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Autore: Elisir86    05/10/2018    1 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXXII

Roderich

 

 

 

 

 

Non ci poteva credere, cosa ci stavano a fare nella stanza di Bielorussia? La donna stava regalando a tutti pugni di caramelle dai colori sgargianti -sembravano uscite da un cartone animato- e Vash, o chiunque fosse, se le stava mangiando con gusto.

Era orribile vedere Svizzera in quello stato.

Ungheria era artigliata al suo braccio si guardava intorno con terrore “Ci tortureranno per esserci opposti!” la sua voce era stridula, tanto che gli era venuto mal di testa e Prussia lo stava fissando da dietro la schiena di Russia -ma era una mania nascondersi dietro a quel omone?- con talmente tanta tristezza che si sentiva a disagio.

Fu Canada a fermare il trambusto, batté un pugno con talmente tanta forza che il comodino si ruppe, lo guardò in silenzio, i capelli lunghi legati in un piccolo codino, il viso pallido ma con i lineamenti marcati -così simili a quelli di America- e due occhi viola che mostravano solo irritazione, era così diverso da Matthew -nonostante fisicamente fossero due gocce d'acqua-

 

Non ne posso più di questa pagliacciata!

 

“Okan è nervoso...” mormorò Dorika deglutendo, a quanto pare aveva paura anche di Canada ma cosa poteva aspettarsi da quel mondo?

C'era qualcuno sano di mente?

Probabilmente solo lui.

Si voltò verso Giappone che si era messo in mezzo alla stanza in una posa talmente teatrale che gli occhiali scivolarono da soli -per l'imbarazzo- sul naso. Kiku non si sarebbe mai presentato in quella maniera, era sempre così tranquillo ed elegante.

“Gente!” anche il suo modo di parlare, l'accento e come muoveva le labbra sembrava qualcosa di assolutamente volgare, “Siamo qui perché quel frocio di Flavio ha avuto una crisi isterica...” storse il viso in una smorfia schifata.

“Come se tu non te lo fossi scopato!” Roderich poté giurare che sentì chiaramente un'aurea omicida circondare Spagna all'affermazione di America, “Se non sbaglio era il tuo cazzo che stava nel suo culo, Fabian, due weekend fa.”

“ORA BASTA PARLARE DI CHI SI FA IL MIO RAGAZZO!” e per una volta Austria era d'accordo con Spagna, non era un discorso che voleva affrontare ne in quel momento ne in futuro!

Giappone alzò le spalle per tornare a far teatro “Insomma, la questione la sapete, vogliamo iniziare al più presto la guerra...” ma fu interrotto da Russia “Davvero ti sei visto con Flavio?” America snudò i denti malizioso “Hai qualcosa in contrario? Pensi che sia di tua proprietà?”

 

Oh! Ma andiamo! Qui siamo ai confini della realtà!

 

Austria non ci stava ad ascoltare oltre, era davvero al limite! Non gli interessava della vita sessuale di quel Flavio e tanto meno assistere a scene di gelosia di diverse Nazioni.

Fece un passo avanti “Ora basta!” il suo tono non ammetteva repliche, gli sembrava di essere tornato ai tempi d'oro, quando Feliciano era sotto di se e lui doveva metterlo in riga, la differenza stava che lì c'erano uomini e donne adulti -con qualche problema mentale-.

“Non so cosa vi siete messi in testa, ma non è solo Sud Italia che è contrario alla guerra...” guardò Giappone negli occhi “Anch'io sono contrario e non intendo cambiare idea!”

Svizzera con la bocca ancora piena di caramelle iniziò a parlare in mondo incomprensibile “Neffeno io foglio fafla” gli venne un brivido lungo la schiena schifato.

 

Pazienza...ci vuole pazienza...

 

Ungheria alzò la mano “Perché dobbiamo combattere sempre?” la sua voce era talmente bassa che tutti si stupirono di averla sentita. Feliciano la raggiunse e con una mano le prese il polso con forza “Lo sappiamo tutti che tu sei un piccola pisciasotto, troia!” l'ira nella voce fece tremare la donna.

E senza nemmeno pensarci -perché lei assomigliava tanto a Elizabeta e gli mancava notevolmente, perché lei era una donna e lui aveva insegnato a Feliciano di aver rispetto- si mise tra i due “Lasciala andare o te ne pentirai.”

Fu in quel momento che capì quanto potere aveva Austria in quel mondo, quando tutti trattennero il fiato con lo sguardo pieno di terrore.

 

Non mi piace questa persona...

 

Vide Nord Italia spalancare gli occhi “Perché mi tratti così?” lo guardò portarsi una mano al petto “Io sto facendo solo ciò che mi hai insegnato!” per un attimo pensò che si sarebbe messo a piangere -e lui detestava quando Feliciano piangeva- invece lo vide scattare verso la porta e uscire in splendido stile manga.

 

...Davvero? Questa cosa è normale?

 

Se Mozart avesse visto tutto quello probabilmente avrebbe composto la più tetra delle sue opere. Ne era sicuro.

“Dunque che si fa?” Irlanda, che teneva Inghilterra -seduto su una sedia- sulla schiena, sembrava dubbioso su quello che era appena capitato “Voi fate quello che volete, io mi tiro fuori da tutto questo caos.”

Prussia si fece avanti, sfiorandolo su un braccio con una carezza, rabbrividì di disgusto, gli lanciò uno sguardo freddo e l'albino si pietrificò sul posto. Roderich non poté ignorare lo sguardo tremendamente ferito del prussiano.

Sperò con tutto se stesso che quel maleficio finisse presto.

 

 

Note:

Mi dispiace per il ritardo, ma il tempo è sempre tiranno...intanto ringrazio tutte coloro che hanno letto e commentato questa fanfic!

 

Parliamo di questo mini capitolo. Un Roderich che sta iniziando a perdere la pazienza -si perché lui sarà il più calmo ma la situazione è troppo caotica perfino per lui- è solo un antipasto.

 

A presto -spero-

Elisir

  
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