Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    08/10/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Chi chiamavi?- chiese Allwood, mentre lei sistemava il violino nella cappelliera - Prima, in sala d'attesa.-
Orlaith mosse appena una spalla, lottando per convincere la custodia a entrare insieme al bagaglio a mano di Allwood.
- David.- ammise.
- Lo sai che è alle dipendenze di Vaněk. Non è saggio parlare con lui.- disse l'uomo, accigliandosi - Capisco che è difficile, che lo conosci da tanto eccetera, ma non è tuo amico.-
- Dovevo almeno dirgli che fine ho fatto.- rispose lei in tono neutro, lottando per non mostrare segni di paura o insicurezza - Sono due settimane che non mi faccio viva, a parte la lettera. Stava per chiamare la polizia, iniziava a credere che mi fosse capitato qualcosa di peggiore di una crisi di panico o di un esaurimento nervoso.-
Allwood sospirò.
- Beh, questo è vero. Non è il caso di allarmare le forze dell'ordine.-
La violinista si sedette accanto al finestrino, e Jayden prese il posto subito a fianco. McGrath, come al solito, si era sistemato nel corridoio e leggeva un giornale francese: a quanto aveva detto, tra quelle pagine c'era la notizia di una fuga di gas che aveva distrutto l'appartamento di Fakhri, e che non erano in corso ulteriori indagini aeccezione di quelle normali per un simile incidente. Il che era perfetto, in fondo.
- Jayden, posso chiederti una cosa?-
- Sul tuo amico?-
- Più o meno. Mi ha detto che aveva mandato qualcuno a cercarmi.-
Allwood si accigliò.
- Qualcuno?-
- Sì... un tizio, tipo investigatore privato.-
Le sue sopracciglia si avvicinarono ancora di più.
- C'è un investigatore privato che ti cerca?-
- Gli ho detto di richiamarlo, che sto bene.- lo tranquillizzò - Mi chiedevo solo se l'hai visto in giro. Mi ha detto che gli aveva parlato di quando sono venuta a Staten Island... non so se ci è stato, so solo che non lo sente da giorni. E io temo il peggio.-
Allwood non cambiò espressione in modo significativo, anche se i muscoli della sua fronte parvero rilassarsi in modo impercettibile.
- Non ne so niente.- rispose - Se è stato dalle parti di casa mia, l'ha fatto dopo che siamo partiti.- la guardò per un altro istante, dubbioso - Mi stai chiedendo se sono stato io a farlo scomparire?-
Orlaith scosse la testa, anche se ci mise un istante di troppo.
- Scusa.- disse subito dopo - È che... è difficile.- borbottò - Vorrei essere a Tresckow, in questo momento. A casa mia.-
L'uomo annuì lentamente, ora pensieroso, poi scosse la testa.
- Se fossi in te, proverei a chiamare. Tuo padre, intendo.- rispose - Magari ti tira un po' su. Ma stai attenta... al posto di Vaněk lo farei sorvegliare, e da vicino... se capisci cosa intendo.-
Orlaith sentì un brivido lungo la schiena: non ci aveva minimamente pensato.
Homunculus...
Suo padre poteva essere tenuto d'occhio: lei era scomparsa, nessuno sapeva dove fosse finita e, a prescindere da ciò che voleva realmente Allwood, Vaněk avrebbe potuto farla cercare ovunque avesse dei legami. Se David aveva iniziato da Tresckow...
- Devo telefonare!- esclamò, cominciando a frugarsi nelle tasche.
- Calmati, ragazzina!- disse Allwood, tentando di tenere bassa la voce e al tempo stesso di farla smettere di agitarsi - Siamo su un aereo, la gente che si sbraccia... non è ben vista, come si dice. Tra l'altro siamo in fase di decollo, non puoi usare il cellulare. Rilassati, aspetta il segnale, vai in bagno e chiama, ma non gridare.-
Orlaith fece un profondo respiro e recuperò dalla tasca del parka il telefono, aspettando con impazienza di potersi alzare.
Fu l'attesa più difficile e più snervante della sua vita: le assistenti di volo, sorridendo in modo per lei insopportabile, spiegarono con lentezza esasperante le varie procedure di emergenza, seguendo le indicazioni della voce diffusa dall'altoparlante in tre lingue diverse; quando finalmente ebbero terminato si diressero verso i loro posti, allacciando le cinture, e l'aereo intero fu scosso lievemente dai motori che si avviavano.
Senza fretta, come se volesse torturarla, il velivolo si mise in moto e si avviò lungo la pista, prendendo velocità con la dovuta calma. Più aspettava, più Orlaith si faceva impaziente, strizzando convulsamente il bracciolo.
Sentì una mano prendere la sua e, voltandosi, vide Allwood che la guardava, stringendole forte le dita.
- Va tutto bene.- disse - Sono sicuro che non c'è da preoccuparsi. Mi dispiace.-
Lei non rispose, tornando a fissare i segnali luminosi sopra la sua testa mentre l'aereo si sollevava. Finalmente, il segnale sonoro uscì dagli altoparlanti e, immediatamente, Orlaith si sganciò la cintura, passando poi nel corridoio. Nonostante l'impazienza si allontanò con calma verso il bagno, per non dare nell'occhio: le serviva privacy.
Dopo aver chiuso a chiave la porta si rannicchiò sull'asse metallica e compose rapidamente il numero, le dita che le tremavano tanto da rischiare di premere i tasti sbagliati.
Il telefono squillò a lungo, e per un attimo Orlaith temette che non avrebbe mai risposto. Quando tuttavia sentì la sua voce, il suo cuore ebbe un tuffo.
Mmmh... pronto?-
- Papà!-
Connor esitò.
Orlaith? Tesoro... sei tu?-
- Sì...- rispose lei, asciugandosi una lacrima di felicità - Dio... stai... stai bene, vero?-
Io... sì...- disse - Ma... tesoro, lo sai che ore sono? Cos'hai che ultimamente non riesci a chiamare a orari decenti? Cioè, non fraintendermi, mi fa sempre piacere parlare con te...-
Solo a quel punto Orlaith si rese conto che a Tresckow doveva essere tremendamente tardi e che, con tutta probabilità, lo aveva svegliato nel cuore della notte.
- Io... scusa, scusami davvero tanto...- balbettò - Papà, mi dispiace, non ci pensavo... è che... Dio, avevo paura...-
Paura?- ripeté lui, ogni traccia di sonno scomparsa dalla sua voce - Di cosa? Tesoro, sei nei guai?-
- Eh? Ah...-
E adesso cosa poteva dirgli? Che uno stregone pazzo le dava la caccia e un altro stregone, forse altrettanto pazzo nonché nemesi del primo, la stava portando in giro per il mondo con il suo maggiordomo di argilla per uccidere altri esseri umani di argilla?
- Ehm... è che... ho fatto un... brutto sogno.- buttò lì - Mi... ho sognato... che ti ammalavi come la mamma e... insomma...-
La scusa parve funzionare, perché lo sentì sospirare e poi fare una breve risata.
Tesoro, sto benissimo.- disse - Godo di ottima salute. Vado dal dottor Carden una volta al mese, tengo sotto controllo il colesterolo e faccio un chilometro a piedi ogni giorno per non diventare troppo sedentario. Sto bene.-
Orlaith sorrise.
- Sì... scusa. Mi ero spaventata. Ora ti lascio dormire, va bene? Prometto che il prossimo incubo lo ignoro.-
Lui scoppiò a ridere e, dopo avergli garantito che si stava prendendo un periodo di pausa dagli impegni musicali per scrivere in pace e che presto sarebbe tornata a casa, riagganciò, traendo un profondo, vibrante e liberatorio sospiro di sollievo. Poi l'ansia tornò tutta insieme.
Per ora era tutto a posto, ma cosa sarebbe successo se Vaněk, in futuro, avesse deciso di volersela prendere con lui? Non voleva che si preoccupasse per lei, che si spaventasse e tutto il resto... né poteva dirgli la verità... ma farlo rischiare così? Era fattibile?
Beh, però sono passate settimane, Vaněk lo sa che mi nascondo con Allwood... perché prendersela con lui solo ora?
Come al solito, non aveva alcuna certezza, e sapere questo la faceva sentire completamente svuotata.
Merda!
Atterrarono a San Pietroburgo nel pomeriggio, e si diressero in albergo in taxi, attraversando una città fredda e già immersa nella penombra di un tramonto piuttosto nuvoloso. Una coltre candida avvolgeva le strade e copriva i tetti degli edifici, soffocando le piante e i giardini sotto alcune dita di neve.
Stavolta Allwood aveva avuto la decenza di non scegliere un alberghetto di quart'ordine, ma un hotel a tre stelle nella zona centrale della città, non enorme o particolarmente sfarzoso ma con un bagno in ogni stanza e l'acqua calda nella doccia.
Immediatamente Orlaith ne approfittò per farsene una lunga, bollente e rilassante, eliminando il sudore e la sporcizia che aveva addosso da dopo il volo. Anche parte della fatica scivolò via, e il doloretto che avvertiva alla tempia da qualche ora scomparve quasi del tutto. La differenza di fuso non era allucinante come l'ultima volta, e non ebbe bisogno di lunghi periodi di adattamento: le bastò tirare il fiato un attimo e sdraiarsi per una mezz'ora per sentirsi rigenerata e quasi normale. Riuscì anche a proseguire la nuova canzone che stava scrivendo: aveva già quasi terminato la linea del violino, ma doveva ancora lavorare sulle note per il pianoforte, che sarebbe stato incluso per l'accompagnamento musicale. Chissà, magari avrebbe potuto registrarlo con i Bitter Cake, una volta finito tutto. Ed Carlise avrebbe sicuramente accettato.
Canticchiò tra sé le parole, ripensando al loro significato e sperando che il risultato finale potesse essere bello come sperava: il suo sentimento dominante, in quell'ultimo periodo, non era più la depressione o il senso di isolamento. Da ormai alcune settimane, per non dire un mese, era spaventata. Aveva paura, e anche se non credeva fosse il migliore dei sentimenti Allwood diceva che i suoi poteri funzionavano al massimo quando musica ed emozioni erano in sintonia. E poi, rimaneva pur sempre una musicista, e lei scriveva ciò che sentiva: aveva paura, si sentiva persa, quindi quello era ciò che avrebbe messo nella canzone e nelle note.
Succeda quel che succeda, io la scrivo così.
Qualcuno bussò alla porta, distraendola dal suo lavoro. Quando aprì trovò McGrath davanti a lei, con una grande busta di carta in mano.
- Il signor Allwood mi ha chiesto di comprarle questo.- disse - E le chiede di indossarlo per stasera.-
- Cosa? È un... vestito?- chiese lei, sbirciando nella busta: vide solo la confezione, e la marca era in cirillico.
- Invero, lo è.- confermò l'uomo, sorridendo - Sono certo che sarà di suo gusto.-
- Non... capisco.- borbottò lei, cercando di contenere l'imbarazzo - Perché mi ha regalato un vestito? Insomma, stasera... che intenzioni ha?-
- Non è entrato nei dettagli, né io glieli ho chiesti. Mi ha solamente detto di riferirle che stasera andrete insieme al Mariinskij per vedere Lo schiaccianoci.- disse McGrath - Ma, in confidenza...- disse, chinandosi verso di lei e abbassando un po' la voce, dopo essersi guardato intorno - ... ritengo che sia a causa della tensione che ha provato in questi ultimi giorni. Il mio modesto parere è che voglia permetterle di distrarsi un po'.-
- Parliamo dello stesso uomo?- chiese dubbiosamente Orlaith - Perché sai...- e abbassò la voce anche lei - ... quello che conosco io è fissato con Vaněk.-
Il sorriso di McGrath si fece ancora più ampio.
- Se posso azzardare un consiglio, miss, io metterei quell'abito e mi godrei la serata. D'altra parte so per certo che non mi entrerebbe. Non è della mia taglia.-
Orlaith scoppiò a ridere mentre il maggiordomo, con un piccolo inchino, si congedava e andava via. Chiudendo la porta, la ragazza scoprì per l'ennesima volta di essersi dimenticata che quell'uomo era un Homunculus.

Povera. Forse ora riuscirà a rilassarsi un pochino.
Ringrazio 
John Spangler, Old Fashioned, Fan of The Doora, _Alexei_, Kira16, Fiore di Girasole, Sahara_2, Queen FalseHeart, Marz97, Aelfgifu e Roiben, che mi stanno seguendo. A presto!
 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl