per l’appunto – Grifondoro la casa ideale in cui era stato deciso di smistarli.
E tutti si erano ritrovati abbastanza concordi con le varie scelte.


≈ ≈ ≈ ≈ ≈


          Le figure sfrecciavano veloci dal finestrino dello scompartimento che James, Rose, Albus, Roxanne, Hugo e Molly stavano occupando in quel momento, tanto da renderne difficile osservarle attentamente. Il vociare altalenante cresceva e si spegneva con intervalli di tempo irregolari, ma all’attenzione di James erano giunti solo alcuni piccoli frammenti di quell’insieme di conversazioni. L’unico a cui davvero aveva dato importanza e partecipato attivamente era il Quidditch.
Hugo sosteneva con forza che, anche quest’anno, sarebbero stati sicuramente loro a vincere non solo il campionato ma anche la Coppa delle Case, convinzione che Rose smontò rapidamente.  
«In realtà vorrei ricordarti che l’anno scorso abbiamo vinto per soli trenta punti contro Tassorosso e che l’anno precedente, a vincere, è stato Corvonero.»
E a quelle parole Molly scattò in piedi e fece cinque inchini, ognuno dei quali riservato ad uno dei cugini prima di risedersi con dipinta sul volto un’espressione che la diceva lunga su quanto appena detto, come se il merito fosse stato tutto suo.
«Magari quest’anno vincerà Serpeverde.» E tutti si voltarono verso Roxanne, restando a guardarla per qualche secondo come ad essere certi che effettivamente pensasse ciò che aveva appena detto o semplicemente stesse prendendo in giro i preseti, per poi scoppiare tutti a ridere all’uniscono quasi avesse fatto la battuta più divertente del mondo.
«Ehi! Guardate che Dominique è una di loro!»
«E quindi?» chiese Hugo, confuso.
«E quindi» iniziò Roxanne, come se deridere Serpeverde significasse fare altrettanto della cugina «dovete smetterla di prenderli in giro perché in realtà non sono poi così male, Domi ne è la prova.»
«Ma che c’entra, lei è una Weasley, ovvio che non sia male!» proseguì Molly e Hugo annuì a sua volta.
«Roxy, non è che per caso Dominique non c’entra nulla e in realtà c’è un altro Serpeverde in particolare che ha attirato la tua attenzione?» disse a quel punto Rose attirando su di sé gli sguardi di tutti per un istante, prima che questi tornassero nuovamente su Roxanne.
L’ingresso di Lily però distolse l’attenzione di tutti.  
«A chi interessa un Serpeverde?» chiese sinceramente curiosa udendo in parte ciò che era stato detto dalla cugina, ma poi guardò tutti e proseguì. «Per Merlino! Siamo quasi arrivati e nessuno di voi indossa ancora la divisa. Sbrigatevi!»
E con la stessa rapidità con cui aveva fatto il suo ingresso, richiuse la porticina dello scompartimento e scappò via, lasciando per un attimo tutti in silenzio.


≈ ≈ ≈ ≈ ≈


          Come ogni anno, la maggior parte dei posti nella Sala Grande erano stati occupati. Solo quelli più vicini alle scale che dividevano il tavolo dei professori erano stati lasciati liberi per i nuovi studenti che, però, ancora non avevano fatto il loro ingresso.
James aveva preso posto insieme a Rose, Andrew Macmillan, Julian Kirke, Jane McLaggen e Eric McLaggen, i compagni di sempre, e avevano preso a parlottare del più e del meno.
«Quest’anno ho sentito dire che il professor Longbottom ha intenzione di proporre dei corsi extra per Erbologia, soprattutto per coloro che non riescono a stare al passo… come se fosse una materia tanto difficile.» Iniziò Rose.
«Difficile magari non proprio, però devi ammettere che alcune volte, ecco, ci chiede di fare cose un po’ assurde. Voglio dire, a cosa potrà mai servirmi ripulire delle piante da dei bubboni pieni di pus che se toccati ti irritano immediatamente la pelle? » stavolta fu Jane a parlare.
«Beh, a qualcosa servirà pure, altrimenti non ce lo farebbe fare, no?»
«Concentriamoci sulle cose serie, quest’anno dobbiamo assolutamente focalizzarci al massimo sulle selezioni di Quidditch.» disse Eric.
«E perché mai? James è il capitano, non ci taglierà mai fuori dalla squadra, giusto?» chiese Andrew.
James li guardò per un istante, poi rispose «Ci saranno delle selezioni, come sempre…»
Ed Eric guardò Andrew come a dire “te lo avevo detto io” e in risposta ricevette un sonoro sbuffo.

          Gli ultimi studenti avevano finalmente preso posto ai loro tavoli proprio nel momento in cui le porte della Sala Grande si spalancarono e la professoressa McGonagall fece il suo ingresso seguita da un gruppetto di undicenni pronti ad essere smistati.
Uno ad uno presero posto sullo sgabello e sotto gli occhi di tutti i presenti, vennero smistati nelle rispettive quattro case.
Un momento che molti in realtà, soprattutto dopo averlo visto per diversi anni, trovavano abbastanza noioso.
Non era strano infatti vedere gente battere le mani con scarsa voglia, tutt’altro interessati a ciò che stava accadendo, chi giocherellare con le posate, altri ancora con i pensieri rivolti unicamente al momento in cui i tavoli sarebbero stati stracolmi di cibo.
E tra coloro che in quel momento non stavano prestando attenzione alla cerimonia di smistamento, vi era anche James.
Il suo sguardo stava vagando a qualche metro di distanza, proprio al tavolo dei Serpeverde.
E individuare ciò che stava cercando non fu affatto difficile.
Sembrava quasi avesse una sorta di calamita, un sesto senso che lo indirizzava verso di lei ancor prima di rendersi conto di cercarla. Veniva tutto così naturale che, alcune volte, lui stesso si chiedeva come fosse possibile.
James si ritrovò ad osservare attentamente Dominique da lontano.
La ragazza si trovava tra Margaret Montague e Christian Nott; stava sorridendo ad entrambi, e James si chiese di cosa i tre stessero parlando. Dominique continuò ancora per qualche secondo ad intrattenersi con i due, finché il suo sguardo non andò a sua volta a catturare quello di James, come si fosse resa conto che era proprio lui che, in quel momento, la stava guardando.
Si ammutolì per un attimo, e i due rimasero a guardarsi per appena una manciata di secondi che in realtà parvero ad entrambi molto più lunghi di quanto effettivamente fossero, poi la bionda Weasley rivolse un timido sorriso al cugino il quale rispose facendole un semplice occhiolino.
Nulla che potesse sembrare chissà cosa – soprattutto agli occhi di Rose che, in quel momento, stava osservando cosa James stesse facendo – se non un semplice scambio di occhiate tra due persone che si conoscono da quando son nati, ma che in realtà nascondeva di più.
La promessa che presto avrebbero trascorso del tempo da soli.
La libertà di poterlo fare correndo molti meno rischi di quanti ce ne fossero alla Tana.
L’inconscia consapevolezza che però, quello, sarebbe stato il loro ultimo anno…
Dominique tornò a guardare gli ultimi ragazzi del primo anno in attesa di essere smistati e James distolse a sua volta lo sguardo, inconsapevole che così come lui, anche lei in realtà non vedesse l’ora di stare insieme.





























Parto con il ringraziare in anticipo chiunque aggiungerà questa storia tra le seguite/preferite/da ricordare, 
e anche chi mi lascerà una recensione - attendo soprattutto dei pareri ed eventualmente consigli/critiche, cosicché io possa provare a migliorarmi.
Ci tengo a precisare che, nel caso in cui non si fosse capito, James e Dominique in realtà sono già una coppia da diverso tempo: più precisamente da metà del quinto anno.
In più, spero di riuscire a pubblicare almeno un capitolo a settimana (solitamente penso lo farò sempre verso il weekend, tra venerdì e domenica), ma di non andare mai oltre le due settimane di attesa perché mi rendo perfettamente conto di quanto possa essere fastidiosa un'attesa eccessivamente lunga. 
Finisco con il confessarvi che prima di intraprendere nuovamente questo cammino ci ho pensato molto, sia perché non volevo lasciarlo incompleto sia perché, almeno da quanto vedo, le persone a cui rivolgersi qui sono sempre meno e sinceramente non vorrei ritrovarmi ad essere un semplice pesciolino nel Lago Nero (giusto per restare in tema).

Mi auguro che comunque questa storia possa piacervi, e vi dico fin da ora che sarà incentrata solo sulla storia di James e Dominique (e che so perfettamente quale sarà il loro finale), per gli altri personaggi scriverò altre storie, e sto già scegliendo se focalizzarmi su Lily Luna o Rose, o entrambe, non lo so ma vi farò sapere. Al momento, questa Jaminique rimane la mia priorità. 
Vi saluto e vi mando un bacio, sperando che quanto scritto possa piacervi.

 
   
 
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