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Autore: Sherry93    06/10/2018    1 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.

CAPITOLO 28

Vie Profonde, strade e città sotterranee create dai nani che si estendevano per tutto il Thedas, ormai abbandonate e distrutte. Il solo ricordo mi disgustava, la marea di Prole Oscura che avevo affrontato l’ultima volta non aumentava il mio desiderio di mettermi all’opera, non so come facciano i durgen’len.

Mi stavo recando alla forgia, non passavo spesso da quella parte del tempio, dovevo incontrare il fabbro. Come suggerito da Solas avevo bisogno di un’armatura nuova e volevo una cote per i pugnali. Delle mie armi me ne occupavo sempre personalmente non volevo farle toccare ad altri, oltre che rare sono uniche nel loro genere, non solo per i materiali con cui sono fatte, ma anche le rune incastonate hanno un valore considerevole.

Il focolare emanava un forte calore, vari macchinari più o meno complessi per creare armi e armature erano disposti vicino alle pareti lasciando un unico tavolo al centro. Chino su di esso un elfo alquanto robusto concentrato su dei fogli, mi avvicinai attirando la sua attenzione. Occhi di un azzurro chiaro, capelli biondi non troppo lunghi trattenuti in una piccola coda, i miei marchi ben evidenti sul viso come quelli di Abelas, uno degli elfi del tempio.

-Mia signora, stavo proprio pensando a voi, il mio nome è Assan- si presentò con un sorriso che ricambiai

-Un nome adatto per la tua mansione, è un piacere per me-

Iniziò a squadrarmi da capo a piedi. Presa alla sprovvista per quel comportamento, sentii le guance scaldarsi -C’è qualcosa che non va?-

-Nulla, mia signora, perdonatemi per avervi messa in imbarazzo, stavo solo ammirando la vostra struttura fisica, siete una maga, ma anche una ladra e questo si nota. Solo stando ferma mantenete una posizione che un mago, anche se ben addestrato come Fen’harel o Abelas non terrebbe, questo è reduce dagli allenamenti che vi sono stati impartiti e se posso dirlo vi da un vantaggio-

Ero sorpresa dall’analisi appena fatta solo con qualche secondo a disposizione -Capisco…-

-Fen’harel mi ha fatto  sapere che vi serve un’armatura nuova e che infondete il mana nelle armi che utilizzate. È la prima volta che ho il piacere di lavorare con qualcuno con questa capacità, è molto rara, di solito i maghi usano delle lame spirituali, quello che fate voi è un po’ diverso. Non create una lama perché già l’avete, ma unite il vostro potere trasformandone il materiale con cui è fatta, cambiandone la resistenza e la natura stessa. I pugnali diventano un prolungamento delle vostre mani. Potete tagliare qualunque cosa- disse con entusiasmo

-Me l’avevano detto, ma da quello che mi stai dicendo sembra che abbia solo delle qualità positive e le negative?- domandai curiosa

Sospirò e incrociò le braccia al petto -Le negative fanno pagare care le distrazioni. Ogni volta che infondete il mana, create un collegamento molto profondo. Come avrete notato non tutti i materiali sopportano un  trattamento del genere, e si sfaldano, quindi se perdete le vostre armi per qualunque motivo non potete usarne altre nello stesso modo. Un altro aspetto non proprio piacevole è che se dovessero spezzarsi mentre le state usando lo percepirete come un dolore fisico, come se vi rompessero un braccio per fare un esempio- spiegò serio

Magnifico -Se è un dolore così forte rischierei di perdere i sensi mentre combatto…- non posso rischiare una cosa del genere, vorrebbe dire la morte

-Esatto- confermando la conclusione a cui ero arrivata. Ora ero nervosa, quasi il gioco non vale la candela -Soluzioni per ridurre questa cosa?- chiesi speranzosa

Negò con un cenno della testa -Posso solo migliorare i vostri pugnali, ma per spezzarli servirebbe una forza devastante-

-Evanuris?-

Al solo nominarli la sua espressione cambiò, era spaventato -Loro… non avrebbero problemi-

Come pensavo -Tra di loro c’è qualcuno con la mia stessa abilità?-

-Non lo so, mi dispiace, forse il mio predecessore avrebbe potuto risponderle, ma è morto qualche anno fa quando il tempio è stato assaltato da Corypheus- rispose mortificato. Sospirai profondamente -Delle vostre lame ce ne occuperemo dopo, ora vorrei concentrarmi sull’armatura-

Annuii con un cenno del capo -Hai già qualcosa in mente?-

Indicò i fogli -Diciamo di sì, ho fatto qualche prova e un’idea sui materiali da usare…- li osservai c’erano vari schizzi e appunti, si occupava anche della parte estetica notai. Qualche altro foglio raffigurava invece un’armatura maschile che riconobbi immediatamente, lo presi studiandolo -Ti sei occupato anche di quella di Fen’harel?-

Assentì con un cenno del capo -Sto apportando qualche miglioria- lo posai e la mia attenzione fu attirata da uno schizzo, esteticamente richiamava la sua,  ma il metallo dorato era presente solo sul petto, bracciali e gambali, il resto era in pelle di drago -Questa non è niente male-

Sorrise compiaciuto -Speravo potesse essere di vostro gradimento, ho ridotto la presenza del metallo solo nei punti essenziali per…-

-Per eliminare qualunque rumore causato dal movimento- conclusi, infatti ci mancava solo di rischiare di morire per un’armatura cigolante, anche se belle le evitavo il più possibile visto che anche la pesantezza che ne conseguiva non mi avrebbe aiutato in fatto di velocità -Perché in pelle di drago? So che è un materiale ottimo, ma ha qualche significato?- avendone uno al mio servizio indossarne la pelle poteva non essere una grande idea.

-La Mythal precedente preferiva questi materiali, diceva che la rappresentano,  ma se voi volete cambiare, penserò a qualcos’altro- fissai il progetto che avevo di fronte e ne passai sopra un dito assorta. Un drago, ma io sono un lupo. No, sono entrambi e me ne ero accorta negli ultimi piacevoli sogni creati da Solas. Nella mia forma da lupo con il mantello bianco, mi ero riflessa nello specchio d’acqua del piccolo lago. Le mie iridi sempre di un viola ametista, erano invece di un vivido color ambra con le pupille ristrette a due fessure. I cambiamenti dell’essere diventata Mythal continuavano. Solas a riguardo non mi aveva mai detto niente, ma anche io dei suoi occhi color rubino non avevo nulla di cui lamentarmi, anzi lo trovavo affascinante.  Mi schiarii la voce -No, va bene così, solo non dorata. Devo passare inosservata, il restare nell’ombra è essenziale-

-Come desiderate. Ho preparato dei pezzi di prova, se volete andare in quella stanza potrete cambiarvi, vi aspetterò qui-

Assentii con un cenno del capo ed entrai nella stanza adiacente. Sul tavolo l’armatura, ne osservai attentamente i componenti, sembrava già fin troppo rifinita per essere solo una prova. Mi cambiai ed uscii. Rimase compiaciuto e mi girò intorno osservandomi attentamente -Come la sentite?-

-Perfetta, sei sicuro che non sia definitiva?- domandai guardandomi anche io. Ho un debole per queste cose, mi piace indossare armature nuove, come provare qualsiasi lama in qualunque forma siano, dalle classiche alle più strane, dalle più massicce alle più leggere. Anche Elen ha la stessa passione e quando eravamo piccole si finiva per litigare su chi dovesse provare per prima una nuova arma, finendo a rincorrersi per mezzo campo.

Ridacchiò -Assolutamente, i materiali non sono quelli giusti e neanche le rifiniture- si avvicinò di fronte a me controllandone le giunture. Abbassai lo sguardo, era troppo vicino, un senso di fastidio mi si insinuò.

-Come sta andando?- vidi Assan irrigidirsi nervoso, allontanarsi e voltarsi verso Solas, che con un fugace sguardo duro lo squadrò, per poi rivolgersi a me con un sorriso come se nulla fosse e non aspettandosi una risposta da lui.

-Tutto bene, cosa ci fai qui? Mi tieni d’occhio?- scherzai

Il ragazzo salutò Solas con un cenno del capo -Fen’harel, stavo facendo provare la bozza dell’armatura e sembra già andare bene, per quella definitiva non ci vorrà molto. Anche per la vostra basta qualche modifica ed è pronta, se vuole passare più tardi a provarla-

-Ottimo lavoro, Assan- rispose con fare pacato e distaccato. Che gli prende? Lo osservai attentamente, continuava a rivolgersi a me, non degnandolo di uno sguardo.

-Mia signora, se vuole può andare a cambiarsi, ho tutto quello che mi serve- lo vedevo teso e non parlava con la stessa sicurezza dimostrata prima.

-Vengo anche io, ti aiuto- lo guardai interrogativa. Entrammo nella stanza.

Cominciai a slacciare le cinghie, mi si avvicinò aiutandomi, non parlava. Una volta finito e prima che potessi rivestirmi, mi strinse a sé. -Sei strano, qualcosa non va?- domandai attenta

-Assan è un bravo ragazzo, ma è giovane- affermò in tono serio

-Giovane?- come poteva una guardia del tempio essere giovane?

-Ha la mia stessa età di quando mi hai visto saltare giù dalle mura a Skyhold-

Ridacchiai, sta pensando che mi stesse facendo la corte? -Lo sai che me la so cavare da sola, vero?-

Sorrise -Lo so benissimo, ma per un controllo delle giunture ti era troppo vicino e la sua reazione quando ho annunciato la mia presenza è stata insolita-

 -Già, il mantenere le distanze è fondamentale, ma cosa avrei dovuto fare io quando Míriel ti stava così attaccata che sembrava ti seguisse ovunque?-

Ridacchiò -Non mi si è mai avvicinata tanto-

-Posso rivestirmi?- avevo indosso solo la biancheria e la stanza era fredda. Si chinò e mi baciò con passione, insinuandosi con la lingua, accarezzandomi il palato. Ci staccammo senza fiato -Ora sì-

Mi leccai le labbra -Stai facendo il giovane arrogante che ho visto nei ricordi?-

Sorrise malizioso -Forse…- ridacchiai e mi lasciò andare, indossai gli abiti che avevo abbandonato su una sedia e uscimmo.

Assan stava ancora guardando i suoi appunti con fare pensieroso, sentendoci si voltò e sorrise ad entrambi anche se lo vedevo ancora teso e studiava Solas attento. Al contrario lui invece sembrava indifferente, sospirai. -Vhenan, non hai detto che dovevi andare?- domandai, mi rivolse un’espressione confusa, veloce lo presi dal bavero tirandolo e chinandolo su di me, lo baciai con fare possessivo. -Vero?- incalzai, sentivo ora intenso lo sguardo del fabbro su entrambi. Sorrise -Hai ragione- mi guardò le labbra, ma si trattenne ed uscì.

Riguardai Assan era in imbarazzo. Dovrei aver reciso qualunque suo desiderio sul nascere, avevo chiaramente espresso la mia preferenza, feci finta di nulla -Ritornando ai pugnali, come puoi migliorarli per quell’inconveniente spiacevole?-

Si schiarì la voce -Subito, potrei vedere le lame?-

Li estrassi dai foderi e glieli porsi, ne studiò ogni centimetro dall’impugnatura alla lama, soffermandosi sulle rune. -Sono perfetti, bilanciati benissimo, ma suggerirei un paio di potenziamenti. Li posso applicare subito, per primo affilerò ulteriormente le lame, ma verrà fatto con la magia. Per secondo li immergerò in un liquido speciale, farà in modo di rafforzarli ancora e che funzionino correttamente solo presi in mano da voi. Il mio predecessore e mentore non saltava mai questi due passaggi erano essenziali per le armi degli Evanuris, se no non resisterebbero ai colpi-

Assentii con un cenno del capo -Fai quello che ritieni opportuno Assan-

Abbozzò un sorriso e fissò i pugnali, ne prese in mano uno con la sinistra dall’impugnatura e vidi l’indice e il pollice della mano destra  illuminarsi. Li passò sul filo della lama lentamente come se niente fosse. Era concentrato su quello che stava facendo, il bagliore emanato dalla magia si specchiava nelle sue iridi chiare. Il filo della lama ora rifletteva una luce particolare. Passò all’altro pugnale imitando il gesto precedente.

-L’affilatura è stata fatta, ora passiamo al secondo passaggio- si voltò e in un recipiente riversò diverse sostanze e ne infuse della magia -Mia signora, deve infondere il suo mana ora- mi avvicinai e lo feci, la sostanza da azzurra passò ad un rosso scarlatto per poi ritornare inerte -Perfetto- prese i pugnali e li immerse -Ci vorrà qualche minuto, glieli porterò quando saranno pronti, se ha altre mansioni può andare-

-Aspetterò qua fuori-

Uscii, ritrovai Solas appoggiato ad una colonna con un foglio in mano e assorto a guardare Abelas che impartiva delle lezioni ad Elen. -Sei qui? Il mio gesto mi pare fosse chiaro per entrambi- affermai

Fece un sorrisetto -Chiarissimo, stavo guardando quei due-

Mi accostai a Solas. Vedevo entrambi concentrati, lei sorrideva, lui mi sembrava meno rigido del solito e abbozzava qualche sorriso. -Sta andando bene?- domandai curiosa, l’ultima volta Elen non mi aveva detto più nulla.

-Penso di sì, Abelas lo vedo più perso nei suoi pensieri e mi è capitato di notare che è distratto quando c’è nei paraggi tua sorella-

Distesi le labbra in un sorriso -Ne sono contenta, è sempre troppo severo con se stesso. Cerca di carpire informazioni dal tuo amico che Elen è strana-

Ridacchiò -Se tua sorella è strana, Abelas mi pare alquanto confuso, non l’ho mai visto avere dell’interesse verso una donna… bhe diciamo dell’interesse in generale. Il suo dovere nei confronti di Myhtal è sempre venuto prima di tutto. Infatti si è guadagnato la posizione di comando che aveva al tempio molto velocemente-

-Molto velocemente in che senso?- domandai curiosa e fissai Abelas sotto al suo inseparabile cappuccio che non spostava minimamente l’attenzione da Elen

-Nel senso che io saltavo giù dai bastioni e lui gestiva già quasi buona parte del tempio da solo- risi e si voltò verso di me con un leggero sorriso -Prima o poi però si renderà conto di un ostacolo non facile da superare- lo vedevo assorto -Un problema con cui ho avuto a che fare anche io con te- fece una pausa e li osservò di nuovo -Lei non è immortale, potrebbe tirarsi indietro ad un certo punto, ma penso che me ne parlerà-

Lo guardai dolcemente -Non ne abbiamo mai parlato, visto che poi tutto si è risolto-

-Per nostra fortuna almeno questo ostacolo ci è stato risparmiato- rispose serio

Da quando avevo scoperto la sua immortalità avevo dato molto più peso al tempo che passava di quanto avessi mai fatto prima. Io invecchiavo e lui invece non sarebbe cambiato di un giorno. Non è giusto, avevo pensato più volte. Non lo accettavo e mai l’avrei fatto. Poi una scelta che aveva cambiato tutto, ma che in verità sotto quell’aspetto non aveva cambiato niente.

-Lei non si tirerà indietro- dissi osservando Elen che sorrideva di rimando al Abelas, con gli occhi emozionati e le guance leggermente rosse -Starà già cercando di non pensarci troppo, ma il tempo che passa è crudele… un giorno magari cambierà idea-

-In che modo?- domandò attento. Lo guardai con la coda dell’occhio. Lui non poteva sapere cosa volesse dire essere consapevole da quando nasci che un giorno presto o tardi sicuramente morirai, se si è fortunati di vecchiaia. Un immortale basta che non si faccia uccidere. -Sai io amo passare il mio tempo con te. Elen ama passare il suo tempo con Abelas e lui le sta facendo il più bel regalo della sua vita, anche se non sarà eterno-

Mi guardò di nuovo dolcemente -E questo basta?- domandò, ma vedevo riflessa già la risposta nei suoi occhi. Mi spostai appoggiandomi con la schiena da parte a lui alla colonna -No, ma lo si fa bastare, perché non si può cambiare. Lo si accetta perché ci sono cose più importanti- mi passai una mano tra i capelli -Sempre se poi vada a finire bene tra i due-

-Dubiti che vada finire bene?-

Sorrisi -Io spero che vada a finire bene, ma succedono tante cose, basta guardare noi due-

Sorpreso abbozzò un sorriso -Noi siamo sempre stati innamorati l’uno dell’altro, no?-

-Se avessi preso decisioni differenti ora non saremo qua, anche il solo non accettare la tua natura avrebbe cambiato tutto… ma non mi importa, voglio starti vicino e basta. Ti amo- Si rigirò verso di me e mi bloccò contro la colonna, gli occhi ardevano, sorrisi.

-Siete sempre a fare effusioni voi due?-

Ci voltammo -Anche tu Elen a quanto effusioni ti stai dando da fare, ho visto-

Ridacchiò -Non al livello delle vostre per adesso- Abelas era rimasto vicino al campo di allenamento e guardava assorto l’arco che teneva in mano -Serve qualcosa?- domandai

-Vorrei che facessi vedere al mio…- tossì -Ehm… ad Abelas quel tiro fenomenale che hai fatto al clan-

-Se posso chiedere… perché? Mica devo fare io colpo-

-Non è per quello! Te l’ho detto, fai paura e vorrei che ce lo mostrassi- disse speranzosa

-Cosa hai fatto al clan?- domandò curioso Solas

Sospirai -Ho… spezzato la freccia… che era già presente nel centro-

Mi guardò sorpreso -Questo non me l’avevi detto, ora voglio vederlo anche io-

Lo fissai divertita -Non dovrebbe essere una novità per te…- insinuai, non potevo dimenticare quello che avevo appreso dai ricordi di Mythal. Crudele da parte mia rinfacciarglielo? Forse e magari anche un po’ infastidita per essere simile ad Andruil. Era perplesso e incredulo davanti a quella mia affermazione -Non è mai stato minimamente simile al rapporto che abbiano noi ora…- rispose piccato

-Mmm… va bene… vi aspettiamo…- proferì Elen esitante per poi raggiungere Abelas

-E che rapporto era?- domandai con sfida, mi fissò serio -Lo vuoi davvero sapere?- domandò infastidito per quella mia insistenza. Aspettai che continuasse fissando i miei amati occhi grigi, distolse lo sguardo a disagio, sospirò per poi riguardarmi -Solo sesso. Gli importava solo quello, non ha mai provato nulla per me. E alla fine mi sono reso conto che la mia era solo una stupida cotta, come aveva accennato Mythal- disse seccato. Abbozzai un sorriso, adoro che mi conceda tutta questa fiducia, soprattutto su un argomento del genere, ma avevo bisogno di sapere. In poche parole era stato usato, motivo in più per odiarla. Aveva fatto del male al mio vhenan e se ne avrò l’occasione mi occuperò io di Andruil.  Gli posai un fugace bacio sulla guancia, incatenò le sue iridi alle mie sorpreso -Buono a sapersi, preferisco sentirlo da te, che da lei, perché so che succederà e lo sai anche tu. Grazie ma’arlath. Ora andiamo-

Feci per muovermi, ma venni bloccata, mi accarezzò il viso -Se dovesse toccarti la ucciderò- era completamente serio, presi la sua mano e la strinsi tra le mie -Solo se mi tocca? Pensavo fosse già in lista come tutti gli altri- replicai decisa. Sorrise lievemente, gli occhi ardevano d’amore e si spostò per lasciarmi passare.

 

 

 

 

Durgen’len: figli della pietra

Assan: freccia

Lo so, non succede granchè in questo capitolo, ma dovevo dare qualche informazione. Lo spiacevole inconveniente sui pugnali non piace neanche a me, ma sembrava troppo bello.
Elen sta ancora in silenzio su Abelas, ma si è interrotta sul dire qualcosa...
Verso la fine su Andruil la nostra Yen è stata un po' arrogante, forse se lo può permettere... o forse no...
Nel prossimo capitolo ci sarà più movimento, promesso!

   
 
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